#25 giugno 2015 Insurance Review N°25 - giugno 2015 - mensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Strategie e innovazione per il settore assicurativo AGENZIE E MODELLI DISTRIBUTIVI 14 L’INTERVISTA Non solo il mondo tradizionale Patrick Dixneuf, ceo di Aviva Italia 20 ATTUALITÀ La mutua si rinnova 32 DISTRIBUZIONE Ga Sai, un nuovo patto agenticompagnia 58 SPECIALE TUTELA LEGALE Crescere sempre di più Un ripristino chiavi in mano La tua casa o la tua azienda hanno subito un danno? Scegliere un unico fornitore per la gestione delle conseguenze dell’intero sinistro abbrevia i tempi di ripartenza e riduce i costi. www.gruppoper.com 800 322270 24/24 h #25 // giugno 2015 EDITORIALE 03 L’EVOLUZIONE DELLE RESPONSABILITÀ L’INTERVISTA 14 NON SOLO IL MONDO TRADIZIONALE PATRICK DIXNEUF, CEO DI AVIVA ITALIA ATTUALITÀ DISTRIBUZIONE 30 I SUBAGENTI TRA DIRITTI E PROFESSIONALITÀ 32 UN NUOVO PATTO AGENTICOMPAGNIA MERCATO & COMPAGNIE 36 AGENZIE E MODELLI DISTRIBUTIVI MUTUA 20 LA SI RINNOVA 39 NON TEMERE LA DIGITALIZZAZIONE 24 40 DALLA TECNOLOGIA ALLA RELAZIONE PERSONALE 26 OSTACOLI E OPPORTUNITÀ SULLA STRADA DEI PERITI CAPIRE E GESTIRE IL CAMBIAMENTO COMPETIZIONE A 42 LA A TUTTO CAMPO TRA STATO E ASSICURAZIONI 44 L’AGENTE È MORTO, SPECIALE TUTELA LEGALE 58 CRESCERE SEMPRE DI PIÙ VIVA L’AGENTE 48 L’AGENTE ITALIANO, UN MODELLO DA ESPORTARE MARKETING & PRODOTTI 52 UN BRINDISI COL VINO DI GENAGRICOLA PER 54 NATI PROTEGGERE, PERCHÈ AXA NON È UNA MONADE RUBRICHE 04 BREVI 08 INVESTIMENTI COMPAGNIE, INTERLOCUTORI PER LE AZIENDE 10 NORMATIVA POLIZZE UNIT, GLI SVILUPPI IN VISTA DI SOLVENCY II 12 PERITI INCENDI, SERVE UN COLLEGIO DI ESPERTI INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 1 EDITORIALE L’EVOLUZIONE DELLE RESPONSABILITÀ Stabilità e capacità di mantenersi in salute anche in condizioni di crisi prolungata, in caso di stress dei mercati e di congiunture sfavorevoli agli investimenti. Il settore assicurativo, pilastro dell’economia di un Paese, è costantemente richiamato a confrontarsi con garanzie indispensabili a rispettare questo obbligo. Le compagnie attive in Italia, stando ai numeri presentati da Ania e Ivass, hanno chiuso il 2014 con segno positivo e godono di ottima salute. I premi contabilizzati hanno raggiunto i 143,3 miliardi di euro, con una crescita del 20,6% e un’incidenza sul prodotto interno lordo che raggiunge l’8,9% (7,4% nel 2013). Ma, al di là dei numeri, servono alcune riflessioni sulle voci che potrebbero rivelarsi fondamentali per continuare a parlare di profittabilità nel prossimo futuro. La prima riguarda l’evoluzione dell’offerta assicurativa in un contesto che permette, grazie alla digitalizzazione e a partnership innovative, la diffusione massiva di polizze standardizzate. Pensiamo in particolare ai sei milioni di clienti Tim che, grazie a un accordo con Bnp Paribas Cardif, riceveranno in dono una polizza per l’abitazione. La seconda riflessione riguarda l’evoluzione delle responsabilità a cui individui, famiglie, professionisti e aziende sono sottoposti. Gli ambiti di rischio si moltiplicano, la legislazione delimita obblighi e stabilisce conseguenze anche pesanti, aprendo la strada a possibili coperture più o meno innovative. A tutto questo si aggiunge, per l’intero settore assicurativo, uno scenario in cui si profilano competitor una volta insospettabili. Google e Amazon, tra i possibili concorrenti più citati negli ultimi tempi, potrebbero non fare poi così paura se si concretizzasse l’ipotesi avanzata da Massimo Mucchetti, senatore del Partito democratico e presidente della Commissione Industria del Senato: un “principio di libertà” potrebbe aprire la strada a una norma che consentirebbe ai lavoratori di scegliere se affidare il proprio risparmio previdenziale al secondo pilastro o, scommettendo tutto sul montante contributivo pubblico, all’Inps. Dopo anni di analisi di mercato, suggerimenti e richieste per costruire un nuovo welfare, le compagnie si troverebbero in questo caso ad avere come principale concorrente proprio il settore pubblico. Tutto questo suggerisce un importante ripensamento dei prodotti assicurativi in funzione delle modalità distributive. Con la capacità di costruire il giusto mix tra prodotto standardizzato (che non deve essere inteso come sinonimo di bassa qualità) e soluzione assicurativa capace di coprire ambiti di rischio particolarmente complessi. Il ruolo degli intermediari continuerà a essere centrale, come ripetono le compagnie illustrando strategie e politiche distributive. Se cosi è, a questo canale dovrà però essere data non solo la possibilità di vendere con più facilità (digitale) prodotti semplici e immediati, ma soprattutto un’offerta più ampia, in cui le compagnie dovranno prendersi l’impegno di assumere anche nuovi rischi. Maria Rosa Alaggio alaggio@insuranceconnect.it INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 3 BREVI RAMI DANNI IN CALO: NOVE MILIARDI DI EURO AL 31 MARZO 2015 Continua il crollo del settore auto, che retrocede del 5,7%: è l’undicesima rilevazione negativa consecutiva CYBER RISK, IN ITALIA È UNA MINACCIA NON PERCEPITA Stilata da Aon Risk Solutions la classifica biennale sui primi dieci rischi percepiti in azienda Il cyber risk scala posizioni. Nel giro di pochi anni, la percezione internazionale del rischio di attacco informatico è aumentata notevolmente: nel 2013 non compariva © Mopic - Fotolia.com Prosegue la caduta dei rami danni che al 31 marzo hanno chiuso a nove miliardi di euro, per un calo dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto reso noto dall’Ania con riferimento ai premi totali del settore danni contabilizzati in Italia dalle imprese nazionali e dalle rappresentanze estere. Da rilevare la forte diminuzione dei premi del settore auto, che calano del 5,7% a 4,5 miliardi, e che solo in parte sono stati bilanciati dalla crescita dei premi degli altri rami danni, sempre a 4,5 miliardi (+2,5%). Solo il ramo Rc autoveicoli terrestri ha incassato 3,8 miliardi, in calo del 6,7%. Nonostante si tratti di numeri attesi, c’è da ricordare che il mercato assicurativo è di fronte all’undicesima varia- costante. Secondo l’Istituto, il nuovo documento sarà più efficace per il contrasto dei fenomeni elusivi e meglio armonizzato rispetto alle situazioni degli altri Paesi Ue. All’atto pratico, le imprese devono mettere a disposizione dell’assicurato l’attestato di rischio nell’area riservata del proprio sito web, ma in aggiunta hanno anche la facoltà di consegnare l’attestato in altri modi (via mail, o anche attraverso i social network) su richiesta del contraente. zione tendenziale negativa (sul trimestre): un trend mai registrato in questo ramo con queste variazioni negative così prolungate e così consistenti. IVASS, ECCO IL REGOLAMENTO SULLA DEMATERIALIZZAZIONE L’Istituto ha pubblicato l’atteso paper sulla digitalizzazione dell’attestato di rischio per le polizze Rc auto L’Ivass ha pubblicato il regolamento (numero 9, 19 maggio 2015) che fissa le regole per la dematerializzazione dell’attesto di rischio e disciplina la banca dati a cui i nuovi documenti faranno riferimento. Si completa così la prima fase della digitalizzazione dei documenti assicurativi: il mercato passerà dall’attestato di rischio definito come statico, cioè che fotografa la situazione presente dell’assicurato, all’attestato dinamico, generato e aggiornato in un sistema digitale, così da aggiornarsi in modo 4 INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 ancora tra i primi 10 rischi percepiti. Mentre in soli due anni si è assestato al nono posto. È la fotografia scattata da Aon Risk Solutions, la branch globale di Aon che ha effettuato un sondaggio raccogliendo le testimonianze di 1418 manager e dirigenti appartenenti ai board di compagnie pubbliche e private di ogni dimensione in tutto il mondo. Tuttavia, se a livello mondiale cresce la sensibilità nei confronti del fenomeno, in Italia non è ancora considerato una reale minaccia: a oggi, infatti, non rientra nemmeno tra i 10 top rischi percepiti dalle imprese. Scorrendo la classifica della survey biennale Global risk management 2015 si scopre, e questa è una delle principali novità dell’anno, che al primo posto si assesta il danno reputazionale all’azienda nel suo complesso e al brand. Secondo i clienti globali di Aon il danno reputazionale e il danno al brand sono da classificare come due dei principali rischi che coinvolgono indistintamente tutte le parti del mondo e tutti i settori e le tipologie d’impresa. Glassdrive. Oltre il vetro… la sicurezza Gli esperti in riparazione parabrezza e sostituzione cristalli Se pensiamo ad un veicolo sicuro ci vengono in mente freno, motore e pneumatici. Il parabrezza è spesso dimenticato nonostante fornisca rigidità alla struttura e sia una parte importante della funzionalità dell’airbag. Se appannato, disturba la visione della strada e una piccola scheggiatura può trasformarsi rapidamente in una grossa crepa. Questo significa meno sicurezza per voi e per i vostri passeggeri. 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Secondo il numero uno dell’Istituto, i governi degli ultimi vent’anni non hanno voluto divulgare sufficienti informazioni sul passaggio dal regime retributivo a quello contributivo; questo “ha impedito a molte generazioni di cautelarsi”. Il lancio della cosiddetta Busta arancione, che poi è un servizio di calcolo via web della propria posizione contributiva denominato La mia pensione, va nella direzione di aumentare proprio il livello di trasparenza sui temi previdenziali. IVASS, PREMI PER 143,3 MILIARDI DI EURO NEL 2014: +20,6% Elaborazione statistica dell’Autorità: continua il calo del danni e il trend di crescita del vita, con un boom delle unit linked Nel corso del 2014 le imprese di assicurazione italiane e dalle rappresentanze in Italia di imprese extra europee hanno contabilizzato premi per 143,3 miliardi di euro, con una crescita del 20,6% rispetto al 2013. È quanto registrato dall’Ivass che, sul proprio sito, ha pubblicato i dati statistici relativi alla raccolta complessiva realizzata. Come già avevano mostrato i dati diffusi dall’Ania, anche la statistica Ivass mette in evidenza una crescita dell’incidenza dei premi totali (vita e danni) sul prodotto interno lordo italiano che raggiunge l’8,9%, in salita rispetto al 7,4% del 2013. Il dato complessivo cela andamenti differenziati tra i due comparti: al forte aumento della raccolta vita, pari a 110,5 miliardi di euro (+29,8% rispetto al 2013), si contrappone la diminuzione della raccolta danni pari a 32,8 miliardi di euro (-2,6% rispetto all’anno precedente). DA LERCARI A LERCARI: PASSA DI MANO IL 50% DELLA HOLDING La quota dalla famiglia di Vittorio Lercari a quella di Rodolfo Lercari Il 50% del capitale sociale della holding gruppo Lercari, in mano alla famiglia Vittorio Lercari (composta da Vittorio, Giovanna, Lucia Lercari e Sabrina Gardella), è stato ceduto alla famiglia di Rodolfo Lercari (di cui fanno parte Rodolfo, Gian Luigi, Giovanni, Alessandro, France6 INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 sca Lercari e Marcella Odone). Contestualmente Vittorio, Giovanna e Lucia Lercari continueranno a prestare la loro attività peritale per il gruppo. Mentre Giovanna Lercari manterrà anche la carica di amministratore di San Filippo srl. Lucia Lercari, invece, assumerà la carica di vice presidente operativo di Jpl srl. SOLVENCY II, VIA LIBERA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI Previsti nuovi requisiti patrimoniali e attribuzioni all’Ivass, che però non ottiene la vigilanza sulle unit linked, prerogativa che resta alla Consob Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al dlgs di attuazione della direttiva europea sulle attività di assicurazione e di riassicurazione, nota come Solvency II. La finalità è creare un sistema di vigilanza armonizzato in tutta Europa “basato sull’attuale situazione dei rischi propri delle imprese di assicurazione ed estendere il sistema di vigilanza attraverso lo sviluppo di modelli e processi interni di gestione dei rischi propri delle imprese di assicurazione”. A questo scopo, precisa Palazzo Chigi, “si prevedono nuovi requisiti patrimoniali ancorati ai rischi effettivamente corsi, nuovi criteri di valutazione e nuove modalità per la misurazione e mitigazione dei rischi. Si interviene sulla governance delle imprese di assicurazione, responsabilizzandone il board e introducendo nuove funzioni aziendali”. Non cambia invece la Legge sul Risparmio del 2005 che ripartisce fra Consob e Ivass i poteri di vigilanza sulle polizze ad alto contenuto finanziario (di ramo III e V, sostanzialmente unit linked). I poteri di controllo per quei prodotti restano in capo alla Consob. Questa decisione, caldeggiata dal Parlamento, è in contrasto con quanto chiesto dal presidente di Ivass, Salvatore Rossi, in occasione dell’audizione alle Commissioni di Camera e Senato, lo scorso mese di marzo. ZURICH GLOBAL LIFE ITALIA, FEDERICO BORGIANNI NUOVO CFO Sostituisce Christopher Thiersch, a cui sarà affidato un nuovo ruolo all’interno del gruppo Zurich Italia ha annunciato la nomina di Federico Borgianni alla carica di chief financial officer di Zurich global life in Italia. Laureato in Scienze statistiche e attuariali presso l’Università di Firenze, Borgianni sostituisce Christopher Thiersch (al quale sarà affidato un nuovo ruolo all’interno del gruppo), e riporterà direttamente a Paolo Penco, ceo Zurich Global Life in Italia. TANTE ALTRE NEWS SU INSURANCETRADE.IT Usa il qr code per accedere alla homepage e iniziare a navigare Sul portale www.insurancetrade.it è possibile trovare numerose altre news riguardanti il mercato, le compagnie, la distribuzione, la normativa e tutte le novità legate al settore assicurativo. Le notizie della sezione Brevi sono inoltre approfondite on line sul sito. Collegati con smartphone o tablet per accedere alla homepage, dalla quale puoi navigare liberamente. Nel mese di maggio i contenuti più visti sul sito sono stati: l’articolo di presentazione del convegno di Insurance Connect, Aziende, dai rischi alla sicurezza della polizza; la news Boeri, ignavia di Stato contro la previdenza; la notizia Ania, ecco la graduatoria della raccolta 2014; l’intervista all'avvocato Maurizio Hazan Tutto sulle assicurazioni; la news Rc auro gratuite, l'Ivass detta le nuove regole. Puoi anche registrarti gratuitamente e scegliere di ricevere nella email ogni giorno il quotidiano di settore Insurance Daily e la newsletter settimanale. Insurancetrade.it non è solo un sito di informazione, ma una vera e propria community, presente sui principali social network, come Facebook, Twitter e LinkedIn. ASSICURAZIONI PER UN MONDO CHE HA GRANDI AMBIZIONI. XL e Catlin si sono unite per offrire prodotti, servizi e competenze locali su scala globale. Se sei alla ricerca di coperture assicurative o riassicurative, dai rischi più comuni a quelli più complessi, parliamone. ............................... MAKE YOUR WORLD GO xlcatlin.com XL Catlin è il marchio utilizzato a livello globale dagli assicuratori membri del gruppo di compagnie XL Group plc. La disponibilità delle coperture assicurative è soggetta a restrizioni territoriali. , XL Catlin e MAKE YOUR WORLD GO sono marchi registrati del gruppo di compagnie XL Group plc. INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 7 INVESTIMENTI Forse non è stata ancora percepita in tutta la sua interezza la pericolosità insita nel tenere separati la finanza e l’economia reale. Nell’attesa oracolare di una bolla che prima o poi scoppierà con conseguenze già viste ma non tesaurizzate in esperienza, si insiste nella ricerca di valore derivante da alchimie finanziarie. Questo panorama per l’Italia è ancora più grave. Il sistema finanziario italiano non ha avuto, sinora, protagonisti al di fuori delle banche. Questo ha prodotto un legame pigro tra il sistema produttivo e la finanza che ha sempre letto ed eletto come unico interlocutore le banche stesse. vivendo un ritorno al futuro con un afflusso di premi consistente, i rami vita viaggiano con stime prossime di incremento annuo vicino ai 40 miliardi di euro e questi quattrini dovranno pure generare dei rendimenti. Ma dove e come nel tempo tali rendimenti potranno essere prodotti, questo, è da costruire. Se si analizza lo schema di Solvency, l’assorbimento patrimoniale per categorie di investimento è fortemente improntato verso investimenti sovereign Ricercare segmenti di operatività Non si può, direi non è consentito, continuare a pensare che sia solo deputato alle banche il finanziamento degli investimenti produttivi. Del resto l’ingresso di nuovi soggetti specializzati nel mercato, in particolare di fondi specializzati e regolati in ambito Ue, come gli Aifm o anche il nascente quadro Eltif, afferma chiaramente che la strada del futuro è questa: l’unica così siamo tutti contenti, non è questa la direzione. La partita si gioca sulla capacità valutativa che è la sfida principale richiesta agli operatori di mercato, e quindi alle compagnie, abbandonando la leggenda che esistono investimenti privi di rischio ed entrando in segmenti di operatività dove si può sviluppare, tra l’altro un efficace cross selling. Si pensi al finanziamento dell’export e all’indot- COMPAGNIE , INTERLOC per le AZ UTORI IENDE In un siste ma in cui le banche no gli unici p n rapprese rotagonisti ntano più del mondo assicurativ fi nanziario, o può rico il settore prire un nu tra investito ovo ruolo ri ed econo nel dialog mia reale o Ora che il contesto generale non consente di erogare credito e i rubinetti sono a mala pena gocciolanti si pone il problema di chi può sostenere il mondo delle imprese e gli investimenti. D’altra parte occorre considerare che il quadro delle regole, che si chiamino Basilea o altro, non favorisce atteggiamenti diversi. Eppure c’è un problema che va risolto. Le compagnie di assicurazione stanno 8 INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 e per di più area Unione Europea o comunque con alto rating. Man mano che ci si sposta di categoria si arriva ad accantonamenti vicini al 50% come nel caso di equity alternative. Sembrerebbe, così come posto, un teorema insolubile. Eppure occorre riflettere per favorire un maggiore dialogo tra gli investitori istituzionali e l’economia reale. di GERAR DO STIG LIA direttore ge nerale di Com NI oi Sim che può generare valore per chi investe oltre che contribuire in modo efficace al miglioramento del quadro economico generale. Da qui si deve iniziare per costruire una relazione efficiente ma non basata su un vetero statalismo che mette sul piatto garanzie per chi investe, secondo il criterio del last resort, to che può generare in termini di coperture assicurative per le imprese. Naturalmente le opportunità di mercato saranno vantaggio di chi muoverà per primo. E come la mossa del Cavallo, in tre mosse si copre tutta la scacchiera, se si conoscono le regole del gioco. IL TUO LAVORO SU MISURA I.T.O. Srl Società del Gruppo Corvallis Sede legale: Via Flavio Gioia 39/A - 37135 Verona Sede operativa: Via dei Valtorta 47 - 20127 Milano Tel.: + 39 02 89609200 Fax: + 39 02 89609222 info@itofinance.it www.itofinance.it TWOADVER.IT La flessibilità strategica e operativa di un'organizzazione è oggi un elemento indispensabile per rispondere in modo adeguato al mutamento delle condizioni di business e di mercato. L’outsourcing è lo strumento ideale per affrontare la revisione dei processi in un'ottica di razionalizzazione dei costi e di innalzamento dell’efficienza operativa. In questo scenario I.T.O. si propone con un’ampia gamma di servizi che aiutano a creare valore aggiunto per il business e che si affiancano a soluzioni specifiche per ogni esigenza. Affidare ai nostri specialisti le attività “no core” e time-consuming significa introdurre una modalità gestionale che mira a migliorare l’organizzazione, il coordinamento e il controllo, consentendo al Cliente di occuparsi appieno del suo business e di raggiungere alte performance. I.T.O. è il primo Outsourcing Service Provider indipendente che opera in Italia e si avvale di numerose risorse specialistiche che provengono prevalentemente da Compagnie di Assicurazione e che frequentano periodicamente corsi di specializzazione sui processi assicurativi e sulle relative normative nazionali. Scopri di più sui nostri servizi e prodotti. Lascia fare a noi, affidati ad I.T.O. NORMATIVA pi p u l i v s i l g , T I N U E Z Z I POL I I Y C N E V L O S I D A T S IN VI o ontribuiscon c re to la is g rta, enti del le filo dell’offe ro p il te n Alcuni interv e m significativa o i vantaggi n a n io iz a ridisegnare d n o c due ti fiscali che rie. Anche la a it n u con interven m o c e ente delle impres à potenzialm tr o p competitivi b o s n o iti posta da C atti distribu tr n o c i d a diligence im ri zia natura finan modificare la ediari dagli interm In attesa della pubblicazione del decreto legislativo di implementazione di Solvency II, che sicuramente ne ridisegnerà l’ingegneria finanziaria, alcuni recenti interventi in ambito normativo/ regolamentare e alcune pronunce offrono lo spunto per una riflessione più compiuta sul mercato delle polizze unit linked che, nel passato trimestre, ha rappresentato il 38% della nuova produzione vita. Se a segnare la crescita del settore è sicuramente l’atteso minor assorbimento di capitale di queste polizze rispetto ai rami tradizionali in un’ottica di Solvency II, è tuttavia vero che alcuni interventi del legislatore, ancorché non direttamente pensati per le polizze unit, contribuiscono a ridisegnarne significativamente il profilo. Rischio demografico e agevolazioni fiscali In la ambito legge di fiscale, stabilità 10 INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 (109/2014), con l’introduzione dell’esenzione della tassazione Irpef per la parte di rendimento corrispondente alla copertura del rischio demografico, sta imponendo agli operatori, soprattutto a quelli stranieri, una riflessione più approfondita sulla competitività dei propri prodotti. In particolare, il Regolamento Ivass 29/2009 sulla classificazione dei rischi aveva già imposto alle imprese italiane e alle imprese di Stato terzo un effettivo impegno a liquidare prestazioni il cui valore fosse dipendente dalla valutazione di un rischio demografico (articolo 6), pena la riqualificazione del prodotto come strumento di investimento di carattere finanziario. Il vantaggio competitivo delle imprese comunitarie è ora potenzialmente messo in discussione dalle modifiche alla disciplina fiscale in materia di rendimenti ed di CHIARA I CIMARELL ritto rtimento di di Of counsel dipa dello studio ni io az delle assicur s & Simmons legale Simmon esenzione Irpef. Non più dunque polizze con percentuali di rischio demografico irrisorio (prassi questa diffusa presso le imprese comunitarie non soggette al Regolamento Ivass 29 sopra citato) ma potenzialmente polizze che, per risultare competitive sul mercato dei possibili contraenti, devono offrire un’effettiva copertura di rischio demografico. Considerato che Ivass non ha mai indicato una percentuale minima di copertura di tale rischio, la maggiore o minore attrattiva dei prodotti sul mercato si misurerà sull’ampiezza del beneficio fiscale offerto. È ancora presto per dire se e in che misura questo fattore inciderà sul dibattito, in ambito giurisprudenziale, relativo alla qualificazione di questi prodotti come polizze ovvero come strumenti finanziari. E tuttavia è senz’altro un aspetto questo che dovrà essere valutato con attenzione negli anni a venire. Verso la revisione del contenuto finanziario delle polizze L’altro intervento regolamentare di rilievo, destinato a incidere sulla realtà di questi prodotti, è senz’altro la Comunicazione Consob, coeva alla legge di Stabilità, del 23 dicembre scorso sulla distribuzione dei prodotti finanziari complessi alla clientela retail, tra i quali sono stati inseriti, sia pure in misura un po’ surrettizia dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa, anche le polizze unit, in aggiunta a quelle index e di capitalizzazione (Comunicazione Consob 0097996/14). Nonostante le perplessità formulate da Ania sull’opportunità di includere o meno questi prodotti nel novero dei prodotti complessi (siamo alla vigilia di importanti interventi normativi co- munitari di revisione della direttiva sull’intermediazione assicurativa e di emanazione della disciplina dei cosiddetti Priips, nel cui alveo saranno ricondotte anche le polizze unit linked), la Consob ha ritenuto di dovervi procedere, sulla scorta del principio che, almeno a livello distributivo, questi prodotti sono già assimilati a quelli finanziari sotto il profilo del rispetto delle regole introdotte con il recepimento della direttiva Mifid. È noto che la Comunicazione Consob impone agli intermediari finanziari e alle imprese che effettuano la distribuzione diretta una due diligence del proprio portafoglio prodotti raffrontata con la profilatura della propria clientela, per verificare che anche le polizze in questione non presentino elementi di complessità. La raccomandazione della Consob, in caso di complessità, è quella di evitare la distribuzione di tali prodotti a clienti che non siano in grado di apprezzarne caratteristiche e rischi, salvaguardandone invece la commercializzazione anche alla suddetta clientela, a condizione di una previa motivata decisione dei vertici aziendali dell’intermediario e dell’impresa di assicurazione. Qualora, invece, anche per le caratteristiche della clientela, la distribuzione sia possibile, la Commissione nazionale per le società e la Borsa raccomanda un’attenzione rafforzata ai profili di trasparenza, specialmente dei costi, e dei conflitti di interesse (spesso derivanti dal doppio ruolo dell’intermediario di distributore e di emittente del sottostante la polizza). Non è ancora chiaro se a ricadere nell’ambito di applicazione della Comunicazione siano solamente le polizze con leva finanziaria maggio- re di uno o, se in virtù delle sempre più sofisticate ingegnerie finanziarie di questi prodotti, anche polizze agganciate a prodotti strutturati, vi debbano essere ricomprese. In attesa dei chiarimenti che la Consob si appresta a fornire prima del 30 giugno prossimo (data entro la quale gli intermediari dovranno comunicare all’Autorità come intendono adeguarsi alla Comunicazione), è alquanto prevedibile che le imprese, anche su sollecitazione dei propri intermediari, si debbano apprestare a rivedere il contenuto finanziario delle proprie polizze unit linked allo scopo di definirne la natura (di prodotto complesso o meno) e di fornire alla propria rete distributiva le opportune indicazioni. Se le considerazioni sopra esposte fossero confermate, sarà senz’altro interessante verificare se le imprese preferiranno strutturare, nei prossimi mesi, prodotti a minore o maggiore complessità, anche in relazione alla reazioni della rete. Da un punto di vista meramente giurisprudenziale, due recenti sentenze, una di una corte di merito italiana, e l’altra della Corte di Giustizia Europea, sono senz’altro destinate a riaccendere il dibattito sulla natura delle polizze unit linked e sul dettaglio dell’informativa da fornire ai contraenti. Per un approfondimento di rinvia all’articolo di Giorgio Grasso, PhD - Of counsel studio legale Simmons & Simmons pubblicato sul sito www.insurancereview.it. Accedi dal qr qui sotto. ASSICURIAMO LE BUONE IDEE PRIMA DI CHIUNQUE ALTRO. XL e Catlin si sono unite per offrire prodotti, servizi e competenze locali su scala globale. 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Ci sono casi molto gravi che diventano di dominio pubblico (basti pensare, per esempio, al disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009 o al recente incendio all’aeroporto di Fiumicino) ma ci sono eventi di minore impatto mediatico che provocano comunque danni rilevanti e possono creare enormi problemi a un’azienda, a un’attività commerciale o a un privato. Solo chi ha vissuto direttamente esperienze di questo genere si rende conto di come sia fondamentale avere una buona copertura assicurativa e quale importante ruolo abbia il perito incaricato dall’assicuratore per svolgere la perizia. Tra i compiti che sono affidati al perito, da diversi anni più che in passato, viene posta particolare attenzione all’individuazione della causa prima che ha provocato un incendio al fine di cercare di far emergere eventuali responsabilità e consentire al danneggiato, o all’assicuratore che ha 12 INSURANCE REVIEW, GIUGNO 2015 indennizzato un danno e che si avvale del diritto di surroga, di poter promuovere un’azione di rivalsa. Dalle cause alle relative polizze Certamente non è facile accertare la causa di innesco di un incendio, specialmente quando la combustione ha raggiunto proporzioni rilevanti e l’azione del fuoco è stata particolarmente distruttiva e non vi erano testimoni presenti. Se brucia, per esempio, un magazzino contenente capi di abbigliamento con un impianto fotovoltaico installato sul tetto, non sarà facile scoprire se l’innesco sia partito dalle apparecchiature dell’impianto fotovoltaico oppure da un componente dell’impianto di illuminazione del magazzino oppure da un’apparecchiatura che si trovava negli uffici oppure ancora da un gesto volontario di un malintenzionato. L’individuazione della causa di innesco è però di GIUSE PPE DEG RADI consigliere di Aipai fondamentale per poter stabilire a chi debba essere attribuita la responsabilità di quanto accaduto e far eventualmente intervenire una polizza di Rc prodotti o l’Rc dell’impresa costruttrice o di un altro soggetto. Consulenza tecnica d’ufficio a volte inefficace Poiché solo un giudice può attribuire delle responsabilità, molto spesso chi vuole far valere i propri diritti ricorre a un Accertamento tecnico preventivo (Atp) o a un’azione giudiziaria, nel corso della quale verrà disposta una Consulenza tecnica d’ufficio (Ctu). Sono certamente strumenti giuridici noti che vengono utilizzati ogni volta che il giudice, avvalendosi di un consulente tecnico di sua fiducia, vuole far accertare fatti e circostanze che richiedono competenze tecniche specifiche. L’esperienza ci dice però che molto spesso i risultati degli Atp o delle Ctu sono decisamente deludenti e il consulente incaricato dal giudice, magari per mancanza di elementi oggettivi, svolge indagini approssimative e trae conclusioni discutibili, in genere penalizzanti per le compagnie di assicurazione. Questa considerazione non vuole essere una critica generica e gratuita nei confronti dei consulenti tecnici d’ufficio che sono incaricati dai giudici; ma la constatazione che l’analisi approfondita delle cause di un incendio particolarmente complesso e che coinvolge molti soggetti richiede competenze multidisciplinari che difficilmente, salvo rare eccezioni, possono essere racchiuse in un unico esperto. La multidisciplinarietà è invece una delle carat-
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