Primo appuntamento con“In Facoltà per Sport” - R3Sport

Dona il sangue...
IL LEVRIERO - Mensile di informazione sportiva dell’Università degli Studi Roma Tre
ANNO 7 - numero 61 di marzo 2015
...dona la vita
La bussola delle attività
di Diego Mariottini
Ci si muove in varie direzioni, ma
con coerenza. Del resto, fare sport
all’Università è una lotta contro i
mulini a vento. Quando va bene, hai
pareggiato. Ma è pur vero che
quando hai pareggiato, hai vinto.
Perché non se lo aspettano, perché
non credono che in un Ateneo lo
sport possa convogliare personaggi
importanti, dibattiti di livello. Eppure succede e quando succede è
una soddisfazione. Questo mese lo
sport entra con forza nel sociale, un
mondo sul quale la retorica fin
troppo spesso si spreca. Si parlerà
di agonismo e disabilità, tema da affrontare al netto di un “politically
correct” sempre più improponibile.
Con empatia ma anche con un filo
di distacco, come tutto andrebbe
trattato. Poi ci sono le attività agonistiche, solo in apparenza una
sorta di “ora d’aria”. Quando pensano allo sport, molti pensano a una
sola disciplina. Quasi non è sport, se
non c’è un gol. Nel valorizzare
ANCHE altre attività e portandole
all’esterno, l’intento in realtà è doppio. Innanzitutto vogliamo far comprendere la bellezza di qualcosa che
esuli da un campo di calcio (a 5 o a
11 che sia). In secondo luogo si
vuole collegare il territorio tramite
lo sport, chiedendo talvolta ospitalità a strutture scolastiche dei Municipi di Roma Sud. In questo sta la
coerenza: perseguire uno scopo
coinvolgendo i soggetti disponibili. Perché anche questo fa cultura, non soltanto un convegno.
Anche perché, alla fine, il pareggio non esiste. Si vince o si perde.
Lo diceva Pelè, non uno qualsiasi.
Primo appuntamento con“In Facoltà per Sport”
“Le parole dello sport, il sociale e il linguaggio dei media”
Pronti per lo
Snow Break 2015
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Nuovi Corsi in Ateneo
Roma Tre da il via a
Tennis, Badminton e
Scacchi
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Primo appuntamento con
“In Facoltà per Sport”
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Il Levriero
“Le parole dello sport, il sociale e il linguaggio dei media”, ospiti d’eccezione a Roma Tre
La comunicazione sportiva ha valore per Roma Tre. A testimonianza di ciò, è ripartito il ciclo di conferenze “In Facoltà per Sport”. “Le parole
dello sport, il sociale e il linguaggio dei media”, questo il titolo del primo appuntamento. L’evento si è svolto presso il Dipartimento di Giurisprudenza del nostro Ateneo. Organizzato da Roma Tre, Uisp (Unione Italiana Sport per tutti) e US Acli Roma, ha visto la partecipazione di
ospiti d’eccezione. Il tema di fondo che ha legato i vari interventi è stato quello della funzione sociale che lo sport dovrebbe ricoprire. E quindi
anche del lavoro che deve svolgere chi si occupa di comunicazione sportiva per veicolare quei valori che sono alla base della professione. Il
primo a prendere la parola è stato Riccardo Cucchi, caporedattore di Radio Rai oltre che storica voce di Tutto il calcio minuto per minuto: “Sono
convinto che lo sport porti in sé dei valori sociali. L’anno scorso, ad esempio abbiamo fatto la cronaca di una corsa dal carcere di Rebibbia. Ovviamente non si possono risolvere così i conflitti sociali, ma grazie allo sport è possibile coagulare l’attenzione intorno ad un evento e far sì
che ci sia dialogo. In un caso come questo lo sport può abbattere i confini della diversità”. Parlando poi in maniera più specifica del lavoro del
cronista, Cucchi ha proseguito: “Il cronista deve lavorare per eliminare piaghe come razzismo, odio, doping prendendone le distanze, senza
la preoccupazione di accontentare i tifosi. La competizione va raccontata attraverso i valori fondanti dello sport”. Da un ambito così prettamente professionale, si è passati poi a parlare della formazione di giovani comunicatori. Nello specifico è stato analizzato il ruolo che il sistema
universitario deve svolgere in tal senso. A trattare il tema è intervenuto Fabio Lucidi, docente di Psicologia all’Università La Sapienza di Roma:
“Il compito dell’università non è formare superstar, ma figure dotate di competenze. Queste figure, però, necessitano di un’abitudine al lavoro pratico per svolgere il loro lavoro. In questo l’università non ha completamente raggiunto l’obiettivo. Il modello formativo deve essere
quello del medico che, dopo aver acquisito delle teorie, svolge quattro anni di praticantato prima di esercitare la professione. L’università fornisce le competenze. Quello che fa diventare professionisti è il modo in cui queste competenze vengono utilizzate”. Successivamente, vista la
presenza di delegati Uisp, si è parlato anche dello sport di base e della comunicazione che ne racconta l’attività. A intervenire è stato Massimo Filipponi, giornalista de L’Unità: “Di solito lo sport di base diventa notizia solo se ripropone le stesse storture di quello professionistico o
quando sconfina nell’intrattenimento. Comunicare lo sport di base è quindi difficile. Per farlo efficacemente bisogna cogliere l’originalità dell’evento e saperlo raccontare nel modo giusto”. A chiudere la conferenza c’è stato, infine, l’intervento di Carlo Paris, direttore di Raisport. Parlando del piano editoriale da lui presentato, il giornalista ha ricordato ancora una volta il valore sociale della comunicazione sportiva: “Il
servizio pubblico deve raccontare quelle storie che il privato non copre. Il nostro esempio sono le Paralimpiadi di Londra 2012, che la Rai ha
coperto più di ogni altra tv. Raccontare la disabilità nello sport è importante perché dietro gli
atleti possono esserci storie bellissime e molto interessanti”. Comunicare lo sport può avere,
inoltre, anche un valore educativo. Sempre Carlo Paris infatti ricorda: “Lo sport sociale vuol dire
educare alla pratica sportiva una popolazione sempre più sedentaria”. Un argomento nobile e
di sicura utilità quello scelto per questo primo incontro. Non male come inizio per “In Facoltà
per Sport”. Nei prossimi mesi l’Università di Roma Tre ospiterà altri appuntamenti come
questo. Un’occasione di arricchimento per qualcuno, di possibile aggiornamento professionale
per altri.
Matteo Grassi
L’intervista - Quando lo sport diventa sociale Ivano Maiorella, responsabile nazionale comunicazione UISP
Maiorella, quale idea ha dello sport?
È una metafora sociale, un metalinguaggio che consente di arrivare lì dove i consumi culturali delle persone spesso selezionano per ceto o per
censo.
”Idea sociale della comunicazione sportiva”. Definizione da chiarire….
Vuol dire raccontare la società attraverso lo sport. Lo sport non serve solo a narrare se stesso e il compito del giornalista sportivo è uscire dagli
stereotipi che fanno del racconto qualcosa condizionato dal risultato agonistico.
Cosa dovrebbe scrivere il giornalista sportivo?
Il linguaggio sportivo parla a tutti. Parla il linguaggio semplice dei valori, delle emozioni, della speranza e del sogno. Il giornalista sportivo deve saper
usare la tastiera di questo pianoforte che è lo sport. Un giornalista sportivo prima di essere tale è un giornalista, sa come fare il suo lavoro. Ha a
disposizione una materia incredibile che è fatta di agonismo ma anche di non agonismo, di risultato ma anche di non risultato, di storie esemplari
e storie collettive. Per questo non deve fermarsi al mero evento ma essere in grado di codificare il reale a 360°. Ci sono degli esempi molto belli ed
altri meno. Quando l’Italia è andata in Brasile per i campionati del mondo, c’era la possibilità di raccontare quel paese attraverso il calcio. Non ho
visto nessun articolo, con qualche eccezione su Repubblica, che raccontasse il Brasile attraverso lo sport. Si pensi a cosa succede durante una telecronaca in diretta quando ci sono gruppi che bloccano la partita in maniera violenta provocatoria e i telecronisti non sanno più che raccontare.
Quando il racconto sta lì e andrebbe solamente decodificato secondo canoni diversi.
Si è parlato della funzione sociale del giornalismo sportivo e dell’utilizzo dei social media in ambito giornalistico. In quale modo questi due elementi possono integrarsi?
Sono due facce della stessa medaglia. C’è la possibilità di giocare su un’interazione attraverso i social media che ad oggi la carta stampata non dà.
Tutto sta a utilizzare bene questa possibilità. Il rischio è sempre quello di far scadere il livello della comunicazione.
Roberto Innocenzi
Il Levriero
Tornei “All in One Day”
Pag.3
R3sport@uniroma3.it
R3 sport punta ancora sull’ “All in One Day”
Anche nel 2015 partono i tornei All in One Day. Lo scopo è quello di coinvolgere nella pratica sportiva un numero crescente di studenti e dipendenti d’Ateneo senza chiedere un impegno eccessivo ai partecipanti. Tra febbraio e marzo,
l’Ufficio Iniziative Sportive propone 4 giornate all’insegna di altrettante discipline. Basket 3vs3, volley indoor, scacchi e giochi di carte (tressette e burraco) saranno le attività in cui gli appassionati (o anche i semplici curiosi) potranno cimentarsi. Sport in grado di impegnare corpo e mente e di coniugare entrambi. È importante che lo studente
capisca quanto il ragionamento sia collegato con la sana e regolare attività fisica. I puristi storceranno forse la bocca
nel vedere gli scacchi, il tressette e il burraco equiparati a sport ma, piaccia o non piaccia, almeno per quanto concerne gli scacchi, è così. Addirittura, nelle competizioni importanti esistono i controlli antidoping, perché l’uso del cosiddetto “aiutino” può alterare le prestazioni anche davanti a un campo “a quadratini”. Roma Tre permette agli
interessati di partecipare all’All in One Day in maniera totalmente gratuita e lo fa con l’aiuto del territorio. Ma attenzione: gratis non vuol dire di scarso valore. Significa avvicinare allo sport studenti e Personale senza chiedere
nulla in cambio: non sempre è possibile, ma quando lo è, considerare la capienza delle tasche altrui è l’imperativo
categorico dell’Ufficio Iniziative Sportive. Il torneo di volley indoor e quello di basket 3vs3 si svolgeranno presso la palestra della scuola Platone,
in via Umberto Nistri 11, mentre il torneo di scacchi si svolgerà presso il Dipartimento di Scienze. Infine il tressette e il burraco avranno luogo all’interno del Dipartimento di Giurisprudenza. Come in ogni manifestazione sportiva che si rispetti, al termine di ogni evento sarà effettuata la premiazione. Per gli studenti l’iscrizione all’All in One Day si effettua tramite l’accesso al sito web http://r3sport.uniroma3.it/. Cliccando poi sull’apposita
voce “iscrizione tornei”, si dovranno inserire le proprie credenziali e sarà possibile concludere l’operazione. Il personale di Ateneo invece deve registrarsi attraverso l’invio di una mail all’indirizzo r3sport.tornei@uniroma3.it. In entrambi i casi è necessario recarsi allo Stadio Alfredo Berra per
terminare tutte le pratiche utili alla partecipazione.
Tennis a Roma Tre
Torna il singolare maschile e femminile
A Roma Tre il tennis non è mai di nicchia. Per questo, dopo il DoppiOpen di ottobre, l’Ufficio Iniziative Sportive rilancia con il torneo
singolo maschile e femminile. Partirà il 16 marzo l’ottava edizione di
una delle tappe tradizionali dello sport di Ateneo. C’è tempo fino al
giorno 12 per iscriversi e già dall’indomani sarà disponibile il calendario della manifestazione. A giocare saranno sia gli studenti sia il
Personale. Da regolamento è previsto che si giocherà minimo un incontro a settimana, in un orario compreso tra le 10 e le 17 dal lunedì
al venerdì. Ogni partita sarà al meglio dei due set, con set secco a sei
game e killer point sul 40 pari. Il singolare maschile e quello femminile prevedono un tabellone a doppio ko. Solo per il torneo maschile
invece, che è in genere più numeroso, sono previsti due livelli di
gioco. Al momento dell’iscrizione, infatti, il partecipante maschio
dovrà indicare se essere inserito nel tabellone Silver (livello principiante) o nel tabellone Gold (livello intermedio/avanzato). L’evento
sarà ospitato come negli anni passati dall’Associazione Sportiva Sport
Libero (Lungotevere Dante 277) che dispone di 7 campi da tennis regolamentari. La stessa Associazione è da dicembre 2014 la sede del
corso di tennis di Ateneo, nei livelli principiante ed intermedio, al
quale è ancora possibile iscriversi. Uno sguardo dall’interno del torneo ci arriva da Marta Binetti, finalista nel singolo femminile dello
scorso anno: “Penso proprio che quest’anno la ripeterò. Dopo averlo
giocato ho tirato le somme: non è stato solo divertente, ma mi ha
anche permesso di mettermi in gioco, di migliorare la tecnica e valutare il livello generale. È stata anche un’occasione per conoscere gli
altri tennisti che, in alcuni casi, sono diventati compagni per qualche
scambio al di fuori del torneo. L’organizzazione poi è stata veramente
flessibile. Ha saputo coordinare gli impegni di lavoro e di studio di
tutti i partecipanti e non credo sia stata
una passeggiata. Oltretutto le strutture a
disposizione ci hanno consentito di giocare in maniera ottimale”. L’appuntamento con gli appassionati per
incoronare anche quest’anno i campioni
della racchetta di Roma Tre.
Jessica Appolloni
Tre tornei All in One Day,
un solo vincitore
Antonio Dell’Aquila
Tennis tavolo: arriva il Grande Slam
Universitario
È arrivato il momento del tennistavolo. L’Ufficio Iniziative Sportive
ha organizzato un calendario diverso dal solito. Tre tornei che incoroneranno un solo vincitore. Un Grande Slam Universitario per il
tennistavolo. La prima tappa del percorso è fissata per il 20 di questo mese. Un torneo “All in One Day” che vedrà un vincitore solo
parziale. La formula dello Slam, infatti, prevede l’attribuzione di un
punteggio in base al piazzamento ottenuto in ogni competizione.
Trionferà, al termine del terzo torneo, chi avrà accumulato la più
alta somma di punti nelle tre tornate. I successivi appuntamenti
avranno lo stesso formato e si terranno il 17 aprile e il 15 maggio
prossimi. La gara è aperta a studenti e Personale dell’Ateneo, senza
distinzione tra donne e uomini. Per quanto riguarda il torneo del 20
marzo, sarà possibile iscriversi gratuitamente fino al giorno precedente. Gli studenti avranno a disposizione l’apposita sezione “Iscrizione Tornei” sul sito di R3 Sport (accesso consentito con i dati
d’accesso del Portale dello Studente). I dipendenti potranno invece
preiscriversi tramite mail all’indirizzo r3sport.tornei@uniroma3.it.
A quel punto l’iscrizione andrà formalizzata presso lo Stadio “Alfredo Berra” con la consegna della liberatoria. Per chi fosse interessato è consigliata anche l’iscrizione al gruppo Facebook “R3
Sport – Tennis e Tennistavolo”. Il Grande Slam Universitario di tennistavolo si giocherà presso la palestra dell’ Istituto Tecnico Industriale “Giuseppe Armellini”, in via Beato Placido Riccardi 13.
Dunque, un’occasione da non perdere per chi ama il tennistavolo.
La possibilità di confrontarsi con altri appassionati in questo triplo
appuntamento è un’opportunità anche per chi non pratica questo
sport a livello agonistico. Tradizionalmente inserito nell’ambito
degli “sport minori”, non può vantare un’ampia offerta a livello
amatoriale. Anche per questo, R3 Sport cerca di porsi come riferimento per gli appassionati romani di tennistavolo a livello universitario. Se possibile, inventando formule sempre nuove, con
l’intento di coniugare il piano strettamente sportivo con quello del
divertimento. Dunque, doppio cerchio sulla data del 20 marzo
2015. Il Grande Slam sta per iniziare.
Matteo Grassi
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Il Levriero
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Pronti per lo
Snow Break 2015
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Bardonecchia Olimpica e tante sorprese
Lo sport non è sempre competizione, tensione agonistica, vittoria o sconfitta. Lo animano anche altri aspetti non meno importanti: la
voglia di condividere, il bisogno di divertirsi – soprattutto dopo la sessione di esami invernale – e di godersi il terzo tempo in compagnia. Tutti questi sono solo alcuni dei motivi che valgono a rinnovare l’appuntamento annuale con i cinque giorni dello University Snow
Break, dall’11 al 15 marzo prossimi. Per tutti coloro che hanno potuto iscriversi in tempo alla quinta edizione dell’evento, ci sono sorprese. La versione 2015 dei cinque giorni sulla neve di Roma Tre è la coniugazione di agonismo sugli sci e della voglia di stare insieme.
La cornice torna ad essere Bardonecchia, comune dell’Alta Val di Susa che ospitò le Olimpiadi Invernali del 2006. E proprio per aver ospitato una competizione di quel livello la località mette a disposizione strutture professionistiche. Alcune cifre: 5 piste nere, 18 rosse e
16 blu (per un totale di circa 100km di area sciabile), innevamento programmato per una prestazione sempre ottimale dei tracciati e
21 impianti di risalita che possono trasportare fino a 30.000 persone l’ora. Per i più esperti, o i più coraggiosi, un half-pipe Olimpico che
ha sfidato anche i campioni di sci e snowboard nel 2006. Ma Bardonecchia è anche panorami d’alta quota. Dal centro del paese, situato
a 1300 mt sul livello del mare, le piste si snodano come fili di una ragnatela tra i boschi fino ai 2400 mt del Vallon Cros, dove si scia sui
plateau fuoribosco. Una navetta gratuita permette inoltre di raggiungere dal centro i 2800 mt del comprensorio dello Jaffreau. Tanto
da fare e da vedere a un prezzo accessibile per chi si è garantito uno dei posti limitati. Studenti, Personale dell’Ateneo ed esterni – così
da estendere anche ad amici e parenti i vantaggi dell’offerta – godranno di molti altri “bonus” previsti dall’organizzazione. Ci sarà inoltre la possibilità di aprirsi al confronto. Roma Tre non sarà sola sulle Alpi: lo Snow Break infatti è un evento internazionale. Sport e divertimento potranno diventare la chiave per incontrare le realtà di altri Atenei. E non finisce qui: i cinque giorni sulla neve hanno un
programma serrato che oltre alla pratica dello sport tiene in considerazione le più diverse esigenze di svago. Qualche esempio: tutti i
giorni, dalle 14,30 alle 17,30 l’organizzazione offrirà gratuitamente l’ ”Apres-Sky”. Bevande, hot-dog, salumi, brioche calde, cioccolata
in tazza, caffè e dolce. Il 14 Marzo sono previste le gare di sci e snowboard con assegnazione di coppe, medaglie e gadget ai primi tre
classificati di ogni categoria. Tutte le serate sono state organizzate nei pub e nelle discoteche della zona: divertimento dalle 23 in poi
con la Pub Night, la festa Hawaiana e la serata in maschera “Mister V”. Sarà proprio durante la serata conclusiva, infine, che verrà fatta
un’estrazione di premi del valore di circa 2000 euro tra televisori, sci o snowboard con attacchi ed altri oggetti a sorpresa.
Jessica Appolloni
Nuovi Corsi in Ateneo
Roma Tre da il via a Tennis, Badminton e
Scacchi
Nuovo semestre, cambia l’offerta sportiva. Tre i nuovi corsi organizzati dall’Ufficio Iniziative Sportive, tre le discipline prescelte: tennis,
scacchi e badminton. Cominciamo dalla fine. Il corso di badminton
avrà inizio al raggiungimento di cinque iscritti. C’è un livello principiante, livello intermedio e gioco libero per quelli più esperti. È uno
sport praticato in singolo o in coppia su di un campo rettangolare diviso da una rete di 1,55 metri di altezza e consiste nel colpire
un volano con una racchetta e mandarlo nella metà campo opposta,
facendolo passare al di sopra della rete. Essendo tra le discipline più
veloci di racchetta, con spettacolari e rapidi scambi, si rendono necessarie prestanza fisica, agilità e prontezza di riflessi. Lo scenario è la
Scuola De Pinedo, in via Francesco Morandini, zona Laurentina. L’Istituto mette a disposizione dell’Ateneo la propria palestra per lo svolgimento delle lezioni, coadiuvate dall’Associazione Polisportiva
Dilettantistica Kyoweb. Il corso avrà la durata di otto ore totali, divise
in incontri bisettimanali: il mercoledì dalle 18,30 alle 19,30 e il sabato
dalle 11 alle 12. La particolarità è che il corso può essere ripetuto fino
a giugno 2015, per coloro che intendono migliorare l’apprendimento.
C’è chi invece ha gusti più classici e al volano preferisce la classica pallina bianca. Il gioco è noto a tutti: un campo di dimensioni rettangolari, tre diverse superfici di gioco (terra, sintetico, erba), una rete alta
un metro, una racchetta e una pallina. Il corso di tennis sarà struttu-
rato in otto sedute da un’ora ciascuna, il lunedì e mercoledì o il martedì e giovedì in una fascia oraria dalle ore 13 alle 15. Le lezioni si svolgeranno presso il Centro
Sportivo Sport Libero, lungotevere Dante 277. Anche
in questo caso gli iscritti saranno suddivisi in livello
principiante e intermedio.
Ma a Roma Tre c’è spazio
anche per altre discipline,
discipline diverse che, contrariamente agli sport citati
precedentemente,
non richiede abilità fisiche
quanto piuttosto attività mentali e di concentrazione. Il corso di scacchi sarà strutturato in livello principiante e livello esperto: sempre 8
saranno le ore di lezione suddivise in 4 incontri pomeridiani da due
ore ciascuno, il lunedì dalle ore 17 alle ore 19. Per affinare le strategie e diventare un giocatore migliore, sarà possibile ripetere anche
questo corso fino alla fine del mese di giugno.
Alessandra Ricci
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Sport all’Università,
sport per tutti
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Il Levriero
Ruote a canestro. Oltre i limiti con il basket
Lo sport genera trasporto e condivisione. Succede poi che una disciplina come il basket
in carrozzina riesca a regalare vittorie, gioie e momenti da ricordare. Perché allora non
accendere i riflettori proprio sulla pallacanestro? Roma Tre fa anche questo. A marzo infatti l’Ufficio Iniziative Sportive organizzerà il secondo appuntamento di “In Facoltà per
Sport”. Si tratta della seconda di quattro conferenze e questa volta si proverà a spiegare il legame che esiste tra sport e disabilità. L’esempio che sarà utilizzato è quello del
basket in carrozzina. La data da segnare è il 31 marzo prossimo e anche in questa occasione Roma Tre non intende deludere
le aspettative. La macchina organizzativa è ormai partita da tempo e si lavora vivamente con l’obiettivo di stupire e stupirsi.
Attraverso l’intervento di personaggi illustri e dal racconto delle loro storie si potrà avere un confronto diretto con quello che
ogni giorno vivono gli atleti disabili. Ad esempio non tutti sanno che a Roma c’è una squadra che possiede un palmarès che farebbe arrossire dall’imbarazzo, o dall’invidia, gli altri club capitolini. È il caso del Santa Lucia, la squadra di basket in carrozzina
più forte e vincente d’Italia. Il coach di sempre è Carlo Di Giusto. La sua metamorfosi da giocatore simbolo a tecnico affermato
è certamente un valore aggiunto per la sua squadra. Sapere quanto un giocatore possa spingersi oltre le sue aspettative è impossibile se non lo si passa prima e in maniera diretta sulla propria pelle. Lo sport è gioco, divertimento e rivalità. A volte però
un gruppo di persone disabili supera questo limite apparente e innalza l’attività motoria a un livello superiore, quello dell’utilità sociale. Questi atleti rappresentano dunque un esempio di vita per chi desiste troppo facilmente. “In Facoltà per Sport” si
pone come fine primario quello di sensibilizzare l’attenzione del grande pubblico e dei media su una disciplina sportiva spesso
ignorata. Non si tratta di svago per chi fisicamente può apparire limitato nel movimento, ma di agonismo e livello di competizione. Tutte le tattiche e le prestazioni atletiche della pallacanestro, una volta trasferite in carrozzina, cambiano di forma, ma
non di sostanza. Atleti in tutto e per tutto che sono in grado di stravolgere il concetto di “normale”, relegandolo ai confini del
pensiero umano. L’Ufficio Iniziative Sportive, tramite “In Facoltà per Sport”, intende richiamare all’appello il maggior numero
di mezzi di informazione e vuole riuscire coinvolgere l’intero Ateneo e il territorio circostante. Durante la conferenza interverranno docenti universitari e altri esperti del settore. L’obiettivo comune è evidenziare quanto lo sport sia importante nella
vita di ognuno di noi e quanto possa essere strumento di benessere e condivisione. Il basket in carrozzina è sport vero, pieno
di passione, grinta e spirito di competizione. Sarebbe veramente un peccato perdersi questo appuntamento, anche se non dovremmo essere noi a sottolinearlo.
Daniele Fratini
Basket in carrozzina, intervista
al coach del S. Lucia Roma
Di Giusto: “Importante
parlare di sport per disabili
nelle università”
Carlo Di Giusto è il coach del S. Lucia Roma e
della Nazionale femminile di basket in carrozzina. Bronzo da atleta alle Paralimpiadi del
1984, è stato anche ct della Nazionale maschile, con la quale ha vinto due titoli europei.
L’attività sportiva può far convivere meglio
con la disabilità?
Sicuramente. Dopo un evento traumatico, lo
sport offre la possibilità di mantenere il proprio residuo dal punto di vista fisico. Inoltre
permette il confronto con persone che hanno
avuto le stesse problematiche. Per chi ha invece una disabilità dalla nascita, invece, il discorso è diverso perché il deficit è assorbito in
maniera più semplice.
Che tipo di preparazione c’è dietro il basket
in carrozzina?
La preparazione è piuttosto dura. Al S. Lucia
svolgiamo tre allenamenti settimanali di due
o tre ore ciascuno. C’è una parte atletica, curata da un preparatore IUSM. Poi, c’è la parte
sulla tecnica individuale, con la cura dei fondamentali legati all’utilizzo della carrozzina.
Infine la parte tattica, con cui si cerca di sfruttare al massimo il mezzo che, invece di essere
un impedimento, può essere utilizzato in
modo produttivo.
Il basket in carrozzina in Italia ha tradizione.
Pensiamo alla sua squadra, il S. Lucia, arrivata ai massimi livelli europei. Quale può essere la spiegazione di un fenomeno che
appare in controtendenza in un paese come
l’Italia, che non si distingue per la presenza
di strutture e assistenza?
Una spiegazione può essere la tendenza a
bruciare i tempi che hanno i fenomeni che
partono dallo zero assoluto. Nello sport per
disabili è andata così. Nel dopoguerra si è iniziato a praticare dal nulla. L’Italia ha sviluppato una sua tradizione autonoma. Pensiamo
al professor Maglio, che ha introdotto la
sport-terapia al CPO di Ostia, o alla stessa S.
Lucia, cresciuta con la presenza degli invalidi
di guerra. Successivamente i praticanti sono
aumentati, grazie ai media e al passaparola,
per poi esplodere con l’introduzione degli in-
validi civili. La crescita dei praticanti ha causato anche l’incremento del numero delle discipline. Ora viviamo, però, una situazione un
po’ stagnante a causa delle difficoltà economiche.
In generale, ritiene soddisfacente l’informazione riguardo allo sport per disabili?
Sì, devo dire che l’informazione è molto efficace. Grazie anche all’impegno di testate
come Rai e Gazzetta dello Sport, lo sport per
disabili ha sempre avuto una discreta visibilità e continua ad averla.
A questo proposito, crede che Roma Tre
possa avere importanza nel diffondere sul
territorio la conoscenza dello sport per disabili?
Assolutamente sì. Perché l’ambiente universitario crea e forma le persone, quindi è ancora
più importante diffondere il nostro messaggio in un contesto simile.
è possibile immaginare un’integrazione tra
sport per disabili e mondo universitario?
Sì, credo che sia una cosa fattibile. Per esempio a Padova c’è una squadra di basket in carrozzina composta da atleti universitari che lo
scorso anno ha disputato il campionato di
Serie B
Matteo Grassi
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Il Levriero
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BLSD
Basic Lifes Support & Defibrillation
Come salvare la vita: corso di rianimazione e utilizzo del defibrillatore
Una vita si salva con gli strumenti adatti. La buona volontà e il coraggio servono a poco se
non si sa come agire. Si è tenuto presso la “Fondazione Giorgio Castelli” onlus di Roma un
corso per l’uso del defibrillatore, organizzato dall’Us Acli Roma. Medici specializzati, in primis il dottor Vincenzo Castelli, si sono rivolti a studenti, allenatori R3 Sport e al personale
dell’Università Roma Tre che si sono presentati al primo dei due appuntamenti annuali incentrati su come affrontare un arresto cardiaco, sia dal punto di vista tecnico che dal punto
di vista psicologico. Il corso, concentrato in una mattina, scegliendo una delle cinque date
a disposizione fra gennaio e febbraio, è stato caratterizzato da dimostrazioni pratiche attraverso l’utilizzo di un manichino. Gli specialisti vi hanno praticato le tipiche manovre da adoperare per effettuare un massaggio cardiaco, sottolineando l’importanza di avere chiaro come intervenire assumendo un atteggiamento lucido e pronto. I medici hanno poi
presentato il defibrillatore, spiegandone prima il fine e poi mostrandone concretamente l’utilizzo. La scelta di organizzare il corso, rivolto a tutti coloro che fanno parte dell’Università Roma Tre, non è nuova. Ciò è possibile grazie alle disposizioni della legge 120 del
3 aprile 2011, che regolamenta l’uso dei DAE (defibrillatore automatico esterno) da parte del personale non sanitario e dei cittadini
con un’adeguata formazione. Durante la giornata è emersa una curiosità che riguarda l’origine dell’utilizzo del manichino: si chiama
Anne e prende il nome da una giovane donna ritrovata morta sulle rive della Senna, a Parigi, ai primi del ‘900. A distanza di anni la società Laedarl ha progettato un supporto realistico ed efficace per insegnare la rianimazione attraverso diversi interventi sul corpo, prendendo spunto dalla sorte della donna. L’uso del defibrillatore è un tema particolarmente sentito in campo sportivo, tanto che nel
2013 è stato approvato il decreto Balduzzi, che dispone la presenza, in strutture sportive a livello agonistico e non, di un defibrillatore
automatico esterno (DAE) e di altri dispositivi salvavita. La cronaca nazionale insegna come un attacco cardiaco possa colpire anche i
giovanissimi che apparentemente non hanno nessun problema fisico e che un intervento rapido, con gli strumenti giusti può essere
determinante. Poiché tutto può succedere ovunque, dunque Roma Tre vuol essere pronta a tutto, anche in ambito sportivo.
Rosarita Calabrese
Sport e Alimentazione
MET e attività quotidiane
Abbiamo visto nel precedente numero come individuare il consumo calorico delle diverse attività sportive attraverso il MET (unità metabolica equivalente) ma, come anticipato dal dott. Gatteschi, il metodo è applicabile anche
alle altre attività quotidiane.
Valutando il tempo dedicato ad ogni attività sarà possibile calcolare il quoziente di attività fisica ed avere il “quadro”
del consumo calorico nelle 24 ore.
Consideriamo ad esempio una “giornata tipo” di un soggetto con moderata attività fisica.
10 h
Riposo (dormire + vedere la tv)
1,00 MET X10=10
8h
Attività molto leggera
1,5 MET x 8=12
(guidare + scrivere al pc + igiene personale +leggere + lavorare alla scrivania ecc.)
4h
Attività leggera
2,5 MET x 4=10
(passeggiare +piccoli lavori domestici)
2h
Attività moderata
5,00 METx 2=10
(fare ginnastica + fare le scale a piedi lentamente + trasportare piccoli pesi +giocare a tennis ecc.)
------------------------------------------------------------------------------------------------------tot. 24h /
tot. 42 - Quoziente Attività Fisica (QAF) 42/24= 1,75
Moltiplicando il nostro metabolismo base MB (levriero n°57 novembre) per il nostro QAF, otterremo il dispendio energetico totale.
E dopo aver “preso coscienza” del nostro dispendio energetico… il passo successivo prevede di suddividerlo fra i principi nutritivi.
In base alle indicazioni LARN (di recente revisione) riferite all’adulto, il 45-60% dell’energia totale dovrebbe provenire dai carboidrati (ma solo il
10-12% max da zuccheri semplici) il 20-35% dai lipidi, il 10-15% dalle proteine. Indicazioni valide anche per gli sportivi?
Le esigenze degli atleti possono giustificare percentuali leggermente diverse, ad esempio gli stessi LARN indicano una quota pari al 65% di Carboidrati in caso di attività fisica intensa; prima però di entrare in tali dettagli sono opportune alcune premesse. Va detto in primo luogo che il
consiglio -dato spesso dai nutrizionisti -di seguire una dieta il più possibile varia riveste ancora più importanza nei soggetti sportivi. Prevedere
l’uso giornaliero di alimenti appartenenti a tutti i gruppi fondamentali consentirà infatti di coprire i fabbisogni energetici “aumentati” dalla pratica sportiva; il consumo quotidiano di frutta e verdura (cruda e cotta) garantirà l’adeguato apporto di vitamine, sali minerali e fibra alimentare.
Non a caso affermati medici sportivi indicano che l’alimentazione più rispondente alle necessità degli atleti in fase di allenamento rispecchia fondamentalmente il modello della dieta mediterranea. Questo per più di un motivo: prima di tutto la quantità elevata di carboidrati amidacei che
soddisfano l’elevato bisogno glucidico, il ricorso ai legumi, ricchi di proteine vegetali, l’uso, quasi esclusivo, dell’olio extravergine di oliva come
condimento, grandi varietà di frutta e verdura fresche. In tutto questo non va poi dimenticato l’apporto idrico che negli atleti riveste importanza fondamentale. Vedremo dunque prossimamente, a piccoli passi, le esigenze nutrizionali per chi pratica sport.
Daniela Basti
IL LEVRIERO
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30 luglio 2009 (cartacea) e n.286 del 30 luglio 2009 (digitale)
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