SOMMARIO JERRY SCHATZBERG, 1975 32TFF TORINO FILM FESTIVAL 21 - 29 NOVEMBRE 2014 UN M MONDO ONDO CHE CHE CREESCE SCE MODO SSOSTEN OSTENIIBILE IN MODO BILE È PPOSS OSSIBIL IBILE.E. www w w w.inntesasanpao t e sa sa np a olo.com com A B E L F E R R A R A AT AT E L I E R P E R S O L . T h e P h o e n i x P r o j e c t , Ve n i c e , O c t 2 0 1 3 . Discover Atelier Persol and its artists on Persol.com La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è un centro per l’arte contemporanea 23463æ8. Da quasi vent’anni, l’obiettivo della Fondazione è sostenere e promuovere i giovani artisti e far conoscere ad un pubblico sempre più ampio i fermenti e le tendenze più attuali nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. Il vasto campo delle arti visive Q4-8896%A7'90896%A*383+6%æ%A:-()3A installazioni e performance – viene analizzato e proposto al pubblico non solo grazie alle mostre, ma anche attraverso molteplici attività didattiche ed eventi collaterali di approfondimento. Ci avviciniamo ai 20 anni di attività con 3 mostre di pittura: Beware Wet Paint collettiva in collaborazione con l’ICA Institute of Contemporary Arts, London Un luogo per l’aggiornamento di appassionati e conoscitori e per la formazione di chi al contemporaneo si deve ancora avvicinare. Isa Genzken Basic Research Paintings, 1989 - 1991 David Ostrowski Just do it 29 ottobre 2014 1 febbraio 2015 gone Acconci DAL MASTER IN PRODUCT DUCT DESIGN DES A CO-FONDATRICE FONDATRI DI A/R Studio SPACES, THINGS S AND TE TEXTILE DESIGN IED.IT MILANO | ROMA | TORINO | VENEZIA | FIRENZE | CAGLIARI | COMO | MADRID | BARCELONA | SÃO PAULO | RIO DE JANEIRO UN LUOGO DOVE SI IMPARA FACENDO. UN INCUBATORE DI FUTURO. mail: info@its-ictpiemonte.it web: www.its-ictpiemonte.it LONDON BERLIN PARIS NEW YORK ROME LOS ANGELES Con il patrocinio In collaborazione con TorinoFilmLab Vettore ufficiale Meeting Event & Awards 7a edizione 24-26 Novembre 2014 Il laboratorio internazionale che dal 2008 sostiene filmmaker emergenti, festeggia 11 film realizzati nel 2014 Il cinema di Sergio Leone ALL CATS ARE GREY KORSO HONGOS BYPASS LOS MEN WHO SAVE THE WORLD CHRIEG +,6725,$ '(/ 0,('2 MR. KAPLAN MERCURIALES IN YOUR NAME VIKTORIA Scoprite il calendario delle proiezioni e la sezione dedicata al TorinoFilmLab all’interno del 32° Torino Film Festival Nato dal desiderio di affiancare al Torino Film Festival un laboratorio dedicato a talenti emergenti, il TorinoFilmLab è una vera e propria comunità creativa internazionale, un luogo dove idee, storie e persone di tutto il mondo si incontrano. Dal 2008 sostiene giovani filmmaker attraverso attività di formazione, sviluppo, e finanziamento alla produzione e alla distribuzione. Da allora continua a raccontare la realtà della produzione cinematografica in tutte le sue forme, con 28 film realizzati, di cui 11 nel solo 2014. Tra questi ne ricordiamo alcuni, selezionati nei più prestigiosi festival del mondo: Bypass di Duane Hopkins – (UK/SE) Venezia, Orizzonti 2014; Chrieg di Simon Jaquemet (CH) – San Sebastián, New Directors 2014; Historia del Miedo di Benjamín Naishtat (AR/UY/DE/ FR/QA) – Berlinale, Competition 2014; Los Hongos di Oscar Ruiz Navia (CO/FR/AR/DE) – Locarno, Cineasti del presente 2014; Men Who Save the World di Liew Seng Tat (MY/NL/DE/FR) – Locarno, Cineasti del presente 2014; Mercuriales di Virgil Vernier (FR) – Cannes, ACID 2014; Mr. Kaplan di Álvaro Brechner (UY/ES/DE) – BFI London Film Festival, Laugh 2014. www.torinofilmlab.it supported by promoted by main venue official carrier Sommario Contents GIURIE/JURIES IX PREMI/AWARDS TORINO 32 GRAN PREMIO TORINO CLICCA SULLE SEZIONI COLORATE PER ACCEDERE AI FILM XVI 1 2014 FESTA MOBILE I FILM RITRATTI D’ARTISTA TORINO INCONTRA BERLINO PREMIO MARIA ADRIANA PROLO TFF E INTESA SAN PAOLO PER EXPO DIRITTI & ROVESCI 17 2015 21 26 58 64 67 70 71 AFTER HOURS I FILM JIM MICKLE GIULIO QUESTI 79 82 95 102 TFFDOC INTERNAZIONALE.DOC ITALIANA.DOC DEMOCRAZIA FUORI CONCORSO ED PINCUS 107 110 120 129 134 137 ITALIANA.CORTI 140 ONDE 150 153 175 I FILM JOSEPHINE DECKER SPAZIO TORINO 182 TORINOFILMLAB 186 NEW HOLLYWOOD 196 INDICI/INDICES 218 TORINO FILM FESTIVAL via Montebello 15 - 10124 Torino Tel: +39 011 8138811 Fax: +39 011 8138890 info@torinofilmfest.org www.torinofilmfest.org 32° TORINO FILM FESTIVAL 21 - 29 novembre 2014 direttore Emanuela Martini guest director Paolo Virzì segretario generale Bruna Ponti assistente alla direzione rapporti con gli autori Mara Signori con la collaborazione di Paola Ramello e Graziella Deandrea & coordinamento del programma e ricerca film Luca Andreotti con la collaborazione di Mario Galasso logistica Flavio Armone TFFdoc, italiana.corti e spazio torino Davide Oberto con la collaborazione di Francesco Giai Via, Luca Cechet Sansoé, Paola Cassano MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA presidente Ugo Nespolo direttore Alberto Barbera vice direttore e conservatore capo Donata Pesenti Campagnoni assistente di direzione e coordinamento dei festival Angela Savoldi coordinatore generale Daniele Tinti comunicazione, promozione e marketing Maria Grazia Girotto ufficio stampa Veronica Geraci amministrazione Erika Pichler SOMMARIO organizzazione e rapporti con gli autori Paola Cassano onde Massimo Causo con la collaborazione di Roberto Manassero consulenti per la selezione Marì Alberione, Pier Maria Bocchi, Federico Gironi, Barbara Grespi, Federico Pedroni corrispondenti Rodrigo Diaz (America Latina), Giovanna Fulvi (Asia), Jim Healy (Nord America), Erich Sargeant (Regno Unito, Irlanda, Nuova Zelanda, Australia), Peter Shepotinnik (Russia, ex Repubbliche Unione Sovietica) retrospettiva new hollywood Emanuela Martini con la collaborazione di Luca Andreotti comunicazione e marketing Maria Grazia Girotto con la collaborazione di Bianca Girardi ufficio stampa e pr internazionale Chicca Ungaro con la collaborazione di Flavia Corsano, Tiziana Ciancetta, Marta Franceschetti, Francesca Galletto, Paolo Morelli, Alberto Nota comunicazione web Lorenzo Rossi (coordinamento), Stefano Trinchero (sito), Cristina Gallotti, Marco Petrilli (documentazione), Chiara Borroni (social network), ITS-ICT Piemonte (documentazione video), Alessio De Marchi (traduzioni) servizi fotografici IED Torino conferenze stampa Bruno Fornara (moderatore) manifesto foto: Jerry Schatzberg, 1975 ufficio ospitalità Elisa Liani con la collaborazione di Michele Altomonte, Dina Buzio, Dario Cazzola ufficio accrediti Alberto Bianca, Alessio Oggianu, Francesca Montagner coordinamento autori Simona Carnino, Raffaella Giordana, Marta Guerci, Glenda Manzetto, Ricke Merighi, Alina Rosini, Livia Siciliano, Watanabe Asako segreteria giurie Federica Ceppa, Simona Ceppa, Silvia Fessia interpreti Anna Ribotta, Marina Mocetti Spagnuolo, Giliola Viglietti, Eugenia Gaglianone, Asuka Ozumi, Mahmoud Ghadri TFF press & lounge coordinamento organizzativo durante il festival Tiziana Tortarolo catering di ristorazione La Piazza dei Mestieri amministrazione Sandra Giaracuni, Andrea Merlo SOMMARIO assistenza logistica Valerio Bertacchini, Ivan Chetta, Thomas De Forti, Fabio D’Errico, Marco Valentino proiezione auditorium g. agnelli - lingotto e supervisione cinema digitale Angelo D’Alessio supervisione proiezioni pellicola Sergio Geninatti Chiolero supervisione videoproiezioni Pierluigi Patriarca regia cerimonie apertura e chiusura Dario Ceruti sottotitoli elettronici Sub-Ti Limited, Londra biglietteria elettronica Soft-Solutions, Torino servizio maschere REAR, Torino logo e grafica Flarvet, Torino stampa G. Canale & C. S.p.A., Borgaro T.se trasporti DHL International S.p.A. auto Maserati servizi assicurativi Reale Mutua Assicurazioni sigla Enarmonia - Regia: Chicca Richelmy, Musica: Fabio Barovero ideazione e progetto uffici temporanei e installazioni Elena D’Agnolo Vallan, Marco Ostini allestimenti Ideazione Srl, Torino, Interfiere Stand & Exhibition, Moncalieri cleaning services Multiservizi, Torino agenzie viaggi Amarganta Viaggi, Torino Protravel Inc., NYC CATALOGO 2014 A CURA DI Roberto Manassero PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Maicol Casale REDAZIONE Mara Dompè TESTI Cristina Gallotti, Marco Petrilli TRADUZIONI Gail McDowell, Olivia Jung © 2014 Museo Nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo ISBN 978-88-90209-51-2 SOMMARIO Associazione Amici del Torino Film Festival info: ASSOCIAZIONE AMICI DEL TORINO FILM FESTIVAL via Montebello 15 10124 Torino Italia L’Associazione è stata promossa da giovani imprenditori e professionisti per concretare un impegno a sostegno del dialogo tra le culture e le esperienze dell’universo giovanile, della creatività artistica, della formazione professionale dei giovani. L’Associazione affianca istituzionalmente il Festival mettendo a disposizione risorse finanziarie, competenze e servizi professionali, per promuoverlo e valorizzarlo e per diffondere una maggiore consapevolezza del valore culturale, sociale, economico e d’immagine che il Festival ha per Torino e per le nuove generazioni. L’Associazione organizza inoltre nel corso dell’anno attività riservate ai soci, quali anteprime cinematografiche e altre iniziative. The Association Friends of the Torino Film Festival The Association Friends of the Torino Film Festival is promoted by young entrepreneurs and professionals in order to encourage and support the dialogue between the culture and the experiences of young people, their artistic creativity, and their professional schooling. The Association is an institutional support for the Festival, offering financial resources, expertise and professional services; it promotes and valorizes the Festival, and heightens its image as a vehicle of cultural, social and economic values for Turin and for the young generations. Throughout the year, the Association also organizes activities reserved to its members, such as film previews and other initiatives. soci benefattori Armando Testa Spa Camera Commercio Industria Artigianato Agricoltura - Torino Euphon Fondazione CRT soci benemeriti Gruppo Giovani Imprenditori Unione Industriale di Torino Confederazione Nazionale Artigianato Kodak soci sostenitori Gruppo Giovani Imprenditori API - Torino Lega Cooperative Torino Alberghina Studio Ottica Orange Essegierre Unione Giovani Dottori Commercialisti di Torino UTET soci onorari Art Directors Club Italiano British Council Centre Culturel Français Goethe Institut Juventus F.C. soci ordinari Giancarlo Baraldo Franco Carrer Piera Detassis Richi Ferrero Bruno Gambarotta Carlo Gonella Luciana Littizzetto Monica Mailander Luca Martini Ugo Nespolo Domenico Siniscalco Gigi Venegoni presidente Lorenzo Jona Celesia vice presidenti Andrea Alberghina Paola Goffi Davide Varvello segretario e tesoriere Emanuela Barreri comitato direttivo Andrea Alberghina Emanuela Barreri Mauro Boglione Paola Goffi Massimo Moretto Lorenzo Jona Celesia Cosimo Palumbo Davide Varvello SOMMARIO Associazione Festival Italiani di Cinema info: ASSOCIAZIONE FESTIVAL ITALIANI DI CINEMA (AFIC) via Faà di Bruno 67 00195 Roma Italia Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, con un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor. Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC). Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals. Inoltre, accettando il regolamento, si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo. L’AFIC nell’intento di promuovere il sistema festival nel suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come strumento di coordinamento e reciproca informazione. Aderiscono all’AFIC le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle finalità di ricerca, originalità, promozione dei talenti e delle opere cinematografiche nazionali e internazionali. L’AFIC si impegna a tutelare e promuovere, presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati. The Association of Italian Film Festival Within the framework of the Italian audiovisual system, festivals represent a fundamental means for the promotion, knowledge and diffusion of film and audiovisual culture, with particular attention to works that normally receive little attention in commercial circuits, like documentaries, research films and shorts.They must also become a coordinated system that is recognized by public institutions, spectators and sponsors. For this reason, and in a concrete spirit of service, the Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC) was created in November 2004. Association members adhere to the principals of mutuality and solidarity that inspire the activities of the Coordination Européenne des Festivals in Europe. Moreover, by accepting the regulations, they promise to follow a series of deontological indications whose purpose is to safeguard and strengthen their role. AFIC’s aim is to promote the festival system as a whole, and already today it represents over thirty Italian cinematographic and audiovisual manifestations. It has been conceived as an instrument of coordinated and reciprocal information. AFIC members include cultural manifestations in the audiovisual field that are characterized by research, originality and the promotion of talents and cinematographic works, both at home and abroad. AFIC also strives to protect and promote at every institutional level the primary objective of the associated festivals. SOMMARIO TorinoFilmLab info: TorinoFilmLab via Cagliari 42 10153 Torino Italia Tel: +39 011 237 92 21 info@torinofilmlab.it www.torinofilmlab.it TorinoFilmLab è un laboratorio internazionale di sviluppo di progetti cinematografici dedicato ai talenti emergenti di tutto il mondo, che sostiene in particolare le opere prime e seconde. Con le sue molteplici attività di formazione e sviluppo, è il luogo dove far nascere e crescere le proprie storie. E alla fine del percorso c’è la possibilità di ottenere un fondo di produzione. Dal 2008 grazie alle attività del TorinoFilmLab sono stati assegnati più di trenta premi a sostegno della produzione di progetti sviluppati nei suoi programmi, per un totale di ventotto film. Il 2014 rappresenta un traguardo importante, grazie a undici film realizzati e selezionati nei più prestigiosi festival del mondo: Tous les chats sont gris di Savina Dellicour (Montreal), Bypass di Duane Hopkins (Venezia), Chrieg di Simon Jaquemet (San Sebastián), Historia del miedo di Benjamín Naishtat (Berlinale), In jouw naam di Marco van Geffen (Fest Espinho), Korso di Akseli Tuomivaara (Edinburgo), Los Hongos di Oscar Ruiz Navia (Locarno), Lelaki Harapan Dunia di Liew Seng Tat (Locarno), Mercuriales di Virgil Vernier (Cannes), Mr Kaplan di Álvaro Brechner (Londra), Viktoria di Maya Vitkova (Sundance). Nel corso del Torino Film Festival si terrà il settimo TorinoFilmLab Meeting Event (24-26 novembre): l’evento prevede la presentazione dei progetti sviluppati durante l’anno, un mercato di coproduzione internazionale, momenti di networking e la premiazione dei migliori progetti con finanziamenti alla produzione e, da quest’anno, alla distribuzione. Il Meeting Event conclude il percorso dei programmi del TorinoFilmLab: Script&Pitch, per lo sviluppo di sceneggiature di lungometraggi di finzione; FrameWork, focalizzato su aspetti legati a sviluppo e produzione; AdaptLab, dedicato all’adattamento cinematografico di libri. E infine i programmi trasversali: Writers’ Room, per lo sviluppo di progetti cross-platform, e Audience Design, in cui si elaborano strategie di audience engagement. TorinoFilmLab TorinoFilmLab is an international film development laboratory dedicated to emerging talents from all over the world, with particular attention to first and second feature films. With its various training and development activities, it is a place where stories are born and grow. And where they have the possibility to gain production funding at the end of the process. Since 2008 TFL assigned more than thirty awards and prizes to support the projects developed within its programmes, for a total of twenty-eight films completed. 2014 has been a great year, with eleven films realized and selected in some of the world’s most prestigious festivals: Tous les chats sont gris by Savina Dellicour (Montreal), Bypass by Duane Hopkins (Venezia), Chrieg by Simon Jaquemet (San Sebastián), Historia del miedo by Benjamín Naishtat (Berlinale), In Jouw Naam by Marco van Geffen (Fest Espinho), Korso by Akseli Tuomivaara (Edinburgo), Los Hongos by Oscar Ruiz Navia (Locarno), Lelaki Harapan Dunia by Liew Seng Tat (Locarno), Mercuriales by Virgil Vernier (Cannes), Mr Kaplan by Álvaro Brechner (Londra), Viktoria by Maya Vitkova (Sundance). The 32 Torino Film Festival will host the seventh TorinoFilmLab Meeting Event (24-26 November). The event includes a public pitch of the projects developed within TFL, an international co-production market, moments of informal networking and the Awards Ceremony where the best projects will be assigned production grants and, starting from this year, distribution grants too. The Meeting Event represents the conclusive moment for several TFL’s programmes: Script&Pitch, for the development of fiction feature film scripts; FrameWork, focused on development and production aspects; AdaptLab, dedicated to book-to-film adaptations. Still the more cross-disciplinary programmes: Writer’s Room, on the development of three cross-platform projects, and Audience Design, which focuses on engagement strategies. ND VII SOMMARIO 32° TORINO FILM FESTIVAL Gran Premio Torino 2014 Istituito nel 2009, il Gran Premio Torino è un riconoscimento assegnato ogni anno ai cineasti che, dall’emergere delle nouvelle vague in poi, hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico, alla creazione di nuovi modelli estetici, alla diffusione delle tendenze più significative del cinema contemporaneo. In questa edizione, il premio verrà assegnato a un regista da lungo tempo amico del Festival: Julien Temple. Maestro del video musicale (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young e tanti altri), Julien Temple riassume bene le due anime, spesso contrastanti, del cinema britannico: da un lato l’eccentricità al limite del kitsch divertito di film quali Absolute Beginners (1986), sfacciato, lucido musical sugli arrivisti beginners di fine anni Cinquanta descritti nel romanzo di Colin MacInnes, Le ragazze della Terra sono facili (1988) o Pandaemonium (2001), e dall’altro l’umanità e la forza con cui nei suoi documentari descrive pezzi, in continua evoluzione, della società britannica (per esempio, la scena e la controcultura punk nei tre film dedicati ai Sex Pistols, La grande truffa del rock’n’roll, 1979, Sex Pistols - Oscenità e furore, 2000, The Sex Pistols: There’ll Always Be an England, 2008, e in quello dedicato ai Clash, Joe Strummer: The Future Is Unwritten, 2007, o rock, come in Oil City Confidential, 2009, ricostruzione della carriera dei Dr Feelgood). Fino all’autentica poesia di London: The Modern Babylon, il magnifico documentario del 2012 nel quale Temple racconta la vitalità inesauribile della sua città, attraverso un montaggio di materiali la cui intensità rimanda direttamente al cinema di Humphrey Jennings e Lindsay Anderson. Gran Premio Torino 2014 Created in 2009, the Gran Premio Torino is an award given every year to filmmakers who, from the rise of the nouvelles vagues on, have contributed to the renewal of the film language, to the creation of new aesthetic models and to the popolurization of the most significant trends in contemporary cinema. This year, the prize will be awarded for a long time friend of the Festival: Julien Temple. A maestro of the music video (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young and many others), Julien Temple reflects the two often contradictory souls of British cinema: on the one hand, the visionary and quasi-kitsch eccentricity of some of his fiction films, just like Absolute Beginners (1986), a musical about the careerist beginners in the late 1950s described in the novel by Colin MacInnes, or Earth Girls Are Easy (1988) and Pandaemonium (2001); on the other, the melancholy passion of his documentaries describing parts of British society in constant evolution (for example, the three films he dedicated to punk culture and Sex Pistols: The Great Rock’n’Roll Swindle, 1980, The Filth and the Fury, 2000, The Sex Pistols: There’ll Always Be an England, 2008; to the Clash: Joe Strummer: The Future Is Unwritten, 2007; or to rock musica: Oil City Confidential, 2009, a reconstruction of the career of Dr Feelgood). All the way to the authentic poetry of London: The Modern Babylon, the magnificent documentary from 2012 in which Temple recounts the unlimited vitality of his city through edited material whose intensity is a direct reference to the cinema of Humphrey Jennings and Lindsay Anderson. VIII SOMMARIO 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury TORINO 32 ferzan özpetek PRESIDENTE DELLA GIURIA PRESIDENT OF THE JURY (Istanbul, Turchia) esordisce con Il bagno turco (1997) e con La finestra di fronte (2003) vince come miglior film, miglior regia e migliore attrice a Karlovy Vary. Con Le fate ignoranti (2001) e Saturno contro (2007) ottiene diversi riconoscimenti e nel 2008 il MoMA gli dedica un omaggio. Con Magnifica presenza (2012) vince due Nastri d’argento e quattro Globi d’oro e con Allacciate le cinture (2014) tre Nastri d’argento, un Globo d’oro e un Ciak d’oro. Nel 2013 pubblica per Mondadori il suo primo romanzo, Rosso Istanbul. (Istanbul, Turkey) debuted with The Turkish Bath: Hamam (1997) and won best film, best director, and best actress in Karlovy Vary for Facing Windows (2003). Thanks to His Secret Life (2001) and Saturn in Opposition (2007) he received several awards, and in 2008 the MoMA paid tribute to him. He received two Nastri d’argento and four Golden Globes for A Magnificent Haunting (2012), and three Nastri d’argento, a Golden Globe, and a Golden Ciak for Fasten Your Seatbelts (2014). In 2013, Mondadori published his first novel Rosso Istanbul. geoff andrew (Regno Unito), responsabile di programmazione al Bfi Southbank, è critico e professore. Dopo aver studiato Lettere classiche a Cambridge, ha lavorato come programmatore all’Electric Cinema di Londra, prima di iniziare a scrivere di cinema come freelance. È stato redattore di cinema per «Time Out» e collaboratore di «Sight & Sound» e ha pubblicato diversi libri, tra cui approfondimenti su Nicholas Ray, Krzysztof Kieslowski e Abbas Kiarostami. Nel 2009 il governo francese l’ha nominato Cavaliere dell’ordine delle arti e delle lettere. IX SOMMARIO (UK) is Senior Film Programmer at BFI Southbank, London, and a critic and lecturer. After studying classics at Cambridge University, he was manager-programmer at London’s Electric Cinema before becoming a freelance writer on film. He was the film editor of “Time Out” magazine, and he has long been a regular contributor to “Sight & Sound.” He has written and edited numerous books on the cinema, including studies of Nicholas Ray, Krzysztof Kieslowski and Abbas Kiarostami. In 2009 the French government made him a Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury TORINO 32 carolina crescentini (Italia) ha frequentato diversi laboratori teatrali prima di entrare al Centro sperimentale di cinematografia, dove si è diplomata nel 2006. Ha recitato per il teatro, il cinema e la televisione, lavorando con registi come Giuliano Montaldo, Ferzan Ozpetek, Paolo Genovese, Marco Martani, i fratelli Taviani, Marco Pontecorvo, Alex Infascelli, Fausto Brizzi e molti altri. Tra i diversi riconoscimenti che ha ottenuto, due Nastri d’argento come miglior attrice non protagonista nel 2011, per i film 20 sigarette e Boris - Il film. (Italy) was enrolled in several theatre workshops before entering the Centro sperimentale di cinematografia in Rome, where she graduated in 2006. She has performed in theater, cinema, and television, working with directors like Giuliano Montaldo, Ferzan Ozpetek, Paolo Genovese, Marco Martani, the Taviani brothers, Marco Pontecorvo, Alex Infascelli, Fausto Brizzi, and many more. Among her awards, she received two Nastri d’argento for best supporting actress in 2011 for her performances in 20 Cigarettes and Boris - The Film. debra granik (Cambridge, Massachusetts, Usa) ha studiato scienze politiche alla Brandeis University e alla Edinburgh University; si è poi laureata in cinema alla New York University, dove ha ottenuto il premio di miglior cortometraggio per Snake Feed (1997). Dopo il lungometraggio Down to the Bone, miglior regia al Sundance nel 2004, ha diretto Un gelido inverno (2010), che ha ricevuto quattro nomination all’Oscar e vinto il gran premio della giuria al Sundance e il Torino Film Festival. Nel Festival di quest’anno presenta il suo ultimo film, Stray Dog. (Cambridge, MA, USA) studied political science at Brandeis University and Edinburgh University. She received her degree in film from New York University, where she received a prize for best short with Snake Feed (1997). After Down to the Bone, which won the award for best director at the Sundance Film Festival in 2004, she directed Winter’s Bone (2010), which was nominated for four Oscars, and won the grand jury prize in Sundance and the Torino Film Festival. This year she presented at the Festival her last Stray Dog. györgy pálfi (Budapest, Ungheria) ha esordito come regista nel 1997 con il cortometraggio A hal e nel 2002 ha diretto il lungometraggio Hukkle, con cui ha vinto il premio Holden per la miglior sceneggiatura al Torino Film Festival. Con Taxidermia (2006) ha partecipato al Certain regard del Festival di Cannes e ha vinto l’Nhk Award al Sundance Film Festival. Ha poi diretto I Am Not Your Friend (2008) e soprattutto Final Cut Ladies and Gentlemen (2012), incredibile film di montaggio e atto d’amore per il cinema, presentato a Cannes e a Torino. X SOMMARIO (Budapest, Hungary) debuted as a director in 1997 with the short A hal. In 2002, he directed his first feature film, Hukkle, winning the Holden Prize for best screenplay at the Torino Film Festival. His Taxidermia (2006) participated at the Cannes Film Festival in the section Un certain regard, and won the NHK Award at the Sundance Film Festival. He then realized I Am Not Your Friend (2008), and above all, the amazing act of love for cinema Final Cut Ladies and Gentlemen (2012), presented in Cannes and Turin. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC marek hovorka (Jihlava, Repubblica Ceca), laureato in cinema documentario presso la facoltà di cinema e televisione dell’Accademia di belle arti di Praga, ha diretto cinque film, tra cortometraggi e mediometraggi. Nel 1997 ha fondato il Jihlava International Documentary Film Festival, di cui è direttore. Tra i responsabili della rivista di cinema documentario «do» e del mensile «dok.revue», è stato membro di giuria in numerosi festival internazionali, come Visions du réel di Nyon, il Doku.fest di Monaco e il festival di Cracovia. (Jihlava, Czech Republic) graduated in documentary film studies at the Film and Television Faculty of the Academy of Fine Arts of Prague. He directed five short or middle-length films. Since 1997 he is founder and director of the Jihlava International Documentary Film Festival. He is also a member of advisory board of revue of documentary films called “do” and monthly magazine “dok.revue.” He was invited to several international juries at different festivals, such as Visions du réel Nyon, Doku.fest Munich and Cracow IFF. fred kelemen (Berlino) ha lavorato come assistente alla regia per il teatro, prima di laurearsi in regia e fotografia all’Accademia tedesca di cinema e televisione. Ha diretto film e video e lavorato con diversi registi, tra cui Béla Tarr, Joseph Pitchhadze, Rudolf Thome e Gariné Torossian. A partire dal 1995 ha insegnato in istituti come il Centro di studi cinematografici catalano, la Harvard University e l’Università di Santiago del Cile. Dal 2000 in poi ha diretto commedie teatrali e prodotto film con la Kino Kombat Filmmanufactur. (Berlin) worked in theatres as a director’s assistant, before graduating in directing and cinematography at the German Film & TV Academy. He directed films and videos and collaborated as cinematographer with Béla Tarr, Joseph Pitchhadze, Rudolf Thome, Gariné Torossian. Since 1995 he has worked as an associate professor at Centre of Cinematographical Studies of Catalonia, Harvard University, University of Santiago de Chile. Since 2000 he has directed plays and produced films with Kino Kombat Filmmanufactur. jean-baptiste morain (Parigi), critico cinematografico, dopo gli studi in letteratura, lingue e cinema alla Sorbona, ha lavorato presso l’Institut national de l’audiovisuel (Ina), prima di dedicarsi, a partire dal 1996, all’allora nascente settore multimediale. Redattore e responsabile editoriale per Hachette Multimédia, dal 2003 collabora a tempo pieno con la rivista culturale «Les Inrockuptibles», un tempo mensile ora settimanale. XI SOMMARIO (Paris) is a film critic. After studying literature, languages, and cinema at the Sorbonne, he worked at the Institute National de l’Audiovisuel (INA). In 1996 he started working in the burgeoning multimedia sector. He is an editor for Hachette Multimédia and he has also been working full-time for the cultural magazine Les Inrockuptibles (a formerly monthly publication that is now weekly) since 2003. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury TFFDOC - I TA L I A N A . D O C maria bonsanti (Italia), laureata all’Università di Firenze con una tesi su Voci nel tempo di Franco Piavoli, nel 2000 ha iniziato a collaborare con il Festival di Locarno, come assistente alla direzione, per continuare fino al 2007 come coordinatrice della sezione Play Forward, dedicata al cinema sperimentale e alla videoarte. Dal 2000 collabora con il Festival dei Popoli di Firenze, di cui nel 2011 è stata nominata codirettrice, incarico che ha lasciato nel 2012 quando è diventata direttrice del Cinéma du réel di Parigi. (Italy) graduated from the University of Florence with a thesis on Franco Piavoli’s film Voci nel tempo. She started working with the Locarno Film Festival in 2000 as an assistant to the director, climbing her way up to coordinating the section Play Forward, dedicated to experimental films and video art. She worked with Florence’s Festival dei Popoli from 2000, which nominated her co-director in 2011. She left the role in 2012, when she became the director of the Cinéma du réel in Paris. jacopo quadri (Milano), diplomato al Centro sperimentale di Roma, è montatore dei film di Mario Martone, tra cui Il giovane favoloso, e ha collaborato con registi come Bernardo Bertolucci, Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul e Francesca Archibugi, ricevendo numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’oro per Sacro GRA di Gianfranco Rosi. Come regista ha diretto i film La terra trema e Un posto al mondo (coregia di Mario Martone) e diversi cortometraggi e documentari. Nel 2013 ha fondato la Ubulibri srl. (Milan, Italy), graduated from the Centro sperimentale di cinematografia, he worked as an editor for Mario Martone’s movies, including Il giovane favoloso. He collaborated with major filmmakers (Bernardo Bertolucci, Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul, Francesca Archibugi) winning several awards and a Golden Lion for Gianfranco Rosi’s Sacro GRA. As a filmmaker, he made La terra trema and Un posto al mondo (codirector Mario Martone). He also directed several short films and documentaries. In 2013 he founded Ubulibri srl. marco santarelli (Roma), produttore, regista e montatore, ha collaborato con la Rai e alcune televisioni satellitari come regista e autore di programmi sperimentali. Nel 2009 ha diretto GenovaTripoli, in concorso al Festival dei Popoli, e Interporto, in concorso a Torino nella sezione italiana.doc. Nel 2010 ha fondato la ottofilmaker, con cui ha prodotto film come ScuolaMedia, vincitore del Premio Ucca a Torino nel 2011. Nel 2013, con il documentario Lettera al Presidente, ha ottenuto la menzione speciale ai Nastri d’argento. XII SOMMARIO (Rome, Italy) is a producer, director, and editor. He wrote and directed some experimental shows for RAI and a few satellite TV channels. In 2009 he made the documentaries GenovaTripoli, participating at the Festival dei Popoli, and Interporto, featured in the italiana.doc section of the Torino Film Festival. He started the production company ottofilmaker in 2010, making films like ScuolaMedia, winner of the UCCA Award in the 2011 Torino Film Festival. In 2013, his documentary Lettera al Presidente received a special mention at the Nastri d’argento awards. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury I TA L I A N A . C O R T I silvia calderoni (Lugo di Romagna), attrice, nel 2009 ha vinto il Premio Ubu come migliore attrice under 30, nel 2013 il Marte Award e l’anno successivo il Premio Elisabetta Turroni. Nel 2012 ha debuttato sul grande schermo in La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli. Attualmente collabora con la compagnia Motus e interpreta spettacoli ospitati in festival teatrali internazionali, tra cui Santarcangelo dei teatri - Festival internazionale del teatro in piazza, Drodesera Festival, Grec Festival e l’Under the Radar Festival di New York. (Lugo di Romagna, Italy) is an actress. She won the Ubu Award for best actress under 30 in 2009, the Marte Award in 2013, and the Elisabetta Turroni Award the following year. She made her debut on cinema in 2012 with Davide Manuli’s The Legend of Kaspar Hauser. She is currently working with the theatre company Motus, performing in international festivals like Santarcangelo dei teatri - Festival internazionale del teatro di piazza, the Drodesera Festival, the Grec Festival, and the Under the Radar Festival in New York. niccolò contessa (Italia) è membro dei Cani, band passata in breve tempo dall’anonimato a essere una delle più importanti del panorama musicale italiano, da progetto a bassa fedeltà, a gruppo da sold out. Glamour, il loro secondo album, è stato accolto con attenzione dalla critica e dal pubblico. Dicono di essere pop, ma non rinunciano alle asprezze, non hanno neanche una chitarra, ma sono rock’n’roll. In tv i loro brani sono usati per gli stacchetti, eppure loro non hanno mai accettato di apparire. Giocano con i contrasti e ne fanno quasi una bandiera. (Italy) is a member of I Cani, band which went from anonymity to becoming one of the greatest bands in the Italian music scene: from making projects with extremely low fidelity to performing in sold out concerts. Their second record Glamour was well received by audience and critics alike. They call themselves pop, but they indulge in musical asperities; they don’t have even a single guitar, but they rock out. Their music is played on television, but they never accepted to appear on TV. They play with contrasts, which have basically become their flagship element. rä di martino (Roma) ha studiato al Chelsea College of Art e alla Slade School of Art di Londra, prima di trasferirsi per un certo periodo a New York. Le sue opere – video, film, fotografie – sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo e hanno partecipato a numerosi festival, tra cui quelli di Torino, Vila do Conde, Pesaro, Locarno e il New York Underground Film Festival. Con The Show MAS Go On (2014) ha partecipato all’ultima Mostra di Venezia, nella sezione Giornate degli autori, vincendo il Premio Siae e il Premio Gillo Pontecorvo. XIII SOMMARIO (Rome) went to the Chelsea College of Art and to the Salde School of Art in London before moving to New York for some time. Her work, videos, films, and photographs, have been exhibited in many museums and art galleries around the world. She participated in many film festivals, including the ones in Turin, Vila do Conde, Pesaro, Locarno, and the New York Underground Film Festival. She was also at the most recent Venice Film Festival, in the Venice Days (Giornate degli autori) section, with her latest documentary short The Show MAS Go On (2014), which received the SIAE and the Gillo Pontecorvo Awards. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury gerard casau (Barcellona, Spagna) lavora nell’ufficio editoria del festival catalano di Sitges, di cui è anche membro del comitato di selezione. Coordinatore redazionale della sede di Barcellona della rivista «SO Film», scrive anche su «Rockdelux», «Time Out Barcelona», «Dirigido por», «Sensacine», «Numerocero» e ha collaborato ai libri Neoculto e Takashi Miike. La provocación que llegó de oriente. È inoltre dottorando all’Università Pompeu Fabra, con una tesi sul rapporto tra cinema, musica rock e noise. (Barcelona, Spain) works in the publications department of the Sitges Festival, and is a member of its programming committee. He is the coordinator-redactor of the “SO Film” magazine office in Barcelona. He writes regularly in “Rockdelux,” “Time Out Barcelona,” “Dirigido por,” “Sensacine” and “Numerocero,” and he has participated in the books Neoculto and Takashi Miike. La provocación que llegó de oriente. He has started his Ph.D. at Pompeu Fabra University, writing a thesis about the relationship between cinema, rock music and noise. alberto castellano (Napoli), saggista e critico cinematografico, ha scritto sul «Mattino» di Napoli e collabora con «alias», supplemento del «manifesto». Dal 1997 al 2000 ha fatto parte della commissione di selezione della Settimana della critica di Venezia, ed è stato membro di giurie Fipresci a Venezia, Karlovy Vary, Rotterdam e Locarno. Studioso di cinema americano di genere e cinema italiano (con volumi su Franchi e Ingrassia, Douglas Sirk, Carlo Verdone), ha da poco rieditato per Gremese la sua monografia del 1998 su Clint Eastwood. (Naples, Italy), essayist and film critic, published in Naple’s newspaper “Il Mattino” and in “il manifesto”’s supplement “alias.” He was part of the selection committee of the International Film Critics Week from 1997 to 2000, and he’s been a member of the jury for the FIPRESCI Award in Venice, Karlovy Vary, Rotterdam, and Locarno. He is a scholar of American and Italian cinema; he has written books on Franchi and Igrassia, Douglas Sirk, and Carlo Verdone. He recently released with the publishing house Gremese an updated version of the biography on Clint Eastwood (originally published in 1998). eithne o’neill ha studiato tra Irlanda, Germania e Francia, dove attualmente vive e insegna letteratura, traduzione e storia del cinema all’Università di Parigi 13. Autrice di numerosi libri e saggi sul cinema, tra cui Lubitsch: la satire romanesque, scritto insieme a Jean-Loup Bourget, e una monografia su Stephen Frears. Scrive regolarmente su «Positif», di cui è membro della redazione. Il suo prossimo saggio, «Tim Burton and the Body Piecemeal», sarà pubblicato all’interno del volume Tim Burton, edito dalla Montpellier University Press. XIV SOMMARIO Paris-based, studied in Ireland, Germany and France; he taught literature, translation and cinema history at Paris University, 13. She wrote many essays on cinema, including a book on Stephen Frears, and she is coauthor with Jean-Loup Bourget of Lubitsch: la satire romanesque. She is on the editorial board “Positif,” where she publishes regularly. Her essay “Tim Burton and the Body Piecemeal,” will appear in the collective volume Tim Burton, Montpellier University Press. 32° TORINO FILM FESTIVAL giuria/jury PREMIO CIPPUTI CIPPUTI francesco tullio altan (Treviso) ha frequentato la facoltà di architettura di Venezia e alla fine degli anni Sessanta ha vissuto a Roma, occupandosi di scenografia e sceneggiatura per il cinema e la televisione. Si è trasferito a Rio de Janeiro nel 1970 e nel 1974 ha iniziato a collaborare con giornali italiani. Tornato in Italia nel 1975, ha creato la Pimpa e ha pubblicato i suoi primi fumetti su «Linus». Due anni dopo è nato il suo personaggio più celebre, Cipputi. Le sue vignette di satira politica sono pubblicate regolarmente dall’«Espresso» e dalla «Repubblica». (Treviso, Italy) studied architecture in Venice and in the late 1960s moved to Rome, where he was involved in making sets and writing screenplays for films and TV. He moved to Rio de Janeiro in 1970 and in 1974 began collaborating with Italian newspapers. He returned to Italy in 1975, created Pimpa and published his first comic strips in “Linus.” Two years later, he created his most famous character, Cipputi. His satirical political cartoons are regularly published in “l’Espresso” and “la Repubblica.” antonietta de lillo (Napoli) esordisce nel 1985 con Una casa in bilico, Nastro d’argento come migliore opera prima, e nel 1995 vince il Premio Fedic alla Mostra di Venezia con Racconti di Vittoria. Partecipa poi al Festival di Locarno con Non è giusto (2001) e con Il resto di niente (2004) vince tre David di Donatello e il Premio Flaiano per la sceneggiatura. Nel 2007 fonda la marechiarofilm, con cui realizza tutti i suoi successivi lavori, tra cui Let’s Go, che quest’anno presenta al Torino Film Festival nella sezione Diritti & rovesci. (Naples, Italy) made her first film Una casa in bilico in 1985, winning the Nastro d’Argento for Best New Director. In 1995, she received the FEDIC Award in Venice for Racconti di Vittoria. She participated at Locarno with Non è giusto (2001); Il resto di niente (2004) won three David di Donatello Awards and the Flaiano Award for Best Screenplay. She started the production company marechiarofilm in 2007, and made several movies since, including Let’s Go, which is being presented at this year’s Torino Film Festival in the section Diritti & rovesci. carlo freccero (Savona), autore ed esperto di comunicazione, nel corso della sua esperienza professionale ha attraversato tutte le fasi della televisione, italiana e non: dalla tv commerciale, con Canale5, Rete4, La Cinq e Italia1, al servizio pubblico, con France2, France3 e Rai2, di cui è stato a lungo direttore, alla tv satellitare, con RaiSat, per approdare infine alla tv digitale con Rai4. Insegna comunicazione televisiva presso l’Università di Genova e collabora con diverse riviste specializzate. Nel 2014 dirige il Roma Fiction Fest. XV SOMMARIO (Savona, Italy) is a writer and an expert in communication. Across the span of his professional career, he has been through all the phases of television (Italian and foreign): from commercial TV (with Canale5, Rete4, La Cinq and Italia1), to public broadcasting (with France2, France3, and Rai2, where he was also Director for a number of years), and finally digital TV (with Rai4). He teaches Television Communication at the University of Genoa and writes for several specialized publications. In 2014, he directed the Rome Fiction Fest. 32° TORINO FILM FESTIVAL Premi/Awards GRAN PREMIO TORINO a/to Julien Temple PREMIO FIPRESCI/FIPRESCI AWARD Miglior film/Best Film Torino 32 TORINO 32 Miglior film/Best Film: € 15.000 Premio speciale della giuria/ Special Jury Award Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: € 7.000 Premio per la miglior attrice/ Best Actress Award Premio per il miglior attore/ Best Actor Award Premio per la miglior sceneggiatura/ Best Screenplay Award Premio del pubblico/Audience Award PREMIO CIPPUTI/CIPPUTI AWARD Miglior film sul mondo del lavoro/ Best Film about the work world TFFDOC Miglior film/ Best Film internazionale.doc: € 5.000 Premio speciale della giuria/ Special Jury Award internazionale.doc Premio miglior film/Best Film italiana.doc, in collaborazione con/ in collaboration with Persol: € 5.000 Premio speciale della giuria/ Special Jury Award italiana.doc ITALIANA.CORTI Concorso cortometraggi italiani/ Italian Short Film Competition Premio Chicca Richelmy per il Miglior film: € 2.000, offerti dall’Associazione Chicca Richelmy/ offered by the Associazione Chicca Richelmy Premio speciale della giuria/ Special Jury Award SPAZIO TORINO Concorso cortometraggi realizzati da registi nati o residenti in Piemonte/ Short film competition reserved to directors who were born or reside in Piedmont Miglior film/Best Film, in collaborazione con «La Stampa», «Torino Sette», Premio Achille Valdata/ in collaboration with “La Stampa,” “Torino Sette,” Achille Valdata Award XVI SOMMARIO P R E M I C O L L AT E R A L I / C O L L AT E R A L AW A R D S PREMIO SCUOLA HOLDEN/ HOLDEN SCHOOL AWARD Premio per la miglior sceneggiatura/ Best Script Award Torino 32 PREMIO ACHILLE VALDATA/ ACHILLE VALDATA AWARD Giuria dei lettori di «Torino Sette»/ Jury composed of readers of “Torino Sette” Miglior film/Best Film Torino 32 PREMIO AVANTI!/AVANTI! AWARD Distribuzione delle opere prime premiate nella rete dei cineforum e dei cineclub/Distribution of winning first films in the film forum and film club circuit Migliori cortometraggi e documentari italiani/Best Italian Shorts and Documentaries PREMIO GLI OCCHIALI DI GANDHI/GANDHI’S GLASSES AWARD Assegnato dal Centro Studi «Sereno Regis» (Torino) al film che meglio interpreta la visione gandhiana del mondo. È parte del progetto «Irenea, cinema e arte per la pace»/Awarded by the Centro Studi “Sereno Regis” (Turin) to the best movie representation of a Gandhi-like vision of the world. It’s part of the project “Irenea, cinema e arte per la pace” PREMIO INTERFEDI/INTERFEDI AWARD Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità, attribuito dalla Giuria Interfedi/Interfedi Jury Award for the respect of minority rights and laity 32° TORINO FILM FESTIVAL Regione Piemonte e Città di Torino sono unite nel sostenere con convinzione il Torino Film Festival, uno dei punti cardine del sistema cinema piemontese. Un evento che con il suo prestigio e la sua storia garantisce una vetrina internazionale per valorizzare al massimo il grande investimento messo in campo dalle istituzioni nel settore cinematografico, ambito strategico per lo sviluppo, l’occupazione e la promozione del territorio. Inalterato nella sua identità – che dopo più di trent’anni rinnova la vocazione al cinema nuovo e alla scoperta delle migliori tendenze contemporanee – il Festival sotto la direzione di Emanuela Martini si conferma sempre più aperto ai diversi generi, stili e linguaggi cinematografici. Nel preannunciarsi accogliente e innovativo, con una particolare sensibilità verso la fruizione sul web, il 32° Torino Film Festival non altera le consuete sezioni competitive e non competitive, prediligendo come sempre il focalizzarsi sul lavoro degli esordienti, la cui valorizzazione da sempre rappresenta una delle principali linee guida. Rivolgiamo quindi un ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione di questa nuova edizione, con l’auspicio che il Torino Film Festival rappresenti sempre di più un momento di crescita artistica ed economica per il Piemonte e di coinvolgimento per nuove fasce di pubblico. Maurizio Braccialarghe Assessore alla Cultura Città di Torino Antonella Parigi Assessore alla Cultura Regione Piemonte XVII SOMMARIO 32° TORINO FILM FESTIVAL The Piedmont Region and the City of Turin are united in wholeheartedly supporting the Torino Film Festival, one of the key points of Piedmont’s film system. The prestige and history of this event ensure a failsafe international showcase, maximizing and valorizing the important investments which the institutions are providing in the film sector, a strategic area of interest for development, employment and promotion of the territory. True to its identity – which, after more than thirty years, confirms its vocation to new cinema and the discovery of the best contemporary trends – the Festival directed by Emanuela Martini promises to be even more open to various cinema genres, styles and languages. In reaffirming its welcoming and innovative nature, with a particular feeling for cinema’s uses on the web, the 32 Torino Film Festival confirms the customary competitive sections and the non-competitive ones, with a special attention reserved to new filmmakers, whose promotion is one of the main goals of the Festival since ever. We would therefore like to thank those who have given their all to organize this year’s Festival sharing our hope that the Festival will increasingly represent a moment of artistic and economic growth for Piedmont, and attract even new audiences. ND Maurizio Braccialarghe Councilor for Culture City of Turin Antonella Parigi Councilor for Culture Piedmont Region XVIII SOMMARIO 32° TORINO FILM FESTIVAL Una moneta da sei penny nella scarpa Negli ultimi undici mesi mi hanno rivolto spesso una domanda: «Che cosa rimarrà nel Festival dei tre precedenti direttori, con i quali ha collaborato?» Il rigore di Nanni Moretti. La passione di Gianni Amelio. Lo spirito pop di Paolo Virzì. E naturalmente l’intelligenza con la quale tutti e tre si sono avvicinati al Torino Film Festival, riconoscendone e apprezzandone l’identità e impegnandosi a preservarla, nel momento stesso in cui lo modellavano sui loro gusti e le loro idee di cinema. E ora Emanuela Martini cosa aggiunge? Soprattutto la curiosità. E la voglia di scoprire delle cose (stili o abbozzi di stile, invenzioni, ritorni al passato, commistioni con altre forme espressive, sperimentazioni eccentriche) e la presunzione di aver conservato un occhio abbastanza attento per scoprirle, nonostante svariati decenni di esercizio critico e di conseguenti interminabili visioni. Graham Greene, che ha fatto a lungo il critico cinematografico, raccolse recensioni e articoli in un librone cui diede un titolo bellissimo, Mornings in the Dark, mattinate al buio, rievocando le salette sotterranee intorno a Wardour Street nelle quali si seppelliva per le anteprime mattutine. E un grande critico italiano, Morando Morandini, ha più volte sottolineato che la peggior disgrazia che può capitare a un critico è cominciare a stancarsi di vedere film. Annoiarsi, guardare troppo spesso l’orologio, non reggere più il ritmo di tre, quattro, cinque e più film al giorno che talvolta ti impongono il fitto calendario delle uscite cinematografiche e soprattutto i festival. Conservare la curiosità è vitale, per fare il critico e per fare un festival. E, con la curiosità, l’istinto, il cuore e il cervello che, durante l’immersione onirica in un film, continuano a lavorare in sordina, sotterraneamente, e a farti sobbalzare davanti a certe immagini e a certe emozioni. Fare un festival come quello di Torino, giocato principalmente sulla scoperta del nuovo e dell’insolito, significa anche riuscire ad avere questi sobbalzi, a contare su queste emozioni, ad avere il coraggio di rinunciare a qualcosa e di scommettere su qualcos’altro. E poi, parafrasando il detto su quello che deve indossare una sposa il giorno del matrimonio: «Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu». Che significa fare un editing, tra il nuovo e il vecchio troppo spesso dimenticato (le retrospettive e gli omaggi dei quali da sempre il Festival di Torino va giustamente fiero), tra i primi passi del cinema che verrà e il buon cinema più tradizionale. Perché, ammettiamolo, tutti abbiamo i nostri guilty pleasures, i generi molto amati grazie ai quali abbandonarci al gusto più istintivo della visione, un piacere che spetta di diritto sia a critici e addetti ai lavori sia agli spettatori. Questo editing passa sempre comunque attraverso il filtro della consapevolezza e della conoscenza. L’ho già sottolineato, in occasione di altre presentazioni del Torino Film Festival: tutti i film che proponiamo hanno un loro perché, ognuno di loro è stato apprezzato e fortemente voluto delle persone (alcune, o molte, o tutte) che scelgono i film per il Festival. Il detto sulle spose ha un’ultima voce, «and a silver sixpence in your shoe» (e una moneta da sei penny nella scarpa): un auspicio che anche il pubblico ami questi film, come li abbiamo amati noi. Emanuela Martini XIX SOMMARIO 32° TORINO FILM FESTIVAL A silver sixpence in your shoe Over the past eleven months, I was often asked, “What will the Festival retain of the three preceding directors, with whom you have collaborated?” The meticulousness of Nanni Moretti. The passion of Gianni Amelio. The pop spirit of Paolo Virzì. And naturally, the intelligence with which all three addressed the Torino Film Festival, recognizing and appreciating its identity and striving to preserve it, even as they were molding it according to their taste and their own conception of cinema. And now, what can Emanuela Martini add? Above all, curiosity. The desire to discover things (styles or the embryo of styles, inventions, returns to the past, combinations with other expressive forms, eccentric experimentation) and the presumption of having maintained a fairly attentive eye to discern them, despite various decades of activity as a film critic and the attendant, interminable screenings. Graham Greene, a long-time film critic, gathered critiques and articles into a book with a beautiful title, Mornings in the Dark, recalling the basement cinemas around Wardour Street in which he would bury himself for the morning previews. And a great Italian critic, Morando Morandini, has often underlined that the worst thing that can happen to a critic is to tire of watching movies. Boredom, a glance too many at the wristwatch, the inability to keep viewing the three, four, five or more films a day that sometimes are forced on you by a tightly-packed calendar of film releases and, above all, by the festivals. Conserving your curiosity is fundamental, as a critic and as a festival organizer. Besides curiosity, you also need the instinct, heart, and mind which continue to work quietly, subterraneously, during the dreamlike immersion in a film, and which give you a jolt at certain images and certain emotions. To make a festival like Turin’s, primarily devoted to discovering the new and unusual, also means receiving some of those jolts, counting on those emotions, having the courage to renounce one thing and bet on another. And, as they say about what a bride should wear on her wedding day: “Something old, something new, something borrowed, something blue.” In this case, it means doing some “editing,” between the new and the all-too-often neglected old (the retrospectives and tributes, of which the Torino Film Festival has always been justly proud), between the first steps of the cinema to come and good, more traditional cinema. Because, let’s admit it, we all have our “guilty pleasures,” beloved genres in which we can abandon ourselves to the most instinctive taste of viewing, a pleasure that is a right of critics, sector insiders, and spectators alike. This “editing” always passes through the filter of awareness and knowledge. During other presentations of the Torino Film Festival, I have already stressed that all the films we propose have a raison d’être, each one of them has been appreciated and strongly sponsored by the people (a few, or many, or everyone) who choose the films for the Torino Film Festival. That saying about the brides has one final bit, “and a silver sixpence in your shoe:” an auspice that the public, too, will love these films, as we have loved them. Emanuela Martini XX SOMMARIO TORINO 32 ROCÍO CALIRI, MELINA MARCOW ANUNCIAN SISMOS | JIEKAI LIAO AS YOU WERE | JENNIFER KENT | BRYAN REISBERG BIG SIGNIFICANT THINGS | PETER STRICKLAND THE DUKE OF BURGUNDY | MAXIME GIROUX FÉLIX ET MEIRA | DAVIDE MALDI FRASTUONO | MIKAEL MARCIMAIN GENTLEMEN | JEAN-CHARLES HUE MANGE TES MORTS | VIRGIL VERNIER MERCURIALES | ELEONORA DANCO N-CAPACE | GÁBOR REISZ VAN VALAMI FURCSA ÉS MEGMAGYARÁZHATATLAN - FOR SOME INEXPLICABLE REASON | BAS DEVOS VIOLET | JEMAINE CLEMENT, TAIKA WAITITI WHAT WE DO IN THE SHADOWS | PHILIPP LEINEMANN WIR WAREN KÖNIGE THE BABADOOK SOMMARIO TORINO 32 rocío caliri, melina marcow ANUNCIAN SISMOS Argentina, 2014, HD, 68’, col. Rocío Caliri e Melina Marcow sono le cofondatrici della casa di produzione Hulot Cine, nata nel 2012. L’anno successivo hanno esordito nella regia con il cortometraggio Yarará, a cui è seguito Anuncian sismos, il loro primo lungometraggio. Attualmente sono impegnate nella preproduzione di El niño e, contemporaneamente, al fianco della boliviana Laura Derpic, nella sceneggiatura del lungometraggio. ANNOUNCE EARTHQUAKES regia/directors Rocío Caliri, Melina Marcow sceneggiatura/screenplay Melina Marcow fotografia, montaggio/ cinematography, film editing Rocío Caliri scenografia/ production design Ana Bárbara Iglesias musica/music Sexydance suono/sound Alex del Rio interpreti/cast José Morales, Agustina Guerra, Rosario Traico, Jimena Silvia Soza, Juan Castro Olivera, Jacinto Bonillo, Mariana Ferro, Gabriela Solanas, Joaquín Sosa, Leandro Sala, Sabrina Sala, Maxi Plato, Claudio Salvador, Ana Oroño produttori/producers Jimena Sivila Soza, Rocío Caliri, Melina Marcow produzione/production Hulot Cine ** contatti/contacts The Open Reel Cosimo Santoro cs@theopenreel.com www.theopenreel.com Una città del Nord dell’Argentina è sconvolta da un’inspiegabile ondata di suicidi giovanili. Tra coloro che vengono colpiti da vicino c’è l’adolescente Mariano, la cui sorella si è tolta la vita. Entra allora a far parte di un programma scolastico di emergenza: una banda musicale, i cui componenti sono tutti parenti di un suicida. Lo scopo del progetto è tenere unite fra loro queste persone. Ma anche isolarle dal mondo, come fossero portatrici di un contagio. Ispirato a una storia vera. «Anuncian sismos è il risultato del processo di networking tra le province di Buenos Aires e Jujuy. È il primo film prodotto dalla Hulot Cine, ed è stato finanziato in modo indipendente e autogestito. Inoltre incorpora elementi totalmente casuali e le limitazioni tecniche delle riprese sono diventate parte della struttura narrativa. Il film non fornisce una risposta alla domanda sul perché avvengano i suicidi, ma ne indaga le conseguenze su un gruppo di adolescenti consapevoli di vivere nel posto con il più alto tasso di suicidi del Paese». ** A city in northern Argentina is shocked by a mysterious wave of juvenile suicides. One of the people who is directly affected is the adolescent Mariano, whose sister killed herself. He joins an emergency school program: a musical band, whose members are all relatives of a suicide victim. The goal of the project is to keep these people united. But also to isolate them from the world, as though they were the carriers of a disease. Based on a true story. “Anuncian sismos is the result of a networking process between two provinces, Buenos Aires and Jujuy. It is the first movie of Hulot Films, it’s been financed independently and self-managed and incorporates the element of randomness and the technical limitations of the filming process as part of its narrative. The film doesn’t give answers about the motive of the suicides, and is instead focused on the consequences amongst a group of teenagers who have the certainty of holding the highest suicide rate in the country.” 2 SOMMARIO TORINO 32 Rocío Caliri and Melina Marcow are the cofounders of the production company Hulot Cine, created in 2012. The following year they debuted in directing with the short Yarará, followed by Anuncian sismos, their first feature film. They are presently involved in the pre-production of El niño and, at the same time, are collaborating with Laura Derpic, from Bolivia, on the feature film’s screenplay. filmografia/filmography Yarará (cm, 2013), Anuncian sismos (2014). TORINO 32 liao jiekai AS YOU WERE Singapore, 2014, HD, 92’, col AS YOU WERE regia/director Liao Jiekai sceneggiatura/screenplay Liao Jiekai, Gladys Ng, Chiang Wei Liang fotografia/cinematography Looi Wan Ping montaggio/ film editing Liao Jiekai, Tan Bee Thiam, Vivien Koh scenografia/ production design Vivien Koh, Tan Jing Liang, Chris Yeo musica/music Matt Kelly suono/sound Lim Ting Li interpreti e personaggi/ cast and characters Josh Lai (Guohui), Eshley Gao (Peiling), Cheryl Tan (la cantante/singer), Jerome Chee (il giovane in fuga/runaway youth), Kieron Tan (Guohui da giovane/young Guohui), Tan Xuan Ying (Peiling da giovane/young Peiling) produttori/producers Tan Bee Thiam, Leon Cheo produzione/production 13 Little Pictures ** contatti/contacts Jiekai Liao liaojk@yahoo.com www.liaojiekai.com L’isola di Saint John, separata da un braccio di mare da Singapore, ospita un centro di rieducazione per giovani problematici. Uno di loro, stanco della disciplina ferrea e del duro lavoro, scappa a nuoto verso la metropoli: sopra di lui il cielo notturno è illuminato da neon e fuochi d’artificio. Guohui e Peiling s’incontrano sull’isola dopo anni di lontananza: il loro amore, nato durante l’infanzia, è ancora intatto. A minare il rapporto, però, l’insicurezza di Peiling. Anni dopo, Rachel, una cantante in cerca di pace, è sull’isola: incontra Guohui e le loro vite s’incrociano. E il fantasma di Peiling torna a manifestarsi. «L’acqua viene spesso utilizzata come simbolo di cambiamento. Ma per me rappresenta una costante che unisce i vari momenti/frammenti del film, dal cuore dell’infanzia alla metropoli di Singapore: l’acqua delle piscine in cui gli amanti hanno imparato a nuotare da bambini, l’acqua che usavano per staccare i francobolli dalle buste, l’acqua del mare che separa Singapore dall’isola. E, infine, l’acqua che li tiene a galla e li inghiotte al tempo». ** The island of Saint John is separated from Singapore by a stretch of sea; it hosts a rehab center for troubled youths. One of them, fed up with the steely discipline and hard work, escapes by swimming to the city: above him, the night sky is illuminated by neon lights and fireworks. Guohui and Peiling meet on the island after years of being apart; their love, which dates back to their childhood, is still strong. But their relationship is undermined by Peiling’s insecurity. Years later, Rachel, a singer looking for some peace, goes to the island: she meets Guohui and their lives intersect. And the ghost of Peiling appears once more. “Water is often used as a symbol of change. But for me, it is the constant that unites the various moments/fragments in the film, from the childhood heartlands to the metropolitan city of Singapore – the water in the swimming pools where the lovers first learned to swim as children, the water they used to separate stamps from envelopes, the water in the sea that divides Singapore and the island. And finally the water that keeps them afloat but also pulls them under.” 3 SOMMARIO TORINO 32 Liao Jiekai vive e lavora a Singapore. Membro fondatore del collettivo 13 Little Pictures, ha esordito nel 2005 dirigendo cortometraggi, come Before the Wedlock House, vincitore di numerosi premi internazionali, e lungometraggi, tra cui Red Dragonflies, vincitore del premio della giuria al Jeonju International Film Festival e poi presentato nei festival di tutto il mondo. Nel 2012 ha ottenuto il Young Artist Award for Film dal National Arts Council di Singapore e, nel 2013, il Credit Suisse Artist Commissioning Award per la sua installazione in 16mm Brother’s Quarters. Nello stesso anno ha partecipato alla Biennale di Singapore con l’opera multimediale Bukit Orang Salah. Liao Jiekai lives and works in Singapore. A founding member of the collective 13 Little Pictures, he debuted as a director in 2005 with shorts such as Before the Wedlock House, which won numerous international awards, and feature films, including Red Dragonflies, which won the special jury prize at the Jeonju International Film Festival and was then presented at festivals all over the world. In 2012, he received the Young Artist Award for Film from the National Arts Council of Singapore and, in 2013, the Credit Suisse Artist Commissioning Award for his 16mm installation Brother’s Quarters. That same year, he participated at the Singapore Biennale with the multimedia work Bukit Orang Salah. filmografia essenziale/ essential filmography Remembering a Timeless Self (video, inst., 2000), Untitles Spaces (video, inst., 2002), Paradise (cm, 2006), The Inner City (cm, 2008), Clouds in a Shell (cm, 2008), Red Dragonflies (2010), As Winter Escapes Me (cm, 2012), Before the Wedlock House (cm, 2012), Brother’s Quarters (cm, inst., 2012), Bukit Orang Salah (video, inst., 2012), As You Were (2014). TORINO 32 jennifer kent THE BABADOOK Australia, 2014, HD, 92’, col. THE BABADOOK regia, sceneggiatura/ director, screenplay Jennifer Kent fotografia/cinematography Radek Ladczuk montaggio/film editing Simon Njoo scenografia/ production design Alex Holmes musica/music Jed Kurzel suono/sound Frank Lipson interpreti e personaggi/ cast and characters Essie Davis (Amelia), Noah Wiseman (Samuel), Daniel Henshall (Robbie), Hayley McElhinney (Claire), Barbara West (Mrs Roach), Ben Winspear (Oskar) produttori/producers Kristina Ceyton, Kristian Moliere produzione/production Screen Australia, Causeway Films distribuzione/distribution Koch Media ** contatti/contacts Koch Media Claudio Rapino c.rapino@kochmedia.com www.kochmedia.com Sei anni dopo la morte violenta del marito, Amelia non è ancora riuscita a superare il trauma. A complicare le cose, il difficile rapporto con il figlio Samuel, bambino irrequieto tormentato da incubi popolati da creature mostruose. La comparsa in casa di un inquietante libro intitolato The Babadook rende Samuel incontrollabile: per lui il mostro che lo perseguita è proprio il protagonista che dà il nome al libro. Per Amelia l’unica soluzione è far curare il bambino con sedativi. Ma qualcosa la sta mettendo a dura prova: qualcosa di pauroso e inspiegabile. «Mi affascina molto quello che succede alle persone che non affrontano i problemi e comprimono le difficoltà nel proprio intimo. Che fine fanno questi problemi? Quando qualcuno vive un’esperienza tragica e non vuole risolverla, che posto prende nella sua vita il trauma? The Babadook esplora proprio questa situazione, e la porta alle estreme conseguenze. La protagonista Amelia soffoca a tal punto i suoi sentimenti paurosi da scatenare un’energia che li porta a prender vita e a staccarsi da lei». ** Six years after her husband’s violent death, Amelia still is unable to overcome the trauma. Things are complicated by her difficult relationship with her son Samuel, an agitated child who is tormented by nightmares of monsters. Samuel becomes uncontrollable when a disturbing book entitled The Babadook appears in the house. To him, the monster chasing him in his dreams is the protagonist of the eponymous book. To Amelia, the only solution is to treat the boy with sedatives. But something is putting her to the test, something frightening and inexplicable. “I’m very fascinated by what happens to people when they don’t face things and push down on difficulties in themselves. Where does that go? So if someone’s had a tragic experience and they don’t deal with it, how does it sit in their life? I guess The Babadook is an exploration of that idea, told in a very heightened way. In the case of The Babadook, Amelia presses down on these terrible feelings so much that they develop an energy that becomes something and splits off from her.” 4 SOMMARIO TORINO 32 Jennifer Kent si è diplomata presso il National Institute of Dramatic Art, dove ha studiato recitazione, e ha poi cominciato a lavorare per il cinema, il teatro e la televisione. In particolare, ha recitato in serie televisive come Polizia squadra soccorso (1996), Murder Call (1997-2000) e All Saints (2001-2003) e in film come Il pozzo (Samantha Lang, 1997) e Babe va in città (George Miller, 1998). Come regista e sceneggiatrice ha esordito nel 2005 con il cortometraggio horror Monster, presentato con successo nei festival di tutto il mondo, a cui sono seguite alcune puntate del serial per la tv australiana Two Twisted - Svolte improvvise (2005). Jennifer Kent graduated from the National Institute of Dramatic Art, where she studied acting, and then began working in film, onstage and in TV. In particular, she has appeared on TV series such as Police Rescue (1996), Murder Call (1997-2000) and All Saints (2001-2003) and in movies such as The Well by Samantha Lang (1997) and Babe: Pig in the City by George Miller (1998). She debuted as a director and screenwriter in 2005 with the horror short Monster, presented with success at festivals all over the world; then she shot a number of episodes of the Australian TV series Two Twisted (2005). filmografia/filmography Monster (cm, 2005), Two Twisted (Two Twisted - Svolte improvvise, serie tv/tv series, 2005), The Babadook (2014). TORINO 32 bryan reisberg BIG SIGNIFICANT THINGS Usa, 2014, HD, 86’, col. Bryan Reisberg (Usa), dopo la laurea alla Tisch School di New York, ha diretto il cortometraggio Father/Son, presentato nel 2012 al Festival Bfi di Londra. Recentemente ha diretto The Walker, una web series con Carey Mulligan e Zoe Kazan, mentre nel 2008 ha fondato insieme con Andrew Corkin la casa di produzione Uncorked Productions e realizzato video musicali e spot pubblicitari. Big Significant Things è il suo primo lungometraggio. BIG SIGNIFICANT THINGS regia, sceneggiatura/ director, screenplay Bryan Reisberg fotografia/cinematography Luca Del Puppo montaggio/film editing Dean Marcial scenografia/ production design Shawn Bronson costumi/costume design Virginia Schrieber musica/music Mark Orton suono/sound The Lodge interpreti e personaggi/ cast and characters Harry Lloyd (Craig Harrison), Krista Kosonen (Ella), Sylvia Grace Crim (Grace), James Ricker II (Travis), Peter Cameron (Joel), Elisabeth Gray (Allison), William Foreman (John), Samuel Foreman (Constantine), Kaitlynn Alford (Nicky), Bess Baria (Sam), Glenn Hollis (se stesso/himself) produttori/producers Andrew D. Corkin, Daniel-Konrad Cooper produzione/production Uncorked Productions, Heretic Films coproduttore/coproducer Alejandro De Leon ** contatti/contacts Bryan Reisberg bryan@bryanreisberg.com Craig ha ventisei anni ed è in viaggio verso il Sud degli Stati Uniti alla ricerca delle «cose più grosse al mondo». Dal tronco con la circonferenza più larga, alla sedia a dondolo più alta di una casa, quando Craig si imbatte in una attrattiva da guinness dei primati la fotografa e si ferma a chiacchierare con la gente del posto. La sua vita, inoltre, sembra tutta in discesa: di lì a una settimana si trasferirà a San Francisco con la fidanzata e insieme i due compreranno casa. Ma perché, allora, al telefono con lei Craig finge di essere al lavoro? «Fantasticavo spesso di andarmene, di partire per un viaggio senza dirlo a nessuno. Non erano pensieri seri, ma avevo queste fantasie naif e romantiche di lasciare il lavoro, gli amici e la famiglia per iniziare un’avventura selvaggia, scoprendo le distese sconosciute del mondo. Penso che oggi questa cosa sia definita vagabondaggio. Sfortunatamente, però, queste fantasie finivano sempre per ridursi a esercizi di logistica. Quindi, anziché abbandonarmi ad avventure libere e selvagge, passavo un sacco di tempo a pensare alle implicazioni dell’essere irraggiungibile». ** Craig is twenty-six and is heading to the South of the United States in search of the “biggest things in the world.” From the tree trunk with the largest circumference, to the rocking chair taller than a house, when Craig comes across something worthy of the Guinness book of world records, he photographs it and stops to chat with the local people. Everything seems to be going right: in two weeks he’ll move to San Francisco with his girlfriend and the two will buy a house together. So then why does Craig pretend he’s at work when he talks on the phone with her? “I used to daydream about just leaving: going on a trip and not telling anybody. I wasn’t serious about it, but I had these naiv and romantic visions of leaving my job and friends and family behind in lieu of a wildly spontaneous adventure into the unknown expanses of the world. I think they call that vagrancy these days. Unfortunately these fantasies usually reduced into logistical exercises. So instead of dreaming about this wildly spontaneous adventure, I would spend a lot of time thinking about the implications of being unreachable.” 5 SOMMARIO TORINO 32 Bryan Reisberg (USA), after graduating from NYU’s Tisch School, presented his first short film Father/Son at the 2012 BFI London Film Festival. He recently directed The Walker, a web series starring Carey Mulligan and Zoe Kazan. Since forming Uncorked Productions with Andrew Corkin in 2008, he has also directed music videos and commercials. Big Significant Things is his first feature film. filmografia/filmography Father/Son (cm, 2012), Kiss My A$$ with Denis Leary (cm, 2012), The Walker (web series, 2012), Big Significant Things (2014). TORINO 32 peter strickland THE DUKE OF BURGUNDY Regno Unito/UK, 2014, HD, 101’, col. THE DUKE OF BURGUNDY regia, sceneggiatura/ director, screenplay Peter Strickland fotografia/cinematography Nic Knowland montaggio/film editing Matyas Fekete scenografia/ production design Pater Sparrow costumi/costume design Andrea Flesch musica/music Cat’s Eyes suono/sound Martin Pavey interpreti e personaggi/ cast and characters Sidse Babett Knudsen (Cynthia), Chiara D’Anna (Evelyn), Eugenia Caruso (Dr Fraxini), Zita Kraszkó (Dr Schuller), Monica Swinn (Lorna), Eszter Tompa (Dr Viridana), Kata Bartsch (Dr Lurida), Fatma Mohamed (il falegname/carpenter) produttore/producer Andy Starke produzione/production Rook Film ** contatti/contacts Protagonist Pictures David Bartolomew Tel: +44 207 734 90 00 david@protagonistpictures.com www.protagonistpictures.com Curata ed elegante, Cynthia porta bene i suoi cinquant’anni: l’atteggiamento algido e imperioso, insieme con la differenza di età, fanno sì che tra lei e la trentenne Evelyn esista un rapporto squilibrato, dove la donna più matura domina la più giovane, che ne diventa la umile servitrice. Ma quella che potrebbe sembrare una dinamica di sudditanza e passività, è in realtà per Evelyn un gioco erotico che desidera portare avanti in ogni modo, anche a costo di sacrificare la relazione con la sua amante. «Ho trovato molte somiglianze tra i filmmaker e i masochisti, in primis la questione del controllo. Molto in questo film parla di recitazione e regia, di performance e movimento; le battute vengono ripetute mille volte. Puoi dire le esatte parole che il masochista ti chiede, ma se non azzecchi la sfumatura o il tono uccidi ogni fantasia. Stai recitando, e se c’è qualcosa di imperfetto nel tuo sguardo si perde il senso, semplicemente non funziona. Ho cercato di essere neutrale, di mostrare questa realtà senza giudicarla. Ne prendo in giro i risvolti pratici, non i personaggi». ** Cynthia, a fifty-year-old with a neat and elegant appearance, looks good for her age. Her aloof and imperious ways, as well as the age difference with the thirty-year-old Evelyn, make the relationship unbalanced. The older woman dominates the younger one, who becomes her humble servant. But Evelyn’s apparent subservience is actually an erotic game that she wants to carry on at all costs, even if it means sacrificing her relationship with her lover. “I found a lot of similarities between filmmakers and masochists; the control aspect definitely. A lot of this film is about acting and directing, about the performance, the movement, these lines are said again and again. You can say the exact line the masochist wants you to say but if you get the nuance or the tone slightly wrong it just kills the fantasy completely. But that’s acting for you, if something’s not quite right in your eyes it’s dead, it’s just not working. I really wanted to be neutral, to show this world and just not judge it at all. I mean I’m making fun of the practicalities of it; I’m not making fun of the characters.” 6 SOMMARIO TORINO 32 Peter Strickland (Regno Unito), dopo aver diretto alcuni cortometraggi, con il suo primo lungometraggio Katalin Varga, finanziato e prodotto in modo indipendente, ha vinto l’Orso d’argento alla Berlinale e il premio Discovery of the Year dell’European Film Academy. Il suo secondo film Berberian Sound Studio, distribuito in tutto il mondo, ha vinto diversi premi, tra cui quello per la miglior regia e per il miglior attore per Toby Jones ai British Independent Film Awards. Nel 1996 ha inoltre fondato The Sonic Catering Band, con cui ha registrato numerosi album e si è esibito in tutta Europa. Peter Strickland (UK), after having directed short films, shot his first feature film Katalin Varga, that was funded and produced independently and win numerous awards including a Silver Bear in Berlin and the European Film Academy’s Discovery of the Year award in 2009. His second feature film, Berberian Sound Studio, was distributed internationally and won several awards, including best director and best actor (Toby Jones) at the 2012 British Independent Film Awards. He also founded The Sonic Catering Band in 1996, which has released several records and performed live throughout Europe. filmografia/filmography Bubblegum (cm, 1996), A Metaphysical Education (cm, 2004), Katalin Varga (2009), Berberian Sound Studio (id., 2012), Björk: Biophilia Live (doc., 2014), The Duke of Burgundy (2014). TORINO 32 maxime giroux FÉLIX ET MEIRA Canada, 2014, HD, 105’, col. FELIX AND MEIRA regia/director Maxime Giroux sceneggiatura/screenplay Alexandre Laferrière, Maxime Giroux fotografia/cinematography Sara Mishara montaggio/film editing Mathieu Bouchard-Malo scenografia/ production design Louisa Schabas costumi/costume design Patricia McNeil musica/music Olivier Alary suono/sound Frédéric Cloutier, Luc Boudrias interpreti e personaggi/ cast and characters Martin Dubreuil (Félix), Hadas Yaron (Meira), Luzer Twersky (Shulem), AnneÉlisabeth Bossé (Caroline), Benoît Girard (Théodore), Josh Dolgin (Isaac), Melissa Weisz (Ruth) produttori/producers Sylvain Corbeil, Nancy Grant produzione/production Metafilms ** contatti/contacts Urban Distribution Intl. Arnaud Bélangeon-Bouaziz Tel: +33 148 70 46 56 arnaud@urbandistrib.com www.urbandistrib.com Nel Canada francese, Félix vive senza soldi né grandi ambizioni. La cosa però non lo preoccupa molto, dal momento che il suo ricco padre sta morendo. Tutt’altra vita è invece quella di Meira, ragazza ebrea della grande comunità ortodossa di Montreal, sposata e con un figlio. Nonostante le solide certezze del suo ambiente, Meira è in cerca di qualcosa di diverso: incredibile che lo trovi proprio nell’eccentrico Félix. Eppure il loro incontro è destinato a segnare l’inizio di un sentimento più forte di ogni barriera sociale. «Il film è l’incontro tra la società francofona quebecchese e la comunità degli ebrei ortodossi di Montreal. Grazie ai suoi numerosi contrasti, Félix et Meira esplora questa sorprendente coabitazione che va oltre ogni confine. Ho girato tenendo bene a mente temi come la vulnerabilità, o l’irrequietezza, e con la macchina da presa volevo cogliere soprattutto l’umanità dei miei personaggi. Il film è la pazzia di Félix e la poesia di Meira, due persone diverse che cominciano una storia d’amore impossibile rischiando di perdere tutto». ** Felix lives in French Canada; he doesn’t have any money or ambitions, but he isn’t worried since his wealthy father is about to die. Meira’s life is completely different: she is a young member of the Hasidic Jewish community in Montreal, she is married and has a child. Despite the solid certainties provided by her environment, Meira is yearning for something different. Unexpectedly, she finds it in the eccentric Felix. Their encounter will unleash feelings stronger than any social barrier. “The film is an encounter between the Quebecois francophone society and the Ultra-Orthodox Jewish community of Montreal. Due to its diverse and numerous contrasts, it explores this surprising cohabitation that reaches outside the boundaries. I filmed with the themes of vulnerability and febrility in mind, and, above all, wanted the camera to find the characters’ humanity. Felix and Meira is the madness of Felix and the poetry of Meira, two opposite people who mutually enter into an impossible love story at the risk of losing everything.” 7 SOMMARIO TORINO 32 Maxime Giroux (Montreal, Canada, 1976) ha diretto cortometraggi, videoclip e spot pubblicitari. Nel 2006 Les jours ha vinto il premio per il miglior cortometraggio al Festival di Toronto e nel 2007 Les rouges au sol ha ottenuto il premio come miglior cortometraggio ai Genie Awards. La sua videografia comprende inoltre video musicali per Sam Roberts, Sarah Harmer, The Dears, Pilate, Louise Forestier, Corneille, Marc Déry, Les Cowboys Fringants e Vulgaires Machins. Demain (Sophie), il suo primo lungometraggio, è stato presentato al Torino Film Festival nel 2008, mentre il suo secondo lungometraggio, Jo pour Jonathan ha avuto la sua anteprima a Locarno. Maxime Giroux (Montreal, Canada, 1976) has directed several short films, videoclips and commercials. In 2006, his film Les jours won the prize for best short film at the Toronto International Film Festival, and in 2007 his film Les rouges au sol won the award for best short drama at the Genie Awards. His videography includes music videos for Sam Roberts, Sarah Harmer, The Dears, Pilate, Louise Forestier, Corneille, Marc Déry, Les Cowboys Fringants and Vulgaires Machins. His first feature film, Demain (Sophie), was presented at Torino Film Festival in 2008, and his second feature film, Jo pour Jonathan, had its world premiere at the Locarno International Film Festival. filmografia/filmography Project 3 (cm, 2001), Le gros boutte du bâton (cm, 2005), Les jours (cm, 2006), Le rouge au sol (cm, 2006), Demain (Sophie) (2008), Jo pour Jonathan (2010), La tête en bas (cm, 2013), Félix et Meira (2014). TORINO 32 davide maldi FRASTUONO Italia/Italy, 2014, HD, 81’, col. UPROAR regia, fotografia/ director, cinematography Davide Maldi soggetto/story Lorenzo Maffucci, Nicola Ruganti montaggio/film editing Ilaria Fraioli suono/sound Stefano Grosso, Marzia Cordò, Giancarlo Rutigliano, Lorenzo Maffucci interpreti e personaggi/ cast and characters Iaui Tat Romero, Angelica Gallorini, Alice Bianconi, Lorenzo Fedi, Elia Zampini, Alessandro Fiori, Father Murphy produttori/producers Dario Zonta, Gabriella Manfrè produzione/production Invisibile film distribuzione/distribution Rai ** contatti/contacts Rai Paola Malanga Tel: +39 06 681 826 62 paola.malanga@raicinema.it www.rai.it Iaui, nato e cresciuto in una comunità autogestita sull’Appennino toscoemiliano, ogni giorno scende dalla montagna per frequentare il liceo artistico di Pistoia e sogna di portare la sua musica psy-trance nei festival di tutto il mondo. Anche Angelica vive di musica, ma punk-rock, che suona in una band di amici, e filma tutto ciò che la incuriosisce. Due vite di provincia che scorrono parallele, finché il frastuono dei sogni non darà loro una svolta definitiva. «Frastuono è un film di Davide Maldi, Lorenzo Maffucci, Nicola Ruganti. Fin dalle fasi iniziali del progetto i tre autori hanno lavorato collettivamente alla realizzazione film. Dopo tre anni di riprese e di raccolta di materiale si è arrivati a una sintesi che rispecchiasse il senso di una ricerca fatta per raccontare l’adolescenza e la crescita». ** Iaui was born and raised in a self-managed community in the Appennino Tosco-Emiliano. Every day, he makes his way down to mountain to go to the art high school in Pistoia; his dream is to bring psy-trance music to festivals around the world. Angelica also lives for music: she plays in a punk-rock band with her friends, and she films everything that strikes her curiosity. Two provincial lives running on parallel tracks until the noise of their dreams brings them to a decisive turning point. “Frastuono is a film by Davide Maldi, Lorenzo Maffucci and Nicola Ruganti. Right from the project’s early phases, the three filmmakers worked as a team to make the movie. After three years of shooting and gathering material, the result is a synthesis that reflects the meaning of the research they conducted to recount adolescence and growth.” Davide Maldi (Roma, 1983) si è diplomato alla Scuola romana del fumetto. Nel 2007 è stato aiuto regista di Toni d’Angelo per Una notte, ha vinto con il cortometraggio Pasprefut il festival Eberhard (120 years in 120 seconds), aggiudicandosi un mese di workshop alla New York Film Academy, e ha realizzato il cortometraggio Verso mare - Appunti per un film sul Tevere. Nel 2011 ha realizzato il documentario Sul fiume, racconto di viaggio di tre ragazzi su una piccola barca lungo le acque del Tevere. Nel 2012 ha collaborato con l’agenzia di ricerca sociale Codici Ricerche e con Unar, realizzando il documentario 8 a mezzogiorno Appunti dal Sud Italia. Ha realizzato la regia video di molti spettacoli teatrali e ha lavorato per la realizzazione di format televisivi e spot pubblicitari. Dal 2011 inizia il sodalizio artistico insieme a Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti. Insieme creano l’associazione culturale The Year Punk Broke e realizzano il film Frastuono (2014). Davide Maldi (Rome, Italy, 1983) graduated from the Rome School of comics. In 2007, he worked as assistant director for Toni d’Angelo in Una notte. He received an award from the Eberhard Festival (120 years in 120 seconds) with his short film Pasprefut, winning a month-long workshop at the New York Film Academy. His next short was Verso mare - Appunti per un film sul Tevere. In 2011, he made the documentary Sul fiume, the journey of three kids on a little boat down the river Tiber. He then collaborated with the social research center Codici Ricerche and UNAR, making in 2012 the documentary film 8 a mezzogiorno - Appunti dal Sud Italia. He has worked on the video direction of many theatre shows, and has made several television formats and commercials. Since 2011 he has started an artistic partnership together with Lorenzo Maffucci and Nicola Ruganti. They created the cultural association The Year Punk Broke and they released Frastuono (2014). filmografia/filmography Paspresfut (cm, 2007), Backstage (cm, 2008), Verso mare - Appunti per un film sul Tevere (cm, 2008), Sul fiume (2011), 8 a mezzogiorno Appunti dal Sud Italia (doc., 2012), Frastuono (2014). 8 SOMMARIO TORINO 32 TORINO 32 mikael marcimain GENTLEMEN Svezia/Sweden, 2014, HD, 141’, bn/bw-col. Mikael Marcimain (Stoccolma, Svezia, 1970) ha iniziato la sua carriera professionale come assistente alla regia, per poi passare a dirigere miniserie televisive molto seguite in Svezia, come The Laser Man che, nel 2006, ha vinto il premio Kristallen della televisione svedese per la miglior serie drammatica. How Soon Is Now?, breve serie televisiva che ha diretto nel 2007, ha invece vinto il Prix Italia nel 2008. Ha esordito nel lungometraggio con Call Girl, presentato a Toronto e al Torino Film Festival nel 2012. GENTLEMEN regia/director Mikael Marcimain soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Klas Östergren, dai suoi romanzi/from his novels Gentlemen and Gangsters fotografia/cinematography Jallo Faber montaggio/film editing Kristofer Nordin scenografia/ production design Linda Janson costumi/costume design Cilla Rörby musica/music Mattias Bärjed suono/sound Hugo Ekornes, Per Nyström interpreti e personaggi/ cast and characters David Dencick (Henry Morgan), Ruth Vegas Fernandez (Maud), David Fukamachi Regnfors (Klas), Sverrir Gudnason (Leo Morgan), Boman Oscarsson (Wilhelm Sterner), Pernilla August (Greta Morgan) produttori/producers Mattias Nohrborg, Fredrik Heinig, Johannes Ahlund produzione/production B-Reel ** contatti/contacts Wild Bunch Olpha Ben Salah Tel: +33 153 015 032 obensalah@wildbunch.eu www.wildbunch.biz Ai ferri corti con il mondo, il giovane scrittore Klas Östergren si nasconde nel suo appartamento di Stoccolma per raccontare la storia delle persone che lì hanno soggiornato, condividendo con lui alterne fortune. Prima Henry Morgan, pugile, barista e pianista jazz dai modi ineffabili, amante della bella vita ma con un segreto nascosto, un amore misterioso che lo tormenta: e poi Leo, fratello di Henry, agitatore politico e poeta dal bicchiere facile, il cui arrivo nella casa ha trascinato tutti nei guai, a causa di un traffico d’armi in cui è coinvolta la malavita. «Come regista, non potevo desiderare di più da una sceneggiatura: personaggi incredibilmente profondi e corposi, ambientazioni visivamente interessanti, eccitazione, passione, amore, violenza e tanta musica. In altre parole, Gentlemen è una storia gratificante da trasformare in film e sono sicuro che sarà molto avvincente sul grande schermo. Quello che mi ha conquistato dello script è la sua ricchezza: gli avvenimenti raccontati, divertenti, disturbanti, unici, le vicende umane, i personaggi e i luoghi…» ** The young novelist Klas Östergren is at odds with the world, hidden away in his apartment in Stockholm to tell the tale of the people who lived with him and whose fortune also changed. Henry Morgan, a boxer, a bartender, an ineffable jazz pianist, a bon vivant with a secret: he is tormented by love for a mysterious mistress. And then there is Leo, Henry’s brother, a political agitator, a poet, a drunk. From the moment he arrives, he drags everyone into trouble because of a weapons trafficking deal with a gang of criminals. “As a director, I couldn’t ask for more in a script: wonderfully meaty and multilayered characters, visually interesting settings, excitement, passion, love, violence and a lot of music. Gentlemen is simply an incredibly rewarding story to film, and I’m sure it will be hugely entertaining on the big screen. What seduces me in this script is its richness − the funny, disturbing and cool events, human stories, characters and locations…” 9 SOMMARIO TORINO 32 Mikael Marcimain (Stockholm, Sweden, 1970) began his professional career as an assistant director, before moving on to directing popular Swedish TV mini-series, such as The Laser Man, which won Swedish TV’s Kristallen Award for best dramatic series in 2006. How Soon Is Now?, a short TV series he directed in 2007, won the 2008 Prix Italia. Call Girl, which premiered in Toronto and then was selected at the 2012 Torino Film Festival, was his debut feature-length film. filmografia/filmography Lasermannen (The Laser Man, cm, tv, 2005), Upp till kamp (How Soon Is Now?, cm, tv, 2007), Wallander (ep. Arvet; ep. Valnaden, cm, tv, 2010), Call Girl (2012), Gentlemen (2014). TORINO 32 jean-charles hue MANGE TES MORTS Francia/France, 2014, HD, 94’, col. Jean-Charles Hue (Francia, 1968), dopo un percorso come designer del vetro e stilista, ha frequentato la Scuola d’arte di Cergy e si è poi dedicato alla realizzazione di cortometraggi, lungometraggi e documentari d’arte che sono stati presentati nei principali musei e gallerie d’arte contemporanea, oltre che in festival del cinema. Nel 2009 ha esordito nel lungometraggio con il film girato in Messico Carne viva, presentato al Torino Film Festival 2009, cui è seguito nel 2010 La BM du Seigneur. EAT YOUR BONES regia/director Jean-Charles Hue sceneggiatura/screenplay Jean-Charles Hue, Salvatore Lista fotografia/cinematography Jonathan Ricquebourg montaggio/film editing Isabelle Proust scenografia/ production design Christophe Simonnet musica/music Vincent-Marie Bouvot suono/sound Antoine Bailly interpreti e personaggi/ cast and characters Jason François (Jason Dorkel), Mickael Dauber (Mickaël Dorkel), Frédéric Dorkel (Fred Dorkel), Moïse Dorkel (Moïse Dorkel), Philippe Martin (Lucky Luke) produttore/producer Thierry Lounas produzione/production Capricci Production ** contatti/contacts Capricci Films Manon Bayet manon.bayet@capricci.fr www.capricci.fr Nella periferia parigina vivono i Dorkel, famiglia nomade di etnia jenisch. Mentre si prepara il battesimo del diciottenne Jason, torna dalla prigione il figlio maggiore Fred, che ha scontato quindici anni per l’omicidio di un poliziotto durante un furto. L’uomo appare tutt’altro che redento dalla reclusione: dopo essere tornato in possesso della sua amata BMW Alpina, tenuta nascosta in un garage, organizza su due piedi una scorribanda a tutta velocità sulle tracce di un carico di rame da rubare. Al suo fianco il cugino Moïse, il fratello Mickaël, violento e insicuro, e il giovane Jason, che vede in lui il depositario di valori antichi e conoscenze esoteriche che lo affascinano ma che lo mettono in conflitto con il desiderio di essere un buon cristiano. Jean-Charles Hue (France, 1968) started off as a glass designer and stylist. After going to the Cergy Art Academy, he started making short films, features, and art documentaries. His works have been presented in many important contemporary art museums and galleries, as well as film festivals. He shot his first feature-length film Carne viva in Mexico in 2009, which premiered at Torino Film Festival 2009 and it was followed in 2010 by La BM du Seigneur. «Da giovane sono stato un grande fan del western, specialmente di quei film in cui un eroe ormai vecchio scopre il significato della vita durante la battaglia finale. Quando ho incontrato i Dorkel è stato come se i personaggi del Mucchio selvaggio di Peckinpah avessero preso vita di fronte ai miei occhi». filmografia/filmography Pitbull Carnaval (doc., 2006), L’oile de Fred (doc., 2007), Y’a plus d’os (doc., 2008), Carne viva (2009), La BM du Seigneur (2010), Mange tes morts (2014). ** In the suburbs of Paris live the Dorkels, a nomadic family of Yeniche extraction. As they prepare for the baptism of eighteen year-old Jason, their oldest son Fred returns home from prison, after serving fifteen years for killing a policeman during a robbery. The man seems anything but redeemed by his time in prison: after regaining possession of his beloved BMW Alpina, which he had kept hidden in a garage, he organizes an impromptu, high-speed raid in search of a load of copper to steal. He is accompanied by his cousin Moïse, his brother Mickaël, violent and insecure, and young Jason, who considers Fred a storehouse of ancient values and esoteric knowledge which he finds fascinating, but which will ultimately put him in conflict with his desire to be a good Christian. “When I was younger, I was a huge fan of Westerns, especially the ones where an ageing hero discovers the meaning to his life in one final battle. When I met the Dorkels, it was as if the characters from The Wild Bunch by Sam Peckinpah were personified in front of me.” 10 SOMMARIO TORINO 32 TORINO 32 virgil vernier MERCURIALES Francia/France, 2014, 16mm, 108’, col. MERCURIALES regia/director Virgil Vernier sceneggiatura/screenplay Mariette Desert, Virgil Vernier fotografia/cinematography Jordane Chouzenoux montaggio/film editing Raphaëlle Martin-Holger suono/sound Julien Sicart, Simon Apostolou interpreti/cast Ana Neborac, Philippine Stindel, Jad Solesme, Annabelle Lengronne, Sadio Niakate produttore/producer Jean-Christophe Reymond produzione/production Kazan Productions, ARTE France Cinema ** contatti/contacts Pascale Ramonda Tel: +33 06 620 132 41 pascale@pascaleramonda.com www.pascaleramonda.com Bagnolet, periferia parigina. Due imponenti edifici svettano contro il cielo: è il complesso Les Mercuriales, torri gemelle edificate tra svincoli, aiuole asfittiche e palazzi di edilizia popolare. In questo non-luogo metropolitano si intrecciano le storie di tre ventenni: una sorvegliante di colore alla sua prima notte di lavoro e due hostess, una francese e l’altra moldava, che diventano amiche. «Con questo film voglio mostrare la bellezza inusuale dei paesaggi suburbani, luoghi desolati con le loro torri erette verso il cielo come totem delle ideologie del ventesimo secolo, luci al neon che brillano nella notte come costellazioni luminose, città con zone inesplorate, strade misteriose e senza uscita, percorsi che non portano da nessuna parte, muri ricoperti di colori vivaci – graffiti, affreschi, arcobaleni – pensati per mascherare la miseria e l’anonimato, strade dove si aggirano cuori solitari e disadattati, dove serpeggia l’odio, l’odio nato dalla povertà, dalla frustrazione e dal rancore, dove le persone si sentono schiacciate dal piattume sconfinato, che ti porta alla pazzia e alla violenza». ** Bagnolet, on the outskirts of Paris. Two impressive building stand out against the sky: Les Mercuriales, twin towers constructed amid the streets, suffocated flowerbeds and low rent housing. In this metropolitan non-place, the stories of three twenty-year-olds interweave: a colored guard on her first night on the job, and two hostesses, one French, the other Moldavian, who become friends. “With this film, I want to show the strange beauty of suburban landscapes, abandoned places with their towers erected skyward like totem poles to 20 century ideology, neon lights shining in the night like starry constellations, towns with unexplored zones, mysterious dead-end streets and paths leading to nowhere, walls covered with bright colors – graffiti, frescoes, rainbows – as though to mask the misery and anonymity underneath, streets where lonely hearts and misfits roam, where hatred prowls, hatred born from misery, frustration and resentment, where individuals feel crushed by the endless uniformity, driving one to madness and violence.” TH 11 SOMMARIO TORINO 32 Virgil Vernier (Parigi, Francia, 1976), dopo aver studiato filosofia e arte, ha esordito nel 20o1 con il cortometraggio Karine, esperimento tra finzione e documentario sulla vita dei giovani nelle periferie parigine, seguito nel 2004 da L’oiseau d’or, adattamento dell’omonima fiaba dei fratelli Grimm. Tra il 2006 e il 2009 si è dedicato, con Ilan Klipper, al dittico Flics, composto da Simulation e Commissariat, in cui descrive il mondo della polizia francese. Successivamente, proseguendo sulla strada del documentario, ha diretto Autoproduction (2008), presentato a Visions du réel, Thermidore (2009), selezionato nella Quinzaine des réalisateurs di Cannes, e Orléans (2012), in concorso a Locarno nella sezione Cineasti del presente. Mercuriales (2014) è stato realizzato con il supporto, tra gli altri, del Torino Film Lab. Virgil Vernier (Paris, France, 1976), after studying philosophy and art, debuted in film in 2001 with the short Karine, an experiment in fiction and documentaries about the life of young people in the Parisian suburbs. It was followed in 2004 by L’oiseau d’or, an adaptation of the homonymous fairytale by the Grimm brothers. Between 2006 and 2009 he and Ilan Klipper dedicated themselves to the diptych Flics, composed of Simulation and Commissariat, which describes the world of the French police. Later, continuing in the documentary vein, he directed Autoproduction (2008), presented at Visions du réel, Thermidore (2009), selected for the Quinzaine des réalisateurs in Cannes, and Orléans (2012), which competed in Locarno in the section Cineasti del presente. Mercuriales (2014) was made with the support of Torino Film Lab, among others. filmografia/filmography Karine (cm, doc., 2001), L’oiseau d’or (cm, doc., 2004), Simulation (coregia/codirector Ilan Klipper, doc., 2006), Chroniques de 2005 (doc., 2007), Commissariat (coregia/codirector Ilan Klipper, doc., 2007), Autoproduction (doc., 2008), Thermidore (cm, doc., 2009), Pandore (cm, doc., 2010), Orléans (mm, doc., 2012), Mercuriales (2014). TORINO 32 eleonora danco N-CAPACE Italia/Italy, 2014, HD, 80’, col. N-CAPACE regia, sceneggiatura, interprete/director, screenplay, cast Eleonora Danco fotografia/cinematography Daria D’Antonio montaggio/film editing Desideria Rayner, Maria Fantastica Valmori costumi/costume design Alessandro Lai musica/music Markus Acher suono/sound Adriana Di Lorenzo, Maurizio Argentieri produttore/producer Angelo Barbagallo produzione/production Bibi Film ** contatti/contacts Bibi Film Angelo Barbagallo angelobarbagallo@gmail.com Tutto è nato da un rifiuto, dal non voler soffrire per la morte della madre. La protagonista, Anima in pena, ha un conflitto con il padre e i luoghi della sua infanzia. In questo viaggio tra Terracina e Roma, nello struggimento che la sovrasta, si ferma a parlare con anziani e adolescenti. È attratta dalle loro facce, dalle voci, e li interroga. Due generazioni che hanno in comune il vuoto, la sospensione. Entrare nelle loro emozioni. La memoria e i ricordi: distruggerli o abbracciarli? Anima in pena è in attesa di avere il permesso dalla madre per fare il bagno al mare. È in attesa di buttarsi nella vita. «Per la luce mi sono ispirata a De Chirico, Giotto, Buñuel e al surrealismo. Il rapporto con le immagini è stato una forte motivazione. […] Sono abituata in teatro a una luce ricreata, artificiale. Girando il film senza luci, non volevo correre il rischio di essere naturalistica. La luce doveva avere una dimensione sia di realtà sia di astrazione. Per questo ho deciso di girare senza filtro, come se a percepire fosse l’occhio e non il ragionamento». ** It all started from a refusal: not wanting to suffer for her mother’s death. The protagonist, Anima in pena (“tormented soul”), is at odds with her father and with the places where she grew up. In this journey from Terracina to Rome, burdened by grief, she stops to talk to elderly people and teenagers. Attracted to their faces and their voices, she asks them questions. The two generations share in common the void and the suspense. As she gains access to their feelings, she also gets in touch with her own memories: should she repress or embrace them? She is like a tormented soul waiting for her mother’s permission to take a plunge in the sea. She is waiting to dive into life. “The lighting was inspired by De Chirico, Giotto, Buñuel, and Surrealism. The correlation with the images was a strong motivation. […] I am used to working in theatre, with artificial lights. But for this film, I was shooting without lights and I wanted to avoid appearing naturalistic: the light had to have both realistic and abstract connotations. Which is why I decided to shoot without filters, capturing light as perceived directly by the eye, not filtered by the mind.” 12 SOMMARIO TORINO 32 Eleonora Danco lavora come autrice, regista, attrice e performer in ambito teatrale. Il suo è un teatro fisico, d’impatto e tensione, dove corpo e testo si fondono in un’unica espressione; la sua scrittura, invece, oscilla tra prosa e slang, dramma e comicità. Ha esordito nel 1998 con Ragazze al muro, a cui sono seguiti nel 2000 Nessuno ci guarda e, nel corso degli anni, altre rappresentazioni come Me vojo sarvaà, Ero purissima, Sabbia, Scroscio, La giornata infinita, Squartierati, Intrattenimento violento, Senza titolo 3 e Donna numero 4. I suoi spettacoli sono stati prodotti dai teatri stabili di Parma, Roma e Napoli, da Expo Milano 2015 e dalla Triennale di Milano. Come attrice ha inoltre lavorato con Nanni Moretti, Marco Bellocchio, Michele Placido, Gabriele Muccino, Pupi Avati, Ettore Scola, Vittorio Gassman e Gigi Proietti. N-capace è il suo primo lungometraggio. Eleonora Danco works as a playwright, director, actress, and performer for the stage. Her way of doing theatre is physical, impactful, full of tension, where body and text merge into a single expression; her writing style, instead, fluctuates between prose and slang, drama and comedy. Her first play, Ragazze al muro (1998), was then followed by Nessuno ci guarda (2000), and, over the next few years, by the plays Me vojo sarvaà, Ero purissima, Sabbia, Scroscio, La giornata infinita, Squartierati, Intrattenimento violento, Senza titolo 3 and Donna numero 4. Her shows have been produced by theatre companies in Parma, Rome, and Naples, and by EXPO Milano 2015 and the Triennale di Milano. As an actress, she has played many roles, collaborating with Nanni Moretti, Marco Bellocchio, Michele Placido, Gabriele Muccino, Pupi Avati, Ettore Scola, Vittorio Gassman and Gigi Proietti. N-capace is her first feature as a filmmaker. filmografia/filmography N-capace (2014). TORINO 32 gábor reisz VAN VALAMI FURCSA ÉS MEGMAGYARÁZHATATLAN Ungheria/Hungary, 2014, HD, 96’, col. Gábor Reisz (Budapest, Ungheria, 1980), dopo aver iniziato gli studi all’Università ungherese di educazione fisica, ha proseguito all’Università Loránd Eotvos seguendo i corsi di teoria e storia del cinema. Nel 2006 ha vinto un posto come regista televisivo e teatrale all’Università del teatro e del cinema di Budapest, dove ha scritto e girato diversi cortometraggi. For Some Inexplicable Reason è il suo primo lungometraggio. FOR SOME INEXPLICABLE REASON regia, sceneggiatura, fotografia/director, screenplay, cinematography Gábor Reisz montaggio/film editing Zsófia Tálas scenografia/ production design Péter Klimó costumi/costume design Júlia Szlávik musica/music Lóci Csorba, Gábor Reisz suono/sound Péter Benjámin Lukács interpreti e personaggi/cast and characters Áron Ferenczik (Áron Szentesi), Katalin Takács (Erzsébet Szentesi), Zsolt Kovács (Endre Szentesi), Zalán Makranczi (Balázs Szentesi), Erika Kapronczai (Anna), Miklós Horváth (Miklós Hamza), Bálint Gyoriványi (Bálint Gyorvári), Roland Lukács (Roland), Tamás Owczarek (Tamás Juhász), Kata Bach (Éva Ink), Juli Jakab (Eszter), Judit Tarr (Zsanett) produttori/producers Júlia Berkes, Miklós Bosnyák produzione/production Proton Cinema coproduttore/coproducer Viktória Petrányi ** contatti/contacts Alpha Violet Tel: +33 147 973 984 virginie@alphaviolet.com www.alphaviolet.com 13 SOMMARIO Alla soglia dei trent’anni, Áron viene scaricato dalla fidanzata. La sua vita gli sembra tutta da rifare; se in coppia vivere alla giornata o non avere un lavoro fisso poteva stargli bene, di colpo le cose cambiano e partire per l’estero non è solo più un’ipotesi. Oppresso da questi pensieri, dal ricordo ossessivo della ex e dall’ansia di una madre onnipresente, Áron arriva a prenotare un viaggio per il Portogallo all’insaputa dei genitori, approfittando della loro carta di credito e dell’incoscienza offerta dall’alcol. Prima di partire, però, fa un incontro che potrebbe essere decisivo: peccato che ritrovare quella persona non sia così semplice. «Volevo fare un film che non soltanto rappresentasse quanto sia difficile vivere oggi in Ungheria, ma che mostrasse anche le persone di Budapest con un approccio documentaristico, rispecchiando le loro vite e i problemi della classe media locale. A prescindere da questo aspetto, però, la storia su cui si basa il film è assolutamente di finzione, con scene dirette e situazioni che potrebbero sembrare familiari a ciascuno di noi». ** Áron is dumped by his girlfriend just as he is about to turn thirty. He feels as though he needs to completely remake a life for himself. If before, as a couple, it seemed all right to live from day to day without a steady job, now all of a sudden things have changed and the idea of going abroad is no longer just a hypothesis. Oppressed by these thoughts, by the obsessive memory of his ex-girlfriend and by the anxiety of his omnipresent mother, Áron, behind his parents’ back, makes a reservation to go to Portugal, thanks to their credit card and the false courage that comes from a bottle. But before leaving he meets a person: an encounter that could be decisive. Too bad it might not be so simple to see that person again. “I wanted to make a film that not only reacts to the current agonies of living in Hungary, but occasionally shows people of Budapest in a completely documentaristic way, in order to reflect to the lives and problems of the local middle class. Despite the documentaristic approach, the main storyline is purely fictional, with directed scenes, and the situations within will be familiar to anyone from everyday life.” TORINO 32 Gábor Reisz (Budapest, Hungary, 1980) started his studies at the Hungarian University of P.E. and went on to Loránd Eotvos University on film theory and film history. He won a place at University of Theatre and Film, Budapest as a film and television director in 2006. He made a lot of short movies in the school as writer and director. For Some Inexplicable Reason is his debut feature film. filmografia/filmography Tóth Árpád: Hajnali szerenád (cm, 2003), Ritmus (cm, 2005), Alma a paradicsomban (cm, 2005), Meglét (cm, 2006), Koncz Zsuzsa: Április hónapja (cm, 2006), A tagadás oka, oszintén (The Reason of Denial, Honestly, cm, 2006), 8 (cm, 2007), Jót és semmit (Nothing and Good Documentary, cm, 2007), Oltozo (Changing-Room, cm, 2008), Valakinek a valamije (Somebody’s Something, cm, 2009), Judith Keith (cm, 2010), Külalak (On a Lower Level, cm, 2011), Peter (cm, 2013), Van valami furcsa és megmagyarázhatatlan (For Some Inexplicable Reason, 2014). TORINO 32 bas devos VIOLET Belgio-Olanda/Belgium-The Netherlands, 2014, HD, 82’, col. Bas Devos (Zoersel, Belgio, 1983) ha scritto e diretto quattro cortometraggi, prima di esordire nel lungometraggio con Violet. Oltre al cinema, si occupa anche di produzioni teatrali, per le quali lavora come regista e light designer. Al momento sta scrivendo un nuovo lungometraggio, Animal Language. VIOLET regia, sceneggiatura/ director, screenplay Bas Devos fotografia/cinematography Nicolas Karakatsanis montaggio/film editing Dieter Diependaele scenografia/ production design Jeff Otte costumi/costume design Bho Roostermann musica/music Deafheaven suono/sound Joost Roskam interpreti/cast César De Sutter, Raf Walschaerts, Mira Helmer, Brent Minne produttore/producer Tomas Leyers produzione/production Minds Meet ** contatti/contacts New Europe Film Sales Tel: +48 886 449 365 festivals@neweuropefilmsales.com www.neweuropefilmsales.com Nel parcheggio di un centro commerciale un ragazzo viene pugnalato a morte. L’unico testimone è il suo migliore amico, Jesse, la cui vita da quel momento cambia per sempre. Affrontare le domande della famiglia e degli amici con cui va in bmx, o associare parole alla violenza cui ha assistito, diventano azioni impossibili. Il silenzio conduce Jesse a isolarsi e a creare una distanza sempre più grande fra sé e il mondo. «Violet inizia con un atto di violenza e innesca un racconto molto semplice: il processo di dolore e solitudine visto con gli occhi di un adolescente. Sia nella forma sia nel contenuto, il film cerca di disarmare la violenza dell’incipit. L’osservazione spietata e distante di un omicidio attraverso un monitor per telecamere a circuito chiuso, nel suo silenzio e nella sua indifferenza, era un inizio necessario. Si trattava di una forza, di una presenza che richiedeva un’opposizione. Senza basarmi su un percorso psicologico definito ma sugli strumenti filmici, ho cercato di evocare la solitudine e l’impotenza del protagonista». ** A boy is stabbed to death in the parking lot of a shopping mall. The only witness is his best friend, Jesse, whose life is changed forever by that event. He finds it impossible to deal with the questions of his family and the friends he rides around with on his BMX, or to describe the violence he witnessed. Jesse’s silence isolates him from those around him and creates an increasingly distance between him and the world. “Violet departs from an act of violence. It initiates a very simple narrative: a process of grief and loneliness through the eyes of a teenager. Both in form and content the film tries to disarm the violence of its opening. The cruel, distant observation of a murder through a cctv monitor, in its silence and indifference, was a necessary start. It was for me a force, a presence that demanded opposition. Not relying on a defined psychological drive, but on the tools of film, I hoped to evoke something of the isolation and powerlessness of the main character.” 14 SOMMARIO TORINO 32 Bas Devos (Zoersel, Belgium, 1983) wrote and directed four short films and one feauture film, Violet. Besides his filmic work, he is involved in theater productions as a director and light designer. He currently writes a new feature-film, Animal Language. filmografia/filmography Taurus (cm, 2005), Pillar (cm, 2006), The Close (cm, 2007), We Know (cm, 2009), Violet (2014). TORINO 32 taika waititi, jemaine clement WHAT WE DO IN THE SHADOWS Nuova Zelanda/New Zealand, 2014, HD, 86’, col. Taika Waititi (Wellington, Nuova Zelanda, 1975), attore, pittore e fotografo, ha fondato con lo sceneggiatore Ainsley Gardiner la casa di produzione Defender Films. Come regista ha realizzato diversi cortometraggi, tra cui Two Cars, One Night, che ha ricevuto una nomination agli Oscar. Nel 2007 ha esordito nel lungo con Eagle vs Shark, presentato nella sezione Generation della Berlinale. WHAT WE DO IN THE SHADOWS regia, sceneggiatura/ directors, screenplay Taika Waititi, Jemaine Clement fotografia/cinematography Richard Bluck, DJ Stipsen montaggio/film editing Jonno Woodford-Robinson, Yana Gorskaya, Tom Eagles scenografia/ production design Ra Vincent costumi/costume design Amanda Neale musica/music Plan 9 suono/sound Chris Hiles interpreti e personaggi/ cast and characters Jemaine Clement (Vladislav), Taika Waititi (Viago), Jonathan Brugh (Deacon), Cori GonzalezMacuer (Nick), Stuart Rutherford (Stu), Jackie Van Beek (Jackie), Ben Fransham (Peter) produttori/producers Chelsea Winstanley, Emanuel Michael, Taika Waititi produzione/production Defender Films, Unison Films coproduttore/coproducer Pamela Harvey-White ** contatti/contacts Elle Driver Tel: +33 156 434 870 adeline@elledriver.eu www.elledriver.fr 15 SOMMARIO Quattro amici dividono una villa a Wellington. La convivenza è piuttosto pacifica e ogni sera in casa c’è una festa. Peccato che si tratti di party che finiscono sempre con spargimenti di sangue: i quattro sono infatti vampiri di diverse età, o per meglio dire secoli, alla costante ricerca di nuove vergini che possano appagare i loro appetiti. E quando la prospettiva è quella della vita eterna sono in pochi a non porgere il collo. «Nel 2011 siamo stati contattati per girare un documentario sui vampiri di Wellington. Avevamo sentito alcune storie, e visto Blade: Trinity, e tutto quello che sapevamo era di non voler restare nella stessa stanza con creature come quelle. Questo è più o meno il modo in cui abbiamo iniziato il film. Ma era sbagliato; alla fine siamo arrivati ad amarli, i vampiri, perché sono davvero dei tipi interessanti. Credo si tratti di mettere da parte i pregiudizi. Non sono gente alla Brad Pitt, ma hanno desideri e necessità come noi. Mentre li filmavamo abbiamo iniziato a chiederci chi fossero i veri vampiri, loro che bevono sangue o noi registi». ** Four friends living together in a mansion in Wellington. Their cohabitation is rather peaceful, and there is a party every evening. Too bad they all end in a bloodbath: the four friends are in fact all vampires of different ages (or rather, centuries) constantly looking for new virgins to satiate their appetites. Few can resist the temptation of eternal life. “In 2011, we were approached to make a vampire documentary documenting the vampires of Wellington. We’d heard stories about vampires. We’d seen Blade 3. We thought we don’t want to be in the room with those creatures, and that’s very much the way we approached it. But I think it was the wrong. We came to love those guys, they’re really great guys. I guess that’s about putting aside preconceived ideas. They’re not all Brad Pitt types. They have wants and needs just like us. When we filmed them, we started to think who is a real vampire? Is it them drinking the blood of humans or was it us the filmmakers?” TORINO 32 Jemaine Clement (Nuova Zelanda, 1974), attore, regista e produttore, è comico e scrittore. Suona nel gruppo Flight of the Conchords, fondato con Bret McKenzie, protagonista della serie HBO Flight of the Conchords (2007-2009). Taika Waititi (Wellington, New Zealand, 1975) is an actor, painter and photographer. Co-founder of the production company Defender Films with the screenwriter Ainsley Gardiner, he has made numerous short films of which Two Cars, One Night was nominated for an Oscar. In 2007 his debut feature film Eagle vs Shark screened in the Berlinale section Generation. Jemaine Clement (New Zealand, 1974) is an actor, director, producer, comedian and writer. He plays in his band Flight of the Conchords, founded with Bret McKenzie. The HBO series Flight of the Conchords (2007-2009) is dedicated to the fictional life of the band. filmografia/filmography Taika Waititi: Two Cars, One Night (cm, 2004), Tama Tu (cm, 2005), Falling Leaves (cm, 2006), Slade in Full (cm, 2007), Flight of the Conchords (ep. Drive By, New Fans, tv, 2007; Evicted, New Zealand Town, tv, 2009), Eagle vs Shark (2007), Boy (2010). Jemaine Clement: Short Poppies (ep. Mary Ledbetter, Terry Pole, tv, 2014). TORINO 32 philipp leinemann WIR WAREN KÖNIGE Germania/Germany, 2014, HD, 107’, col. THE KING SURRENDER regia, sceneggiatura/ director, screenplay Philipp Leinemann fotografia/cinematography Christian Stangassinger montaggio/film editing Max Fey, Jochen Retter scenografia/ production design Petra Albert costumi/costume design Sonja Hesse musica/music Sebastian Fischer suono/sound Johannes Doberenz interpreti e personaggi/ cast and characters Ronald Zehrfeld (Kevin), Misel Maticevic (Mendes), Tilman Strauß (Thorsten), Oliver Konietzny (Ioannis), Mohamed Issa (Nasim), Samia Chandrin (Nadine), Bernhard Schütz (Willmund), Thomas Thieme (Harthmann), Frederick Lau (Jacek), Hendrik Duryn (Brandes) produttori/producers Tobias Walker, Philipp Worm produzione/production Walker + Worm Film GmbH & Co. KG ** contatti/contacts Walker + Worm Film Andrea Frischholz office@w2-film.de www.w2-film.de Germania, una metropoli senza nome. La guerra senza quartiere tra la polizia e le gang locali, che controllano il traffico di droga, non conosce soste. Quando una pericolosa operazione va male e due agenti muoiono, a Kevin e Mendes, capi della divisione delle forze speciali, non rimane che giurare vendetta per la morte dei colleghi. Una vendetta da ottenere con ogni mezzo, legale e non. Parte così una frenetica e spietata caccia al colpevole, che non rispetta niente e nessuno. «Quella del film è un’idea che ho da prima di cominciare la scuola di cinema. Ricordo che, durante il tirocinio, sedevo sempre in disparte per scrivere il trattamento. Fin da subito ho avuto in mente C’era una volta in America di Leone. Così, il desiderio di fare un film sull’adolescenza, sulle esperienze di quell’età e sul loro fascino, sulla coesione di un gruppo di amici che vivono in questa nostalgia e in questo romanticismo c’è da sempre, e sapevo che non appena ne avessi avuto la possibilità avrei girato questo film». Philipp Leinemann (Braunschweig, Germany, 1979) went to Hochschule für Fernsehen und Film school in Munich. He directed many short films and commercials since 2004, including two advertising campaigns for the satellite channel Sky. In 2010, he made his feature-length debut with the drama Transit, which was presented in film festivals worldwide and won an award at the Munich Filmfest. He participated as screenwriter and director in some episodes of Weis es bleibt (2007), and co-wrote the screenplay of the crime drama Denn wir sind anders with Matthias Glasner and Jürgen Vogel. ** An endless all-out war between the police and local drug cartels is raging in the streets of a nameless German metropolis. When a dangerous operation goes badly, two officers get killed. Kevin and Mendes, heads of the Special Operations Division, have no choice but to swear to avenge their colleagues’ deaths. And they will retaliate with any means necessary, within or outside the law. It’s the beginning of a furious and ruthless manhunt to find the culprit, with no respect for anything or anyone. filmografia/filmography Jeinseits des Lichts (cm), Julian (cm), Weis es bleibt (coregia/codirectors Johannes Disselhoff, Konstantin Ferstl, Max Fey, Boris Kunz, Philip Leinemann, Torben Liebrecht, Maia Sander, Doron Wisotzky, Peter Carpentier, 2007), Blue Moon (cm), Transit (2010), Wir waren Könige (2014) . “I’ve had the idea for the movie even before going to film school. I remember that during my internship, I would sit aside and write down the plot. I had Sergio Leone’s Once Upon a Time in America in mind since the beginning. I’ve always wanted to make a movie on adolescence, on its charm and experiences, on the togetherness of being part of a group of friends, experiencing its nostalgia and romanticism. I knew I would’ve made this film as soon as I had the opportunity.” 16 SOMMARIO Philipp Leinemann (Braunschweig, Germania, 1979) si è iscritto alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco e a partire da 2004 ha diretto numerosi cortometraggi e spot, tra cui due campagne pubblicitarie per il canale satellitare Sky. Ha esordito nel lungometraggio nel 2010 con il film drammatico Transit, presentato nei festival di tutto il mondo e premiato al Munich Filmfest. In precedenza aveva partecipato come sceneggiatore e regista al film a episodi Weis es bleibt (2007) e con Matthias Glasner e Jürgen Vogel alla sceneggiatura del poliziesco Denn wir sind anders. TORINO 32 GRAN PREMIO TORINO 2014 JULIEN TEMPLE THE FILTH AND THE FURY SOMMARIO GRAN PREMIO TORINO 2014 Julien Temple DI EMANUELA MARTINI Absolute Beginners (1986) Maestro del video musicale (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young e tanti altri), del quale ha accompagnato e perfezionato l’evoluzione da uno stadio rudimentale a vera e propria creazione narrativa, il londinese Julien Temple (è nato nel quartiere di Kensington nel 1952) riassume bene le due anime, spesso contrastanti, del cinema britannico: da un lato l’eccentricità visionaria e al limite del kitsch di certi suoi film di finzione e dall’altro la malinconica passione con cui nei suoi documentari descrive pezzi, in continua evoluzione, della società britannica. Appassionatosi al cinema (in particolare al lavoro di Jean Vigo, del quale ripercorrerà la storia in un film del 1998, Vigo, passione per la vita) durante gli anni dell’università a Cambridge, negli anni Settanta Temple è un acuto osservatore partecipe dalla scena e della cultura punk londinese. Amico dei Sex Pistols, gira nel 1977 un breve documentario intitolato Sex Pistols Number 1, che è all’origine del suo primo lungometraggio, La grande truffa del rock’n’roll, del 1979, nel quale racconta la storia della band mescolando materiali di repertorio, animazione e nuove riprese e basandosi soprattutto sul punto di vista di Malcolm McLaren, l’impresario del gruppo che nel frattempo, con l’abbandono di Johnny Rotten e di Sid Vicious, si è sciolto. All’inizio degli anni Ottanta, Temple si dedica ai video musicali, realizza il cortometraggio Jazzin’ for Blue Jean, con David Bowie, e nel 1986 dirige il suo primo film di finzione, Absolute Beginners, 18 SOMMARIO GRAN PREMIO TORINO 2014 il musical sugli arrivisti beginners di fine anni Cinquanta descritti nel romanzo di Colin MacInnes. Ambientato nella Londra degli scontri razziali di Notting Hill del 1958, ricco di numeri musicali molto belli (con Bowie, Sade, Mick Jagger e altri), Absolute Beginners è «elettronico», vistoso, sfacciato, ridondante, ma anche molto lucido nella sua descrizione di un mondo gelido e sgradevole. Dopo aver girato negli Stati Uniti la commedia Le ragazze della terra sono facili (1988), Temple torna in patria e ricomincia a dedicarsi al documentario musicale: ancora studi della controcultura punk, nei due film successivi sui Sex Pistols, Sex Pistols - Oscenità e furore, 2000, e The Sex Pistols: There’ll Always Be an England, 2008, e in quello dedicato ai Clash, Joe Strummer: The Future Is Unwritten, 2007, o sulla forza di coesione culturale del rock, come in Oil City Confidential, 2009, ricostruzione della carriera dei Dr Feelgood, gruppo blues popolarissimo nella regione dell’Essex. La sua capacità di collegare i fenomeni musicali ai mutamenti sociali e culturali del Paese, di risalire ai bisogni che stanno all’origine della loro esplosione, di lavorare non tanto sulle star quanto sulla gente comune trasformano questi film in veri e propri ritratti di un’epoca e di una società. Fino all’autentica poesia di London: The Modern Babylon, il magnifico documentario del 2012 nel quale Temple racconta la vitalità inesauribile della sua città, attraverso un montaggio di materiali la cui intensità rimanda direttamente al cinema di Humphrey Jennings e Lindsay Anderson. GRAN PREMIO TORINO 2014 Julien Temple BY EMANUELA MARTINI Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007) A maestro of the music video (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young and many others), Julien Temple has fostered and perfected its evolution from a rudimental stage to true narrative creation. Born in London (in 1952 in Kensington), he reflects the two often contradictory souls of British cinema: on the one hand, the visionary and quasi-kitsch eccentricity of some of his fiction films; on the other, the melancholy passion of his documentaries describing parts of British society in constant evolution. A movie aficionado (in particular, the works by Jean Vigo, whose life he recounts in his 1998 movie, Vigo), during his university years at Cambridge, in the 1970s, Temple became a keen and participatory observer of London’s punk scene and culture. A friend of the Sex Pistols, in 1977 he made a short documentary entitled Sex Pistols Number 1, the basis of his first featurelength movie, The Great Rock’n’Roll Swindle (1979), in which he tells the story of the band. Using repertory material, animation and new footage, it is told primarily from the point of view of Malcolm McLaren, the impresario of the band which, in the meantime, had dissolved after Johnny Rotten and Sid Vicious 19 SOMMARIO GRAN PREMIO TORINO 2014 walked out. In the early 1980s, Temple dedicated himself to music videos and made the short Jazzin’ for Blue Jean, with David Bowie; and in 1986 he directed his first fiction film, Absolute Beginners, a musical about the careerist beginners in the late 1950s described in the novel by Colin MacInnes. Set in London during the 1958 racial clashes in Notting Hill, full of wonderful songs (sung by Bowie, Sade, Mick Jagger and others), Absolute Beginners is “electronic,” flashy, bold, redundant, but also very lucid in its description of a cold and unpleasant world. After shooting the comedy Earth Girls Are Easy (1988) in the United States, Temple returned to England and once again dedicated himself to music documentaries. He concentrated on the punk counterculture in his next two films about the Sex Pistols, The Filth and the Fury (2000) and There’ll Always Be an England (2008); and in the movie dedicated to the Clash, Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007). He also investigated rock music’s power to create cultural cohesion, like in Oil City Confidential, 2009, a reconstruction of the career of Dr Feelgood, a blues band that was very popular around Essex. His ability to connect musical phenomena to social and cultural changes in his country, to detect the underlying needs that catalyzed these changes, and to work not just with stars but with normal people transform his movies into true portraits of an era and a society. All the way to the authentic poetry of London: The Modern Babylon, the magnificent documentary from 2012 in which Temple recounts the unlimited vitality of his city through edited material whose intensity is a direct reference to the cinema of Humphrey Jennings and Lindsay Anderson. GRAN PREMIO TORINO 2014 julien temple THE FILTH AND THE FURY Regno Unito/UK, 2000, 35mm, 108’, col. SEX PISTOLS OSCENITÀ E FURORE regia/director Julien Temple montaggio/film editing Niven Howie interpreti/cast John Lydon, Steve Jones, Glen Matlock, Paul Cook, Sid Vicious, Malcolm McLaren produttori/producers Anita Camarata, Amanda Temple produzione/production Film Four distribuzione/distribution Bim Distribuzione ** contatti/contacts Park Circus Tel: +44 01 413 322 175 info@parkcircus.com www.parkcircus.com Ascesa e declino dei Sex Pistols, secondo alcuni inventori del punk, secondo altri poco più che un gruppo di oltraggiosi sbandati. Una band diventata fenomeno storico e culturale nel Regno Unito dei tardi anni Settanta, scosso da fortissime tensioni sociali e politiche che i Pistols riuscirono a trasformare in musica. Quattro ragazzi della working class dotati di uno stile unico e iconoclasta, messo a punto con il manager e demiurgo Malcolm McLaren. Vent’anni dopo La grande truffa del rock’n’roll, il suo primo documentario sui Pistols, Julien Temple torna a raccontare la loro storia, affidandosi a materiali di repertorio rari e inediti e mostrando il punto di vista dei diretti interessati. «Si trattava di un progetto congiunto tra me e la band, quindi sapevo che, a modo mio, stavo cercando di trasmettere il loro punto di vista sulla storia raccontata e i loro sentimenti. Una volta deciso questo, sono stato abbastanza libero di fare quello che volevo, e così ho fatto. Non mi hanno fatto cambiare nulla, davvero». ** The rise and fall of the Sex Pistols. According to some they invented punk, while for others they were just an outrageous group of degenerates. The band became a socio-cultural phenomenon in the United Kingdom in the late 1970s; at a time when the country was shaken by extreme social and political tension, the Sex Pistols managed to transform it into music. Four working class kids with a unique and iconoclastic style that was fine-tuned by their manager Malcolm McLaren. Twenty years after his first documentary on the Sex Pistols, The Great Rock’n’Roll Swindle, Julien Temple retraces their story from the band members’ viewpoint using rare and unedited stock footage. “It was always a joint project between myself and the band, so I was aware of trying to convey, in my own way, their side of the story and their feelings. So I think that once that was established, I was quite free to do what I wanted, and I did. They never made me change anything, actually.” 20 SOMMARIO GRAN PREMIO TORINO 2014 Julien Temple (Londra, Regno Unito, 1953) si è diplomato alla National Film and Television School e ha esordito con il cortometraggio Sex Pistols Number 1 (1977), seguito dal documentario sul punk La grande truffa del rock’n’roll (1980). Regista di videoclip, ha diretto i lungometraggi Absolute Beginners (1986), Le ragazze della terra sono facili (1988), oltre ai documentari musicali Sex Pistols Oscenità e furore e Glastonbury. Ha partecipato a più riprese al Torino Film Festival, presentando i documentari Il futuro non è scritto Joe Strummer (2007), altro film dedicato a un grande della musica rock, Requiem for Detroit? (2010) e London - The Modern Babylon (2012). Julien Temple (London, UK, 1953) studied at the National Film and Television School. He debuted with the short Sex Pistols Number 1 (1977), followed by the punk culture documentary The Great Rock’n’Roll Swindle (1980). He directed several music videos, many feature films (Absolute Beginners, 1986; and Earth Girls Are Easy, 1988), and music documentaries (such as The Filth and the Fury, 2000; and Glastonbury, 2006). He participated to the Torino Film Festival on multiple occasions, presenting another great film dedicated to rock music Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007), as well as his documentaries Requiem for Detroit? (2010), and London The Modern Babylon (2012). filmografia essenziale/ essential filmography Sex Pistols Number 1 (coregia/codirector John Tiberi, cm, doc., 1977), The Great Rock’n’Roll Swindle (La grande truffa del rock’n’roll, 1980), Absolute Beginners (1986), Earth Girls Are Easy (Le ragazze della terra sono facili, 1988), Vigo (Vigo, passione per la vita, 1998), The Filth and the Fury (Sex Pistols Oscenità e furore, doc., 2000), Glastonbury (doc., 2006), Joe Strummer: The Future Is Unwritten (Il futuro non è scritto - Joe Strummer, doc., 2007), The Eternity Man (2008), The Liberty of Norton Folgate (coregia/codirector Luke Cresswell, doc., 2009), Oil City Confidential (doc., 2009), Paul Weller: Find the Torch (tv, doc., 2010) Requiem for Detroit? (doc., 2010), London - The Modern Babylon (doc., 2012), Rio 50 Degrees (doc., 2014). F E S TA M O B I L E I FILM ’71 | A.J. EDWARDS THE BETTER ANGELS | MATHIEU AMALRIC LA CHAMBRE BLEUE | SUSANNE - A SECOND CHANCE | NED BENSON THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HER | THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HIM | MICHAËL R. ROSKAM THE DROP | EMILIE VERHAMME EAU ZOO | ANNE FONTAINE GEMMA BOVERY | VICTOR FLEMING GONE WITH THE WIND | TOMMY LEE JONES THE HOMESMAN | MAYA FORBES INFINITELY POLAR BEAR | SÉBASTIEN BETBEDER INUPILUK | WLADYSLAW PASIKOWSKI JACK STRONG | LISANDRO ALONSO JAUJA | DAIHACHI YOSHIDA KAMI NO TSUKI - PALE MOON | WOODY ALLEN MAGIC IN THE MOONLIGHT | CONSTANTIN POPESCU MECANICA NOSTALGICĂ A ÎNTÎMPLĂRILOR - THE NOSTALGIC MECHANICS OF RANDOMNESS | JOHN MAGARY THE MEND | STEFANO DI POLITO MIRAFIORI LUNAPARK | GIACOMO CIARRAPICO, MATTIA TORRE, LUCA VENDRUSCOLO OGNI MALEDETTO NATALE | BRUNO DUMONT P’TIT QUINQUIN | MICHELE PLACIDO PRIMA DI ANDAR VIA | DARIO ARGENTO PROFONDO ROSSO | DAVID MICHÔD THE ROVER | DEBRA GRANIK STRAY DOG | JAMES MARSH THE THEORY OF EVERYTHING | GIAN PIERO PALOMBINI, FEDERICO SCHIAVI TOGLIATTI(GRAD) | RUBEN ÖSTLUND TURIST - FORCE MAJEURE | DAMIEN CHAZELLE WHIPLASH | JEAN-MARC VALLÉE WILD YANN DEMANGE BIER EN CHANCE TIL R I T R AT T I D ’ A R T I S TA IAIN FORSYTH, JANE POLLARD 20,000 DAYS ON EARTH | GIANCARLO SOLDI NESSUNO SIAMO PERFETTI | | MARIO SESTI SENZA LUCIO | DANIELE SEGRE IL VIAGGIO DI CARLO | MARILENA MORETTI WALKING WITH RED RHINO - A SPASSO CON ALBERTO SIGNETTO JACOPO QUADRI LA SCUOLA D’ESTATE TORINO INCONTRA BERLINO VOLKER SCHLÖNDORFF BAAL | ROBERT WIENE DAS CABINET DES DR CALIGARI | VOLKER SCHLÖNDORFF DIPLOMATIE PREMIO MARIA ADRIANA PROLO BRUNO BOZZETTO ALLEGRO NON TROPPO 2014 | UNA VITA IN SCATOLA | MISTER TAO | EUROPA&ITALIA | RAPSODEUS TFF E INTESA SAN PAOLO PER EXPO MILANO 2015 TERENCE FISHER, ANTONY DARNBOROUGH SO LONG AT THE FAIR SOMMARIO F E S TA M O B I L E Festa Mobile DI EMANUELA MARTINI Magic in the Moonlight (2014) Si apre con una commedia sui generis, raffinata e spiazzante: Gemma Bovery di Anne Fontaine, tratta dal critico e sceneggiatore Pascal Bonitzer dal graphic novel di Posy Simmonds (autrice anche di Tamara Drewe), nella quale il panettiere Fabrice Luchini e la bella inglese Gemma Arterton intrecciano vita e immaginazione prendendo spunto dal capolavoro di Flaubert. Si chiude invece con il viaggio negli spazi fisici e psichici sconfinati di Wild, nel quale il regista Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club), lo sceneggiatore Nick Hornby e la protagonista (e produttrice) Reese Witherspoon ripercorrono l’avventura di Cheryl Strayed, la scrittrice americana che, nel pieno di 22 SOMMARIO F E S TA M O B I L E una crisi esistenziale, si buttò tutto alle spalle e si avviò a piedi lungo i 1600 chilometri del Pacific Crest Trail. Tra questi due momenti, Festa mobile 2014 presenta come sempre (fuori concorso) il «bottino» di film che ci sono piaciuti, raccolti in giro per il mondo e ancora inediti in Italia. Dal Regno Unito The Theory of Everything, il nuovo film di James Marsh (Man on Wire e Doppio gioco) sulla storia dell’astrofisico Stephen Hawking (interpretato dal giovane, bravissimo Eddie Redmayne), del suo genio, del suo matrimonio, della sua malattia, della sua ostinata voglia di vivere e ideare. Dall’Australia, il duro noir postapocalittico F E S TA M O B I L E The Rover di David Michôd (Animal Kingdom), con Guy Pearce e Robert Pattinson. Dall’Irlanda, il tesissimo ’71 di Yann Demange, lunga notte di una recluta inglese separata dalla sua unità e braccata da tutti nella zona calda di Belfast. Dalla Francia, La chambre bleue, il sensuale, perfetto esercizio di Mathieu Amalric su un testo claustrofobico di Simenon, e P’tit Quinquin, l’esilarante, surreale miniserie tv diretta da Bruno Dumont (in vena anche di prendersi in giro). Due diversi thriller a sfondo familiare dai Paesi scandinavi: dalla Danimarca A Second Chance, il nuovo, inquietante scavo nei dubbi e nelle tensioni morali di Susanne Bier, e dalla Svezia Force majeure di Ruben Östlund, disastro naturale e coniugale sulle Alpi. Dalla Polonia Jack Strong di Wladyslaw Pasikowski, stringata spy story ispirata alla storia vera del colonnello Ryszard Kuklinski; dal Giappone, Pale Moon di Daihachi Yoshida, storia della passione sbagliata di una riservata funzionaria di banca per il nipote di una cliente; dall’Argentina, il viaggio nel deserto della Patagonia narrato in Jauja da Lisandro Alonso; dal Belgio, un piccolo film prezioso, Eau Zoo di Emilie Vernamme, storia d’amore tra due adolescenti che crescono in una comunità ossessionata e isolata. Molti gli americani: da Magic in the Moonlight, la nuova commedia di Woody Allen, tra fantasmi, maghi e imbroglioni, ambientata sulla Costa Azzurra e interpretata da Colin Firth ed Emma Stone, a Infinitely Polar Bear, opera prima autobiografica di Maya Forbes, che racconta con humour del periodo che trascorse insieme alla sorella, negli anni Settanta, affidata al tenero ma imprevedibile padre affetto da disturbi bipolari (Mark Ruffalo); dal travolgente-jazzato-metropolitano Whiplash di Damien Chazelle (a Torino nel 2009 con Guy and Madeleine on a Park Bench) al riflessivodolente-campestre The Better Angels di A.J. Edwards (collaboratore di Terrence Malick), che racconta l’infanzia di Abraham Lincoln. E poi generi: dal noir The Drop di Michael Roskam, storia di un barman solitario (Tom Hardy) e di suo cugino Marv (James Gandolfini), all’anomalo western The Homesman di e con Tommy Lee Jones, all’acidissima commedia familiare The Mend di John Magary, nella quale due fratelli diversissimi sono costretti a una convivenza forzata e difficile, al torrenziale mélo The 23 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Disappearance of Eleanor Rigby di Ned Benson, nella versione integrale: in due film, Him e Her, la storia di una coppia che s’incontra, s’innamora, si sposa e si spezza bruscamente, raccontata dalla parte di lei (Jessica Chastain) e di lui (James McAvoy). Infine, omaggio alla giurata Debra Granik (vincitrice del Festival nel 2010 con Un gelido inverno), Stray Dog, la storia di «Cane randagio», un maturo biker reduce dal Vietnam, tra viaggi con i compagni sulla sua Harley e vita nella sua famiglia eterogenea, che collega non solo idealmente gli indipendenti Usa contemporanei con la New Hollywood anni Settanta. Last but not least, quattro film italiani: la banda di Boris (cioè Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo) approda al Festival con Ogni maledetto Natale, ironica ricognizione della festa per eccellenza casalinga vissuta in due famiglie agli opposti: i rozzissimi parenti di lei (Alessandra Mastronardi) e quelli ultrasnob di lui (Alessandro Cattelan). Nel cast, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Laura Morante, Francesco Pannofino, Corrado Guzzanti; il documentario Togliatti(grad) di Gian Piero Palombini e Federico Schiavi, che attraverso materiali di repertorio e interviste narra la nascita della città nella quale crebbe, con il sostegno della Fiat, l’industria automobilistica sovietica; ancora ricordi della Fiat in Mirafiori Lunapark di Stefano Di Polito, surreale avventura di tre operai in pensione (Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio Colangeli) che vogliono dare nuova vita alla Mirafiori; e Prima di andar via, nel quale Michele Placido riprende e amplia lo spettacolo teatrale di Filippo Gili sul tema spinoso del suicidio. Infine due restauri: in collaborazione con la Cineteca nazionale e Medusa, quello di Profondo rosso di Dario Argento, in occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita del film; e per il settantacinquesimo anniversario, quello di Via col vento, in collaborazione con la Warner. F E S TA M O B I L E Festa Mobile BY EMANUELA MARTINI The Homesman (2014) It begins with a unique comedy, sophisticated and surprising: Gemma Bovery by Anne Fontaine, written by the critic and screenwriter Pascal Bonitzer and based on the graphic novel by Posy Simmonds (who also wrote Tamara Drewe), in which the baker Fabrice Luchini and the beautiful Englishwoman Gemma Arterton blend together real life and fantasy, taking their cue from Flaubert’s masterpiece. It ends with a voyage into the unlimited physical and psychic space of Wild, in which the director Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club), the screenwriter Nick Hornby and the star (and producer) Reese Witherspoon reconstruct the adventures 24 SOMMARIO F E S TA M O B I L E of Cheryl Strayed, an American author in the throes of an existential crisis who leaves everything behind and sets off to hike the 1,600 kilometers of the Pacific Crest Trail. Between these two moments, Festa Mobile 2014, as always, presents (out of competition) a “booty” of movies we liked, gathered from all over the world and still unreleased in Italy. From the United Kingdom, The Theory of Everything, the new movie by James Marsh (Man on Wire and Shadow Dancer) about the astrophysicist Stephen Hawking (played by the young, very talented Eddie Redmayne), his genius, his marriage, his disease, his stubborn F E S TA M O B I L E desire to live and cogitate. From Australia, a harsh, post-apocalyptic noir, The Rover by David Michôd (Animal Kingdom), starring Guy Pearce and Robert Pattinson. From Ireland, the very tense ’71 by Yann Demange, the long night of an English recruit who gets separated from his unit in the hot zone of Belfast and is hunted by everyone. From France, La chambre bleue, the sensual, perfect work by Mathieu Amalric based on a claustrophobic story by Simenon; and P’tit Quinquin, the hilarious, surreal TV miniseries directed by Bruno Dumont (in the mood to poke fun at himself). Two different Scandinavian thrillers revolve around families: from Denmark, A Second Chance, in which Susanne Bier once again disquietingly delves into doubts and moral tensions; and from Sweden, Force majeure by Ruben Östlund, a natural and a marital disaster set in the Alps. From Poland, Jack Strong by Wladyslaw Pasikowski, a concise spy story based on the true story of Colonel Ryszard Kuklinski; from Japan, Pale Moon by Daihachi Yoshida, the story of a shy bank clerk’s ill-considered love for a client’s nephew; from Argentina, Jauja, a journey into the Patagonian desert by Lisandro Alonso; from Belgium, a small, precious film, Eau Zoo by Emilie Vernamme, a love story about two adolescents growing up in an obsessed and isolated community. There are many American movies: Magic in the Moonlight, Woody Allen’s new comedy featuring ghosts, magicians and con artists on the Côte d’Azur, starring Colin Firth and Emma Stone; Infinitely Polar Bear, an autobiographical first film by Maya Forbes, who humorously recounts the period in the 1970s when she and her sister were entrusted to their loving but unpredictable bipolar father (Mark Ruffalo); the captivatingjazzy-metropolitan Whiplash by Damien Chazelle (who participated at the 2009 Festival with Guy and Madeleine on a Park Bench); the reflective-painful-rural The Better Angels by A.J. Edwards (a collaborator of Terrence Malick), that recounts Abraham Lincoln’s childhood. And then there are the genres: the noir The Drop by Michael Roskam, the story of a solitary bartender (Tom Hardy) and his cousin Marv (James Gandolfini); the anomalous western The Homesman, by and with Tommy Lee Jones; the caustic family comedy The Mend by John Magary, in which two very different brothers must deal with a forced and difficult 25 SOMMARIO F E S TA M O B I L E cohabitation; the torrential melodrama The Disappearance of Eleanor Rigby by Ned Benson, in its uncut version: in two movies, Him and Her, the story of a couple that meets, falls in love, marries and abruptly separates is told from her side (Jessica Chastain) and from his (James McAvoy). Then, a tribute to the jury member Debra Granik (who won the 2010 Festival with Winter’s Bone), Stray Dog, the story of a mature biker-Vietnam veteran, his journeys on his Harley Davidson with his companions, and his heterogeneous family life: it draws more than just an ideal line between contemporary U.S. independent film and the New Hollywood of the 1970s. Last but not least, four Italian movies: the gang of Boris (Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre and Luca Vendruscolo) come to the Festival with Ogni maledetto Natale, an ironic tribute to the family celebration par excellence, Christmas, as it is experienced in two very different families: the highly uncouth parents of her (Alessandra Mastronardi) and the ultra-snob family of him (Alessandro Cattelan). The cast also includes Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Laura Morante, Francesco Pannofino and Corrado Guzzanti. The documentary Togliatti(grad) by Gian Piero Palombini and Federico Schiavi, which uses archive material and interviews to narrate the birth of the city in which the Soviet automotive industry grew with the support of FIAT. Another film about FIAT in Mirafiori Lunapark by Stefano Di Polito, the surreal adventure of three retired workers (Alessandro Haber, Antonio Catania and Giorgio Colangeli) who want to bring new life to the Mirafiori factory. And Prima di andar via, in which Michele Placido takes up and expands on Filippo Gili’s theatrical play about the touchy subject of suicide. And finally, two restorations: in collaboration with the Cineteca nazionale and Medusa, Profondo rosso by Dario Argento, on the occasion of the 40 anniversary of its release; and for its 75 anniversary, Gone With the Wind, in collaboration with Warner. TH TH F E S TA M O B I L E yann demange ’71 Regno Unito/UK, 2014, HD, 100’, col. ’71 regia/director Yann Demange sceneggiatura/screenplay Gregory Burke fotografia/cinematography Anthony «Tat» Radcliffe montaggio/film editing Chris Wyatt scenografia/ production design Chris Oddy costumi/costume design Jane Petrie musica/music David Holmes suono/sound Rashad Omar interpreti e personaggi/ cast and characters Jack O’Connell (Gary Hook), Paul Anderson (Leslie Lewis), Richard Dormer (Eamon), Sean Harris (l’agente/officer Sandy), Barry Keoghan (Sean Bannon), Martin McCann (Paul Haggerty), Charlie Murphy (Brigid), Sam Reid (ten./lt. Armitage), William Scott (Quinn), David Wilmot (Boyle) produttori/producers Angus Lamont, Robin Gutch produzione/production Crab Apple Films, Warp Films distribuzione/distribution Good Films ** contatti/contacts Good Films Francesco Melzi D’Eril francesco.melzi@goodfilms.it www.goodfilms.it 26 SOMMARIO Belfast, 1971. L’Irlanda del Nord è insanguinata dalla guerra civile tra cattolici indipendentisti e protestanti filobritannici, che si combattono a suon di attentati e sparatorie, a cui partecipano unità paramilitari, bande di irregolari e di criminali. Tra i soldati di Sua Maestà impiegati per le strade della capitale irlandese c’è la recluta Gary. Quando, durante un combattimento, si trova solo e sperduto tra le linee nemiche, ha inizio per lui una notte da incubo, in cui dovrà fronteggiare in prima persona il terrore e l’angoscia nati dall’odio fratricida. «Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta, molte immagini mi sono venute in mente, immagini di film come I guerrieri della notte di Walter Hill o 1997: fuga da New York di John Carpenter. Anche una scena incredibile dell’Armata degli eroi in cui viene ucciso un collaborazionista. Ho rubato idee da un sacco di film…» ** Belfast, 1971. A bloodstained Northern Island at the height of the Troubles. Catholic Nationalists and Protestant Loyalists are fighting each other in the streets, shooting, detonating car bombs. The two sides are joined by paramilitary troops, irregulars, and criminals. Gary is one of the recruits of Her Majesty’s Armed Forces patrolling the streets of the capital. During a combat, he gets separated from his squad and finds himself behind enemy lines. The night quickly turns into a nightmare, and Gary will have to face the terror and anguish generated by that fratricidal hatred. “When I read the screenplay for the first time, many images crossed my mind, from The Warriors by Walter Hill to Escape from New York by John Carpenter. There was also that incredible scene in Army of Shadows when they were going to shoot a collaborator. I’ve stolen things from lots of films.” F E S TA M O B I L E Yann Demange (Parigi, Francia, 1977) è cresciuto a Londra e ha iniziato a lavorare come regista di concerti e videoclip. Ha esordito nella regia cinematografica nel 2001 con Joe, presentato al British Council Festival. Quindi si è diplomato presso la National Film School e ha diretto il film per la televisione Man in a Box (2004) e i cortometraggi Incomplete (2006) e Alan & Samir (2007). Ha ricevuto la nomination per la migliore serie tv ai Bafta Awards per Dead Set (2009) e nel 2013 quella per il miglior regista per un’altra serie, Top Boy. ’71, presentato in concorso alla Berlinale, è il suo primo lungometraggio. Yann Demange (Paris, France, 1977) grew up in London, where he started off directing concerts and music videos. He directed his first feature film Joe in 2001, which was presented at the British Council Festival. After graduating from the National Film and Television School, he made the TV movie Man in a Box (2004), the short films Incomplete (2006) and Alan & Samir (2007). He directed the show Dead Set (2009), for which he received a nomination for best drama serial at the BAFTA Awards, and in 2013 he won the award for best director for the TV series Top Boy. ’71 is his debut feature film and was selected at the Berlinale competition. filmografia essenziale/ essential filmography Joe (cm, 2001), Man in a Box (tv, 2004), Incomplete (cm, 2006), Alan & Samir (cm, 2007), Dead Set (serie tv/tv series, 2009), Top Boy (serie tv/tv series, 2011), ’71 (2014). F E S TA M O B I L E a.j. edwards THE BETTER ANGELS Usa, 2014, HD, 94’, bn/bw A.J. Edwars (Walnut Creek, California, Usa) è cresciuto a San Antonio, in Texas. Dal 2004 collabora con Terrence Malick, lavorando come regista della seconda unità e comontatore in The New World - Il nuovo mondo (2005), The Tree of Life (2011), To the Wonder (2012) e Knight of Cups, attualmente in fase di postproduzione e la cui uscita è prevista per il 2015. The Better Angels segna il suo debutto come regista. THE BETTER ANGELS regia, sceneggiatura/ director, screenplay A.J. Edwards fotografia/cinematography Matthew J. Lloyd montaggio/film editing Alexander Richard Milan scenografia/ production design Caroline Hanania costumi/costume design Lisa Tomczeszyn musica/music Hanan Townsend suono/sound Daniel Bricker interpreti e personaggi/ cast and characters Diane Kruger (Sarah Lincoln), Braydon Denney (Abe), Jason Clarke (Tom Lincoln), Brit Marling (Nancy Lincoln), Wes Bentley (Mr Crawford), Cameron Williams (Dennis), McKenzie Blankenship (Sally) produttori/producers Terence Malick, Nicolas Gonda, Charley Beil, Jake Devito produzione/production Cinetic Media coproduttore/coproducer Elizabeth Lodge ** contatti/contacts Electric Entertainment Tel: +1 323 836 05 56 Jamie Schneider jamies@electricentertainment.com www.electricentertainment.com Alla morte dell’amata madre, il futuro presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln, ancora bambino, viene allevato dal padre Tom, uomo rigido e severo. Quando questi parte alla ricerca di una nuova moglie, tocca a Abe prendersi cura della sorella Sally e del cugino Dennis, proteggendoli dal gelo dell’inverno, dagli animali selvatici e dalla fame. Al suo ritorno Tom ha con sé Sarah, subito rifiutata dal figlio. Ma dopo un inizio difficile, la reciproca conoscenza farà nascere tra i due un rapporto indissolubile. «Questo film mette in scena una perdita profonda e personale, una forte sofferenza e la consapevolezza del fatto che la fede e la perseveranza possono trasformare il dolore di qualcuno in un bene per tutti. Al centro del racconto ci sono l’importanza della famiglia, dell’educazione, delle convinzioni e della tolleranza. Spero che questo film e il suo messaggio universale raggiungano un pubblico di giovani e di persone più mature. Mi auguro che diventi uno specchio per gli spettatori di ogni luogo, mostrando chi siamo, da dove veniamo e cosa possiamo essere». ** The future President of the United States Abraham Lincoln was still a child when his beloved mother died. So he was raised by his father Tom, a stern and uncompromising man. When Tom leaves in search of a new wife, young Abe has to look after his sister Sally and his cousin Dennis, protecting them from the cold winter, from wild animals, and from starvation. When Tom returns with Sarah, he immediately rejects her. But after a difficult start, Abraham and Sarah get to know each other and develop an unbreakable bond. “This is a film that portrays profound and personal loss, intense suffering, and the realization that faith and endurance can transform one’s suffering into good for all. The importance of family, education, belief and tolerance are at its heart. I hope this film and its universal message reach an audience of young and old alike. I hope the film acts as a mirror to audiences everywhere, showing who we are, where we came from, and what we can all be.” 27 SOMMARIO F E S TA M O B I L E A.J. Edwards (Walnut Creek, CA, USA) grew up in San Antonio, Texas. He has been working with Terrence Malick as second unit director and co-editor since 2004, making The New World (2005), The Tree of Life (2011), To the Wonder (2012), and Knight of Cups, which is currently in post-production and expected to be released in 2015. The Better Angels marks his debut in the director’s seat. filmografia/filmography The Better Angels (2014). F E S TA M O B I L E mathieu amalric LA CHAMBRE BLEUE Francia/France, 2014, HD, 76’, col. THE BLUE ROOM regia/director Mathieu Amalric soggetto/story dal romanzo La camera azzurra di/from the novel of the same title by Georges Simenon sceneggiatura/screenplay Stéphanie Cléau, Mathieu Amalric fotografia/cinematography Christophe Beaucarne montaggio/film editing François Gedigier scenografia/ production design Christophe Offret musica/music Grégoire Hetzel suono/sound Olivier Mauvezin, Séverin Favriau, Stéphane Thiébaut interpreti e personaggi/ cast and characters Léa Drucker (Delphine Gahyde), Mathieu Amalric (Julien Gahyde), Stéphanie Cléau (Esther Despierre), Laurent Poitrenaux (il giudice istruttore/ examining magistrate), Serge Bozon (il capitano di polizia/captain of gendarmerie), Blutch (lo psicologo/psychologist) produttore/producer Paulo Branco produzione/production Alfama Films, film(s), ARTE France Cinéma ** contatti/contacts Alfama Films Andréa Dos Santos Tel: +33 142 018 475 andrea.alfamafilms@orange.fr www.alfamafilms.com 28 SOMMARIO L’appuntamento è sempre lo stesso: l’Hotel des Voyageurs, dove le pareti azzurre della stanza sono uniche testimoni della passione tra Julien ed Esther. Ex compagni di scuola, separati da scelte di vita differenti, ritrovatisi quarantenni e sposati, i due sono irrimediabilmente attratti l’uno dall’altra. Nella loro estate di incontri clandestini e menzogne, qualcosa però è successo: qualcosa per cui Julien è stato arrestato ma che non riesce a ricostruire, prigioniero dei ricordi e della camera blu. «Già in fase di sceneggiatura volevamo che suono e immagine si facessero la guerra, e questo implicava un certo tipo di intreccio narrativo. Quindi ho cercato di avere più tempo possibile per il montaggio; le tempistiche lo permettevano, dal momento che abbiamo girato in due momenti diversi, a giugno e a novembre, e nel frattempo ho cominciato a montare. Abbiamo dovuto lavorare a monte, insistendo molto sulla preparazione. Sapevo che sarebbe stato un film breve, un B-movie come quelli di Tourneur per la RKO, ad esempio L’alibi sotto la neve, o come Seduzione mortale di Preminger». ** They always meet at the same place: the Hotel des Voyageurs, where the blue walls of the room are the only witnesses of the passion between Julien and Esther. Former schoolmate who were separated by different choices of lifestyle, they meet up again. Forty years old and married to other people, they are irremediably attracted to each other. But, during their summer of furtive meetings and lies, something happens: something for which Julien is arrested but which he cannot reconstruct, a prisoner of the moments spent in the blue room. “At the stage of the screenplay we already wanted the sound and image to make war on each other, which leads to a particular narrative arrangement. Therefore, I managed to have the most time possible for editing. The schedule permitted it, since we shot in two parts, in July and in November, with the ability to start editing in the meantime. Beyond that, we really had to work upstream, to insist on the preparation. I knew it would be a short film, B movies type, in the spirit of Jacques Tourneur’s films produced by RKO – including a film entitled Nightfall. Angel Face by Otto Preminger was also a flagship.” F E S TA M O B I L E Mathieu Amalric (Neuilly-sur-Seine, Francia, 1965) ha iniziato come stagista sul set di Arrivederci ragazzi (1987) di Louis Malle. Consacratosi come attore soprattutto grazie al sodalizio con Arnaud Desplechin (nel 1997 il ruolo di Paul Dedalus in Comment je me suis disputé... (ma vie sexuelle) gli è valso il César come miglior giovane attore francese), ha portato avanti parallelamente il lavoro di regista. Nel 2005 e nel 2008 ha vinto il César come miglior interprete maschile per I re e la regina, sempre di Desplechin, e per Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel; nel 2010 ha invece vinto il premio per la regia a Cannes con Tournée, presentato lo stesso anno anche al Torino Film Festival, dove l’anno successivo sono stati proiettati il cortometraggio Joann Sfar (dessins) e L’illusion comique. Mathieu Amalric (Neuilly-sur-Seine, France, 1965) began as an apprentice on the set of Au revoir les enfants (1987) by Louis Malle. He became famous above all thanks to his collaboration with Arnaud Desplechin (in 1997 he played Paul Dedalus in My Sex Life... or How I Got into an Argument, which won him a César as best young actor in France) and at the same time continued to direct. In 2005 and 2008 he received a César as best actor for Kings and Queen, by Desplechin, and for The Diving Bell and the Butterfly by Julian Schnabel; in 2010 he won the prize for best director at Cannes for his film On Tour, presented the same year also at the Torino Film Festival, where in 2011 were presented Joann Sfar (Drawings) and The Screen Illusion. filmografia essenziale/ essential filmography Marre de café (cm, 1985), Sans rires (cm, 1990), 8 bis (cm, 1993), Mange ta soupe (1997), Le stade de Wimbledon (Lo stadio di Wimbledon, 2000), 14¤58 (cm, 2003), Deux cages sans oiseaux (cm, 2007), Tournée (id., 2010), Joann Sfar (dessins) (mm, doc., 2010), L’illusion comique (tv, 2010), Hopper vu par… (coregia/codirectors Sophie Barthes, Dominique Blanc, Valérie Mrejen, Valérie Pirson, Sophie Fiennes, Martin de Thurah, Hannes Stöhr, ep. Next to Last (Autumn 63), cm, 2012), La chambre bleue (2014). F E S TA M O B I L E susanne bier EN CHANCE TIL Danimarca/Denmark, 2014, HD, 104’, col. A SECOND CHANCE regia/director Susanne Bier sceneggiatura/screenplay Anders Thomas Jensen fotografia/cinematography Michael Snyman montaggio/film editing Pernille Bech Christensen suono/sound Eddie Simonsen, Anne Jensen interpreti e personaggi/ cast and characters Nikolaj Coster-Waldau (Andreas), Ulrich Thomsen (Simon), Maria Bonnevie (Anne), Nikolaj Lie Kaas (Tristan), Lykke May Andersen (Sanne) produttore/producer Sisse Graum Jorgensen produzione/production Zentropa Entertainments34 coproduttori/coproducers Charlotte Pedersen, Bo Damgaard, Madeleine Ekman, Jessica Ask ** contatti/contacts Teodora Film Margherita Chiti Tel: +39 335 798 73 69 margherita.chiti@teodorafilm.com teodoracinema.blogspot.it Andreas è un giovane e promettente detective appena diventato padre. Se sul fronte personale la sua vita è dominata dalle urla del figlio appena nato, sul lavoro deve affrontare una situazione non meno ingestibile. Il suo socio Simon, infatti, ha appena divorziato e sta assorbendo il colpo nel peggiore dei modi, esagerando con l’alcol e cercando a tutti i costi la rissa. Un giorno i due vengono chiamati a indagare su un caso di disturbo della quiete pubblica e si imbattono in una realtà di droga e violenza che li costringe a misurarsi con decisive questioni morali. «È una cosa fra me e lo sceneggiatore Anders Thomas, finiamo sempre per discutere di dilemmi morali. Trovo interessante la questione su chi abbia davvero ragione e chi torto, o il fatto che il desiderio comune di prendere decisioni nette, o bianche o nere, sia impossibile. Sapevamo anche che esiste una tradizione scandinava di poliziotti tormentati, una cosa che mi ha sempre affascinato, e che il film doveva fare questo: guardare al thriller, ma trattare anche di profondi dilemmi umani». ** Andreas is a young and promising detective who recently became a father. On the one hand, his family life is dominated by the cries of his newborn son, while on the other hand he has deal with something even more unpleasant in his professional life. His partner Simon just went through a divorce, and he is really struggling to pull through, binge drinking and picking fights with everyone. When the two detectives are called for a noise complaint, they walk into a world of drugs and violence that forces them to confront some major moral dilemmas. “It’s a thing between Anders Thomas [the screenwriter, Ed.] and me: we always end up having these discussions about moral dilemmas. I find them interesting: knowing who is really right and who is really wrong, our common desire to make clear, black and white decisions are actually totally impossible. And we were also aware of the Scandinavian tradition of complicated police officers, which has always intrigued me. That’s what this feature aims to be: a thriller that also deals with profound human dilemmas.” 29 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Susanne Bier (Danimarca) comincia a lavorare come sceneggiatrice e regista a inizio anni Novanta. Dirige nel 1999 la commedia romantica The One and Only, vero caso cinematografico in Danimarca, e nel 2002 gira secondo i principi del Dogma Open Hearts, vincitore del premio della critica internazionale al Festival di Toronto. Nel 2006 con Dopo il matrimonio ottiene una nomination all’Oscar per il miglior film straniero, premio che vince poi nel 2011 con In un mondo migliore. Con Love Is All You Need (2012), vincitore del premio europeo per la miglior commedia, è tornata al genere romantico, così come in Una folle passione (2014), presentato nello stesso periodo di A Second Chance. Susanne Bier (Denmark) started her cinema career as a screenwriter and director in the early 1990s. One of her first romantic comedies The One and Only (1999) become a real hit in Denmark. She received the International Critics’ Award (FIPRESCI) at the Toronto Film Festival for the drama Open Hearts (2002), which she made following the Dogma’s guidelines. Her film After the Wedding (2006) got an Oscar nomination for best foreign film, which she then won in 2011 for In a Better World. She returned to romantic comedies with Love Is All You Need (2012, winning best comedy at the European Film Awards), and Serena (2014), which came out at the same time as A Second Chance. filmografia essenziale/ essential filmography Songlines (videoclip Summer Rain, cm, 1989), Freud flyttar hemifran... (1991), Brev til Jonas (1992), Luischen (tv, 1993), Det bli’r i familien (1994), Pensionat Oskar (1995), Sekten (1997), Den eneste ene (The One and Only, 1999), Elsker dig for evigt (Open Hearts, 2002), Brodre (Non desiderare la donna d’altri, 2004), Efter brylluppet (Dopo il matrimonio, 2006), Things We Lost in the Fire (Noi due sconosciuti, 2007), Hævnen (In un mondo migliore, 2010), Den skaldede frisor (Love Is All You Need, 2012), En chance til (A Second Chance, 2014), Serena (Una folle passione, 2014). F E S TA M O B I L E ned benson THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HER Usa, 2013, HD, 100’, col. THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HER regia, sceneggiatura/ director, screenplay Ned Benson fotografia/cinematography Christopher Blauvelt montaggio/film editing Kristina Boden scenografia/ production design Kelly McGehee costumi/costume design Stacey Battat musica/music Son Lux interpreti e personaggi/ cast and characters Jessica Chastain (Eleanor Rigby), James McAvoy (Conor Ludlow), Jess Weixler (Katy Rigby), Viola Davis (la professoressa/professor Lillian Friedman), Sasha Eden (la barista/bartender), Ryan Eggold (l’uomo al club/guy from club), Bill Hader (Stuart), Ciarán Hinds (Spencer Ludlow), Isabelle Huppert (Mary Rigby), William Hurt (Julian Rigby), Nina Arianda (Alexis) produttori/producers Jessica Chastain, Ned Benson, Cassandra Kulukundis, Todd J. Labarowski, Emanuel Michael produzione/production Unison Films, Division Films, Dreambridge Films, Myriad Pictures distribuzione/distribution Koch Media ** contatti/contacts Koch Media Claudio Rapino c.rapino@kochmedia.com www.kochmedia.com 30 SOMMARIO Due film gemelli, i due volti della stessa storia, quella della fine del matrimonio tra la laureanda in psicologia Eleanor e il ristoratore Conor, narrati dai punti di vista dei protagonisti in due film distinti, Her e Him. Versione integrale del film rimontato, accorciato e presentato a Cannes con il titolo Them. In Her il punto di vista è quello di Eleanor: attraverso il suo sguardo riviviamo la storia d’amore che le ha cambiato la vita e l’ha condotta, nuovamente sola, a cercare conforto nella famiglia e nella sua professoressa. «In Her mi sentivo più coinvolto, perché il personaggio è maggiormente a contatto con situazioni sentimentali. Quindi ho scelto una macchina da presa mobile, ho girato con la camera a mano a parte quei momenti in cui lui entra in scena, quando divento più statico e mi soffermo su di lui, che è il punto di riferimento della vita di lei. Lui rappresentava qualcosa di costante, di certo, e una volta persa questa certezza, lei si sente insicura della propria identità e cerca di riscoprirsi». ** A double feature depicting two sides of the same story: the end of the marriage between Eleanor (a psychology student) and Conor (a restaurant owner). Their points of view are depicted in two distinct films, Her and Him. The full version of the movie, re-edited and shortened, was presented at Cannes with the title Them. Her looks at the story from Eleanor’s perspective: through her eyes, we relive the love story that changed her life. When she finds herself alone again, she seeks comfort in her family and her teacher. “For Her film, I created a warmer space that was looser, more emotional, which echoed her emotional situation. We shot more handheld for her movie, except when he comes into her scenes: then I get more static as I focus on him, because he is the baseline to her life. He is her constant, the one certainty in her life, and once she loses that she’s completely uncertain of her identity and tries to rediscover herself.” F E S TA M O B I L E Ned Benson (New York, Usa) si è laureato in cinema e in inglese alla Columbia University nel 2001 e ha poi iniziato la sua carriera nel cinema scrivendo, dirigendo e recitando in diversi cortometraggi. Nel 2003, una allora sconosciuta Jessica Chastain, dopo aver assistito a una proiezione di Four Lean Hounds al Malibu Film Festival, gli ha chiesto di poter lavorare con lui nei suoi progetti futuri e così, nel 2010, ha recitato in The Westerner. The Disappearance of Eleanor Rigby: Her e Him, prodotto fra gli altri dalla stessa Chastain, rappresenta il suo esordio nel lungometraggio: è stato presentato nella doppia versione a Toronto nel 2013 e in quella accorciata, Them, a Cannes nel 2014. Ned Benson (New York, NY, USA) graduated from Columbia University in 2001 with a degree in film and English. He began his film career writing, directing and acting in shorts. After a screening of his short film Four Lean Hounds at the Malibu Film Festival in 2003, he was approached by a then unknown Jessica Chastain who asked to work with him on future projects. Chastain would go on to appear in his 2010 short film The Westerner. The Disappearance of Eleanor Rigby: Her and Him, produced among others by Chastain’s, are Bengson’s feature films debut. The longer, double feature premiered in Toronto in 2013; the shorter and single one, Them, was presented in Cannes in 2014. filmografia/filmography Four Lean Hounds (cm, 2003), I Yes (cm, 2010), The Westerner (cm, 2010), The Disappearance of Eleanor Rigby: Her (2013), The Disappearance of Eleanor Rigby: Him (2013), The Disappearance of Eleanor Rigby: Them (2014). F E S TA M O B I L E ned benson THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HIM Usa, 2013, HD, 89’, col. THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HIM regia, sceneggiatura/ director, screenplay Ned Benson fotografia/cinematography Christopher Blauvelt montaggio/film editing Kristina Boden scenografia/ production design Kelly McGehee costumi/costume design Stacey Battat musica/music Son Lux interpreti e personaggi/ cast and characters Jessica Chastain (Eleanor Rigby), James McAvoy (Conor Ludlow), Jess Weixler (Katy Rigby), Viola Davis (la professoressa/professor Lillian Friedman), Sasha Eden (la barista/bartender), Ryan Eggold (l’uomo al club/guy from club), Bill Hader (Stuart), Ciarán Hinds (Spencer Ludlow), Isabelle Huppert (Mary Rigby), William Hurt (Julian Rigby), Nina Arianda (Alexis) produttori/producers Jessica Chastain, Ned Benson, Cassandra Kulukundis, Todd J. Labarowski, Emanuel Michael produzione/production Unison Films, Division Films, Dreambridge Films, Myriad Pictures distribuzione/distribution Koch Media ** contatti/contacts Koch Media Claudio Rapino c.rapino@kochmedia.com www.kochmedia.com 31 Due film gemelli, i due volti della stessa storia, quella della fine del matrimonio tra la laureanda in psicologia Eleanor e il ristoratore Conor, narrati dai punti di vista dei protagonisti in due film distinti, Her e Him. Versione integrale del film rimontato e accorciato, e presentato a Cannes con il titolo Them. In Him si segue la storia di Conor, che, lasciato da Eleanor, cerca aiuto nell’amico Stuart, chef del ristorante in cui lavora, e nel padre, per capire cosa sarà della sua vita. «La mia intenzione iniziale era quella di creare due universi visivi distinti. […] Il film con protagonista Conor è tutto un andare avanti, un non fermarsi per non provare sentimenti, e quando lei arriva nella sua vita, lui è costretto a sentire qualcosa. Per questo motivo la camera è relegata in un certo spazio e i colori del film sono più freddi. Nella mia testa questa persona è più distaccata e le sfumature di colori freddi come i blu avrebbero fatto parte di questo suo lato emotivo». ** A double feature depicting two sides of the same story: the end of the marriage between Eleanor (a psychology student) and Conor (a restaurant owner). Their points of view are depicted in two distinct films, Her and Him. The full version of the movie, re-edited and shortened, was presented at Cannes with the title Them. Him follows the story of Conor. When Eleanor leaves him, he goes to his best friend Stuart (the restaurant’s chef ) and his father to try to figure his life out. “Initially, my plans were to create two separate visual realms. […] His movie is all about moving forward, trying not to stop so he can avoid feeling something; when she comes into his life, he is forced to feel something. For that reason, the camera was relegated to a certain kind of space and the colors are obviously much cooler. Again, in my mind, this guy is more detached from his feelings, so I thought cooler hues such as blue would best convey that emotional side.” Ned Benson (New York, Usa) si è laureato in cinema e in inglese alla Columbia University nel 2001 e ha poi iniziato la sua carriera nel cinema scrivendo, dirigendo e recitando in diversi cortometraggi. Nel 2003, una allora sconosciuta Jessica Chastain, dopo aver assistito a una proiezione di Four Lean Hounds al Malibu Film Festival, gli ha chiesto di poter lavorare con lui nei suoi progetti futuri e così, nel 2010, ha recitato in The Westerner. The Disappearance of Eleanor Rigby: Her e Him, prodotto fra gli altri dalla stessa Chastain, rappresenta il suo esordio nel lungometraggio: è stato presentato nella doppia versione a Toronto nel 2013 e in quella accorciata, Them, a Cannes nel 2014. Ned Benson (New York, NY, USA) graduated from Columbia University in 2001 with a degree in film and English. He began his film career writing, directing and acting in shorts. After a screening of his short film Four Lean Hounds at the Malibu Film Festival in 2003, he was approached by a then unknown Jessica Chastain who asked to work with him on future projects. Chastain would go on to appear in his 2010 short film The Westerner. The Disappearance of Eleanor Rigby: Her and Him, produced among others by Chastain’s, are Bengson’s feature films debut. The longer, double feature premiered in Toronto in 2013; the shorter and single one, Them, was presented in Cannes in 2014. filmografia/filmography Four Lean Hounds (cm, 2003), I Yes (cm, 2010), The Westerner (cm, 2010), The Disappearance of Eleanor Rigby: Her (2013), The Disappearance of Eleanor Rigby: Him (2013), The Disappearance of Eleanor Rigby: Them (2014). F E S TA M O B I L E SOMMARIO F E S TA M O B I L E michaël r. roskam THE DROP Usa, 2014, HD, 107’, col. CHI È SENZA COLPA regia/director Michaël R. Roskam soggetto/story dal racconto/from the short story Animal Rescue di/by Dennis Lehane sceneggiatura/screenplay Dennis Lehane fotografia/cinematography Nicolas Karakatsanis montaggio/film editing Christopher Tellefsen scenografia/ production design Thérèse DePrez costumi/costume design David Robinson musica/music Marco Beltrami interpreti e personaggi/ cast and characters Tom Hardy (Bob), Noomi Rapace (Nadia), James Gandolfini (il cugino/cousin Marv), Matthias Schoenaerts (Eric Deeds), John Ortiz (detective Torres), Elizabeth Rodriguez (detective Romsey), Michael Aronov (Chovka), Morgan Spector (Andre) produttori/producers Peter Chernin, Jenno Topping produzione/production Chernin Entertainment distribuzione/distribution 20 Century Fox Italy TH ** contatti/contacts 20 Century Fox Italy Paolo Penza Tel: +39 06 881 759 655 TH paolo.penza@fox.com www.20thfox.it 32 SOMMARIO Bob lavora al bar del cugino Marv, usato dalla criminalità di Brooklyn per riciclare denaro sporco. Seppur consapevole dei traffici illeciti, cerca di starne fuori il più possibile e la domenica va a messa, astenendosi però dalla comunione. Il ritrovamento di un cucciolo di pitbull in fin di vita segna l’inizio di un cambiamento: Bob chiede aiuto alla vicina Nadia, ma il cane appartiene all’ex della ragazza, un tipo violento e per nulla incline al dialogo. Nel frattempo, una rapina nel bar gli apre definitivamente gli occhi sul giro di malavita che si nasconde dietro il locale e su molte persone che credeva di conoscere. «È la prima volta che dirigo un film da una sceneggiatura non mia [l’autore è il romanziere Dennis Lehane, NdR]. Uno dei fattori che mi hanno spinto a farlo è che avrei voluto scriverlo io uno script così! Sapevo che la storia faceva per me, era così ben scritta, guidata dal racconto, ma con uno sviluppo complesso dei personaggi che mi piaceva molto». ** Bob works as a bartender in his cousin Marv’s bar, which is used by Brooklyn’s gangsters to launder money. Even though he knows what’s going on, he tries to stay out of the illicit business as much as possible. He goes to mass on Sundays, but he refrains from receiving communion. His life starts to change after he finds a pitbull puppy barely alive: Bob asks his neighbor Nadia for help, but the dog belongs to her ex, a violent guy not at all inclined to talk things over. Meanwhile, the bar is robbed and the bartender finally opens his eyes on what’s actually going on inside the establishment, the extent of their criminal activities, and who the people he thought he knew really are. “This is the first time I have directed a film from a script I didn’t write [the original author is the writer Dennis Lehane, Ed]. One of the things that drove my decision was that I wished I had written it. I knew it was the story for me. It was extremely well-written and plot-driven, but with the kind of complex character development that appeals to me.” F E S TA M O B I L E Michaël R. Roskam (Belgio) ha studiato belle arti a Bruxelles e si è laureato in cinema ad Amsterdam. Dopo aver lavorato come giornalista e copywriter, nel 2002 ha iniziato a scrivere e dirigere cortometraggi, tra cui Carlo (2004), vincitore del premio del pubblico al Festival di cortometraggi di Leuven. Il suo esordio nel lungometraggio è avvenuto con Bullhead (2011), nominato agli Oscar nella cinquina per il miglior film straniero e vincitore del Premio Magritte per la miglior sceneggiatura e del Premio André Cavens per il miglior film belga dell’anno. Michaël R. Roskam (Belgium) attended the Academy of fine arts in Brussels, and the Binger Film Institute in Amsterdam where he graduated in 2005. After several jobs as a journalist and as a copywriter, since 2002 he wrote and shot short films, such as Carlo, which won the audience award at Leuven International Short Film Festival. He made his feature film debut with Bullhead, nominated for the Academy Award for best foreign language film in 2011. For this film, he received the Magritte Award for best screenplay and the André Cavens Award to honor the best Belgian film of the year. filmografia/filmography Haun (cm, 2002), Carlo (cm, 2004), The One Thing to Do (cm 2005), Today Is Friday (cm, 2007), Rundskop (Bullhead, 2011), The Drop (Chi è senza colpa, 2014). F E S TA M O B I L E emilie verhamme EAU ZOO Belgio/Belgium, 2014, HD, 78’, col. Emilie Verhamme si è diplomata nel 2012 presso la Hogeschool Sint-Lukas Brussel in arti audiovisive, per poi conseguire due anni dopo un master in legge. Nello stesso anno ha esordito con il cortometraggio Cockaigne, presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes. Con il successivo Tsjernobyl Hearts (2013) ha vinto il premio Belgian Wildcard, che le ha permesso di realizzare con un budget molto ridotto Eau Zoo, prodotto dalla sua casa di produzione Holden Wallace. EAU ZOO regia, sceneggiatura, montaggio, produttore/ director, screenplay, film editing, production Emilie Verhamme fotografia/cinematography Alex Moyroud interpreti/cast Martin Nissen, Margaux Lonnberg, Clément Louis, Clément Bertrand, Delphine Girard produzione/production Holden Wallace ** contatti/contacts Emilie Verhamme emilie.verhamme@gmail.com Lou e Martin sono due adolescenti che vivono su un’isola. L’isolamento geografico e l’atteggiamento iperprotettivo dei genitori fanno maturare in loro un senso di soffocamento: un’impasse emotiva e sentimentale che mette a rischio il loro legame. «Un’isola è un luogo scollegato dal tempo e dallo spazio, ed è come un riflesso del mondo che ci circonda. Se volessimo paragonarla alla caverna di Platone, si potrebbe dire che i ragazzi protagonisti, intrappolati da convinzioni inculcate loro dai genitori, non possono che aspettare con impazienza qualcos’altro, qualcosa di nuovo. Essendo imprigionati, non c’è spazio per una visione più ampia del mondo. […] Una fonte d’ispirazione è stato Il giovane Holden di J.D. Salinger: non che ci sia una diretta connessione con il film, ma il protagonista di Salinger sta passando dall’infanzia all’età adulta, ed è costretto a farlo senza avere un’alternativa. E allora cerca di resistere». ** Lou and Martin are two adolescents who live on an island. The geographical isolation and their parents’ overprotective attitude have generated a feeling of suffocation in them: an emotional and sentimental impasse that threatens their relationship. “An island is disconnected in time and space and it is like a reflection of the world around us. Comparing it to the cave of Plato, the children are chained by the convictions of their parents so that they can only look forward. Being imprisoned there is no place left for a larger vision of the world that surrounds them. Over-protected by their parents, these young people are unable to make choices in their lives and have trouble negotiating the journey to adulthood. […] One inspiration for this was J.D. Salinger’s novel The Catcher in the Rye. It’s not that the story connects with my film, but Salinger’s protagonist is going from childhood to adulthood and he is being forced into it without really having a choice. And he tries to resist.” 33 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Emilie Verhamme graduated from the Hogeschool Sint-Lukas Brussel in audiovisual arts in 2012, and received a master’s degree in law two years later. That same year, she debuted with the short Cockaigne, presented in the official selection at the Cannes Film Festival. Her next film, Tsjernobyl Hearts (2013) won the Belgian Wildcard award, which permitted her to make the very low-budget Eau Zoo, produced by her production company, Holden Wallace. filmografia/filmography Cockaigne (cm, 2012), Tsjernobyl Hearts (cm, 2013), Eau Zoo (2014). F E S TA M O B I L E anne fontaine GEMMA BOVERY Francia/France, 2014, HD, 99’, col. GEMMA BOVERY regia/director Anne Fontaine soggetto/story dall’omonimo graphic novel di/from the graphic novel of the same title by Posy Simmonds sceneggiatura/screenplay Pascal Bonitzer, Anne Fontaine fotografia/cinematography Christophe Beaucarne montaggio/film editing Annette Dutertre scenografia/ production design Arnaud De Moleron costumi/costume design Pascaline Chavanne musica/music Bruno Coulais suono/sound Brigitte Taillandier, Francis Wargnier, JeanPierre Laforce interpreti e personaggi/ cast and characters Fabrice Luchini (Martin Joubert), Gemma Arterton (Gemma Bovery), Jason Flemyng (Charlie Bovery), Isabelle Candelier (Valérie Joubert), Niels Schneider (Hervé de Bressigny), Mel Raido (Patrick), Elsa Zylberstein (Wizzy), Pip Torrens (Rankin) produttori/producers Philippe Carcassonne, Matthieu Tarot produzione/production Albertine Productions, Ciné@, Gaumont, Cinéfrance 1888, France 2 Cinéma distribuzione/distribution Officine Ubu ** contatti/contacts Officine Ubu Franco Zuliani Tel: +39 02 873 830 20 In un tranquillo paesino francese, il cinquantenne panettiere Joubert si è ormai convinto di essere al riparo dagli impulsi della giovinezza. Ma le sue convinzioni sono smentite dall’arrivo in paese del signor Bovery e della sua giovane moglie, l’inglese Gemma, dotata di una sensualità e un’inquietudine in grado di sconvolgere il maturo panettiere. «Conoscevo Posy Simmonds grazie a Tamara Drewe e ho avuto sin da subito una sensazione positiva a proposito di Gemma Bovery: il gioco di parole su un archetipo letterario femminile distorto mi sembrava promettente e giocoso. E quando ho cominciato a leggere, i personaggi mi hanno intrigato, ne ho percepito il potenziale comico e la profonda umanità, e sono stata colpita dal tono dell’autrice. Mi interessava l’improbabile incontro tra un panettiere e questa giovane donna inglese di oggi, che arriva a sconvolgere la vita di un uomo ormai convinto di gestire i propri desideri e di vivere una sorta di “prepensionamento” sessuale ed emotivo». ** In a small and quite French village, the fifty-year-old baker Joubert is convinced that he is now safe from the impulses of his youth. But his convictions are proved wrong by the arrival of Mr Bovery and his young English wife, Gemma, whose sensuality and restlessness are able to unsettle the mature baker. “I knew Posy Simmonds through Tamara Drewe and right away I had a positive feeling about Gemma Bovery: the play on words about a distorted female literary archetype seemed promising and playful to me. And when I began reading the screenplay, the characters intrigued me, I sensed the comic potential and the deep humanity, and I was struck by the author’s tone. I was interested in the improbable encounter between a baker and this young, modern Englishwoman, who ends up disrupting the life of a man who had convinced himself he was by now in control of his own desires and was living a sort of sexual and emotional ‘pre-retirement.’” Anne Fontaine (Lussemburgo, 1959), regista e sceneggiatrice, ha esordito nel 1993 con il lungometraggio Les histoires d’amour finissent mal... en général, vincendo il premio Jean Vigo. Nel 2001 ha partecipato in concorso al festival di Locarno con Comment j’ai tué mon père e nel 2003 ha diretto Emmanuelle Béart in Nathalie… Ha poi ottenuto grandi successi commerciali con il film biografico su Coco Chanel, Coco avant Chanel - L’amore prima del mito, nominato in diverse categorie dei premi César e Bafta, e con il successivo Il mio migliore incubo!, commedia interpretata da Isabelle Huppert e Benoît Poelvoorde. Anne Fontaine (Luxemburg, 1959), director and screenwriter, debuted in 1993 with the feature-length Les histoires d’amour finissent mal... en général, which won the Jean Vigo Award. In 2001, her movie Comment j’ai tué mon père participated in competition in Locarno and in 2003 she directed Emmanuelle Béart in Nathalie… Her biographical movie about Coco Chanel, Coco avant Chanel, was nominated in various categories for the César and BAFTA awards and was a box office success, as was her next film, My Worst Nightmare, a comedy starring Isabelle Huppert and Benoît Poelvoorde. filmografia/filmography Les histoires d’amour finissent mal... en général (1993), Augustin (1995), L’@mour est à réinventer (ep. Tapin du soir, tv, 1996), Nettoyage à sec (1997), Augustin, roi du kung-fu (1999), Comment j’ai tué mon père (2001), Nathalie... (id., 2003), Entre ses mains (2005), Nouvelle chance (2006), La fille de Monaco (2008), Coco avant Chanel (Coco avant Chanel - L’amore prima del mito, 2009), Mon pire cauchemar (Il mio migliore incubo!, 2011), Two Mothers (2013), Gemma Bovery (2014). franco.zuliani@officineubu.com www.officineUBU.com 34 F E S TA M O B I L E SOMMARIO F E S TA M O B I L E victor fleming GONE WITH THE WIND Usa, 1939, 35mm, 238’, col. VIA COL VENTO regia, sceneggiatura/ director, screenplay Victor Fleming [George Cukor, Sam Wood, non accr./uncr.] soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Margaret Mitchell sceneggiatura/screenplay Sidney Howard [Oliver H.P. Garrett, Ben Hecht, Jo Swerling, John Van Druten, non accr./uncr.] fotografia/cinematography Ernest Haller, Lee Garmes scenografia/ production design William Cameron Menzies costumi/costume design Walter Plunkett musica/music Max Steiner suono/sound Fernando Ribero interpreti e personaggi/ cast and characters Vivien Leigh (Scarlett O’Hara), Clark Gable (Rhett Butler), Leslie Howard (Ashley Wilkes), Olivia de Havilland (Melanie Hamilton), Thomas Mitchell (Gerald O’Hara), Barbara O’Neil (Ellen O’Hara), Howard C. Hickman (John Wilkes), Evelyn Keyes (Suellen O’Hara), Ann Rutherford (Carreen O’Hara), George Reeves (Brent Tarleton), Fred Crane (Stuart Tarleton) produttore/producer David O. Selznick produzione/production Warner Bros. distribuzione/distrubution Warner Bros. Italia ** contatti/contacts Warner Bros. Italia Riccardo Tinnirello Sud degli Stati Uniti, 1861: Scarlett O’Hara, innamorata non corrisposta di Ashley, onesto gentiluomo che le preferisce la cugina, è oggetto delle attenzioni dell’avventuriero Rhett. Le complesse vicende, scandite dall’incedere della guerra civile e dal difficile destino degli ex possidenti sudisti, si concentrano sulla protagonista e sul mondo in rovina dei proprietari terrieri come gli O’Hara. Scarlett si sposa tre volte e si reinventa imprenditrice, sempre per sfuggire lo spettro della povertà; ha pure una figlia da Rhett, suo ultimo marito, ma continua ad amare Ashely. Solo quando avrà perso tutto, la bambina e l’amore di Rhett, capirà che era quest’ultimo l’uomo per lei. Il capolavoro di David O. Selznick, vero artefice e autore del film, più del regista Victor Fleming e di chi lo precedette dietro la macchina da presa (George Cukor e Sam Wood), presentato dalla Warner Bros. in un nuovo restauro digitale. ** Southern United States, 1861. The soldier of fortune Rhett has taken an interest in Scarlett O’Hara, who is infatuated with a gentleman by the name of Ashley, but he is actually in love with her cousin. Intricate stories further complicated by the onset of the Civil War and by the destitute fate awaiting former confederate landowners like the O’Hara’s. To escape the prospect of poverty, Scarlett gets married three times and reinvents herself as an entrepreneur. Despite having a daughter with Rhett, her third husband, she still loves Ashley. Only after losing everything, including her child and Rhett’s love, will she realize that he was the right man for her. The real creator of this masterpiece was the producer David O. Selznick, more so than the director Victor Fleming and those who preceded him behind the camera (George Cukor and Sam Wood). The film is now being presented by Warner Bros. in its new, digitally restored version. riccardo.tinnirello@warnerbros.com www.warnerbros.it 35 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Victor Fleming (La Cañada, California, Usa, 1889 - Cottonwood, Arizona, Usa, 1949) comincia la sua attività ai tempi del muto, girando film avventurosi con Douglas Fairbanks e western, e nel 1932 entra alla Mgm, dove gira commedie per Jean Harlow (Argento vivo, 1933; Tentazione bionda, 1935) e ancora film d’avventura (Capitani coraggiosi, 1937). Il mago di Oz (1939) e Via col vento (1939) ottengono il riconoscimento degli Oscar: uno per il primo (miglior canzone, Over the Rainbow) e dieci per il secondo. Dirige poi Spencer Tracy in Il dottor Jekyll e Mr Hyde (1942) e in Gente allegra (1942), tratto da Pian della tortilla di Steinbeck. Muore sul set del film Giovanna d’Arco. Victor Fleming (La Cañada, CA, USA, 1889 - Cottonwood, AZ, USA, 1949) started working in silent film, making many adventure films with Douglas Fairbanks and several westerns. He started working with MGM in 1932, directing comedies for Jean Harlow (Bombshell, 1933; Reckless, 1935) and more adventure films (like Captains Courageous, 1937). With The Wizard of Oz (1939) and Gone with the Wind (1939) he gets the Academy Award’s recognition, winning respectively best song (Over the Rainbow) and ten different Oscars for the latter. He worked with Spencer Tracy on Dr Jekyll and Mr Hyde (1941) and Tortilla Flat (1942), an adaptation of Steinbeck’s novel. He died while he was shooting the movie Joan of Arc. filmografia essenziale/ essential filmography When the Clouds Roll By (Douglas superstizioso, 1919), The Mollycoddle (Un pulcino nella stoppa, 1920), Law of the Lawless (Il minareto in fiamme, 1923), Adventure (1925), The Way of All Flesh (Nel gorgo del peccato, 1927), The Awakening (Il risveglio, 1928), The Virginian (L’uomo della Virginia, 1929), Red Dust (Lo schiaffo, 1932), Captains Courageous (Capitani coraggiosi, 1937), Test Pilot (Arditi dell’aria, 1938), The Wizard of Oz (Il mago di Oz, 1939), Gone with the Wind (Via col vento, 1939), Dr Jekyll and Mr Hyde (Il dottor Jekyll e Mr Hyde, 1941), Tortilla Flat (Gente allegra, 1942), A Guy Named Joe (Joe il pilota, 1943), Adventure (Avventura, 1945), Joan of Arc (Giovanna d’Arco, 1949). F E S TA M O B I L E tommy lee jones THE HOMESMAN Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 122’, col. THE HOMESMAN regia/director Tommy Lee Jones soggetto/story dall’omonimo romanzo di/ from the novel of the same title by Glendon Swarthout sceneggiatura/screenplay Tommy Lee Jones, Kieran Fitzgerald, Wesley Oliver fotografia/cinematography Rodrigo Prieto montaggio/film editing Roberto Silvi, Lawrence Madaras scenografia/ production design Meredith Boswell costumi/costume design Lahly Poore-Ericson musica/music Marco Beltrami suono/sound David Bach interpreti e personaggi/ cast and characters Tommy Lee Jones (George Briggs), Hilary Swank (Mary Bee Cuddy), David Dencik (Thor Svedsen), Grace Gummer (Arabella Sours), John Lithgow (il reverendo/reverend Alfred Dowd), Blake Nelson (Freighter Tim), Miranda Otto (Theoline Belknap), Jesse Plemons (Garn Sours), Sonja Richter (Gro Svendsen), James Spader (Aloysius Duffy), Hailee Steinfeld (Tabitha Hutchinson), Meryl Streep (Altha Carter) produttori/producers Peter Briant, Brian Kennedy, Luc Besson distribuzione/distribution Movies Inspired ** contatti/contacts Movies Inspired Stefano Jacono stefano.jacono@moviesinspired.com www.moviesinspired.com 36 SOMMARIO Un carro attraversa i territori selvaggi del Nebraska. Alla guida c’è Mary Bee Cuddy, zitella dal cuore generoso; con lei, tre donne rese folli dalla durezza della vita di frontiera. La loro destinazione è una chiesa nello Iowa, dove le aspetta la moglie del reverendo locale, che si prenderà cura delle povere ammalate. A proteggerle lungo il pericoloso tragitto, un vecchio sbandato che sostiene di chiamarsi George Briggs, in debito con Mary Bee. Li attendono quattrocento miglia: il ritorno alla civiltà non risparmierà imprevisti sanguinosi e forti emozioni. «Non so come venga definito il termine “western”. Ho l’impressione che nel corso degli anni abbia finito per indicare un film che include cavalli, cappelli larghi e che si svolge nel diciannovesimo secolo, solitamente sul lato occidentale del fiume Mississippi. Ho persino letto alcuni critici così coraggiosi da definire western un film di fantascienza. È una parola così abusata che credo non abbia più molto significato». ** A horse-drawn wagon crossing Nebraska’s wilderness. The woman pulling the reins is a kind-hearted spinster by the name of Mary Bee Cuddy. She is accompanying three women driven insane from the harsh life on the frontier. Their final destination is a church in Iowa, where the wife of a local reverend is waiting to take care of them. An old drifter, who claims to be called George Briggs, escorts them along the dangerous journey to pay off his debt to Mary Bee. The four hundred miles that separate this motley crew from civilization are filled with unexpected twists, blood, and strong emotions. “I don’t know how the term ‘Western’ is defined. I have the impression over the years that the western is a movie that has horses in it and big hats and that takes place in the 19 century usually on the west side of the Mississippi river. I’ve even read critics who are bold enough to call a science fiction movie a Western. It’s a term that people use so often that I don’t think it has much meaning anymore.” TH F E S TA M O B I L E Tommy Lee Jones (San Saba, Texas, Usa, 1946) lavora inizialmente come attore televisivo e negli anni Ottanta passa al cinema, ottenendo i primi riconoscimenti con film come JFK - Un caso ancora aperto (Oliver Stone, 1991), Il fuggitivo (Andrew Davis, 1993), per cui vince l’Oscar come miglior attore non protagonista, e Assassini nati - Natural Born Killers (Oliver Stone, 1994). Nel corso degli anni collabora poi con alcuni dei più importanti registi americani: William Friedkin (Regole d’onore, 2000; The Hunted - La preda, 2003), Clint Eastwood (Space Cowboys, 2000), Robert Altman (Radio America, 2006), i fratelli Coen (Non è un paese per vecchi, 2007) e Steven Spielberg (Lincoln, 2012). Nel 2005 debutta nella regia con il tv movie The Good Old Boys, a cui seguono Le tre sepolture (2005), presentato in concorso a Cannes come The Homesman, e un altro tv movie, The Sunset Limited (2011). Tommy Lee Jones (San Saba, TX, USA, 1946) started working as a TV actor, then in the 1980s he moved on to cinema, acting in major features like JFK (Oliver Stone, 1991), The Fugitive (Andrew Davis, 1993), for which he won the Oscar for best supporting actor, and Natural Born Killers (1994). Over the years, he had worked with several of the most important American filmmakers: William Friedkin (Rules of Engagement, 2000; The Hunted, 2003), Clint Eastwood (Space Cowboys, 2000), Robert Altman (A Prairie Home Companion, 2006), the Coen brothers (No Country for Old Men, 2007) and Steven Spielberg (Lincoln, 2012). He made his directorial debut in 2005 with the TV movie The Good Old Boys, followed by The Three Burials of Melquiades Estrada (2005), presented in Cannes in the competition section, like The Homesman, and another TV movie The Sunset Limited (2011). filmografia/filmography The Good Old Boys (tv, 1995), The Three Burials of Melquiades Estrada (Le tre sepolture, 2005), The Sunset Limited (tv, 2011), The Homesman (2014). F E S TA M O B I L E maya forbes INFINITELY POLAR BEAR Usa, 2014, HD, 90’, col. INFINITELY POLAR BEAR regia, sceneggiatura/ director, screenplay Maya Forbes fotografia/cinematography Bobby Bukowski montaggio/film editing Michael R. Miller scenografia/ production design Carl Sprague costumi/costume design Kasia Walicka-Maimone musica/music Theodore Shapiro interpreti e personaggi/ cast and characters Mark Ruffalo (Cam Stuart), Zoe Saldana (Maggie Stuart), Imogene Wolodarsky (Amelia Stuart), Ashley Aufderheide (Faith Stuart), Beth Dixon (Pauline Stuart), Keir Dullea (Murray Stuart) produttori/producers Wally Wolodarsky, Benji Kohn, Bingo Gubelmann, Sam Bisbee, Galt Niederhoffer produzione/production Paper Street Films, Park Pictures coproduttore/coproducer Erika Hampson coproduzione/coproduction Bed Robot, KGB Media distribuzione/distribution Good Films ** contatti/contacts Good Films Francesco Melzi D’Eril francesco.melzi@goodfilms.it www.goodfilms.it 1978. Cam è un padre problematico: affetto da disturbi mentali, è di scarso aiuto alla moglie Maggie che deve badare alle figlie Amelia e Faith. Quando la situazione si aggrava e l’uomo viene ricoverato, le tre donne della sua famiglia, per stargli vicino, devono lasciare tutto e trasferirsi in un appartamento fatiscente. Senza lavoro e prospettive, Maggie decide di iscriversi alla scuola di economia della Columbia University, alla ricerca di una soluzione per il futuro. Spetterà allora a Cam prendersi cura delle figlie: per l’uomo sarà l’inizio di un percorso, costellato di errori, che gli farà capire che direzione dare alla sua vita. «Quando ho finito la sceneggiatura di Infinitely Polar Bear, sapevo quello che avrei voluto vedere: un film che fosse divertente, triste, autentico e caldo. Il calore è molto importante per me. Volevo vedere un film dotato di umanità che parlasse degli effetti che la malattia mentale ha su una famiglia. Volevo vedere bambini veri e forti. Volevo vedere un film sull’amore e sulle scelte difficili che le persone devono affrontare ogni giorno». ** 1978. Cam is a problematic father: he suffers from a mental disorder and he isn’t much help to his wife Maggie, who has to support their daughters Amelia and Faith on her own. When things get worse, Cam has a breakdown and is hospitalized; Maggie and the girls leave everything behind and move into a shabby apartment so they can be stay close to him. Without a job or any prospects in sight, Maggie starts looking for a solution and she applies to Columbia University’s Business School. Cam will have to take care of their daughters: it will be the beginning of a journey studded with mistakes, which will help him understand in what direction he should steer his life. “When I finished the script for Infinitely Polar Bear, I knew what I wanted to see: a film that was funny, sad, authentic and warm. Warmth was very important to me. I wanted to see a human film about the effects of mental illness on a family. I wanted to see real, resilient children. I wanted to see a movie about love and the hard choices people have to make every day.” 37 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Maya Forbes (Cambridge, Massachusetts, Usa) ha studiato ad Harvard e dopo la laurea si è trasferita a Los Angeles, dove ha iniziato a lavorare per la televisione. In particolare, per quattro anni è stata sceneggiatrice e produttrice della serie comica The Larry Sanders Show, in onda sul canale HBO. Successivamente è passata al cinema e tra le altre cose ha firmato la sceneggiatura di film come Seeing Other People (2004), diretto dal marito Wally Wolodarsky, e del cartoon Mostri contro alieni (2009), di Rob Letterman e Conrad Vernon. Autrice dei testi della band Pink Martini, la cui cantante è sua sorella China Forbes, ha esordito nel lungometraggio con Infinitely Polar Bear. Maya Forbes (Cambridge, MA, USA) graduated from Harvard and moved to Los Angeles, where she started working for television. In particular, she was a screenwriter and producer for the channel HBO and its comedy series The Larry Sanders Show for four years. She then moved to cinema and, among other things, wrote screenplays for movies like Seeing Other People (directed by her husband Wally Wolodarsky, 2004), and for the cartoon Monsters vs Aliens (by Rob Letterman and Conrad Vernon, 2009). She also writes lyrics for the band Pink Martini: their singer, China Forbes, is her sister. Infinitely Polar Bear is her directorial debut. filmografia/filmography Infinitely Polar Bear (2014). F E S TA M O B I L E sébastien betbeder INUPILUK Francia/France, 2014, HD-Super8, 34’, col. INUPILUK regia, sceneggiatura/ director, screenplay Sébastien Betbeder fotografia/cinematography Sébastien Godefroy montaggio/film editing Céline Canard, Sébastien Betbeder musica/music Roman Dymny suono/sound Roman Dymny, Jérome Aghion interpreti/cast Thomas Blanchard, Thomas Scimeca, Ole Eliassen, Adam Eskildsen, Gaetan Vourc’h produttore/producer Frédéric Dubreuil produzione/production Envie de Tempête Productions ** contatti/contacts Envie de Tempête Productions Frédéric Dubreuil Tel: + 33 683 33 30 59 enviedetempete@wanadoo.fr www.enviedetempete.com Thomas e Thomas sono amici da sempre e, come quasi ogni sera, si sono dati appuntamento al solito bar di Parigi. Qualcosa però preoccupa il primo Thomas: il giorno dopo, infatti, arriveranno dalla Groenlandia Olee e Adam, due amici inuit del padre. L’uomo, trasferitosi da tempo sull’isola, avrebbe dovuto accompagnare i due visitatori e ritrovare il figlio in Francia, ma a causa di un incidente di caccia ha dovuto rinunciare al viaggio. Thomas sarà quindi la guida dei due stranieri, due «inupiluk», cioè gangster in missione all’estero. E l’unica persona su cui potrà contare sarà il solito, un po’ riluttante amico Thomas… «Mi piace che questi quattro personaggi riescano a intrecciare un vero rapporto di amicizia pur non parlando la stessa lingua, come se fossero uniti da qualcosa che va al di là del senso». ** Thomas and Thomas are lifelong buddies and, like almost every evening, they meet up at their usual bar in Paris. But something is bothering the first Thomas: in fact, the next day Olee and Adam, two Inuit friends of his father, are to arrive from Greenland. His father had moved to the island a while back and was supposed to accompany the two visitors and spend some time with his son in France, but a hunting accident has forced him to stay at home. Thomas, thus, is to be the tour guide for the two strangers, two “Inupiluk,” gangsters on a mission abroad. And the only person he can count on is his slightly reluctant, good friend Thomas… “I liked the idea that these four characters manage to create a true friendship even though they don’t speak the same language, as though the thing uniting them went beyond meaning.” 38 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Sébastien Betbeder (Pau, Francia, 1975), formatosi a Le Fresnoy, ha realizzato diversi cortometraggi, tra cui Les mains d’Andréa (2006), presentato a Locarno. Nello stesso anno ha diretto il suo primo lungometraggio, Nuage, selezionato a Locarno. Nel 2008 ha presentato al Torino Film Festival La vie lointaine e l’anno successivo il corto Toutes les montagnes se ressemblent, diretto con Christelle Lheureux. Nel 2010 ha girato un ideale seguito del film, Yoshido (Les autres vies), selezionato da numerosi festival, tra cui quelli di Parigi e Rotterdam. Nel 2012 è stato selezionato nella sezione Onde del Torino Film Festival con Les nuits avec Théodore, dove, l’anno successivo, ha ricevuto il premio speciale della giuria per 2 automnes 3 hivers (2013). Sébastien Betbeder (Pau, France, 1975) studied at Le Fresnoy and has made numerous shorts, including Les mains d’Andréa (2006), presented at Locarno. That same year, he directed his first feature film, Nuage, selected at Locarno. In 2008, he presented La vie lointaine at the Torino Film Festival, and the next year the short Toutes les montagnes se ressemblent, directed in collaboration with Christelle Lheureux. In 2010, he shot an ideal sequel, Yoshido (Les autres vies), selected in Paris and Rotterdam. In 2012 premiered with Les nuits avec Théodore at Torino Film Festival, Onde section, where he won the jury special prize with 2 automnes 3 hivers the following year. filmografia/filmography La fragilité des revenants (cm, 1999), Le haut mal (cm, 2000), Des voix alentour (cm, 2003), Nu devant un fantôme (cm, 2005), Les mains d’Andréa (cm, 2006), Nuage (2007), La vie lointaine (mm, 2008), Toutes les montagnes se ressemblent (coregia/codirector Christelle Lheureux, cm, 2009), The Unbroken Line (cm, 2010), Yoshido (Les autres vies) (mm, 2010), Sarah Adams (cm, 2011), Les nuits avec Théodore (2012), 2 automnes 3 hivers (2013), Inupiluk (mm, 2014). F E S TA M O B I L E wladyslaw pasikowski JACK STRONG Polonia/Poland, 2014, 35mm, 128’, col. Wladyslaw Pasikowski (Lodz, Polonia, 1959), regista e sceneggiatore, ha esordito nel 1991 con il lungometraggio d’azione Kroll, con il quale si è fatto notare nell’ambito dei festival internazionali. Successivamente si è specializzato nei drammi criminali e storici, attestandosi come uno dei registi polacchi di maggiore successo commerciale. Tra il 2003 e il 2004 ha diretto le serie televisive Glina e Glina 2. Scrittore di fantascienza, nel 1993 ha pubblicato il romanzo I, Gelerth. JACK STRONG regia, sceneggiatura/ director, screenplay Wladyslaw Pasikowski fotografia/cinematography Magdalena Górka montaggio/film editing Jaroslaw Kaminski scenografia/ production design Joanna Macha costumi/costume design Malgorzata Braszka, Michal Koralewski musica/music Jan Duszynski suono/sound Jan Freda, Kacper Habisiak, Marcin Kasinski interpreti e personaggi/ cast and characters Marcin Dorocinski (Ryszard Kuklinski alias Jack Strong), Maja Ostaszewska (Hania), Patrick Wilson (Daniel), Dimitri Bilov (Ivanov), Dagmara Dominczyk (Sue), Oleg Maslennikov (Kulikov) produttori/producers Sylwia Wilkos, Klaudiusz Frydrych, Roman Gutek produzione/production Scorpio Studio coproduzione/coproduction Polish Film Institute, Vue Movie Distribution, Orange Polska, Narodowe Centrum Kultury ** contatti/contacts Scorpio Studio Agata Dabrowska Tel: +48 22 392 63 32 adabrowska@scorpio-studio.com www.scorpio-studio.com 39 SOMMARIO Il colonnello polacco Ryszard Kuklinski, in forza alle truppe del Patto di Varsavia, viene a conoscenza di un inquietante segreto: un contrattacco con armi atomiche da parte degli Stati Uniti porterebbe all’annientamento nucleare della Polonia. L’unica soluzione per evitare la catastrofe è collaborare con la Cia. La vera storia di un uomo che osò sfidare, da solo e dall’interno, il regime sovietico. «I produttori hanno lavorato al soggetto per parecchi anni. Mi sono unito a loro in una fase successiva e ho potuto utilizzare le loro prolungate ricerche. Disponevo dei documenti e delle interviste con persone come l’ex agente della Cia David Forden, che comandò il colonnello, considerandolo il più prezioso collaboratore all’interno del blocco sovietico. […] Il lavoro sulle prime testimonianze è durato per un paio d’anni. Ci ho messo nove mesi a scrivere la mia versione, sotto l’occhio attento della produttrice Sylwia Wilkos, proprio come succede per una gravidanza… Dalla mia parte avevo la moglie del colonnello, che però, sfortunatamente, è morta prima della première del film». ** The Polish colonel Ryszard Kuklinski, in charge of Warsaw Pact troops, learns a disturbing secret: a U.S. counterattack using atomic weapons will lead to the nuclear annihilation of Poland. The only way to avoid the catastrophe is to collaborate with the CIA. The true story of a man who dared to challenge the Soviet regime, alone and from the inside. “The producers worked on the script for many years. I joined them at a later stage and could make use of their yearlong research. At my disposal I had copies of documents and interviews with people like former CIA officer David Forden, who directly ‘led’ the colonel as the most valuable contact in the Soviet sphere. […] Work on the first record lasted for a couple of years, and under the watchful eye of producer Sylwia Wilkos, I wrote my version for some nine months, just like it is with kids... I was being cheered by the colonel’s wife, who unfortunately died before the first screening.” F E S TA M O B I L E Wladyslaw Pasikowski (Lodz, Poland, 1959), director and screenwriter, debuted in 1991 with the feature-length action movie Kroll, which brought him to the attention of international festivals. He then specialized in criminal and historical dramas and made a name for himself as one of Poland’s most commercially successful directors. Between 2003 and 2004 he directed the TV series Glina and Glina 2. A science fiction author, in 1993 he published the novel I, Gelerth. filmografia/filmography Kroll (1991), Psy (1992), Psy 2: Ostatnia krew (1994), Slodko gorzki (1996), Demony wojny wedlg Goi (1998), Operacja Samum (1999), Reich (20o1), Glina (serie tv/tv series, 2003), Glina 2 (serie tv/tv series, 2004), Poklosie (2012), Jack Strong (2014). F E S TA M O B I L E lisandro alonso JAUJA Argentina-Danimarca-Francia-Messico-Usa/ Argentina-Denmark-France-Mexico-USA, 2014, HD, 108’, col. JAUJA regia/director Lisandro Alonso sceneggiatura/screenplay Lisandro Alonso, Fabian Casas fotografia/cinematography Timo Salminen montaggio/film editing Natalia López, Gonzalo del Val scenografia/ production design Sebastián Roses costumi/costume design Gabriela Aurora Fernández musica/music Viggo Mortensen, Buckethead suono/sound Catriel Vildosola interpreti/cast Viggo Mortensen, Viilbjørk Mallin Agger, Ghita Nørby, Adrian Fondari, Esteban Bigliardi, Diego Roman, Mariano Arce, Misael Saavedra, Gabriel Marquez, Brian Patterson produttori/producers Ilse Hughan, Andy Kleinman, Viggo Mortensen, Sylvie Pialat, Jaime Romandia, Helle Ulsteen, Lisandro Alonso, Michael Weber, Ezequiel Borovinsky, Leandro Pugliese produzione/production 4L, Fortuna Films, Kamoli Films, Les Films du Worso, Mantarraya Producciones, Massive, The Match Factory, Perceval Pictures, Wanka coproduzione/coproduction Bananeira Filmes, Canal Brasil ** contatti/contacts Ndm International Sales Bianca Fontez Tel: +52 55 527 393 07 ndm.sales@mantarraya.com www.mantarraya.com 40 1882. Il capitano danese Gunnar Dinesen è arrivato in Patagonia con la figlia quindicenne per lavorare come ingegnere per l’esercito argentino durante la cosiddetta conquista del deserto, nient’altro che il sistematico genocidio della popolazione aborigena locale. Unica presenza femminile, Ingeborg crea scompiglio tra i soldati e fugge con uno di loro nella notte senza dire nulla al padre. Al suo risveglio Gunnar capisce cos’è accaduto e lascia la base militare per avventurarsi nel selvaggio territorio nemico alla disperata ricerca della figlia. «Qualche anno fa ho ricevuto un’email in cui mi si raccontava che una cara amica era stata assassinata in un posto molto lontano dalla sua terra; la cosa mi ha turbato e scioccato profondamente e ho iniziato a pensare a questa storia. […] Ho dedicato alle parole e ai miei desideri più spazio del solito; curiosamente sentivo che questo film era arrivato a me e aveva acquisito la sua forma irreale per aiutarmi ad afferrare il mondo e il tempo in cui viviamo, come scompariamo per poi tornare in modo inaspettato e in forme misteriose». ** 1882. The Danish captain Gunnar Dinesen arrives in Patagonia with his fifteen-year-old daughter to work as an engineer for the Argentine army during the so-called desert conquest, the systematic genocide of the local Aborigines. Ingeborg is the only female there; her presence throws the soldiers into turmoil and one night she runs away with one of them without telling her father anything. When Gunnar wakes up the next morning, he realizes what has happened and leaves the military base to venture into the savage enemy territory as he desperately searches for his daughter. Lisandro Alonso (Argentina, 1973) dopo aver frequentato l’Universidad del cine di Buenos Aires ha iniziato a lavorare nel cinema nel 1996, producendo il cortometraggio La última llamada di Andrés G. Schaer. Nel 1998 è stato assistente alla regia di Nicolas Sarquim per il film Sobre la tierra e nel 2001 ha esordito nel lungometraggio con La libertad. Il successivo Los muertos (2004) ha ricevuto diversi premi internazionali, tra cui quello di miglior film al Torino Film Festival. Fantasma è stato presentato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, come il successivo Liverpool, mentre Jauja ha partecipato, sempre a Cannes, all’interno della sezione Un certain regard. Lisandro Alonso (Argentina, 1973) after schooling at the Universidad del Cine began working in cinema in 1996, producing the short film La última llamada by Andrés G. Schaer. In 1998 he was the director’s assistant of Nicolas Sarquim for the film Sobre la tierra and in 2001 he directed his first full-lenght La libertad. The following Los muertos (2004) received several international awards, including best film at the Torino Film Festival. Fantasma was screened at Cannes as part of the Quinzaine des réalisateurs, just like the following Liverpool. Jauja was presented at Un certain regard during the last edition of the festival. filmografia/filmography Dos en la vereda (cm, 1995), La libertad (2001), Los muertos (2004), Fantasma (2006), Liverpool (2010), Sin título (Carta para Serra) (cm, 2011), Jauja (2014). “A few years back I received an email telling me that a close friend had been assassinated in a land far away from her place of birth. I was strongly disturbed and shocked by what had happened to her and I began to think of this story. […] I have devoted more space to words here, and to my own desires. Oddly enough, I feel that this film has come to me and taken its unreal form as a way of helping me to grasp the world and the time we live in, how we vanish in order to inexplicably return, in utterly mysterious ways.” F E S TA M O B I L E SOMMARIO F E S TA M O B I L E PREMIO CIPPUTI daihachi yoshida KAMI NO TSUKI Giappone/Japan, 2014, HD, 114’, col. PALE MOON regia/director Daihachi Yoshida soggetto/story dall’omonimo romanzo di/ from the novel Kami no tsuki by Mitsuyo Kakuta sceneggiatura/screenplay Kaeko Hayafune interpreti e personaggi/ cast and characters Rie Miyazawa (Rika Umezawa), Sosuke Ikematsu (Kota Hirabayashi), Satomi Kobayashi (Yoriko Sumi), Yuko Oshima (Keiko Aikawa), Seiichi Tanabe (Masafumi Umezawa), Yoshimasa Kondo (Yuji Inoue), Renji Ishibashi (Kozo Hirabayashi) produttore/producer Fumitsugu Ikeda produzione/production Robot Communications ** contatti/contacts Shochiku Co., Ltd. International Sales & Licensing Division ibd@shochiku.co.jp www.shochikufilms.com 41 SOMMARIO Nel Giappone devastato dalla crisi economica e dallo scoppio della bolla speculativa, Rika è una moglie di origini piccolo borghesi che contribuisce al bilancio familiare lavorando part time in una banca. La soddisfazione professionale non basta però a colmare il vuoto creato dall’indifferenza del marito, e presto la donna stringe una relazione extraconiugale con un giovane studente. Rinata grazie alla nuova passione, Rika non vuole più rinunciare ad alcuni lussi che si concede con l’amante e inizia a prevelare piccole somme dai libretti di risparmio che ha in custodia, entrando in un meccanismo di cui ben presto perde il controllo. ** Japan has been devastated by the economic crisis and the bursting of the stock market bubble. Rika is a married woman of lower-middleclass origin who helps out the family finances by working part-time in a bank. But job satisfaction isn’t enough to fill the void created by her husband’s indifference and the woman soon begins an affair with a young student. This new passion has regenerated her and Rika does not want to forgo the luxuries she allows herself with her lover and she begins to withdraw small sums of money from the savings accounts entrusted to her. But she soon loses control of the situation. F E S TA M O B I L E Daihachi Yoshida (Kagoshima, Giappone, 1963) ha lavorato come regista pubblicitario per oltre diciotto anni, realizzando centinaia di spot e vincendo premi in diverse manifestazioni come i festival della pubblicità di Cannes e New York e l’Adfest Asia Pacific. Ha inoltre girato videoclip, episodi per serie televisive e cortometraggi, prima di esordire nel lungometraggio con Funuke Show Some Love, You Losers! (2007), basato sull’omonimo romanzo di Yukiko Motoya e presentato alla Semaine de la critique di Cannes. Nel 2012 ha diretto The Kirishima Thing, premiato l’anno successivo con il Japan Academy Prize come miglior film. Daihachi Yoshida (Kagoshima, Japan, 1963) has been working as an advertising director for more than eighteen years. He has done several hundred commercials and won a number of awards in Cannes, New York, and at AdFest Asia Pacific among others. He has also shot music videos, television dramas, and shorts. Funuke Show Some Love, You Losers!, which is based on Yukiko Motoya’s novel of the same name, is his feature directorial debut and was presented in the Critics’ Week at Cannes in 2007. In 2013 The Kirishima Thing won the Japan Academy Prize for best film. filmografia/filmography So-Run Movie (cm, 2006), Funuke domo, kanashimi no ai wo misero (Funuke Show Some Love, You Losers!, 2007), Kuhio taisa (The Wonderful World of Captain Kuhio, 2009), Pâmanento Nobara (Permanent Nobara, 2010), Kirishima, bukatsu yamerutteyo (The Kirishima Thing, 2012), Kami no tsuki (Pale Moon, 2014). F E S TA M O B I L E woody allen MAGIC IN THE MOONLIGHT Usa, 2014, HD, 97’, col. MAGIC IN THE MOONLIGHT regia, sceneggiatura/ director, screenplay Woody Allen fotografia/cinematography Darius Khondji montaggio/film editing Alisa Lepselter scenografia/ production design Anne Seibel costumi/costume design Sonia Grande interpreti e personaggi/ cast and characters Emma Stone (Sophie), Eileen Atkins (la zia/ aunt Vanessa), Colin Firth (Stanley), Marcia Gay Harden (Mrs Baker), Hamish Linklater (Brice), Simon McBurney (Howard Burkan), Jacki Weaver (Grace), Erica Leerhsen (Caroline), Catherine McCormack (Olivia), Jeremy Shamos (George) produttori/producers Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson produzione/production Dippermouth coproduttori/coproducers Helen Robin, Raphaël Benoliel distribuzione/distribution Warner Bros. Italia ** contatti/contacts Warner Bros. Italia Riccardo Tinnirello riccardo.tinnirello@warnerbros.com www.warnerbros.it Wei Ling Soo è il più famoso mago del momento, ma nessuno sa che sotto le sembianze del prestigiatore cinese si cela un burbero gentiluomo inglese, Stanley Crawford, che nutre un’avversione più che manifesta per i ciarlatani che professano doti da medium. Così, quando il suo vecchio amico Howard gli chiede di indagare sull’onestà della giovane chiaroveggente Sophie, Stanley non si lascia sfuggire l’occasione e si reca alla residenza dei Catledge, dove la ragazza è ospite. Convinto della cattiva fede di Sophie, sarà costretto a ravvedersi dopo che alcuni episodi avranno messo in crisi le sue certezze. Ma sarà davvero magia? «Mi è piaciuto tantissimo suonare jazz a Torino e vorrei essere lì con voi al Festival durante la proiezione del mio film. Mi sento particolarmente vicino a questo film perché non solo ho passato momenti bellissimi mentre lo giravo nel Sud della Francia, ma anche perché esprime i miei sentimenti in modo romantico». ** Wei Ling Soo is the greatest magician of the moment, but no one knows that behind the features of the Chinese prestidigitator hides a gruff English gentleman, Stanley Crawford, who has a manifest aversion for charlatans who profess to be mediums. When his old friend Howard asks him to investigate the honesty of the young clairvoyant Sophie, Stanley jumps at the opportunity and goes to the home of the Catledges, where the girl is a guest. Convinced of Sophie’s bad faith, he will be forced to rethink his position after a number of episodes put his certainties to the test. Could it really be magic? “I had a wonderful time playing jazz in Turin and I wish I could be there for the showing of my movie at the Film Festival. I feel particularly close to this movie because not only did I have a wonderful time making it in the South of France but it expresses so many of my own personal feelings in a romantic way.” 42 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Woody Allen (New York, Usa, 1935) ha iniziato la sua carriera come autore per programmi tv ed esibendosi in spettacoli di cabaret. Nel 1966 ha esordito alla regia con Che fai, rubi?, riscuotendo quindi grande successo con la commedia teatrale Provaci ancora, Sam, portata sullo schermo da Herbert Ross nel 1972. Ha poi diretto oltre quaranta film, tra cui Prendi i soldi e scappa, Io e Annie, con cui ha vinto quattro Oscar, Manhattan, Zelig, Hannah e le sue sorelle, Harry a pezzi, Midnight in Paris, che ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 2012, e Blue Jasmine, che è valso l’Oscar a Cate Blanchett come miglior attrice. Woody Allen (New York, NY, USA, 1935) began his career as author of TV shows and doing comedy. In 1966 he debuted as director of What’s Up, Tiger Lily?. Eventually he achieved great success with his theater comedy Play It Again, Sam, brought to screen by Herbert Ross in 1972. After that he directed over forty movies, among the others Take the Money and Run, Annie Hall, awarded with four Academy Awards, Manhattan, Zelig, Hannah and Her Sisters, Deconstructing Harry, Midnight in Paris, awarded with the Academy Award for best writing in 2012, and Blue Jasmine, worthed an Oscar as best actress to Cate Blanchett. filmografia essenziale/ essential filmography What’s Up, Tiger Lily? (Che fai, rubi?, 1966), Take the Money and Run (Prendi i soldi e scappa, 1969), Love and Death (Amore e guerra, 1975), Annie Hall (Io e Annie, 1977), Manhattan (id., 1979), Zelig (id., 1983), Hannah and Her Sisters (Hannah e le sue sorelle, 1986), Radio Days (id., 1987), Crimes and Misdemeanors (Crimini e misfatti, 1989), Deconstructing Harry (Harry a pezzi, 1997), Sweet and Lowdown (Accordi e disaccordi, 1999), Match Point (id., 2005), Whatever Works (Basta che funzioni, 2009), Midnight in Paris (id., 2011), To Rome with Love (id., 2012), Blue Jasmine (id., 2013), Magic in the Moonlight (id., 2014). F E S TA M O B I L E constantin popescu MECANICA NOSTALGICĂ A ÎNTÎMPLĂRILOR Romania, 2014, HD, 30’, col. THE NOSTALGIC MECHANICS OF RANDOMNESS regia/director Constantin Popescu sceneggiatura/screenplay Liviu Marghidan, Constantin Popescu fotografia, produttore/ cinematography, producer Liviu Marghidan montaggio/film editing Corina Stavila scenografia/ production design Bogdan Niculescu costumi/costume design Alexandra Ungureanu suono/sound Mihai Bogos interpreti e personaggi/ cast and characters Victor Rebengiuc (Titi Penescu), Constantin Dita (Mitu), Andreea Gheorghe (Mia), Nicodim Ungureanu (l’amministratore/building administrator), Alexandru Potocean (l’impiegato dell’agenzia pubblicitaria/ advertising company’s employee), Dragos Bucur (il direttore dell’agenzia pubblicitaria/advertising company’s director), Vasile Calofir (lo sfruttatore/pimp), Antonia Micu (la signora al cimitero/lady at the graveyard), David Micu (il ragazzino al cimitero/ kid at the graveyard), Liviu Marghidan (il primo becchino/graveyard digger 1), Dan Sibisan (il secondo becchino/graveyard digger 2) produzione/production Scharf Film Titi Penescu, aviatore in pensione, conduce una vita solitaria. A segnare le sue giornate il ricordo e la nostalgia per la moglie scomparsa e molto amata, a ricevere le sue poche attenzioni, il pappagallo Kiki e una motocicletta. Una mattina decide di partire per una gita in campagna. Ma quello che sembrava un tentativo di evasione dalla routine quotidiana prenderà una piega inattesa, facendogli scoprire che nulla è davvero ciò che sembra. «Mi hanno sempre interessato le storie con pochi dialoghi e personaggi solitari. Spesso le parole sono di troppo e probabilmente un gesto o un sorriso sono più che sufficienti. Allo stesso tempo, però, sento che tra le cose importanti della vita due sono fondamentali per tenerci a galla: la volontà e la capacità di comunicare con chi ci sta intorno […] e la solitudine, che alla fine, a un certo punto dell’esistenza, alcuni di noi devono in un modo o nell’altro affrontare e gestire». ** Titi Penescu, a retired pilot, lives a solitary life. He spends his days thinking about and missing his beloved wife, who has died. He only pays attention to his parrot Kiki and a motorcycle. One morning, he decides to go on an outing in the countryside. But what seemed like an attempt to escape from his daily routine takes an unexpected turn, making him discover that nothing is what it really seems to be. “I was always interested in stories with few words and lonesome characters. Indeed, sometimes words are too much and maybe a gesture or a smile are more than enough. But I often feel that, among the important things in life, two are fundamental in order to keep us afloat: the willingness and knowledge to communicate with each other […] and the loneliness that many of us will eventually have to go through, some way or another (and the ways to manage it), at some point in our lives.” ** contatti/contacts Constantin Popescu tica.popescu@gmail.com 43 F E S TA M O B I L E SOMMARIO Constantin Popescu (Romania, 1973) ha lavorato come assistente produttore, soprattutto per Lucian Pintillie, e parallelamente cominciato l’attività di autore e regista realizzando alcuni cortometraggi, tra cui A Lineman’s Cabin (2005), premiato a Venezia Circuito Off, Salonicco e Barcellona, Water (2007), premio speciale della giuria a Montpellier, e The Yellow Smiley Face (2008), in concorso a Locarno. È stato uno dei realizzatori del film collettivo Racconti dell’età dell’oro (2009), selezionato al Certain regard di Cannes. Nel 2010 ha presentato al Torino Film Festival il suo lungometraggio d’esordio Portrait of the Fighter as a Young Man. Constantin Popescu (Romania, 1973) he has worked as an assistant producer, primarily for Lucian Pintillie. At the same time, he began his activities as a writer and director, making a number of shorts, including A Lineman’s Cabin (2005), which received an award at Venezia Circuito Off, Salonica and Barcelona; Water (2007), a special jury award at Montpellier; and The Yellow Smiley Face (2008), which competed at Locarno. He participated in the collective film Tales from the Golden Age (2009), selected for Un certain regard at Cannes. In 2010 he presented his feature-length Portrait of the Fighter as a Young Man at the Torino Film Festival. filmografia/filmography Apartamentul (The Apartment, cm, 2004), Canton (A Lineman’s Cabin, cm, 2005), Drezina (The Train, tv, 2006), Apa (Water, cm, 2007), Fata galbena care râde (The Yellow Smiley Face, cm, 2008), Amintiri din epoca de aur (coregia/codirectors Hanno Höfer, Cristian Mungiu, Razvan Marculescu, Ioana Uricaru, Racconti dell’età dell’oro, 2009), Portretul luptorului la tinere (Portrait of the Fighter as a Young Man, 2010), Principii de viata (Life Principles, 2010), Las fierbini (serie tv/tv series, 2012), In Treatement (serie tv/tv series, 2012), Shall We Kiss (serie tv/tv series, 2013), Mecanica nostalgică a întîmplărilor (The Nostalgic Mechanics of Randomness, cm, 2014). F E S TA M O B I L E john magary THE MEND Usa, 2014, HD, 111’, col. THE MEND regia, sceneggiatura/ director, screenplay John Magary soggetto/story John Magary, Myna Joseph, Russell Harbaugh fotografia/cinematography Chris Teague montaggio/film editing Joseph Krings scenografia, costumi/ production design, costume design Markus Kirschner musica/music Michi Wiancko, Judd Greenstein suono/sound Micah Bloomberg interpreti e personaggi/ cast and characters Josh Lucas (Mat), Stephen Plunkett (Alan), Lucy Owen (Andrea), Mickey Sumner (Farrah), Austin Pendleton (Earl), Cory Nichols (Ronnie), Sekou Laidlow (Pierce), Louisa Krause (Elinor), Leo Fitzpatrick (Michael), Sarah Steele (Sarah) produttori/producers Myna Joseph, Michael Prall produzione/production Moxie Pictures coproduttori/coproducers Bogdan George Apetri, Sam Connelly, Adam Engelhard, Dan Taggatz, Mayuran Tiruchevalm ** contatti/contacts Myna Joseph Tel: +1 917 817 94 83 mynajoseph@gmail.com 44 SOMMARIO Mat, perditempo inacidito dagli anni, si trova a una festa in casa di suo fratello Alan, ad Harlem. Qui scopre che lui e la sua convivente Farrah sono in procinto di partire per il Quebec e il giorno dopo si trasferisce nell’appartamento con la sua ragazza e il figlio di lei. Una bella sorpresa per Alan che, dal canto suo, tornerà dalla vacanza prima del previsto e, soprattutto, senza Farrah… Ci vorrà poco perché la situazione prenda una piega esplosiva. Esplosivamente comica. «Il motivo principale che mi ha spinto a fare questo film, anche quando lo stavamo scrivendo, è stato il desiderio di raccontare una storia mescolando i toni in modo casuale. Questa è una caratteristica che amo, ad esempio, in un regista come Desplechin o in tanti registi coreani: non importa se una scena è triste e l’altra divertente, possono benissimo essere montate in successione, senza motivare la scelta. L’importante è accostarle e vedere cosa succede». ** Mat, a slacker who has been soured by the passing years, goes to a party at his brother Alan’s home in Harlem. He learns that his brother and his live-in partner Farrah are leaving to go on a trip to Quebec, and the next day he moves into the apartment with his girlfriend and her son. Quite a surprise for Alan, who returns home from his vacation unexpectedly and, above all, without Farrah… But it doesn’t take long before the situation takes an explosive turn. Explosively funny. “The big thing that drove the making of the movie, even when we were writing, was mixing tones willy-nilly. This is something I love about Desplechin and a lot of Korean filmmakers – it doesn’t matter if this scene is sad and that scene is funny. They can be right next to each other and you don’t have to answer for it. Just put them next to each other and see what happens.” F E S TA M O B I L E John Magary (Dallas, Texas, Usa) ha studiato presso il Williams College e la Columbia University e ha esordito come regista nel 2003 con il cortometraggio What’s It Like There? I successivi Our National Parks (2006) e The Second Line (2007) sono stati poi selezionati rispettivamente all’Edinburgh International Film Festival e al Torino Film Festival, nella sezione Onde. La sua attività di saggista gli è valsa una Grand Marnier Film Fellowship per il saggio Shock to the System: Adolfo Aristarain’s Time for Revenge (2003), poi pubblicato sul «Film Comment Magazine». Magary è stato inserito dalla rivista «Filmmaker Magazine» tra i venticinque nuovi registi indipendenti da tenere d’occhio. John Magary (Dallas, TX, USA) studied at Williams College and Columbia University, and debuted in directing in 2003 with the short What’s It Like There? His next two movies, Our National Parks (2006) and The Second Line (2007), were selected for the Edinburgh International Film Festival and the Waves section of the Torino Film Festival, respectively. As an essayist, he received a Grand Marnier Film Fellowship for his essay Shock to the System: Adolfo Aristarain’s Time for Revenge (2003), which was later published in “Film Comment Magazine.” “Filmmaker Magazine” included Magary on its list of the twenty-five new indie directors to keep an eye on. filmografia/filmography What’s It Like There? (cm, 2003), Site in Fishkill Creek (cm, 2004), We Are All Guerrillas (cm, 2005), Our National Parks (cm, 2006), The Second Line (cm, 2007), The Mend (2014). F E S TA M O B I L E stefano di polito MIRAFIORI LUNAPARK PREMIO CIPPUTI Italia/Italy, 2014, HD, 75’, col. MIRAFIORI LUNAPARK regia/director Stefano Di Polito soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Stefano Di Polito, Anna Gasco fotografia/cinematography Paolo Ferrari montaggio/film editing Raimondo Aiello scenografia/ production design Alessandro Marrazzo costumi/costume design Patrizia Mazzon musica/music Saro Cosentino suono/sound Marco Tidu interpreti/cast Alessandro Haber, Antonio Catania, Giorgio Colangeli, Tiziana Lodato, Carlo Marrapodi, Mariella Fabbris, Mimmo Calopresti, Pietro Dellepiane produttori/producers Mimmo Calopresti, Eileen Muriel Tasca produzione/production Alien Films ** contatti/contacts Alien Films Mimmo Calopresti m.calopresti@gmail.com A Mirafiori, sede storica dei primi stabilimenti della Fiat e simbolo delle lotte operaie degli anni Settanta, è tempo di riqualificazione: una vecchia fabbrica abbandonata sta per essere abbattuta per fare spazio al vicino campo da golf. Ma Carlo, Franco e Delfino, che nel capannone hanno speso buona parte della loro vita, non sono disposti a uscire di scena senza fare un ultimo tentativo per ripopolare il quartiere e riavvicinare figli e nipoti. «Il film non suggerisce una nuova ricetta economica, ma si sofferma sul dovere di raccogliere l’eredità immateriale delle fabbriche. Mirafiori è il luogo del più grande stabilimento industriale italiano, dell’immigrazione dal Sud, dei sogni di riscatto realizzati attraverso il boom economico, della migliore istruzione possibile per i figli, dell’emancipazione, degli scontri politici e dei diritti conquistati. Le fabbriche sono la memoria di un’epoca. Prima di cancellare i segni del passato abbiamo bisogno di assicurarci un futuro meno vuoto e di ricostruire un rapporto più intimo, sincero e sentimentale con ciò che siamo stati». ** Mirafiori, the historical headquarters of FIAT’s first car-manufacturing factory and a symbol of labor union’s struggles of the 1970s, is about to be revamped: the old abandoned warehouse is going to be torn down to make room for the new golf course. But Carlo, Franco and Delfino, who spent most of their lives working in that factory, are not going to leave the premises without trying one last time to repopulate the neighborhood and reconnect with their sons and grandchildren. “The movie doesn’t offer a new economic recipe: it focuses on the need to gather the intangible heritage of factories. Mirafiori was the largest industrial establishment in Italy. It was a migration destination from Southern Italy, where dreams of redemption brought by the economic boom gave children the opportunity to get a better education. And it was the stage for political clashes and conquered rights. Factories are the legacy of an era. Before erasing the signs of the past, we need to ensure a less empty future by building a more intimate, sincere and emotional relationship with what we once were.” 45 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Stefano Di Polito (Torino, 1975), sceneggiatore e regista per il cinema, è inoltre autore di format per web, radio, televisione e teatro. Nato e cresciuto a Mirafiori, dove è rimasto fino all’università, si è laureato in scienze della comunicazione e nel 2005 ha fondato il Laboratorio creativo, centro per l’applicazione della creatività nell’innovazione sociale, culturale, politica e civica. Dal suo impegno civico è nato anche I Signori Rossi, movimento nazionale contro la corruzione e per la diffusione dell’etica nella gestione dei beni comuni. Dall’esperienza è poi nato il volume C’è chi dice no, pubblicato da Chiarelettere nel 2013. Stefano Di Polito (Turin, Italy, 1975) is screenwriter and filmmaker, as well as an author of web, radio, TV and theater formats. He was born and raised in Mirafiori, where he stayed until college. He graduated in communication sciences and in 2005 he founded the Creative Lab, a center for applying creativity to social, cultural, political and civil innovation. I Signori Rossi was an offshoot of his civil commitment: a national movement to fight against corruption and for the ethical use of public funds. This experience then gave birth to the book C’è chi dice no (published by Chiarelettere in 2013). filmografia essenziale/ essential filmography Reality Scuò (mm, doc., 2009), LungoKMetraggio (cm, 2009), Piazza delle repubbliche (cm, 2011), Mirafiori Lunapark (2014). F E S TA M O B I L E giacomo ciarrapico, mattia torre, luca vendruscolo OGNI MALEDETTO NATALE Italia/Italy, 2014, HD, 95’, col. ANY GIVEN CHRISTMAS regia, sceneggiatura/ directors, screenplay Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo fotografia/cinematography Michele Paradisi scenografia/ production design Marta Maffucci costumi/costume design Veronica Fragola musica/music Giuliano Taviani, Carmelo Travia suono/sound Filippo Porcari interpreti/cast Alessandro Cattelan, Marco Giallini, Corrado Guzzanti, Alessandra Mastronardi, Valerio Mastandrea, Laura Morante, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Andrea Sartoretti, Stefano Fresi, Franco Ravera, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo produttori/producers Lorenzo Mieli, Mario Gianani produzione/production Wildside, Rai Cinema distribuzione/distribution 01 distribution ** contatti/contacts 01 Distribution Tel: +39 06 684 70 01 info@01distribution.it www.01distribution.it Massimo e Giulia hanno storie e vite molte diverse. Quando si incontrano, però, scatta il colpo di fulmine. C’è solo un problema: il Natale si avvicina minaccioso. La decisione di andare a trovare le rispettive famiglie per trascorrere le feste insieme si rivelerà un’insospettabile catastrofe dai risvolti tragicomici. Potrà il loro amore sopravvivere al Natale? «Ogni maledetto Natale è una commedia sentimentale e satirica, un film scritto e diretto con la libertà che abbiamo sempre nell’affrontare un tema più grande, più largo. E nel ribaltarlo completamente. Il Natale, che dovrebbe essere un momento di armonia, pace e coesione familiare, è qui raccontato come un incubo antropologico, all’origine di tutti i disagi di quel periodo, una festività che stressa e affatica le persone sin dalla notte dei tempi. […] Così abbiamo preso la cosa più bella del mondo – due giovani pieni di speranze che si amano veramente – e li abbiamo fatti scontrare col Natale. Questa è la domanda che pone il film: può l’amore resistere al Natale?» ** Massimo and Giulia come from completely different paths of life. But when they meet, it’s love at first sight. There is only one problem: the looming prospect of Christmas. They decide to visit their respective families and celebrate the holiday together, with tragicomic results. Will their love survive Christmas? “Ogni maledetto Natale (‘every damn Christmas’) is a romantic comedy and a satire, written and directed with the kind of freedom we have when grappling with a bigger, wider issue. And when we completely flip it over. Christmas should be a time of harmony, peace, family cohesion; but here it’s an anthropological nightmare: it’s the source of all that unease from the time, a stressful holiday that tires people out since the dawn of time. […] So we got the greatest thing in the world, a young couple truly in love full of hope, and we pitted them against Christmas. This is the movie’s central question: can love survive Christmas?” Giacomo Ciarrapico (Roma, 1971), dopo il Centro sperimentale, ha scritto e diretto commedie teatrali. Con il corto Dentro e fuori ha vinto la Sacher d’oro; con Piccole anime ed Eccomi qua ha partecipato al Torino Film Festival. Dal 1996 lavora anche per la tv e dalla collaborazione con Vendruscolo e Torre sono nate le serie tv Buttafuori e Boris, e nel 2011 Boris - Il film. Mattia Torre (Italia), autore teatrale, nel 2003 ha vinto con In mezzo al mare, interpretato da Valerio Aprea, la rassegna Attori in cerca d’autore del Teatro Valle di Roma e nel 2005 ha scritto e diretto Migliore, con Valerio Mastandrea. È tra gli autori di Parla con me di Serena Dandini. Nel 2013 ha firmato la pièce Qui e ora. Luca Vendruscolo (Udine, 1966), diplomato al Centro sperimentale, ha vinto il Solinas con la sceneggiatura, scritta con Torre, di Piovono mucche, con cui ha esordito alla regia nel 2011. Giacomo Ciarrapico (Rome, Italy, 1971), graduated from the Centro sperimentale. He wrote and directed a few comedies for theatre. Dentro e fuori received the Golden Sacher Award. He participated to the Torino Film Festival with Piccole anime and Eccomi. In 1996, he started working in TV, collaborating with Vendruscolo and Torre in the creation of the TV series Buttafuori and Boris, followed in 2011 by Boris - Il film. Mattia Torre (Italy) is a playwright. In 2003, In mezzo al mare, with Valerio Aprea, won the award from Attori in cerca d’autore of the Teatro Valle in Rome. In 2005, he wrote and directed Migliore, with Valerio Mastandrea. He is one of the writers for the TV show Parla con me, with Serena Dandini. In 2013, he wrote the play Qui e ora. Luca Vendruscolo (Udine, Italy, 1966) graduated from the Centro sperimentale. He won the Solinas Award for the screenplay he wrote with Torre, Piovono mucche, his debut as a director. filmografia/filmography Giacomo Ciarrapico: Piccole anime (1998), Dentro e fuori (cm, 2001), Eccomi qua (2002). Luca Vendruscolo: Piovono mucche (2011). Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo: Boris - Il film (2011), Ogni maledetto Natale (2014). 46 SOMMARIO F E S TA M O B I L E F E S TA M O B I L E bruno dumont P’TIT QUINQUIN Francia/France, 2014, HD, 200’, col. LI’L QUINQUIN regia, sceneggiatura/ director, screenplay Bruno Dumont fotografia/cinematography Guillaume Deffontaines montaggio/film editing Basile Belkhiri, Bruno Dumont suono/sound Philippe Lecoeur interpreti e personaggi/ cast and characters Alane Delhaye (P’tit Quinquin), Lucy Caron (Eve Terrier), Bernard Pruvost (com. Van der Weyden), Philippe Jore (ten./lt. Carpentier), Philippe Peuvion (il padre di/father of Quinquin), Cindy Louguet (la signora/Mme Campin) produzione/production 3B Productions, Arte France coproduzione/coproduction Pictanovo, Le Fresnoy ** contatti/contacts Ndm International Sales Bianca Fontez Tel: +52 55 527 393 07 ndm.sales@mantarraya.com www.mantarraya.com P’tit Quinquin, presentato nella versione in cinemascope per il cinema, è una serie televisiva divisa in quattro puntate da 50 minuti l’una. Li’l Quinquin, presented in a scope version for cinema, is a tv series, made of four 50-minute-long episodes. 47 SOMMARIO Campagna francese. A indagare su alcuni strani omicidi arrivano un comandante della polizia e il suo sottoposto, che si lanciano in una serie di maldestri tentativi per far luce sul mistero, mentre i delitti aumentano e non sembra esserci alcun indizio sull’identità del colpevole. La cosa, però, non turba troppo gli abitanti del luogo, e nemmeno il gruppo di ragazzini capeggiato da P’tit Quinquin, che continua a godersi le vacanze estive. «La commedia ha quasi lo stesso potere esplosivo del dramma, la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, in modo piuttosto diretto (la risata è una detonazione, un’esplosione interiore). La commedia è arrivata a me attraverso i film drammatici che ho diretto; stranamente durante le riprese se ne stava lì appostata, un poco nascosta, perché è fatta della stessa pasta: è parte del delicato processo di bilanciamento del dramma, è sempre una possibilità e un rischio». ** The French countryside. A police lieutenant and his aide arrive to investigate some strange crimes and initiate a series of clumsy attempts to shed light on the mystery, while the murders multiply and there are no plausible clues as to the guilty person’s identity. But the local inhabitants don’t seem terribly perturbed, nor does a group of youngsters led by Li’l Quinquin, who continues to enjoy his summer vacation with his friends. “Comedy has almost the same firepower as drama: the power to go right to the heart of things, as comedy does in a rather direct way (laughter is the detonation, that of an inner explosion). Comedy came to me from the dramas that I directed: strangely enough, it was always lurking around during the shooting and the takes. Comedy lurked there simply because it is cut from the same cloth: it was always in the equation during the delicate balancing of a drama, because it was always a possibility and a risk.” F E S TA M O B I L E Bruno Dumont (Bailleul, Francia, 1958), laureato in filosofia, è professore di cultura francese. Il suo primo lungometraggio La vita inquieta, presentato nel 1997 al festival Cinema Giovani di Torino, è stato selezionato lo stesso anno alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, dove ha ottenuto una menzione speciale per la Caméra d’or. Nel 1999 è tornato a Cannes con L’umanità, ricevendo il gran premio della giuria, mentre con il successivo Twentynine Palms (2003), girato nel deserto californiano, ha partecipato in concorso alla Mostra di Venezia. Tre anni dopo, nel 2006, ha vinto nuovamente il gran premio della giuria di Cannes con Flandres. Bruno Dumont (Bailleul, France, 1958), a degree in philosophy, is a professor of French culture. His first feature film, The Life of Jesus, was presented in 1997 at the festival Cinema Giovani in Turin, and was selected that same year for the Quinzaine des réalisateurs in Cannes, where it received a special mention for the Caméra d’or. In 1999 he returned to Cannes with Humanité, which received the grand jury prize, while his next movie, Twentynine Palms (2003), shot in the California desert, competed at the Venice Film Festival. Three years later, in 2006, he once again won the grand jury prize at Cannes with Flandres. filmografia/filmography La vie de Jésus (La vita inquieta, 1997), L’humanité (L’umanità, 1999), Twentynine Palms (id., 2003), Flandres (2006), Hadewijch (2009), Hors Satan (2011), Camille Claudel 1915 (2013), P’tit Quinquin (tv, 2014). F E S TA M O B I L E michele placido PRIMA DI ANDARE VIA Italia/Italy, 2014, HD, 65’, col. BEFORE LEAVING regia/director Michele Placido sceneggiatura/screenplay Filippo Gili fotografia/cinematography Bruno Cascio montaggio/film editing Michele Placido, Luca Morazzano scenografia/ production design Francesco Ghisu costumi/costume design Biancamaria Gervaso musica/music Luca D’Alberto interpreti/cast Giorgio Colangeli, Filippo Gili, Michela Martini, Aurora Peres, Vanessa Scalera, Francesca Alunno produttore/producer Federica Vincenti produzione/production Goldenart Production ** contatti/contacts Goldenart Vincenzo Bonomo vincenzo.bonomo@yahoo.fr www.goldenartproduction.it Una cena in famiglia. Si parla di vacanze, scuola, maestre incompetenti e di tutte quelle cose condivise che rendono cinque persone parte della stessa storia, fatta di ricordi comuni e piccoli riti da mettere ogni volta in scena. I genitori si punzecchiano, la figlia che vive fuori casa prende in giro la madre, con la complicità sorniona del padre. Tutti sono a proprio agio, nei ruoli di sempre e con il rinnovato entusiasmo di chi, non vivendo più insieme, gode ancor di più di questi momenti. Ma lo strano silenzio del figlio grava sulla tavola e preannuncia un epilogo della serata diverso dal previsto. «La decisione di intraprendere questo progetto filmico è stata presa dopo aver visto lo spettacolo teatrale messo in scena al Teatro Argot, per la regia di Francesco Frangipane. Sono stato conquistato non solo dalla qualità del testo di Filippo Gili, ma anche dalla bravura degli attori. Ciò che poteva apparire come il solito spettacolo, nascondeva in realtà un tema ben più complesso tra le sottili trame di una straordinaria materia teatrale». ** A family chatting at the dinner table about vacations, school, incompetent teachers, and all those shared experiences that make five people feel part of the same story. A story made of shared memories and small rituals that are constantly reenacted. The parents picking on each other, one of the daughters, who lives on her own, teasing her mother with her father’s sly complicity. Everyone is at ease in their respective roles with the renewed enthusiasm of no longer living together, cherishing these moments even more. But the son’s awkward silence weighs on the dinner table, foreshadowing a rather unexpected conclusion to the evening. “I decided to undertake this project after seeing a play at the Argot Theater directed by Francesco Frangipane. I was struck not only by the quality of Filippo Gili’s text, but also by the actors’ talent. What could appear as the usual play, was actually hiding a much more complex theme between its subtle plots with extraordinarily theatrical substance.” 48 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Michele Placido (Ascoli Satriano, Foggia, 1946), dopo gli studi all’Accademia d’arte drammatica, ha esordito a teatro nel 1970 con Luca Ronconi nell’Orlando furioso. Quattro anni più tardi ha debuttato nel cinema come attore con Romanzo popolare di Mario Monicelli, cui è seguito Marcia trionfale di Marco Bellocchio (1976). Celebre interprete del commissario Cattani nella serie televisiva La piovra (1984-1989), nel 1990 ha presentato Pummarò, suo esordio alla regia, a Cannes, dove due anni più tardi è tornato con Le amiche del cuore, selezionato dalla Quinzaine des réalisateurs. Tra i vari riconoscimenti ottenuti dai suoi film, nel 2002 Un viaggio chiamato amore è valso la Coppa Volpi a Stefano Accorsi come miglior attore protagonista, mentre tre anni dopo Romanzo criminale è stato premiato con otto David di Donatello e cinque Nastri d’argento. Michele Placido (Ascoli Satriano, Foggia, Italy, 1946), after studying at the Academy of Dramatic Arts, made his stage debut in 1970 in Orlando furioso with Luca Ronconi. He made it to the silver screen four years later, acting in Mario Monicelli’s Come Home and Meet My Wife, followed by Marco Bellocchio’s Victory March (1976). He is the well-known face of Commissario Cattani, the chief of police from the TV series La piovra (1984-1989). His first work as a director, Tomato, was presented at Cannes in 1990, where he returned two years later with Close Friends, selected for the Quinzaine des réalisateurs. His award-winning films include A Journey Called Love (2002), which earned Stefano Accorsi a Volpi Cup for best actor at the Venice Film Festival. Three years later, he made Romanzo criminale, winner of eight David di Donatello and five Nastri d’argento. filmografia/filmography Pummarò (1990), Le amiche del cuore (1992), Un eroe borghese (1995), Del perduto amore (1998), Un viaggio chiamato amore (2002), Ovunque sei (2004), Romanzo criminale (2005), Il grande sogno (2009), Vallanzasca Gli angeli del male (2010), Le guetteur (Il cecchino, 2012), Prima di andare via (2014). F E S TA M O B I L E dario argento PROFONDO ROSSO Italia/Italy, 1975, 35mm, 126’, col. DEEP RED regia/director Dario Argento soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Dario Argento, Bernardino Zapponi fotografia/cinematography Luigi Kuveiller montaggio/film editing Franco Fraticelli scenografia/ production design Giuseppe Bassan costumi/costume design Elena Mannini musica/music Goblin, Giorgio Gaslini interpreti e personaggi/ cast and characters David Hemmings (Marc Daly), Daria Nicolodi (Gianna Brezzi), Clara Calamai (Marta) Gabriele Lavia (Carlo), Macha Méril (Helga Ulmann), Eros Pagni (comm./supt. Calcabrini), Giuliana Calandra (Amanda Righetti), Piero Mazzinghi (Bardi), Glauco Mauri (prof. Giordani) produttore/producer Salvatore Argento produzione/production Rizzoli Film, Seda Spettacoli ** contatti/contacts Medusa Film Tel: +39 06 663901 info@medusa.it www.medusa.it Helga Ullmann, una sensitiva tedesca che vive a Roma, viene uccisa nel suo appartamento a colpi di mannaia: durante un convegno di parapsicologia appena concluso aveva avvertito la presenza di un assassino nel pubblico, rivelandone l’identità a un collega. A ucciderla un individuo con impermeabile, guanti di pelle nera e cappello a tesa larga, che agisce sulle note di una nenia per bambini. Per puro caso Marc, pianista vicino di casa della medium, e il suo amico Carlo assistono al sanguinoso delitto, individuando il killer che si allontana. Tormentato dall’accaduto, Marc decide di indagare sull’identità del misterioso assassino ma, più la verità sembra rivelarsi, più il caso s’ingarbuglia. Inoltre le persone con cui entra in contatto nel tentativo di fare luce, iniziano inspiegabilmente a venire uccise… Uno dei capolavori di Argento, presentato in un nuovo restauro digitale a cura della Cineteca nazionale e di Medusa, in occasione del quarantesimo anniversario della sua uscita. ** Helga Ullmann, a German psychic living in Rome, is stabbed in her apartment with a hatchet. During a recent parapsychology convention, she had felt the presence of a murderer in the audience and had pointed him out to a colleague of hers. A man wearing a raincoat, black leather gloves, and a wide-brimmed hat, kills her to the tune of a children’s song. The psychic’s neighbor, a pianist called Marc, and his friend Carlo happen to witness the brutal murder and catch a glimpse of the killer as he is leaving. Marc is tormented by what he saw, so he decides to discover the identity of the mysterious hatchet man. But the closer he gets to the truth, the more intricate the case becomes. Soon, the people he contacts to help him shed light on the murder are inexplicably killed one after the other… One of Dario Argento’s masterpieces, presented in the new version, digitally restored by the National Film Archives and Medusa in occasion of the 40 anniversary of its original release. TH 49 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Dario Argento (Roma, 1940) lavora come aiuto di Sergio Leone, con cui collabora alla sceneggiatura di C’era una volta il West (1968), ed esordisce con L’uccello dalle piume di cristallo (1970), seguito da Il gatto a nove code (1971) e Quattro mosche di velluto grigio (1971). Cimentatosi nel filone storico con Le cinque giornate (1973), torna al thriller-horror con Profondo rosso (1975) e Suspiria (1977). Nel 1987 si trasferisce negli Usa, dove gira Il gatto nero, episodio di Due occhi diabolici (1990), e il thriller Trauma (1993). La sindrome di Stendhal (1996) segna il ritorno in Italia. Nel 2001 dirige poi il thriller Nonhosonno, e nel 2004 Il cartaio. Partecipa quindi alla serie Masters of Horror (2005-2006) con Jenifer e Pelts, entrambi presentati al Torino Film Festival. Nel 2014 ha pubblicato per Einaudi l’autobiografia Paura. Dario Argento (Rome, Italy, 1940) began his career as an assistant to Sergio Leone, collaborating on the screenplay of Once Upon a Time in the West (1968). He debuted with Bird with the Glass Feathers (1970), followed by The Cat O’Nine Tails (1971) and Four Flies on Grey Velvet (1972). After trying his hand at history with The Five Days of Milan (1973), he returned to the horror genre with Deep Red (1975) and Suspiria (1977). He moved to the United States in 1987, where he directed the episode The Black Cat from the film Two Evil Eyes (1990) and the thriller Trauma (1993). The Stendahl Syndrome (1996) marks his return to Italy. He then directed the thriller Sleepless (2001), and The Card Player (2004). He then participated to the series Masters of Horror (2005-2006), directing the episodes Jenifer and Pelts, both presented in Turin. In 2014, he published his autobiography Paura. filmografia essenziale/ essential filmography L’uccello dalle piume di cristallo (1970), Il gatto a nove code (1971), Quattro mosche di velluto grigio (1971), Le cinque giornate (1973), Profondo rosso (1975), Suspiria (1977), Inferno (1980), Tenebre (1982), Phenomena (1985), Opera (1987), Due occhi diabolici (coregia/codirector George Romero, 1990), Trauma (1993), La sindrome di Stendhal (1996), Il fantasma dell’opera (1998), Nonhosonno (2001), Il cartaio (2004), Masters of Horror (ep. Jenifer, tv, 2005; ep. Pelts, tv, 2006), La terza madre (2007), Giallo (2009), Dracula 3D (2012). F E S TA M O B I L E david michôd THE ROVER Australia-Usa, 2014, 35mm, 103’, col. THE ROVER regia, sceneggiatura/ director, screenplay David Michôd soggetto/story David Michôd, Joel Edgerton fotografia/cinematography Natasha Braier montaggio/film editing Peter Sciberras scenografia/ production design Jo Ford costumi/costume design Cappi Ireland musica/music Antony Partos, Colin Stetson, William Basinski, Tortoise suono/sound Sam Petty interpreti e personaggi/ cast and characters Guy Pearce (Eric), Robert Pattinson (Rey), Scoot McNairy (Henry), David Field (Archie), Anthony Sayes (il soldato/soldier), Gillian Jones (la nonna/grandma), Susan Prior (Dorothy Peeples), Richard Green (il negoziante/storekeeper), Tawanda Manyimo (Caleb), James Fallon (Colin) produttori/producers Liz Watts, David Linde, David Michôd produzione/production Porchlight Films, Lava Bear Films distribuzione/distribution Koch Media ** contatti/contacts Koch Media Claudio Rapino c.rapino@kochmedia.com www.kochmedia.com 50 SOMMARIO Dieci anni dopo il collasso delle economie occidentali, l’Australia è divenuta terra di nessuno, punto di approdo per disperati attirati dalle riserve minerarie rimaste. Gente come Eric, freddo, arrabbiato e allo sbando. La sua furia esplode quando gli viene rubata l’auto, l’ultimo bene rimastogli, e per recuperarla si lancia all’inseguimento della gang responsabile del furto. Con lui il giovane e ingenuo Rey, fratello di uno dei ladri, abbandonato perché ferito durante un assalto. «The Rover si svolge in un imprecisato futuro prossimo, ma essenzialmente parla dell’oggi. Parla della capacità di autodistruggersi di economie ormai prive di regole e dei cambiamenti inevitabili negli equilibri del potere globale. Parla delle conseguenze problematiche dell’avidità umana e della distruzione ambientale, apparentemente impossibili da affrontare, e della disperazione che possono provocare nella gente che lotta ogni giorno. Più di ogni altra cosa, è un film che parla di come questi fattori influenzino le vite emotive delle persone». ** Ten years after the collapse of the West’s economies, Australia has become a no-man’s land, a haven for desperate people attracted by the remaining mineral reserves. People like Eric, stony, angry and adrift. His fury explodes when someone steals his car, his last remaining asset, and to recover it he goes after the gang that stole it. He is accompanied by the brother of one of the thieves, young and naïve Rey, who was abandoned after being wounded during a heist. “The Rover is set in an unspecified near-future, but is, in essence, a film about today. It’s about the rapacious capacity for underregulated Western economies to destroy themselves and it’s about the inevitable shifting balance of global power. It’s about the seemingly intractable problems of human greed and environmental destruction and the despair these forces might elicit in struggling people. More than anything, it’s about the ways these factors affect the emotional lives of individuals.” F E S TA M O B I L E David Michôd (Sydney, Australia, 1972) ha studiato presso la University of Melbourne e il Victorian College of the Arts. Tra il 2003 e il 2006 ha collaborato con la redazione della rivista «Inside Film». Ha debuttato con il cortometraggio Ezra White, LL.B. (2006), a cui sono seguiti Crossbow (2007) e Netherland Dwarf (2008), entrambi proiettati a Venezia e alla Berlinale, e i documentari Solo (coregia di Jen Peedom, 2008) e Inside the Square (2009). Con il lungometraggio d’esordio Animal Kingdom (2010) ha vinto, tra i numerosi premi, il World Cinema Grand Jury Prize al Sundance e ha ottenuto la nomination ai Golden Globe e agli Oscar per la migliore attrice non protagonista Jacki Weaver. David Michôd (Sydney, Australia, 1972) studied at the University of Melbourne and the Victorian College of the Arts. From 2003 to 2006 he collaborated on the editorial staff of the magazine “Inside Film.” He debuted with the short Ezra White, LL.B. (2006), which was followed by Crossbow (2007) and Netherland Dwarf (2008), both of which were screened at Venice and the Berlinale, and the documentaries Solo (codirected with Jen Peedom, 2008) and Inside the Square (2009). His debut feature film Animal Kingdom (2010) received numerous awards, including the World Cinema Grand Jury Prize at the Sundance Film Festival, and also received Golden Globe and Oscar best supporting actress nominations for Jacki Weaver. filmografia/filmography Ezra White, LL.B. (cm, 2006), Crossbow (cm, 2007), Netherland Dwarf (cm, 2008), Solo (coregia/codirector Jen Peedom, doc., 2008), Inside the Square (cm, doc., 2009), Animal Kingdom (id., 2010), Enlightened (serie tv/tv series, 2013), The Rover (2014). F E S TA M O B I L E debra granik STRAY DOG Usa, 2014, HD, 98’, col. STRAY DOG regia/director Debra Granik fotografia/cinematography Eric Phillips-Horst montaggio, coproduttore/ film editing, coproducer Victoria Stewart musica/music Marideth Sisco suono/sound Peter Levin interpreti/cast Ron «Stray Dog» Hall, Alicia Soriano Hall, Felipe Angel Padilla Soriano, Felipe de Jesús Padilla Soriano, Cristy Thomas, Robin Smith, Cynthia Smith, Theodore Smith, Evelyn Maylath Hall, Al Maylath produttore/producer Anne Rosellini produzione/production Still Rolling Productions ** contatti/contacts Anne Rosellini anne@straydogthemovie.com Ron Hall vive nel Sud del Missouri, dove possiede un’area di sosta per camper. Per sette anni ha vissuto con l’unica compagnia dei suoi quattro cani, ma da poco ha accolto la moglie Alicia, appena arrivata dal Messico. La nuova convivenza è una prova importante per Ron, veterano del Vietnam e biker molto legato ai compagni di viaggio lungo le strade americane. Alicia e i suoi due figli sono per lui fonte di grandi cambiamenti e di una nuova esistenza. «Le mie radici di filmmaker risiedono nell’osservazione documentaristica; nei film di finzione amo lavorare con attori non professionisti in set autentici, per dare maggior realismo. La finzione è un tentativo di guardare da più vicino, ma il documentario è diverso, è un processo che rende umili. Documentare la vita quotidiana non ammette organizzazione e controllo. […] Girare e montare un documentario significa spesso compiere un imprevedibile e contradditorio percorso per trovare l’elemento narrativo nello sciame del materiale disponibile. È un altro modo per approcciare la dinamica tra gli aspetti narrativi e quotidiani del racconto, cosa che alimenta il mio lavoro». ** Ron Hall lives in southern Missouri, where he has a parking lot for campers. For seven years, his only companions were his four dogs, but he has recently been joined by his wife Alicia, who just arrived from Mexico. This new cohabitation is an important test for Ron, a Vietnam veteran and a biker who is very close to his travel companions along the roads of America. Alicia and her two children represent a source of great change for him and the chance for a new existence. “As a filmmaker, my roots are in documentary observation. I like to work with non-professional actors in authentic settings in my narrative fictions, to impart an underlying sense of realism. For me, narrative is an attempt to look closer, but documentary is different, and it’s a humbling process. Documenting daily life cannot be scheduled and bossed around. […] Shooting and editing a documentary film is often a wayward and confounding journey of finding the narrative in a teeming mass of available material. It’s another way to approach the dynamic between the narrative and quotidian aspects of storytelling, which continues to motivate my work.” 51 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Debra Granik (Cambridge, Massachusetts, Usa, 1963) ha studiato scienze politiche alla Brandeis University e alla Edinburgh University; si è poi laureata in cinema alla New York University, dove ha ottenuto il premio di miglior cortometraggio per Snake Feed. Con il suo primo lungometraggio, Down to the Bone, ha vinto il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival nel 2004, mentre con Un gelido inverno ha ricevuto quattro nomination all’Oscar, tra cui quella per il miglior film, ha vinto il gran premio della giuria al Sundance e il Torino Film Festival. Debra Granik (Cambridge, MA, USA, 1963) studied political science at Brandeis University and Edinburgh University. She received her degree in film from New York University, where she received a prize for best short with Snake Feed (1997). Her first feature film, Down to the Bone, won the prize for best director at the Sundance Film Festival in 2004. Winter’s Bone was nominated for four Oscars, including best picture, and won the grand jury prize at the 2010 Sundance Film Festival and the Turin Film Festival. filmografia/filmography Snake Feed (cm, 1997), Down to the Bone (2004), Un gelido inverno (Winter’s Bone, 2010), Stray Dog (doc., 2014). F E S TA M O B I L E james marsh THE THEORY OF EVERYTHING Regno Unito-Usa/UK-USA, 2014, HD, 123’, col. LA TEORIA DEL TUTTO regia/director James Marsh soggetto/story dal romanzo/from the novel Travelling to Infinity: My Life with Stephen di/by Jane Hawking sceneggiatura/screenplay Anthony McCarten fotografia/cinematography Benoît Delhomme montaggio/film editing Jinx Godfrey scenografia/ production design John-Paul Kelly costumi/costume design Steven Noble musica/music Jóhann Jóhannsson interpreti e personaggi/ cast and characters Eddie Redmayne (Stephen Hawking), Felicity Jones (Jane Hawking), Charlie Cox (Jonathan Hellyer Jones), Emily Watson (Beryl Wilde), Simon McBurney (Frank Hawking), David Thewlis (Dennis Sicama) produttori/producers Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa Bruce, Anthony McCarten produzione/production Working Title coproduttore/coproducer Richard Hewitt distribuzione/distribution Universal Pictures International Italy ** contatti/contacts Universal Pictures International Italy Tel: +39 06 85 26 90 01 itauniversalpictures@gmail.com www.universalpictures.it 52 SOMMARIO Nei primi anni Sessanta Stephen Hawking è uno studente di cosmologia di Cambridge determinato a trovare una spiegazione semplice ed eloquente per l’universo. Anche il suo mondo privato gli si rivela quando si innamora di una studentessa di lettere, Jane Wilde. Ma nel pieno della giovinezza la sua vita è travolta dalla diagnosi di una malattia dei motoneuroni che gli compromette movimento e linguaggio, lasciandogli, secondo i primi referti, solo due anni di vita. «Sono stato subito colpito dall’approccio dello sceneggiatore Anthony McCarten che, per raccontare la storia, ha trovato un punto di vista sorprendente come quello della donna che si era innamorata di un ragazzo in buona salute e aveva poi fatto la scelta cruciale di restare con l’uomo che amava anche dopo la diagnosi di una malattia terminale. La storia che ha scritto Anthony è toccante e originale nel dimostrare cosa significhi vivere al fianco di qualcuno che è allo stesso tempo disabile e geniale, e quanto ciò abbia pesato sulla carriera di Jane e sulla sua vita di moglie e madre». ** It’s the early 1960s, and Stephen Hawking is still a Cambridge cosmology student determined to find a simple yet eloquent explanation to the universe. He also discovers his inner world when he falls in love with Jane Wilde, a literature student. But his life is abruptly shaken in the middle of his youth when he is diagnosed with a motor neuron disease that will compromise his speech and motor skills. According to the doctors, he has a life expectancy of only two years. “I became infatuated with Anthony’s take [McCarten, Ed.]. He found the fascinating point of view, which was to tell the story from the perspective of the woman who was falling in love with an able-bodied man; she then makes the critical choice to stay with the man she loves when he is diagnosed with a terminal illness. The moving and unusual love story that Anthony wrote was original in demonstrating what it’s like to live with someone who is both disabled and a genius, and the burdens it placed on Jane’s career and on her as a wife and mother.” F E S TA M O B I L E James Marsh (Truro, Regno Unito, 1963) ha iniziato la sua carriera come documentarista per il canale britannico Bbc. Nel 1999 ha diretto il suo primo lungometraggio di finzione, Wisconsin Death Trip, divenuto con gli anni un cult movie, a cui è seguito, nel 2005, The King, presentato al Festival di Cannes nella sezione Un certain regard. Con Man on Wire - Un uomo tra le torri (2008) ha ottenuto oltre venticinque riconoscimenti internazionali, tra cui l’Oscar per il miglior documentario. Con Project Nim (2011), invece, ha vinto il premio come miglior regista al Sundance. Doppio gioco è stato presentato alla 30 edizione del Torino Film Festival. A James Marsh (Truro, UK, 1963) began his film career making documentaries for the BBC; in 1999, he directed his first feature film, Wisconsin Death Trip, which became a cult movie. In 2005, his film The King was presented at the Cannes Film Festival in the section Un certain regard. Man on Wire (2008) won over twenty-five international prizes, including the Oscar for best documentary. Project Nim (2011) received the directing award at the Sundance Film Festival. Shadow Dancer was presented at the 30 Torino Film Festival. TH filmografia/filmography The Animator of Prague (doc., 1990), The Burger & the King: The Life & Cuisine of Elvis Presley (doc., 1996), Wisconsin Death Trip (1999), The Team (doc., 2005), The King (2005), Man on Wire (Man on Wire - Un uomo tra le torri, doc., 2008), Red Riding: In the Year of Our Lord 1980 (2009), Project Nim (id., doc., 2011), Shadow Dancer (Doppio gioco, 2012), The Theory of Everything (La teoria del tutto, 2014). F E S TA M O B I L E federico schiavi, gian piero palombini TOGLIATTI(GRAD) PREMIO CIPPUTI Italia/Italy, 2014, HD, 96’, col. Federico Schiavi (Roma, 1972), produttore e regista, dopo una lunga attività come montatore è stato tra i fondatori della società cooperativa Suttvuess, che in dieci anni di attività ha prodotto documentari e reportage in coproduzione con network italiani e internazionali. Da questa esperienza, nel 2013 è nata la società Nacne Sas. TOGLIATTI(GRAD) regia, soggetto/ directors, story Federico Schiavi, Gian Piero Palombini fotografia/cinematography Marco Pasquini montaggio/film editing Federico Schiavi produzione/production Nacne Sas, Rai Cinema distribuzione/distribution Rai Cinema ** contatti/contacts Rai Cinema Paola Malanga Tel: +39 06 681 826 62 paola.malanga@raicinema.it www.rai.it Fine anni Sessanta: la costruzione della gigantesca città-fabbrica di Togliatti, realizzata nel cuore della steppa russa in appena trentasei mesi, vede affiancate la Fiat e l’Unione Sovietica. Tra passato e presente, attraverso le suggestioni di una situazione irripetibile, il film è il racconto della parabola umana e professionale di una generazione di uomini e di donne. Una parabola che per ciascuno dei suoi protagonisti si chiude oggi con un bilancio sia di vittorie sia di sconfitte. «Ci interessava analizzare un’operazione industriale congiunta che è stata oggetto di autocelebrazione per due ideologie opposte, il capitalismo occidentale e il comunismo sovietico. Abbiamo cercato di fare un film sulla storia, non un film storico, attraverso una selezione di personaggi che rappresentassero le diverse identità, e il racconto ci ha portato a esplorare l’industria culturale che alimentava quella cultura dell’industria (dall’architettura all’organizzazione del tempo libero, dai concorsi sovietici di poesia alle scuole Fiat), condizionando le esistenze dentro e fuori dalla fabbrica». ** The late 1960s: construction of the gigantic factory-city of Togliatti, created in the heart of the Russian steppes in just thirty-six months, sees FIAT and the Soviet Union working side by side. Combining past and present, using suggestions of an unrepeatable situation, the film depicts the human and professional parabola of a generation of men and women. A parabola which each of its protagonists closes today as they take stock of the victories and defeats. “We were interested in analyzing a shared industrial operation which was the object of self-celebration of two opposing ideologies, Western capitalism and Soviet communism. We tried to make a movie about history, not a historical movie, by selecting people who represented the various identities, and the story led us to explore the cultural industry which fed that culture of industry (from architecture to the organization of leisure time, from Soviet poetry competitions to the FIAT schools), influencing people’s lives, inside and outside the factory.” 53 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Gian Piero Palombini (Roma, 1974) dopo la laurea in sociologia ha lavorato come producer per diversi canali televisivi. Si è poi specializzato in scrittura per il cinema e la televisione e ha firmato spettacoli teatrali, reportage e documentari storici. Nel 2010 ha firmato la regia del documentario Tiberio Mitri Non pensavo che la vita fosse così lunga, premiato in numerosi festival di film sportivi. Federico Schiavi (Rome, Italy, 1972) is a producer and director. After extensive experience as a film editor, he was one of the founders of the cooperative company Suttvuess which, in ten years of activity, has produced documentaries and news reports in coproduction with Italian and international networks. This experience led to the creation of the company Nacne Sas in 2013. Gian Piero Palombini (Rome, Italy, 1974), after receiving his degree in sociology, worked as a producer for various TV channels. He then specialized in writing for cinema and TV and wrote theatrical productions, news reports and historical documentaries. In 2010 he directed the documentary Tiberio Mitri - Non pensavo che la vita fosse così lunga, which received awards at numerous sports film festivals. filmografia/filmography Federico Schiavi: Pontif-EX (coregia/codirectors aa.vv., doc., 2013). Gian Piero Palombini: Tiberio Mitri - Non pensavo che la vita fosse così lunga (doc., 2010). F E S TA M O B I L E ruben östlund TURIST Svezia-Francia-Danimarca-Norvegia/ Sweden-France-Denmark-Norway, 2014, HD, 118’, col. FORCE MAJEURE regia, sceneggiatura/ director, screenplay Ruben Östlund fotografia/cinematography Fredrik Wenzel montaggio/film editing Ruben Östlund, Jacob Secher Schulsingere scenografia/ production design Josefin Asberg costumi/costume design Pia Aleborg musica/music Ola Flottum suono/sound Kjetil Mork, Rune Van Deurs, Jesper Miller interpreti e personaggi/ cast and characters Johannes Bah Kuhnke (Tomas), Lisa Loven Kongsli (Ebba), Clara Wettergren (Vera), Vincent Wettergren (Harry), Kristofer Hivju (Mats), Fanni Metelius (Fanni) produttori/producers Erik Hemmendorff, Marie Kjellson, Philippe Bober produzione/production Plattform Produktion AB, Parisienne, Coproduction Office ApS, Motlys coproduttori/coproducers Marina Perales Marhuenda, Katja Adomeit, Yngve Saether coproduzione/coproduction Film i Väst, Rhône-Alpes Cinéma distribuzione/distribution Teodora Film ** contatti/contacts Teodora Film Margherita Chiti Tel: +39 335 798 73 69 margherita.chiti@teodorafilm.com teodoracinema.blogspot.it 54 SOMMARIO Una famiglia svedese passa la settimana bianca nella cornice delle Alpi francesi. Nulla potrebbe essere più perfetto, dall’albergo alle piste da sci, ma un giorno, mentre stanno pranzando in un rifugio, dalla montagna si stacca una valanga. Nel ristorante si scatena il panico. Fortunatamente la slavina cambia direzione: ma qualcosa di altrettanto devastante ha comunque travolto la famiglia. «Questa storia deriva da un aneddoto che non riesco a dimenticare. Qualche anno fa, una coppia di amici svedesi era in vacanza in America Latina quando, all’improvviso e dal nulla, apparvero degli uomini armati e cominciarono a fare fuoco; il marito istintivamente corse a ripararsi, lasciando la moglie senza protezione. Tornati in Svezia lei non riusciva, dopo un paio di bicchieri di vino, a non tornare sull’episodio. La mia immaginazione si è accesa e ho iniziato a cercare altre storie come questa. […] In situazioni così estreme, le persone possono reagire in modi del tutto inaspettati ed estremamente egoisti». ** A Swedish family is spending their winter holiday in the French Alps. Everything is perfect: from the hotel to the ski slopes. But one day, while they are having lunch in an alpine shelter, an avalanche starts rushing down the mountain. Panic quickly spreads in the restaurant. Luckily the avalanche changes direction: but something just as devastating will crush the family. “This particular story came about from an anecdote that I found impossible to forget. Some years ago, a Swedish couple – friends of mine – were on holiday in Latin America when suddenly, out of nowhere, gunmen appeared and opened fire; the husband instinctively ran for cover, leaving his wife unprotected. Back in Sweden, she could not stop, after a glass of wine or two, telling the story over and over again... My imagination fired, and I began to research other true stories like this one. […] In such extreme situations, people can react in completely unexpected and exceedingly selfish ways.” F E S TA M O B I L E Ruben Östlund (Styrsö, Svezia, 1974) ha studiato regia all’Università di Göteborg, dove ha conosciuto il produttore Erik Hemmendorff con cui ha poi fondato la Plattform Produktion. Con il corto Incident by a Bank ha vinto l’Orso d’oro alla Berlinale, mentre con il suo primo lungometraggio, The Guitar Mongoloid, ha ottenuto il premio Fipresci al Festival di Mosca. Il successivo Involuntary (2008) è stato selezionato al Certain regard di Cannes; tre anni dopo, ancora a Cannes, è stato presentato alla Quinzaine des réalisateurs Play, che ha vinto il premio Coup de cœur. Sempre al Certain regard, quest’anno Turist ha vinto il premio della giuria. Ruben Östlund (Styrsö, Sweden, 1974) studied filmmaking at the University of Gothenburg, and it was here that he met producer Erik Hemmendorff, with whom he later founded Plattform Produktion. Incident by a Bank won the Golden Bear at the Berlinale 2010. His first feature, The Guitar Mongoloid, was awarded a FIPRESCI Prize in Moscow. His second feature, Involuntary (2008), was selected at Cannes’ Un certain regard, and his third, Play (2008), premiered at Directors’ Fortnight in Cannes 2011, where it won a Coup de cœur. Turist picked up the Un certain regard jury prize in Cannes. filmografia/filmography Gitarrmongot (The Guitar Mongoloid, 2004), Scen nr: 6882 ur mitt liv (Autobiographical Scene Number 6882, 2005), De ofrivilliga (Involuntary, 2008), Händelse vid bank (Incident by a Bank, 2010), Play (2011), Turist (Force majeure, 2014). F E S TA M O B I L E damien chazelle WHIPLASH Usa, 2014, 35mm, 105’, col. WHIPLASH regia, sceneggiatura/ director, screenplay Damien Chazelle fotografia/cinematography Sharone Meir montaggio/film editing Tom Cross scenografia/ production design Melanie Paizis-Jones musica/music Justin Hurwitz interpreti e personaggi/ cast and characters Miles Teller (Andrew), J.K. Simmons (Fletcher), Melissa Benoist (Nicole), Paul Reiser (Jim), Austin Stowell (Ryan), Nate Lang (Carl), Max Kasch (il vicino di stanza/dorm neighbor), Damon Gupton (Mr Kramer) produttori/producers Jason Blum, Helen Estabrook, David Lancaster, Michel Litvak produzione/production Bold Films, Right of Way Films, Blumhouse Productions coproduttore/coproducer Nicholas Britell distribuzione/distrubution Warner Bros. Italia ** contatti/contacts Warner Bros. Italia Riccardo Tinnirello riccardo.tinnirello@warnerbros.com www.warnerbros.it Nonostante la giovane età, Andrew Neyman si è posto un obiettivo molto ambizioso: diventare il miglior batterista jazz del prestigioso conservatorio di Manhattan a cui è iscritto, in modo da veder riconosciuto il suo talento. A pesare su di lui i fallimenti che hanno segnato la carriera di scrittore del padre. Una notte, mentre è intento a provare, viene scoperto da Terence Fletcher, docente conosciuto sia per l’abilità nell’insegnamento sia per i metodi poco ortodossi. Per Andrew mettersi alla prova con Fletcher rappresenta un’occasione imperdibile per dimostrare le sue capacità. Ma le pressioni esercitate su di lui dall’esigente insegnante, unite al desiderio maniacale di Andrew di affermarsi, metteranno a dura prova lo studente. «Con Whiplash volevo fare un film sulla musica che sembrasse, però, un film di guerra o di gangster, dove gli strumenti musicali sostituissero le armi, le parole fossero minacciose come pistole e l’azione si sviluppasse non sul campo di battaglia ma nella sala prove di una scuola o su un palco». ** Despite his young age, Andrew Neiman has a very ambitious objective. He wants to be known for his talent, and he will do so by becoming the best jazz drummer in the elite music conservatory in Manhattan where he studies. He feels the burden of his father’s failed career as a writer. But one night, while he is practicing, Terence Fletcher drops in: the famous conductor, known both for his talent for teaching and for his unconventional methods discovers him. It’s a unique opportunity for Andrew to prove his talent. But the pressure exerted by his demanding instructor and his own maniacal efforts and ambition will push him to the very limit. “With Whiplash, I wanted to make a movie about music that felt like a war movie, or a gangster movie – where instruments replaced weapons, where words felt as violent as guns, and where the action unfolded not on a battlefield, but in a school rehearsal room, or on a concert stage.” 55 SOMMARIO F E S TA M O B I L E Damien Chazelle (Usa, 1985) è cresciuto tra Parigi e Princeton, nel New Jersey, dove ha studiato per diventare batterista jazz, attività per la quale è stato premiato nel 2003 all’America’s Best High School Jazz Competition e al Dunellen Invitational Jazz Festival. Nel 2004 ha girato il suo primo cortometraggio, Mon père, seguito l’anno successivo da I Thought I Heard Him Say e da Kiwi. Ha esordito nel lungometraggio con Guy and Madeline on a Park Bench (2009), nato come progetto di laurea a Harvard e presentato poi, tra vari festival, al Tribeca e al Torino Film Festival. Nel 2013 con il cortometraggio Whiplash ha vinto lo Short Film Jury Award for U.S. Fiction al Sundance Film Festival, dove, nel 2014, ha ottenuto il gran premio della giuria e il premio del pubblico con la versione lunga dello stesso progetto. Damien Chazelle (USA, 1985) grew up between Paris and Princeton (New Jersey), where he studied to become a jazz drummer. In 2003, he received awards at America’s Best High School Jazz Competition and the Dunellen Invitational Jazz Festival. He shot his first short film Mon père in 2004, and I Thought I Heard Him Say and Kiwi the following year. Guy and Madeline on a Park Bench (2009) began as a short for his thesis at Harvard and turned into his debut feature, presented in several festivals, including Tribeca and the Torino Film Festival. He won the Sundance Short Film Jury Award for U.S. Fiction in 2013 with Whiplash, and the gran jury prize as well as the audience award in 2014 for the featurelength version. filmografia/filmography Mon père (cm, 2004), I Thought I Heard Him Say (cm, 2005), Kiwi (cm, 2006), Guy and Madeline on a Park Bench (2009), Whiplash (cm, 2013), Whiplash (2014). F E S TA M O B I L E jean-marc vallée WILD Usa, 2014, HD, 120’, col. WILD regia/director Jean-Marc Vallée soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Cheryl Strayed sceneggiatura/screenplay Nick Hornby fotografia/cinematography Yves Bélanger montaggio/film editing John Mac McMurphy, Martin Pensa scenografia/ production design John Paino costumi/costume design Melissa Bruning musica/music Susa Jacobs suono/sound Andy Nelson, Ai-Ling Lee interpreti e personaggi/ cast and characters Reese Witherspoon (Cheryl Strayed), Laura Dern (Bobbi), Thomas Sadoski (Paul), Michiel Huisman (Jonathan), Gaby Hoffmann (Aimie), Kevin Rankin (Greg), W. Earl Brown (Frank), Mo McRae (Jimmy Carter), Keene McRae (Leif) produttori/producers Reese Witherspoon, Bruna Papandrea, Bill Pohalnd produzione/production Pacific Standard Productions distribuzione/distribution 20 Century Fox Italy TH ** contatti/contacts 20 Century Fox Italy Paolo Penza Tel: +39 06 881 759 655 Cheryl Strayed è a pezzi: anni di dipendenza dall’eroina hanno distrutto lei e il suo matrimonio. Schiacciata dal bisogno di crearsi una nuova vita, perseguitata dal ricordo della madre, Cheryl decide di compiere in solitaria il Pacific Crest Trail, che attraversa lo Stato di Washington, l’Oregon e la California. Un percorso massacrante, tra montagne di una bellezza mozzafiato, che la metterà alla prova e le farà capire ciò che vuole davvero. «Come ho fatto a rendere questo film toccante come il libro da cui è tratto? Credo che la risposta stia nell’aver cercato di essere sincero e di restare fedele alla materia scritta, alla voce di Cheryl. Quella voce è la forza del libro. E doveva essere la forza del film. Cheryl ha un modo molto personale di parlare di sé: la sua maniera di vedere l’esistenza, la morte, l’amore, ad esempio, la sua onestà spesso crudele, la compassione di cui è capace, il desiderio di accettare la vita, di guarire, di soffrire, di cercare di capire cosa c’è che non va, il modo in cui si chiede “cosa cazzo ci faccio qui”, dopo aver messo piede sul Pacific Crest Trail». ** Cheryl Strayed is in shambles, after years of heroin addiction that wreaked havoc on her and her marriage. Crushed by need to start over and haunted by her mother’s memory, Cheryl decides to undertake a solo hike of the Pacific Crest Trail, which goes from Washington State, through Oregon, to California. The grueling trek through breathtaking mountains will put her to the test and help her understand what she really wants. TH paolo.penza@fox.com www.20thfox.it 56 SOMMARIO “How do I get this film to be as emotional as the book that it’s based on? I guess the answer was to try to be truthful and faithful to the material, to Cheryl’s voice. That voice is the strength of the book. It had to be the strength of the film. Cheryl has such a way of talking about herself – her take on life, on death, love, her cruel honesty, her compassion, her desire to embrace life, to heal, to grief, to try to understand, what the hell is wrong, ‘what the fuck am I doing?’ she wonders after just taking her first step on the trail.” F E S TA M O B I L E Jean-Marc Vallée (Montreal, Canada, 1963) ha esordito nel 1995 con il thriller giudiziario Liste noire, che dopo il successo in patria ha attirato su di lui l’attenzione degli Studios hollywoodiani. Dopo alcune regie televisive e cortometraggi, si è fatto conoscere a livello internazionale con la commedia drammatica C.R.A.Z.Y (2005), presentata a Venezia e vincitrice del Best Canadian Feature Award a Toronto. Sbarcato a Hollywood, ha diretto nel 2009 The Young Victoria (2009), vincitore di un Oscar per i migliori costumi, e nel 2013 Dallas Buyers Club (2013), presentato a Toronto, a Roma e vincitore di ben tre Oscar: miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista e miglior trucco. Attualmente è impegnato nelle riprese del film drammatico Demolition. Jean-Marc Vallée (Montreal, Canada, 1963) debuted in 1995 with the courtroom thriller Black List, catching Hollywood’s attention after gaining popularity at home. He then directed a few TV shows and short films, and he earned international recognition with the dramatic comedy C.R.A.Z.Y. (2005), presented in Venice and winner of the Best Canadian Feature Award at the Toronto Film Festival. After arriving in Hollywood, he made The Young Victoria (2009), winning an Oscar for best costume design, and Dallas Buyers Club (2013), which was presented in film festivals in Toronto and Rome, and won three Academy Awards: best actor in a leading role, best supporting actor, and best makeup. He is currently shooting his next drama Demolition. filmografia/filmography Liste noire (1995), Les fleurs magique (cm, 1995), Strangers (serie tv/tv series, 1996), Los Locos (1997), Les mots magiques (cm, 1997), Loser Love (1999), The Secret Adventures of Jules Verne (serie tv/tv series, 2000), C.R.A.Z.Y (id., 2005), The Young Victoria (2009), Cafè de Flore (2011), Dallas Buyers Club (id., 2013), Wild (2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Ritratti d’artista DI/BY EMANUELA MARTINI Sei artisti (un maestro della scena, due musicisti, un attore, un filmmaker, uno scrittore), fissati nel loro lavoro e nelle loro passioni, nel loro entusiasmo e nelle loro contraddizioni, nella loro vitalità e nella loro disillusione, da alcuni cineasti che li amano e che hanno condiviso con loro pezzi di lavoro e di vita. Luca Ronconi, gigante della scena teatrale contemporanea, al lavoro con un gruppo di giovani attori. Nick Cave, ripreso in una ventiquattro ore immaginaria della sua vita e della sua elaborazione creativa. Lucio Dalla, raccontato da amici, artisti, intellettuali, persone che gli erano vicine alle Tremiti, in Sicilia, a Bologna. Carlo Colnaghi, promessa della scena anni Sessanta, tornato alla recitazione nel cinema indipendente anni Ottanta, ricordato a quindici anni dalla sua morte attraverso un montaggio di interpretazioni e interviste. Il «Rinoceronte Rosso» Alberto Signetto, scomparso quest’anno, che rivendica la sua indipendenza, la sua cocciutaggine, la sua ironia. E infine, un autore visionario che ha influenzato l’immaginario dei lettori: Tiziano Sclavi, misterioso, stufo, isolato da anni, che in due interviste racconta il proprio mondo interiore. Sei storie intessute di passione, intuizioni e tormenti, nelle quali tocchiamo con mano il processo della creazione artistica e che ci dimostrano come tutto, nell’arte e nella cultura, si mescoli e si influenzi a vicenda. Raccontate, rispettivamente, da Jacopo Quadri, Iain Forsyth e Jane Pollard, Mario Sesti, Daniele Segre, Marilena Moretti e Giancarlo Soldi. 57 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Six artists (a maestro of the stage, two musicians, an actor, a filmmaker, an author), dedicated to their work and their passions, in their enthusiasm and their contractions, in their vitality and disappointments, as narrated by a number of filmmakers who love them and have shared parts of their work and their life with them. Luca Ronconi, a towering figure in contemporary theatre, at work with a group of young actors. Nick Cave, filmed over an imaginary twenty-fourhour period of his life and creative output. Lucio Dalla, as recounted by friends, artists, intellectuals and people who were close to him on the Tremiti islands, in Sicily and Bologna. Carlo Colnaghi, a promising actor of the 1960s, who returned to acting in the independent cinema of the 1980s, remembered fifteen years after his death through edited clips of his performances and interviews. The “Red Rhino” Alberto Signetto, who passed away this year, vindicating his independence, his stubbornness, his irony. And finally, a visionary author who has influenced his readers’ imagination: after years of isolation, mysterious, fed up Tiziano Sclavi talks about his interior world in two interviews. Six stories interwoven with passion, intuition and torment, which show us the process of artistic creation first-hand and demonstrate how everything, in art and culture, combines and influences each other. As recounted by Jacopo Quadri, Iain Forsyth and Jane Pollard, Mario Sesti, Daniele Segre, Marilena Moretti and Giancarlo Soldi, respectively. F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA iain forsyth, jane pollard 20,000 DAYS ON EARTH Regno Unito/UK, 2014, HD, 95’, col. 20,000 DAYS ON EARTH regia/directors Iain Forsyth, Jane Pollard soggetto/story Iain Forsyth, Jane Pollard, Nick Cave fotografia/cinematography Erik Wilson montaggio/film editing Jonathan Amos scenografia/ production design Simon Rogers musica/music Nick Cave, Warren Ellis suono/sound Joakim Sundström interpreti/cast Nick Cave, Susie Bick, Warren Ellis, Darian Leader, Ray Winstone, Blixa Bargeld, Kylie Minogue, Arthur Cave, Earl Cave, Thomas Wydler, Martyn Casey, Conway Savage, Jim Sclavunos, Barry Adamson, George Vjestica produttori/producers James Wilson, Dan Bowen produzione/production JW Films, Pulse Films coproduttore/coproducer Alex Dunnett distribuzione/distribution Nexo Digital ** contatti/contacts Nexo Digital Franco di Sarro Tel: +39 02 80 51 633 info@nexodigital.it www.nexodigital.it Suona la sveglia, la luce penetra abbagliante dalle finestre. Un uomo si specchia pensieroso in bagno: è Nick Cave, cantante, romanziere, icona maudit. Quello che è appena iniziato è il suo ventimillesimo giorno sulla terra. Tempo di fare un consuntivo sulla sua avventurosa esistenza, sulla carriera, sui successi, sulla filosofia di vita che l’ha spinto dalla follia giovanile, quando suonava prima con i Birthday Party e poi con i Bad Seeds, ad abbracciare il cristianesimo per una conversione umana e artistica. Al suo fianco, gli amici e i collaboratori di sempre: Blixa Bargeld, Warren Ellis, Kylie Minogue. «La cosa non comune, che ispira, che ti colpisce di Nick [Cave, NdR] è il suo cervello, la sua creatività, la sua abilità nel ridefinire e cambiare la forma delle cose normali per renderle autenticamente vivide ed emozionanti. Ecco su cosa volevamo attirare l’attenzione. Volevamo raffigurare il Nick che narra storie, che pensa, che intreccia leggende; l’uomo che costantemente sforna tutto attraverso il mulino dell’immaginazione». ** The alarm goes off, blinding light filters in through the windows. A man stares at his reflection thoughtfully in the bathroom: it’s Nick Cave, singer, novelist, “maudit” icon. What has just begun is his day number 20,000 on Earth. Time to take stock of his adventurous existence, his career, his successes, his philosophy of life, which convinced him to leave behind his youthful madness when he played first with the Birthday Party and then with the Bad Seeds, to embrace Christianity in a human and artistic conversion. With him are his long-standing friends and collaborators: Blixa Bargeld, Warren Ellis, Kylie Minogue. “The uncommon, inspirational thing that strikes you about Nick [Cave, Ed.] is his brain, his creativity, his ability to redefine and change the shape of normal things to make them genuinely vivid and moving. This is what we wanted to draw attention to. We wanted to show the Nick who tells stories, who thinks, who weaves legends; the man who constantly runs everything through the mill of his imagination.” 58 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Iain Forsyth (Manchester, Regno Unito, 1973) e Jane Pollard (Newcastle, Regno Unito, 1972) hanno studiato entrambi a Londra, tra il 1992 e il 1995, presso il Goldsmith College, dove è iniziato il loro sodalizio artistico. Videoartisti e autori di installazioni apprezzati in tutto il mondo, hanno collaborato con Scott Walker presso la Sydney Opera House e riscosso un notevole successo con la performance A Rock’n’Roll Suicide, remake fedele e accurato dell’ultimo concerto di David Bowie nei panni di Ziggy Stardust, portata in scena venticinque anni esatti dopo l’originale. Con 20,000 Days on Earth (2014) hanno partecipato all’ultima Berlinale. Iain Forsyth (Manchester, UK, 1973) and Jane Pollard (Newcastle, UK, 1972) both studied in London from 1992 to 1995 at Goldsmith College, where they began their artistic partnership. Video artists and the creators of installations that are appreciated the world over, they collaborated with Scott Walker at the Sydney Opera House and garnered remarkable success with their performance of A Rock’n’Roll Suicide, a faithful and accurate remake of David Bowie’s last concert as Ziggy Stardust, exactly twenty-five years after the original concert took place. They participated at the last Berlinale with 20,000 Days on Earth (2014). filmografia/filmography Chain Smoker, Tap Dancer (cm, 1995), Damaged (cm, 1997), Fucked Up Lover (cm, 2001), File Under Sacred Music (cm, 2003), Anyone Else Isn’t You (cm, 2005), Walking After Acconci (Redirected Approaches) (cm, 2005), Kiss My Nauman (cm, 2007), Make Me Yours Again (cm, 2007), Dig, Lazarus, Dig!!! (cm, 2008), Walking After Acconci (Misdirected Approaches) (cm, 2008), Run for Me (cm, 2008), Performer. Audience. Fuck Off (cm, 2009), First Kiss (cm, 2010), I’m New Here (cm, 2010), Do You Love Me Like I Love You (serie/series 20092011), Jumpers (What I Must Do to Be Saved) (cm, 2013), 20,000 Days on Earth (doc., 2014), Edit (cm, 2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA giancarlo soldi NESSUNO SIAMO PERFETTI Italia/Italy, 2014, HD, 71’, col. NESSUNO SIAMO PERFETTI regia/director Giancarlo Soldi fotografia/cinematography Luca Bigazzi montaggio/film editing Silvia Di Domenico musica/music Ezio Bosso interpreti/cast Tiziano Sclavi, Dario Argento, Mauro Marcheselli, Thony, Bianca Pitzorno, Walter de Silva, Giovanni Soldini, Grazia Nidasio produzione/production Bizef Produzione ** contatti/contacts Giancarlo Soldi giancarlosoldi@gmail.com Il film è un viaggio all’interno dell’universo di un autore, Tiziano Sclavi, che per anni ha disseminato il nostro quotidiano di immagini, suggestioni, racconti e storie, con un’attività febbrile, fino alla sorprendente decisione di ritirarsi da tutto e da tutti. L’autore, molto schivo, molto misterioso, ma molto amato, svela i pensieri più profondi della sua visionarietà, rendendo palpabile il suo flirtare con la morte. Sclavi prendeva i luoghi comuni del cinema, della letteratura e del fumetto di paura filtrandoli attraverso la sua sensibilità, complessa e piena di luoghi oscuri, facendolo spudoratamente, fino a farsi male. È proprio Tiziano Sclavi a raccontare con sincerità le sue memorie da invisibile. Le sue parole danno vita alle sue visioni, che prendono corpo attraverso animazioni evocative. Il mondo che per anni lo ha ispirato, un mondo tutt’altro che rassicurante, si alterna alle sue confessioni, ricomponendo il puzzle del suo ritratto inedito, diretto, sincero e sorprendente. ** The movie is a journey through the universe of the author Tiziano Sclavi. He filled our day-to-day lives with his stories, his fascinating tales and evocative images, throughout the years of his feverish activity. Until his surprising decision to retire from everything and everyone. This beloved author, truly bashful and utterly mysterious, revealed the visions of his deepest thoughts, making his flirtations with death tangible. Sclavi would take the clichés of horror films, literature and comics, and filter them through his complex consciousness filled with dark places, blunt to the point of hurting himself. Tiziano Sclavi openheartedly shares his memories, the memories of an invisible man. His visions come to life through his words and his evocative animations. The world that inspired him for years (a place that is all but reassuring) alternates on screen with his confessions, recomposing the puzzle of Sclavi’s unprecedented portrait, direct, sincere, and surprising. 59 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Giancarlo Soldi ha esordito come regista nel 1979 con il cortometraggio Paranaja, a cui sono seguiti No future (1982), Polsi sottili (1985) e il documentario Candid Kantor (1986). Nel 1991 ha curato il programma televisivo Buzz, in coproduzione tra Italia1 e Mtv Londra. Un anno più tardi ha diretto il lungometraggio Nero, scritto da Tiziano Sclavi, con cui ha partecipato alla Mostra di Venezia. Nel 1998 è tornato a lavorare in televisione, dirigendo la serie AleX, indagini su mondi segreti. Da sempre appassionato di fumetti, ha diretto i documentari sul mondo dei comics Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Come Tex nessuno mai e l’approfondimento televisivo a puntate, I fumetti e noi. Giancarlo Soldi made his directorial debuted in 1979 with the short film Paranaja, followed by No Future (1982), Polsi sottili (1985), and the documentary Candid Kantor (1986). In 1991, he curated the television program Buzz (co-produced by Italia1 and MTV London). A year later he directed the full-length feature Nero (written by Tiziano Sclavi), and participated to the Venice Film Festival. He went back to television in 1998, directing the series AleX, indagini su mondi segreti. He has always been a fan of comic books, making several documentaries on the world of comics, like Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Come Tex nessuno mai, and the documentary mini-series I fumetti e noi. filmografia/filmography Paranaja (cm, 1979), No Future (cm, 1982), Polsi sottili (1985), Candid Kantor (doc., 1986), Helena (1987), Frammenti d’amore (1989), Nero (1992), AleX, indagini su mondi segreti (serie tv/tv series, 1998), Un angolo di mondo (2000), Nuvole parlanti (doc., 2006), Un mondo cantato (2007), Così lontani, così vicini (doc., 2008), Graphic Reporter (doc., 2009), Come Tex nessuno mai (doc., 2012), Nessuno siamo perfetti (doc., 2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA jacopo quadri LA SCUOLA D’ESTATE Italia/Italy, 2014, HD, 87’, col. SUMMER SCHOOL regia, montaggio/ director, film editing Jacopo Quadri fotografia/cinematography Maura Morales Bergmann musica/music Valerio Vigliar suono/sound Antonio Barba interpreti/cast Luca Ronconi, Luca Bargagna, Benedetto Sicca, Lucrezia Guidone, Sara Putignano, Fabrizio Falco, Gabriele Falsetta, Fausto Cabra, Lucia Lavia, Matteo Ramundo, Massimo Odierna, Francesco Petruzzelli, Rosy Bonfiglio, Matteo Mauriello, Arianna Di Stefano, Carmine Fabbricatore, Michele Lisi, Desireé Domenici, Eugenio Papalia, Gianluca Pantosti, Flaminia Cuzzoli, Barbara Chichiarelli, Giulia Gallone, Giulio Maria Corso, Ivan Alovisio produttori/producers Jacopo Quadri, Paolo Benzi produzione/production Ubulibri, Okta Film, Rai Cinema ** contatti/contacts Okta Film Paolo Benzi zero@oktafilm.it www.oktafilm.it Luca Ronconi ha scelto l’Umbria per creare uno spazio dove accogliere giovani attori e giovani attrici, e attivare un libero cortocircuito teatrale, svincolato da condizionamenti e scadenze produttive. A Santa Cristina, in una vecchia stalla ristrutturata, scopriamo il maestro in veste di vecchio bambino: nel gioco dei caratteri e nello scavo delle voci, alla ricerca delle pieghe segrete dei personaggi, in un affascinante scandaglio dei testi. «Con la scomparsa di mio padre Franco Quadri ho ereditato la Ubulibri, edizioni dello spettacolo. Gloriosa e indebitata. Ho trascorso alcuni anni alla ricerca di fondi, senza esito, e soprattutto alla ricerca di un vero editore. Io sono un montatore di cinema, non c’era alcuna possibilità di riprendere a stampare. Poi ho pensato che sarebbe stata la Ubulibri ad avvicinarsi a me, a quello che so fare io. E quindi il destino sarebbe stato realizzare documentari, e non più pubblicare libri, iniziando dai punti di riferimento della casa editrice: Luca Ronconi ed Eugenio Barba. La scuola d’estate è il primo di questi lavori». ** Luca Ronconi chose Umbria as the region where he could create a place for young actors and actresses, where they could generate a theatrical short-circuit, free from the influences and deadlines of production. In an old renovated barn in Santa Cristina, we discover the teacher in the role of an elderly child engaged in role-play, vocal exploration, seeking the characters’ secret folds, engaged in a fascinating examination of scripts. “When my father, Franco Quadri, passed away, I inherited the publishing house Ubulibri, glorious and in debt. I spent a few years looking for funds, unsuccessfully, and for a real publisher. I am a film editor, and there was no way to start printing again. Then I thought that Ubulibri could come my way and adapt to what I know how to do. Its destiny would have to change; instead of publishing books, it would start making documentaries, beginning with the publishing house’s points of reference: Luca Ronconi and Eugenio Barba. The documentary Summer School is the first product of this transformation.” 60 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Jacopo Quadri (Milano, 1964) si è diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Montatore dei film di Mario Martone, tra cui Il giovane favoloso (2014), ha collaborato con registi come Bernardo Bertolucci, Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul e Francesca Archibugi ricevendo numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’oro per Sacro GRA di Gianfranco Rosi. Come regista ha diretto con Antonietta De Lillo e Patrizio Esposito il documentario Voci distanti dal mare (Saharawi) e con Mario Martone La terra trema e Un posto al mondo, oltre a diversi cortometraggi. Presidente dell’Associazione Ubu per Franco Quadri, nel 2013 ha fondato la Ubulibri srl, proseguimento ideale della Edizioni Ubulibri. Jacopo Quadri (Milan, Italy, 1964) graduated from the Centro sperimentale di cinematografia in Rome. He worked as an editor for Mario Martone’s movies, including Il giovane favoloso (2014). He collaborated with major filmmakers the like of Bernardo Bertolucci, Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul and Francesca Archibugi. He won several awards and a Golden Lion for Gianfranco Rosi’s film Sacro GRA. As a filmmaker, he made the documentary Voci distanti dal mare (Saharawi) with Antonietta De Lillo e Patrizio Esposito, followed by La terra trema and Un posto al mondo, which he made with Mario Martone. He also directed several short films. As president of Associazione Ubu per Franco Quadri, in 2013 he founded Ubulibri srl, an ideal continuation of the publishing house Edizioni Ubulibri. filmografia/filmography Statici 1 (cm, 1991), Statici 2 (cm, 1993), Statici 3 (cm, 1996), Statici 5 (cm, 1997), Statici (cm, 1997), Voci distanti dal mare (Saharawi) (coregia/codirectors Antonietta De Lillo, Patrizio Esposito, doc., 1997), La terra trema (coregia/codirector Mario Martone, 1998) e Un posto al mondo (coregia/codirector Mario Martone, 2000), Marisa (cm, 2000), La scuola d’estate (doc., 2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA mario sesti SENZA LUCIO Italia/Italy, 2014, HD, 86’, col. WITHOUT LUCIO regia/director Mario Sesti soggetto/story Massimiliano De Carolis, Mario Sesti fotografia/cinematography Pablo Irrera montaggio/film editing Claudio D’Elia musica/music Teho Teardo suono/sound Matteo Del Vecchio interpreti/cast Marco Alemanno, Charles Aznavour, Piera Degli Esposti, Paolo Nutini, John Turturro, Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Enzo Bianchi, Luigi Ontani, Mimmo Palladino, Ernesto Assante, Gino Castaldo, Renzo Arbore, Stefano Di Battista, Paola Pallottino, Michele Mondella, Beppe d’Onghia, Antonio Forcellino, Beppe Servillo, Toni Servillo, Paolo Tagliapietra produzione/production Erma Production coproduzione/coproduction Mama Studio ** contatti/contacts Erma Production Massimiliano De Carolis Tel: +39 06 976 143 12 massimo.decarolis@ermaproduction.it www.ermaproduction.it Lucio Dalla visto attraverso gli occhi della persona che gli è stata più vicina negli ultimi vent’anni, Marco Alemanno: il loro incontro, la sua crescita umana, professionale e artistica a fianco del celebre cantante. E poi altri aspetti, più quotidiani e profondi, dall’amore per il Meridione alla passione per il cinema, dal rapporto con la musica alla bulimica curiosità di gettarsi in nuove avventure artistiche, dalla frenesia mercuriale all’inesauribile umorismo. «È soprattutto il racconto più interno (cosa pensava Dalla di se stesso, del suo talento, del suo successo?), sono i suoi momenti più appartati (la contemplazione del mondo, la curiosità insaziabile per gli altri, il dolore remoto della sua infanzia), che nel film fanno conoscere un Lucio Dalla che pochissimi hanno avuto la possibilità di sentir raccontare. Ma il racconto di Marco Alemanno ci porta sorprendentemente in uno stato d’animo che conosciamo meglio di quanto sospettiamo: tutti noi […] abbiamo provato una sensazione di perdita alla sua scomparsa». ** The singer-songwriter Lucio Dalla seen through the eyes of the person closest to him in the last twenty years: Marco Alemanno. The tale of how they met and how he grew on a human, professional, and artistic level standing by Dalla’s side. And much more: daily and deeper aspects of his life, his love for Southern Italy, his passion for cinema, his relationship with music, his bulimic curiosity of launching himself into new artistic adventures, his mercurial energy and his boundless sense of humor. “It’s especially the inner story (what did Dalla thought of himself, of his talent, of his success?) and the more secluded moments (contemplating the world, his endless curiosity for other people, the distant pain from his childhood) that shed light on Lucio Dalla in a way that very few people had the chance to see before. Marco Alemanno’s tale brings back feelings we all know better than we think: we’ve all […] felt it, that feeling of loss when he passed away.” 61 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Mario Sesti (Messina, 1958), critico cinematografico e regista di documentari, ha diretto fra gli altri L’ultima sequenza (2003), La voce di Pasolini (2005, coregia di Matteo Cerami) e il recente La voce di Berlinguer (2013), realizzato con Teho Teardo. Dal 1998 al 2000 è stato responsabile del progetto Cinema Forever, e si è occupato del restauro di diversi capolavori del nostro cinema. Ha inoltre collaborato per tredici anni con «L’Espresso» e ha pubblicato lavori monografici su registi come Nanni Moretti e Pietro Germi, oltre a opere di approfondimento sul Nuovo cinema italiano e il poliziesco, ottenendo il premio Diego Fabbri 2006 con In quel film c’è un segreto, pubblicato da Feltrinelli. Dal 2012 dirige il Taormina Film Festival ed è tra i fondatori e curatori del Roma Film Festival. Mario Sesti (Messina, Italy, 1958) is a film critic and a documentary filmmaker. He directed, among others, L’ultima sequenza (2003), La voce di Pasolini (2005, codirected with Matteo Cerami), and the recent La voce di Berlinguer (2013, made with Teho Teardo). He managed the project Cinema Forever from 1998 to 2000, working on restoring several masterpieces of Italian cinema. He collaborated for thirteen years with the magazine “L’Espresso,” and he published monographs on filmmakers likes Nanni Moretti and Pietro Germi. He also wrote some thorough analyses of new Italian cinema and police movies, winning the Diego Fabbri Award in 2008 for In quel film c’è un segreto (published by Feltrinelli). In 2012 he started directing the Taormina Film Festival and he is one of the founding members and curators of the Rome Film Festival. filmografia essenziale/ essential filmography L’ultima sequenza (doc., 2003), La voce di Pasolini (coregia/codirector Matteo Cerami, doc., 2005), Fiamme di Gadda. A spasso con l’ingegnere (doc., 2013), La voce di Berlinguer (coregia/codirector Teho Teardo, doc., 2013), Senza Lucio (doc., 2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA daniele segre IL VIAGGIO DI CARLO Italia/Italy, 2014, 35mm-video, 30’, bn/bw-col. CARLO’S TRIP regia, produttore/ director, producer Daniele Segre interprete/cast Carlo Colnaghi produzione/production I Cammelli ** contatti/contacts I Cammelli Tel: +39 011 56 95 620 icammelli.torino@gmail.com www.danielesegre.it Un film dedicato all’attore Carlo Colnaghi a quindici anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Torino il 12 luglio 1999. Il sodalizio artistico con Daniele Segre ha prodotto due lavori, il video Tempo di riposo (1991) e il lungometraggio Manila Paloma Blanca (1992), invitato alla Mostra di Venezia lo stesso anno. Il viaggio in treno di Colnaghi per dirigersi a Venezia in quell’occasione è lo spunto per raccontare l’uomo e l’attore attraverso il percorso personale e artistico intrapreso con Segre anni prima. «Ho avuto occasione di conoscere Colnaghi quando Testadura fu presentato a Venezia nel 1983 e da allora è iniziato un vero rapporto di collaborazione e di vita. Colnaghi viveva con grande fatica e dolore, ex attore utente dei servizi psichiatrici venne da me per tornare a recitare. Dopo aver conosciuto la sua vera storia, abbiamo instaurato un legame molto forte, che mi ha permesso di intraprendere con lui un lavoro di rieducazione alle capacità attoriali, anche grazie al prezioso supporto del suo psichiatra Luciano Sorrentino». ** A film dedicated to the actor Carlo Colnaghi, fifteen years after his death in Turin on July 12 , 1999. His artistic collaboration with Daniele Segre resulted in two films, the video Tempo di riposo (1991) and the feature-length Manila Paloma Blanca (1992), which was invited to the Venice Film Festival that same year. Colnaghi’s train trip to Venice for the festival is the starting point to illustrate the man and the actor through the personal and artistic journey he began with Segre years earlier. TH “I met Colnaghi when Testadura was presented in Venice in 1983; it was the beginning of an authentic relationship of collaboration and friendship. Colnaghi lived with great difficulty and pain; a former actor, he had been a patient of the psychiatric services and he came to me to return to acting. After hearing his true story, he and I developed a very strong tie, which allowed me to begin a program of re-education of his acting talent, with the invaluable support of his psychiatrist, Luciano Sorrentino.” 62 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Daniele Segre (Alessandria, 1952) ha iniziato la sua carriera come fotografo, prima di esordire nella regia con il documentario Perché droga nel 1976. Ha quindi pubblicato nel 1980 il libro fotografico Ragazzi di stadio e fondato l’anno seguente la casa di produzione I Cammelli. Nel 1983 ha diretto il lungometraggio di finzione Testadura, presentato in concorso a Venezia, a cui sono seguiti, tra gli altri, Manila Paloma Blanca, Vecchie, Mitraglia e il verme, Conversazione a Porto, Morire di lavoro, Lisetta Carmi - Un’anima in cammino, presentato a Venezia nel 2010, e Sic Fiat Italia, presentato al Torino Film Festival 2011. Dal 2002 al 2005 ha codiretto il Festival di Bellaria. Daniele Segre (Alessandria, Italy, 1952) began his career in photography, before debuting as a director in 1976 with the documentary Perché droga. In 1980, he published the book of photographs Ragazzi di stadio and the next year he founded the production company I Cammelli. In 1983, he directed the feature-length fiction movie Testadura, which competed in Venice. It was followed by other films, including Manila Paloma Blanca, Old Women, Mitraglia e il verme, Conversazione a Porto, Morire di lavoro, Lisetta Carmi - Un’anima in cammino, presented in Venice in 2010, and Sic Fiat Italia, which was presented at the 2011 Torino Film Festival. He was codirector of the Bellaria Film Festival from 2002 to 2005. filmografia/filmography Perché droga (coregia/codirector Claudio Caligari, mm, doc., 1976), Ragazzi di stadio (mm, doc., 1980), Testadura (1983), Vite di ballatoio (mm, doc., 1984), Manila Paloma Blanca (1992), Come prima, più di prima, t’amerò (mm, doc., 1995), Sto lavorando? (mm, doc., 1998), Via due macelli, Italia - Sinistra senza unità (2000), Volti - Viaggio nel futuro d’Italia (tv, doc., 2002), Vecchie (2002), Mitraglia e il verme (2004), Conversazione a Porto (doc., 2006), Morire di lavoro (doc., 2008), Lisetta Carmi - Un’anima in cammino (mm, doc., 2010), Je m’appelle Morando Alfabeto Morandini (mm, doc., 2010), Sic Fiat Italia (doc., 2011), Il viaggio di Carlo (cm, doc., 2014). F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA marilena moretti WALKING WITH RED RHINO A SPASSO CON ALBERTO SIGNETTO Italia/Italy, 2014, HD, 109’, col. WALKING WITH RED RHINO regia/director Marilena Moretti montaggio/film editing Paolo Favaro, Danilo Pettinati musica/music Giorgio Li Calzi, Fluxus, Guido Scategni suono/sound Vito Martinelli, Paolo Armao interpreti/cast Alberto Signetto, Marilena Moretti produttore/producer Davide Ferrario produzione/production Rossofuoco, Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund - Fondo regionale per il documentario) ** contatti/contacts Rossofuoco Davide Ferrario info@rossofuocofilm.it www.rossofuocofilm.it Alberto Signetto, scomparso nel gennaio 2014, era un intellettuale rigoroso, un uomo libero, vitale e ingombrante. Era conosciuto (e amato) da tutti come il Rinoceronte Rosso: il Red Rhino. Il ritratto affettuoso di un artista appassionato, fedele a se stesso fino all’ultimo, con coraggio, lucidità e ironia. «Alberto e io ci siamo conosciuti nei primi anni Ottanta, alla Rai di Torino. Eravamo agli inizi. Mentre io me ne andavo a Roma come tanti, lui sceglieva di restare a Torino. L’ho ritrovato trent’anni dopo, quando sono tornata a Torino, e sono andata a una retrospettiva dei suoi lavori. In quei trent’anni lui aveva continuato con ostinazione a fare il suo cinema, ottenendo apprezzamenti nei festival internazionali. Eppure in Italia era pressoché uno sconosciuto. Un “cineasta marginale”. […] La sera della presentazione ero in sala. Davanti a tutti, in una sorta di pubblica confessione, ha dichiarato di sentirsi stremato per quella lunga lotta contro il mondo. Quella sera l’ho riscoperto, come persona e come artista. E ho capito il prezzo altissimo pagato per la sua coerenza». ** Alberto Signetto, who passed away in January 2014, was an uncompromising intellectual, a free, vital and cumbersome man. He was known (and loved) by everyone as Red Rhino. An affectionate portrait of an artist who was passionate and true to himself to the last, with courage, lucidity and irony. “Albert and I met in the early 1980s, at the Rai studios in Turin. We were just starting out. But while I went to Rome like so many others, he decided to stay in Turin. I ran into him thirty years later, when I returned to Turin and went to a retrospective of his works. In those thirty years he had stubbornly continued to make his own kind of cinema, receiving recognitions at international festivals. And yet in Italy he was virtually an unknown. A ‘marginalized filmmaker.’ […] The evening of the presentation I was there in the audience. In front of everyone, in a sort of public confession, he announced he felt worn out by that long battle against the world. That evening I rediscovered him, as a person and as an artist. And I understood the very high price he had paid for his consistency.” 63 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - R I T R AT T I D ’A R T I S TA Marilena Moretti (Savigliano, Cuneo, 1948) è regista di documentari e autrice televisiva. È stata giornalista per «La Stampa» e ha scritto racconti e sceneggiati per Radio Rai, oltre ad aver realizzato programmi per Rai e Mediaset. Con il cortometraggio Ritratto di Leo, nel 1991 ha partecipato al festival Cinema Giovani di Torino e al Film Festival di Edimburgo. Nel 2006 ha presentato al Festival di Bellaria il documentario La rivoluzione non è una cosa seria e nel 2007 ha pubblicato il romanzo Dal basso dei cieli, scritto con Peppo Parolini. Due anni dopo, l’omonimo documentario, omaggio alla Torino underground e all’artista Parolini, è stato presentato al Roma Fiction Fest. Marilena Moretti (Savigliano, Cuneo, Italy, 1948) is a documentary director and television writer. She was a journalist for “La Stampa,” has written stories and screenplays for Radio Rai, and has made programs for Rai and Mediaset. In 1991, her short Ritratto di Leo participated at the festival Cinema Giovani in Turin and at the Edinburgh Film Festival. In 2006, she presented the documentary La rivoluzione non è una cosa seria at the Bellaria Film Festival and in 2007 she published the novel Dal basso dei cieli, which she wrote with Peppo Parolini. Two years later, the homonymous documentary, a tribute to Underground Turin and the artist Parolini, was presented at the Roma Fiction Fest. filmografia/filmography Belli di notte (1980), Maschio/Femmina (1980), Carpe diem (1981), Asti Teatro (1981), Torino in musica (1985), Ritratto di Leo (cm, 1991), Vivere una favola (1991), La rivoluzione non è una cosa seria (doc., 2006), Dal basso dei cieli (doc., 2009), Walking with Red Rhino - A spasso con Alberto Signetto (doc., 2014). F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO volker schlöndorff BAAL Germania/Germany, 1969, 16mm, 85’, bn/bw BAAL regia, sceneggiatura/ director, screenplay Volker Schlöndorff soggetto/story dall’omonima pièce di/ from the play of the same title by Bertolt Brecht fotografia/cinematography Dietrich Lohmann montaggio/film editing Peter Ettengruber musica/music Klaus Doldinger suono/sound Alfred Limmer, Ludwig Probst, Franz K. Meyer interpreti/cast Rainer Werner Fassbinder, Sigi Graue, Margarethe von Trotta, Hanna Schygulla produzione/production Hessischer Rundfunk, Bayerischer Rundfunk, Hallelujah Film GmbH ** contatti/contacts Les Films du Losange Marine Goulois Tel: +33 1 44 43 87 10 m.goulois@FilmsduLosange.fr www.filmsdulosange.fr Baal, poeta e anarchico, vive in una mansarda e legge le sue poesie ai tassisti. Vittima della classica parabola dell’artista, osannato dalla società borghese e poi dimenticato, è un derelitto che vagabonda alla ricerca di alcolici, sigarette e sesso. Incurante delle relazioni, mette incinta una giovane attrice, ma non rinuncia alla sua libertà egoista e a un estremo istinto di sopravvivenza. Mandato in onda dalla tv della Germania Ovest nel 1969, il film venne bloccato dalla vedova di Brecht, Helene Weigel, che deteneva i diritti della pièce, perché la donna riteneva inaccettabile l’interpretazione di Fassbinder. Solo nel 2011, diversi anni dopo la morte della madre, Barbara Schall-Brecht acconsentì alla distribuzione del film, grazie soprattutto alla fama conquistata nel tempo da Fassbinder. «Hallelujah! Per Fassbinder, sì; per Schlöndorff, mai! Bene, vesto volentieri i panni della pecora nera. Ora, al lavoro». ** Baal is an anarchic poet who lives in an attic and reads his poems to taxi drivers. Victim of the classic parable of the artist, he is first chastised by bourgeoisie and then forgotten. Derelict, he wanders looking for alcohol, cigarettes, and sex. He becomes careless about his relationships and gets a young actress pregnant, but he doesn’t give up his selfish freedom and his extreme survival instinct. Broadcasted by West German TV in 1969, the film was then stashed away in the vaults by Brecht’s widow, Helene Weigel, who held the rights to the play and was so horrified by Fassbinder’s performance. Only in 2011, two decades after Helen Weigel’s death, her daughter Barbara Schall-Brecht decided to allow the film to be released on DVD, thanks to the reputation of Fassbinder. “Hallelujah! …For Fassbinder, yes; for Schlöndorff, never! Fine, I’ll happily play the black sheep. Now there’s work to do.” 64 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO Volker Schlöndorff (Wiesbaden, Germania, 1939), trasferitosi in Francia nel 1965, ha lavorato come assistente alla regia di Louis Malle, Jean-Pierre Melville e Alain Resnais, prima di esordire nel 1965 con I turbamenti del giovane Torless, premio Fipresci a Cannes e tra i primi film ad avviare la grande stagione del Nuovo cinema tedesco. Nel 1979 ha poi vinto la Palma d’oro a Cannes e un Oscar per il miglior film straniero con Il tamburo di latta, tratto dall’omonimo romanzo di Günter Grass. Tra i suoi numerosi film presentati nei maggiori festival internazionali, L’orco è stato in concorso a Venezia nel 1996, dove ha ricevuto il premio Unicef. Nella sua carriera ha lavorato anche per il teatro e l’opera, dirigendo, fra i vari lavori, quelli di Janácek e Henze. Volker Schlöndorff (Wiesbaden, Germany, 1939) moved to France in 1956 and worked as assistant director to Louis Malle, Jean-Pierre Melville and Alain Resnais; his 1965 film Young Torless marked the first international success for New German Cinema and won the FIPRESCI Prize at Cannes. The Tin Drum, based on the novel of the same title by Günter Grass, won the 1979 Palme d’or in Cannes and an Oscar. Many of his movies partecipated to the most important film festivals around the world: among them, The Ogre was presented in Venice, and won the UNICEF Prize. He has also directed theatre and opera productions, including works by Janácek and Henze. filmografia essenziale/ essential filmography Der junge Törless (I turbamenti del giovane Torless, 1965), Mord und Todschlag (Vivi ma non uccidere, 1966), Michael Kohlhaas - Der Rebell (La spietata legge del ribelle, 1969), Baal (id., tv, 1969), Die Moral der Ruth Halbfass (La morale di Ruth Halbfass, 1972) Strohfeuer (Fuoco di paglia, 1975), Die Blechtrommel (Il tamburo di latta, 1980), Die Fälschung (L’inganno, 1982), The Handmaid’s Tale (Il racconto dell’ancella, 1990), Der Unhold (L’orco, 1996), Die Stille nach dem Schuss (Il silenzio dopo lo sparo, 2000), Ten Minutes Older: The Cello (ep. The Enlightenment, id., cm, 2004), Ulzhan (2007), La mer à l’aube (2011). F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO robert wiene DAS CABINET DES DR CALIGARI Germania/Germany, 1920, 35mm, 75’, col. THE CABINET OF DR CALIGARI IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI regia/director Robert Wiene sceneggiatura/screenplay Carl Mayer, Hans Janowitz fotografia/cinematography Willy Hameister scenografia/ production design Hermann Warm, Walter Reimann, Walter Röhrig costumi/costume design Walter Reimann musica/music Giuseppe Becce interpreti e personaggi/ cast and characters Werner Krauss (Dr Caligari), Conrad Veidt (Cesare), Friedrich Féher (Franzis), Lil Dagover (Jane), Hans Heinrich von Twardowski (Alan), Rudolph Klein-Rogge (il ladro/thief), Rudolf Lettinger (Dr Olfen), Elsa Wagner, Ludwig Rex, Henri Peters-Arnolds, Hans Lanser-Ludoff produttori/producers Erich Pommer, Rudolf Meinert produzione/production Decla ** contatti/contacts Friedrich-Wilhelm Murnau-Stiftung Patricia Heckert Tel: +49 06 11 977 08 45 Nell’immaginaria cittadina tedesca di Holstenwall, nel 1930, lo studente Franzis racconta la storia del dottor Caligari, inquietante imbonitore di fiera che esibisce al suo pubblico un sonnambulo, Cesare, che predice il futuro e compie omicidi istigato dal suo padrone. Collaborando con la polizia per arrestare il vero colpevole dei delitti, Franzis scopre che Caligari è il direttore di un ospedale psichiatrico, e una volta smascherato lo fa rinchiudere. Ma forse è lo stesso Franzis a essere un malato di mente e, come tutti gli altri personaggi della sua storia, a vivere rinchiuso in una casa di cura diretta da un signore molto simile a Caligari… Il manifesto dell’espressionismo tedesco presentato in un nuovo restauro digitale a cura del laboratorio L’immagine ritrovata della Cineteca di Bologna, su invito della fondazione tedesca MurnauStiftung. ** In the fictitious German town of Holstenwall, back in 1930, a student called Franzis tells the story of Dr Caligari. The disturbing carnival hypnotist shows in his act the somnambulist Cesare to the audience. Cesare can predict the future and commits murders under his master’s control. Franzis collaborates with the police to arrest the real perpetrator; he discovers that the hypnotist is actually the director of a psychiatric hospital, so Caligari is institutionalized in his own asylum. But perhaps Franzis is also insane, like all the characters in his story who live locked up in a mental ward run by a man who looks a lot like Caligari… The Cabinet of Dr Caligari is considered the manifesto of German Expressionism. The new version was digitally restored by the Bologna Film Archives workshop L’immagine ritrovata upon request of the German foundation Murnau-Stiftung. patriciaheckert@murnau-stiftung.de www.murnau-stiftung.de 65 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO Robert Wiene (Sasku, Germania, 1881 - Parigi, Francia, 1931), laureato in filosofia, dal 1915 comincia a lavorare nel cinema e nel 1919 viene chiamato a sostituire Fritz Lang per dirigere Il gabinetto del dottor Caligari, che diventerà un film capitale per la radicalità delle soluzioni espressive e l’uso delle architetture allucinate. Simili impostazioni hanno Genuine (1920) e Raskolnikov (1923), mentre il religioso I.N.R.I. (1923) e il giallo Le mani dell’altro (1924) abbandonano l’esuberanza scenografia e teatrale del «caligarismo» per uno stile più realistico. Wiene si dedica poi a produzioni commerciali, prima di fuggire dal nazismo e morire a Parigi mentre sta girando Ultimatum (1938), poi completato da Robert Siodmak. Robert Wiene (Sasku, Germany, 1881 Paris, France, 1931) studied philosophy before starting to work in cinema in 1915. In 1919, he was called to replace Fritz Lang as the director of The Cabinet of Dr Caligari, which became a pivotal movie for its radical expressive solutions and visionary set design. Genuine (1920) and Crime and Punishment (1923) were also made along those lines. Instead, the religiousthemed Crown of Thorns (1923) and the mystery The Hands of Orlac (1924) take a different direction, setting aside the exuberant set designs typical of “Caligarism,” opting for a more realistic style. Wiene then dedicated himself to commercial productions before fleeing from Nazism. He died in Paris while he was shooting Ultimatum (1938), which was completely posthumously by Robert Siodmak. filmografia essenziale/ essential filmography Genuine (1920), Die Rache einer Frau (1921), Die höllische Macht (1922), Raskolnikow (1923), Der Puppenmacher von Kiang-Ning (1923), I.N.R.I. (1923), Orlacs Hände (Le mani dell’altro, 1924), Der Rosenkavalier (Il cavaliere della rosa, 1925), Die Geliebte (1927), Die berühmte Frau (La danzatrice di Granata, 1927), Die große Abenteuerin (1928), Die Frau auf der Folter (Tu non mentirai!, 1928), Unfug der Liebe (Amore contrastato, 1928), Der Andere (1930), Panik in Chicago (1931), Polizeiakte 909 (1933), Eine Nacht in Venedig (1934). F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO volker schlöndorff DIPLOMATIE Francia-Germania/France-Germany, 2014, HD, 84’, col. DIPLOMACY DIPLOMACY UNA NOTTE PER SALVARE PARIGI regia/director Volker Schlöndorff soggetto/story dall’opera teatrale/from the play Diplomatie di/ by Cyril Gely sceneggiatura/screenplay Volker Schlöndorff, Cyril Gely fotografia/cinematography Michel Amathieu montaggio/film editing Virginie Bruant scenografia/ production design Jacques Rouxel costumi/costume design Mirjam Muschel interpreti e personaggi/ cast and characters Andre Dussollier (Raoul Nordling), Niels Arestrup (gen. Dietrich von Choltiz), Burghart Klaussner (cap./cpt. Ebernach), Robert Stadlober (ten./lt. Bressensdorf), Jean-Marc Roulot (Jacques Lanvin), Stefan Wilkening (c.le/cpl. Mayer), Thomas Arnold (ten./lt. Hegger) produttori/producers Marc De Bayser, Frank Le Wita produzione/production Film Oblige, Gaumont distribuzione/distribution Academy Two ** contatti/contacts Academy Two Beatrice Gulino Tel: +39 06 841 64 88 beatricegulino@academytwo.com Il 25 agosto del 1944 gli alleati entrano a Parigi. Poco prima dell’alba, il generale tedesco Dietrich von Choltiz, governatore militare della città, si prepara a eseguire gli ordini di Hitler e distruggere la città. Ponti e monumenti sono stati minati e sono pronti a esplodere. Eppure la catastrofe viene evitata. Per quali ragioni von Choltiz si rifiutò di eseguire gli ordini del Führer, nonostante la sua lealtà verso il Terzo Reich? «I due protagonisti si affrontano l’uno contro l’altro con circospezione, come se fossero due giocatori di scacchi. O meglio ancora, come se si affrontassero in cinque o sei round di boxe. Ogni contendente prepara con cura il colpo seguente, senza però arrivare al knock-out. Ho diviso la sceneggiatura in diversi momenti musicali: dopo un’introduzione con andante, nella quale i due personaggi si prendono le misure cercando di capire come l’altro risponderà, momenti più incalzanti si alternano a ritmi meno intensi». ** On August 25 , 1944, the allies enter Paris. Shortly before dawn, the German general Dietrich von Choltiz, the military governor of the city, prepares to follow Hitler’s orders and destroy the city. Bridges and monuments have been mined and are ready to explode. And yet the catastrophe doesn’t occur. Why did von Choltiz refuse to follow the Führer’s orders, despite his loyalty to the Third Reich? TH “The two protagonists take each other on warily, as though they were chess players. Or better, as though they were boxers about to go five or six rounds with each other. Each contestant carefully prepares the next blow, without ever managing a knock-out. I divided the screenplay into various musical moments: first, an introduction with an andante, during which the two characters take each other’s measure, trying to understand how the other will react; then, more pressing moments that alternate with less intense rhythms.” www.academytwo.com 66 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - TORINO INCONTRA BERLINO Volker Schlöndorff (Wiesbaden, Germania, 1939), trasferitosi in Francia nel 1965, ha lavorato come assistente alla regia di Louis Malle, Jean-Pierre Melville e Alain Resnais, prima di esordire nel 1965 con I turbamenti del giovane Torless, premio Fipresci a Cannes e tra i primi film ad avviare la grande stagione del Nuovo cinema tedesco. Nel 1979 ha poi vinto la Palma d’oro a Cannes e un Oscar per il miglior film straniero con Il tamburo di latta, tratto dall’omonimo romanzo di Günter Grass. Tra i suoi numerosi film presentati nei maggiori festival internazionali, L’orco è stato in concorso a Venezia nel 1996, dove ha ricevuto il premio Unicef. Nella sua carriera ha lavorato anche per il teatro e l’opera, dirigendo, fra i vari lavori, quelli di Janácek e Henze. Volker Schlöndorff (Wiesbaden, Germany, 1939) moved to France in 1956 and worked as assistant director to Louis Malle, Jean-Pierre Melville and Alain Resnais; his 1965 film Young Torless marked the first international success for New German Cinema and won the FIPRESCI Prize at Cannes. The Tin Drum, based on the novel of the same title by Günter Grass, won the 1979 Palme d’or in Cannes and an Oscar. Many of his movies partecipated to the most important film festivals around the world: among them, The Ogre was presented in Venice, and won the UNICEF Prize. He has also directed theatre and opera productions, including works by Janácek and Henze. filmografia essenziale/ essential filmography Der junge Törless (I turbamenti del giovane Torless, 1965), Mord und Todschlag (Vivi ma non uccidere, 1966), Michael Kohlhaas - Der Rebell (La spietata legge del ribelle, 1969), Baal (id., tv, 1969), Die Moral der Ruth Halbfass (La morale di Ruth Halbfass, 1972) Strohfeuer (Fuoco di paglia, 1975), Die Blechtrommel (Il tamburo di latta, 1980), Die Fälschung (L’inganno, 1982), The Handmaid’s Tale (Il racconto dell’ancella, 1990), Der Unhold (L’orco, 1996), Die Stille nach dem Schuss (Il silenzio dopo lo sparo, 2000), Ten Minutes Older: The Cello (ep. The Enlightenment, id., cm, 2004), Ulzhan (2007), La mer à l’aube (2011), Diplomatie (2014). F E S TA M O B I L E - PREMIO MARIA ADRIANA PROLO bruno bozzetto ALLEGRO NON TROPPO Italia/Italy, 1976, 35mm, 81’, col. ALLEGRO NON TROPPO regia, produttore/ director, producer Bruno Bozzetto soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Bruno Bozzetto, Guido Manuli, Maurizio Nichetti fotografia/cinematography Mario Masini, Luciano Marzetti montaggio, suono/ film editing, sound Giancarlo Rossi musica/music estratti da/excerpts from Debussy, Dvorak, Ravel, Sibelius, Vivaldi, Stravinskij interpreti/cast Maurizio Nichetti, Nestor Garay, Maurizio Micheli, Maria Luisa Giovannini, Mirella Falco, Osvaldo Salvi, Jolanda Cappi, Franca Mantelli, Angela Finocchiaro coproduzione/coproduction Bruno Bozzetto Film ** contatti/contacts Bruno Bozzetto Distribution Anita e Irene Bozzetto bozz_bozz@yahoo.com www.bozzetto.com Premio Maria Adriana Prolo alla carriera 2014 a Bruno Bozzetto/ Maria Andriana Prolo Career Award 2014 to Bruno Bozzetto 67 Un disegnatore che vuol fare un film prendendo spunto dalla musica classica si ritrova in uno scalcinato teatro a lavorare con un direttore d’orchestra e una banda di vecchiette che gli combinano un mare di pasticci. Bozzetto crea personaggi a disegni animati ispirandosi a brani musicali, mescolandoli a una storia filmata dal vero che funge da filo conduttore. «Non è che Allegro non troppo volesse essere niente di troppo impegnativo, è nato perché amavo la musica classica e perché mi era venuta questa idea del Bolero. Strada facendo ci siamo poi resi conto che poteva ricordare Fantasia. […] Quando invece abbiamo deciso di allargare il progetto e trasformarlo in un lungometraggio, lì è scattata l’idea di fare non una parodia, ma di prendere in giro la parte che meno amavo di Fantasia, ovvero l’orchestra, che trovavo molto stucchevole, tutti così rosa e perfetti… E da lì è scaturita l’idea di Guido Manuli e Maurizio Nichetti che sono venuti da me e mi hanno detto “facciamo un’orchestra di vecchietti”, e l’ho trovata subito una proposta simpatica». (dal sito www.quinlan.it) ** An artist wants to make an animated film inspired by classical music. He ends up in a basement working with an orchestra director and a band of old ladies who keep making one mess after the other. Bozzetto creates his characters and animations inspired by pieces of classical music, mixing them with live action sequences that compose the leading thread to the entire story. “Allegro non troppo wasn’t meant to be a heavy movie. I just wanted to make it because I love classical music and because I’d gotten this idea from the Bolero. Along the way, we realized it reminded us of Fantasia. […] So we decided to expand the project and to transform it into a feature film. I didn’t want to turn it into a parody, but I wanted something that would make fun of my least favorite parts of Fantasia: the orchestra. I found it so corny, all pink and perfect… That’s when Guido Manuli and Maurizio Nichetti got an idea: they came up to me and said ‘Let’s make an orchestra of old people,’ and I immediately liked it.” (from the website www.quinlan.it) F E S TA M O B I L E - Bruno Bozzetto (Milano, 1938) esordisce nel 1958 con il corto d’animazione Tapum! La storia delle armi e nel 1960 fonda la Bruno Bozzetto Film, con la quale realizza pubblicità e film. Di Bozzetto, tra i più celebri animatori e cartoonist del mondo, si ricordano la serie di cortometraggi dedicati al Signor Rossi, i lunghi d’animazione, fra cui il capolavoro Allegro non troppo (1976), i film dal vero come Sotto il ristorante cinese (1987), la serie tv Sandwich (1984) e, fra gli altri, i cortometraggi MisterTao (1989), Orso d’oro al Festival di Berlino, Cavallette (1990), candidato al premio Oscar e Nastro d’argento nel 1990, e Looo (2005), realizzato in 3D. Bruno Bozzetto (Milan, Italy, 1938) debuted in 1958 with the short animated film Tapum! The History of Weapons, and started the Bruno Bozzetto Film in 1960, making both films and commercials. Bozzetto is one of the most famous cartoonists in the world, best known for the series of animated shorts Mr Rossi, for his feature-length animations such as Allegro non troppo (1976), live action movies like Sotto il ristorante cinese (1987), and the TV series Sandwich (1984). Among his shorts, Mister Tao (1989) received the Golden Bear at the Berlinale, Cavallette (1990) was nominated for an Oscar and won a Nastro d’argento in 1990, and Looo (2005), which he made in 3D. filmografia essenziale/ essential filmography Un Oscar per il signor Rossi (cm, 1960), Alfa Omega (cm, 1961), Il signor Rossi al mare (cm, 1964), West and soda (1965), Vip, mio fratello superuomo (1968), Ego (cm, 1969), Gli sport del signor Rossi (serie tv/tv series, 1975), Il signor Rossi cerca la felicità (1976), Allegro non troppo (1976), Le vacanze del signor Rossi (1976), I sogni del signor Rossi (1977), Tennis Club (cm, 1982), Sotto il ristorante cinese (1987), Baeus (cm, 1987), Cavallette (cm, 1990), Help? (cm, 1995), Adam (cm, 2002), Spaghetti Family (serie tv/tv series, 2003), Olympics (cm, 2003), Armi su strada (cm, 2008). PREMIO MARIA ADRIANA PROLO SOMMARIO F E S TA M O B I L E - PREMIO MARIA ADRIANA PROLO bruno bozzetto UNA VITA IN SCATOLA Italia/Italy, 1967, 35mm, 6’, col. LIFE IN A TIN regia, soggetto, produttore/ director, story, producer Bruno Bozzetto animazione/animation Guido Manuli fotografia/cinematography Mario Masini, Luciano Marzetti scenografia/scenography Giovanni Mulazzani musica/music Franco Godi suono/sound Giancarlo Rossi The story of a man from childhood to adulthood: home, school, university, movie theaters, the factory, all those “tins” that enclose his life, with the increasingly fewer happy moments as the frenzy takes over. Life in a Tin represents the stress of modern life as depicted by Bozzetto with his essential and childlike animation style, warm colors, and very stylized lines. La storia di un uomo dall’infanzia all’età adulta: casa, scuola, università, cinema e fabbrica, vale a dire tutte le «scatole» in cui la sua vita viene di volta in volta rinchiusa, con i momenti felici che si riducono sempre più e la frenesia che prende il sopravvento. Bozzetto racconta il logorio della vita moderna con un’animazione essenziale e fanciullesca, con colori caldi e un tratto fortemente stilizzato. bruno bozzetto MISTER TAO Italia/Italy, 1988, 35mm, 3’, col. La cima della montagna segna la conclusione del viaggio. Ma non per il giovane camminatore Mister Tao, che giunto alla meta prosegue il cammino senza fermarsi più… «Da nessuna parte si legge di non rubare, perché evidentemente si dà per scontato che ci si comporti bene. Quindi, una persona che si comporta bene, che non disturba gli altri, che lavora e continua a trasformarsi, in un certo senso potrebbe essere simile a Dio. Mister Tao nasce da tutto questo». Orso d’oro alla Berlinale 1990. 68 SOMMARIO MISTER TAO The peak of the mountain marks the end of a journey, but not for the young hiker Mister Tao: after reaching the top, he just keeps on climbing upwards. “You won’t read ‘don’t steal’ anywhere because it’s taken for granted that people should behave. So, in a certain way, someone who is a good person, who doesn’t bother or harm other people, who works and is constantly transforming himself is similar to God. That’s where Mister Tao comes from.” Winner of the Golden Bear at the 1990 edition of the Berlinale. regia, produttore/ director, producer Bruno Bozzetto musica/music Roberto Frattini F E S TA M O B I L E - PREMIO MARIA ADRIANA PROLO F E S TA M O B I L E - PREMIO MARIA ADRIANA PROLO bruno bozzetto EUROPA&ITALIA Italia/Italy, 1999, video, 5’, col. EUROPE&ITALY regia, produttore/ director, producer Bruno Bozzetto Just before Italy entered the euro, Bozzetto made an irresistible and very well-known short comparing Italians and Europeans according to some of the most famous stereotypes of Italian culture. With geometric computer graphics and his subtle and lighthearted humor, Bozzetto pokes fun at driving styles, behaviors held in public places, and the guidelines to live in a civil manner, which Italians of course interpret their own way. All’alba dell’ingresso dell’Italia nell’euro, Bozzetto realizza un irresistibile – e celeberrimo – confronto fra italiani ed europei sulla base dei più noti stereotipi legati alla cultura del nostro Paese. Con una grafica geometrica e computerizzata, con un umorismo sottile e divertito, si mettono in ridicolo le abitudini stradali, i comportamenti nei luoghi pubblici, le regole del vivere civile, che ovviamente gli italiani interpretano a modo loro. bruno bozzetto RAPSODEUS Italia/Italy, 2011, video, 6’, col. RAPSODEUS regia, produttore/ director, producer Bruno Bozzetto musica/music Rapsodia ungherese/ Hungarian Rhapsody n. 2 di/by Franz Liszt Rapsodeus is a reflection on human nature’s destructive instinct, which has always chased impossible utopias while spreading death and destruction everywhere. Guided by the musical notes of Franz Liszt’s second Hungarian Rhapsody, it combines 2D and 3D animation techniques. Bozzetto, who presented the short at the film festivals in Annecy and Hiroshima, decided to distribute it for free on his YouTube channel. Realizzato con una tecnica mista di animazione in 3 e 2D, guidato dalle note della seconda Rapsodia ungherese di Franz Liszt, il film, distribuito gratuitamente sul canale YouTube dello stesso Bozzetto e presentato ai festival di Annecy e Hiroshima, è una riflessione sull’istinto distruttivo dell’umanità, che da sempre insegue utopie irraggiungibili disseminando ovunque morte e distruzione. 69 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - PREMIO MARIA ADRIANA PROLO F E S TA M O B I L E - TFF E INTESA SANPAOLO PER EXPO MILANO 2015 terence fisher, antony darnborough SO LONG AT THE FAIR Regno Unito/UK, 1950, 35mm, 86’, bn/bw TRAGICA INCERTEZZA regia/directors Terence Fisher, Antony Darnborough sceneggiatura/screenplay Hugh Mills, Anthony Thorne fotografia/cinematography Reginald H. Wyer montaggio/film editing Gordon Hales scenografia/ production design Cedric Dawe, George Provis costumi/costume design Elizabeth Haffenden musica/music Benjamin Frankel interpreti e personaggi/ cast and characters Jean Simmons (Vicky Barton), Dirk Bogarde (George Hathaway), David Tomlinson (Johnny Barton), Marcel Poncin (Narcisse), Cathleen Nesbitt (Madame Hervé), Honor Blackman (Rhoda O’Donovan), Betty Warren (Mrs O’Donovan), Zena Marshall (Nina), Eugene Deckers (Day Porter), Felix Aylmer (il console inglese/British consul), André Morell (Dr Hart) produttori/producers Betty E. Box, Sydney Box produzione/production Gainsborough Pictures ** contatti/contacts Park Circus Tel: +44 01 413 32 21 75 info@parkcircus.com www.parkcircus.com Nel 1889, la giovane inglese Vicky Barton e suo fratello Johnny arrivano a Parigi per visitare l’esposizione universale. Per Vicky è la prima volta nella capitale francese. Dopo aver cenato con Johnny, si ritira nella sua camera, mentre l’uomo prosegue la sua serata. Di ritorno all’albergo, Johnny incontra il pittore George Hathaway, al quale presta una somma di denaro: sarà questa l’ultima volta in cui verrà visto a Parigi, dal momento che la mattina dopo risulterà scomparso. La sorella Vicky lo cercherà invano per tutta la città, ostacolata però dai proprietari dell’albergo e dalle autorità, che metteranno addirittura in dubbio l’esistenza di Johnny. L’unico disposto ad aiutare Vicky sarà il pittore George, innamoratosi di lei dopo che questa lo ha rintracciato. Due giovanissimi Jean Simmons e Dirk Bogarde in uno dei primi film di Terence Fisher – e del produttore Antony Darnborough – proiettato in collaborazione con Intesa San Paolo, in occasione dell’Expo Milano 2015. ** Vicky Barton and her brother Johnny travel from Great Britain to Paris to visit the Universal Exposition of 1889. After having dinner with Johnny, Vicky retires to her room, while the man continues his evening. On his way back to the hotel, he meets the painter George Hathaway, who borrows some money from him. This is the last time Johnny is seen in Paris and the next morning he is declared missing. His sister Vicky looks in vain all over the city trying to find him, but the hotel’s owners and the police get in her way, questioning whether Johnny ever even existed. The only person willing to help Vicky is George, the painter, who falls in love with her after she seeks him out. A very young Jean Simmons and Dirk Bogarde in one of the first movies made by Terence Fisher (and by the producer Anthony Darnborough), screened in collaboration with Intesa San Paolo in occasion of Expo Milano 2015. Terence Fisher (Londra, Regno Unito, 1904-1980) lavora come montatore e direttore di produzione e dirige poi film di vario genere. Negli anni Cinquanta avviene l’incontro con la casa di produzione Hammer e la nascita di quel filone fantastico e horror di serie B che gli darà la fama. Antony Darnborough (Weybridge, Regno Unito, 1913 - Regno Unito, 2000), produttore di alcuni fra i più grandi successi del cinema inglese dell’immediato secondo dopoguerra, è conosciuto per i film tratti da Somerset Maugham (Passioni, 1948; Trio, 1950; Gigolo e gigolette, 1951) e per la collaborazione da regista con Terence Fisher. Terence Fisher (London, UK, 1904-1980) started working in cinema as an editor and production director. Then he directs a wide variety of movies. After meeting in the 1950s the production company Hammer, he came up with a whole new genre of B movies mixing fantasy and horror, which made him famous. Antony Darnborough (Weybridge, UK, 1913 - UK, 2000) produced some of the most successful movies in British cinema after World War II. He is known for producing the big screen adaptations of Somerset Maugham’s works (Quartet, 1948; Trio, 1950; Encore, 1951), and for his collaborations with Terence Fisher. His career in cinema was short, spanning from 1948 to 1956. filmografia essenziale/ essential filmography Terence Fisher: The Curse of Frankenstein (La maschera di Frankenstein, 1957), Horror of Dracula (Dracula il vampiro, 1958), The Revenge of Frankenstein (La vendetta di Frankenstein, 1958), The Hound of the Baskervilles (La furia dei Baskerville, 1959), The Mummy (La mummia, 1959), The Brides of Dracula (Le spose di Dracula, 1960), The Two Faces of Dr Jekyll (Il mostro di Londra, 1960), The Phantom of the Opera (Il fantasma dell’Opera, 1962), The Gorgon (Lo sguardo che uccide, 1964), Dracula: Prince of Darkness (Dracula, principe delle tenebre, 1966), Frankenstein Created Woman (La maledizione dei Frankenstein, 1967), Frankenstein Must Be Destroyed (Distruggete Frankenstein!, 1969), Frankenstein and the Monster from Hell (Frankenstein e il mostro dell’inferno, 1973). Terence Fisher, Antony Darnborough: The Astonished Heart (Lo spirito, la carne, il cuore, 1950), So Long at the Fair (Tragica incertezza, 1950). 70 SOMMARIO F E S TA M O B I L E - TFF E INTESA SANPAOLO PER EXPO MILANO 2015 DIRITTI & ROVESCI ANTONIETTA DE LILLO LET’S GO | SUSANNA NICCHIARELLI PER TUTTA LA VITA | | COSTANZA QUATRIGLIO TRIANGLE | WILMA LABATE QUALCOSA DI NOI ERIKA ROSSI, GIUSEPPE TEDESCHI IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Diritti & rovesci DI PAOLO VIRZÌ Per tutta la vita (2014) L’incendio della fabbrica newyorkese Triangle, nel 1911, dove morirono 146 lavoratori, in maggioranza giovani donne, illustrato da potenti, preziose immagini di repertorio e rievocato dall’emozionante sonoro delle testimonianze originali, messo in consonanza con le immagini vivide e in presa diretta dei protagonisti – di nuovo donne – di una sciagura di un secolo dopo, tre anni fa: il crollo di una palazzina di Barletta che ospitava un maglificio, altre cinque operaie morte, una delle quali quattordicenne. Poi un viaggio tra parole e immagini, alcune struggenti e intimissime, dai Super8 familiari e della televisione dell’epoca, disturbanti nella loro drammatica forma propagandistica, sull’amore e sul matrimonio, sulla coppia come fatto naturale e allo stesso tempo sociale, quarant’anni dopo il referendum sul divorzio. E ancora un viaggio, questa volta concreto e lungo più di quattromila chilometri, sebbene il protagonista sia un cavallo azzurro di cartapesta: il «Marco Cavallo» creato alla vigilia della promulgazione della 180, la rivoluzionaria legge che avrebbe dovuto chiudere per sempre l’obbrobrio civile, scientifico e giudiziario dei manicomi, e che oggi si rimette in marcia attraverso gli Ospedali psichiatrici giudiziari 72 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI d’Italia, per ricordare alla società che il folle che ha commesso un crimine è anche una persona bisognosa di ascolto e di cure. Quindi, la storia di qualcuno che sui giornali del nostro tempo verrebbe definito un «esodato», ma che è anche lui un essere umano vivo, con un volto, una voce, un nome e un cognome, che generosamente si mette a nudo nella verità dei suoi affetti, della sua fragilità e del suo ottimismo, nonostante l’incertezza del proprio destino. E infine l’incontro con Jana, prostituta tatuata, intelligente e spudorata, che diventa a sua volta un viaggio di parole e di pensieri in allegra, vitale, ironica libertà dentro il cuore di una questione spesso trattata con moralismo, con malizia e imbarazzo: il corpo, il sesso, nella sua espressione mercenaria e in quella quotidiana fatta di desideri, asprezze, precarietà. Cinque storie, cinque ritratti, cinque avventure – operaie, mogli, puttane, matti, esodati – che mescolati l’uno all’altro tracciano un affresco di persone, dei loro diritti, difficili da maneggiare, dei loro rovesci, umani e civili; del loro cadere e rialzarsi, dei loro commoventi sogni di riscossa. Questa piccola e intensa sezione si compone di cinque bei film italiani che definire documentari è limitante: perché si tratta di cronache dove la verità degli eventi incontra la poesia e la personalità dello sguardo che li cattura e li trasforma in narrazione, con candore, curiosità, tenerezza, a volte anche con rabbia, ma senza piagnistei; sono film che hanno in comune, oltre il dato biografico e biologico dei loro autori, donne perlopiù, un modo di usare il cinema che abbatte gli steccati tra verità e finzione, e che sembra sancire un nuovo passo avanti nell’interrogarsi sulle vicende umane e nell’arte del condividere il piacere e l’emozione del racconto delle cose penose e a volte buffe della vita. DIRITTI & ROVESCI Diritti & rovesci BY PAOLO VIRZÌ Qualcosa di noi (2014) The fire at the Triangle factory in New York in 1911 killed 146 workers, primarily young women; illustrated by powerful, precious archive images and re-evoked by the touching soundtrack of the original testimony, it is matched with the vivid, live footage of the victims – once again, women – of a tragedy that took place one century later, the collapse of a knitwear factory in Barletta three years ago: five more workers dead, including a fourteenyear-old girl. Then, forty years after the referendum on divorce, there is a journey in words and images – some of which are heart-breaking and intimate – from Super8 home movies and TV programs of the era; disturbing in their dramatic propagandistic form, they are about love and marriage, about couples as a condition that is both natural and, at the same time, social. And another journey, this time a real one that is over four thousand kilometers long: the protagonist is a blue, papier-mâché horse, “Marco Cavallo,” created on the day before the promulgation of the revolutionary Law 180, which was supposed to shut down the civil, scientific and judicial abomination of insane asylums forever. Marco Cavallo has set off 73 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI once again, traveling to the judicial psychiatric hospitals of Italy, to remind society that the madman who committed a crime is also a person who needs to be listened to and cared for. Then, the story of a person the newspapers nowadays would call an “esodato” [a worker who has lost his job but is not yet eligible for retirement pay, translator’s note], but who is another living human being, with a face, a voice, a first and last name, who generously lays bare the truth of his sentiments, his fragility and his optimism, despite the uncertainty of his own destiny. And finally, we meet Jana, a tattooed prostitute, intelligent and brazen, who, in cheerful, vibrant, ironic freedom, in turn becomes a journey of words and thoughts into the heart of a topic that is often treated with moralism, malice and embarrassment: the human body, sex, in its mercenary expression and in its daily reality made of desires, harshness, precariousness. Five stories, five portraits, five adventures – workers, wives, whores, madmen, esodati – who, shuffled together, paint a fresco of people, of their rights, which are difficult to deal with, and of their reverses, both human and civil; of them falling down and getting back up; of their poignant dreams of recovery. This small and intense section is composed of five beautiful Italian films: to call them documentaries is reductive because they are chronicles in which the truth of the events encounters the poetry and the personality of the gaze that captures and transforms them into narration, with candor, curiosity, affection, sometimes even with anger, but without whingeing. What these movies have in common, besides the biographical and biological data of their authors, who are primarily women, is a way of using cinema that knocks down the divide between truth and fiction, and that seems to sanction a new step forward in the investigation of human events and the art of sharing the pleasure and emotion of recounting the painful and sometimes funny things of life. DIRITTI & ROVESCI antonietta de lillo LET’S GO Italia/Italy, 2014, HD, 55’, col. LET’S GO regia/director Antonietta De Lillo sceneggiatura/screenplay Luca Musella, Antonietta De Lillo, Giovanni Piperno fotografia/cinematography Giovanni Piperno, Luca Musella montaggio/film editing Giogiò Franchini musica/music Daniele Sepe suono/sound Marco Treccani, Diego Colombo, Bernie Signorin interpreti/cast Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo Arvanno, Brahim Ati Baha, Miriam Ati Baha, Paolo Ciarchi, Sirlei De Fatima, Simona Gennaro, Dian Slutu, Cheriti Mohammed Wajdi, Abdul Mecit Erbi, Elena Teresa Rossi, Roberto De Francesco (voce/voice) produttori/producers Alice Mariani, Renato Lambiase produzione/production marechiarofilm, Rai Cinema distribuzione/distribution Cinecittà Luce ** contatti/contacts Cinecittà Luce Beppe Attene b.attene@cinecittaluce.it www.cinecittaluce.it La storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente. Tutta la sua vita in un testo-lettera da lui scritto e in un viaggio reale e ideale che da Napoli, la sua città natale, porta a Milano, il luogo della sua nuova esistenza. «Let’s go è la storia del mio amico fotografo Luca Musella, che ha avuto la generosità di mettersi a nudo di fronte alla telecamera in un momento di difficoltà. Gli ho chiesto di raccontare la sua “caduta” in un testo-lettera che poi è diventato voce narrante e che nel film si alterna al racconto in presa diretta del suo slittamento da un universo borghese a un sottoproletariato di marginalità e clandestinità. Due linguaggi diversi e necessari perché il protagonista e autore diventi specchio di chi guarda. Le sue paure, le sue debolezze sono le nostre, anche se ci troviamo in condizioni meno estreme della sua. Le immagini […] sono frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria e sulla fragilità che ci circondano, perché proiezione di una condizione individuale». ** The story of Luca Musella, a photographer, cameraman, and writer, an “esodato” both professionally and emotionally. His entire life portrayed in a letter he wrote and in the real and ideal journey that started from his hometown Naples and brought him to Milan, where he started his new existence. “Let’s Go is the story of a friend of mine, the photographer Luca Musella. He was kind enough to expose his inner self to the camera during a difficult time. I asked him to tell me about his ‘fall’ in the form of a letter, which then became the off-screen narration. The voice-over alternates with live recordings of his descent from a bourgeois universe to a sub-proletarian world of marginalization and clandestineness. Through those two languages, different and necessary, the protagonist and the author become a mirror for the viewer. His fears and weaknesses are our own, even if we are in less dire conditions. The images […] are the product of an eye capable of lingering on the misfortunes and capturing the frailty that surrounds us, because they are a projection of our individual conditions.” 74 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Antonietta De Lillo (Napoli, 1960) inizia a lavorare come fotoreporter per poi dirigere nel 1985, con Giorgio Magliulo, Una casa in bilico, Nastro d’argento come migliore opera prima. Tra il 1992 e il 1999 realizza diversi documentari e videoritratti, tra cui Ogni sedia ha il suo rumore, dedicato ad Alda Merini. Con Racconti di Vittoria (1995) ottiene il Premio Fedic e quello del Sindacato critici cinematografici a Venezia, mentre con Non è giusto partecipa al Festival di Locarno. Il resto di niente (2004), presentato a Venezia, vince tre David di Donatello e il Premio Flaiano per la sceneggiatura. Nel 2007 fonda la casa di produzione e distribuzione marechiarofilm, con cui firma La pazza della porta accanto, presentato al Torino Film Festival nel 2013. Antonietta De Lillo (Naples, Italy, 1960) started working as a press photographer before making Una casa in bilico with Giorgio Magliulo in 1985, awarded with the Nastro d’argento for best new director. She made several documentary films and video-portraits between 1992 and 1999, among which Ogni sedia ha il suo rumore, dedicated to Alda Merini. She directed Racconti di Vittoria in 1995, winning in Venice the FEDIC Award and the prize from the Film Critics Union. She then participated to the Locarno Film Festival with Non è giusto. She presented Il resto di niente in Venice in 2004, winning three David di Donatello Awards and the Flaiano Award for best screenplay. In 2007 she started the production and distribution company marechiarofilm, producing La pazza della porta accanto, presented at the 2013 Torino Film Festival. filmografia essenziale/ essential filmography Angelo Novi fotografo di scena (doc., 1992), Promessi sposi (doc., 1993), Ogni sedia ha il suo rumore (doc., 1995), Viento ’e Terra (1996), Il faro (2000), Non è giusto (2001), Pianeta Tonino (2002), Il resto di niente (2004), Il pranzo di Natale (2011), Oggi insieme, domani anche (2013), La pazza della porta accanto (mm, doc., 2013). DIRITTI & ROVESCI susanna nicchiarelli PER TUTTA LA VITA Italia/Italy, 2014, HD-Super8, 52’, col. FOR ALL LIFE LONG regia/director Susanna Nicchiarelli fotografia/cinematography Cristian Alberini montaggio/film editing Stefano Cravero suono/sound Alessandro Molaioli, Pietro Jona interpreti/cast Annagrazia Bassi, Silvio Carloni, Monica Carosi, Guido Cravero, Paola Daidola, Sveva Marinelli, Luciano Nicchiarelli produttore/producer Francesco Nicchiarelli distribuzione/distribution Rai Cinema ** contatti/contacts Rai Cinema Paola Malanga Tel: +39 06 681 826 62 paola.malanga@raicinema.it www.rai.it Sono passati quarant’anni dal referendum che ha introdotto il divorzio in Italia e dalla battaglia per ottenerlo. Il racconto dei protagonisti attraverso storie d’amore dagli esiti diversi, la riflessione sulla possibilità dell’amore eterno, e gli effetti della nuova legge sul matrimonio. Cosa significava sposarsi prima di allora? E soprattutto: l’essere umano è un animale monogamo o la coppia è un fatto sociale? «Con l’occasione dell’anniversario del referendum sul divorzio, della campagna elettorale che ci fu e dell’importantissima battaglia civile di quegli anni, ho cercato di fare un film che parlasse dell’amore, ossia di come e perché s’inizi una vita di coppia, e di come questa vita in comune a un certo punto finisca. Volevo anche ricordare com’è distante e al tempo stesso vicina l’Italia del 1974; soprattutto, ho cercato di capire se il significato del matrimonio (e del divorzio) sia cambiato negli anni. Mi sono chiesta se alla base della formazione di una coppia ci sia un istinto naturale, o solamente un fenomeno sociale. Non so se ho trovato delle risposte, il film racconta la mia ricerca». ** Forty years have passed since the referendum which brought divorce to Italy, and the battle to obtain it. The story of the protagonists through love stories with different endings, a reflection on the possibility of eternal love, and the effect the new law has had on matrimony. What did marriage mean, before? And above all: is human being a monogamous animal or are couples only a social fact? “The anniversary of the referendum on divorce, of the voting campaign, and of the important civil struggle of those years, gave me the opportunity to make a movie that talks about love, or rather, about how and why people begin to live together as a couple, and how this shared life comes to an end at a certain point. I also wanted to show how distant, and yet also now near, the Italy of 1974 is. Above all, I wanted to understand if the meaning of matrimony (and of divorce) has changed over the years: I asked myself if the decision to form a couple is based on a natural instinct or if it is only a social phenomenon. I don’t know if I found the answer, the movie talks about my investigation.” 75 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Susanna Nicchiarelli (Roma, 1975), dopo la laurea in filosofia, ha frequentato il Centro sperimentale di cinematografia diplomandosi in regia. Nel 2009 il suo primo lungometraggio, Cosmonauta, ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio Controcampo italiano alla Mostra di Venezia. Nel 2012 ha realizzato il suo secondo lungometraggio, La scoperta dell’alba, che ha aperto il Festival internazionale del film di Roma. Tra i suoi lavori, i documentari Il terzo occhio, L’ultima sentinella e i cortometraggi Il linguaggio dell’amore e Sputnik 5, vincitore del Nastro d’argento per il miglior cortometraggio di animazione nel 2010. Susanna Nicchiarelli (Rome, Italy, 1975), after obtaining her degree in philosophy, attended the Centro sperimentale di cinematografia and graduated in directing. In 2009, her first feature-length movie, Cosmonauta, received various awards, including the Controcampo italiano Award at the Venice Film Festival. In 2012, her second feature film, La scoperta dell’alba, opened the Rome International Film Festival. Her works include the documentaries Il terzo occhio and L’ultima sentinella, and the shorts Il linguaggio dell’amore and Sputnik 5, which won a Nastro d’argento for best animated short in 2010. filmografia essenziale/ essential filmography L’artista (cm, 2000), I diari della Sacher (ep. Ca cri do bo, doc., 2001), Che vergogna! (cm, 2001), Il terzo occhio (doc., 2003), Giovanna Z., una storia d’amore (cm, 2005), Uomini e zanzare (mm, 2005), Sputnik 5 (cm, 2009), Cosmonauta (2009), La scoperta dell’alba (2013), Per tutta la vita (mm, doc., 2014). DIRITTI & ROVESCI wilma labate QUALCOSA DI NOI PREMIO CIPPUTI Italia/Italy, 2014, HD, 74’, col. SOMETHING ABOUT US regia/director Wilma Labate sceneggiatura/screenplay Wilma Labate, Sara Olivieri, Michele Cogo fotografia/cinematography Francesco di Giacomo montaggio/film editing Marco Guelfi musica/music Angelo Olivieri interpreti/cast Jana, Laura Pizzirani, Orso Jacopo Tosco, Monica Guarini Matteucci, Camillo Acanfora, Paolo Carati, Lorenzo Pullega, Eva Brugnettini, Andrea Forgione, Luigi Brandonisio, Francesco Tedeschi, Elisabetta Sinopoli, Emanuela Busà, Michele Ottoveggio, Laura Cimino, Giulia Rovelli produttore/producer Simone Bachini produzione/production Bottega Finzioni distribuzione/distribution Cinecittà Luce ** contatti/contacts Cinecittà Luce Beppe Attene b.attene@cinecittaluce.it www.cinecittaluce.it Dodici allievi della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni, nella cornice dell’antico borgo di Iano, sulle colline di Sasso Marconi, incontrano Jana, che ha quarantasei anni e da undici fa la prostituta. Il corpo e il denaro sono gli elementi da cui parte il racconto, che subito coinvolge tutti i partecipanti, mentre Jana, con la sua presenza maliziosa e rassicurante, rimuove ogni timidezza, portando i ragazzi a mettere in scena se stessi. «Dopo un anno di lezioni alla Bottega Finzioni, sentivo il bisogno di fare con gli allievi un’esperienza sul campo, un po’ per risvegliarli dal torpore che spesso si respira in aula e anche per svelare qualche piccolo mistero del set. Avevo deciso di lasciare a casa la teoria, le parole, e di puntare sull’estemporaneità, sul fare, cosa che contraddistingue anche la modalità formativa del gruppo bolognese. Il desiderio degli allievi di vivere un’esperienza concreta mi ha dato la possibilità di mettere in scena il corpo, unica ricchezza che ci appartiene e autentico strumento di comunicazione». ** Twelve students from Bologna’s writing school Bottega Finzioni, in the framework of the ancient village of Iano in the hills of Sasso Marconi. Jana is a forty-six-year old woman who has worked as a prostitute for the last eleven years. Body and money: those are the elements from which the story begins. The participants are immediately captivated, while Jana with her mischievous and reassuring presence removes their shyness, bringing the students to put themselves in the spotlight. “After a year of classes at Bottega Finzioni, I felt the need to bring the students out to get some field experience, to shake them from the classroom’s listlessness, and to reveal a few set secrets. I decided to leave theory and words behind, and to try something more extemporaneous and active, which is also distinctive of the teaching approach used by this school from Bologna. The students’ desire to experience something concrete is what gave me the chance to put on stage the human body, the only treasure we own and a true instrument of communication.” 76 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Wilma Labate (Roma, 1949), laureatasi in filosofia, nel 1979 ha cominciato a collaborare con la Rai girando diversi programmi per la televisione, fiction e documentari. Dopo aver realizzato, nel corso degli anni Ottanta, documentari sul mondo dell’industria, ha collaborato come assistente alla regia con diversi autori italiani. Ha esordito nel lungometraggio con Ambrogio (1992), mentre con La mia generazione (1996) si è imposta all’attenzione del pubblico e della critica, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nel 1997, per la serie Alfabeto italiano, ha realizzato Lavorare stanca, e nel 2001 ha girato Domenica. Nel 2007 ha presentato Signorina Effe al Torino Film Festival. Wilma Labate (Rome, Italy, 1949), after graduating in philosophy in 1979, started working with Rai, making several television programs, fictions and documentaries. After making documentaries in the 1980s about the industrial sector, she collaborated as assistant director for many Italian authors. She made her debut with the feature-length film Ambrogio (1992), followed by La mia generazione (1996), which won the public and the critic’s attention, as well as several acknowledgements. In 1997 she made Lavorare stanca for the series Alfabeto italiano, and in 2001 she filmed Domenica. In 2007 she presented Signorina Effe at the Torino Film Festival. filmografia essenziale/ essential filmography Ambrogio (1992), La mia generazione (1996), Alfabeto italiano (ep. Lavorare stanca, tv, 1997), Gli ultimi della classe (coregia/codirectors aa.vv., 1998), Domenica (2001), Lettere dalla Palestina (coregia/codirectors Franco Angeli, Giuliana Berlinguer, Maurizio Carrassi, Giuliana Gamba, Roberto Gianarelli, Francesco Maselli, Francesco Ranieri Martinotti, Mario Monicelli, Ettore Scola, Fulvio Wetzl, doc., 2002), Maledettamia (mm, doc., 2003), Signorina Effe (2007), Qualcosa di noi (doc., 2014). DIRITTI & ROVESCI PREMIO CIPPUTI costanza quatriglio TRIANGLE Italia/Italy, 2014, HD, 63’, col. TRIANGLE regia, sceneggiatura/ director, screenplay Costanza Quatriglio soggetto/story Nella Condorelli, Costanza Quatriglio fotografia/cinematography Vincenzo Condorelli montaggio/film editing Letizia Caudullo musica/music Teho Teardo suono/sound Marzia Cordò, Stefano Grosso interprete/cast Mariella Fasanella produttori/producers Marco Visalberghi, Nella Condorelli produzione/production Doclab, Factory Film, Rai Cinema distribuzione/distribution Cinecittà Luce ** contatti/contacts Cinecittà Luce Beppe Attene b.attene@cinecittaluce.it www.cinecittaluce.it Barletta, 2011: a cento anni dall’incendio della Triangle, avvenuto a New York nel 1911, le operaie tessili muoiono per il crollo di una palazzina che ospita un maglificio irregolare. Estratta viva da quelle macerie, Mariella assume su di sé tutto il peso del mondo. Con lei viviamo il ritorno alla condizione preindustriale e la necessità di un nuovo inizio, ma anche l’irriducibile orgoglio di chi sa che far bene il proprio lavoro è il gesto più compiuto di ogni essere umano. «Triangle è anche la figura che nasce dall’unione delle linee invisibili che collegano i due poli della nostra storia: il lato ascendente inizia il 25 marzo 1911 a New York e prosegue per il taylorismo, il fordismo, le lotte e le conquiste del Novecento; quello discendente inizia il 3 ottobre 2011 a Barletta, il giorno in cui a crollare non è solo una palazzina, ma un’intera civiltà. Qui postglobalizzazione è sinonimo delle rovine sotto cui hanno perso la vita tanti nuovi schiavi. Il terzo lato è lo spazio vuoto: ciò che non appare ma è reso visibile da quell’esperienza puramente espressiva che solo il cinema può dare». ** Barletta, 2011: one hundred years after the 1911 fire at the Triangle factory in New York, female textile workers die when an unauthorized knitwear factory collapses on them. Mariella was pulled out from under the rubble alive and carries all the weight of the world on her shoulders. With her, we experience a return to pre-industrial conditions and the need for a new beginning, as well as the indomitable pride of those who know that doing their job well is the most significant action human beings can carry out. “Triangle is also the shape created by the invisible lines connecting two focal points of our story. The first side starts in New York on 25 March 1911, rising then through Taylorism and Fordism, through the struggles and achievements of the 20 century; the other side descends to Barletta on 3 October 2011, the day of the collapse: it wasn’t just a building that crumbled that day, but an entire civilization. Here, post-globalization is represented by the ruins that killed so many modern slaves. The third side is the empty space: it cannot be perceived but it is made visible by the purely expressive experience that only cinema can convey.” TH TH RD 77 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) ha esordito nel lungometraggio con L’isola, selezionato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes nel 2003 e vincitore di numerosi riconoscimenti. Nello stesso anno ha presentato Racconti per L’isola alla Mostra di Venezia, documentario sul lavoro svolto con gli attori non professionisti per il film L’isola. Tra i suoi lavori precedenti Ècosaimale? è stato premiato al Torino Film Festival nel 2000. Nel 2012 Terramatta, presentato alle Giornate degli autori, ha vinto il Nastro d’argento per il miglior documentario e, sempre a Venezia, nel 2013 è stato proiettato fuori concorso Con il fiato sospeso. Costanza Quatriglio (Palermo, Italy, 1973) made her debut in feature films with L’isola, which was selected at Cannes’ Quinzaine des réalisateurs in 2003 and received several other awards. At the Venice Film Festival that same year, she presented Racconti per L’isola: a documentary about the making of L’isola and working with non-professional actors. Among her recent projects, Ècosaimale? won an award at the Torino Film Festival in 2000. She presented Terramatta (2012) at the Giornate degli autori in Venice and won the Nastro d’argento for best documentary film. In 2013, her short Con il fiato sospeso was screened in the out of competition section of the Venice Film Festival. filmografia/filmography Rewind (cm, video, 1995), Lettera a Monsieur Cinema (cm, video, 1995), Rubinetti raccordi (cm, video, 1996), L’albero (cm, 1997), Anna! (cm, 1998), Il giorno che ho ucciso il mio amico soldato (cm, 1999), Una sera (cm, 2000), Ècosaimale? (2000), L’insonnia di Devi (cm, 2001), L’isola (2003), Racconti per L’isola (doc., 2003), Il mondo addosso (doc., 2006), Il mio cuore umano (doc., 2009), Terramatta (doc., 2012), Con il fiato sospeso (mm, 2013), Triangle (doc., 2014). DIRITTI & ROVESCI erika rossi, giuseppe tedeschi IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO Italia/Italy, 2014, HD, 50’, col. MARCO CAVALLO’S TRIP regia/directors Erika Rossi, Giuseppe Tedeschi fotografia/cinematography Daniel Mazza montaggio/film editing Beppe Leonetti suono/sound Giuseppe Tedeschi produttore/producer Aldo Mazza produzione/production Edizioni alphabeta Verlag, Collana 180 - Archivio Critico della Salute Mentale ** contatti/contacts Erika Rossi erika.rossi2712@gmail.com 1973, Trieste. Nel primo reparto vuoto del manicomio di San Giovanni, un gruppo di artisti costruisce Marco Cavallo: un grande cavallo di legno e cartapesta che contiene idealmente i desideri degli internati e che si mette in viaggio attraverso gli Ospedali psichiatrici giudiziari d’Italia. Tredici giorni, 4418 chilometri e sedici città per ricordare alla società che il folle che ha commesso un crimine è anche un uomo bisognoso di cure. «In un Paese troppo a lungo indifferente, dove il dibattito politico è spesso ridotto a chiacchiericcio, è quasi impossibile riuscire a sentire le voci di quelli che sono costretti al silenzio da un vecchio codice fascista, in strutture di contenzione ma non di cura. Uomini per cui il tempo sembra essersi fermato nel lungo istante della condanna. Il film narra la forza indomita di chi non si vuole arrendere davanti all’ingiustizia, con la forza di un simbolo nato quarant’anni fa, Marco Cavallo, che continua a mettere a confronto un’anacronistica psichiatria e una vecchia giurisprudenza con l’esigenza di sguardi e norme nuovi». ** Trieste, 1973. In the empty ward of the insane asylum San Giovanni, a group of artists builds Marco Cavallo: a large horse made of wood and papier-mâché that ideally contains the dreams of the inmates. The horse will travel throughout Italy to all the psychiatric secure units for the criminally insane. Thirteen days, 4418 kilometers (2745 miles), and sixteen cities to remind society that the mad man who committed a crime is also a man in need of care and cure. “In a country that has been indifferent for too long, where the political debate is often reduced to chatter, it is almost impossible to hear the voices of those who have been reduced to silence by an old fascist law, locked away in facilities that restrain them without providing actual treatment. For these people, time seems to have stopped the moment they were convicted. The film explores the untamed resilience of those who do not want to give up in the face of injustice through the strength of a symbol born forty years ago, Marco Cavallo. Its power still reveals the discrepancies of an anachronistic form of psychiatry, a decrepit legal code, and the need for a fresh approach and new norms.” 78 SOMMARIO DIRITTI & ROVESCI Erika Rossi (Trieste, 1974) si è specializzata in audiovisual media studies all’Università Cattolica di Milano. Dal 2004 lavora come autrice per Rai3 ed è regista di documentari, come Porrajmos, a forza di essere vento e Navighiamo a vista. Dal 2005 collabora come filmmaker con il dipartimento di salute mentale di Trieste e nel 2012 ha diretto e prodotto Trieste racconta Basaglia, vincitore del Trieste Film Festival. Giuseppe Tedeschi (Merano, Bolzano, 1976) si è diplomato alla Scuola di cinema documentario internazionale e nuovi media Zelig. Tra i suoi lavori, Eurotel è stato presentato al Festival dei popoli e The Small Kingdom of Lo è stato premiato al Trento Film Festival. Ha lavorato come assistente e aiuto regista in diversi set cinematografici e documentaristici. Erika Rossi (Trieste, Italy, 1974) specialized in audiovisual media studies at Università Cattolica di Milano. In 2004 she started working as a writer for Rai3, directing documentaries like Porrajmos, a forza di essere vento and Navighiamo a vista. She has been collaborating as a filmmaker with the department of mental health of Trieste since 2005, and in 2012 she produced and directed the documentary Trieste racconta Basaglia, which won the Trieste Film Festival. Giuseppe Tedeschi (Merano, Bolzano, Italy, 1976) studied at the Zelig School for Documentary, Television and New Media. His documentaries include Eurotel (which was presented at the Festival dei popoli) and The Small Kingdom of Lo (which received an award at the Trento Film Festival). He has worked as an assistant and as a second on several films and documentaries. filmografia/filmography Erika Rossi: Porrajmos, a forza di essere vento (doc., 2004), Questioni di Pelle (doc., 2005) Navighiamo a vista (doc., 2007), Trieste racconta Basaglia (doc., 2012). Giuseppe Tedeschi: Eurotel (doc., 2007), The Small Kingdom of Lo (doc., 2010). AFTER HOURS I FILM | MATTHEW KENNEDY, ADAM BROOKS THE EDITOR | | ADAM WINGARD THE GUEST | DAVIDE SIBALDI IN GUERRA | DAVID ROBERT MITCHELL IT FOLLOWS | JEFF BAENA LIFE AFTER BETH | AIK KARAPETIAN M.O.ZH. - THE MAN IN THE ORANGE JACKET | LLUÍS MIÑARRO STELLA CADENTE | IVAN KAVANAGH THE CANAL GUILLAUME NICLOUX L’ENLÈVEMENT DE MICHEL HOUELLEBECQ SION SONO TOKYO TRIBE AFTER HOURS - JIM MICKLE JIM MICKLE MULBERRY ST. AFTER HOURS - GIULIO QUESTI GIULIO QUESTI IL PASSO BY GIULIO QUESTI SOMMARIO | STAKE LAND | WE ARE WHAT WE ARE | COLD IN JULY | SE SEI VIVO SPARA | LA MORTE HA FATTO L’UOVO | ARCANA | AFTER HOURS After Hours DI EMANUELA MARTINI The Canal (2014) Film da drive-in, o da mezzanotte, cult per cinefili, o bizzarrie per spettatori spericolati. After Hours continua nella vocazione suggerita dal suo stesso titolo e anche quest’anno presenta un panorama di film «notturni», privilegiando generi come l’horror, il thriller, il noir, ma anche esemplari eccentrici e surreali. Ecco dunque un horror britannico nel quale un archivista cinematografico si trova a ripercorrere le maledizioni suggeritegli dai «fantasmi» di un vecchio film (The Canal di Ivan Kavanagh) e un delirante, irresistibile omaggio al giallo all’italiana (The Editor) costruito dai canadesi Matthew Kennedy e Adam Brooks intorno al mondo delle produzioni di serie Z; un angosciante viaggio negli incubi che perseguitano gli adolescenti americani (It Follows), firmato da David Robert Mitchell (che aveva diretto nel 2010 The Myth of the American Sleepover), e una minacciosa storia di invasione e seduzione, The Guest, con la quale Adam Wingard si cimenta in suggestioni orrifiche sotterranee e inquietanti; un thriller «proletario» lettone nel quale un operaio assassino viene sedotto dalle comodità 80 SOMMARIO AFTER HOURS quotidiane della casa del padrone (The Man in the Orange Jacket di Aik Karapetian), e una sentimental comedy con zombie (Life After Beth di Jeff Baena) che ricorda Joe Dante. Tra le eccentricità che si distaccano dai generi, L’enlèvement de Michel Houellebecq, esilarante docufiction nel quale Guillaume Nicloux ricostruisce il presunto rapimento di cui fu vittima Houellebecq nel 2011; Stella cadente, bizzarra messa in scena in chiave surreal-kitsch dell’avventura di Amedeo di Savoia, che nel 1870 divenne re di Spagna, firmata da Lluís Miñarro; e Tokyo Tribe, la nuova travolgente epopea di Sion Sono, tra musical, yakuza e hip-hop, tratta dal celebre manga omonimo, dove a Tokyo si scatena una devastante guerra tra bande. Infine, In guerra di Davide Sibaldi, un piccolo thriller metropolitano dove un ragazzo e una ragazza s’incontrano in una Milano periferica e oscura e sono costretti a sfuggire a insidie della notte che rimandano alle atmosfere di Walter Hill e Martin Scorsese. After Hours 2014 presenta anche due omaggi a due autori, tra loro distanti e diversi: Jim Mickle e Giulio Questi. AFTER HOURS After Hours BY EMANUELA MARTINI It Follows (2014) Movies for drive-ins, or for midnight, cult films for cinephiles, or oddities for daring spectators. After Hours continues in the vocation suggested by its own name, and this year, too, it presents a range of “nocturnal” movies, giving precedence to genres like horror, thrillers and noir, but also to eccentric and surreal films. Thus, there is a British horror movie in which a movie archivist finds himself retracing the curses made by the “ghosts” of an old film (The Canal by Ivan Kavanagh); a frenzied, irresistible tribute to Italian-style murdermysteries (The Editor) by the Canadians Matthew Kennedy and Adam Brooks, based on the world of Z-movie productions; a disturbing voyage into the nightmares that oppress American adolescents (It Follows), by David Robert Mitchell (who directed The Myth of the American Sleepover in 2010); a menacing story of invasion and seduction, The Guest, with which Adam Wingard tries his hand at horrific, buried and disquieting suggestions; a Latvian “proletarian” thriller in which a murderous workman is seduced by the daily comforts of his employer’s home (The Man in the Orange Jacket by Aik Karapetian); and 81 SOMMARIO AFTER HOURS a sentimental comedy with a zombie (Life After Beth by Jeff Baena) which calls to mind Joe Dante. Among the eccentricities that distance themselves from genres, L’enlèvement de Michel Houellebecq, a hilarious docufiction in which Guillaume Nicloux reconstructs the supposed kidnapping of Houellebecq in 2011; Stella cadente, directed by Lluís Miñarro, a bizarre, surreal-kitsch rendition of the adventures of Amedeo of Savoy, who became King of Spain in 1870; and Tokyo Tribe, the new, overwhelming epic by Sion Sono, a mixture of musicals, yakuza and hip-hop, based on the famous homonymous manga, in which Tokyo is the ground zero of a devastating gang war. Finally, In guerra by Davide Sibaldi, a small metropolitan thriller in which boy meets girl in the dark outskirts of Milan and they are forced to flee from hidden nocturnal dangers that recall the moods created by Walter Hill and Martin Scorsese. After Hours 2014 also presents tributes to two authors who are very distant and different: Jim Mickle and Giulio Questi. AFTER HOURS ivan kavanagh THE CANAL Irlanda/Ireland, 2014, HD, 90’, col. Ivan Kavanagh (Irlanda) ha scritto e diretto il cortometraggio BandageMan (2006), per poi esordire nel 2007 nel lungometraggio con The Solution, a cui hanno fatto seguito Tin Can Man (2007), Our Wonderful Home (2008) e The Fading Light (2009), presentati con successo in diversi festival internazionali (Londra, Melbourne, Sydney, Pusan). Ha inoltre lavorato come montatore, collaborando al thriller surreale The Looking Glass (2011) di Colin Downey. THE CANAL regia, sceneggiatura/ director, screenplay Ivan Kavanagh fotografia/cinematography Piers McGrail montaggio/film editing Robin Hill scenografia/ production design Stephanie Clerkin costumi/costume design Judith Williams musica/music Ceiri Torjussen suono/sound Aza Hand interpreti e personaggi/ cast and characters Rupert Evans (David Williams), Antonia Campbell Hughes (Claire McManus), Hannah Hoekstra (Alice Williams), Kelly Byrne (Sophie), Steve Oram (detective McNamara), Calum Heat (Billy Williams) produttore/producer AnneMarie Naughton produzione/production Park Films coproduttori/coproducers Sander Verdonk, Vaughan Sivell coproduzione/coproduction Western Edge Pictures ** contatti/contacts Jinga Films Rosana Coutinho Tel: +44 20 73 72 54 95 rosana@jingafilms.com www.jingafilms.com David è un archivista cinematografico. Visionando una vecchia pellicola scopre che la casa in cui vive con Alice, con cui è felicemente sposato (o almeno così crede), nel 1902 è stata teatro di un efferato delitto, rimasto insoluto. Alla scomparsa della moglie, della quale ha appena smascherato i tradimenti, l’uomo diviene il principale sospettato dalla polizia. Eppure David è certo che le cause di questa sparizione siano di carattere soprannaturale e abbiano a che fare con una misteriosa presenza che abita la sua dimora… «Da sempre ho la sensazione che l’horror sia stato ingiustamente snobbato e trascurato. Dal muto fino a oggi, i film horror, quando sono stati al loro meglio, hanno permesso ai registi di spingere oltre i limiti del cinema (sia per gli elementi visivi che per quelli sonori) e di sperimentare. Una caratteristica che ho cercato di sfruttare in The Canal, sperando inoltre di trasmettere agli spettatori il mio amore per questo genere e le sue infinite possibilità. Oltre, naturalmente, a spaventarli a morte!» ** David is a film archivist. As he watches an old film he realizes that, in 1902, the house he lives in with Alice, to whom he is happily married (or thinks he is), was the scene of a bloody crime, which was never solved. He discovers that his wife has been cheating on him and, when she suddenly disappears, he becomes the prime suspect of the police. And yet David is sure that his wife’s disappearance has supernatural causes and has something to do with the mysterious presence that lives in his house… “I’ve always felt that the horror genre has often been unfairly dismissed and neglected. For me, horror films, at their very best, have always (from the silent era to the present) allowed filmmakers the possibility of pushing the boundaries of cinema (both in sound and in picture) and to experiment. This is something I have definitely taken advantage of in The Canal, and I hope my love of the genre, and its endless possibilities, transfers to the audience. And scares the hell out of them too!” 82 SOMMARIO AFTER HOURS Ivan Kavanagh (Ireland) wrote and directed the short Bandage-Man (2006), and then debuted in feature films in 2007 with The Solution, which was followed by Tin Can Man (2007), Our Wonderful Home (2008) and The Fading Light (2009), which were successfully presented at various international festivals (London, Melbourne, Sydney, Pusan). He has also worked as film editor, collaborating on the surreal thriller The Looking Glass (2011) by Colin Downey. filmografia/filmography Bandage-Man (cm, 2006), The Solution (2007), Tin Can Man (2007), Our Wonderful Home (2008), The Fading Light (2009), The Canal (2014). AFTER HOURS adam brooks, matthew kennedy THE EDITOR Canada, 2014, HD, 102’, col. THE EDITOR regia, fotografia, produttori/directors, cinematography, producers Adam Brooks, Matthew Kennedy sceneggiatura/screenplay Adam Brooks, Matthew Kennedy, Conor Sweeney montaggio/film editing Rey Ciso, Sasha Moric musica/music Claudio Simonetti, Brian Wiacek, Eros Cartechini, Jeremy Gillespie, Carpenter Brut, Vercetti Technicolor, Repeated Viewing suono/sound Kevin Bacon, Danny Chodirker interpreti/cast Paz de la Huerta (Josephine Jardin), Udo Kier (Dr Casini), Adam Brooks (Rey Ciso), Tristan Risk (Veronica), Laurence R. Harvey (padre/father Clarke), Jerry Wasserman (il capo della polizia/police chief O’Connor), Conor Sweeney (Cal Konitz), Sheila Campbell (Margarit Porfiry), Matthew Kennedy (Peter Porfiry), Brent Neale (Giancarlo), Lance «The Snake» Cartwright (Cesare) produzione/production Kennedy/Brooks Inc. ** contatti/contacts Park Entertainment Tel: +44 02 074 344 176 mail@parkentertainment.com www.parkentertainment.com 83 SOMMARIO Un tempo montatore tra i più apprezzati, Rey Ciso non se la passa troppo bene: per sbarcare il lunario è costretto a montare filmacci di serie B dopo che un sanguinoso incidente l’ha lasciato con quattro dita di legno. Quando nel suo studio vengono ritrovati i cadaveri dei protagonisti della pellicola a cui sta lavorando, diviene il principale indiziato. Ma la verità è un’altra e molto più inquietante: spetterà a lui svelarla. «The Editor è la nostra lettera d’amore per i thriller italiani degli anni Settanta e Ottanta […]. Gran parte di questi film erano scritti in italiano ma recitati in inglese, ambientati negli Stati Uniti e girati in Italia, in modo da risultare interessanti a un mercato il più vasto possibile. Di conseguenza la sintassi era spesso insolita, così come il modo di parlare e recitare degli attori anglofoni: elementi importanti per l’estetica del thriller quasi quanto le atmosfere oniriche, la violenza esagerata e le frequenti zoomate. Siamo partiti proprio da questa estetica, che ci ha come stregati, perché nei “gialli” lo stile è il contenuto». ** Formerly a highly sought-after film editor, Rey Ciso is going through a rough period. After a bloody accident left him with four wooden fingers, he is forced to edit bad B movies to make ends meet. When the corpses of the stars of the movie he is editing are found in his studio, he becomes the prime suspect. But the truth is a different one and much more unsettling: it is up to him to reveal it. “The Editor is our love letter to the Italian giallo films of the 1970s and 1980s […]. Most of these old films were written in Italian but performed in English, set in America but shot in Italy, all to appeal to a larger world market. This resulted in some often-unusual syntax and almost always-unusual cadences and deliveries on the part of the English speaking performers. It is perhaps as important to the giallo aesthetic as dream logic, hyper-violence or an overactive zoom lens. And it is this aesthetic that charmed us so much to begin with. With giallo films, the style is the substance.” AFTER HOURS Adam Brooks e Matthew Kennedy si sono conosciuti nel 2006 al Winnipeg Short Film Massacre: fin dal loro primo incontro è stato chiaro a entrambi il desiderio di dar vita a un sodalizio artistico improntato sull’horror e sul thriller. Il primo passo è stato fondare il collettivo no budget Astron-6, grazie al quale distribuire i loro film e quelli di altri registi amici e «affiliati». Insieme hanno realizzato, dirigendo, scrivendo e svolgendo i più svariati ruoli nella fase di produzione, i cortometraggi Cool Guys: The Movie (2009), Breaking Santa (2012) e il lungometraggio Father’s Day (2011, coregia di Jeremy Gillespie, Steven Kostansky e Conor Sweeney). Hanno inoltre lavorato come interpreti nel pluripremiato mediometraggio Manborg (2011) di Steven Kostanski. Adam Brooks and Matthew Kennedy met in 2006 at the Winnipeg Short Film Massacre. Right from the start it was clear to both of them that they wanted to create an artistic collaboration to make horror movies and thrillers. Their first step was to found the no-budget collective Astron-6 to distribute their movies and those of other director friends and “affiliates.” Together, they have made – directing, writing and carrying out a vast range of roles during the production phase – the shorts Cool Guys: The Movie (2009), Breaking Santa (2012) and the feature-length Father’s Day (2011, codirected with Jeremy Gillespie, Steven Kostansky and Conor Sweeney). They also appeared in the pluri-prize-winning medium-length movie Manborg (2011) by Steven Kostanski. filmografia essenziale/ essential filmography Adam Brooks: Fireman (cm, 2009), A Word from Guy Maddin (cm, 2010). Matthew Kennedy: Kriss Miss (coregia/codirectors Astron-6, cm, 2010). Adam Brooks, Matthew Kennedy: Cool Guys: The Movie (cm, 2009), Father’s Day (coregia/codirectors Jeremy Gillespie, Steven Kostansky, Conor Sweeney, 2011), Breaking Santa (cm, 2012), The Editor (2014). AFTER HOURS guillaume nicloux L’ENLÈVEMENT DE MICHEL HOUELLEBECQ Francia/France, 2014, HD, 92’, col. THE KIDNAPPING OF MICHEL HOUELLEBECQ regia, sceneggiatura/ director, screenplay Guillaume Nicloux fotografia/cinematography Christophe Offenstein montaggio/film editing Guy Lecorne costumi/costume design Anaïs Romand suono/sound Olivier Dô-Hùu, Fanny Weinzaepflen interpreti/cast Michel Houellebecq, Maria Bourjala, Luc Schwarz, Mathieu Nicourt, Maxime Lefrançois produttore/producer Sylvie Pialat produzione/production Les Films du Worso, Chic Films, Arte France ** contatti/contacts Le Pacte Arnaud Aubelle Tel: +33 144 695 945 a.aubelle@le-pacte.com www.le-pacte.com 16 settembre 2011. Televisioni, giornali, blog, siti web e stazioni radio francesi diffondono una notizia che ha dell’incredibile: il noto scrittore Michel Houellebecq è stato rapito. Secondo alcuni ci sarebbe addirittura l’ombra di Al Qaeda dietro la sua sparizione. Nei giorni successivi si susseguono speculazioni e indiscrezioni: e se invece di un sequestro si trattasse della crisi d’identità o del delirio schizofrenico di un uomo che, nella vita come nelle sue opere, ha sempre accarezzato il lato irrazionale e doloroso dell’essere umano? O magari di un semplice piano elaborato per fuggire finalmente dall’attenzione del mondo? «Spero di aver svelato uno scrittore divertente, sensibile, dotato di uno spirito caustico, assediato dal dubbio, ingenuo, sgarbato, ansioso, intelligente e innamorato. Il genere di uomo che non ti aspetteresti di incontrare. L’enlèvement de Michel Houellebecq potrebbe anche essere visto come il ritratto di un uomo che non aspirava a diventare uno scrittore, ma piuttosto un pilota di auto da corsa». ** September 16 , 2011. Television, newspapers, blogs, websites and radio stations spread a news item which seems incredible: the well-known author Michel Houellebecq has been kidnapped. Some people think Al Qaeda might be behind his disappearance. Over the following days, speculation and indiscretions abound: what if it wasn’t a kidnapping but rather an identity crisis or the schizophrenic delirium of a man who, in his life as in his work, has always flirted with the irrational and painful side of human nature? Or maybe it was just a plan he came up with to finally escape the attention of the world? TH “I hope to reveal a writer who is funny, sensitive, endowed with a caustic wit, beset by doubt, naïve, unkind, anxious, intelligent, and in love. The kind of man we don’t expect to meet. The Kidnapping of Michel Houellebecq may also be the portrait of a man who never aspired to be a writer, but rather hoped to become a racecar driver.” 84 SOMMARIO AFTER HOURS Guillaume Nicloux (Francia, 1966), scrittore e regista per il teatro e il cinema, dopo aver fondato a soli diciotto anni la compagnia teatrale La troupe, ha esordito nel lungometraggio nel 1990 con Les enfants volants, per poi approdare al Festival di Locarno con La vie crevée (1992), interpretato da Michel Piccoli, e a Cannes con il successivo Faut pas rire du bonheur (1995). Regista soprattutto di polar e thriller, ha lavorato con attori come JeanPierre Darroussin (Le poulpe, 1998; Holiday, 2010), Marion Cotillard (Une affaire privée, 2002), Monica Bellucci (L’eletto, 2006) e Guillaume Canet (La clef, 2007). Nel 2013 ha portato in concorso alla Berlinale il suo adattamento della Religiosa di Diderot, interpretato da Isabelle Huppert. Guillaume Nicloux (France, 1966), author and director of stage and screen, founded the theatrical company La troupe when he was only eighteen. He debuted in feature films in 1990 with Les enfants volants, and participated at the Locarno Film Festival with La vie crevée (1992), starring Michel Piccoli, and at Cannes with his next movie, Faut pas rire du bonheur (1995). As a director, he concentrates above all on polars and thrillers, and has worked with actors such as Jean-Pierre Darroussin (Le poulpe, 1998; Holiday, 2010), Marion Cotillard (Une affaire privée, 2002), Monica Bellucci (The Stone Council, 2006) and Guillaume Canet (La clef, 2007). In 2013, he competed at the Berlinale with his film adaptation of Diderot’s The Nun, starring Isabelle Huppert. filmografia/filmography Les enfants volants (1990), La vie crevée (1992), Faut pas rire du bonheur (1995), Le poulpe (1998), Scénarios sur la drogue (ep. Lucie, tv, 2000), Les redoutables (ep. Echange standard, tv, 2000), Une affaire privée (2002), Cette femme-là (Violenza estrema, 2003), Le concile de pierre (L’eletto, 2006), La clef (2007), Suite noire (ep. La reine des connes, tv, 2009), Holiday (2010), L’affaire Gordji, histoire d’une cohabitation (tv, 2012), La religieuse (La religiosa, 2013), L’enlèvement de Michel Houellebecq (2014). AFTER HOURS adam wingard THE GUEST Usa, 2014, 99’, HD, col. THE GUEST regia, montaggio/ director, film editing Adam Wingard sceneggiatura/screenplay Simon Barrett fotografia/cinematography Robby Baumgartner scenografia/ production design Thomas S. Hammock costumi/costume design Kathleen Detoro musica/music Stephen Moore, Jonathan McHugh interpreti e personaggi/ cast and characters Dan Stevens (David), Maika Monroe (Anna Peterson), Brendan Meyer (Luke Peterson), Sheila Kelley (Laura Peterson), Leland Orser (Spencer Peterson), Lance Reddick (magg./maj. Carver), Chase Williamson (Zeke) produttori/producers Keith Calder, Jessica Calder produzione/production Snoot Entertainment coproduttore/coproducer Chris Harding ** contatti/contacts The Festival Agency Claire Thibault Tel: +33 970 440 605 ct@thefestivalagency.com www.thefestivalagency.com David, un soldato in congedo, bussa alla porta dei Peterson, la famiglia di un suo commilitone morto in battaglia, del quale dice di essere stato molto amico. Il giovane viene accolto in casa, e si mostra un ospite modello: amichevole e volenteroso, conquista i cuori dei Peterson, ancora segnati dalla recente scomparsa. Una serie di misteriosi omicidi, iniziata proprio col suo arrivo, farà però sorgere dubbi su di lui e su quello che potrebbe nascondere. «Sebbene tecnicamente non sia un horror, The Guest si svolge in una personale versione di realtà contemporanea, mescolata a un immaginario da paese delle meraviglie anni Ottanta, à la John Carpenter, idealizzato e synth, dove è sempre Halloween e i segni di questa festa occulta sono ovunque. Come in un labirinto infestato da spettri, ogni stanza nella quale si entra nasconde una sorpresa incredibile, e nessuno sa cosa lo attende. A prescindere da questo, però, ci si può comunque divertire e il film dà continuamente la sensazione di andare verso qualcosa di più clamoroso e inatteso». ** While on leave from the army, David pays a visit to the Petersons. Their son died in battle and he was a good friend of David’s (or so he claims). The young man is welcomed into their home, and he seems like the perfect guest: he is charming and helpful, and he quickly wins over the Peterson’s hearts, which are still aching from their recent loss. But soon, a series of mysterious murders raises their suspicions about who he really is and what he could be hiding. “While technically not a horror film, The Guest takes place in my version of a modern reality mixed with an idealized synthy John Carpenter 1980s wonderland where it’s always Halloween and the signs of the occult holiday are evident everywhere. Much like a haunted maze, every room you walk into is a total surprise and you never know what’s going to come at you next. But regardless of that, you are still having a good time and it’s always escalating to something bigger and more unexpected.” 85 SOMMARIO AFTER HOURS Adam Wingard (Oak Ridge, Tennessee, Usa, 1981) si è laureato presso la Full Sail University nel 2002 e ha esordito nel 2004 con il cortometraggio Little One, a cui è seguito The Girlfriend (2005). Nel 2007 ha diretto i suoi primi due lungometraggi, la commedia horror Home Sick e il thriller soprannaturale Pop Skull, realizzato con un budget di soli duemila dollari. Dopo aver diretto in collaborazione con Joe Swanberg Autoerotic (2011), ha partecipato come regista e interprete ai film collettivi V/H/S (2012) e V/H/S 2 (2013), entrambi presentati al Torino Film Festival. Adam Wingard (Oak Ridge, TN, USA, 1981) graduated in 2002 from Full Sail University. He shot his first short Little One in 2004, followed by The Girlfriend (2005). In 2007, he made his first two feature films: the horror comedy Home Sick, and the supernatural thriller Pop Skull, which he made with only a two thousand dollar budget. He codirected Autoerotic (2011) with Joe Swanberg; he also participated as a filmmaker and actor in the collective movies V/H/S (2012) and V/H/S 2 (2013), both of which were presented at the Torino Film Festival. filmografia/filmography Little One (cm, 2004), The Girlfriend (cm, 2005), Home Sick (2007), 1000 Year Sleep (cm, 2007), Pop Skull (2007), Laura Panic (cm, 2007), Paradox Mary (cm, 2008), Little Sister Gone (cm, 2008), Horrible Way to Die (2010), Autoerotic (coregia/codirector Joe Swanberg, 2011), What Fun We Were Having (2011), V/H/S (ep. Tape 56, cm, 2012), V/H/S 2 (ep. Phase I Clinical Trials, cm, 2013), You’re Next (2013), The Guest (2014). AFTER HOURS davide sibaldi IN GUERRA Italia/Italy, 2014, HD, 80’, col. AT WAR regia, sceneggiatura, montaggio, produttore/ director, screenplay, film editing, producer Davide Sibaldi fotografia/cinematography Marco Spanò musica/music Mauro Magnan, Isaac De Martin, Davide Sibaldi suono/sound Mauro Magnani interpreti e personaggi/ cast and characters Fausto Cabra (Daniel Sovrano), Anna Della Rosa (Eleonora Nota), Alberto Onofrietti (Matteo), Silvia Giulia Mendola (Renata), Giuseppe Sartori (Andy), Alessandra Salamida (Lady), Michele Di Giacomo (Red), Alessandro Lussiana (l’autista/driver), Roberto «uRban.0» Brancati (Nero), Loris Fabiani (Luma) ** contatti/contacts Davide Sibaldi davide.sibaldi@gmail.com Una notte. In una metropoli sconvolta dalla crisi economica un ragazzo e una ragazza si incontrano per caso. Devono tornare alle loro case attraversando quartieri in balia di bande di sbandati e criminali. Il viaggio di due giovani alla ricerca del senso della vita nell’Italia di oggi; due giovani che dovranno affrontare i loro demoni per riuscire a raggiungere l’alba. «A sceneggiatura completata, i personaggi erano una quarantina. Così, rendendomi definitivamente conto dell’assurdità di proporre un film del genere a una casa di produzione, ho deciso di produrmelo da solo. L’idea poi messa in pratica era di realizzare una grande coproduzione di attori e tecnici, i quali partecipavano gratuitamente al progetto ottenendo una quota del film pari al loro coinvolgimento. Io pagavo tutti i costi vivi dell’operazione. […] Tutti coloro che hanno quote del film ricevono una percentuale di denaro pari alla loro quota: è stato un investimento comune ed è giusto che tutti siano trattati allo stesso modo». ** In a city rattled by the economic crisis, one night a boy and a girl meet by chance on their way home. To reach their destinations, they have to cross neighborhoods infested with street gangs and criminals. A journey through the night for two young individuals looking for the meaning of life in today’s Italy. In order to see the light of dawn, they will have to face their demons. “By the time we finished writing the screenplay, there were over forty characters. I finally realized the absurdity of presenting a film this massive to a production company, so I decided to produce it myself. My idea, which I then put in practice, was to make it a big coproduction with the actors and crew. They worked on the project for free and got in return a share proportional to their level of participation. I covered all the out-of-pocket expenses. […] In the end, all of these shareholders of ours got a percentage of the film’s grossing: it was a common investment, so they should all be treated equally.” 86 SOMMARIO AFTER HOURS Davide Sibaldi (Milano, 1987), attivo nel mondo del cinema fin dai 12 anni, ha esordito nel 1998 con il cortometraggio Il cercatore, a cui sono seguiti più di quaranta lavori con cui ha partecipato a diversi festival. Nel 2010 ha debuttato nel lungometraggio con L’estate d’inverno, presentato al Festival internazionale del film di Roma, premiato al Chicago County Film Festival e all’European Independent Film Festival e poi distribuito nelle sale di tutt’Italia. Successivamente, oltre a In guerra, (2014), ha diretto Un’alba in Messico (2014) e al momento sta ultimando la commedia drammatica La strada per la felicità. Pittore e illustratore, ha collaborato al libro per l’infanzia Gli angeli dei bambini, uscito nel 2002 per Ape Editore/Salani. Davide Sibaldi (Milan, Italy, 1987), has been working in cinema since he was 12 and made his first short film Il cercatore in 1998, followed by more that forty other projects and many film festival participations. In 2010, he made his first feature film L’estate d’inverno; it was presented at the Rome International Film Festival, won awards at the Chicago Country Film Festival and at the European Independent Film Festival, and was finally distributed in Italian movie theatres. Sibaldi recently directed In Guerra (2014), Un’alba in Messico (2014), and he is currently wrapping up the comedy-drama La strada per la felicità. He is also a painter and an illustrator of children’s books, like Gli angeli bambini, which was published in 2002 by Ape Editore/Salani. filmografia essenziale/ essential filmography Il cercatore (cm, 1998), L’estate d’inverno (2010), In guerra (2014), Un’alba in Messico (2014). AFTER HOURS david robert mitchell IT FOLLOWS Usa, 2014, HD, 94’, col. IT FOLLOWS regia, sceneggiatura/ director, screenplay David Robert Mitchell fotografia/cinematography Michael Gioulakis montaggio/film editing Julio C. Perez IV scenografia/ production design Michael T. Perry musica/music Disasterpeace interpreti e personaggi/ cast and characters Maika Monroe (Jay), Keir Gilchrist (Paul), Daniel Zovatto (Greg), Jake Weary (Hugh), Olivia Luccardi (Yara), Lili Sepe (Kelly) produttori/producers Rebecca Green, Laura D. Smith, David Robert Mitchell, David Kaplan, Eric Rommesmo produzione/production Northern Light Films, Animal Kingdom, Two Flints coproduttore/coproducer Robin K. Bennett ** contatti/contacts Visit Films Aida LiPera Tel: +1 718 312 82 10 al@visitfilms.com www.visitfilms.com La diciannovenne Jay conduce una vita serena: gli studi, gli amici, le gite al lago nel week-end. Con lei c’è il fidanzato Hugh, di cui è innamorata. Dopo il loro primo rapporto sessuale, però, qualcosa sembra cambiare per la ragazza: strane visioni iniziano a perseguitarla, così come l’inesplicabile e opprimente sensazione che qualcuno, o qualcosa, la segua. Jay capisce presto come l’orrore, irrazionale e inarrestabile, possa celarsi a pochi passi da lei e da chi le sta intorno, minando ogni sicurezza. «Il film nasce da un incubo della mia infanzia in cui qualcosa m’inseguiva, in modo lento ma inarrestabile. Nel sogno ero nel parco giochi della scuola quando vedevo un altro bambino venirmi incontro, e lì sapevo, non so come, che si trattava di un mostro. Quindi scappavo fino alla fine dell’isolato, fermandomi ad aspettare. Dopo un momento potevo vedere in lontananza quel bambino girare l’angolo e continuare a seguirmi. Questa creatura poteva sembrare chiunque, assumeva un aspetto differente ogni volta che la guardavo». ** Nineteen-year-old Jay’s life is serene: school, friends, weekend trips to the lake. Her boyfriend Hugh, whom she loves, is always with her. But something happens to the girl after the first time they make love. She starts to be haunted by strange visions, and by a strange and oppressive feeling that someone, or something, is following her. Jay soon realizes that horror, irrational and unrelenting, is hiding just a few steps away from her and those around her, undermining all security. “The film sprang from a childhood nightmare where something is following you. In the nightmare, it was slow but ever-persistent. I dreamt that I was on the playground at school and I saw this other kid walking towards me. And somehow I knew in my dream that this was a monster. I ran away, down a whole block – and then I stood there waiting. After a moment, in the distance, the boy turned the corner and continued following me. This monster could look like anyone – assuming different shapes each time I saw it.” 87 SOMMARIO AFTER HOURS David Robert Mitchell (Detroit, Michigan, Usa, 1974) ha studiato alla Wayne State University di Detroit, dove si è laureato in cinema e letteratura inglese; ha poi ottenuto un master alla Florida State University in cinema, televisione, musica. Ha realizzato numerosi cortometraggi tra cui Virgin (2002), selezionato in più di dodici festival tra cui il Los Angeles Short Film Festival. Ha lavorato anche come montatore di spot televisivi e trailer. Ha esordito nel lungometraggio con The Myth of the American Sleepover, presentato al Festival di Cannes nel 2010, partecipando lo stesso anno al Torino Film Festival. David Robert Mitchell (Detroit, MI, USA, 1974) studied film and English at Wayne State University in Detroit earning a Bfa before advancing to earn an Mfa in motion picture, television & recording arts from Florida State University. His film credits include several shorts among which Virgin (2002) that was an official selection in over a dozen festivals, including the Los Angeles Short Film Festival. He also works as an editor, cutting television commercials and movie trailers. His debut feature, The Myth of the American Sleepover, premiered at Cannes Film Festival 2010 and took part in the Torino Film Festival the same year. filmografia/filmography Virgin (cm, 2002), The Myth of the American Sleepover (2010), It Follows (2014). AFTER HOURS jeff baena LIFE AFTER BETH Usa, 2014, HD, 91’, col. Jeff Baena (Miami, Florida, Usa, 1977) vive a Los Angeles e ha studiato film production alla New York University’s Tisch School of the Arts. Ha iniziato a lavorare come sceneggiatore, scrivendo la commedia I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita (2004), diretta da David O. Russell e interpretata da Jason Schwartzman, Isabelle Huppert, Dustin Hoffman, Lily Tomlin, Jude Law, Mark Wahlberg e Naomi Watts. Life After Beth è il suo primo lungometraggio. LIFE AFTER BETH regia, sceneggiatura/ director, screenplay Jeff Baena fotografia/cinematography Jay Hunter montaggio/film editing Colin Patton scenografia/ production design Michael Grasley costumi/costume design Negar Ali Kline musica/music BRMC, Bruce Gilbert suono/sound Ugo Derouard interpreti e personaggi/ cast and characters Aubrey Plaza (Beth Slocum), Dane Dehaan (Zach Orfman), John C. Reilly (Maury Orfman), Molly Shannon (Geenie Slocum), Paul Reiser (Noah Orfman), Matthew Gray Gubler (Kyle Orfman), Anna Kendick (Erica Wexter) produttori/producers Liz Destro, Michael Zakin produzione/production StarStream Entertainment, Abbolita Productions, American Zoetrope, Destro Films coproduttore/coproducer Daniel McGilvray, Bryce Winter, Roxanne Fie Anderson distribuzione/distribution Movies Inspired ** contatti/contacts Movies Inspired Stefano Jacono stefano.jacono@moviesinspired.com www.moviesinspired.com 88 SOMMARIO La scomparsa improvvisa della fidanzata Beth ha lasciato Zach emotivamente devastato. A pesare su di lui il ricordo della ragazza che tanto ha amato oltre al rimpianto per tutte le cose che non sono riusciti a fare insieme e i progetti che non hanno potuto realizzare. Quando, come per miracolo, Beth fa ritorno dalla morte, Zach è incredulo. Ma in lei c’è qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di inquietante, qualcosa che farà prendere alla sua vita una piega inattesa. «Non ho provato a ribaltare il genere; non mi sono avvicinato al film considerandolo una storia di zombie o un film di genere. L’ho considerato fin da subito una storia sentimentale con uno zombie. La traiettoria emotiva dei film passa attraverso una rottura, e io ero attratto dall’idea di generare una specie di disorientamento cognitivo. Al tempo stesso, però, il film è emozionate, divertente, straziante e decisamente assurdo». ** Zach is emotionally devastated when his girlfriend Beth suddenly dies. He is burdened by memories of the girl he loved so much, and by regret for all the things they weren’t able to do together, and the projects they hadn’t been able to carry out. When Beth – almost miraculously – returns from the dead, Zach is amazed. But there’s something new about her, something different, something disturbing, something that will change his life unexpectedly. “I wasn’t trying to subvert the genre, I wasn’t approaching it as a zombie or genre film; I was approaching it as a relationship film that was dealing with a zombie. The emotional trajectory of the movie mirrors going through a break up. I was just attracted to the idea that creates that much cognitive dissonance but at the same time is emotional and funny and heartbreaking and kind of absurd.” AFTER HOURS Jeff Baena (Miami, FL, USA, 1977) lives in Los Angeles and studied film production at New York University’s Tisch School of the Arts. He began as a screenwriter and wrote the comedy I Heart Huckabees (2004), directed by David O. Russell and starring Jason Schwartzman, Isabelle Huppert, Dustin Hoffman, Lily Tomlin, Jude Law, Mark Wahlberg and Naomi Watts. Life After Beth is his first feature film. filmografia/filmography Life After Beth (2014). AFTER HOURS aik karapetian M.O.ZH. Lettonia-Estonia/Latvia-Estonia, 2014, HD, 71’, col. THE MAN IN THE ORANGE JACKET regia, sceneggiatura/ director, screenplay Aik Karapetian fotografia/cinematography Janis Eglitis, Jurgis Kmins montaggio/film editing Andris Grants, Aik Karapetian musica/music Anna Kirse-Aunina, Tomas Aunins, Andris Dzenitis suono/sound Ernsts Ansons, Verners Biters interpreti/cast Maxim Lazarev, Aris Rozentals, Anta Aizupe produttore/producer Roberts Vinovskis produzione/production Locomotive Productions ** contatti/contacts Wide Management Matthias Angoulvant Festivals Tel: +33 153 952 444 festivals@widemanagement.com www.widemanagement.com I dipendenti di un cantiere nautico rimangono senza lavoro: il proprietario ha venduto lo stabilimento, gettandoli nella disperazione. Un altro sentimento, però, si fa largo: la rabbia. Uno di loro s’intrufola, con la divisa e gli attrezzi della professione, nella casa in cui vivono il ricco industriale e la sua avvenente compagna e li uccide a sangue freddo. Non gli rimane che nascondere i cadaveri e prendersi le loro vite lussuose. Ma il tuffo in un mondo nuovo e inebriante, fatto di ristoranti a cinque stelle, auto veloci e bellissime escort, ha breve durata: qualcuno lo spia nel buio delle sue notti, aprendo le porte alla paranoia. «Ho sempre guardato molti horror, quindi so cosa mi piace e cosa no. Da fan del genere, ho deciso che il film doveva essere come io avrei voluto vederlo. Così ho enfatizzato l’atmosfera e la suspense, perché, da spettatore, ho notato che entrambi questi due elementi mancano sempre più spesso negli horror di oggi. Volevo poi che il pubblico si ritrovasse immerso nel mondo in cui vivono i personaggi, che ne respirasse la stessa aria». ** The workers in a navy yard have lost their jobs. The owner has sold the shipyard, throwing them into despair. But another feeling takes hold: anger. One of the workers, dressed in his work clothes and carrying his tools of the trade, sneaks into the house where the rich industrialist and his beautiful companion live and kills them in cold blood. He then hides the bodies and takes over their luxurious lifestyle. But this plunge into a new and intoxicating world, made of five-star restaurants, fast cars and beautiful escorts, is short-lived. Someone is spying on him in the dark of the night, opening the door to paranoia. “I watched a large number of horror movies, realizing what I liked and disliked. I decided that the film should be made in the way I, as a fan of this genre, would want to watch it. So the emphasis was put on atmosphere and suspense, those were the elements I lacked as a viewer in the modern horror movies. I wanted the audience to be completely immersed in a world of these characters, to breathe the same air.” 89 SOMMARIO AFTER HOURS Aik Karapetian (Armenia, 1983) è cresciuto e ha studiato in Lettonia, dove ha ottenuto un master presso l’Accademia lettone di cultura, per poi completare il suo percorso accademico nel 2008 all’Académie internationale des arts ESC di Parigi. Nel frattempo ha esordito come regista con il cortometraggio Riebums (2007) e si è poi dedicato alla regia teatrale con gli allestimenti per l’Opera nazionale lettone del Barbiere di Siviglia e del Mercante di Venezia. Nel 2012 è tornato al cinema dirigendo il suo primo lungometraggio, il dramma criminale People Out There, presentato in concorso a Karlovy Vary. Aik Karapetian (Armenia, 1983) grew up and studied in Latvia, where he received a master’s degree from the Latvian Academy of Culture. He completed his studies in 2008 at the Académie internationale des arts ESEC in Paris. In the meantime, he debuted in directing with the short Riebums (2007) and then dedicated himself to the theatre, directing productions of The Barber of Seville and The Merchant of Venice for the Latvian National Opera. In 2012, he returned to film and directed his first feature movie, the crime drama People Out There, which competed at the Karlovy Vary festival. filmografia/filmography Riebums (cm, 2007), Cilveki tur/ Lyudi tam (People Out There, 2012), M.O.Zh. (The Man in the Orange Jacket, 2014). AFTER HOURS lluís miñarro STELLA CADENTE Spagna/Spain, 2014, HD, 105’, col. FALLING STAR regia, produttore/ director, producer Lluís Miñarro sceneggiatura/screenplay Lluís Miñarro, Sergi Belbel fotografia/cinematography Jimmy Gimferrer montaggio/film editing Nuria Esquerra scenografia/ production design Sebastian Vogler costumi/costume design Merce Paloma suono/sound Dani Fontrodona interpreti e personaggi/ cast and characters Alex Brendemühl (Amedeo), Barbara Lennie (Victoria), Lorenzo Balducci (l’assistente del re/king’s assistant), Lola Dueñas (la cuoca/cook), Francesc Garrido (il ministro/minister Serrano), Alex Batllori (il ragazzo/boy), Gonzalo Cunill (il ministro/ minister Zorrilla), Francesc Orella (Obispo) produzione/production Eddie Saeta ** contatti/contacts Eddie Saeta Montse Pedrós Solé Tel: +34 934 677 040 montse@eddiesaeta.com www.eddiesaeta.com Novembre 1870: con 191 voti favorevoli Amedeo d’Aosta, fratello del futuro Umberto I e capostipite dei Savoia, diventa re di Spagna. Giunto a Madrid il 2 gennaio 1871, lo stesso giorno giura sulla costituzione. Il sovrano è armato di idee liberali e progressiste, ma presto i suoi ideali reali si scontrano con la realtà spagnola del periodo, dominata da intrighi, corruzione e ogni bassezza di cui l’animo umano è capace. Costretto a passare la maggior parte del tempo tra le mura del suo palazzo per timore che l’instabilità politica deflagri in un attentato, dopo appena due anni Amedeo abdica, dichiarando la Spagna ingovernabile. «Un film libero e delirante che difende la necessità della gioia di vivere. Un gioco con lo spettatore in cui nulla è ciò che sembra. Uno sguardo ironico ai canoni estetici degli anni Settanta, “quando eravamo così felici”». ** November 1870: with 191 in favor, Amedeo d’Aosta, the brother of the future King Umberto I and member of the House of Savoy, becomes king of Spain. He arrives in Madrid on January 2 , 1871 and that very same days is sworn in on the constitution. The king is armed with liberal and progressive ideas, but his royal ideals soon clash with the reality of Spain in that period, dominated by intrigues, corruption and every iniquity the human soul is capable of imagining. He is forced to spend most of his time inside his palace, in fear that the political instability will erupt into an assassination attempt, and two years later, Amedeo abdicates, declaring Spain ungovernable. ND “A free and delirious film that defends the need of joy in life. A game with the viewer in which nothing is what it seems. An ironic look on the esthetical values of the 1970s, ‘when we were so happy.’” 90 SOMMARIO AFTER HOURS Lluís Miñarro (Barcellona, Spagna, 1949), produttore e regista catalano, nella sua carriera ha prodotto i lavori di numerosi autori internazionali, fra cui Albert Serra (Honor de cavallería, 2006, vincitore del Torino Film Festival; El cant dels ocells, 2008), José Luis Guerín (En la ciudad de Silvia, 2007), Lisandro Alonso (Liverpool, 2008), Manoel de Oliveira (Lo strano caso di Angelica, 2010) e Apichatpong Weerasethakul (Lo zio Boonme che si ricorda delle sue vite precedenti, 2010, vincitore della Palma d’oro a Cannes). Come regista ha realizzato due documentari e altrettanti film di finzione. Lluís Miñarro (Barcelona, Spain, 1949), a Catalonian producer and director, has produced the works of numerous international filmmakers, including Albert Serra (Honor de cavallería, 2006, winner of the Torino Film Festival; El cant dels ocells, 2008), José Luis Guerín (En la ciudad de Silvia, 2007), Lisandro Alonso (Liverpool, 2008), Manoel de Oliveira (The Strange Case of Angelica, 2010) and Apichatpong Weerasethakul (Uncle Boonme Who Can Recall His Past Lives, 2010, Palme d’Or at Cannes). He has directed two documentaries and two fiction films. filmografia/filmography Familystrip (doc., 2009), Blow Horn (2009), 101 (cm, doc., 2012), Stella cadente (2014). AFTER HOURS sion sono TOKYO TRIBE Giappone/Japan, 2014, HD, 116’, col. TOKYO TRIBE regia, sceneggiatura/ director, screenplay Sion Sono fotografia/cinematography Daisuke Soma montaggio/film editing Junichi Ito musica/music BCDMG suono/sound Shinji Watanabe, Masatoshi Saito interpreti e personaggi/ cast and characters Ryohei Suzuki (Merra), Young Dais (Kai), Nana Seino (Sunmi), Shôta Sometani (Mc), Yôsuke Kubozuka (Nkoi), Riki Takeuchi (Buppa), Yui Ichikawa (Norichan), Shunsuke Daitô (Iwao), Motoki Fukami (Denden) produttore/producer Yoshinori Chiba produzione/production Django Film, From First Production Co., Nikkatsu distribuzione/distribution Tucker Film ** contatti/contacts Tucker Film Sabrina Baracetti Tel: +39 04 32 299 545 sabrina@tuckerfilm.com www.tuckerfilm.com A Tokyo, in un imprecisato futuro, la città è governata col pugno di ferro da gang criminali che, nello spartirsi i traffici illeciti, riescono a convivere per miracolo. Lo scontro è sempre dietro l’angolo e l’irreparabile accade quando Merra, il boss del quartiere a luci rosse di Burkuro, tende una trappola a Kai, componente della banda dei Musashino Saru, verso cui prova un odio implacabile. Il suo scopo non è solo quello di annientare i rivali, ma anche di attirare a sé Kai, che vede come la sua nemesi e di cui, per questo, vuole disfarsi. Il regolamento dei conti non si farà aspettare. «Questo è un film che parla della vita di strada, quindi ho pensato che sarebbe stato molto più interessante affidarmi a persone provenienti davvero dalla strada piuttosto che ad attori professionisti. Così mi sono guardato intorno in cerca di rapper, e siccome a un certo punto è stato chiaro che alcuni di loro avrebbero preso parte al film, ho pensato che sarebbe stato meglio farli cantare. E siccome avrebbero dovuto cantare, era molto più intrigante farglielo fare come in un musical». ** A futuristic Tokyo, where the streets are ruled with the iron fist of criminal gangs. They control the city, carved it into territorial lines where they carry out their respective illicit trafficking. They barely managing to coexist, conflict is always around the corner, and the tension finally explodes after Merra (gang leader of the Bukuro red light district) ambushes Kai (member of the Musashino Saru, which he hates viscerally). His objective isn’t just to annihilate his enemies: he wants to lure his nemesis Kai and get rid of him once and for all. The final showdown will settle the score. “It’s a film about street life. I thought it would be more interesting to bring out people from the streets rather than professional actors. So, I looked for rappers in the streets. Then I decided that if I was going to have rappers in the film, it would be better to make them sing. If they were supposed to sing, then it would be a better challenge to do a musical film.” 91 SOMMARIO AFTER HOURS Sion Sono (Toyokawa, Giappone, 1961) è uno dei registi giapponesi più conosciuti e apprezzati all’estero. Nei suoi film descrive la società nipponica in modo provocatorio e violento, con numerosi riferimenti alla cultura pop. Tra le sue opere più conosciute, il controverso Suicide Club (2002), che con Noriko’s Dinner Table (2005) fa parte di una trilogia sull’alienazione; Strange Circus (2005), con cui ha vinto il premio della giuria del Berliner Zeitung alla Berlinale 2006, e Love Exposure (2008), vincitore del Premio Fipresci e del Caligari Film Award alla Berlinale, nonché primo tassello della «trilogia dell’odio», di cui faranno parte Cold Fish (2010) e Guilty of Romance (2011). Con Himizu (2011) ha partecipato in concorso alla Mostra di Venezia, dove nel 2013 ha presentato Why Don’t You Play in Hell nella sezione Orizzonti. Nel 2011 il Torino Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva. Sion Sono (Toyokawa, Japan, 1961) is an internationally acclaimed Japanese filmmaker. His movies depict Japanese society in a provocative and violent way, amid a plethora of pop culture references. His most renown films include the controversial Suicide Club (2002), which is part of a trilogy on alienation along with Noriko’s Dinner Table (2005); Strange Circus (2005) won the Berliner Zeitung Jury Award at the 2006 Berlinale, and Love Exposure (2008), winner of the Fipresci Award and the Caligari Film Award at the Berlinale. Love Exposure is also the first film of the “trilogy of hate,” which includes Cold Fish (2010) and Guilty of Romance (2011). He participated to the Venice Film Festival in 2011 with the feature Himizu, and in 2013 with Why Don’t You Play in Hell, presented in the section Orizzonti. The Torino Film Festival paid tribute to him with a retrospective in 2011. filmografia essenziale/ essential filmography The Room (1992), Suicide Club (2002), Noriko’s Dinner Table (2005), Strange Circus (2005), Hazard (2006), Exte: Hair Extensions (2007), Love Exposure (2008), Cold Fish (2010), Guilty of Romance (2011), Himizu (2011), Why Don’t You Play in Hell (2013), Tokyo Tribe (2014). AFTER HOURS - JIM MICKLE Jim Mickle - Genere e artigianato, oggi DI PIER MARIA BOCCHI Cold in July (2014) Con soli quattro lungometraggi, Jim Mickle è diventato in breve tempo una delle nuove voci più interessanti del panorama horror contemporaneo. Un panorama, è bene ricordarlo, non sempre benaugurante, anzi il più delle volte triste e senza spessore: fra indie tutti uguali e produzioni major in PG-13 anemiche, raramente il genere riesce ancora a essere specchio del mondo, in favore di spaventi meccanici a buon mercato e un familismo conservativo di ritorno. Eppure c’è speranza, perché Mickle è riuscito non soltanto a evadere dalle secche e dalle trappole del mercato, ma anche a imporsi con piglio originale. Basta vedere l’esordio, Mulberry St. (2006), che rielabora il catastrofismo con stile spiccio e sporco, e soprattutto con uno sguardo al malessere sociale che pare ricordare l’Abel Ferrara degli inizi. Stake Land (2010) affronta scenari simili, ma si allarga a inquadrare la postapocalisse con radici che affondano nell’immaginario kinghiano. È il terzo film, We Are What We Are (2013), a evidenziare definitivamente la singolarità del regista. Mickle osa ciò che non si dovrebbe osare (il tempo e la storia del cinema ne sono prova, sebbene con le eccezioni del caso): fare il remake di un’opera «straniera» che ha ricevuto plausi nel circuito dei festival, e per 92 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE giunta a distanza di soli tre anni! La fortuna e il clamore mediatico dell’originale messicano Somos lo que hay (2010) di Jorge Michel Grau cominciano alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes: da lì in poi, è un crescendo. Il rifacimento di Mickle non è però ciò che ci si aspetterebbe da Hollywood: un horror sociologico diventa così un gotico familiare plumbeo e molto lontano dagli stereotipi odierni del genere, anche per ritmo e dinamiche. La Quinzaine porta ancora fortuna, perché è lì che Cold in July (2014), dopo la prima al Sundance, riceve ovazioni a scena aperta. Non più un horror, stavolta, ma un thriller tratto dallo scrittore cult Joe R. Lansdale, che ha tutte le carte in regola per diventare altrettanto cult. Merito senza dubbio della presenza fra gli interpreti di Sam Shepard e Don Johnson (che affiancano il Dexter Michael C. Hall), ma merito anche di Mickle, che guarda al pop e al vintage con stile consapevole eppure irresistibile. Senza presunzione: più di tutto, piace di Jim Mickle l’idea di un ritorno all’artigianato di prima fattura, dentro il genere e lontano da virgolettate autoriali. E che una certa forma di artigianato oggi sia ancora possibile è contemporaneamente una gioia e una speranza. AFTER HOURS - JIM MICKLE Jim Mickle - Genre and craftsmanship, today BY PIER MARIA BOCCHI We Are What We Are (2013) With only four feature films to his name, Jim Mickle has quickly become one of the most interesting voices in the panorama of contemporary horror. A panorama – it should be noted – that isn’t always lucky; in fact, most of the time it is gloomy and without substance: between homologated indies and anemic PG-13 productions by the majors, seldom does the genre manage to still be a mirror of the world, preferring low-cost fear-generating mechanisms and a conservative, retrograde familism. And yet there is hope, because Mickle has managed to not only avoid the shoals and pitfalls of the market, but has also asserted himself with an original tone. His debut film, Mulberry St. (2006), reworks catastrophism with an offhand and dirty style, and above all, the way it deals with social malaise recalls the early Abel Ferrara. Stake Land (2010) involves similar scenarios, but it broadens the focus to a post-apocalypse that is deeply rooted in King’s imagery. His third movie, We Are What We Are (2013), definitively underscored the director’s singularity. Mickle dared to do that which should not be dared (time and the history of cinema are proof, although there are exceptions): he directed a remake of a “foreign” film that was praised on the festival circuit, and moreover only three years later! The success 93 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE and the media clamor that hailed the original Mexican Somos lo que hay (2010) by Jorge Michel Grau began with the Quinzaine des réalisateurs in Cannes: from there, it was a crescendo. Mickle’s remake, however, is something you wouldn’t expect from Hollywood: a sociological horror movie that becomes a gloomy family gothic, a far cry from today’s genre stereotypes, in part thanks to its rhythm and dynamics. La Quinzaine brought more good luck, because that is where Cold in July (2014), after its premiere at the Sundance Festival, received ovations while the curtains were still open. This time, it’s not a horror movie, but a thriller based on a work by the cult author Joe R. Lansdale, and it has what it takes to become equally cult. Without a doubt, this is in part thanks to cast members like Sam Shepard and Don Johnson (alongside Dexter’s Michael C. Hall), but the merit also goes to Mickle, who looks at pop and vintage with a cognizant yet irresistible style. Without presumption: more than anything else, what’s great about Jim Mickle is his idea of returning to early craftsmanship, within the genre and far from authorial quotations. And the fact that a certain type of craftsmanship is still possible today is both a joy and hope. AFTER HOURS - JIM MICKLE Jim Mickle (Pottstown, Pennsylvania, Usa, 1979), dopo aver frequentato la New York University ed essersi laureato nel 2002, ha cominciato a lavorare come assistente alla produzione e macchinista per il cinema, lavorando sul set di diversi film indipendenti americani, tra cui alcuni successi come Transamerica (2005) e Shortbus - Dove tutto è permesso (2006). Regista, sceneggiatore e montatore, amante del cinema di genere e in particolare dell’horror, Mickle ha esordito nel 2002 con il cortometraggio, ovviamente horror, The Underdogs e l’anno successivo con il film di zombie Mulberry St., scritto in collaborazione con il compagno di studi Nick Damici e presentato nei festival di Stoccolma, Bruxelles e al Tribeca. Insieme a Damici ha scritto anche la sceneggiatura del suo secondo lungometraggio, Stake Land (2010), fantasy distopico presentato a Toronto. Nel 2013 ha poi diretto un nuovo horror, We Are What We Are, remake americano del messicano Somos lo que hay di Jorge Michel Grau (2010), presentato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes. Il successivo Cold in July (2014), anch’esso proiettato alla Quinzaine, ha invece avuto la sua première al Sundance Film Festival: tratto da un romanzo di Joe R. Lansdale, il film è un thriller con venature western ambientato negli anni Ottanta e interpretato da un cast di eccezione che comprende Michael C. Hall, Sam Shepard e Don Johnson. Al momento è impegnato nelle riprese della serie televisiva Hap and Leonard. 94 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE Jim Mickle (Pottstown, PA, USA, 1979), after attending New York University and graduating in 2002, became involved in cinema as a production assistant and cameraman, working on the sets of various American indie movies, including the successful Transamerica (2005) and Shortbus (2006). Director, screenwriter and film editor, a fan of genre cinema and horror in particular, Mickle debuted in 2002 with the – what else – horror short The Underdogs. The next year, he made the zombie movie Mulberry St., which he co-wrote with his classmate Nick Damici and presented at the Stockholm, Brussels and Tribeca film festivals. He and Damici also wrote the script of his second feature film, Stake Land (2010), a dystopian fantasy that was presented at Toronto. In 2013, he directed another horror movie, We Are What We Are, an American remake of the Mexican film Somos lo que hay by Jorge Michel Grau (2010), presented at the Quinzaine des réalisateurs in Cannes. His next movie, Cold in July (2014), also screened at the Quinzaine and premiered at the Sundance Film Festival: based on a novel by Joe R. Lansdale, it is a thriller with western nuances, set in the 1980s and featuring an exceptional cast that includes Michael C. Hall, Sam Shepard and Don Johnson. He is presently shooting the TV series Hap and Leonard. filmografia/filmography The Underdogs (cm, 2002), Mulberry St. (2003), Stake Land (2010), We Are What We Are (2013), Cold in July (2014). AFTER HOURS - JIM MICKLE jim mickle MULBERRY ST. Usa, 2006, 35mm, 84’, col. MULBERRY ST. regia, montaggio/ director, film editing Jim Mickle sceneggiatura/screenplay Nick Damici, Jim Mickle fotografia/cinematography Ryan Samul musica/music Andreas Kapsalis interpreti e personaggi/ cast and characters Nick Damici (Clutch), Kim Blair (Casey), Ron Brice (Coco) Bo Corre (Kay), Tim House (Ross), Larry Fleishman (Charlie), Larry Medich (Frank), Javier Picayo (Otto), Antone Pagan (Peter Pace), John Hoyt (Big Vic), Lou Torres (il proprietario del bar/bartender Larry), Larry Fessenden (l’uomo dietro al cancello/man behind the gate) produttori/producers Victor Assante, Rene Bastian, Adam Folk, Tim House, Linda Moran La downtown di Manhattan è colpita da un virus trasmesso dai ratti che trasforma gli essere umani in creature assetate di sangue. All’inizio l’emergenza viene sottovalutata e la protezione civile pensa basti sospendere il servizio di trasporto pubblico e chiudere le strade per tenere sotto controllo l’epidemia. Ma le misure si rivelano del tutto inutili e il virus si diffonde senza sosta, gettando la città nel caos. In Mulberry St. gli abitanti abusivi di un caseggiato si barricano nell’edificio cercando di sopravvivere al contagio. «Ho disegnato a lungo queste creature, cercando di immaginarle attraverso i miei schizzi. Quando fai un film di zombie devi trovare il modo di farli sembrare diversi, se vuoi che abbiano rilevanza. Ho iniziato a disegnarli con orecchie e nasi da topo e all’inizio sembravano goffi. Ma se li scurisci e fai le ombre diventano figure volubili. Se penso a un film come Signs, ad esempio, il mio più grande disappunto è che fino a quando non compaiono gli alieni sembra un film di Hitchcock: ma nell’istante in cui appaiono tutta la tensione si prosciuga. Ho sempre detestato quel momento». ** Downtown Manhattan has been struck by a virus transmitted by rats which turns humans into bloodthirsty creatures. At first, the emergency is underestimated and the civil protection units think all they have to do is shut down the public transportation system and lock down the streets to keep the epidemic under control. But these measures prove completely useless and the virus continues to spread, throwing the city into chaos. On Mulberry St., squatters in a building complex barricade themselves inside, trying to avoid contagion. “For a long time, I was drawing sketches to figure out what these creatures look like. When you’re making a zombie movie, you have to find a way to make them look or seem different if you want to be relevant. I started sketching rat ears and noses on them, and at first they looked goofy. But if you darken them and do silhouettes, it becomes moody. My biggest gripe with Signs is that up until it showed the aliens, it was like a Hitchcock movie. The minute they showed it, all the tension was drained. I always hated that moment.” 95 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE AFTER HOURS - JIM MICKLE jim mickle STAKE LAND Usa, 2010, HD, 98’, col. STAKE LAND regia, montaggio/ director, film editing Jim Mickle sceneggiatura/screenplay Nick Damici, Jim Mickle fotografia/cinematography Ryan Samul scenografia/ production design Daniel R. Kersting costumi/costume design Elisabeth Vastola musica/music Jeff Grace interpreti e personaggi/ cast and characters Nick Damici (Mister), Connor Paolo (Martin), Danielle Harris, Kelly McGillis, Michael Cerveris (Jebedia Loven), Sean Nelson, Bonnie Dennison, Gregory Jones (il padre di Martin/Martin’s father), Traci Hovel (la madre di Martin/Martin’s mother), James Godwin (Barn Vamp), Tim House (lo sceriffo/sheriff), Marianne Hagan (Dr Foley), Stuart Rudin, Adam Scarimbolo (Kevin), Vonia Arslanian, Heather Robb, Eilis Cahill, Larry Fessenden, Chance Kelly, Angelique Biasutto, Jean Brassard, Adam Folk, Lou Sumrall, Phyllis Bash produttori/producers Derek Curl, Larry Fessenden distribuzione/distribution Indie Pictures ** contatti/contacts Indie Pictures Luca Colnaghi Tel: +39 06 45 20 81 00 Un’epidemia di vampirismo dilaga in un’America postapocalittica. Le città sono diventante gigantesche tombe e i sopravvissuti vivono nelle zone rurali. Tra di loro c’è il giovane Martin che, dopo aver visto la sua famiglia sterminata da un vampiro, decide di unirsi a un cacciatore ribelle chiamato Mister in un viaggio on the road. Il loro cammino li porterà a incontrare orde di esseri assetati di sangue, sette ossessionate, ma anche altri alleati e fortezze costruite dai sopravvissuti, fino a raggiungere la città di New Eden. «Sia io che lo sceneggiatore Nick Damici amiamo i film di zombie, perché offrono un sacco di possibilità. Possono diventare rappresentazioni critiche della società, oppure essere a loro volta veri e propri personaggi, visto che in fondo conservano un po’ di umanità. Puoi renderli veloci o lenti, e come per i vampiri li puoi rappresentare da molteplici angolature. Puoi andare sul classico, alla Bram Stoker, o esplorare diverse culture e vedere cosa ciascuna pensi dei vampiri, scoprendo cose diverse e sorprendenti». ** Post-apocalyptic America is in the throes of an epidemic of vampirism. The cities have become enormous tombs and the survivors live out in the countryside. One of them, young Martin, witnesses the annihilation of his family by a vampire and decides to join a rebel hunter named Mister in an on-the-road trip. Their journey, which brings them into contact with hordes of blood-thirsty beings and obsessed sects, but also with other allies and fortresses built by survivors, will take them to the city of New Eden. “Both Nick Damici and I love zombie movies, because I think there’s so much that you can do with them. They can stand in for social commentary, and they can also be characters in their own way because there is a piece of humanity left in them. You can make them fast or you can make them slow. There are all these different angles you can go with zombies, and I think vampires are kind of the same thing, in a way. You can go classical, with the Bram Stoker idea, and you can also go into different cultures and see what their ideas of vampires are, which is often really surprising and different.” info@indiepictures.it www.indiepictures.it 96 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE AFTER HOURS - JIM MICKLE jim mickle WE ARE WHAT WE ARE Usa, 2013, HD, 105’, col. WE ARE WHAT WE ARE regia, montaggio/ director, film editing Jim Mickle soggetto/story dal film/from the movie Somos lo que hay di/ by Jorge Michel Grau sceneggiatura/screenplay Jim Mickle, Nick Damici fotografia/cinematography Ryan Samul scenografia/ production design Russell Barnes costumi/costume design Elisabeth Vastola musica/music Jeff Grace, Linda Cohen interpreti e personaggi/ cast and characters Bill Sage (Frank Parker), Ambyr Childers (Iris Parker), Julia Garner (Rose Parker), Jack Gore (Rory Parker), Kelly McGillis (Marge), Michael Parks (Doc Barrow), Wyatt Russell (vice sceriffo/deputy Anders), Kassie Depaiva (Emma Parker), Odeya Rush (commesso della ferramenta/hardware clerk), Nick Damici (sceriffo/ sheriff Meeks) produttori/producers Rodrigo Bellott, Andrew D. Corkin, Linda Moran, Nicholas Shumaker produzione/production Memento Films International coproduttore/coproducer Nicholas Kaiser distribuzione/distribution Koch Media ** contatti/contacts Koch Media Claudio Rapino Vista dall’esterno la famiglia Parker potrebbe sembrare simile a tante altre: Frank, il padre severo, gestisce un campeggio, mentre Emma, la devota madre, si occupa della crescita dei figli, le adolescenti Rose e Iris e il piccolo Rory, combattendo contro le ristrettezze causate dalla crisi economica. Ma in realtà qualcosa li rende diversi dagli altri abitanti del paesino di montagna in cui vivono, un’abitudine efferata che si tinge di rituale ancestrale, un orrore consumato tra le mura di casa che nessuno potrebbe mai immaginare. E quando un’ondata di piogge torrenziali provoca lo straripamento del fiume del luogo, facendo venire alla luce alcuni resti inquietanti, l’alone che circonda il loro terribile segreto inizia ad assottigliarsi. Remake del film messicano Somos lo que hay di Jorge Michel Grau (2010). «Le religioni spesso vengono corrotte fin dai luoghi in cui nascono. Le persone sovente hanno una fede cieca ed esagerata che le porta a comportarsi in un certo modo semplicemente perché sono abituate così e non pensano davvero a quello che stanno facendo». ** To an outside observer, the Parker family seems just like any other: Frank, the stern father, runs a campsite, while Emma, the devoted mother, takes care of bringing up the kids – the adolescents Rose and Iris, and young Rory – as she struggles with their financial straits caused by the economic crisis. But actually, something makes them very different from the other inhabitants of the mountain town they live in, a brutal custom that is like an ancestral rite, unimaginable horror that unfolds within their home. And when a torrential rainfall makes the river overflow, bringing to light some disquieting finds, the aura that surrounds their terrible secret begins to diminish. Remake of the Mexican film Somos lo que hay by Jorge Michel Grau (2010). “Religions often become corrupt from the places where they began. People often have an incredible blind faith that drives them to do things simply because they’ve been done before, without ever really thinking about it.” c.rapino@kochmedia.com www.kochmedia.com 97 SOMMARIO AFTER HOURS - JIM MICKLE AFTER HOURS - JIM MICKLE jim mickle COLD IN JULY Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 100’, col COLD IN JULY regia/director Jim Mickle soggetto/story dal romanzo Freddo a luglio di/from the novel of the same title by Joe R. Lansdale sceneggiatura/screenplay Jim Mickle, Nick Damici fotografia/cinematography Ryan Samul montaggio/film editing John Paul Horstmann, Jim Mickle scenografia/ production design Russell Barnes costumi/costume design Liz Vastola musica/music Jeff Grace interpreti e personaggi/ cast and characters Michael C. Hall (Richard Dane), Sam Shepard (Ben Russell), Don Johnson (Jim Bob), Vanessa Shaw (Ann Dane), Nick Damici (Ray Price), Wyatt Russell (Freddy), Brogan Hall (Jordan Dane), Lanny Flaherty (Jack Crow) produttori/producers Linda Moran, Rene Bastian, Adam Folk, Marie Savare produzione/production BSM Studio, Backup Media, Bullett Pictures coproduttore/coproducer Joe R. Lansdale distribuzione/distribution Movies Inspired ** contatti/contacts Movies Inspired Stefano Jacono stefano.jacono@moviesinspired.com www.moviesinspired.com 98 SOMMARIO Texas, 1989. Nel buio di una notte come tante Richard Dane avverte una presenza in casa: il tempo di prendere la pistola e sparare e un uomo giace morto. La polizia sostiene che si tratti del ricercato Freddy Russell. Qualche giorno dopo compare in città suo padre Ben, in cerca di vendetta. Tra i due è subito guerra aperta, ma quando scoprono che non è stato Richard a uccidere Freddy, ma si è trattato di uno scambio di persona ordito dalla polizia, nascerà un’inattesa alleanza, in grado di svelare crimini e connivenze fino allora inimmaginabili. «A un certo punto la sceneggiatura arrivò nelle mani di Michael C. Hall, un attore che apprezzo, ma a cui francamente non avrei mai pensato. Nella sua carriera si è distinto per personaggi dall’animo oscuro e contorto, e c’è sicuramente qualcosa di interessante nel vederlo nei panni di un uomo qualunque. Così gli abbiamo proposto un ruolo che non interpretava da molto tempo, una persona normale, il tizio della porta accanto. Ha letto la sceneggiatura e gli è piaciuta, proprio nel momento in cui cominciavo a pensare che il film non si sarebbe mai fatto». ** Texas, 1989. In the darkness of a night like any other, Richard Dane senses a presence in his house: all it takes is the time to pull out his pistol and shoot, and a man lies dead. The police say it’s the fugitive Freddy Russell. A few days later, the man’s father Ben shows up, looking for revenge. Full-out war breaks out between the two, but when they discover that Freddy hadn’t been killed by Richard, but that instead the police had swapped bodies, the two become unexpected allies and uncover unimaginable crimes and collusion. “At some point the script got to Michael C. Hall. And I love him, but I never would have thought of him for this. He’s made a career out of playing men with dark, twisted insides. There’s something cool about him playing an everyman. We got Michael to do something he had not been able to play for a very long time: a regular guy, the guy next door. He read the script and liked it, right at the time I thought the movie was falling apart.” AFTER HOURS - JIM MICKLE AFTER HOURS - GIULIO QUESTI Giulio Questi - Generi e realtà DI PIER MARIA BOCCHI La morte ha fatto l’uovo (1968) SOMMARIO L’omaggio a Giulio Questi è organizzato in collaborazione con il CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia. The homage to Giulio Questi has been organized in collaboration with CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia. 99 Sembra che gli inizi della carriera di Giulio Questi non si discostino più di tanto dagli inizi di carriera di molti altri registi italiani del tempo (il tempo d’oro, quello compreso fra i Cinquanta e i Settanta): i primi passi nel giornalismo, la gavetta nel documentario e nelle vesti di aiuto di nomi prestigiosi (da Rosi a Fellini), la partecipazione a progetti collettanei (i film a episodi Universo di notte e Nudi per vivere, tipici rappresentanti della moda florida dell’epoca per i reportage – o pseudo tali – scandalistici). Ma non è casuale se tutti ormai considerano Se sei vivo spara (1967) il vero esordio di Questi, e non soltanto nel lungometraggio. Perché il western con Tomas Milian è un’opera già personale, il punto fermo di una poetica ancora di là da venire eppure già limpida. Questi si inserisce nel decennio per eccellenza del western all’italiana con un film che straccia la consuetudine con una violenza iperrealista mai vista prima: e ciò che può apparire superficialmente una genuflessione al mercato à la page (quantunque di prima qualità) si rivela al contrario l’elaborazione di un dato, a conti fatti ben poco scontata. Un’elaborazione in prima persona. Già autoriale. I due film successivi, La morte ha fatto l’uovo (1968) e Arcana (1971), il suo capolavoro, non fanno che confermare l’impronta surreale e prepotentemente sociologica di un uomo di cinema per il quale il mondo contemporaneo è un circo senza senso, dove spesso il rapporto di causa ed AFTER HOURS - GIULIO QUESTI effetto non trova riscontro, e dove le bestie non sono solo le galline del «giallo» con Trintignant e Lollobrigida. Più di tutto, alla luce dei tre lungometraggi di Questi, rimane un’idea di cinema folgorante: l’idea che il film, anche se genericamente rispettoso delle correnti dell’industria (il western di Se sei vivo spara, il thriller morboso e familiare alla Lenzi di La morte ha fatto l’uovo, il dramma antropologico ai confini del mistero e del fantastico di Arcana), possa distaccarsene senza snobismi ma anzi con uno sguardo sul reale che è insieme consapevole e diverso, lucido e folle (però di una follia sana), capace di inventare laddove altri si limitano a eseguire. L’invenzione non è mai controproducente all’osservazione della realtà, e il cinema di Giulio Questi – anche nei suoi lavori per la televisione – è perfettamente aderente alla realtà proprio nella traslazione della medesima. C’è chi non fa altro che seguire pedissequamente i generi, e poi c’è Questi che i generi li sgonfia e rigonfia da par suo, inserendovi elementi estranei o percorrendo tracciati non ortodossi. È un cinema che indaga, capisce e trasforma; e se ci sono cose che non capisce fino in fondo, fra caos e nonsense, non se ne allontana, piuttosto le adultera rendendole più vere del vero. Possiamo guardare dritto in faccia le ambiguità del mondo: di arcano resta la loro ragione, per tutto il resto c’è il film (quando ancora il film era importante). AFTER HOURS - GIULIO QUESTI Giulio Questi - Genres and reality BY PIER MARIA BOCCHI The early career of Giulio Questi doesn’t seem very different from that of many other Italian directors of the time (the golden years, between 1950s and 1970s). Starting out in journalism, cutting his teeth in documentaries and as an assistant to famous directors (from Rosi to Fellini), participating in collective projects (the episode movies Universo di notte and Nudi per vivere, typical examples of the florid trend of those years for tabloid reports – or supposedly such). But it is no coincidence that nowadays everyone considers Django Kill (If You Live, Shoot!) Questi’s true debut, and not just in feature films. Because the western starring Tomas Milian is already a personal movie, the fundamental point of a poetics that was yet to come but was already crystal clear. Questi became active during the decade par excellence for Italian-style westerns, his movie shattered the status quo with a heretofore unprecedented, hyperrealistic violence: and what could at first glance seem like obeisance (albeit top-quality) to the latest market trends, proved, on the contrary, to be an elaboration of a given that, all considered, was not to be taken for granted. A first-hand elaboration. That was already authorial. His next two movies, A Curious Way to Love (1968) and Arcana (1971), his masterpiece, only confirmed the surreal and overwhelmingly sociological hallmark of a man of cinema for whom the contemporary world is a meaningless circus, where the relationship between cause and 100 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI effect is often not borne out, and where the beasts are not only the chickens in the “murder mystery” starring Trintignant and Lollobrigida. More than anything, regarding Questi’s three feature films, what remains is a dazzling conception of cinema: the idea that movies, even if generically respectful of industry trends (the western, Django Kill (If You Live, Shoot!); the Lenzi-like morbid and domestic A Curious Way to Love; the anthropological drama bordering on mystery and fantasy, Arcana), can distance themselves without snobbism – on the contrary, with an eye on reality that is both aware and different, lucid and crazy (but healthily crazy), able to invent where others limit themselves to carrying out. Invention is never counterproductive when observing reality, and the cinema of Giulio Questi – even in his films for TV – is perfectly in tune with reality as he transfers it. Some people servilely follow the genres, and then there is Questi, who deflates and inflates the genres, inserting extraneous elements or following unorthodox pathways. His is a cinema that investigates, understands and transforms. And if there are things he doesn’t completely understand, between chaos and nonsense, he doesn’t keep his distance, but rather adulterates them, making them more real than reality. We can look the world’s ambiguities straight in the eye; only their reasons remain arcane. For everything else, there is the movie (back when the movie was still important). AFTER HOURS - GIULIO QUESTI Giulio Questi (Bergamo, 1924), dopo l’esperienza nella guerra partigiana, scrive racconti per alcune riviste letterarie (tra cui il «Politecnico» di Vittorini) ed entra nel mondo del cinema come regista di documentari (Giocare, 1957), aiuto regista per Zurlini e Rosi e attore per Fellini in La dolce vita (1960). Nel 1961 gira il primo lavoro di finzione, Viaggio di nozze, episodio di Le italiane e l’amore, e l’anno successivo collabora al «mondo movie» (cioè un film realizzato con materiali d’archivio scioccanti e provocatori) Universo di notte. Nel 1963 dirige un episodio di Nudi per vivere, firmato con Elio Petri e Giuliano Montaldo con lo pseudonimo Elio Montesti, che viene però sequestrato e mai più distribuito. Nel 1964, un altro episodio, Il passo, per il film Amori pericolosi e finalmente, nel 1967, il primo lungometraggio: il western Se sei vivo spara, che viene anche in questo caso sequestrato a causa della violenza esplicita e ampiamente rimaneggiato (nel 1975 sarà riproposto con il titolo Oro Hondo, in una versione più ricca ma ancora incompleta). Nel 1968 dirige quindi La morte ha fatto l’uovo, un giallo interpretato da Gina Lollobrigida e Jean-Louis Trintignant, e nel 1972 Arcana, capolavoro surrealista che incontra però nuovi problemi nella distribuzione. Ritiratosi dal cinema, negli anni Settanta e Ottanta Questi lavora per la televisione, dirigendo fra gli altri L’uomo della sabbia (1975), Vampirismus (1982) e Il segno del comando (1989), remake dell’omonimo sceneggiato del 1971. Tra il 2002 e il 2007 realizza poi in totale autonomia una serie di sette cortometraggi sperimentali (poi riuniti nel 2008 nella raccolta By Giulio Questi) che lo vedono come unico protagonista, oltre che regista, sceneggiatore e montatore. Nel 2014, infine, pubblica il suo primo libro, la raccolta di racconti Uomini e comandanti, edita da Einaudi, con la quale ha recentemente vinto il Premio Chiara. 101 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI Giulio Questi (Bergamo, Italy, 1924), after his experience as a partisan, began to write short stories for various literary journals (including Vittorini’s “Il Politecnico”); then began working as a documentary filmmaker (Giocare, 1957), assistant director for Zurlini and Rosi, and actor for Fellini in La dolce vita (1960). In 1961, he shot his first fiction film, Viaggio di nozze, an episode of Latin Lovers, and the next year he collaborated on the “mondo movie” Universo di notte. In 1963, he directed an episode of Nudi per vivere, which he made with Elio Petri and Giuliano Montaldo under the pseudonym Elio Montesti; the movie was seized by the censors and was never distributed. In 1964, he directed Il passo, an episode for the film Amori pericolosi, and finally, in 1967, his first feature film: the western Django, Kill (If You Live, Shoot!), which was also seized because of explicit violence and was extensively re-edited (in 1975 it was rereleased with the title Oro Hondo, in a longer but still incomplete version). In 1968, he directed A Curious Way to Love, a murder mystery starring Gina Lollobrigida and Jean-Louis Trintignant, and in 1972 Arcana, a surrealistic masterpiece which once again had distribution problems. He left cinema and in the 1970s and 1980s worked in television, directing L’uomo della sabbia (1975), Vampirismus (1982) and Il segno del comando (1989), a remake of the 1971 tv film. Between 2002 and 2007, completely on his own, he made a series of seven experimental shorts (which were brought together in 2008 in the collection By Giulio Questi) in which he was the sole protagonist, as well as the director, screenwriter and editor. In 2014 Einaudi published his first book, the collection of short stories Uomini e comandanti, for which he won the Piero Chiara literary award. filmografia/filmography Le italiane e l’amore (ep. La prima notte, coregia/codirectors Marco Ferreri, Gian Vittorio Baldi, cm, 1961), Universo di notte (non accr./uncred., doc., 1962), Nudi per vivere (coregia/codirectors Elio Petri, Giuliano Montaldo [Elio Montesti], 1963), Amori pericolosi (ep. Il passo, coregia/codirectors Carlo Lizzani, Alfredo Giannetti, mm, 1964), Se sei vivo spara (conosciuto anche come/also known as Oro Hondo o/or Django Kill, 1967), La morte ha fatto l’uovo (1968), Arcana (1972), L’uomo della sabbia (tv, 1975), Vampirismus (tv, 1982), Quando arriva il giudice (tv, 1985), Il segno del comando (tv, 1989), Non aprire all’uomo nero (tv, 1994), Il commissario Sarti (tv, 1994), By Giulio Questi (serie di cortometraggi/short films series, 2003-2007). AFTER HOURS - GIULIO QUESTI giulio questi IL PASSO Italia/Italy, 1964, 35mm, 34’, bn/bw IL PASSO regia, sceneggiatura/ director, screenplay Giulio Questi fotografia/cinematography Franco Arcalli montaggio/film editing Leonida Barboni scenografia/ production design Luigi Scaccianoce musica/music Ivan Vandor interpreti/cast Juliette Mayniel, Frank Wolff, Graziella Granata, Piero Morgia produttore/producer Moris Ergas produzione/production Zebra Film, Fulco Film, Aera Film ** contatti/contacts Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale Laura Argento Tel: +39 06 722 943 16-5 laura.argento@csc-cinematografia.it www.csc-cinematografia.it Un ufficiale dell’esercito mal sopporta la moglie zoppa: a rendergliela intollerabile il ticchettio della calzatura ortopedica che indossa per camminare. L’uomo s’innamora della servetta che si aggira scalza per casa, la quale, dal canto suo, ricambia le attenzioni del padrone. Perché l’idillio proceda, però, occorre eliminare la moglie e la via più veloce è sicuramente il veleno. Ma quando il piano sembra essersi compiuto alla perfezione, qualcosa di inatteso succede. Con La ronda di Carlo Lizzani e Il generale di Alfredo Giannetti, uno degli episodi di Amori pericolosi, presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1964. «Nel film tutto è morbido e molto astratto. Come ad esempio gli atteggiamenti svenevoli della Mayniel, quella testa rovesciata all’indietro… Il taglio surrealista era proprio ciò che cercavo nel racconto (anche la sceneggiatura era mia…), che immaginavo come qualcosa di “rarefatto”, molto calligrafico, molto crudele…» ** An army officer can barely put up with his lame wife: he just can’t stand the noise of the orthopedic shoes she has to wear. The man falls in love with the maid who walks around the house barefoot, and she reciprocates his feelings. For the two of them to live happily ever after, though, they need to get the wife out of the picture, and poison is the quickest way to eliminate her. But, when the plan is about to come to fruition, something unexpected happens. Il passo is one of the episodes of the series Amori pericolosi along with Carlo Lizzani’s La ronda, and Alfredo Giannetti’s Il generale. The trilogy was presented at the Venice Film Festival in 1964. “Everything in this movie is soft and very abstract. For instance, the mawkish moves of Mayniel, that head tilted backward… I was looking for a surrealist take on the story. When I wrote the screenplay, I was imagining something ‘rarefied’, very calligraphic, very cruel…” 102 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI AFTER HOURS - GIULIO QUESTI giulio questi SE SEI VIVO SPARA Italia-Spagna/Italy-Spain, 1967, 35mm, 100’, col. DJANGO KILL (IF YOU LIVE, SHOOT!) regia/director Giulio Questi soggetto/story Giulio Questi, Franco Arcalli sceneggiatura/screenplay Giulio Questi, Franco Arcalli, Benedetto Benedetti fotografia/cinematography Franco Delli Colli montaggio/film editing Franco Arcalli scenografia/ production design Enzo Bulgarelli musica/music Ivan Vandor suono/sound Goffredo Salvatori interpreti e personaggi/ cast and characters Tomas Milian (lo straniero/stranger), Marilù Tolo (Lori), Piero Lulli (Oaks), Milo Quesada (Bill Templer), Francisco Sanz (Hagerman), Sancho Gracia (Willy), Roberto Camardiel (Sorrow), Miguel Serrano, Ángel Silva, Sancho Garcia, Mirella Pamphili, Ray Lovelock, Patrizia Valturri produttori/producers Alessandro Iacovoni, Giulio Questi produzione/production GIA Società Cinematografica coproduzione/coproduction Hispamer Films ** Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale Laura Argento Tel: +39 06 722 943 16-5 Oaks e i suoi uomini non possono credere ai loro occhi: il mezzosangue è ancora vivo! Credevano di averlo ucciso dopo un colpo insieme, così da non dover spartire il bottino. Ma il mezzosangue è tornato per vendicarsi e, oltre che da lui, i banditi devono guardarsi dagli abitanti della città dove si sono rifugiati, timorati di Dio ma affamati di ricchezza. E quando fanno la loro comparsa il proprietario terriero Sorrow e i suoi sicari, la situazione si fa ancora più esplosiva. Western sui generis, in cui convivono grand guignol, surrealismo e critica sociale, massacrato dalla censura e ridistribuito nel 1975 con il titolo Oro Hondo, in una versione più fedele all’originale, ma pur sempre rimaneggiata. «Un film fatto su commissione di un produttore assolutamente pazzo ma geniale, Sandro Iacovoni, si è trasformato, nella grammatica della mia filmografia commerciale, nel film che in assoluto preferisco. Perché nella banalità della sua cornice western c’era dentro tutta l’assurda violenza che io e Kim [il montatore Franco Arcalli, NdR] abbiamo vissuto durante la guerra partigiana». ** Oaks and his men cannot believe their eyes: the half-blood is still alive! They thought they had killed him after the robbery they did together, so they wouldn’t have to share the booty with him. The bandits have to watch their backs because the half-blood is seeking revenge. They should also be wary of the people in the town where they are hiding out: they may be God-fearing folk, but they are hungry for gold. The situation becomes even more explosive when the rancher Sorrow shows up with his henchmen. Django Kill (If You Live, Shoot!) is a unique western that combines Grand Guignol, surrealism, and social criticism. It was massacred by censorship and re-released in 1975, in a version which is closer to the original but still edited here and there. “Sandro Iacovoni, a crazy but brilliant producer, commissioned the film. It turned into my absolute favorite from my commercial filmography because, behind the banality of its western format, it actually depicts all that absurd violence that Kim [the editor Franco Arcalli, Ed.] and I experienced during the partisan resistance.” laura.argento@csc-cinematografia.it www.csc-cinematografia.it 103 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI AFTER HOURS - GIULIO QUESTI giulio questi LA MORTE HA FATTO L’UOVO Italia-Francia/Italy-France, 1968, 35mm, 86’, col. DEATH LAID AN EGG regia/director Giulio Questi sceneggiatura/screenplay Giulio Questi, Franco Arcalli fotografia/cinematography Dario Di Palma montaggio/film editing Franco Arcalli musica/music Bruno Maderna interpreti/cast Gina Lollobrigida, Jean-Louis Trintignant, Ewa Aulin, Jean Sobieski, Giulio Donnini produzione/production Summa Cinematografica, Cine Azimut, Les Films Corona S.R.L. de Nanterre ** contatti/contacts Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale Laura Argento Tel: +39 06 722 943 16-5 laura.argento@csc-cinematografia.it www.csc-cinematografia.it Marco è un giovane intellettuale sposato con la bella Anna, ricca proprietaria di un allevamento di polli geneticamente modificati (hanno quattro cosce ciascuno). La loro unione sembra felice, ma in realtà Marco ha una relazione con la bionda Gabri, cugina della moglie. E non è l’unico suo segreto: l’uomo, nel tempo libero, adesca prostitute sul litorale romano e poi le uccide sadicamente. O almeno così sembra. Anche Gabri, però, ha qualcosa da nascondere: un piano per disfarsi dell’amante e di sua moglie per impossessarsi dell’allevamento. «La morte ha fatto l’uovo, in verità, ha finito per essere ancora più equivoco di Se sei vivo spara: perché era un film che poteva essere visto sì come un thriller, ma anche come un’opera sociologica, come un film sulle perversioni sessuali, perciò sull’erotismo, e al tempo stesso come una storia sulla società dei consumi. Infine, e penso sia stata la sua fortuna commerciale, il film è stato registrato come un film erotico – pur non essendolo affatto – e questo ha il suo peso nei listini commerciali di dvd». ** Marco, a young intellectual, is married to the beautiful Anna, the wealthy owner of a farm of genetically modifies chicken (with four thighs each). Their marriage seems happy, but Marco is actually having an affair with Gabri, his wife’s blond cousin. And that’s not the only secret he is hiding: in his spare time, he lures prostitutes on the coastal area outside Rome and brutally kills them. Or so it seems. Gabri is also hiding something: she is planning to get rid of her lover and his wife so she can take over the farm. “Death Laid an Egg turned out to be even more equivocal than Django Kill. It could be classified as a thriller, but it’s also as a sociological study on paraphilia, sexual perversions and eroticism, as well as a take on consumer society. Ultimately, I think the reason for its late commercial success was that it was enrolled as an erotic movie (even though it wasn’t at all), and this made its mark also on DVD catalogs.” 104 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI AFTER HOURS - GIULIO QUESTI giulio questi ARCANA Italia/Italy, 1972, 35mm, 102’, col. ARCANA regia/director Giulio Questi sceneggiatura/screenplay Franco Arcalli, Giulio Questi fotografia/cinematography Dario Di Palma montaggio/film editing Franco Arcalli scenografia/ production design Francesco De Stefano costumi/costume design Marilù Carteny musica/music Romolo Grano, Berto Pisano interpreti e personaggi/ cast and characters Lucia Bosè (la madre/mother), Maurizio Degli Esposti (il figlio/son), Tina Aumont (Brenda) produttore/producer Gaspare Palumbo distribuzione/distribution Video Dungeon ** contatti/contacts Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale Laura Argento Tel: +39 06 722 943 16-5 laura.argento@csc-cinematografia.it www.csc-cinematografia.it Una vedova emigrata col figlio dalla Sicilia alla Milano dei quartieri popolari sbarca il lunario leggendo tarocchi, preparando rimedi contro il malocchio e allestendo sedute spiritiche. Il figlio aspira a conoscere i suoi segreti e, realmente dotato di poteri sovrannaturali, se ne serve per violentare una giovane cliente della madre, prossima alle nozze. La ragazza però rimane incinta, con conseguenze devastanti sul microcosmo familiare, il cui precario equilibrio risiede nel rapporto conflittuale tra la madre e il figlio. «Arcana fu un tentativo – fallimentare per quel che riguarda il riscontro da parte del pubblico – di sondare l’intrusione, l’irruzione direi, del metafisico e del paranormale nel mondo di ogni giorno, una forza che trabocca e che inizia con lo stravolgere la vita dei due protagonisti per poi erompere anche all’esterno, fino a provocare i disordini di piazza su cui si chiude la storia». ** A widow originally from Sicily migrated with her son to a working class district in Milan. To make ends meet, she reads tarot cards, prepares remedies against the evil eye, and performs séances for her customers. Her son, who aspires to learn her secrets, actually has supernatural powers and uses them to rape a young client of his mother who was about to get married. The young woman gets pregnant, with terrible consequences on the family’s microcosm: their precarious equilibrium depended on the conflicting relationship between mother and son. “Arcana was an attempt (failed, according to part of the audience) to explore the intrusion, or rather irruption, of metaphysical and paranormal activities into everyday life. This energy overflows and starts to overwhelm the protagonists’ lives, erupting toward the outside and causing trouble in the final scene in the town square.” 105 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI AFTER HOURS - GIULIO QUESTI giulio questi BY GIULIO QUESTI Italia/Italy, 2002-2007, video, 150’, col. BY GIULIO QUESTI regia, sceneggiatura, montaggio, interprete/ director, screenplay, film editing, cast Giulio Questi distribuzione/distribution Ripley’s Film ** contatti/contacts Ripley’s Film Tel: +39 06 784 414 01 a.draicchio@ripleysfilm.it Tra il 2002 e il 2007 Giulio Questi ha deciso di tornare a realizzare film servendosi unicamente di una videocamera, della propria abitazione come set e di se stesso come autore tuttofare: regista, sceneggiatore, montatore e interprete. Ne sono nati sette cortometraggi sperimentali e surreali – Doctor Schizo e Mister Phrenic, Lettera da Salamanca, Tatatatango, Mysterium Noctis, Repressione in città, Vacanze con Alice, Visitors – che danno voce alle passioni e alle ossessioni del regista bergamasco. «Sono i film che faccio oggi quelli più vicini a me, perché non tengo più conto del cinema, della macchina cinema, ma solo del mio rapporto con quello che vedo e illumino. Per me questo è il momento della verità più assoluta, perché la videocamera ti dà sempre e comunque un’immagine: appena la accendi, bella o brutta che sia, hai la tua immagine. E uno avverte un po’ la stessa libertà che dà la penna stilografica quando si scrive su un foglio bianco; solo che hai la luce, come materiale creativo, al posto dell’inchiostro». ** Giulio Questi started making films again between 2002 and 2007, using only a camera, his home as a set, and covering all the roles himself: director, screenwriter, editor, and actor. The experience resulted in seven short films: Doctor Schizo e Mister Phrenic, Lettera da Salamanca, Tatatatango, Mysterium Noctis, Repressione in città, Vacanze con Alice, Visitors. These experimental and surreal shorts give voice to the passions and obsessions of the director from Bergamo. “I feel closer to the movies I make nowadays because I don’t have to keep into consideration the cinema machine: I only have to focus on my relationship with what I see and what I shed light on. For me, this is the most absolute moment of truth, because the camera will always give you an image: as soon as you switch it on, there is your picture, regardless of whether it’s a pretty or an ugly one. You feel the same freedom the pen gives you when you write on a white sheet of paper but, instead of ink, you are using light as your creative medium.” 106 SOMMARIO AFTER HOURS - GIULIO QUESTI TFFDOC INTERNAZIONALE.DOC | ZIAD KALTHOUM AL-RAKIB AL-KHALED - THE IMMORTAL SERGEANT | - ENDLESS ESCAPE, ETERNAL RETURN | RENÉ FRÖLKE LE BEAU DANGER | ADIRLEY QUEIRÓS BRANCO SAI PRETO FICA | KURT WALKER HIT 2 PASS | J.P. SNIADECKI THE IRON MINISTRY | MANIA AKBARI, MARK COUSINS LIFE MAY BE | DANIEL HUI SNAKESKIN | TEODORA ANA MIHAI WAITING FOR AUGUST ROBERT GREENE ACTRESS HARUTYUN KHACHATRYAN ANVERJ PAKHUST, HAVERZH VERADARDZ I TA L I A N A . D O C ILA BÊKA, LOUISE LEMOINE 24 HEURES SUR PLACE | SIMONE RAPISARDA CASANOVA LA CREAZIONE | EMILIANO DANTE HABITAT - NOTE PERSONALI | MARIO GOMES, MARCO UGOLINI LUOGHI COMUNI | DANILO MONTE MEMORIE - IN VIAGGIO VERSO AUSCHWITZ | SIMONE CANGELOSI UNA NOBILE RIVOLUZIONE | ANNA RECALDE MIRANDA PODER E IMPOTENCIA, UN DRAMA EN 3 ACTOS | ALESSANDRO ABBA LEGNAZZI RADA DI SIGNIFICATO DEMOCRAZIA - EINE INTERVENTION | AMANDA ROSE | MEHRAN TAMADON IRANIEN | DANIELE GAGLIANONE QUI | ALEKSEI PIVOVAROV, PAVEL KOSTOMAROV, ALEKSANDR RASTORGUEV SROK - THE TERM ROMUALD KARMAKAR ANGRIFF AUF DIE DEMOKRATIE WILDER APPROACHING THE ELEPHANT FUORI CONCORSO OSSAMA MOHAMMED, WIAM SIMAV BEDIRXAN EAU ARGENTÉE, SYRIE AUTOPORTRAIT LAV DIAZ MGA ANAK NG UNOS, UNANG AKLAT - STORM CHILDREN, BOOK 1 ED PINCUS LUCIA SMALL, ED PINCUS ONE CUT, ONE LIFE EVENTO SPECIALE ALESSANDRO AVATANEO CASAOZ SOMMARIO | ED PINCUS DIARIES: 1971-1976 | TFFDOC TFFdoc DI DAVIDE OBERTO Approaching the Elephant (2014) Il documentario è sempre più contagioso. Come un virus, infatti, s’inocula implacabile nel cinema contemporaneo e ne mette in questione ragioni e generi. Ma non è un virus che trasmette malattie, bensì nuove opportunità espressive. Il documentario è il cinema ai tempi della crisi più vivace e attento. Troverete documentari seminati in ogni sezione del 32° Torino Film Festival, pronti a germogliare rigogliosi, e in TFFdoc troverete una sorta di avanguardia pronta a spingere i confini sempre più avanti: a cominciare dal passato con il doveroso omaggio tributato a Ed Pincus, figura imponente del documentario americano – suoi allievi, tra gli altri, Ross McElwee, Robb Moss, Miriam Weinstein, Nina Davenport, Jonathan Caouette – scomparso alla fine del 2013. Alla fine degli anni Sessanta Pincus seppe girare verso di sé il direct cinema e raccontare, mettendo in pratica cinematografica il privato che si fa politico, la sua esperienza personale, la sua magnifica storia d’amore con la compagna Jane, e un mondo che stava cambiando radicalmente. Tutto questo in Diaries: 1971-1976, film che mostreremo insieme al suo ultimo lavoro One Cut, One Life, realizzato con Lucia Small in un sodalizio artistico che già aveva prodotto The Axe in the Attic, viaggio nell’America di Bush devastata dall’uragano Katrina (al TorinoFilm Festival nel 2008). 108 SOMMARIO TFFDOC Sulle fondamenta gettate da Pincus, due pietre angolari sorreggono l’architettura di TFFdoc. La prima è rappresentata da Eau argentée, Syrie autoportrait di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan. Il film è uno scambio epistolare tra un regista siriano esule a Parigi e una giovane donna siriana di origine curda prigioniera nella città assediata di Homs; è una riflessione sulla rappresentazione della guerra nell’epoca di YouTube e sul ruolo che il cinema e l’arte devono avere per riappropriarsi della loro funzione estetica ed etica; è un canto d’amore per un Paese devastato e una speranza che solo degli sguardi innocenti possono raccontare. La seconda è Storm Children, Book 1, il nuovissimo film di Lav Diaz, fresco Pardo d’oro. Il regista filippino, a cui il Festival è molto affezionato avendo propiziato la scoperta del suo cinema in Italia, torna finalmente a Torino con un documentario girato tra le sue terre devastate dagli uragani. Storm Children, Book 1 è un film ipnotico e tenero che segue le azioni semplici dei bambini e delle bambine che cercano di riappropriarsi dei loro spazi, lasciando entrare lo spettatore in un mondo che difficilmente riuscirà ad abbandonare. A completare e a dare sostanza e varietà all’edificio TFFdoc ci sono tutti i titoli che compongono le due competizioni internazionale.doc e italiana.doc. Le direzioni che ciascun film traccia sono molteplici, così come le relazioni che si possono ritrovare tra un film e l’altro: relazioni geografiche ma anche spaziotemporali, quasi fantascientifiche; relazioni emotive e intellettuali, che diventano anche intense relazioni amorose. E sovente l’amore che muove ciascuno di questi film è un grande amore per il cinema e la vita. RINGRAZIAMENTI/ ACKNOWLKEDGEMENTS TFFDOC Dima Al-Joundi, Gianluca Arcopinto, Enrica Baricco, Catherine Bizern, Jacopo Chessa, Francesco Codello, Emiliano Colasanti, Silvia Collazuol, Austin Corbett, Liryc Dela Cruz, Laura D’Amore, Cristina De Carolis, Valentina Del Buono, Donatella Della Ratta, Rosita Di Peri, Catia Donini, Pedro Fernandes Duarte, Margaux Ducruet, Anja Dziersk, Liliana Ellena, Daniela Elstner, Lorenzo Esposito, Francesca Frigo, Claudio Giapponesi, Cíntia Gil, Enrico Giovannone, Hannah Horner, Varvara Hovhannisyan, Isabella Lagattolla, Maria Matteo, Stefano Migliore, Mazzino Montinari, Hazel Orencio, Paola Pallavicini, Romain Palmieri, Andrea Parena, Luisa Passerini, Luca Rastello, Ann Carolin Renninger, Miguel Ribeiro, Paola Rivetti, Danielle Rosen, Ewelina Rosinska, Valia Santella, Claire Thibault, Douglas Tirola, Roberto Turigliatto, Max Tuula, Anna Vanzan, Lucas Verga, Katja Wiederspahn, Agnès Wildenstein. TFFDOC TFFdoc BY DAVIDE OBERTO Mga Anak ng Unos, Unang Aklat (2014) The documentary is becoming increasingly contagious. Like a virus, it implacably inoculates itself into contemporary cinema and questions reasons and genres. However, this virus doesn’t transmit diseases, but rather, new expressive opportunities. In this era of crisis, the documentary is the most dynamic and observant type of cinema there is. You will find documentaries sown in every section of the 32 Torino Film Festival, ready to germinate luxuriantly, and in TFFdoc you will find a sort of avant-garde ready to push the envelope ever further: starting with the past, with a well-deserved tribute to Ed Pincus, an imposing figure of the American documentary – his pupils include Ross McElwee, Robb Moss, Miriam Weinstein, Nina Davenport and Jonathan Caouette – who passed away in late 2013. At the end of the 1960s, Pincus turned direct cinema onto himself and, putting into cinematographic practice the private life that becomes political, he recounted his personal experiences, his ND 109 SOMMARIO TFFDOC magnificent love story with his companion Jane, and a radically changing world. All this in Diaries: 1971-1976, a film we will screen along with his last work, One Cut, One Life, which he made with Lucia Small in an artistic partnership that had already produced The Axe in the Attic, a journey into George Bush’s America that had been leveled by Hurricane Katrina (presented at the 2008 Torino Film Festival). On this foundation laid by Pincus, two keystones support the architecture of TFFdoc. The first is Eau argentée, Syrie autoportrait by Ossama Mohammed and Wiam Simav Bedirxan. The movie is an epistolary exchange between a Syrian director exiled in Paris and a young Syrian woman of Kurdish origin trapped in the besieged city of Homs. It is a reflection on how war is represented in the era of YouTube and on the role that cinema and art must play in order to regain their aesthetic and ethical function; it is a love song for a devastated country and a hope which only innocent gazes can recount. The second movie is Storm Children, Book 1, the brand-new film by Lav Diaz, who recently won the Golden Leopard. The Filipino director, a Festival favorite since it helped foster Italy’s discovery of his cinema, finally returns to Turin with a documentary shot in his hurricanewracked homeland. Storm Children, Book 1 is a hypnotic and sensitive movie that follows the simple actions carried out by boys and girls as they try to regain their own space, letting the spectators enter a world they will find it hard to leave. To complete and give substance and variety to the TFFdoc edifice, there are all the movies that compose the two competitions internazionale.doc and italiana.doc. The films take many directions, and there are many relationships that can be found between one film and another: relationships that are geographical as well as spatial-temporal, almost sci-fi; relationships that are emotional and intellectual, that can also become intense loving relationships. And often, the love that moves each one of these films is a boundless love for cinema and life. TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC robert greene ACTRESS PREMIO CIPPUTI Usa, 2014, HD, 87’, col. ACTRESS regia, fotografia, montaggio/ director, cinematography, film editing Robert Greene interprete/cast Brandy Burre produttori/producers Douglas Tirola, Susan Bedusa ** contatti/contacts 4 Row Films TH info@4throwfilms.com www.4throwfilms.com Brandy Burre ha un ruolo importante nella serie tv The Wire. Quando rimane incinta del primo dei suoi due figli abbandona la promettente carriera per trasferirsi in una cittadina di provincia e diventare mamma a tempo pieno a fianco del compagno Tim. Ben presto il desiderio di tornare davanti alle telecamere inizia a farsi sentire, facendola precipitare nel dubbio riguardo alle sue scelte esistenziali e minando il rapporto con Tim. Brandy si considera prima madre o attrice? Come può far convivere entrambe le cose? La voglia di recitare quanto influisce sulle sue decisioni e sui rapporti con chi le sta attorno e la ama? «Ho scritto e discusso parecchio sulla possibilità di spingere il documentario oltre le cose banali che normalmente vediamo: in questo senso è stato molto stimolante per me esplorare il modo in cui le persone si calano nella loro identità sociale, esaminando metaforicamente come l’attore non possa fare a meno di recitare, seppure desideri il contrario». ** Brandy Burre has an important part in the TV series The Wire. When she gets pregnant with the first of her two children, she abandons her promising career and moves to a suburban town with her companion Tim to become a full-time mom. But she soon feels the urge to return to TV; she begins to doubt her existential choices and this threatens her relationship with Tim. Does Brandy consider herself foremost a mother or an actress? How can she reconcile the two things? How much does her desire to act affect her decisions and her relationship with the people around her who love her? “I write and talk a lot about pushing the documentary form past the boring stuff we normally see, so exploring the way people perform their social identities through a metaphorical examination of how an actor can’t stop performing even if she wanted to was really exciting to me.” 110 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Robert Greene (North Carolina, Usa, 1976) lavora come regista, montatore e critico cinematografico. Ha esordito nella regia con il cortometraggio The Rehobeth Trilogy (2002), a cui sono seguiti Ye Are the Light of the World (Don’t Stare into the Sun) (2003), Six Videos about Tourism (2003), Sports: A 12 Part History (2005), One Dead in Ohio (2006), presentati in numerosi festival internazionali. Successivamente ha diretto i documentari Owning the Weather (2009), proiettato alla Conferenza sui cambiamenti climatici alle Nazioni Unite, Kati with an I (2010), il corto Dry Biscuit (2011) e Fake It So Real (2012), molto amato dalla critica americana. Robert Greene (NC, USA, 1976) is a director, film editor and movie critic. He debuted in directing with the short The Rehobeth Trilogy (2002), which was followed by Ye Are the Light of the World (Don’t Stare into the Sun) (2003), Six Videos about Tourism (2003), Sports: A 12 Part History (2005), and One Dead in Ohio (2006), which were presented at many international film festivals. He later directed the documentaries Owning the Weather (2009), screened at the UN Climate Change Conference, and Kati with an I (2010), the short Dry Biscuit (2011) and Fake It So Real (2012), a hit with American movie critics. filmografia/filmography The Rehobeth Trilogy (cm, doc., 2002), Ye Are the Light of the World (Don’t Stare into the Sun) (cm, doc., 2003), Six Videos about Tourism (cm, doc., 2003), Sports: A 12 Part History (cm, doc., 2005), One Dead in Ohio (cm, doc., 2006), Owning the Weather (doc., 2009), Kati with an I (doc., 2010), Dry Biscuit (cm, doc., 2011), Fake It So Real (doc., 2012), Actress (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC ziad kalthoum AL-RAKIB AL-KHALED Siria/Syria, 2013, HD, 75’, col. Ziad Kalthoum (Homs, Siria, 1981) si è laureato in cinema e ha lavorato come assistente alla regia di numerose serie, programmi televisivi e film, tra cui Ladder to Damascus di Mohammad Malas (2013). Nel 2011 ha girato il suo primo documentario, Oh, My Heart, presentato al Festival di Cartagine. THE IMMORTAL SERGEANT regia, sceneggiatura, fotografia/director, screenplay, cinematography Ziad Kalthoum montaggio/film editing Firas Jawad, Marwan Ziadeh musica/music The silver MT zion, Bononbo suono/sound Nadime Mishlawi ** contatti/contacts Crystal Films c/o Dima AL-Joundi Tel: +961 369 59 88 crystalf@cyberia.net.lb A Damasco, il regista siriano Mohammad Malas sta girando un film. La guerra è ovunque, nei brandelli di città attraverso cui si muove la troupe, nei discorsi delle persone che lavorano al film, ognuna con le proprie storie e perdite alle spalle. «Il servizio militare era finito. Io ero riservista dell’esercito in un Paese in piena rivoluzione. Bloccato per un intero anno in attesa del congedo, senza alcuna speranza all’orizzonte. Ero un sergente. E mi hanno assegnato al cinema Bassel Al Assad di Damasco. Lavoro come assistente alla regia del mio amico Mohammad Malas e con la videocamera cerco di documentare la nostra quotidianità. Gli operatori tecnici, per lo più dell’opposizione, mi raccontano le loro storie. Alcuni nei bombardamenti hanno perso la casa, altri sono emigrati e non sanno dove andranno a finire, altri hanno visto i loro amici morire ammazzati. Ogni giorno torno a casa, mi siedo e guardo il notiziario: distruzione, violenza, bombe… Sorge il sole, ancora una volta mi alzo, infilo l’uniforme, vado alla base militare e inizia un nuovo giorno». ** In Damascus, the Syrian director Mohammad Malas is shooting a film. War is all around, in the tatters of the city the crew is moving around in, in the discussions of the people working on the film. Everyone has their own stories and losses to bear. “My mandatory military service was done. I was then held in the army reserve with the revolution in my country. I was stuck for a whole year, waiting for my discharge, with no hope in sight. My military rank was sergeant. I was assigned to run Bassel Al Assad theatre. I work with my friend Mohammad Malas on his feature film as an assistant director. I hold my small camera and try to document our daily activities where all the technicians, mainly from the opposition, tell me their stories. Some of them had their houses shelled, some of them emigrated and doesn’t know where they are going next and some of them had their friends killed. I got back home, I sit and watch the news about destruction, violence, shelling… The sun rises anew, I wake up once more and put on my military suit, and go off to my military base to start a new day.” 111 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Ziad Kalthoum (Homs, Syria, 1981) graduated in film; he worked as an assistant director on several films, series and TV programs, including Ladder to Damascus by Mohammad Malas (2013). In 2011 he directed his first documentary, Oh, My Heart, which was selected for the Carthage Film Festival. filmografia/filmography Aydil (Oh, My Heart, doc., 2011), Al-rakib al-khaled (The Immortal Sergeant, doc., 2013). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC harutyun khachatryan ANVERJ PAKHUST, HAVERZH VERADARDZ Armenia-Olanda-Svizzera/ Republic of Armenia-The Netherlands-Switzerland, 2014, HD, 90’, col. ENDLESS ESCAPE, ETERNAL RETURN regia, produttore/ director, producer Harutyun Khachatryan sceneggiatura/screenplay Harutyun Khachatryan, Mikayel Stamboltsyan fotografia/cinematography Vrej Petrosyan, Suren Tadevosyan montaggio/film editing Karine Vardanyan, Karen Baghinyan musica/music Avet Terteryan suono/sound Hayk Israelyan, Karen Tsaturyan interpreti/cast Hayk Khachatryan, Ruben Hakhverdyan, Gevorg Aghekyan, Stepan Hovhannsiyan, Yura Hovhannisyan, Sayat Ayvasyan, Hayk Alexanyan, Volodya Asatryan produzione/production Golden Apricot FCD ** contatti/contacts Golden Apricot FCD Tel: +374 10 52 10 42 info@gaiff.am www.gaiff.am Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta l’Armenia è stata scossa da tre eventi di importanza epocale: l’indipendenza dall’Unione Sovietica, che ha ridisegnato la geografia di un’intera parte del mondo, la guerra con l’Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh e un terribile terremoto. Questi episodi hanno spinto gran parte della popolazione a lasciare il proprio Paese. Tra di essi, un uomo che oggi vive a Mosca e ci conduce nel suo viaggio di esule da oltre vent’anni. «Oggi la questione dell’identità nazionale è molto importante, specialmente in tempi di globalizzazione. È una delle domande a cui non saprò mai rispondere: perché le persone lasciano il loro Paese? È una necessità alla quale l’epoca in cui viviamo si oppone, o è una caratteristica della mia nazione? L’Armenia si colloca tra Asia ed Europa, tra civiltà orientale e occidentale, quindi se per alcune persone oggi non è fondamentale preservare e seguire le tradizioni, per altre l’identità nazionale è l’aspetto più importante di un Paese, dalla sua nascita a oggi». ** Between the late 1980s and early 1990s, three history-making events shook Armenia: independence from the Soviet Union, which redrew the geography of an entire portion of the world; the war with Azerbaijan for control of Nagorno-Karabakh; and a devastating earthquake. These episodes forced many Armenians to leave their homeland. Including a man who today lives in Moscow and retraces for us his journey as an exile, which has lasted over twenty years. “The question of national identity is very important today, especially in our age of globalization. It is one of the questions I could never find an answer to. Why do people leave their country? Is it a necessity opposed by the time we live in? Or maybe it is our nation’s characteristic? Armenia is a country situated between Asia and Europe, Eastern and Western civilization – so if for some people the question of preserving and following national traditions is not important at all today, for the others national identity is the most important feature of a country throughout its history till now.” 112 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Harutyun Khachatryan (Akhalkalak, Georgia), laureatosi in cinema all’Armenian State Pedagogical University nel 1981, ha lavorato come assistente alla regia e regista di documentari all’Armenian Documentary Studio e in seguito come regista e produttore per l’Armenfilm Studio. Nella sua carriera ha girato diversi film, molti dei quali premiati a livello internazionale. Nel 2003 ha ricevuto un premio dal governo armeno e il riconoscimento di Honored Artist della repubblica armena. Direttore della casa di produzione Golden Apricot, è cofondatore – e direttore dal 2004 – del Golden Apricot Yerevan International Film Festival. Harutyun Khachatryan (Akhalkalak, Georgia) graduated in 1981 from the Film Division of the Department of Culture of the Armenian State Pedagogical University. He worked as an assistant to director and film director at the Armenian Documentary Studio and then in Hayfilm aka Armenfilm Studio as director and producer. He directed films that were awarded prizes at various international film festivals. In 2003, he received Armenian Government Award and obtained recognition as Honored Artist of the Republic of Armenia. Director of Golden Apricot FCD, is also co-founder and General Director of Yerevan International Film Festival since 2004. filmografia essenziale/ essential filmography Taghi dzaynere (The Voices of the District, cm, doc., 1981), Mi iradardzutyan khronika (Chronicle of a Case, mm, doc., 1985), Kond (mm, doc., 1987), Spitak Kaghak (White Town, mm, doc., 1988), Qamin unaynutyan (The Wind of Emptiness, 1990), Veradardz Avetyats Erkir (Return to the Promised Land, doc., 1991), Vaveragrogh (Documentarist, 2003), Poeti Veradardze (Return of the Poet, 2006), Border (Sahman, 2009), Anverj pakhust, haverzh veradardz (Endless Escape, Eternal Return, doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC rené frölke LE BEAU DANGER Germania/Germany, 2014, 16mm-MiniDV, 100’, bn/bw-col. René Frölke (Eichsfeld, Germania, 1978), dopo aver studiato al dipartimento di studi cinematografici dell’Hfg di Karlsruhe, ha lavorato per molti anni come montatore e direttore della fotografia in documentari e progetti televisivi. Nel 2010 ha realizzato il suo primo lungometraggio, Of the Salamander’s Espousal with the Green Snake, con cui si è aggiudicato il premio Arte al Festival del cinema documentario di Duisburg e ha partecipato nel 2011 al Torino Film Festival. LE BEAU DANGER regia, soggetto, fotografia, montaggio/director, story, cinematography, editor René Frölke musica/music Eric Satie interprete/cast Norman Manea produttori/producers Ann Carolin Renninger, René Frölke produzione/production joon film coproduttore/coproducer Paolo Benzi coproduzione/coproduction Okta Film ** contatti/contacts Joon Film Ann Carolin Renninger Tel: +49 176 240 896 34 ac@joonfilm.de www.joonfilm.de Presentazioni, cene di gala, incontri ufficiali e firme di autografi: l’industria letteraria impone a un autore riti che sembrano necessari all’appartenenza stessa a quel mondo. Al di là delle domande, spesso ripetitive, e delle formule recitate con abitudinaria sicurezza, ci sono poi i momenti privati, quelli intimi, capaci di rivelare qualcosa dello scrittore oltre l’immagine pubblica. E poi ci sono le opere, un altro mondo da indagare. «Le beau danger è un arrangiamento cinematografico di materiali d’archivio filmici e letterari dello scrittore rumeno Norman Manea. La sua scrittura scorre attraverso il film in centosettanta pannelli in bianco e nero: queste immagini da leggere interrompono costantemente l’immagine cinematografica e sfidano lo spettatore a cercare un testo oltre il testo. In definitiva, il film è un tentativo di far sì che testo e immagine si interroghino a vicenda. È anche un’osservazione sulla grande discrepanza del nostro tempo: la discrepanza che porta l’informazione a farsi nemica dell’esperienza e quindi della memoria stessa». ** Presentations, gala dinners, official encounters and autograph signing: to authors, the literary industry can take on the aspect of obligatory rites in order to belong to that world. Above and beyond the – often repetitive – questions and the rote words recited with habitual self-confidence, there are also private and intimate moments, which reveal something about the author that goes beyond the public image. And then there are the books, another world to study. “Le beau danger is a cinematic arrangement of documentary footage and literary writing of the Romanian author Norman Manea. His writing runs through the film in one hundred and seventy black-and-white panels. In the course of the film, these readable images constantly interrupt the cinematic picture and challenge the viewer to seek a text behind the text. The film is in the end an attempt to have text and image question one another. It also seems to me an observation where the discrepancy of our time becomes visible, a discrepancy in which information becomes the adversary of experience and thereby also of the memory itself.” 113 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC René Frölke (Eichsfeld, Germany, 1978), after studying film at the HFG in Karlsruhe, worked for many years as an editor and director of photography for documentaries and television projects. In 2010, he made his first feature film, Of the Salamander’s Espousal with the Green Snake, which received the Arte award at the Duisburg Documentary Film Festival and was presented at the Torino Film Festival in 2011. filmografia/filmography Past Remains Silent (cm, 2004), Jour de grève (cm, doc., 2007), Der Gast (The Guest, cm, 2007), Ropinsalmi (cm, 2008), Von der Vermählung des Salamanders mit der grünen Schlange (Of the Salamander’s Espousal with the Green Snake, doc., 2010), Führung (Guided Tour, doc., 2011), Jeremy Y. Call Bobby O. Oder Morgenthau Without Tears (2012), Le beau danger (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC adirley queirós BRANCO SAI PRETO FICA Brasile/Brazil, 2014, HD, 93’, col. WHITE OUT, BLACK IN regia, sceneggiatura/ director, screenplay Adirley Queirós fotografia/cinematography Leonardo Feliciano montaggio/film editing Guille Martins costumi/costume design Denise Vieira suono/sound Guille Martins, Camila Machado interpreti/cast Marquim do Tropa, Shockio, Dilmar Durães, Dj Jamaika, Gleide Firmino, Família Show, Dino Black, Klans, Antônio Balbino, Sandro Vilanova, Pezão produttori/producers Adirley Queirós, Denise Vieira produzione/production Cinco da Norte ** contatti/contacts Ceicine Tel: +55 613 039 41 13 +55 618 278 87 73 ceiperiferia@gmail.com ceicinecoletivodecinema.blogspot.it A Brasilia la polizia fa irruzione in una festa da ballo di sole persone di colore e rovina per sempre la vita di due partecipanti: uno finisce sulla sedia a rotelle, l’altro, calpestato da un cavallo delle forze dell’ordine, perde una gamba. Ma i due uomini non vogliono raccontare la loro storia in modo tradizionale: vogliono mentire, cercare nuove forme di narrazione del passato, inventare un futuro avventuroso dove storpi e amputati non sono corpi prigionieri. Un futuro in cui arriva un agente per mettere i potenti di fronte alle loro responsabilità: lo stato brasiliano è colpevole? Sarà mai messo sotto processo? «Il film ha degli aspetti fantascientifici pur rimanendo nell’ambito del documentario, come se fosse una favola di fantascienza. Da qui scelte estetiche rigorose che includono differenti piani fissi, quasi dei quadri apocalittici; un’illuminazione dialogica e organica degli ambienti ritratti, veri e propri scenari distopici. Il commento sonoro evoca viaggi nel tempo, guerre e oppressione del passato-presente, ma tuttavia una liberazione utopistica nel futuro». ** After a police assault at a dance party for black people in Brasilia, the lives of two men change forever: one ends up on a wheel chair, and the other one, trampled by a police horse, looses a leg. But the two young men don’t want to tell their story in a conventional way: they would rather make it up, find new forms of narration from the past, and create an adventurous future where cripples and amputees are not imprisoned bodies. A future where the powerful will finally have to face their responsibilities and be held accountable: is the Brazilian government guilty? Will it ever be put on trial? “The film’s science fiction aspects within the limits of a documentary. The science-fiction fable itself. Hence a rigorous aesthetic of many static plans, almost apocalyptic paintings, dialogical and organic lights to the proposed environment, dystopian scenarios. The sound of the film evokes time travel, war, oppression of the past-present, however a utopian release in the future.” 114 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Adirley Queirós, dopo aver intrapreso la carriera di calciatore professionista tra i sedici e i venticinque anni, ha studiato regia alla Universidad de Brasilia, dove si è laureato nel 2005. Successivamente ha lavorato in ambito culturale, occupandosi di mostre, proiezioni e corsi di formazione cinematografica. Come regista ha esordito nel 2005 con il cortometraggio documentario Rap o Canto da Ceilândia, a cui sono seguiti il cortometraggio di finzione Dias de Greve (2008) e il mediometraggio documentario per la televisione Fora de Campo (2009). Con A Cidade é uma Só? (2010) ha partecipato a numerosi festival internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti. Adirley Queirós started his career playing professional football from the age of sixteen to twenty-five. He then studied filmmaking at the Universidad de Brasilia, where he graduated in 2005. After college, he worked in the cultural sector, running exhibitions, screenings, and film classes. He directed his first short documentary Rap o Canto da Ceilândia in 2005, followed by the short fiction Dias de Greve (2008) and the short documentary for television Fora de Campo (2009). He participated to several international film festivals with A Cidade é uma Só? (2010), which won several awards and recognitions. filmografia/filmography Rap o Canto da Ceilândia (cm, doc., 2005), Dias de Greve (cm, 2008), Fora de Campo (mm, doc., tv, 2009), A Cidade é uma Só? (doc., 2010), Um homem que voa: Nélson Prudêncio (cm, doc., tv, 2011), Branco Sai Preto Fica (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC kurt walker HIT 2 PASS Canada, 2014, HD, 72’, bn/bw-col. HIT Kurt Walker (Canada, 1990) è un regista di documentari sperimentali di Vancouver. I suoi film affrontano temi quali lo spazio, l’esperienza di vita, l’amicizia, e sono stati presentati in manifestazioni come il La Di Da Film Festival e Doclisboa. Hit 2 Pass è il suo primo lungometraggio. 2 PASS regia, montaggio/ director, film editing Kurt Walker soggetto/story Kurt Walker, Tyson Storozinski fotografia/cinematography Tyson Storozinski, Neil Bahadur, John Lehtonen, Kurt Walker, Gregory J. Brown, Jake Edwards, Devon Kavanagh, Marshall Spinney, Dale Storozinski, Chance Hobbins musica/music Julian Wass suono/sound Neil Bahadur, John Lehtonen, Andrew Crandell produttori/producers Tyson Storozinski, Cameron Kennedy, Kurt Walker ** contatti/contacts Kurt Walker kurt.walker@gmail.com Tyson Storozinski tstorozinski@gmail.com Prince George è una città della British Columbia, in Canada. Ogni anno vi si svolge una gara automobilistica nota come «Hit 2 Pass», che occupa per intero un week-end di settembre. Su un circuito s’inseguono automobili da corsa lanciate a folle velocità, sfidandosi all’ultimo scontro. Un evento molto sentito dalla comunità, qualcosa in più di una semplice gara sportiva, in grado di radunare appassionati e fanatici di ogni tipo. “Filmato durante l’estate del 2013 nella provincia della British Columbia, Hit 2 Pass è il tentativo della nostra piccola troupe alla Howard Hawks di toccare, vivere e documentare un luogo. Per questo abbiamo iniziato con il più grosso evento che si tiene a Prince George – l’omonima gara, della durata di un fine settimana, che si tiene a settembre – per chiudere il cerchio, tornando ai Lumière. Ascoltare, compiere ricerche, muoversi in avanti, ma senza ritornare sui propri passi per non sciogliere i nodi. Descrivere un luogo è un ostacolo, non troppo diverso da quello dei videogiochi della nostra giovinezza». ** Every year in Prince George (a city in British Columbia, Canada), the full-contact racing event known as “Hit 2 Pass” takes place for an entire weekend in September. Cars careen on the track at high speed, chasing and pushing each other out of the way. People in Prince George are very fond of the event: for them, it’s more than a simple car race, it brings together a community made of all sorts of fans and enthusiasts. “Filmed during the summer of 2013 in the unceded province of British Columbia, Hit 2 Pass is our little Hawksian-unit of friends attempt to touch, experience and document Place. And so we start with Prince George’s largest spectacle – the September long weekend Hit to Pass race – only to circle back to the beginning: Lumière. Listening, searching, moving forward yet not without recoiling back to undo the entanglements... Capturing Place is an obstacle not unlike those in the video games from our youth.” 115 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Kurt Walker (Canada, 1990) is an experimental documentary filmmaker from Vancouver, Canada. His films are concerned with place, experience, friendship, and have been presented at the La Di Da Film Festival, Doclisboa. Hit 2 Pass is his first feature. filmografia/filmography Everything is Embarrassing (cm, doc., 2013), Hit 2 Pass (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC j.p. sniadecki THE IRON MINISTRY Cina-Usa/China-USA, 2014, HD, 83’, col. THE IRON MINISTRY regia, fotografia, montaggio, produttore/director, cinematography, film editing, producer J.P. Sniadecki suono/sound Ernst Karel, J.P. Sniadecki produzione/production Cinder Films ** contatti/contacts J.P. Sniadecki jpsniadecki@gmail.com Oltre tre anni di riprese sulla rete ferroviaria cinese hanno dato origine a un viaggio senza inizio né meta, in cui prende forma l’immagine di un Paese in movimento, fatto di uomini e metallo, luce e ombra, suono e linguaggio. Incontri che durano il tempo di una tratta da una città all’altra, o che al contrario si protraggono per centinaia di chilometri, mettendo a dura prova la convivenza tra macchina e uomo, su quella che si prepara a diventare la rete ferroviaria più estesa al mondo. «I treni sono luoghi di scambi fugaci e di interazione, spazi sociali temporanei abitati da gruppi di sconosciuti; per questo molte delle conversazioni che si tengono sono banali e superficiali, mentre altre sono articolate in modo più complesso e mirato, ma tutte a loro modo rivelatorie. A volte l’effettivo significato di ciò che si dice non è nemmeno così importante: ciò che accade a livello sociale, ciò che si può carpire dal primo piano di un volto, da un sentimento non rivelato nascosto dietro quello che viene detto possono dare alle conversazioni una grande profondità oltre le parole stesse». ** Over three years of filming along China’s railroad network have created a voyage without a beginning or a destination, offering the image of a country in motion, made of men and metal, light and shadow, sound and language. Encounters that last the time it takes to cover the distance between one city and another, or which, on the contrary, stretch out for hundreds of kilometers, a hard test for the cohabitation of machine and man, along what is preparing to become the world’s longest railroad network. “Trains are places of fleeting exchange and interaction, temporary social spaces often composed of groups of strangers, and so some of the conversations are mundane on the surface, some are more pointed and compelling in articulation, but all of them are revelatory. Sometimes the actual semantics of what is said is not entirely important. What is going on within the social situation, or what can be gleaned from a close-up of a face, or what unspoken sentiment is behind what is actually stated, gives some of the conversations a considerable and telling depth beyond the words themselves.” 116 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC J.P. Sniadecki (Michigan, Usa), filmmaker e antropologo, ha presentato i suoi film nei principali festival internazionali, come la Berlinale, il Festival di Locarno, di New York e di Pechino, la Viennale e il Bafici, oltre che in musei e gallerie, tra cui il Guggenheim e il MoMA di New York, il Mac di Vienna, lo Ucca di Pechino e quest’anno il museo Whitney in occasione della sua biennale. È inoltre professore di regia nel dipartimento di arti performative e multimediali della Cornell University. Nel 2013 ha presentato al Torino Film Festival il documentario Yumen, diretto in collaborazione con gli artisti cinesi Xu Ruotao e Huang Xiang. J.P. Sniadecki (MI, USA) is a filmmaker and anthropologist whose films have screened at festivals such as the Berlinale, the Locarno International Film Festival, the New York Film Festival, the Viennale, BAFICI, the Beijing Independent Film Festival, and at museums and galleries such as the Guggenheim and the MoMA in New York, the MAC in Vienna, the UCCA in Beijing and the 2014 Whitney Biennale. He is also a professor of filmmaking in the performing and media arts department at Cornell University. In 2013 he presented at the Torino Film Festival his documentary Yumen, codirected with Chinese artists Xu Ruotao and Huang Xiang. filmografia/filmography Chaiqian (doc., 2010), Foreign Parts (coregia/codirector Verena Paravel, doc., 2010), People’s Park (doc., 2012), Yumen (coregia/codirectors Xu Ruotao, Huang Xiang, doc., 2013), The Iron Ministry (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC mark cousins, mania akbari LIFE MAY BE Regno Unito-Iran/UK-Iran, 2014, HD, 80’, col. Mania Akbari (Tehran, Iran, 1974), pittrice, regista e attrice, ha lavorato come direttrice della fotografia e assistente alla regia. Nel 2002 ha ritratto la sua vita in Dieci di Abbas Kiarostami, poi presentato in concorso a Cannes, e nel 2004 ha scritto, interpretato e diretto il suo primo lungometraggio, 20 Fingers, che ha vinto la sezione di cinema digitale della Mostra di Venezia. Ha poi diretto e interpretato 10 + 4. LIFE MAY BE regia, sceneggiatura, fotografia, interpreti/ directors, screenplay, cinematography, cast Mark Cousins, Mania Akbari montaggio/film editing Timo Langer, Paria Kamyab musica/music Johannes Brahms, Sophie Hunger, Souad Massi, Alla Pugacheva produttore/producer Don Boyd produzione/production Hibrow ** contatti/contacts The Festival Agency Tel: +33 954 904 863 info@thefestivalagency.com www.thefestivalagency.com Un film epistolare, il dialogo cinematografico tra un regista inglese e un’attrice e regista iraniana, che amplia il concetto di film-saggio con sorprendenti scambi di opinioni su questioni culturali, politiche di genere e diverse sensibilità artistiche. Il singolare viaggio nelle menti di due filmmaker, che diventa una storia d’amore su pellicola. «La gioia del tenere una corrispondenza, di sorprendere la persona a cui stai scrivendo; l’intimità di filmare da solo; il vecchio sogno della “camera-stilo” è diventato realtà». (Mark Cousins) «Aspettare la risposta, l’arrivo del prossimo film/lettera è la sensazione più sorprendente e strana che abbia mai provato. Quel periodo di attesa era così insolito. […] Provavo un’angoscia che poteva lasciare il segno nell’anima. Quando i film di risposta arrivavano alla mia porta, ero come una bambina che riceve un regalo, che corre di gioia, che si sente come nuda». (Mania Akbari) ** An epistolary film: a cinematic discourse between a British director and an Iranian actress and director which extends the concept of “essay film” with startling confrontations in the arenas of cultural issues, gender politics and differing artistic sensibilities. A unique journey into the minds of two exceptional filmmakers which becomes a love affair on film. “The joy of corresponding, or surprising the person you are writing to; the intimacy of filming alone; that the old dream of the ‘camerastylo’ has come true.” (Mark Cousins) “Waiting for the reply, for the next film/letter to arrive was the most unexpected, the strangest of feelings. That waiting period was the most unusual. […] It had anguish in it which could scar the soul. When the film replies arrived at my door, I was like a kid receiving a present, running in the streets, feeling naked.” (Mania Akbari) 117 SOMMARIO Mark Cousins (Irlanda del Nord, Regno Unito) è l’autore di The Story of Film: An Odyssey, un’opera di quindici ore che raccoglie le riprese effettuate in sei anni per quattro continenti e trae origine dal suo libro The Story of Film. Nel 2012 ha presentato al Torino Film Festival What Is This Film Called Love? TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Mark Cousins (Northern Ireland, UK) directed The Story of Film: An Odyssey, a fifteen-hour work collating the shots taken in the course of over six years in four continents and which originated from his book The Story of Film. In 2012 he presented What Is This Film Called Love? at the Torino Film Festival. Mania Akbari (Tehran, Iran, 1974), a painter and an actress, worked as a cinematographer and assistant director. In the year 2002 she depicted her life for Abbas Kiarostami’s Ten, which entered the competition at Cannes Film Festival. In 2004 she wrote, acted and directed her first feature length film 20 Fingers, which won the best film in Venice Film Festival’s Digital Cinema section. She directed and acted in 10 + 4. filmografia essenziale/ essential filmography Mark Cousins: I Know Where I’m Going! Revisited (cm, tv, 1994), The First Movie (2009), The Story of Film: An Odyssey (15 episodi/episodes, 2011), What Is This Film Called Love? (doc., 2012). Mania Akbari: 20 Fingers (2004), Dah be alaveh chahar (10 + 4, doc., 2007), From Tehran to London (2012). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC daniel hui SNAKESKIN Singapore-Portogallo/Singapore-Portugal, 2014, HD, 105’, col. Daniel Hui (Singapore) ha studiato presso il California Institute of the Arts. Collabora con il Network for the Promotion of Asian Cinema, scrivendo sul suo sito web, ed è tra i fondatori del collettivo indipendente 13 Little Pictures, le cui produzioni sono state proiettate con successo nei festival di tutto il mondo. Regista e sceneggiatore, ha debuttato nel 2007 con il cortometraggio The Bracelet, a cui sono seguiti diversi altri corti e il primo lungometraggio No Images (2011), premiato con il Pixel Bunker Award for International New Talent al Doclisboa. SNAKESKIN regia/director Daniel Hui produttori/producers Bee Thiam Tan, Joana Gusmão, Pedro Fernandes Duarte ** contatti/contacts Primeira Idade Pedro Fernandes Duarte Tel: +35 191 658 88 89 cinema@primeira-idade.pt www.primeira-idade.pt Singapore, 2066. L’unico sopravvissuto di una setta misteriosa racconta gli eventi drammatici che hanno portato alla diffusione e alla scomparsa del culto da essa praticato e di come si siano intrecciati con la storia del suo Paese. Fantasmi ritornano dal passato come testimoni. Tutto intorno, sospeso in un’atmosfera onirica, il paesaggio di Singapore, specchio di un inconscio collettivo inesplorato. «Singapore vanta una lunghissima storia di disobbedienza civile, che ha raggiunto il suo apice negli anni Cinquanta. Questa storia è stata tenuta nascosta dall’establishment, perché tutt’ora getta un’ombra negativa. […] Mi interessava il cinema dell’epoca perché ho ritrovato numerosi paralleli tra i suoi ideali e quelli degli attivisti e dei politici del tempo. Entrambi volevano una società basata sull’integrazione razziale, indipendente e non più coloniale. Sfortunatamente la storia ha dimostrato l’opposto. Compiere ricerche in questo campo è stato davvero deprimente, a causa di tutte le opportunità mancate e dei cammini non intrapresi dal mio Paese». ** Singapore, 2066. The only survivor of a mysterious sect recounts the dramatic events leading to the rise and fall of his cult and how they were entangled in the country’s history. Ghosts from the past return as witnesses. Singapore’s landscape, suspended in a dream-like atmosphere, becomes the mirror of an unexplored collective subconscious. “Singapore has had a long history of civil disobedience, culminating in the 1950s. This history has been buried by the ruling party in Singapore, because it still reflects negatively on them. […] I was particularly interested in the cinema of this period because I found many parallels between its ideals and the ideals of activists and politicians at that time. Both wanted a racially-integrated society that is independent and no longer colonized. Unfortunately, Singapore’s history has only proven to be the opposite. Researching this history has been really saddening, because of all the lost opportunities and abandoned paths my country could have taken.” 118 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Daniel Hui (Singapore) studied at the California Institute of the Arts. He collaborates with the Network for the Promotion of Asian Culture and writes articles for their website. He is one of the founding members of 13 Little Pictures, an independent film collective whose films have been screened with acclaim in several festivals around the world. He made his debut as a filmmaker and writer in 2007 with the short The Bracelet. Many other shorts have followed since, and in 2011 he made his first feature film, No Images, which won the Pixel Bunker Award for International New Talent at Doclisboa. filmografia/filmography The Bracelet (cm, 2007), Dreams of Youth (cm, 2008), Wanderlust (cm, 2009), One Day in June (cm, 2010), Sayang (cm, 2010), Rumah Sendiri (cm, 2010), No Images (doc., 2011), Eclipses (cm, doc., 2011), Snakeskin (doc., 2014). TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC teodora ana mihai WAITING FOR AUGUST Belgio-Romania/Belgium-Romania, 2014, HD, 88’, col. WAITING FOR AUGUST regia/director Teodora Ana Mihai fotografia/cinematography Joachim Philippe montaggio/film editing Michèle Hubinon musica/music Karim Baggili suono/sound Frédéric Meert, Paul Heymans interprete/cast Georgiana Halmac produttori/producers Hanne Phlypo, Antoine Vermeesch produzione/production Clin d’œil films, A Private View ** contatti/contacts Rise and Shine Tel: +49 030 47 37 29 8-0 info@riseandshine-berlin.de www.riseandshine-berlin.de Georgiana Halmac vive con i sei fratelli e sorelle in un condominio popolare nella periferia di Bacau, in Romania. Nonostante abbia solo quindici anni, è lei a prendersi cura della numerosa famiglia dal momento che la madre è emigrata a Torino e non tornerà fino all’estate successiva. Senza preavviso e impreparata a ricoprire un ruolo così importante, Georgiana deve districarsi tra le crescenti responsabilità e tra i sentimenti e i bisogni di un’adolescente. «I media a volte danno voce agli emigrati che lasciano il loro Paese per motivi economici. Dei giovani che rimangono in patria, invece, sentiamo parlare molto raramente, per non dire mai. Per questo m’interessava raccontare la loro storia: una storia dietro la storia. Sono stata fortunata a conoscere gli Halmac e la loro sorella maggiore, Georgiana, il cui ruolo familiare mi ha particolarmente colpita. È stato un grande privilegio essere ammessa nel loro mondo; dopo aver passato così tanto tempo insieme, siamo diventati una famiglia, cosa che ha reso il film più intimo e, credo, anche più forte». ** Georgiana lives with her six brothers and sisters in a social housing block in the outskirts of Bacau, Romania. When their mother migrates to Turin, Georgiana, despite being only fifteen years old, becomes responsible of taking care of her family until the following summer. Without warning and unprepared to take on such an important role, Georgiana has to extricate herself through the increasing responsibilities, and her feelings and needs as a teenager. “Economic migrants are occasionally given a voice by the media, but the (young) ones who are left behind, we seldom or never hear. That’s why I wish to tell their story: the story behind the story. I was lucky to meet the Halmac kids and their eldest sister, Georgiana, whose role touched me in particular. It was a great privilege to be allowed in their world and after spending so much time together, we all became like family, which gave this film its intimacy and – I believe – also its strength.” 119 SOMMARIO TFFDOC - INTERNAZIONALE.DOC Teodora Ana Mihai (Bucarest, Romania, 1981) si è trasferita nel 1989 in Belgio, dove i suoi genitori si rifugiarono per sfuggire alla dittatura di Ceausescu. Successivamente si è spostata a San Francisco, dove, concluse le scuole superiori, ha deciso di entrare nel mondo del cinema. Tornata in Belgio, ha lavorato come script supervisor e assistente alla regia, oltre che come autrice per il programma televisivo Man Bijt Hond. Come regista ha esordito nel 2000 con il documentario Civil War Essay. Attualmente, con la collaborazione del giovane scrittore messicano Habacuc Antonio de Rosario, sta sviluppando il soggetto di The Disposables, film dedicato agli orfani della guerra tra i cartelli della droga in Messico. Teodora Ana Mihai (Bucharest, Romania, 1981) moved to Belgium in 1989 with her parents, fleeing from Ceausescu’s dictatorship. She then moved to San Francisco, where she finished high school and decided to get into the world of cinema. When she returned to Belgium, she worked as script supervisor and assistant director, writing also for the television show Man Bijt Hond. She directed her first documentary Civil War Essay in 2000. She is currently collaborating with the young Mexican writer Habacuc Antonio de Rosario; The Disposables, the project they are working on, is a film dedicated the orphans of the war on drug cartels in Mexico. filmografia/filmography Civil War Essay (doc., 2000), Waiting for August (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C ila bêka, louise lemoine 24 HEURES SUR PLACE Francia/France, 2014, HD, 90’, col. Ila Bêka (Italia), laureato in architettura presso lo Iuav di Venezia e l’École nationale supérieure di Parigi, ha diretto diversi documentari e un lungometraggio di finzione, Quodlibet; tra i suoi cortometraggi, I Have Seen My Mother Dancing in the Clouds ha partecipato in concorso alla sezione cortometraggi del 21° Torino Film Festival. Vive e lavora a Parigi. 24 HOURS IN THE SQUARE regia/directors Ila Bêka, Louise Lemoine fotografia/ cinematography Ila Bêka montaggio/film editing Tiros Niakaj suono/sound Louise Lemoine produzione/production Bêka & Partners ** contatti/contacts Ila Bêka, Louise Lemoine welcome@bekapartners.com www.living-architectures.com Quarant’anni dopo il documentario di Louis Malle Piazza della Repubblica (1974) e un anno dopo i recenti lavori di modernizzazione, ecco ciò che accade in questo celebre angolo di Parigi nell’arco di un’intera giornata. Ventiquattr’ore di persone che passano, incroci tra corpi, rumori, automobili e clacson. Dal punto d’osservazione eccezionale della statua della Marianne, la luce illumina la piazza in modo ogni volta diverso, ridisegnandone forma e atmosfera. «Omaggio a Louis Malle, il film è come una polaroid in movimento della parte orientale di Parigi, durante un’intera giornata di giugno del 2014. Sfiorando argomenti come la politica, le relazioni sentimentali, il lavoro, le preoccupazioni e le speranze, ciò che viene a comporsi è un insieme incredibile di ritratti che restituisce l’attuale volto della capitale francese». ** Forty years after Louis Malle’s documentary Place de la République (1974), and a year after the recent renovation work, this is what happens in this famous corner of Paris during the span of an entire day. Twenty-four hours of people passing by in this intersection of bodies, sounds, vehicles, and car horns. The statue of “Marianne” offers an exceptional view of the square and how light changes it as the hours go by, casting new shadows and crafting new atmospheres. “An homage to Louis Malle, this film is a like a moving polaroid of the East side of Paris during the course of a complete day in June 2014. Touching on politics, love affairs, work issues, worries and hopes, a vertiginous collection of portraits emerges, giving us a feel for the French capital’s state of being.” Louise Lemoine (Francia), laureata in cinema e filosofia alla Sorbona, è una filmmaker francese, cofondatrice insieme a Ila Bêka della BêkaFilms. I due cineasti insegnano alla Columbia University Gsapp (New York-Paris Program) dal 2013. Ila Bêka (Italy) studied architecture at IUAV in Venice and at the École supérieure in Paris. He made several documentaries and the fictional feature Quodlibet. Among his short films, I Have Seen My Mother Dancing in the Clouds participated to the 21 Torino Film Festival in the shorts competition. He lives and works in Paris. ST Louise Lemoine (France) studied cinema and philosophy at the Sorbonne. She is a French filmmaker, and co-founder with Ila Bêka of the production company BêkaFilms. The two of them have also been teaching classes at Columbia University’s New York-Paris Program of the Graduate School of Architecture, Planning and Preservation (GSAPP) since 2013. filmografia/filmography Ila Bêka: Bonsai (cm, 1999), Millimetrages (cm, 2000), Millimetraggi (cm, 2001), Shorts (cm, 2001), IN UTERO (cm, 2002), I Have Seen My Mother Dancing in the Clouds (cm, 2003), Quodlibet (2005). Ila Bêka, Louise Lemoine: 24 heures sur place (doc., 2014). 120 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C TFFDOC - I TA L I A N A . D O C simone rapisarda casanova LA CREAZIONE DI SIGNIFICATO PREMIO CIPPUTI Canada-Italia/Canada-Italy, 2014, HD, 90’, col. THE CREATION OF MEANING regia, fotografia, montaggio, suono/ director, cinematography, film editing, sound Simone Rapisarda Casanova interpreti/cast Pacifico Pieruccioni, Alexander Auf der Heyde, Benjamin Auf der Heyde, Siria Battelli, Bartolomeo Puccetti, Cinzia Bertuccelli, Maria Paola Casanova, Gruppo UIEI Pietrasanta, Coro Versilia, Andrea Taccetti, Francesco Marchetti, Diego Bonuccelli, Marco Bonuccelli, Marco Bondielli, Roberto Walter Colombini, Daniele Eschini, Alessandro Elmi, Massimiliano Pisano, Nellina Pieruccioni produzione/production Ibidem Films ** contatti/contacts Pascale Ramonda Tel: +33 06 620 132 41 pascale@pascaleramonda.com www.pascaleramonda.com Sulle Alpi Apuane toscane, verso la fine della Seconda guerra mondiale, le forze di occupazione tedesche massacrarono centinaia di civili prima di ritirarsi. È lì, tra i ricordi della Resistenza, che è nato e cresciuto Pacifico, un pastore il cui unico contatto col mondo è una radio che gli riporta notizie di un Paese per lui lontano. Il suo isolamento non lo preserva però dalla crisi economica, che lo costringe a mettere in vendita la proprietà, trovando in un tedesco residente a Pisa un possibile acquirente. «Abbiamo un antico e insaziabile bisogno di dare un senso al mondo che ci circonda raccontando storie, anche se sappiamo che queste storie sono fuggevoli come le nostre stesse vite. Il mio film racconta una storia semplice, che nasce dalla raccolta e dall’eco di altre storie. Lo spettatore è invitato a compiere un proprio percorso narrativo, prendendo così parte a una effimera creazione di significato assieme ai personaggi e al regista. Il titolo ci ricorda che, solo quando passato, presente e futuro si incontrano, può realizzarsi quel dispositivo fin troppo umano che con presunzione chiamiamo “significato”». ** Toward the end of WWII in Tuscany’s Apuan Alps, German occupying forces massacre hundreds of civilians before retreating. There, among the reminders of the Resistance, Pacifico was born and raised. He is a shepherd whose only contact with the outside world is a radio which broadcasts news from a country that is increasingly foreign to him. But his isolation can’t protect him from the economic crisis; he is forced to sell his land and a German who lives in Pisa is a potential buyer. “We have an ancient and insatiable need to make sense of the world that surrounds us by telling stories, even if we know that these stories are as fleeting as our own lives. My film tells a simple story that is itself both a collection and an echo of other stories. Viewers are invited to make up their own narrative thread and in thus doing so partake in an ephemeral creation of meaning together with the film’s characters and the filmmaker. The film’s title reminds us that only when the past, present and future meet can the all-too-human device we presumptuously call ‘meaning’ be created.” 121 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Simone Rapisarda Casanova (Italia), ex ricercatore informatico, ha conseguito una laurea e un master in produzione cinematografica rispettivamente alla Concordia University di Montreal e alla York University di Toronto, prima di esordire nella regia nel 2002 con il cortometraggio Ti con zero, a cui sono seguiti diversi documentari. El árbol de las fresas è il suo lungometraggio d’esordio ed è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Locarno, dove quest’anno con La creazione di significato ha ottenuto il premio per il miglior regista emergente. Simone Rapisarda Casanova (Italy), a former computer researcher, received his bachelor’s and his master’s degree in film production, from Concordia University in Montreal and York University in Toronto, respectively. He then debuted as a director in 2002 with the short Ti con zero, which was followed by various documentaries. The Strawberry Tree is his first feature film and its world preview was held at the Locarno Film Festival, where he just won as best emerging director with The Creation of Meaning. filmografia/filmography Ti con zero (cm, 2002), Through the Gate (cm, doc., 2003), Days of Shrub (cm, doc., 2004), Open Sea (cm, doc., 2005), Sweet Home (cm, doc., 2007), 14 Little Ads (cm, doc., 2008), Ephemeral City (cm, doc., 2009), Domani, il vento (cm, doc., 2010), Ladybug (cm, doc., 2010), El árbol de las fresas (doc., 2011), In the Room of Forgotten Words (doc., 2013), La creazione di significato (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C emiliano dante HABITAT - NOTE PERSONALI Italia/Italy, 2014, HD, 55’, bn/bw-col. HABITAT PERSONAL NOTES regia, sceneggiatura, montaggio, musica/ director, screenplay, film editing, music Emiliano Dante fotografia/cinematography Emiliano Dante, Paolo De Felice, Valentina Soccorsi interpreti/cast Alessio Di Giannantonio, Paolo De Felice, Emiliano Dante, Gemma Giuliani, Roberta Lucrezi, Valentina Soccorsi produttore/producer Valentina Soccorsi produzione/production Dansacro Digital Artisans, C.U.M. Consorzio Umano Multimediale ** contatti/contacts Emiliano Dante emilianodante@hotmail.com segreteria@dansacro.org Abitare a L’Aquila dopo il terremoto, evento catastrofico trasformatosi per molti in esperienza quotidiana. La storia, lunga cinque anni, del regista e dei suoi due ex compagni di tenda Alessio e Paolo. Il primo è uno squatter divenuto agente immobiliare, l’altro era un proprietario di immobili e ora, senza più nulla da affittare, si dedica alla pittura. Alessio vive con Gemma in una frazione distrutta dal terremoto; Paolo sta per diventare padre in una situazione di precarietà assoluta. Uno sguardo dall’interno alla realtà alienante dei progetti C.A.S.E., non-luoghi privi d’identità, lontani dal tessuto urbano, storico e culturale della città. «Habitat è un film di relazioni nel tempo; relazioni tra persone e tra persone e luoghi. Temi universali che a L’Aquila assumono tratti particolari: tra le macerie, il passato è più passato, al tempo stesso più visibile e più inservibile. E nei progetti C.A.S.E., prefabbricati già fatiscenti costruiti in mezzo al nulla dopo il terremoto, il presente è più presente: senza uno ieri e senza un domani». ** What it means to live in L’Aquila after the earthquake, a catastrophic event that has become a daily experience for many people. The five-year story of the director and his two former tent companions, Alessio and Paolo. One is a squatter now a real estate agent; the other owned buildings but now, without anything left to rent out, dedicates himself to painting. Alessio lives with Gemma in a neighborhood destroyed by the earthquake; Paolo is about to become a father in a situation of job insecurity. A look into the alienating reality of the C.A.S.E. projects, non-places without an identity, far from the city’s urban, historical and cultural fabric. “Habitat is a movie about relationships over time; relationships between people, and between people and places. Universal themes which assume particular connotations in L’Aquila: among the rubble, the past is further away, more visible and more useless. And the C.A.S.E. projects, prefabricated housing that is already falling apart, constructed in the middle of nothing, the present is more present: it has no yesterday and it has no tomorrow.” 122 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Emiliano Dante (L’Aquila, 1974) insegna storia dell’arte contemporanea all’Università di Cassino e negli ultimi anni ha diretto il Festival del documentario d’Abruzzo di Pescara. Si è inizialmente formato come fotografo ed è approdato al cinema al termine di un percorso artistico articolato, in cui ha toccato pittura, scrittura, teatro e musica. Come regista ha esordito nel 2003 con la serie di cortometraggi The Home Sequence Series, incentrati sui luoghi fisici e simbolici della propria casa. Dopo altri cortometraggi, ha realizzato il documentario Into the Blue (2009), presentato al Torino Film Festival, e il lungometraggio di finzione Limen (omission) (2012). Attivo inoltre come fotografo, ha tenuto mostre in Europa e America Latina. Emiliano Dante (L’Aquila, Italy, 1974) teaches contemporary art history at the University of Cassino and in recent years has directed the Festival del documentario d’Abruzzo in Pescara. He initially studied photography and came to cinema after a multifarious artistic pathway which includes painting, writing, theatre and music. He debuted as a director in 2003 with the series of shorts The Home Sequence Series, which focuses on the physical and symbolic places of his home. After other shorts, he made the documentary Into the Blue (2009), presented at the Torino Film Festival, and the feature-length fiction movie Limen (omission) (2012). He is also a photographer and has held exhibits in Europe and Latin America. filmografia essenziale/ essential filmography The Home Sequence Series (serie/series, 2003-2005), Payphones (60) (cm, 2006), Into the Blue (doc., 2009), Limen (omission) (doc., 2012), Habitat - Note personali (mm, doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C mário gomes, marco ugolini LUOGHI COMUNI Italia-Germania/Italy-Germany, 2014, HD, 98’, col. COMMON PLACES regia, produttori/ directors, producers Mário Gomes, Marco Ugolini interprete/cast Paolo Virno ** contatti/contacts Mario Gomes, Marco Ugolini info@virnothefilm.com www.virnothefilm.com Paolo Virno è uno dei filosofi contemporanei più influenti, apprezzato esponente del postfordismo. Con Toni Negri, Giorgio Agamben, Franco Bifo Berardi, fa parte della scuola dei cosiddetti pensatori postoperaisti, conosciuta all’estero come Italian Theory. Oggi insegna filosofia all’Università di Roma 3, ma alla fine degli anni Settanta venne incarcerato per circa quattro anni, in seguito a una azione antiterrorismo che colpì il gruppo extraparlamentare Potere Operaio, di cui Virno faceva parte. «Durante i nostri incontri, Paolo insisteva nel marcare una separazione tra filosofia (bios theoretikos) e passato biografico (bios politikos), ribadendo che tra le due cose non c’è una relazione diretta. Peccato che questo non coincidesse con la nostra idea di un film su Virno; perciò mentre noi facevamo domande su Potop e gli anni in carcere, lui avrebbe voluto stare seduto dietro alla cattedra, “come è accaduto a Deleuze”. Quello che emerge nel film sono dunque una serie di fratture, e un racconto dal carattere “felicemente contraddittorio” dei nostri incontri con questo filosofo». ** Paolo Virno is one of today’s most influential philosophers, a respected exponents of post-Fordism. Along with Toni Negri, Giorgio Agamben and Franco Bifo Berardi, he is one of those Italian intellectuals who are known abroad under the name Italian Theory, or post-workerist thinkers. Today, he teaches philosophy at the Università di Roma 3, but during the late 1970s he was arrested and imprisoned for about four years, after an antiterrorism raid targeted the extra-parliamentary group Potere Operaio, which Virno belonged to. “During our encounters, Paolo insisted on underscoring a separation between philosophy (bios theoretikos) and biographical past (bios politikos), reaffirming that there is no direct relation between the two. Too bad this didn’t coincide with our idea of a movie about Virno, so while we were asking him questions about Potop and his years in prison, he would have preferred to be sitting behind the professor’s desk, ‘like Deleuze did.’ Thus, what emerges in the movie are a series of fractures, and a ‘happily contradictory’ account of our encounters with this philosopher.” 123 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Mário Gomes ha svolto un dottorato di ricerca in letteratura e antropologia culturale presso le università di Bonn e Firenze. Vive a Berlino dal 2007, dove lavora come musicista, scrittore e regista. Oltre a una serie di cortometraggi, microdocumentari e videoclip, nel 2010 ha completato il suo primo lungometraggio, il documentario Muito Além, con il quale ha partecipato a diversi festival internazionali. Marco Ugolini è un artista e graphic designer. Ha studiato all’Isia di Firenze e ha conseguito un master in design al Sandberg Institute (Rietveld Academy) di Amsterdam. Grazie a premi e borse di studio ha partecipato a programmi di residenza per artisti in Brasile, Germania e Irlanda. Autore che fonde nei suoi lavori arte e design, si dedica alla produzione di video, opere multimediali e site-specific. Mário Gomes received a PhD in literature and cultural anthropology from the universities of Bonn and Florence. He has been living in Berlin since 2007, where he works as a musician, author and director. Besides a series of shorts, micro-documentaries and video clips, in 2010 he completed his first feature film, the documentary Muito Além, which participated at various international festivals. Marco Ugolini is an artist and graphic designer. He studied at ISIA in Florence and received a master’s degree in design from Sandberg Institute (Rietveld Academy) in Amsterdam. Thanks to awards and scholarships, he has participated in residence programs for artists in Brazil, Germany and Ireland. His works combine art and design, and he dedicates himself to producing videos, and multimedia and site-specific works. filmografia/filmography Mário Gomes: Muito Além (doc., 2010). Mário Gomes, Marco Ugolini: Luoghi comuni (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C danilo monte MEMORIE - IN VIAGGIO VERSO AUSCHWITZ Italia/Italy, 2014, HD, 76’, col. Danilo Monte (Italia) è regista, direttore della fotografia e montatore. Autodidatta, si interessa ad argomenti di carattere politico e sociale. MEMORIES AUSCHWITZ BOUND regia, fotografia, montaggio/director, cinematography, film editing Danilo Monte musica/music Massimo Arvat interpreti/cast Roberto Monte, Danilo Monte, Salvatore Monte, Irma Mucci, Tullio Monte, Jessica Serioli, Gabriel Monte, Lorena Grigoletto, Laura D’Amore, Simona Tilenni, famiglia/ family Marinello produttori/producers Laura D’Amore, Danilo Monte produzione/production Don Quixote, Polivisioni.Org ** contatti/contacts Laura D’Amore lauradamore@gmail.com Danilo Monte info@danilomonte.com www.danilomonte.com/memorie Danilo Monte (Italy) is a director, director of photography and film editor. A self-taught filmmaker, he is interested in political and social topics. Roberto è appassionato di storia, in particolare del periodo della Seconda guerra mondiale. La sua vita è stata segnata dalla droga, dalla comunità e dal carcere, ma anche dai film e dalla lettura. Per il suo trentesimo compleanno, suo fratello gli regala un viaggio lento, in treno, verso una meta diversa dai soliti percorsi turistici. Un viaggio verso Auschwitz, un cammino a ritroso per ritrovare le radici del loro legame. «Cercando di interpretare il pensiero del mio maestro Alberto Grifi, potrei dire che il film conta come processo di relazione umana messo in moto durante la sua realizzazione. In quest’ottica Memorie è un film terapeutico, personale. Scaturisce dal rapporto controverso e sofferto tra me e mio fratello e rappresenta una possibilità che mi sono dato per ritrovare un dialogo che manca da anni. Il linguaggio è scarno e minimale: durante le riprese ho lavorato istintivamente, senza curare le inquadrature, pensando solo a confrontarmi con mio fratello, attitudine che ha preso ancora più corpo durante il montaggio, in cui ho rifiutato ogni artificio». ** Roberto loves history, in particular WWII. His life has been marked by drugs, communities and prison, but also by movies and literature. For his thirtieth birthday, his brother gives him a slow journey, by train, to a destination that is off the beaten track. A journey to Auschwitz, a walk back in time to rediscover the roots of their relationship. “In an attempt to interpret the thoughts of my maestro Alberto Grifi, I could say that the film counts as a process of human relations that are set in motion during its realization. In this sense, Memorie is a therapeutic, personal movie. It springs from the controversial and difficult relationship between my brother and me, and it represents a possibility I gave myself to recreate a dialogue that had been missing for years. The language is spare and minimal: during the shooting I worked instinctively, without worrying about the shots, only trying to confront myself with my brother, an attitude that became even stronger during the editing, during which I refused any artifice.” 124 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C filmografia/filmography Provini d’amore (coregia/codirector Zucco, 2008), Heroes and Heroines (2011), ottopunti (doc., 2014), Memorie - In viaggio verso Auschwitz (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C simone cangelosi UNA NOBILE RIVOLUZIONE Italia/Italy, 2014, HD, 83’, col. Simone Cangelosi (Pisa, 1968), laureato in filmologia presso l’Università di Bologna, ha lavorato a lungo come restauratore cinematografico per la Cineteca di Bologna. Nel 2007 ha portato a termine il cortometraggio documentario Dalla testa ai piedi, cominciato alla fine degli anni Novanta e realizzato con materiale d’archivio amatoriale. Nel 2010 ha diretto con Luki Massa Felliniana, intervista a Marcella Di Folco sulla sua esperienza nel cinema di Federico Fellini. A NOBLE REVOLUTION regia/director Simone Cangelosi soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Simone Cangelosi, Roberto Nisi, Fulvia Antonelli, Silvia Silverio fotografia/cinematography Debora Vrizzi montaggio/film editing Fabio Bianchini Pepegna suono/sound Mirko Fabbri interprete/cast Marcella Di Folco produttori/producers Luca Buelli, Claudio Giapponesi produzione/production Pierrot e la rosa, Kiné ** contatti/contacts The Open Reel Cosimo Santoro cs@theopenreel.com www.theopenreel.com La vita di Marcella Di Folco, presidente del Movimento identità transessuale, attivista e attore per Fellini. Il periodo a Roma, quand’era ancora Marcello, e poi Bologna, con il cambio di sesso. Una vita di impegno civile e pubblico, in una città specchio della storia italiana. «Ho incontrato Marcella nel 1998. In quel momento era una persona per me distante: esponente politico di Bologna, e presidente del Mit. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventata una mia amica. Chi fosse Marcella ho cominciato a capirlo standole a fianco nella sua vulcanica vita di attivista, in viaggio per l’Italia, durante i pride, le interviste, le campagne elettorali, i comitati cui prendeva parte con generosità ineguagliabile. Quella frequentazione mi ha permesso di ascoltare i racconti della sua vita e di scoprire la vulnerabilità dietro la forza d’animo, la complessità, il magnetismo e il coraggio. Quello che però ho avuto chiaro sin dal nostro primo incontro era che avevo di fronte un personaggio storico. Ecco perché ho voluto, il giorno dopo la sua morte, fare questo film». ** The life of Marcella Di Folco, president of the Transsexual Identity Movement, activist and actor for Fellini. The period in Rome, when she was still Marcello, then Bologna and the sex change. A life dedicated to the fight for civil rights and her public role in a city that becomes a mirror of Italian history. “I met Marcella in 1998. She was a remote person at the time: a political figure in Bologna, president of Transsexual Identity Movement. I never would have imagined that we would become friends. I started to understand who Marcella was as I stood by her side in her dynamic life as an activist; we traveled across Italy, went to Pride Parades, to interviews and political campaigns, and participated to the committees she was involved in with such unparalleled generosity. Through those experiences, I listened to her life stories and discovered her vulnerability hidden behind her explosive strength, her complexity, charisma, and courage. From the very first time we met, I knew that she was a historical figure. That’s why, the day after she died, I decided to make this movie.” 125 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Simone Cangelosi (Pisa, Italy, 1968), after majoring in film studies at the University of Bologna, worked for years restoring films for the Cineteca di Bologna. In 2007, he completed Dalla testa ai piedi, the short documentary he started working on in the late 1990s using amateur stock footage. In 2010, he and Luki Massa made Felliniana: an interview with Marcella Di Folco on her experience in Federico Fellini’s films. filmografia/filmography Dalla testa ai piedi (cm, doc., 2007), Felliniana (coregia/codirector Luki Massa, doc., 2010), Una nobile rivoluzione (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C anna recalde miranda PODER E IMPOTENCIA, UN DRAMA EN 3 ACTOS Paraguay-Francia-Italia/Paraguay-France-Italy, 2014, HD, 100’, col. Anna Recalde Miranda (Italia) è una filmmaker italoparaguaiana. Si è laureata in sociologia dei media all’Università di Bologna e ha diretto e prodotto diversi reportage e documentari. Il suo documentario Lonco/Chupasesos, Histories of Imagineries ha ottenuto, tra gli altri riconoscimenti, il premio della critica al Genova Film Festival nel 2006, mentre La tierra sin mal nel 2008 ha vinto la quarta edizione della Festa del documentario Hai Visto Mai. POWER AND IMPOTENCE, A DRAMA IN 3 ACTS regia, produttore/ director, producer Anna Recalde Miranda fotografia/cinematography Nicola Grignani, Anna Recalde Miranda montaggio/film editing Anna Recalde Miranda, Andrea Gandolfo, Glenn Felix suono/sound German Acevedo produzione/production Blackmoon Productions, La compagnie des Phares et Balises ** contatti/contacts Anna Recalde Miranda recaldemiranda@gmail.com Fernando Lugo, ex vescovo della Teologia della liberazione, nel 2008 vince le elezioni in Paraguay. Dopo sessantuno anni di partito unico, trentacinque dei quali sotto la dittatura fascista di Alfredo Stroessner, la sua vittoria rappresenta il sogno di un vero, grande cambiamento. Ma la politica non è fatta per i santi, e il sogno diventa un incubo. «Poder e impotencia, un drama en 3 actos è un dramma shakesperiano sul potere. È la storia di tre uomini che accedono alle più alte cariche politiche per cambiare il sistema dall’interno. Ambientato in un Paraguay surreale, questo thriller politico segue le avventure dei nostri eroi da un inusuale punto di vista dietro le quinte, tra speranze e delusioni e in un arco di tempo che va dall’inizio del “governo del cambiamento” al colpo di Stato del giugno 2012. Un periodo storico unico, documentato in un film intimo e universale sul senso e sui limiti della politica e della democrazia». ** Fernando Lugo, a former bishop of Liberation Theology, wins the elections in Paraguay in 2008. After sixty-one years of a single party, thirty-five of which under the fascist dictatorship of Alfredo Stroessner, his victory represents the dream for true, wide-ranging change. But politics isn’t made for saints, and the dream turns into a nightmare. “Poder e impotencia, un drama en 3 actos is a Shakespearian drama about power. It is the story of three men who achieve the highest political offices to change the system from the inside. Set in a surreal Paraguay, this political thriller follows the adventures of our heroes from an unusual point of view, behind the scenes, with hope and disappointment, and over a stretch of time that goes from the beginning of the ‘government of change’ to the coup in June 2012. A unique historical period, documented in an intimate and universal film about the meaning and the limits of politics and democracy.” 126 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Anna Recalde Miranda (Italy) is an Italian-Paraguayan filmmaker. She graduated in media sociology from the University of Bologna and has directed and produced various news reports and documentaries. Her documentary Lonco/Chupasesos, Histories of Imagineries won numerous prizes, including the critics’ award at the 2006 Genova Film Festival, while La tierra sin mal won the fourth edition of the documentary festival Hai Visto Mai in 2008. filmografia/filmography Il en fallait du courage à l’epoque (cm, doc., 2003), Lonco/Chupasesos, Histories of Imagineries (mm, doc., 2005), The Invisible Grand Machine (cm), Historias de Guatemala (coregia/codirector Nicola Grignani, mm, doc., 2009), La tierra sin mal (doc., 2008), Poder e impotencia, un drama en 3 actos (doc., 2014). TFFDOC - I TA L I A N A . D O C alessandro abba legnazzi RADA PREMIO CIPPUTI Italia/Italy, 2014, HD, 70’, bn/bw ROADSTEAD regia, sceneggiatura/ director, screenplay Alessandro Abba Legnazzi fotografia/cinematography Matteo Tortone montaggio/film editing Enrico Giovannone suono/sound Alessandro Baltera interpreti/cast Renzo Cavatorta, Giorgio Sartorello, Paolo Mondello, Giacomo Gaggero, Alessandro Bagioli, Primo Conoscenti, Silvia Lorenzo, Eleonora Debenedetti produttori/producers Enrico Giovannone, Fabio Ferrero, Alessandro Abba Legnazzi produzione/production Officina Koinè, Babydoc Film ** contatti/contacts BabyDoc Film Tel: +39 011 817 91 92 info@babydocfilm.it www.babydocfilm.it A strapiombo sul mare, affacciato sulla baia Paradiso di Camogli, svetta l’imponente palazzo che ospita la casa di riposo G. Bettolo, storica istituzione della marina mercantile italiana, ora in possesso dell’Inps. Qui abitano diciotto marinai in pensione, un equipaggio forzatamente a terra che, sotto la guida di una troupe, naviga nelle acque sconosciute della lavorazione di un film. «L’idea del progetto nasce dal contrasto tra la figura mitica del marinaio con berretto e maglia a righe e la sua versione inedita e malinconica relegata in una casa di riposo. La terra, per chi vive il mare, è sinonimo di ciò che è inerte e a riposo. E poi c’è la “rada”, il momento di mezzo, quando la nave sosta all’ancora e aspetta il via libera per entrare in porto. In questa fase di stallo la ciurma ammazza il tempo tra lavori di manutenzione, pause di indolenza e racconti di peripezie, nostalgie, affanni e desideri. Così ho proposto ai marinai un’attività che occupi il loro tempo: costruire un film insieme, immaginando che la casa di riposo sia una nave in rada». ** Perched above the sea, overlooking Paradiso bay in Camogli, is the imposing building that houses the G. Bettolo rest home, a historical institution of the Italian Navy, now owned by INPS. This is where eighteen retired sailors live, a crew forced to live on dry land and which, under the guidance of a film crew, navigates the unknown waters of making a film. “The idea for the project came about through the contrast between the legendary figure of the sailor with the beret and striped T-shirt, and the unusual and melancholy version relegated to a rest home. To somebody who lives on the sea, dry land is synonymous with inert things at rest. And then there is the ‘roadstead,’ the middle moment, when the ship drops anchor and awaits permission to enter the port. In this moment of standstill, the crew kills time by doing maintenance, dawdling and talking about hard knocks, nostalgia, stress and wishes. So I proposed an activity to the sailors to fill their time: we make a movie together, pretending the rest home is a ship in a roadstead.” 127 SOMMARIO TFFDOC - I TA L I A N A . D O C Alessandro Abba Legnazzi (Brescia, 1980), dopo la laurea in lettere moderne all’Università statale di Milano, ha iniziato a lavorare nelle scuole elementari e nei centri di aggregazione giovanili, coordinando laboratori di cinema e producendo cortometraggi. Nel 2012 ha realizzato il suo primo documentario, Io ci sono, raccogliendo racconti di alunni e maestre di una scuola elementare di Brescia. Il film è stato presentato al festival milanese Filmmaker e al Cracovia Film Market. Dal 2013 sta lavorando alla produzione del documentario Storie di uomini e lupi, progetto che condivide con Andrea Deaglio. Alessandro Abba Legnazzi (Brescia, Italy, 1980), after graduating in modern literature from the Università statale of Milan, began working at elementary schools and youth centers, coordinating film laboratories and producing shorts. In 2012, he made his first documentary, Io ci sono, gathering the stories of students and teachers at an elementary school in Brescia. The movie was presented at Milan’s Filmmaker Festival and at the Krakow Film Market. Since 2013, he and Andrea Deaglio have been working on the production of the documentary Storie di uomini e lupi. filmografia/filmography Io ci sono (doc., 2012), Rada (doc., 2014). TFFDOC - DEMOCRAZIA TFFdoc/democrazia DI/BY DAVIDE OBERTO 128 SOMMARIO Neue Welt? (Danièle Huillet in Peccato Nero) Neue Welt? (Danièle Huillet in Peccato Nero) A partire dall’anno passato abbiamo deciso di creare, all’interno di TFFdoc, uno spazio di riflessione che si articolasse attorno a un tema centrale. Per questa edizione, sollecitati sia dalla cronaca di un mondo sempre più in difficoltà, sia da alcuni film che ci hanno stimolato, abbiamo deciso di provare a ragionare di democrazia. Lo faremo, come d’abitudine, usando i film e il loro linguaggio, sperando che dalle immagini sorgano discussioni e questioni che aiutino a pensare e immaginare un mondo nuovo, di cui, forse, c’è necessità, come suggerisce la citazione dal film di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Ogni film che proporremo toccherà alcuni temi imprescindibili rispetto a un’idea di democrazia in continuo divenire. Se il film di Romuald Karmakar, Angriff auf die Demokratie - Eine Intervention, ci porta direttamente nel cuore di un’Europa in cui la democrazia sembra aver lasciato il posto al mercato come unico regolatore di una crisi infinita, Iranien di Mehran Tamadon porta in Iran il problema di come si possa, o debba, costruire lo spazio pubblico e di chi abbia il diritto di stabilire le regole dell’agire comune, lasciando sullo sfondo la stessa Europa che ha dimenticato proprio i suoi concetti fondanti. La discussione, forse infruttuosa, tra i mullah e il regista di Iranien, la troviamo messa in pratica in uno scuola libera del New Jersey, dove ogni giorno i maestri si confrontano alla pari con i bambini e le bambine alla ricerca di un concreto spazio di condivisione delle regole, come racconta Approaching the Elephant. E mentre in Qui, nella Val di Susa del film di Daniele Gaglianone, un gruppo di cittadini scopre che la democrazia non è mai scontata e bisogna ogni giorno cercare nuove strategie per difenderla e ritrovarla, nella Russia di Putin, quattro suoi oppositori cercano di costruirsi come alternativa al suo potere, mettendo in campo strategie di comunicazione e rappresentazione molto vicine a quanto succede più a ovest di Mosca, come ci racconta The Term. Ogni film apre una finestra su qualcosa che ci concerne tutti e tutte e per ciascun film saremo aiutati da intellettuali, pensatori, registi a disegnare i paesaggi su cui quelle finestre ci lasciano guardare. Last year, we decided to create a space of reflection within TFFdoc that revolves around a central theme. This year, motivated in part by a world in increasing difficulty, and by a number of movies that stimulated us, we decided to reflect on democracy. As always, we will do so by using the films and their language, in hope that the images will become catalysts for discussions and questions that will help us think about and imagine a new world which, as the quote from Jean-Marie Straub and Danièle Huillet’s film suggests, we might just need. Each movie we propose will touch a few essential topics regarding an idea of democracy in a state of constant flux. The film by Romuald Karmakar, Angriff auf die Demokratie - Eine Intervention, takes us directly into the heart of a Europe in which democracy seems to have surrendered to the market as the sole regulator of an endless crisis; in Iranien by Mehran Tamadon, Iran becomes the setting for a debate on how we can, or must, construct public space and who has the right to set the rules of collective behavior; in the background, that very same Europe which has forgotten its founding concepts. The – perhaps fruitless – debate between the mullahs and the director of Iranien is into practice in a New Jersey free school where, every day, the teachers interact with the boys and girls as equals in search of a concrete space for the sharing of rules, as recounted in Approaching the Elephant. In Qui by Daniele Gaglianone, a group of citizens in Susa Valley discovers that democracy is never to be taken for granted and that new strategies must be sought every day to defend it and find it once again; in Putin’s Russia, four of his opponents declare themselves alternatives to his power,using strategies of communication and representation that are very similar to what is happening further west of Moscow, as recounted in The Term. Each movie opens a window onto something that concerns all of us, and each film will call in intellectuals, thinkers and directors to illustrate the landscapes we can see through those windows. TFFDOC - DEMOCRAZIA TFFDOC - DEMOCRAZIA romuald karmakar ANGRIFF AUF DIE DEMOKRATIE - EINE INTERVENTION Germania/Germany, 2012, HD, 102’, col. DEMOCRACY UNDER ATTACK - AN INTERVENTION regia, montaggio, produttore/director, film editing, producer Romuald Karmakar suono/sound Rolf Bernhardt, Andreas Durchgraf, Matthias Lempert interpreti/cast Franziska Augstein, Friedrich von Borries, Carolin Emcke, Julia Encke, Romuald Karmakar, Nils Minkmar, Ingo Schulze, Joseph Vogl, Harald Welzer, Roger Willemsen produzione/production Pantera Film GmbH coproduttore/coproducer Harald Welzer coproduzione/coproduction ZDF/3sat, Futurzwei, Stiftung Zukunftsfähigkeit, Haus der Kulturen der Welt ** contatti/contacts Pantera Film Tel: +49 30 688 101 41 welcome@romuald-karmakar.de L’8 dicembre 2011 si è tenuta a Berlino, presso la Haus der Kulturen der Welt, la conferenza «Democracy Under Attack - An Intervention», alla quale hanno partecipato dieci intellettuali tedeschi per discutere di democrazia in Europa negli anni della crisi finanziaria. Sotto accusa la politica antidemocratica degli stati dell’UE, che con la scusa di un mercato sempre più instabile hanno intrapreso misure presentate come necessarie ma capaci di limitare i diritti dei cittadini. Persino la legittimità degli stessi governi appare sempre più in pericolo, come dimostra l’istituzione della cosiddetta Troika. Dieci interventi per affrontare uno dei periodi più bui della recente storia europea. «I mercati ci vengono presentati come lo spirito santo: onnipresenti e onniscienti. Sfortunatamente, però, a volte lo spirito santo è di pessimo umore. E non ha nemmeno un numero telefonico a cui poterlo chiamare. Per questo motivo ci viene detto: non c’è nessuna alternativa alle politiche di oggi». (Franziska Augstein) ** On December 8 , 2011 at the Haus der Kulturen der Welt in Berlin, the conference “Democracy Under Attack - An Intervention” is held. Ten German intellectuals participate in a discussion of democracy in Europe during the years of the ongoing financial crisis. The EU member states are accused of initiating anti-democratic policies to deal with an increasingly unstable economy; these measures, although presented as necessary, could potentially limit citizens’ rights. Even the legitimacy of the governments themselves seems increasingly in danger, as witnessed by the creation of the so-called Troika. Ten speeches to take on one of the darkest periods in recent European history. TH “The markets are presented to us as if they were the Holy Ghost: omnipresent, omniscient. Unfortunately the Holy Ghost is sometimes in a bad mood. And He doesn’t have a telephone number either. That’s why we are told: there is ‘no alternative’ to present policies.” (Franziska Augstein) 129 SOMMARIO TFFDOC - DEMOCRAZIA Romuald Karmakar (Wiesbaden, Germania, 1965) nella sua ormai trentennale carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti: la Coppa Volpi a Venezia e il German National Film Award per il lungometraggio Der Totmacher, il Pardo d’argento a Locarno per Manila, retrospettive al Centre Pompidou, al Cinéma du réel e al Bafici. Membro della Akademie der Künste di Berlino dal 2009, è stato omaggiato lo stesso anno dal MoMA con una proiezione del documentario Das Himmler Projekt (2000) e, nel 2013, ha partecipato al padiglione tedesco della Biennale di Venezia. Ha da poco terminato una residenza di artista presso il Radcliffe Institute for Advanced Study della Harvard University. Romuald Karmakar (Wiesbaden, Germany, 1965), over the course of his thirty-year career, has received numerous awards, such as the Coppa Volpi in Venice and the German National Film Award for his feature-length Der Totmacher, and the Silver Leopard in Locarno for Manila. He has also received retrospectives at Centre Pompidou, Cinéma du réel and at the BAFICI. A member of the Akademie der Künste in Berlin since 2009, that same year MoMA honored him with a screening of his documentary Das Himmler Projekt (2000) and in 2013 he participated at the German pavilion at the Venice Biennale. He has recently completed an artist’s residency at Harvard University’s Radcliffe Institute for Advanced Study. filmografia essenziale/ essential filmography Eine Freundschaft in Deutschland (1985), Gallodrome (cm, doc., 1988), Hunde aus Samt und Stahl (doc., 1989), Warheads (doc., 1993), Inflight (doc., 1994), Der Tyran von Turin (cm, doc., 1994), Der Totmacher (1995), Das Himmler Projekt (doc., 2000), Manila (2000), 196 bpm (doc., 2003), Land der Vernichtung (doc., 2004), Die Nacht singt irhe Lieder (2004), Between the Devil and the Wide Blue Sea (doc., 2004), Hamburger Lektionen (doc., 2006), Villalobos (doc., 2009), Die Herde des Herrn (doc., 2011). TFFDOC - DEMOCRAZIA amanda rose wilder APPROACHING THE ELEPHANT Usa, 2014, HD, 89’, bn/bw APPROACHING THE ELEPHANT regia, fotografia, suono/director, cinematography, sound Amanda Rose Wilder montaggio/film editing Robert Greene interpreti/cast Jiovanni, Lucy, Ethan, Olivia, Jalen, Sarah, Adam, Jake, Nicco, Chaz, Christian, Nicholas, Ciaran, Abigail, Alexander Khost, Elizabeth McCarthy, Dana Bennis, Pat Gamsby, Mason Shepherd, Dennis Charles produttori/producers Jay Craven, Robert Greene, Amanda Rose Wilder coproduttore/coproducer Caitlin MaeBurke ** contatti/contacts Amanda Rose Wilder amandarosewilder@gmail.com www.approachingtheelephant.com Per Lucy, Jiovanni e il preside Alexander non è solamente il primo giorno di scuola, ma l’inizio di un’avventura formativa diversa: quella di una nuova scuola libera inaugurata a Little Falls, New Jersey. A differenza del sistema educativo tradizionale, qui le lezioni sono volontarie e le regole decise attraverso votazioni democratiche. Tutti possono dire la loro alla scuola Teddy McArdle: i giovani allievi possono sviluppare appieno le loro personalità, il confine che separa regole da violazioni può essere liberamente indagato, la scuola diventare un territorio fisico ed etico autonomo. «Fin dal primo giorno ho capito che la scuola libera Teddy McArdle sarebbe stato un soggetto incredibile da documentare, perfettamente in linea con il tipo di cinema diretto che ho imparato ad amare. Davanti alla camera c’erano una storia che fioriva e un affascinante gruppo di persone, la maggior parte delle quali bambini. Ho girato durante due anni scolastici: nel film c’è tutto il primo anno, dal primo giorno all’ultimo. In totale ho accumulato qualcosa come duecentoquaranta ore di girato». ** To Lucy, Jiovanni and Principal Alexander, today is not only the first day of school, it’s also the beginning of a different kind of adventure in education: a new free school has been inaugurated at Little Falls, New Jersey. As opposed to the traditional school system, here lessons are voluntary and the rules are decided by democratic vote. Everyone can give their opinion at the Teddy McArdle School: the young students can fully develop their personality, the dividing line between rules and violations can be freely investigated, and the school can become a physically and ethically autonomous territory. “From the first day at Teddy McArdle Free School I could tell it would be an incredible thing to document and would fit nicely with the kind of direct cinema filmmaking I’d grown to love. There was a story unfolding before the camera, and a fascinating group of people, most of whom were children. I shot for two school years. The film comprises the first year, from the first day to the last day. I amassed about two hundred and forty hours total.” 130 SOMMARIO TFFDOC - DEMOCRAZIA Amanda Rose Wilder (Usa) è stata una poetessa, per poi scoprire tra le colline del Vermont l’interesse per il cinema. Tale passione l’ha condotta a scrivere una tesi di laurea intitolata The Poetic Documentary and the Documentary Poem, nel corso della quale ha realizzato documentari poetici e studiato autori come Marianne Moore, William Carlos Williams, Gary Snyder e Jorie Graham, analizzando il modo in cui si rapportano con l’impulso documentario della poesia. Approaching the Elephant è il suo primo lungometraggio. Amanda Rose Wilder (USA) spent years writing poems, then in the hills of Vermont fell into filmmaking, which led to a B.A. thesis The Poetic Documentary and the Documentary Poem, for which she created poetic documentaries and studied the works of poets Marianne Moore, William Carlos Williams, Gary Snyder and Jorie Graham as they relate to the documentary impulse found in poetry. Approaching the Elephant is her first feature. filmografia/filmography Approaching the Elephant (doc., 2014). TFFDOC - DEMOCRAZIA meheran tamadon IRANIEN Francia-Svizzera/France-Switzerland, 2014, HD, 105’, col. IRANIAN regia, interprete/ director, cast Meheran Tamadon fotografia/cinematography Mohammad Reza Jahanpanah montaggio/film editing Meheran Tamadon, Marie-Hélène Dozo, Luc Forveille, Olivier Zuchuat suono/sound Ali-Reza Karimnejad, Myriam René produttori/producers Raphaël Pillosio, Elena Tatti coproduzione/coproduction L’Atelier Documentaire, Box Productions ** contatti/contacts Doc & Film International Tel: +33 014 277 56 87 doc@docandfilm.com www.docandfilm.com Meheran Tamadon, regista iraniano ateo cresciuto in Europa, decide, un po’ per scommessa, un po’ per creare una forma di dialogo, di passare un week-end con quattro mullah. La reclusione volontaria in una villa di campagna porterà i cinque a discutere, ora in maniera accesa, ora più rilassata e scherzosa, di temi all’ordine del giorno quali l’Islam, la democrazia, il ruolo della donna e la libertà di pensiero, dando vita a un dibattito altrimenti impossibile. «Per me il cinema non è un’arma. Non uso le immagini come mezzo per dimostrare il mio pensiero o ottenere un risultato. Non è uno strumento di propaganda, ma serve per creare uno spazio, per rendere possibile la comprensione reciproca e consentire il dialogo. Uno spazio che obbliga coloro che si odiano ad ascoltarsi, in modo che un giorno riescano a tollerarsi reciprocamente. In questo senso il documentario non vuole mostrare la società così com’è. Porta con sé una speranza. È uno spazio che crea situazioni altrimenti impossibili oggi in Iran». ** Meheran Tamadon, an atheist Iranian director who grew up in Europe, decides – partly as a bet, partly to create a form of dialogue – to spend a weekend with four mullahs. This voluntary exile in a country villa leads the five to discuss – sometimes heatedly, sometimes in a more relaxed and joking manner – current topics such as Islam, democracy, the role of women, and freedom of thought, sparking a debate that would otherwise be impossible. “My filmmaking is not a weapon of war. I do not use images as a means to demonstrate my own thinking or to settle scores. I do not use it as an instrument of propaganda, but to create a space that should enable mutual understanding and make dialogue possible. A space that obliges people who hate each other to see and listen to each other, so that one day they may be capable of mutual tolerance. In this sense, this documentary does not show society as it is. It contains a promise within itself. It is a space that creates situations that do not exist in Iran today.” 131 SOMMARIO TFFDOC - DEMOCRAZIA Meheran Tamadon (Iran, 1972) ha vissuto a lungo in Francia, dove si era trasferito nel 1984 all’età di dodici anni, prima di fare ritorno in Iran nel 2000 per esercitare la professione di architetto. A partire dal 2002 si è dedicato alla regia cinematografica, debuttando due anni dopo con il cortometraggio documentario Behesht Zahra. Nel 2009 ha diretto il suo primo lungometraggio, Bassidji, nel quale ha raccontato l’incontro con le milizie fondamentaliste iraniane: il film ha esordito al Festival di Toronto e in seguito ha partecipato a diverse manifestazioni internazionali. Ha inoltre pubblicato i saggi Moments of Agony e Friendship. Meheran Tamadon (Iran, 1972) lived for many years in France, where he moved in 1984 at the age of twelve, before returning to Iran in 2000 to work as an architect. Starting in 2002, he dedicated himself to directing films, debuting two years later with the short documentary Behesht Zahra. In 2009, he directed his first feature film, Bassidji, which recounts his meeting with the Iranian fundamentalist militia. The movie debuted at the Toronto Film Festival and later participated at various international festivals. He has also published the essays Moments of Agony and Friendship. filmografia/filmography Behesht Zahra (cm, doc., 2004), Bassidji (doc., 2009), Iranien (doc., 2014). TFFDOC - DEMOCRAZIA daniele gaglianone QUI Italia/Italy, 2014, HD, 124’, col. HERE regia/director Daniele Gaglianone soggetto/story Daniele Gaglianone, Giorgio Cattaneo montaggio/film editing Enrico Giovannone suono/sound Vito Martinelli interpreti/cast Gabriella Tittonel, Aurelio Loprevite, Nilo Durbiano, Cinzia Dellepezze, Alessandro Lupi, Guido Fissore, Marisa Meyer, Luca Perino, Paola Jacob, Francesco Perino produttori/producers Gianluca Arcopinto, Domenico Procacci produzione/production Axelotil Film, Fandango, Babydoc distribuzione/distribution Axelotil Film ** contatti/contacts Pablo c/o Axelotil Film Tel: +39 06 454 96 945 delbuonovalentina@yahoo.it Chi sono i valsusini che da venticinque anni si oppongono al progetto Tav Torino-Lione? Il film s’interroga sulla loro identità e sul pensiero che guida la loro tenace ribellione. Attraverso dieci ritratti fatti di parole e silenzi, si racconta la stessa amara scoperta: il tradimento della politica nazionale, accusata di aver abbandonato i cittadini al loro destino, lasciandoli soli a vedersela con la polizia antisommossa. «“Qui” è una parola pronunciata spesso durante i racconti presenti nel documentario. Indica che qui e ora, in questo posto e in questo preciso momento, sta accadendo qualcosa. Indica un luogo in cui si vive e si subisce qualcosa sentito come un’ingiustizia, ma indica anche una possibilità di vivere qualcosa di unico e irripetibile. Siamo qui e non altrove. Siamo in Val di Susa e non in un altro posto. Eppure, anche se tutto rimanda a fatti e ambienti molto concreti, i racconti svelano, dietro l’urgenza dell’accadimento e dell’attualità, una dimensione che trascende le stesse cause scatenanti del conflitto. E allora “qui” non è altrove: è ovunque». ** Who are the people from the Susa Valley fighting against the highspeed rail project between Turin and Lyon? The film investigates their identity and the ideas guiding their rebellion. Ten portraits made of words and silence, revealing the same discovery: the betrayal of national politics, accused of abandoning its citizens to their fate, leaving them alone to deal with the anti-riot police. “Qui (‘here’) is a word often heard in the tales presented in this documentary. It means that something is happening here and now, in this place and in this specific moment in time. It indicates a place where people live with and suffer from something they perceive as an injustice; but it also indicates the chance of experiencing something unique. We are here, and not elsewhere. We are in the Susa Valley, not in some other place. Everything is connected to concrete events and environments, and yet their stories, moved by sense of the urgency associated to those current events, reveal a dimension that transcends the causes that triggered the conflict. Therefore ‘here’ isn’t elsewhere: it’s everywhere.” 132 SOMMARIO TFFDOC - DEMOCRAZIA Daniele Gaglianone (Ancona, 1966) nel 1991 ha iniziato a collaborare con l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Ha girato cortometraggi di fiction e documentari, tra cui La ferita (1991), premiato al festival Cinema Giovani di Torino. Nel 2000 ha esordito nel lungometraggio con I nostri anni, selezionato alla Quinzaine di Cannes e nel 2004 Nemmeno il destino ha vinto il Tiger Award a Rotterdam. Con Rata neće biti (la guerra non ci sarà) ha vinto il premio speciale della giuria al Torino Film Festival e il David di Donatello come miglior documentario. Nel 2013 ha presentato La mia classe alle Giornate degli autori della Mostra di Venezia. Daniele Gaglianone (Ancona, Italy, 1966) began collaborating with ANCR, the National Film Archives of the Resistance, in 1991. He has shot fiction shorts and documentaries, including La ferita (1991), which won a prize at the festival Cinema Giovani of Turin. In 2000 he debuted in feature films with Our Years, which was selected for the Quinzaine at the Cannes Film Festival. In 2004, Nemmeno il destino won the Tiger Award at the Rotterdam Film Festival. His documentary Rata neće biti (la guerra non ci sarà) won the special jury award at the Torino Film Festival and the David di Donatello Award for best documentary. In 2013, he presented My Class at the Venice Days at the Venice Film Festival. filmografia essenziale/ essential filmography Nella solitudine del sangue (cm, 1990), La ferita (cm, 1991), Era meglio morire da piccoli (cm, 1992), Sparare a vista sul sovversivo Agosti (cm, doc., 1993), L’orecchio ferito del piccolo comandante (cm, 1994), La carne sulle ossa (cm, 1996), I nostri anni (2000), Le domeniche del Signor Mantaut (doc., 2003), Nemmeno il destino (2004), Alle soglie della sera (doc., 2005), Rata neće biti (la guerra non ci sarà) (doc., 2008), Pietro (2009), Ruggine (2011), La mia classe (2013), Qui (doc., 2014). TFFDOC - DEMOCRAZIA aleksei pivovarov, pavel kostomarov, aleksandr rastorguev SROK Russia-Estonia, 2014, DigiBeta, 83’, col. Aleksei Pivovarov (Mosca, Russia, 1975), giornalista televisivo, regista e produttore di documentari, nel 2008 è diventato responsabile editoriale e conduttore dell’emittente Ntv. THE TERM regia/directors Aleksei Pivovarov, Pavel Kostomarov, Aleksandr Rastorguev fotografia/cinematography Pavel Kostomarov produttori/producers Aleksei Pivovarov, Aleksandr Rastorguev, Pavel Kostomarov, Sarkis Orbelyan produzione/production Aviator Production, Marx Film ** contatti/contacts Marx Film Max Tuula Tel: + 372 530 40 483 (Estonia) + 7 926 175 25 72 (Russia) + 1 617 480 77 13 (Usa) max.tuula@marxfilm.com www.marxfilm.com Pavel Kostomarov (Mosca, Russia, 1975), biologo, si è laureato in cinema alla Vgik. Come direttore della fotografia ha lavorato con Aleksei Uchitel, Aleksei Popogrebsky e Boris Khlebnikov. Aleksei Naval’ny, avvocato e blogger; Ksenia Sobchak, volto noto della televisione russa, e il suo fidanzato, il liberale Ilya Yashin; l’esponente della sinistra radicale Sergei Udaltsov. Sono questi gli oppositori al governo Putin che impariamo a conoscere, al di là delle brevi notizie di quotidiani e telegiornali, alla ricerca dell’elemento umano, veritiero e complesso della Russia oggi. «Non volevamo mostrare solamente il lato esteriore della protesta in Russia o i suoi leader su un palco (anche se raramente si vedono alla tv nazionale). Volevamo anche far vedere chi sono nella vita reale e coglierli sotto una luce diversa. Li abbiamo filmati quando non c’erano altre videocamere. Non si tratta di un video di presentazione ufficiale; abbiamo cercato il lato umano di queste persone, il più intimo, seguendole ovunque, persino dietro le sbarre della stazione di polizia. Non volevamo riprendere mezzibusti con una voice over monotona, ma mostrare i personaggi dall’interno. Nelle nostre storie troverete ambizioni e delusioni, alti e bassi, amore e distacchi, come quelli che vivono tutti, anche coloro che detengono il potere». ** Aleksei Naval’ny, a lawyer and a blogger; Ksenia Sobchak, a well-known face on Russian TV, and her boyfriend, the liberal Ilya Yashin; the left radical politician Sergei Udaltsov. These are the opponents of the Putin government who we are going to get to know, beyond the brief items in newspapers and on news programs, in search of the human, true and complex element of today’s Russia. “We didn’t only intend to show the exterior side of the Russian protest and its leaders on the stage (although you can hardly see it on Russian television), but also showed who they are in real life and captured them in a different light. We were filming them where there was no other camera. It’s not an official newsreel – we were looking for these people’s human, intimate side, following them everywhere – even behind the bars of the police station. We didn’t want to shoot talking heads with a monotonous voiceover, we wanted to show the characters from the inside. In our stories you will see ambitions and disappointments, ups and downs, love and separation that happen to everyone, including people in power.” 133 SOMMARIO TFFDOC - DEMOCRAZIA Aleksandr Rastorguev (Rostov-on-Don, Russia, 1971) si è laureato in belle arti a San Pietroburgo. Ha lavorato al canale pubblico regionale Don TV, da cui è stato licenziato dopo aver diretto Clean Thursday. Nel 2001 ha fondato la Kino Studio. Aleksei Pivovarov (Moscow, Russia, 1975), a TV journalist, filmmaker and producer, in 2008 became a managing editor and a news anchor at NTV. Pavel Kostomarov (Moscow, Russia, 1975), biologist, graduated from VGIK. As a DoP, Kostomarov worked with Aleksei Uchitel, Aleksei Popogrebskij, and Boris Khlebnikov. Aleksandr Rastorguev (Rostov-on-Don, Russia, 1971) graduated in art in St. Petersburg and worked on the stateowned regional channel Don TV, but was fired for directing Clean Thursday. In 2001 he founded Kino Studio. filmografia essenziale/ essential filmography Aleksei Pivovarov: Moscow. Fall of 1941 (tv, 2010), The Captive Heroes of Brest (tv, 2010), June 22, 1941: Fateful Decisions (tv, 2011). Pavel Kostomarov: Mirnaya zhizn (Life in Peace, cm, doc., 2004), La mère (cm, doc., 2007), Vdvoyom (Together, doc., 2009). Aleksandr Rastorguev: Chistyy chetverg (Clean Thursday, doc., 2003). Pavel Kostomarov, Aleksandr Rastorguev: Ya tebya lyublyu (I Love You, doc., 2012), Ya tebya ne lyublyu (I Don’t Love You, doc., 2012). TFFDOC - FUORI CONCORSO ossama mohammed, wiam simav bedirxan EAU ARGENTÉE, SYRIE AUTOPORTRAIT Francia-Siria/France-Syria, 2014, HD, 92’, col. SILVERED WATER, SYRIA SELF-PORTRAIT regia, sceneggiatura/ directors, screenplay Ossama Mohammed, Wiam Simav Bedirxan fotografia/cinematography Wiam Simav Bedirxan, migliaia di siriani/thousand Syrians, Ossama Mohammed montaggio/film editing Maïsoun Assad musica/music Noma Omran suono/sound Raphaël Girardot produttori/producers Serge Lalou, Camille Laemlé, Orwa Nyrabia, Diana El Jeiroudi produzione/production Les films d’ici, Proaction Film distribuzione/distribution Wanted ** contatti/contacts Wanted info@justwanted.it Esiliato a Parigi da otto mesi, il regista siriano Ossama Mohammed viene contattato su Facebook dalla giovane attivista curda Wiam Simav Bedirxan. La donna gli pone una domanda che chiama in causa il suo lavoro di regista e la partecipazione alla guerra civile in corso nel suo Paese. Il regista, da lontano, visiona le centinaia di video caricati sul web sia dai resistenti, sia dall’esercito di Bashar al-Assad. L’attivista racconta con la sua piccola telecamera la vita nella città assediata di Homs. Insieme creano una sconvolgente cronaca di una distruzione in atto. «Tutti i giorni in Siria qualcuno carica un film su YouTube e poi muore; altri uccidono e poi filmano. A Parigi, guidato dal mio inesauribile amore per la Siria, ho scoperto che potevo solo riprendere il cielo e montare il materiale d’archivio postato in rete. Nella tensione tra la mia alienazione in Francia e la rivoluzione è avvenuto un incontro. Una giovane donna curda di Homs ha iniziato a chattare con me e mi ha chiesto: “Se la tua camera fosse qui, a Homs, cosa filmeresti?” Eau argentée è la storia di quell’incontro». ** After eight months of exile in Paris, the Syrian director Ossama Mohammed is contacted on Facebook by the young Kurdish activist Wiam Simav Bedirxan. The woman questions him about his work as a director and his participation in his country’s civil war. The director, from a distance, views the hundreds of video uploaded both by resistants and Bashar al-Assad’s army. The activist, with her small camera, narrates life in the besieged city of Homs. Together, they create a devasting report of ongoing destruction. “In Syria, everyday, YouTubers film then die; others kill then film. In Paris, driven by my unexhaustible love for Syria, I find that I can only film the sky and edit the footage posted. From within the tension between my estrangement in France and the revolution, an encounter happenned. A young Kurdish woman from Homs began to chat with me, asking: ‘If your camera were here, in Homs, what would you be filming?’ Silvered Water, Syria Self-Portrait is the story of that encounter.” 134 SOMMARIO TFFDOC - FUORI CONCORSO Ossama Mohammed (Laodicea, Siria, 1954) si è laureato all’Istituto di cinematografia russo Vgik nel 1979. Il suo cortometraggio d’esordio, Step by Step, è stato presentato alla Berlinale e il suo primo lungometraggio di finzione, Stars in Broad Daylight, selezionato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, è stato vietato nel suo Paese in quanto ritenuto una critica estremamente feroce alla società siriana schiacciata dal regime Baath. Impossibilitato a girare film fino al 2002, ha poi diretto in quello stesso anno The Box of Life, selezionato per il Certain regard di Cannes. Wiam Simav Bedirxan (Kurdistan) è una regista di documentari originaria di Homs, in Siria. Eau argentée, Syrie autoportrait è il suo primo film. Ossama Mohammed (Lattakiya, Syria, 1954) graduated from the Russian State Institute of Cinematography (VGIK) in 1979. His debut short film, Step by Step, screened at Berlin and his first fiction feature was Stars in Broad Daylight. Deemed to be the most scathing critique of contemporary Syrian society trapped in the Baath regime, the film has never been allowed a public screening in Syria. The film was selected at the Cannes Film Festival’s Quinzaine des réalisateurs, and earned the filmmaker great critical praise. He was unable to make his second feature until 2002, when The Box of Life was selected at Un certain regard in Cannes. Wiam Simav Bedirxan (Kurdistan) is a documentary filmmaker based in Homs, Syria. Silvered Water, Syria Self-Portrait is her debut film. filmografia/filmography Ossama Mohammed: Khutwa Khutwa (Step by Step, cm, 1978), Nujum al-Nahar (Stars in Broad Daylight, 1988), Sunduq al-Dunya (The Box of Life, 2002). Ossama Mohammed, Wiam Simav Bedirxan: Eau argentée, Syrie autoportrait (doc., 2014). TFFDOC - FUORI CONCORSO lav diaz MGA ANAK NG UNOS, UNANG AKLAT Filippine/Philippines, 2014, HD, 143’, bn/bw STORM CHILDREN, BOOK 1 regia, fotografia, montaggio/director, cinematography, film editing Lav Diaz produzione/production Sine Olivia Pilipinas, DMZ Docs ** contatti/contacts Sine Olivia Pilipinas Tel: +632 369 07 41 sineoliviapilipinas@gmail.com Le Filippine sono la nazione a maggiore rischio tornado al mondo: ogni anno sono colpite da più di venti tempeste tropicali. Nel 2013 il tifone Yolanda ha scatenato tutta la sua potenza sull’arcipelago asiatico, lasciandosi alle spalle scenari di distruzione apocalittica. «La spinta iniziale per il film viene dall’idea di raccontare la tempesta nell’animo umano e non solo nella psiche del popolo filippino. Ho quindi iniziato a girare, senza pensare a una struttura, una forma o un profilo da seguire. Negli ultimi nove mesi ho visitato e soggiornato nei luoghi e nelle isole interessate dai tifoni, documentavo e raccontavo quello che era successo, trovando il bandolo della matassa nella ricerca di una storia, della storia. Quando finalmente mi sono fermato per controllare, affrontare e mettere a confronto le riprese iniziali […], mi sono accorto che oltre alla distruzione, la devastazione, il caos e le evacuazioni, ci sono le immagini dei bambini smarriti. E sono loro, i bambini, le principali vittime». ** The Philippines have the world’s highest risk of tornados: every year over twenty tropical storms hit the islands. In 2013, typhoon Yolanda unleashed all its power on the Asiatic archipelago, leaving behind scenes of apocalyptic destruction. “The impetus for this work, right at the start, is the idea of the storm in man’s soul in general, not just the Filipino psyche. I just started shooting, unmindful of a structure or form or an outline. The last nine months, I visited and stayed in places and islands where the ‘areas of responsibility’ of typhoons took place. I was just documenting/chronicling things, finding a thread, searching for the/a story. When I finally sat down to check, brave and confront the onslaught of the initial footages, […] I realized that beyond the fixture of destruction, devastation, disarray and displacement, there is also the fixture of the image of the lost child. Yes, it’s them, the children, they are the greatest victims.” 135 SOMMARIO TFFDOC - FUORI CONCORSO Lav Diaz (Cotabato, Filippine, 1958) ha frequentato il Mowelfund Film Institute di Quezon City e ha esordito nel 1998 con Criminal of Barrio Concepcion, imponendosi come uno degli autori più innovativi del cinema filippino. La consacrazione è arrivata con Batang West Side (2002), premiato a Bruxelles e Singapore, e con il fluviale Evolution of a Filipino Family (2004), presentato a Rotterdam e a Torino durante un focus sul cinema filippino. Diaz è uno dei principali registi viventi. I suoi ultimi lavori sono stati presentati dai più grandi festival internazionali, fra cui a Venezia (Melancholia, 2008), Cannes (Norte - The End of History, 2013) e Locarno (From What Is Before, 2014, Pardo d’oro). Lav Diaz (Cotabato, Philippines, 1958) studied at the Mowelfund Film Institute in Quezon City and debuted in 1998 with Criminal of Barrio Concepcion, making a name for himself as one of the most innovative directors of Filipino cinema. Lasting legitimation arrived with Batang West Side (2002), which received awards at Brussels and Singapore, and with Evolution of a Filipino Family (2004), presented at Rotterdam and Torino during a focus on Filipino cinema. Diaz is one of the major living directors. His latest films have been presented in Venice (Melancholia, 2008), Cannes (Norte - The End of History, 2013) and Locarno (From What Is Before, 2014, Golden Leopard). filmografia essenziale/ essential filmography Serafin Geronimo, kriminal ng baryo concepcion (The Criminal of Barrio Concepcion, 1998), Burger Boys (1999), Batang West Side (2002), Hesus rebolusyonaryo (Hesus the Revolutionary, 2002), Ebolusyon ng isang pamilayang Pilipino (Evolution of a Filipino Family, 2004), Heremias: Unang aklat - Ang alamat ng prinsesang bayawak (2005), Melancholia (2008), Florentina Hubaldo, CTE (2012), Norte, hangganan ng kasaysayan (Norte The End of History, 2013), Mula sa kung ano ang noon (From What Is Before, 2014). TFFDOC - ED PINCUS Ed Pincus - Ultimo atto (d’amore)/ Last act (of love) DI/BY GIANMARCO TORRI Ri-scrivere. Condensare in poche righe lo stupore e l’amore. Ed Pincus è scomparso poco più di un anno fa, il 5 novembre 2013. One Cut, One Life è l’eredità che ci ha lasciato. Il suo ultimo atto d’amore. Più di trent’anni dopo il seminale, misconosciuto e monumentale Diaries: 1971-1976, Pincus è ritornato a confrontarsi con la necessità intima, quotidiana, di filmare la propria esistenza. Per sfida e ricerca di senso. Fare film non è mai stato un gioco. One Cut, One Life è oggi un esperimento coraggioso, guidato dallo stesso desiderio di allora di fare del cinema uno strumento di indagine filosofica, esistenziale, morale sul nostro vivere quotidiano, sulla nostra relazione con le persone e con il mondo. Un film realizzato a quattro mani con Lucia Small, rivale e amica, ispiratrice e contestatrice, stimolo e resistenza, coro e voce critica, compagna di strada e narratrice esterna. Tra i due film ci sono inevitabilmente molte differenze. Se in Diaries prevaleva la giustapposizione di rushes, la costruzione implicita per frammenti, una sorta di «sospensione ironica» da se stesso e dalla materia filmata, in quest’ultima opera emerge invece il desiderio di trovare una narrazione della propria vita, di riflettere esplicitamente sulla costruzione del film e sulla sua necessità, di dare/darsi delle risposte sul proprio percorso. Quanto Diaries 1971-1976 era ostinato nel mettere in discussione ogni serenità e ogni felicità, tanto One Cut, One Life cerca, attraverso l’atto reciproco di filmare e di filmarsi, una strada per ri-affermare la propria presenza, avvicinarsi agli altri e mitigare la propria sofferenza. Trattenere il tempo. Eppure, entrambi i film sono attraversati da una tensione a tratti insostenibile che trasforma ogni momento in un corpo a corpo con la propria interiorità, in una lotta permanente, espressa dalle analisi e dalle parole esigenti e lucide di Jane, Ed e Lucia, tra il desiderio di testimoniare il proprio amore e la necessità di tacere per rispetto dell’integrità propria e altrui. In entrambi siamo di fronte a un cinema che si confronta continuamente con la fragilità e la precarietà della vita, con la possibilità del silenzio, che cerca ogni giorno un percorso nuovo, inatteso, attraverso il tempo, per camminare sul filo sottile dell’espressione e dell’esistenza. 136 SOMMARIO TFFDOC - ED PINCUS To rewrite. To condense wonder and love in only a few lines. Ed Pincus passed away just over a year ago, on November 5 , 2013. One Cut, One Life is the legacy he has left us. His final act of love. Over thirty years after his seminal, misunderstood and monumental Diaries: 1971-1976, Pincus confronted once more the intimate and day-to-day need to film his own existence. It was in part a challenge, and in part the search for a meaning. Making movies has never been child’s play. Today, One Cut, One Life is a brave experiment, driven by the same need as before: to make cinema an instrument of the philosophical, existential and moral investigation of our daily lives, the way we relate to other people and with the world. He made this film with Lucia Small, a rival and friend, muse and dissenter, stimulus and opposition, choir and critic, journey’s companion and impartial narrator. Inevitably, there are many differences between the two films. What prevails in Diaries is a juxtaposition of rushes, implicit construction through fragments, a sort of “ironical suspension” of himself and the shot footage. Instead, in the latter movie, what emerges is the desire to narrate his own life, to explicitly reflect on the movie’s construction and on his need, to give/give himself reasons for his own chosen path through life. To the same degree that Diaries: 1971-1976 stubbornly challenged all tranquility and happiness, One Cut, One Life, through the reciprocal act of filming and filming himself, searches for a way to re-affirm his own presence, to draw nearer to others and mitigate his own suffering. To hold back time. And yet, both movies are permeated by a tension that is at times unbearable, that transforms every moment into a full-contact struggle with its own interiority, a permanent battle – described in the analyses and the exacting and lucid words of Jane, Ed and Lucia – between the desire to bear witness to their own love and the need to remain silent in respect of their integrity and that of others. Both films reveal a type of cinema that continuously addresses the fragility and uncertainty of life, the possibility of silence, that every day searches for a new, unexpected pathway, through time, to walk the narrow tightrope of expression and existence. TH TFFDOC - ED PINCUS lucia small, ed pincus ONE CUT, ONE LIFE Usa, 2014, HD, 107’, col. ONE CUT, ONE LIFE regia, sceneggiatura, fotografia/directors, screenplay, cinematography Lucia Small, Ed Pincus montaggio/film editing Lucia Small musica/music P. Andrew Willis interpreti/cast Lucia Small, Ed Pincus, Jane Pincus produttori/producers Lucia Small, Ed Pincus, Mary Kerr ** contatti/contacts Small Angst Films Tel: +1 917 428 91 21 hello@onecutonelife.com www.onecutonelife.com L’ultima collaborazione tra Ed Pincus e Lucia Small ha la forma di un diario personale degli ultimi mesi di vita del grande cineasta, prima della sua scomparsa nel novembre del 2013. «Non è facile parlare di cosa questo film significasse per Ed. Mentre lavoravamo insieme sottolineava spesso che per lui si trattava di un modo per concentrarsi sul suo amore per il lavoro di regista e per la vita. Lo chiamavo “il nonno del documentario personale”. Lui sorrideva: “Piuttosto non-fiction in prima persona e padre, non nonno”. Un giorno mi ha detto: “Questo film è il culmine della mia vita lavorativa”. Forse la sua spiegazione del termine aikido, che è poi diventata il titolo del film, può spiegare meglio il suo pensiero: “Nell’arte giapponese di maneggiare la spada esiste il concetto di ‘un taglio, una vita’: ogni cosa può essere l’ultima. Tutto conta, tutto ha significato. Quando ti sei allenato a lungo, la tua mente scompare. C’è un che di dissociativo e arriva al tuo corpo. Ho perso molto a causa della mia malattia, ma ho ancora la nozione di estensione, di avere tutti i tuoi significati nei movimenti”». (Lucia Small) ** The last collaboration between Ed Pincus and Lucia Small takes the form of a personal journal of the filmmaker’s last days, right before he passed away in November 2013. “It is difficult for me to speak to what this film meant to Ed. While working together, he would periodically stress that it was a way for him to focus on his love of filmmaking and living life. He would correct me when I called him ‘the grandfather of personal doc.’ ‘First person non-fiction,’ he would smile, ‘father not grandfather.’ ‘This film,’ Ed told me, ‘is the culmination of my life’s work.’ Perhaps, his explanation of the Aikido term, which became the title of the film, communicates his thoughts best: ‘There is this notion in Japanese swordsmanship called one cut, one life... Everything could be the last time. Everything counts. Everything has meaning. When you’ve trained a long time, your mind disappears. There’s something dissociative and it gets in your body. I have lost a lot of that because of my illness, but there’s still the notion of extension, of having all your meaning in your movements.’” (Lucia Small) 137 SOMMARIO TFFDOC - ED PINCUS Lucia Small (Usa) è una filmmaker indipendente. Nel 2002 ha realizzato il suo documentario d’esordio, My Father, the Genius, premiato in diversi festival. Ha prodotto programmi e documentari per la televisione con la Small Angst Films, la sua casa di produzione. Ed Pincus (New York, Usa, 1938 Boston, Usa, 2013) ha iniziato a filmare nel 1964, focalizzandosi su questioni sociali e politiche. Ha prodotto, diretto e curato la fotografia di tutti i suoi film, tra cui Diaries: 1971-1976 (1981). Ha inoltre fondato un dipartimento di cinema al Mit, punto di riferimento per intere generazioni di filmmaker. Negli anni Ottanta si è ritirato in campagna, dove ha avviato un’azienda floricola. Nel 2005 è tornato al cinema realizzando con Lucia Small The Axe in the Attic, presentato al Torino Film Festival. Lucia Small (USA) is an independent filmmaker. In 2002 she premiered My Father, the Genius, her feature documentary directorial debut, which garnered several top film festival awards. She has a list of credits as producer of several televised programs and documentaries and projects under her production company Small Angst Films. Ed Pincus (Brooklyn, NY, USA, 1938 Boston, MA, USA, 2013) began filmmaking in 1964, focusing on social and political problems. He has credits as producer, director, and cinematographer on all of his films; among Diaries 1971-1976 (1981). He also started the MIT film section where he influenced a generation of filmmakers. In the early 1980s, he retired from filmmaking and built a flower farm. In 2005, he returned to filmmaking shooting with Lucia Small The Axe in the Attic, presented at Torino Film Festival. filmografia essenziale/ essential filmography Ed Pincus: Black Natchez (doc., 1967), One Step Away (doc., 1967), Panola (doc., 1969), Diaries: 1971-1976 (doc., 1980). Lucia Small: My Father, the Genius (doc., 2002). Ed Pincus, Lucia Small: The Axe in the Attic (doc., 2007), One Cut, One Life (doc., 2014). TFFDOC - ED PINCUS ed pincus DIARIES: 1971-1976 Usa, 1980, 16mm, 200’, col. DIARIES: 1971-1976 regia, fotografia, suono/director, cinematography, sound Ed Pincus montaggio/film editing Ed Pincus, Moe Shore, Ann Schaetzel produzione/production Cambridgeport Film Corporation Anni Settanta. Momenti della vita di Ed e Jane Pincus, dei loro figli Ben e Sami e degli amici, in un’epoca in cui i fermenti politici rivoluzionavano anche i rapporti umani. Attimi intimi, vacanze, viaggi, discussioni, giochi coi bambini, riflessioni sulla coppia, raccolti durante cinque anni di vita, in un racconto che è allo stesso tempo esperimento cinematografico e leggerezza del cinema diretto. «Era un’epoca di sconvolgimento nei rapporti tra le persone. Tutto era sul piatto. Lo slogan del femminismo recitava: “Il personale è politico”; le tecnologie di ripresa si stavano sviluppando velocemente e per la prima volta era possibile sincronizzare ogni singola persona. Una troupe composta da una sola persona voleva dire che potevano essere filmate in un documentario anche relazioni intime e si potevano girare film a lungo e senza costi stellari. Così decisi di fare un esperimento: avrei filmato per cinque anni senza guardare il girato, che avrei lasciato inscatolato per altri cinque anni e poi montato». ** The 1970s. Moments of the lives of Ed and Jane Pincus, their sons Ben and Sami, and their friends, at a time when political unrest revolutionized human relations as well. Five years of their life captured through intimate moments, holidays, trips, conversations, games played with their kids, thoughts about their relationship, weaving a story that embodies both a filmic experiment and the lightness of direct cinema. “It was a time of upheaval in people’s personal relations. Everything was on the table. Feminism had a slogan: ‘The personal is political.’ Filmmaking technology was rapidly evolving. It became possible for the first time to shoot single-person sync. A crew of one meant that intimate relations could be filmed in a documentary. Films could be shot over a long duration without skyrocketing costs. I decided to do an experiment. I would film for five years, not look at the footage, leave it in the can for five more years and then edit.” 138 SOMMARIO TFFDOC - ED PINCUS Ed Pincus (New York, Usa, 1938 Boston, Massachusetts, Usa, 2013) si laurea alla Brown University, studia filosofia ad Harvard e inizia a filmare nel 1964, orientandosi verso un cinema diretto e politico. A partire dal 1969 crea e dirige il dipartimento di film e video del Mit di Boston e tra il 1981 e il 1983 insegna cinema ad Harvard. Dopo Diaries: 1971-1976 (1980), lascia il cinema e l’insegnamento per stabilirsi nel Vermont e diventare floricoltore. Nel 2005 torna al cinema, realizzando con Lucia Small The Axe in the Attic, presentato al Torino Film Festival. È autore di Guide to Filmmaking (1968) e con Steven Ascher di The Filmmaker’s Handbook (1984-2008). Ed Pincus (New York, NY, USA, 1938 Boston, MA, USA, 2013) graduated from Brown University and went to Harvard to study philosophy. He began filmmaking in 1963, developing a direct cinema approach to social and political problems. In 1969, he created the Film Section at MIT in Boston, and he taught film studies at Harvard from 1981 to 1983. After making Diaries: 1971-1976 (1980), he took a hiatus from teaching and filmmaking, and he moved to Vermont to become a flower-grower. He made his comeback to cinema in 2005, shooting with Lucia Small The Axe in the Attic, which was presented at the Torino Film Festival. He is the author of Guide to Filmmaking (1968) and co-author of The Filmmaker’s Handbook (1984-2008) with Steven Ascher. filmografia/filmography Black Natchez (coregia/codirector David Neuman, doc., 1967), One Step Away (coregia/codirector David Neuman, doc., 1967), Panola (coregia/codirector David Neuman, doc., 1969), Harry’s Trip (doc., 1968), Portrait of a McCarthy Supporter (doc., 1969), The Way We See It (doc., 1969), Life and Other Anxieties (coregia/codirector Steve Ascher, doc., 1977), Diaries: 1971-1976 (doc., 1980), The Axe in the Attic (2007, coregia/codirector Lucia Small), One Cut, One Life (coregia/codirector Lucia Small, doc., 2014). TFFDOC - EVENTO SPECIALE alessandro avataneo CASAOZ Italia/Italy, 2014, HD, 97’, col. CASAOZ regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono, produttore/director, screenplay, cinematography, film editing, sound, producer Alessandro Avataneo musica/music Diego Vasserot, Sergio Cherubin, Giuseppe Berardi, Nasseh Hinchi interpreti/cast Micol Roggi, Andrei Zapodeanu, Marco Perda, Pietro Turati, Diego Lorusso, Monica Roggi, Gina Vatamanu, Luisa Boella, Maria Suppa, Giancarlo Perda, Alice Giannini, Chiara Bruzzese, Stefania Pellicani, Norma Fontana, Mara Berta, Antonio Marra, Enrica Baricco ** contatti/contacts casaoz@casaoz.org www.casaoz.org Le vite di cinque bambini colpiti da gravi malattie e delle loro famiglie viste da vicino. Attorno a loro, tante altre storie s’incontrano a CasaOz, una residenza in cui i bambini meno fortunati convivono normalmente con gli altri, e tutti insieme trasformano la disperazione e le difficoltà in coraggio e gioia di vivere. «CasaOz è un luogo magico, un trasformatore di sentimenti in grado di tirare fuori il meglio da chiunque entri in questa casa, che è un po’ circo, scuola, cucina, accampamento, laboratorio, parco giochi e tutte le altre cose belle e normali che rassicurano i bambini. Raccontare queste storie in un momento in cui la società s’indebolisce e tutto sembra perdere significato vuol dire tornare alle cose primarie, importanti, per cercare una risposta al senso d’ingiustizia che si prova di fronte all’evento più terribile che possa capitare: la malattia che rovina o spezza la vita di un figlio. Per rispondere a questa domanda bisogna prima sapere che cos’è la vita. Questi bambini ce lo insegnano, e la risposta è il film». ** The lives of five kids suffering from severe illnesses and their families seen up close. Many stories intertwine around them in CasaOz, a residence where unfortunate children can live normally with others, where they can transform together their grief and their challenges into courage and joy of living. “CasaOz is a magical place. It can transform feelings and bring the best out of anyone who crosses its threshold. This home is also a circus, a school, a kitchen, a camp, a workshop, a playground and all the great and normal things that reassure children. At a time when society is weakening and everything seems to be loosing meaning, telling these stories means returning to the important things to find an answer to the sense of injustice. Particularly when you are confronted with the worse possible injustice: an illness that could ruin your child’s life, and even end it altogether. To find that answer, you first have to understand what life is. And these children will teach it to us: the answer is in the film.” 139 SOMMARIO TFFDOC - EVENTO SPECIALE Alessandro Avataneo, regista laureato in relazioni internazionali con un master in storytelling, performing arts e digital entertainment, ha lavorato in più di trenta Paesi tra Europa, Stati Uniti e Giappone. È autore di documentari, format televisivi, videoclip e installazioni artistiche, spettacoli teatrali, un musical, e del romanzo Una storia delle colline. Consulente dei governi italiano e olandese su progetti di tutela del patrimonio materiale e immateriale, ha curato gli allestimenti della Biennale olandese di architettura nel 2010 e il dossier per la candidatura di Maastricht a capitale europea della cultura nel 2018. Alessandro Avataneo is a filmmaker with a degree in international relations, and a master’s in storytelling, performing arts and digital entertainment. He has worked and filmed in over thirty countries, from Europe, to the United States and Japan. He has made several documentaries, TV formats, music videos, art installations, theatre shows, a musical, and even a novel (Una storia delle colline). He works as a consultant for the Italian and the Dutch government on projects safeguarding their physical and intangible heritage. In 2008, he curated the installations of the Dutch architecture Biennale, and in 2010 he organized campaign to nominate the city of Maastricht as the 2018 European capital of culture. filmografia essenziale/ essential filmography In principio era (cm, 2000), The Crib (cm, doc., 2002), L’aperto (cm, 2003), Elettroshow (cm, doc., 2004), Cronosisma 3 (cm, 2004), Run On (cm., 2005), Chimerica (cm, 2005), Prospero (cm, 2006), Pasta Connection (cm, 2008), In viva morte morta vita vivo (cm, 2010), Machinarium (cm, 2010), La candela (cm, 2010), 6 come noi (2012), Bruno Leoni (cm, doc., 2013), Poema circular (cm, 2014), CasaOz (doc., 2014). I TA L I A N A . C O R T I | GABRIELE DI MUNZIO CORPO FAMILIARE | LUCIA VERONESI LE COSE DA | ORSO MIYAKAWA FUMO | CARLO MICHELE SCHIRINZI DEPOSIZIONE IN DUE ATTI | GUIDO NICOLÁS ZINGARI IL MARE | GIANLUCA ABBATE PANORAMA | MATHIEU VOLPE IL SEGRETO DEL SERPENTE | ALBERTO GEMMI, ENRICO MASI SINAI - UN ALTRO PASSO SULLA TERRA LUIS FULVIO CODA LONTANO SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I luis fulvio CODA Italia/Italy, 2014, 35mm, 11’, bn/bw-col. Luis Fulvio è apparso nel bacino del Mediterraneo (nella visione di Jean-Daniel Pollet) pochi giorni dopo la morte di Roberto Rossellini; da anni si lascia occupare dalle immagini in movimento tralasciando, a tratti, quella che considera la sola attività necessaria: la distruzione. Si sostenta collaborando alle attività della Cineteca nazionale e come autore della trasmissione «Fuori Orario», ama il pensiero libero e la Juve. CODA regia, montaggio/ director, film editing Luis Fulvio produzione/production SCS ** contatti/contacts Luis Fulvio abelmary@gmail.com Coda è dopo la fine, è countdown, è pelle e pellicola, è 35mm, è digitale (e numérique), è un gioco, è D.I.Y., è pirata, è cieco, è primitivo, è punk, è crimine, è un canto d’amore, è una ferita, è contro il cinema. Coda è unico irriproducibile senza matrice, è scarti, è osceno, è per tutti quelli che hanno lasciato sangue e sudore sui set nei laboratori negli archivi nelle cabine di proiezione. Coda non è. «Il film leader è una parte di pellicola inserita all’inizio o alla fine di un film, pensata per agevolare l’inserimento di un rullo nel proiettore o nella cinemeccanica. […] Non comprende soltanto il conto alla rovescia ma anche informazioni tecniche a proposito del film, come il titolo, lo studio, il numero di produzione, la ratio, il livello e il mix della traccia sonora, il numero di bobina e il colore, ma non solo». ** Coda (“tail”) is a short about what comes after the end. It’s skin and film, it’s 35mm, it’s digital (and numérique); it’s a game, it’s a D.I.Y., it’s a pirate; it’s blind, primitive, punk, criminal; it’s a love song, a wound, a stance against cinema. Coda is unique, it cannot be reproduced without its matrix; it’s out takes, it’s obscene, it’s for all those people who left their sweat and blood on the set, in the laboratories, in the film archives, and in screening rooms. Coda isn’t. “A film leader is a length of film attached to the head or tail of a film to assist in threading a projector or telecine. […] This not only includes the countdown, but technical information about the film, including, but not limited to, title, studio, production number, aspect ratio, sound level and mix, reel number and color.” 141 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Luis Fulvio appeared in the Mediterranean basin (according to Jean-Daniel Pollet’s vision) a few days after Roberto Rossellini passed away. He has been working on moving images for years, leaving at times aside what he considers the only necessary activity: destruction. He supports himself by collaborating with the Cineteca nazionale and by writing for the TV show “Fuori Orario.” He loves freedom of thought and the Juventus soccer team. filmografia/filmography Coda (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I gabriele di munzio CORPO FAMILIARE - UNA SPECIE DI AMLETO (PER GRAZIA RICEVUTA) Francia/France, 2014, HD, 30’, col. FAMILIAR BODY - A SORT OF AMLETO (BY THE GRACE OF GOD) regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono/director, screenplay, film editing, cinematography, sound Gabriele di Munzio produzione/production Cantine1901 ** contatti/contacts Gabriele Di Munzio gabrieledimunzio@gmail.com Un uomo di mezza età scopre di avere una di quelle malattie di cui nemmeno si pronuncia il nome. Come tutti si cullava nell’idea di essere immortale, ma un giorno l’illusione viene meno. Disperato, vaga per il mondo e dopo tante peripezie incontra una fatina, uno stregone e un gatto che lo aiutano a liberarsi dal male. Grazie a un incantesimo viaggia indietro nel tempo, finché guarisce e diventa saggio, di una saggezza profonda ben diversa da quella ostentata da chi ne parla senza praticarla. «È una danza che segue i movimenti dell’anima, basterebbe questo per capirci meno; il vizio è quello di creare con ciò che ti sta intorno, senza pensieri, intenti o scopi; non c’è premeditazione, c’è urgenza. I miei lavori non rappresentano, non significano, si accordano in maniera musicale senza logica apparente, senza cronologia, seguono un sentimento poetico. Non traduco da pensiero/scrittura, resto nella materia prima, nel corpo degli attori, dell’immagine, della memoria». ** A middle-aged man is diagnosed with an unpronounceable disease. Like everyone, he used to cherish the delusion of being immortal. But one day the illusion is shattered, and he sets of in desperation, wandering around the world. Through his many adventures, a fairy, a wizard, and a cat help in the quest to free him from his ailment. A spell helps him travel back in time, where he finds a cure and true wisdom, unlike those who flaunt their wits without actually using their brains. “It’s a dance that follows the movements of the soul. You’d need nothing more to understand any less. The habit of creating with the surrounding elements, without thought, purpose, or intent: there is no premeditation, there is urgency. My creations aren’t representative, they are tuned into a poetic sentiment, without apparent order or logic. I don’t translate from thought or from paper, I stick to the raw material: the bodies, the actors, the images, and memory.” 142 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Gabriele di Munzio (Napoli, 1972) ha frequentato corsi di fotografia e montaggio a Londra dal 1993 al 1995 e ha poi cominciato a interessarsi di teatro grazie ad alcuni seminari tenuti nei centri di ricerca di Peter Brook, di Eugenio Barba e del Teatro Valdoca. Dal 2001 ha realizzato vari documentari nella regione di Poitou-Charentes e dal 2005 ha cominciato a realizzare cortometraggi di video-teatro. Nel 2007 ha creato l’associazione Cantine1901, con la quale ha realizzato tra le altre cose il cortometraggio Riviera 91, che nel 2009 ha vinto il premio speciale della giuria al Torino Film Festival. Stesso riconoscimento è andato due anni dopo a Occhio di vetro cuore non dorme (2011). Gabriele di Munzio (Naples, Italy, 1972) studied photography and editing in London from 1993 to 1995. The next year he became involved in theater, attending seminars at the research centers of Peter Brook, of Eugenio Barba and of the Teatro Valdoca. In 2001 he started making documentaries in the region of Poitou-Charentes. He has been making video theater shorts in Naples since 2005. In 2007 he created the association Cantine1901, with which he has made various videos and theatrical works, including the short Riviera 91, which won the special jury prize at the 2009 Torino Film Festival, that he won also in 2011 with Occhio di vetro cuore non dorme. filmografia/filmography Marzo 04 (mm, doc., 2004), Rita (cm, doc., 2004), Stromboli (cm, 2005), Napoli (cm, doc., 2005), Calvello (cm, doc., 2005), Le maschere dell’arcobaleno, canti, racconti e bestemmie (cm, doc., 2009), Riviera 91 (cm, doc., 2009), Le papillon distrait (cm, doc., 2010), Occhio di vetro cuore non dorme (cm, doc., 2011), Corpo familiare - Una specie di Amleto (per grazia ricevuta) (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I lucia veronesi LE COSE DA LONTANO Italia/Italy, 2014, HD, 20’, bn/bw-col. Lucia Veronesi (Mantova, 1976), dopo gli studi di pittura a Brera, si è trasferita a Venezia, dove vive e lavora. Nel suo lavoro utilizza i diversi linguaggi del video, del disegno, della pittura e del collage. Ha partecipato a numerose mostre e festival in Italia e all’estero. THINGS FROM AFAR regia, montaggio/ director, film editing Lucia Veronesi sceneggiatura/screenplay Valentina Bonifacio, Silvia Pellizzari, Lucia Veronesi musica/music Mauro Sambo suono/sound Silvia Pellizzari ** contatti/contacts Lucia Veronesi Due donne paraguaiane scontano la loro pena in due carceri del Nord Italia, accusate di traffico di droga. Come loro, sono tanti i corrieri, uomini e donne, che arrivano in aereo dal Sudamerica, dai Paesi africani o dall’Europa dell’Est. lucia.veronesi@gmail.com «Le cose da lontano è un documentario costruito su due interviste fatte da un’antropologa a donne paraguayane detenute nelle carceri italiane con l’accusa di traffico di droga. Le intervistate si sono rifiutate di essere riprese. L’unico materiale di partenza era quindi l’audio. Non ho mai visto nessuna foto di queste donne, non sono mai stata in Paraguay: l’unica cosa che conoscevo era la loro voce e la vita che comunicavano attraverso i loro racconti. Non volevo che le immagini accompagnassero in maniera descrittiva il racconto delle donne, ma anzi che avessero una forza autonoma, come se provenissero dalla profondità inconsapevole di ognuna di loro, e corrispondessero a un flusso mentale fatto di ricordi, nostalgia, rabbia che si materializza con il procedere del racconto». ** Two women from Paraguay, convicted of drug trafficking, are serving time in two jails in Northern Italy. There are many smugglers like them, men and women arriving by plane from countries in Latin America, Africa, or Eastern Europe. “Things from Afar is a documentary built on two interviews made by an anthropologist to Paraguayan women serving drug trafficking sentences in Italian jails. They refused to appear on screen, so the only material I could start working with were audio recordings. I never saw a single photo of these women, and I’ve never been to Paraguay. The only thing I knew of them was their voice and the life they depicted through their stories. I didn’t want their words to be accompanied by descriptive images; I wanted the images to be independent, to have a strength of their own: as if they came from the subconscious, flowing into to a stream of consciousness made of memories, nostalgia, anger, that materialize as their stories progress.” 143 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Lucia Veronesi (Mantova, Italy, 1976), after studying painting at the Brera Academy, moved to Venice, where she currently lives. Her work involves different kinds of media, from videos to drawings, paintings, and collages. She participated to several exhibitions and film festivals in Italy and abroad. filmografia/filmography Caos e comunicazione (coregia/codirector Tiziana Cantarella, cm, 2001), Luciano (cm, 2007), Fermo immagine (cm, 2009), Alla prova dei fatti (cm, 2009), Pandemia domestica (cm, 2011), Intérieur (cm, 2011), Difesa personale (cm, 20122013), L’inabitabile (cm, 2012), Andante sospeso (la casa nella foresta) (cm, 2012), Paesaggio senza titolo #1 (cm, 2013), Paesaggio senza titolo #2 (cm, 2013), Paesaggio senza titolo #3 (cm, 2013), Paesaggio senza titolo #4 (cm, 2013), Paesaggio senza titolo #5 (cm, 2014), Le cose da lontano (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I carlo michele schirinzi DEPOSIZIONE IN DUE ATTI Italia/Italy, 2014, HD, 15’, col. DEPOSITION IN TWO ACTS regia, soggetto, fotografia, montaggio/director, story, cinematography, film editing Carlo Michele Schirinzi musica/music Stefano Urkuma De Santis suono/sound Marco Saitta produttore/producer Gabriele Russo produzione/production Kama soc. coop. a.r.l., In-Cul.Tu.Re, MIUR, Apulia Film Commission ** contatti/contacts Carlo Michele Schirinzi Grano vergine come prologo a due atti squarciati dalle parole di Artaud. Remoti visi si sfaldano dalle pareti della quattrocentesca chiesa di Santo Stefano a Soleto mentre la violenza deborda dall’inquadratura, le loro palpebre spalancano l’intimità dell’ex molino «Coratelli & Imparato» di Corigliano d’Otranto con una soggettiva che annacqua le forme appiattendole in una preziosa sindone. Un paesaggio perduto in una camera oscura dove l’occhio si eclissa tra vene e arterie d’un corpo impossibilitato alla riesumazione. carlomicheleschirinzi@yahoo.it Kama produzioni@coopkama.com SOMMARIO Film realizzato per In-Cul.Tu.Re, progetto di ricerca vincitore del bando Smart Cities and Communities and Social Innovation, finanziato dal MIUR (D.D. 84/Ric del 2 marzo 2012), con il patrocinio di Apulia Film Commission. Film made for In-Cul.Tu.Re; its research project won the competition Smart Cities and Communities and Social Innovation, financed by MIUR (D.D. 84/Ric, 2 March 2012), with the patronage of the Apulia Film Commission. ND 144 «Con Deposizione in due atti continua l’indagine sui luoghi abbandonati dalle civiltà, intaccati dalla Storia passata e che ora tentano inutilmente d’aggrapparsi alla vita, come eroi morenti sospesi in uno stato di perenne attesa. I visi cicatrizzati degli affreschi, distanti e consapevoli, scandagliano gli spazi del molino costringendo l’occhio all’estenuante visione delle superfici malate, carezzandole prima di violarle nel fondo delle loro arterie: lo stupro di tali luoghi è, nel mio fare, una patologia assidua, snaturata del suo concetto». ** Virgin grain as a prologue to two acts lacerated by Artaud’s words. Distant faces flaking off the frescoed walls of the 15 century church of Santo Stefano in Soleto; an outpour of violence from the shot, as their eyes reveal the intimate atmosphere of the former roller mill “Cortelli & Imparato” in Corigliano d’Otranto, with a point of view shot that soften the shapes, flattening them into a precious shroud. Like a landscape lost in the camera obscura of an eye, eclipsing itself among the veins and arteries of a body that cannot be exhumed. TH “Deposizione in due atti (‘Deposition in two acts’) continues the search for places abandoned by civilization, deteriorated by the passing of History, and clinging in vain to life like dying heroes suspended in time, perpetually awaiting. The scarred faces of the frescos are so distant and aware; they scan the space inside the mill with their eyes, while you strain yours at the exhausting sight of these haggard surfaces; the gaze caresses the frescoed epidermis before violating it deep inside its arteries: the rape of these places is, in my way of seeing, a cruel and constant pathology of its concept.” I TA L I A N A . C O R T I Carlo Michele Schirinzi (Acquarica del Capo, Lecce, 1974) è videomaker e artista. Nel 2004 con All’erta! ha vinto il premio Shortvillage alla Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, che nel 2005 gli ha dedicato una retrospettiva. Il Torino Film Festival ha presentato negli anni numerosi suoi lavori: Astrolìte nel 2002, Il nido, menzione speciale nel 2003, Oligarchico nel 2007, Sonderbehandlung nel 2008, Notturno stenopeico, miglior cortometraggio italiano nel 2009, Mammaliturchi!, menzione speciale nel 2010, Natura morta in giallo nel 2012. Nel 2011 Eco da luogo colpito è stato selezionato alla Mostra di Venezia. Il suo primo lungometraggio I resti di Bisanzio (2014) è stato presentato in concorso a Pesaro e ha partecipato a Doclisboa. Carlo Michele Schirinzi (Acquarica del Capo, Lecce, Italy, 1974) is a videomaker and an artist. In 2004, his short All’erta! won the Shortvillage Award at the Pesaro International Film Festival of New Cinema, which then dedicated the 2005 retrospective to him. Over the years, the Torino Film Festival has presented much of his work: Astrolìte (in 2002), Il nido (special mention in 2003), Oligarchico (in 2007), Sonderbehandlung (in 2008), Notturno stenopeico (best Italian short in 2009), Mammaliturchi! (special mention in 2010), and Natura morta in giallo (in 2012). Eco da luogo scolpito was selected at the Venice International Film Festival. He presented his first feature film I resti di Bisanzio (2014) in the competition section of Pesaro Film Festival, and at Doclisboa. filmografia essenziale/ essential filmography £ 3.000 (cm, 2000), Il sepolcro (cm, 2000), Terminale (cm, 2000), Dè-tail (cm, 2001), Trappe (cm, 2001), Astrolìte (mm, 2002), Crisostomo (cm, 2003), Il nido (cm, 2003), Macerie dell’arcobaleno (cm, 2004), Zittofono (cm, 2005), Dal Toboso (cm, 2005), Addestramento all’apocalisse (cm, 2006), Oligarchico (mosaico da camera) (cm, 2007), Suite Joniadriatica (cm, 2008), Sonderbehandlung (cm, 2008), Fuga da Nicea (cm, 2008), Notturno stenopeico (cm, 2009), Prospettiva in fuga (cm, 2009), Frammenti da un confine (cm, 2010), Eco da luogo colpito (cm, 2011), Natura morta in giallo (cm, 2012), I resti di Bisanzio (2014). I TA L I A N A . C O R T I orso miyakawa FUMO Italia-Usa/Italy-USA, 2014, HD, 7’, bn/bw Orso Miyakawa (Principato di Monaco, 1992) ha trascorso l’infanzia fra Torino e Tokyo, prima di seguire la famiglia a Milano, dove ha frequentato il liceo artistico di Brera. Dopo una breve parentesi a Parigi, si è trasferito negli Stati Uniti per studiare cinema. Fumo è il suo secondo cortometraggio. SMOKE regia, sceneggiatura, montaggio, musica, produttore/director, screenplay, film editing, music, producer Orso Miyakawa fotografia/cinematography Andrew Nuzhnyy scenografia/ production design Orso Miyakawa, Casey Daniel interpreti/cast Orso Miyakawa, Saif Schexnayde, Manoel Hudec, Melodie Shih, Leonardo Ligan, Andrew Puente, Lance Weinhardt, Brian Hayes ** contatti/contacts Orso Miyakawa orsosean@gmail.com Un tecnico del suono sta lavorando sul set di un film ed è perdutamente innamorato dell’attrice protagonista. Siamo negli anni Venti, il cinema è ancora muto e l’uomo è alle prese con la sua ingombrante apparecchiatura di registrazione, quando il microfono registra per sbaglio il suono dell’unica scena a cui non avrebbe mai voluto assistere. «Parodia del cinema muto del primo Novecento, Fumo è stato girato privo di suono, seguendo lo stile e i canoni estetici delle pellicole dell’epoca. Nel rispetto del ruolo “a tutto tondo” caratteristico di alcuni dei più grandi maestri del passato, ho personalmente composto ed eseguito la colonna sonora del film, imponendomi inoltre di interpretare il ruolo del personaggio principale. Il film è stato interamente girato in un capannone industriale, dove io e la mia troupe abbiamo vissuto per tutta la durata delle riprese». ** It’s the 1920s, the time of silent era of motion pictures. A sound technician working on set desperately falls in love with the lead actress. While he is handling some cumbersome recording equipment, the microphone accidentally starts recording the only scene he never would have wanted to witness. “Fumo is a parody of silent films from the early 20 century. It was shot without sound, following the style and aesthetic canons of movies from that time. Some of the great filmmakers of the past were jacks-of-all-trades; so, as a sign of respect, I personally composed and performed the soundtrack, and I also played the leading role. We shot the film in a warehouse, where my crew and I lived for the duration of the shooting.” TH 145 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Orso Miyakawa (Principality of Monaco, 1992) spent his childhood between Turin and Tokyo. He then moved with his family to Milan, where he went to high school and, after a short parenthesis is Paris, he went to the United States to study film. Fumo is his second short. filmografia/filmography Favorite Things (cm, 2014), Fumo (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I guido nicolás zingari IL MARE Italia/Italy, 2014, HD, 37’, col. Guido Nicolás Zingari (San José, Costa Rica, 1984) ha studiato lettere, filosofia, storia dell’arte e antropologia culturale tra Lione, Roma e Torino. Ha svolto numerose missioni etnografiche tra il Senegal e il Togo lavorando rispettivamente sulle confraternite sufi e i culti vudù, anche nel quadro di un dottorato di ricerca dell’Università di Torino tutt’ora in corso. Dal 2012 collabora con il collettivo del Piccolo Cinema di Torino, società di mutuo soccorso cinematografico. Il mare è il suo primo lavoro. THE SEA regia, fotografia, montaggio/director, cinematography, film editing Guido Nicolás Zingari sceneggiatura/screenplay Guido Nicolás Zingari, Emmanuel Tonou, Ekoé Kuéviakoé interpreti/cast Agboessi Gade, Agudanon, Dope, Maman Avedjida, Folly suono/sound Ekoé Kuéviokoé, Giovanni Corona produttori/producers Guido Nicolás Zingari, Alejandra Carreño Calderón ** contatti/contacts Guido Nicolás Zingari Tel: +39 340 789 41 29 gnzingari@gmail.com Regione marittima del Togo, villaggio di Zooti. Nel cuore delle campagne, la vita segue il suo corso come sospesa a un filo che collega ogni cosa: la nascita di un bambino, il lavoro nei campi, il coro di una chiesa cattolica, i piccoli rituali della religione vudù. In questa indolente e laconica armonia, Agboessi, a ventiquattro anni, sta preparando l’esame di terza media, unica via d’uscita da quell’universo ristretto, ultima luce che sembra animare un’adolescenza troppo lunga. «Il mare nasce da sogni ripetuti e ossessivi. La descrizione del mondo in cui prende forma la narrazione è affidata ai gesti della vita quotidiana. Ma sono proprio loro che, lontani dallo sguardo didascalico tanto familiare al racconto etnografico, cercano di corrodere l’immagine di un’Africa sempre religiosa e troppo esotica, evocando un frammento d’intimità. In questo piccolo percorso di liberazione, si giunge a un orizzonte onirico e incompiuto su cui s’infrangono e si generano un nuovo destino e un nuovo desiderio. Solo qui diventa possibile un incontro irreale con l’altro». ** Zooti is an inland village in Togo’s coastal region. In the middle of its countryside, life continues along its path, hanging by a thread that connects everything: a baby’s birth, the work in the fields, the choir in a catholic church, the small rituals of voodoo religion. In this idle and laconic harmony, twenty-four-year-old Agboessi is studying for her final exam to complete middle school. It is the only way she can escape that tight universe surrounding her, the last glimmer of hope in an adolescence that lasted too long. “Il mare (‘the sea’) comes from recurring and obsessive dreams. The world where the story takes place is described through gestures of daily routines. But, setting aside the didactic approach so familiar to ethnographic stories, those are the aspects that try to corrupt an image of Africa that is deeply religious, overly exotic, evoking a fragment of intimacy. In this small journey toward liberation, we reach a dream-like and incomplete horizon where a new destiny and a new dream are born, replacing the former one. That is the only place where it’s possible to have an unreal meeting with someone else.” 146 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Guido Nicolás Zingari (San José, Costa Rica, 1984) studied literature, philosophy, art history, and cultural anthropology in Lyon, Rome, and Turin. He carried out many ethnographic studies in Senegal and Togo, working respectively on Sufi and Voodoo cultures, which is also the focus of his ongoing research doctorate at the University of Turin. He started working in 2012 with the theatre company of the Piccolo Cinema di Torino, a filmbased mutual aid society. Il mare is his first film. filmografia/filmography Il mare (mm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I gianluca abbate PANORAMA Italia/Italy, 2014, HD, 7’, col. PANORAMA regia/director Gianluca Abbate suono/sound Virginia Eleuteri Serpieri ** contatti/contacts Gianluca Abbate gianlucaabbate80@gmail.com www.gianlucaabbate.com Una città che si estende in uno spazio globale infinito, senza più luoghi disabitati e frontiere dove trovare riparo, prosecuzione del concetto di polis divenuto però contemporaneo. In questo paesaggio non si scorge nessun percorso di riammissione per chi ne sia stato escluso, risvegliando mondi immaginari alla ricerca di un equilibrio. Primo capitolo di una trilogia sull’idea di agglomerato urbano. «L’idea di Panorama nasce osservando il paesaggio metropolitano che scorre davanti ai miei occhi, attraverso il finestrino di un treno. I percorsi obbligati dei tram e dei bus, veri e propri carrelli cinematografici sulla città, mi hanno ispirato le immagini del film. Ho utilizzato piccole porzioni di filmati amatoriali di utenti del web, elaborati e adattati con le tecniche della computer grafica, formando uno scenario fantasmagorico di una città distopica che è già presente. L’uomo che vive questo spazio, le sue complicate condizioni di vita e l’influenza dell’ambiente sono elementi così forti da coprire la voce della natura». ** A city stretching across an infinite global space: a modern progression of the concept of polis (city), with no uninhabited areas or frontiers where to seek refuge. This landscape, where there is no way to be readmitted into society once you have been excluded from it, reawakens imaginary worlds in search for equilibrium. Panorama is the first chapter of a trilogy on the concept of conurbation. “I got the idea for Panorama while I was on a train looking at the urban scenery pass me by. The inspiration for the images in the film came from the forced paths taken by trams and buses, de facto dolly tracks across the city. I used cuts from amateur footage found online, elaborating and adapting them with computer graphics techniques, creating a phantasmagoric landscape of a dystopian city that already exists. The man living in this place, the complicated life conditions, and the environment’s influence are so strong they cover up the voice of nature. 147 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Gianluca Abbate si è diplomato nel 2003 al Centro sperimentale di cinematografia di Roma e ha fondato due agenzie di comunicazione indipendenti, Ade Creative Studio e Studio Brutus. Artista multidisciplinare, nel 2008 ha curato l’identità grafica e sonora del canale televisivo Qoob.tv, per Mtv, e nel 2011 ha tenuto un corso sulle nuove tecnologie del cinema e della tv, dedicato alle tecniche della videoinstallazione e del videomapping, presso la Scuola civica di cinema di Milano. Ha diretto diversi cortometraggi, fra cui H2O (2006), presentato al Torino Film Festival. Gianluca Abbate graduated from the Centro sperimentale di cinematografia in Rome in 2003 and started two independent communication agencies: Ade Creative Studio and Studio Brutus. As a multidisciplinary artist, he curated in 2008 the graphic and audio identity of the television channel Qoob.tv for MTV; in 2011, he taught a class at Milan’s film school (the Scuola civica di cinema di Milano) on new technologies in cinema and television, focusing on video installations and video mapping. He directed several short films, including H2O (2006), which was presented at the Torino Film Festival. filmografia/filmography Cell (cm, 2002), H2O (cm, 2006), The Story of Gardens (cm, 2012), Microbioma (cm, 2013), Panorama (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I mathieu volpe IL SEGRETO DEL SERPENTE Belgio/Belgium, 2014, HD-Super8-16mm, 18’, bn/bw-col. Mathieu Volpe (Roma, 1990), di padre italiano e madre belga, ha vissuto a Bari fino ai diciannove anni. Nel 2009 si è trasferito a Bruxelles per studiare regia all’Institut des arts de diffusion di Louvain-la-Neuve. Questo documentario è il suo film di fine studi. SOME THINGS ARE BETTER LEFT UNTOLD regia/director Mathieu Volpe fotografia/cinematography Pierre-Edouard Jasmin montaggio/film editing Andy De Keersmaecker musica/music Vincent D’Hondt suono/sound Luise Trinques interprete/cast Pietro Marullo (voce fuori campo/voice over) produzione/production Mediadiffusion ** Mathieu Volpe nominanudatenemus@alice.it Mediadiffusion diffusion@iad-arts.be www.mediadiffusion.eu Mathieu Volpe (Rome, Italy, 1990), an Italian father and a Belgian mother, lived in Bari until he was nineteen. In 2009 he moved to Brussels to study directing at the Institut des arts de diffusion in Louvain-la-Neuve. This documentary is his graduating film. Un viaggio tra la Puglia e la Basilicata durante un’estate afosa. I borghi arroccati sul mare, le grotte e le processioni religiose che affollano le vie facendole risuonare dei canti liturgici. Il rito quotidiano del rosario recitato dalle donne del paese, gli antichi mosaici delle chiese che sembrano prendere vita sotto lo sguardo della macchina da presa. Luoghi e persone il cui ricordo affiora durante un nuovo viaggio, insieme a quello di un volto amato. «Cinque anni fa, un amico mi ha accompagnato in Puglia mentre tornavo dalla mia famiglia: sotto il sole cocente di agosto, abbiamo scoperto insieme dei luoghi che fino ad allora mi erano totalmente sconosciuti. […] Rivisitando tali scenari, riporto alla luce i resti di una storia d’amore non corrisposto intrecciandoli a una riflessione sulle immagini come traccia della nostra vita e sulla necessità dell’oblio per rimarginare le ferite segrete. Affidarsi alle immagini che perdurano nella memoria collettiva potrebbe essere la risposta alla lenta erosione che il tempo opera sui nostri ricordi». ** A voyage in Puglia and Basilicata one muggy summer. Villages perched above the sea, sea caves, and religious processions that crowd the streets, making them echo with liturgical songs. The daily rite of the rosary recited by the townswomen, ancient mosaics in the churches that seem to come to life before the movie camera. Places and people whose memory surfaces during a new journey, along with that of a beloved face. “Five years ago, a friend accompanied me to Puglia when I returned home: under the hot August sun, we discovered places that until then were completely unknown to me. […] By visiting those places once again, I have brought back to light traces of an unrequited love story, weaving it together with a reflection on images as traces of our life and the need for oblivion in order to heal our secret wounds. Entrusting ourselves to these images that last in the collective memory might be the answer to the slow erosion that time effects on our memories.” 148 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I filmografia/filmography Il segreto del serpente (cm, 2014). I TA L I A N A . C O R T I alberto gemmi, enrico masi SINAI UN ALTRO PASSO SULLA TERRA Italia-Croazia/Italy-Croatia, 2014, HD-16mm, 29’, col. Alberto Gemmi ha studiato cinema e filmmaking. Nel 2010 ha realizzato il corto Stuck Within e nel 2012 il documentario I colonnelli di Roma. Con Go Burning Atacama Go ha vinto il premio per il miglior film al Lucca Experimental Film Festival. Attualmente è impegnato nel suo primo documentario lungo, sulla riqualificazione di un’importante area industriale. SINAI ANOTHER STEP ON THE EARTH regia/directors Alberto Gemmi, Enrico Masi soggetto/story Alberto Gemmi, Enrico Masi, Stefano Migliore sceneggiatura/screenplay Enrico Masi fotografia/cinematography Alberto Gemmi montaggio/film editing Diego Berrè musica/music Zende Music suono/sound Jacopo Bonora interpreti/cast Ivana Zaninovic, Sinai Zaninovic produttore/producer Stefano Migliore produzione/production Caucaso ** contatti/contacts Caucaso Factory Tel: +39 051 095 08 23 contact@caucaso.info www.caucaso.info A ovest Venezia, a est Costantinopoli. La storia di un uomo che vive alla periferia dell’impero, nell’arcipelago croato. Il villaggio di Velo Grablje, con i suoi ultimi cinque abitanti, scompare in un mare di nebbia, in una regione al termine di questa Europa globale. Una voce femminile, che si presenta come l’oracolo di Delfi; una donna nata in Marocco che ha deciso di vivere sull’isola di Hvar. Guerra, morte, eredità del socialismo reale, in un dialogo generazionale tra Ivana e suo zio, nato Sinai Zaninovic. «L’isola di Hvar, poco lontano dalle coste dalmate, è stata per noi il centro del Mar Adriatico, il centro del nostro piccolo mondo. Qui abbiamo incontrato le origini di una civiltà antica e soprattutto tentato di comprendere l’eredità della sua storia moderna. Il cinema è stato il nostro strumento. La coregia ha unito questi respiri all’interno di un unico vocabolario. I dialoghi sono stati infiniti, pronunciati durante tutta la notte e poi ancora nel sonno». (Alberto Gemmi) ** Venice to the west and Constantinople to the east. The tale of a man who lives in the Croatian archipelago, in the outskirts of the empire. The town of Velo Grablje, with its last five inhabitants, disappears in a sea of fog, in a region on the border of this global Europe. A female voice presents herself as the Oracle of Delphi. A woman born in Morocco who decided to live on the island of Hvar. War, death, the legacy of real socialism in a generational exchange between Ivana and her uncle, Sinai Zaninovic. “The island of Hvar, which isn’t far from the Dalmatian shores, felt like it was in the middle of the Adriatic Sea: it was the center of our little world. We discovered the origins of an ancient civilization, and we especially tried to understand the legacy of its modern history. Film was our medium. The co-direction combined these breaths in a single vocabulary. The dialogues were eternal, spoken throughout the entire night, and then also while sleeping.” (Alberto Gemmi) 149 SOMMARIO I TA L I A N A . C O R T I Enrico Masi, laureatosi a Bologna in lettere moderne e cinema, è tra i fondatori del gruppo Caucaso, con il quale dal 2004 realizza film e organizza happening e concerti in Italia e in Europa. Attivo dal 2008 come antropologo visuale, è al momento impegnato nel suo nuovo progetto filmico, A Batalha de Lepanto. Alberto Gemmi studied cinema and filmmaking. He made the short Stuck Within in 2010, and the documentary I colonnelli di Roma in 2012. He won the award for best film at the Lucca Experimental Film Festival for the film Go Burning Atacama Go. He is currently working on his first long documentary on the renovation of a major industrial area. Enrico Masi studied modern letters and cinema. He is one of the founding members of the group Caucaso; they start making films in 2004 and organize happenings and concerts in Italy and across Europe. He has been working as a visual anthropologist since 2008, and he is currently working on his new film project, A Batalha de Lepanto. filmografia/filmography Alberto Gemmi: Stuck Within (cm, 2010), I colonnelli di Roma (doc., 2012), Go Burning Atacama Go (cm, 2012). Alberto Gemmi, Enrico Masi: Sinai - Un altro passo sulla terra (cm, doc., 2014). ONDE I FILM | DEBORAH STRATMAN HACKED CIRCUIT | EMILIANO GRIECO LA HUELLA | TONINO DE BERNARDI JOUR ET NUIT - DELLE DONNE E DEGLI UOMINI PERDUTI | TRUONG QUE CHI MAT TROI DEN - BLACK SUN | JACQUELINE GOSS, JENNY PERLIN THE MEASURES | JENNIFER REEDER A MILLION MILES AWAY | MAUREEN FAZENDEIRO MOTU MAEVA | GUSTAVO VINAGRE NOVA DUBAI | TAMARA DRAKULIĆ OKEAN - OCEAN | NARIMAN TUREBAEV PRIKLYUCHENIE - ADVENTURE | CLÉMENT COGITORE SANS TITRE | EUGÈNE GREEN LA SAPIENZA | GIACOMO ABBRUZZESE THIS IS THE WAY | EDUARDO WILLIAMS TÔI QUÊN RÔI! - I FORGOT! | KONSTANTINA KOTZAMANI WASHINGTONIA | ABHIJIT MAZUMDAR YETI | ANDREW T. BETZER YOUNG BODIES HEAL QUICKLY | IVAN SALATIĆ ZAKLONI - SHELTERS LUCA FERRI ABACUC EN LA NIEBLA ONDE - JOSEPHINE DECKER | THOU WAST MILD & LOVELY | WHERE ARE YOU GOING, | BALKAN CAMP | WALTER AND KAYLA | THE LIBRARY OF AUDREY | EVACUATION | ME THE TERRIBLE | GONE WILD | JOSEPHINE DECKER, BRITTANY BLOCKMAN NAKED PRINCETON | JOSEPHINE DECKER, ZEFREY THROWELL MADONNA MIA VIOLENTA JOSEPHINE DECKER BUTTER ON THE LATCH ELENA? SOMMARIO ONDE Mappe per nuovi mondi DI MASSIMO CAUSO E ROBERTO MANASSERO La Sapienza (2014) La selezione di Onde 2014 è una sorta di mappa tracciata dal cinema su orizzonti geografici e strategie cinematografiche che forzano il dispositivo del filmare in direzione della vita. Un cinema di mappature per viaggi alla scoperta di topografie esistenziali, planimetrie labirintiche, biografie oceaniche e traversate della coscienza. In un susseguirsi di opere che reinventano le grandi narrazioni classiche (l’avventura, il periplo, l’on the road, il nostos, il ritorno...) e la meticolosità degli appunti di viaggio. L’imprinting ideale lo offre il viaggio in Italia di Eugène Green, che torna al Festival con un’opera come La sapienza, che va incontro 151 SOMMARIO ONDE al Borromini per ritrovare le altezze del vivere. Altri viaggi quelli americani, che percorrono la frontiera tra la profondità della coscienza e la forza delle pulsioni: i fratelli di Young Bodies Heal Quickly di Andrew T. Betzer portano la loro adolescenza nelle badlands della civiltà americana, mentre Jacqueline Goss e Jenny Perlin eseguono in The Measures la ricognizione di un territorio dove storia, innocenza e libertà imparano a misurarsi reciprocamente. E se Deborah Stratman, in Hacked Circuit, misura le distanze spaziali e concettuali tra il suono e la visione sul corpo della Conversazione, Jennifer Reeder in A Million Miles Away traccia nelle dinamiche di una classe femminile i linguaggi generazionali. Prendono invece le misure del loro quartiere i protagonisti di Nova Dubai del brasiliano Gustavo Vinagre, «porno-terrorista» che coniuga sesso ed edilizia in chiave politica, mentre in Yeti l’indiano Abhijit Mazumdar incarna nella topografia della periferia metropolitana il corpo del cinema che si fa set e vita. Così come in Adventure il kazako Nariman Turibayev veste di languori esistenziali le notti bianche (Dostoevskij) di una guardia giurata. L’argentino Emiliano Grieco in La huella en la niebla intinge di vaghi umori conradiani il ritorno a casa del suo antieroe, mentre sfogliano le pagine di un diario di viaggio al termine della vita sia la serba Tamara Drakulić, che in Ocean radica il suo tempo interiore in una traversata oceanica, sia la portoghese Maureen Fazendeiro, che in Motu Maeva attraversa una biografia di viaggi in Super8. Una (auto)biografia da smartphone è invece quella di una diciottenne olandese raccontata in This Is the Way da Giacomo Abbruzzese, italiano in Onde assieme al labirinto ludico-filosofico tracciato da Luca Ferri in Abacuc e all’appassionato deambulare esistenziale di Tonino De Bernardi in Jour et nuit. La greca Konstantina Kotzamani ci offre la folgorante visione di una Atene tropicale in Washingtonia, mentre il Vietnam si apre allo sguardo sorprendentemente speculare di Truong Que Chi in Black Sun e di Eduardo Williams in I Forgot! E se il montenegrino Ivan Salatić sospende il tempo di un estivo coming of age in Shelters, il francese Clément Cogitore fonde arcaico passato e futuro presente nel messianesimo immanente di Sans titre. ONDE Maps to new worlds BY MASSIMO CAUSO AND ROBERTO MANASSERO Young Bodies Heal Quickly (2014) This year, the selection Onde has made is a sort of map which cinema has drawn of geographical horizons and film strategies that force the camera’s gaze in the direction of life. A cinema of mapping for voyages to discover existential topographies, labyrinthine planimetries, oceanic biographies and crossings of the conscience. All in a succession of films that reinvent the great classics of narration (adventure, circumnavigation, on the road, nostos, returns…) and the precision of journey logbooks. An ideal imprinting is provided by the Italian journey of Eugène Green, who returns to the Festival with his film La sapienza, that searches out Borromini to rediscover the zeniths of life. Then there are American voyages that follow the border between the depths of the conscience and the power of desires: the brothers in Young Bodies Heal Quickly by Andrew T. Betzer take their adolescence into the badlands of American civilization; Jacqueline Goss and Jenny Perlin, in The 152 SOMMARIO ONDE Measures, reconnoiter a territory in which history, innocence and freedom learn to measure each other up. And if Deborah Stratman, in Hacked Circuit, measures spatial and conceptual distances between sound and sight while working on The Conversation, Jennifer Reeder in A Million Miles Away traces generational languages within the dynamics of an all-girl class. Instead, the protagonists of Nova Dubai by Brazil’s Gustavo Vinagre, a “porn-terrorist” who parses sex and the construction industry in a political key, take the measure of their neighborhood; while in Yeti, India’s Abhijit Mazumdar transforms the topography of metropolitan suburbs into the embodiment of a type of cinema that makes itself both set and life. In Adventure, the Kazakh Nariman Turibayev drapes the white nights (Dostoevsky) of a nightwatchman in existential languor. Argentina’s Emiliano Grieco, in La huella en la niebla, enfolds nebulous echoes of Conrad around the homecoming of his anti-hero; while the pages of a journey’s logbook are riffled as life comes to an end, in films by the Serbian Tamara Drakulić who, in Ocean, roots her interior time in an ocean crossing, and by the Portuguese Maureen Fazendeiro who, in Motu Maeva, traverses a biography of trips in Super8. A Smartphone (auto)biography is recounted by an eighteenyear-old Dutch girl in This Is the Way by Giacomo Abbruzzese, an Italian participant in Onde, along with the playful-philosophical labyrinth traced by Luca Ferri in Abacuc and the passionate, existential wandering of Tonino De Bernardi in Jour et nuit. Greece’s Konstantina Kotzamani offers us the dazzling vision of a tropical Athens in Washingtonia, while Vietnam opens itself to the surprisingly specular gaze of Truong Que Chi in Black Sun and of Eduardo Williams in I Forgot! And if Montenegro’s Ivan Salatić suspends time in a summer coming-of-age story in Shelters, France’s Clément Cogitore combines an archaic past and a present future in the immanent messianism of Sans titre. ONDE luca ferri ABACUC Italia/Italy, 2014, Super8, 81’, bn/bw ABACUC regia, sceneggiatura/ director, screenplay Luca Ferri fotografia/cinematography Giulia Vallicelli montaggio/film editing Alberto Valtellina musica/music Dario Agazzi interprete/cast Dario Bacis produttore/producer Angelo Signorelli produzione/production Lab 80 film ** contatti/contacts Lab 80 film Alberto Valtellina Tel: +39 03 55 78 10 21 info@lab80.it www.lab80.it A Abacuc vive in una casa ferroviera il cui giardino è delimitato dalle rotaie. Non proferisce parola, ma attraverso la cornetta del telefono giungono voci lontane. Le sue giornate sono scandite dalle passeggiate al cimitero, unico luogo di conforto che sembra poterlo proteggere dalla città. Tra le tombe mangiate dal tempo, l’uomo vagabonda alla ricerca di nomi perduti, che riportano a un mondo per sempre passato. È «l’ultimo uomo», forse un superstite. «La concezione del film è legata alla monumentalità delle rovine. La rovina e il monumento sono condensati nello stesso corpo e nel medesimo sguardo. Memore delle macerie delle avanguardie, non voglio cadere sedotto dal nuovo classicismo camuffato da una parvenza di nuove vesti o storie. Ecco così un film immobile e fotografico dove alla telecamera e alla narrazione non è più richiesto alcun movimento. La realtà preesistente viene documentata senza pretesa di verità. Finzione e documentario travalicano e sconfinano per incontrarsi in altri territori quali il teatro marionettistico, il teatro dell’assurdo e la fotografia». ** Abacuc lives in a railway house, with a garden circumscribed by the train tracks. He doesn’t speak a word, but distant voices can be heard from the phone. He spends his days walking around the cemetery, the only comforting place that seems to shelter him from the city. The man wanders among the tombstones corroded by time, seeking long forgotten names that bring him back to a time forever gone. He’s “the last man,” maybe a survivor. “The idea for the film originated from the monumental nature of ruins. Ruins and monuments, fused in the same body, condensed in one sight. Mindful of the debris of avant-garde movements, I don’t want to give into the seduction of this new form of classicism masked under new guises and stories. So here is a motionless and photographic film, where camera and narration are no longer required to move. The preexisting reality is documented without any pretense for truth. Fiction and documentary exceed their boundaries and come together in other realms, like the world of puppet shows, theatre of the absurd, and photography.” 153 SOMMARIO Luca Ferri (Bergamo, 1976) ha diretto video presentati in rassegne e concorsi nazionali e internazionali. Con il lungometraggio Dodoanimaleinettoal, realizzato in collaborazione con Lab 80 film, è stato selezionato in diversi festival e ha vinto il Best Video Award al Prog:ME di Rio de Janeiro. Magog [o epifania del barbagianni] è stato presentato alla 48 Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, mentre Habitat [Piavoli], girato insieme a Claudio Casazza, è stato presentato alla scorsa edizione del Torino Film Festival. I suoi lavori sono stati prodotti da Lab 80 film e recentemente acquisiti dal circuito Nomadica. ONDE Luca Ferri (Bergamo, Italy, 1976) has directed videos presented at many national and international festivals and competitions. His feature film Dodoanimaleinettoal, made in collaboration with Lab 80 film, was selected by several film festivals and won the Best Video Award at Prog: ME in Rio de Janeiro. Magog [o epifania del barbagianni] was presented at the 48 Pesaro International Film Festival of New Cinema; Habitat [Piavoli], which he shot with Claudio Casazza, was presented during last year’s edition of the Torino Film Festival. His work is produced by Lab 80 film, and was recently bought by the Nomadica circuit. TH filmografia/filmography Educere Movere Billiardo (mm, 2004), Anna vs Oliva (mm, 2004), Ergonomia culanda (mm, 2005), Scano Boa (mm, 2005), Fiori di Broca (mm, 2005), Dodoanimaleinettoal (2005), Di nuovo giggi e il rattan (cm, 2007), Magog [o epifania del barbagianni] (cm, 2011), Ecce Ubu (2012), Kaputt/Katastrophe (cm, 2012), Habitat [Piavoli] (coregia/codirector Claudio Casazza, 2013), Abacuc (2014). ONDE deborah stratman HACKED CIRCUIT Usa, 2014, HD, 15’, col. HACKED CIRCUIT regia, soggetto, produttore/director, story, producer Deborah Stratman fotografia/cinematography Norbert Shieh suono/sound Deborah Stratman, Aaron Bartscht, Lou Mallozzi interpreti/cast Gregg Barbanell, Darrin Mann ** contatti/contacts Deborah Stratman delta@pythagorasfilm.com Un unico piano sequenza per descrivere ciò accade in uno studio di post produzione, in cui si stanno doppiando i suoni della Conversazione di Coppola. Ciò che normalmente è invisibile allo spettatore compare sullo schermo, in un gioco di rimandi tra realtà e finzione. «Mi ci sono voluti due anni di spedizioni esplorative in diversi studi registrazione per effetti sonori nella zona di Los Angeles, prima di trovarne uno in cui la location e la struttura fossero adatte alla forma circolare che volevo dare al film. Mi serviva uno studio autonomo, con una porta davanti e una sul retro, in una zona in cui fare il giro dell’isolato non richiedesse troppo tempo. […] Inoltre, cercavo una strada dove ci fosse la vera vita, non una sua riproduzione, così che il pubblico, man mano che il film andava avanti, potesse avere dubbi su cosa fosse reale e cosa fittizio. Quando finalmente ho scovato lo studio al 1533 di Magnolia Boulevard a Burbank, grazie all’aiuto del mio foley artist Gregg, ho capito che avevamo la location giusta per il film». ** One sequence shot to describe what goes on in a post-production studio, where the soundtrack of Francis Ford Coppola’s The Conversation is being dubbed. What is normally invisible to the spectator appears on the screen, alternating reality and fiction. “It took two years of occasionally scouting trips to multiple foley stages around Los Angeles before I found one whose location and layout suited the circular shape I wanted the film to take. I needed a stand-alone stage, with both a back and front door, and in a neighborhood where going around the block would not take inordinately long. […] And I needed a real street where life was going by, un-constructed. So that, as the film progresses, the audience can have multiple and shifting suspicions about what is real and what is fabricated. When I finally found, with the help of my foley artist Gregg, the studio at 1533 Magnolia in Burbank, I knew we had our location.” 154 SOMMARIO ONDE Deborah Stratman vive e lavora a Chicago, dove insegna presso la University of Illinois. Le sue opere, che alternano pellicola 16mm, video e digitale, sono state ospitate nei più importanti musei del mondo, come il MoMA di New York o il Centre Pompidou di Parigi, e proiettate in manifestazioni di rilevanza internazionale come il Sundance, la Viennale, il Cph/Dox, l’Oberhausen Film Festival e il Rotterdam Film Festival. Al Torino Film Festival ha presentato nel 2009 il mediometraggio O’er the Land e l’anno successivo il corto Shrimp Chicken Fish. Deborah Stratman lives and works in Chicago, where she teaches at the University of Illinois. Her works alternate the use of 16mm film, digital and video, and have been featured at world-famous museums, such as MoMA in New York and the Centre Pompidou in Paris, and have been screened at internationally important events, including Sundance, the Viennale, Cph/Dox, the Oberhausen Film Festival and the Rotterdam Film Festival. At the 2009 Torino Film Festival she presented the mediumlength O’er the Land and the following year, the short Shrimp Chicken Fish. filmografia essenziale/ essential filmography My Alchemy (cm, 1990), Upon a Time (cm, 1991), A Letter (cm, 1992), Possibilities, Dilemmas (cm, 1992), The Train from LA to LA (cm, 1992), Palimpsest (cm, 1993), Walking (cm, 1994), Iolanthe (cm, 1995), On the Various Nature of Things (cm, 1995), From Hetty to Nancy (cm, 1997), The BLVD (mm, 1999), Untied (cm, 2001), In Order Not to Be Here (cm, 2002), Energy Country (cm, 2003), Kings of the Sky (mm, 2004), How Among the Frozen Words (cm, 2005), It Will Die Out in the Mind (cm, 2006), The Magician’s House (cm, 2007), Butter and Tomatoes (cm, 2008), The Memory (cm, 2008), Kuyenda N’Kubvina (cm, 2010), FF (cm, 2010), Ray’s Birds (cm, 2010), …These Blazering Starrs! (cm, 2011), Village, Silenced (cm, 2011), The Name Is Not the Thing Named (cm, 2012), Musical Insects (cm, 2013), Immortal, Suspended (cm, 2013), Second Sighted (cm, 2014). ONDE emiliano grieco LA HUELA EN LA NIEBLA Argentina, 2014, HD, 82’, col. THE TRACE IN THE FOG regia, sceneggiatura/ director, screenplay Emiliano Grieco fotografia/cinematography Tebbe Shöningh montaggio/film editing Federico Rotstein interpreti/cast Damián Enriquez, Emme De Silva, Germán De Silva produttore/producer Daniel Werner produzione/production Werner Cine ** contatti/contacts Werner Cine Daniel Andres Werner info@wernercine.com www.wernercine.com Elias si è macchiato di un omicidio. Ferito e perso nella nebbia, torna alla sua isola. Dopo la piena tutto è cambiato: nulla è rimasto come ricordava e la casa in cui viveva è vuota. Il padre gli offre un riparo ma, in cuor suo, non si fida di lui. I nuovi vicini gli dicono dove può trovare la moglie e il figlio, che ora vivono con un altro uomo e non vogliono rivederlo. A nulla valgono gli sforzi di Elias, che smette di bere, sistema la fattoria in cui vivevano e trova lavoro su una barca. E man mano che il dolore cresce, anche la natura sembra inghiottirlo. «L’acqua è l’elemento chiave del film: magica, ammaliante, avvolta dalle ombre. È dove la vita si realizza, dove una persona può sparire. Elias, come la natura che lo circonda, si sente ferito e cerca la guarigione in un ambiente tranquillo che però, a sua volta, sta diventando sempre più ostile e inquinato. A bordo di una canoa, Elias naviga su un fiume nebbioso fatto di sogni, mosso da uno strano vento mentre cerca la sua isola, la sua casa, la sua famiglia». ** Elias has committed a murder. Wounded and lost in the fog, he returns to his island. After the flood everything has changed: nothing has remained the way he remembered and the house he used to live in is empty. His father offers him shelter but, deep down, he doesn’t trust him. The new neighbors tell him where he can find his wife and his son, who now live with another man and don’t want to see him again. All Elias’ efforts are in vain, he has quit drinking, fixed up the farm where they used to live together, and has found work on a boat. And as the pain slowly increases, even the nature seems to swallow him up. “Water is a key element of the film – magical, captivating, and wrapped in shadow. It is where life unfolds; it is where a person can disappear. Like the nature that surrounds him, Elias is hurt and is looking for healing in a quiet environment that is becoming increasingly hostile and polluted. In his canoe, Elias navigates a river of dreams full of fog, pushed ahead by a strange wind as he searches for his island, his house, his family.” 155 SOMMARIO ONDE Emiliano Grieco (Argentina, 1981) ha studiato comunicazione presso l’Universidad nacional de Entre Ríos e cinema documentaristico presso la Universidad popular de madres de Plaza de Mayo, seguendo le lezioni di Gustavo Hennekens, Fernando Birri e Jorge Prelorán. Ha poi concluso i suoi studi presso l’Instituto universitario nacional del arte. Come regista e produttore ha vinto numerosi premi con il cortometraggio documentario Son of the River (2009) e ha partecipato al Festival internacional de cine de Mar del Plata con il documentario Diamante (2013). Emiliano Grieco (Argentina, 1981) studied communication at the Universidad nacional de Entre Ríos and documentary film at the Universidad popular de madres de Plaza de Mayo, following classes held by Gustavo Hennekens, Fernando Birri and Jorge Prelorán. He completed his studies at the Instituto universitario nacional del arte. As a director and producer, he has won numerous prizes with the documentary short Son of the River (2009) and participated at the Festival internacional de cine de Mar del Plata with the documentary Diamante (2013). filmografia essenziale/ essential filmography Son of the River (cm, doc., 2009), Diamante (doc., 2013), La huela en la niebla (2014). ONDE tonino de bernardi JOUR ET NUIT - DELLE DONNE E DEGLI UOMINI PERDUTI Italia/Italy, 2014, HD, 110’, col. NIGHT AND DAY - WOMEN AND MEN LOST regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia/ director, story, screenplay, cinematography Tonino De Bernardi montaggio/film editing Maicol Casale musica/music Joana Preiss interpreti/cast Lou Castel, Joana Preiss, Joana Curvo, Claudia Marelli, Caterina Barone, Fulvio Baglivi, Donatello Fumarola, Lahcen Ragouzi, Marie Vic Debré, Rémy Héritier produttori/producers Tonino De Bernardi, Mariella Navale produzione/production Lontane Province Film ** contatti/contacts Tonino De Bernardi toninodebernardi@libero.it Figure di donne (le storie alle spalle) nella prostituzione tra Italia e Francia (e Brasile), che un tempo si dicevano perdute, e di uomini, anch’essi non meno perduti. «Film dai tanti titoli. Il primo potrebbe essere Come battersi, da uno scritto-poesia di Leonetti che mi ha portato da Lou Castel […] e a cui cerco di rispondere nel finale. Il secondo, Caravaggio di strada, a cui devo l’inizio (grazie a chi l’ha filmato per me). Poi Hellas mon amour, che riecheggia Duras e Resnais, cioè la Grecia, Paese del cuore e dell’anima, la cui civiltà ci ha creati e nutriti, e oggi continua a farlo in barba al default. […] E ancora Le voci dei libri (ogni libro ha tante voci), perché continuerei a comprare libri sulle bancarelle in mezzo ai quali vivere sommerso e perduto. E poi Voci di persone, qua e là, tentando l’affresco o le tessere del mosaico. E Doppio suicidio, titolo della grande Pia Epremian De Silvestris ma indicando Paul Lafargue (Le droit à la paresse) e la moglie Laura Marx, figlia di Karl, suicidatisi insieme. […] Come ultimo, Potrei scoppiare: ed è per questo che devo fare i film». ** Portraits of women, stories from their past and their present as prostitutes working between Italy and France (and Brazil). Women who used to think they were lost, and men just as lost as them. “It’s a movie with many titles. The first could be ‘How to fight,’ from an essay-poem by Leonetti, brought to me by Lou Castel […], whom I tried to answer in the ending. The second, ‘Street Caravaggio,’ to which I owe the beginning thanks to those who filmed it for me. Then to ‘Hellas mon amour,’ with echoes of Duras and Resnais: the heart of Greece and the soul of a civilization that created and nurtured us, and that continues to do so today despite the financial default. […] And also ‘The voices of the books’ (every book has many voices), because I would keep on buying books, living surrounded and lost among them. Or ‘People’s voices,’ here and there, like brush strokes in a fresco or the tiles of a mosaic. And ‘Double suicide,’ a film by the great Pia Epremian De Silvestris about of Paul Lafargue (author of The Right to Be Lazy) and his wife Laura Marx (Karl’s daughter), and their decision to commit suicide together. […] And, lastly, ‘I could burst:’ and that’s why I need to make movies.” 156 SOMMARIO ONDE Tonino De Bernardi, regista underground dal 1967 al 1983, nel 1987 gira il suo primo lungo «ufficiale» Elettra, da Sofocle, prodotto da Rai3 e interpretato da attori non professionisti di Casalborgone, dove insegna alle scuole medie fino al 1992. Con Viaggio a Sodoma (1988) vince ex aequo con Godard il World Wide Video Festival di Den Hag, in Olanda, e con Piccoli orrori (1994), prodotto dalla sua Lontane Province Film, ottiene una menzione speciale a Taormina, il premio Cittadella d’Arezzo e un riconoscimento per Iaia Forte a Bellaria. Partecipa poi in concorso alla Mostra di Venezia con Appassionate (1999) e nella sezione Orizzonti con Médée miracle (2007). È un filmmaker irrequieto e debordante. Potrebbe scoppiare. Tonino De Bernardi was an underground filmmaker from 1967 to 1983. He shot his first “official” feature-length in 1987: the film Elettra (based on Sophocles’ tragedy), produced by RAI3, involved the participation of non-professional actors from Casalborgone, where he worked as a middle school teacher until 1992. Viaggio a Sodoma (1988) was with Jean-Luc Godard’s film as co-winner of the World Wide Video Festival in Den Hag (The Netherlands). Piccoli orrori (1994), produced by his company Lontane Province Film, received a special mention in Taormina, the Cittadella d’Arezzo Award, and a prize for Iaia Forte at Bellaria. He then participated at the Venice Film Festival in competition with Appassionate (1999), and in Orizzonti with Médée miracle (2007). He is a restless filmmaker overflowing with projects. He could burst. filmografia/filmography Dei (1968-1969), Il quadrato (1971-1972), Il rapporto coniugal parentale (1973-1976), L’io e le aggregazioni (1977-1979), Donne (1980-1982), Piccoli orrori (1994), Fiori del destino (1997), Appassionate (1999), Rosatigre (2000), La strada nel bosco (2001), Farelavita (2001), Lei (2002), Le cinéma dans tous ses états (ep. Terra, cm, 2002), Serva e padrona (2003), Latitudini (2003), Marlene de Sousa (2004), Passato presente (2005), Accoltellati (Accoltellatori) (2006), Médée miracle (2007), Pane/Piazza delle camelie (2008), Butterfly - L’attesa (2010), Ed è così. Circa. Più o meno (2011), Casa dolce casa (2012), Hotel de l’Univers (2013), Jour et nuit - Delle donne e degli uomini perduti (2014). ONDE truong que chi MAT TROI DEN Vietnam-Francia/Vietnam-France, 2014, HD, 11’, col. Truong Que Chi (Vietnam, 1987) è una filmmaker, artista e scrittrice che vive tra Parigi e Hanoi. Si è diplomata con un master in cinema conseguito presso l’Università di Parigi III - Sorbonne Nouvelle. Nel 2010 ha diretto il suo primo film, il documentario Hair That Grows Outside in, mentre Black Sun è il suo primo lavoro di finzione. BLACK SUN regia, sceneggiatura, produttore/director, screenplay, producer Truong Que Chi fotografia/cinematography Le Kim Hung montaggio/film editing Lisa Gyongy musica/music Tri Minh suono/sound Fabien Cador, Nguyen Hong Quan interpreti/cast Do Van Hoang, Nguyen Thanh Mai ** contatti/contacts Truong Que Chi Tel: +33 619 87 30 15 tquecay_act@yahoo.fr Una giovane coppia passeggia per le vie di Saigon, la città più viva del Vietnam. Sullo sfondo, le note di una canzone rock’n’roll, la cui melodia rispecchia la visione pessimistica dei giovani abitanti del Vietnam del Sud prima dell’incombente unificazione della nazione del 1975. «Il film è stato il mio primo tentativo di esplorare lo spettacolo della violenza quotidiana in Vietnam». ** A young couple, strolling around Saigon, the most exciting city of Vietnam. There, we can hear the melody of a rock’n’roll song, showing the pessimistic view of the Southern Vietnamese youth before the impending reunification of the nation in 1975. “The film was my first attempt at examining the spectacle of the everyday violence in Vietnam.” 157 SOMMARIO ONDE Truong Que Chi (Vietnam, 1987) is a filmmaker, artist and writer based in Paris and Hanoi. She graduated with a master degree in film studies from the University of Paris III Nouvelle Sorbonne. In 2010 debuted with the documentary Hair That Grows Outside in; Black Sun is her first fiction short film. filmografia/filmography Hair That Grows Outside in (doc., 2010), Mat troi den (Black Sun, cm, 2013). ONDE jacqueline goss, jenny perlin THE MEASURES Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 45’, col. Jenny Perlin vive e lavora a Brooklyn. Nelle sue opere spazia dall’utilizzo del 16mm al video e al disegno, innovando le tradizionali tecniche del documentario. I temi più ricorrenti affrontati dal suo lavoro sono la ricerca della verità, le incomprensioni fra individui e le storie personali. THE MEASURES regia, fotografia, montaggio, voci/ directors, cinematography, film editing, voices over Jacqueline Goss, Jenny Perlin ** contatti/contacts Jacqueline Goss goss@bard.edu Un viaggio nel tempo, seguendo gli studi e gli spostamenti di Pierre Méchain e Jean-Baptiste Delambre, due astronomi francesi a cui era stato assegnato il compito di definire l’esatta lunghezza del metro. Dal Mar Mediterraneo al Canale della Manica per scoprire le origini del sistema metrico decimale. A fare da contorno la violenza e gli sconvolgimenti della Rivoluzione francese, per una riflessione che abbraccia temi come l’intreccio tra tumulti politici e individuali, i problemi di una collaborazione artistica, la possibilità di conoscere e guardare nuovi spazi in un mondo dove tutto è già stato scoperto. «Io e Jenny abbiamo girato The Measures durante la prima settimana di giugno del 2013, seguendo le orme di Méchain e Delambre. In quel periodo ci sembrava di trasformarci in loro, assumevamo aspetti delle loro personalità. Mentre riprendevamo il loro viaggio, ci accorgevamo di come la storia abbia scavato il proprio cammino sulla superficie della Francia. Inoltre siamo rimaste meravigliate dalla bellezza e dalla varietà della natura di quel Paese». (Jacqueline Goss) ** A journey through time, following the research and movements of Pierre Méchain and Jean-Baptiste Delambre, two French astronomers who must calculate the exact length of the meter. From the Mediterranean Sea to the English Channel, in search of the origins of the decimal numeral system. In the background, the violence and upheaval of the French Revolution, in a reflection that embraces topics such as the interweaving of political and individual uprisings, the problems of artistic collaboration, the possibility of studying and observing new spaces in a world in which everything has already been discovered. “Jenny and I shot The Measures during the first week of June in 2013, following Méchain and Delambre’s footsteps. At times, we seemed to become them, taking on aspects of their personalities. As we recorded their journey, we noted how history has carved its way into the surfaces of France. But we also marveled at the natural and varied beauty of the country.” (Jacqueline Goss) 158 SOMMARIO Jacqueline Goss realizza film per il cinema e progetti per il web, esplorando il rapporto fra individuo e società e fra tecnologie e sistemi scientifici, culturali e politici. Negli ultimi anni si è affidata alle tecniche di animazione in 2D, dedicandosi alla creazione di documentari animati. Attualmente vive nella Hudson Valley e insegna al Bard College. ONDE Jacqueline Goss makes movies for cinema and web projects. Her works explore the relationship between the individual and society, the technology and scientific, cultural and political systems. In recent years, she has concentrated above all on 2D animation, dedicating herself to animated documentaries. At the present time, she lives in the Hudson Valley and teaches at Bard College. Jenny Perlin lives and works in Brooklyn. Her works range from the use of 16mm film to video and drawings, as she innovates traditional documentary techniques. The most recurrent topics of her works are the search for truth, the incomprehension between people, and personal stories. filmografia essenziale/ essential filmography Jacqueline Goss: Universal Shark (cm, video, 1996), Modern Keller (cm, 1998), Pass video (video, 1998), Medicine Show (cm, 1999), Slapstickers (cm, video, 1999), So to Speak (cm, video, 1999), There There Square (cm, video, 2002), How to Fix the World (cm, video, 2004), Stranger Comes to Town (cm, video, 2007), The Observers (2011). Jenny Perlin: Nove Hranice - New Borders (cm, video, 1994), From to Subject Date Reply (cm, 2000), The Very Last View (cm, 2000), Perseverance (cm, 2001), Rorschach (cm, 2002), View from Elsewhere (cm, 2002), Perseverance & How to Develop It (cm, 2003), Review (cm, 2004), Amend (cm, 2005), Associated (cm, 2006), Transcript (cm, 2006), Ending and Altered (cm, 2007). ONDE jennifer reeder A MILLION MILES AWAY Usa, 2014, HD, 28’, col. A MILLION MILES AWAY regia, sceneggiatura/ director, screenplay Jennifer Reeder fotografia/cinematography Chris Rejano montaggio/film editing Mike Olenick musica/music Jenne Lennon suono/sound Paul Dickinson interpreti/cast Jennifer Estlin, Amaya Lorick, Crystal Staley, Grace Davies, Grace Etzkorn, Isabella Ciampa, Kara Ryan, Kasey Busiel, Kasia Wilson, Kelsey Ashby-Middleton, Kristyn Zoe Wilkerson, Kyrie Courter, Margaret O’Connell, Marissa Castillo, Morgan S. Reesh, Reilly Golden, Rubey Mendoza, Sydney L. Cusic, Talie Leeb, Emma Seslowsky, UltraViolet Archer produttore/producer Steven Hudosh ** contatti/contacts Jennifer Reeder Tel: +1 312 498 94 93 thejenniferreeder@gmail.com www.thejenniferreeder.com La malinconia come mezzo di sopravvivenza nel Midwest. Una quarantenne sull’orlo del fallimento e un gruppo di ragazzine vivono la versione soprannaturale di un racconto di formazione. La trasformazione è tesa e al tempo stesso tenera, e si snoda pazientemente facendosi contagiare dal beat di un inno heavy metal degli anni Ottanta, arrangiato però come un lamento. «Sono sempre stata influenzata dalla mia nonna paterna, una storica, docente universitaria e genealogista. I racconti sulla sua vita e su quella di altre donne eccezionali hanno permeato la mia infanzia e, da adulta e insegnante io stessa, hanno incoraggiato il mio interesse per la narrazione, intesa come mezzo di comunicazione personale e verifica della comprensione cognitiva ed emotiva. Il mio lavoro è femminista: disturba e sfida le rappresentazioni convenzionali della vita della donna (e in questo caso delle adolescenti). Considero i miei progetti narrativi una forma di attivismo, sia sociale sia artistico». ** Melancholy as a survival strategy in the American Mid-West. An adult woman on the edge of failing and a pack of teenage girls simultaneously experience a supernatural version of coming-of-age. The transformation is equal parts tense and tender. It unravels patiently to the infectious beat of an 1980s era heavy metal anthem rearranged as a lamentation. “I am influenced by my paternal grandmother, a historian, academic and professional genealogist. Her accounts of her own life and the lives of other remarkable women permeated my childhood learning and encouraged my interest, as an adult and an educator, in storytelling as a tool for personal communication and examination of cognitive and emotional human understanding. My work is feminist. It disrupts and challenges conventional images of women’s lives (and in this case, teenagers). I consider the narrative projects I make to be a form of activism – both social and artistic.” 159 SOMMARIO ONDE Jennifer Reeder (Ohio, Usa) ha ottenuto un master in belle arti presso l’Istituto d’arte di Chicago. Lavora come professoressa associata di cinema ed è la direttrice del dipartimento d’arte presso la Scuola d’arte e design dell’Università dell’Illinois di Chicago. Nella sua filmografia conta più di quaranta videoprogetti e diverse sceneggiature. Con And I Will Rise If Only to Hold You Down (2011) ha partecipato fuori concorso al Kurzfilmtage di Winterthur, in Svizzera, prima di incontrare il successo internazionale proprio con A Million Miles Away, presentato in anteprima al Festival di Rotterdam e premiato nei festival di Chicago, Ann Arbor, Oberhausen e Vienna. Una selezione di suoi lavori è stata presentata in una personale alla Viennale nel 2013. Jennifer Reeder (OH, USA) received her master of fine arts degree from the Art Institute of Chicago. She is an associate professor of film and the director of the art department at the School of Art + Design of the University of Illinois at Chicago. Her filmography includes over forty video projects and numerous screenplays. Her film And I Will Rise If Only to Hold You Down (2011) was presented out of competition at the Kurzfilmtage in Winterthur, Switzerland, and she gained international success with A Million Miles Away, which received its preview screening at the Rotterdam Film Festival and won awards at the film festivals of Chicago, Ann Arbor, Oberhausen and Vienna. A selection of her works were presented at a one-woman show at the 2013 Viennale. filmografia essenziale/ essential filmography White Trash Girl (1995), The Heart and Other Small Shapes (cm, 2006), Claim (cm, 2007), Accidents at Home and How They Happen (2008), Seven Songs About Thunder (cm, 2010), Tears Cannot Restore Her: Therefore, I Weep (cm, 2011), And I Will Rise If Only to Hold You Down (cm, 2011), Girls Love Horses (cm, 2011), A Million Miles Away (cm, 2014). ONDE maureen fazendeiro MOTU MAEVA Francia/France, 2014, 8mm-Super8, 42’, col. Maureen Fazendeiro (1989) ha dedicato i suoi studi al cinema e alla danza, e alla loro relazione reciproca. Vive e lavora tra Parigi e Lisbona, dividendosi fra i suoi progetti cinematografici e il lavoro presso la casa editrice Independencia. Motu Maeva è il suo primo film. MOTU MAEVA regia/director Maureen Fazendeiro fotografia/cinematography Maureen Fazendeiro, Isabel Pagliai montaggio/film editing Catherine Libert suono/sound François Abdelnour, Jules Valeur, Miguel Martins interprete/cast Sonja André produzione/production G.R.E.C. ** contatti/contacts Maureen Fazendeiro maureen.fazendeiro@gmail.com Maureen Fazendeiro (1989) studied cinema and dance and the relationship between them. She lives and works between Paris and Lisbon, between her film projects and the publishing house Independencia. Motu Maeva is her first film. Un viaggio attraverso i ricordi di Sonja André, avventuriera del ventesimo secolo che abita su un’isola che si è costruita da sola: Motu Maeva. Senza ordine cronologico o percorsi specifici, con immagini in Super8 girate fra gli anni Cinquanta e Settanta e la voce narrante della donna, un viaggio, o una mappa, che segue un incessante movimento, dal Chad all’Indocina a Tahiti. «Mentre passeggiavo nel giardino di Sonja, ho notato un cerchio impigliato tra due alberi su una riva dello stagno. Mi intrigava. Lei mi ha detto che era lì perché non si prestava l’attenzione necessaria ai bei pioppi sull’altra sponda. Stava a indicare il punto in cui guardare. È stato allora che ho deciso di cominciare a filmare il giardino con l’idea che fare un ritratto di Sonja sarebbe stato fare un ritratto di questo luogo da lei modellato nei dettagli. Lei diceva: “Questo giardino è la libertà, ognuno può farne ciò che preferisce”. Ho preso alla lettera questo invito». ** A journey through the memories of Sonja André, an adventurer from the 20 century who lives in a shelter she built herself on the island of Motu Maeva. Without following a chronological order or a specific route, with images captured in Super-8 film between the 1950s and 1970s, and the voice-over of a woman, a trip, or a map, following an unceasing movement from Chad to Indochina to Tahiti. TH “While I was working in Sonja’s garden, I noticed a circle caught between two trees by the pond. I was intrigued. She told me it was there because no one was paying attention to the beautiful poplars on the other shore. So the circle was meant to indicate where to look. That’s when I got the idea and decided to start filming the garden: in order to create a portrait of Sonja, I would have to depict the place she shaped with so many details. She used to say ‘this garden represents freedom: everyone can do with it as they please.’ I took her invitation literally.” 160 SOMMARIO ONDE filmografia/filmography Motu Maeva (mm, 2014). ONDE gustavo vinagre NOVA DUBAI Brasile/Brasil, 2014, HD, 53’, col. NEW DUBAI regia, sceneggiatura/ director, screenplay Gustavo Vinagre fotografia/cinematography Matheus Rocha montaggio/film editing Rodrigo Carneiro scenografia, costumi/ production design, costume design Fernando Zuccolotto musica, suono/ music, sound Jonathan Macías interpreti/cast Gustavo Vinagre, Bruno D’ugo, Hugo Guimarães, Fernando Maia, Herman Barck, Caetano Gotardo, Daniel Prates ** contatti/contacts Avoa Filmes Max Eluard Tel: +55 11 456 124 92/93 maxeluard@gmail.com In un quartiere di una città brasiliana, la speculazione edilizia si è trasformata in una minaccia per la memoria affettiva di un gruppo di amici. L’unica risposta alle imminenti trasformazioni è il sesso: all’aperto, nei parchi giochi, nelle cave, negli appartamenti vuoti, in tutti i luoghi che spariranno o si trasformeranno, ma sempre apparterranno a chi li popola. E l’amore? Anche l’amore è un’opera in costruzione? «Nova Dubai è un film molto vicino a me e alla mia realtà. Come abitante del quartiere Jardim Alvorada, a São José dos Campos, al mio ritorno dopo quattro anni all’estero mi trovai al cospetto di un paesaggio completamente diverso da quello della mia adolescenza. Il quartiere, un tempo piuttosto semplice nelle architetture, iniziava a essere circondato da enormi edifici residenziali e commerciali, invaso da quella cosiddetta modernità già arrivata in precedenza nelle zone vicine. Quando incontrai i miei vecchi amici di São José, un sentimento era chiaro in tutti noi: il senso di perdita». ** In a neighborhood of a city in Brazil, real estate speculation has become a threat to the affective memory of a group of friends. The only answer to the imminent transformations is sex: outdoors, in playgrounds, quarries, empty apartments, in all the places that will disappear or be transformed, but will always belong to those who live there. And love? Is love, too, a work in progress? “Nova Dubai is a movie that is very near to me and my reality. I’m a resident of the neighborhood Jardim Alvorada, in São José dos Campos, but after four years abroad I found a completely different landscape compared to that of my youth. The area’s fairly simple architecture was beginning to be surrounded by enormous residential and commercial buildings; it was being invaded by that so-called modernity which had already appeared in the adjacent neighborhood. When I met up with my old friends from São José, all of us had a very clear feeling: a sense of loss.” 161 SOMMARIO ONDE Gustavo Vinagre (1985) è un regista e sceneggiatore brasiliano che si è formato presso la Escuela internacional de cinema y television di Cuba e ha studiato lettere presso la Universidade de São Paulo in Brasile. Con il cortometraggio Filme para Poeta Cego ha partecipato al Doculab del Guadalajara Film Festival 2012 e in seguito al Festival di Rotterdam. Oltre a Nova Dubai, nel 2014 ha scritto e diretto il cortometraggio documentario La Llamada, mentre il suo prossimo progetto, Wil, Má, è stato selezionato dal Tribeca Film Institute Filmmaker Workshop e ha ottenuto una sovvenzione locale per lo sviluppo. Gustavo Vinagre (1985) is a Brazilian director and scriptwriter. He studied cinema at EICTV (Cuba) and literature at the Universidade de São Paulo (Brazil). His short Filme para Poeta Cego participated at Doculab in Guadalajara Festival 2012 and was released at Rotterdam Film Festival 2013. He is also the director/scriptwriter of the short doc La Llamada, and the medium lenght doc Nova Dubai. His new documentary project, Wil, Má, was selected by the Tribeca Film Institute Filmmaker Workshop and won a local funding for development. filmografia/filmography Fucking Different São Paulo (ep. Dykeland, cm, 2009), Filme para Poeta Cego (cm, 2013), Nova Dubai (mm, doc., 2014), La Llamada (cm, doc., 2014). ONDE tamara drakulić OKEAN Serbia, 2014, HD, 70’, col. Tamara Drakulić (Serbia) ha studiato all’Accademia di belle arti di Belgrado e attualmente sta frequentando un master in antropologia visiva presso la facoltà di filosofia dell’Università di Belgrado. Ha esordito come regista nel 2012 con Swing, e Ocean è il suo secondo lavoro. Oltre a essere regista, è stata l’autrice, la selezionatrice musicale e la voce del programma radiofonico indipendente Ljuljaska trasmesso dalla Novi Radio Beograd. OCEAN regia, sceneggiatura/ director, screenplay Tamara Drakulić fotografia/cinematography Mate Ugrin, Tamara Drakulić montaggio/film editing Nikola Dragovic, Milan Jakonic, Tamara Drakulić suono/sound Vladimir Zivkovic interpreti/cast Tamara Drakulić, Mate Ugrin produzione/production Monkey Production coproduzione/coproduction Cinnamon Production ** contatti/contacts Tamara Drakulić ljuljaska@gmail.com Tamara Drakulić s’imbarca con il fidanzato su una nave cargo diretta alle Hawaii. Ha deciso di spargere le ceneri dell’amico Toni nell’Oceano Pacifico. Ha passato con lui l’ultimo inverno, mentre stava morendo, e ora ha intenzione di ricordarlo con un viaggio lungo e doveroso, che racconta attraverso un diario di bordo filmato. Nello scintillio delle onde, nell’infinta ampiezza dell’orizzonte di fronte al mare aperto, Tamara annota gli eventi, o per meglio dire la mancanza di sviluppi, nello spazio limitato della nave. L’isola caraibica di Guadalupe è la prima terra che la nave raggiunge dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico, antico confine del mondo conosciuto. «È strano quando incontri qualcuno così, aiutarlo a morire». ** Tamara Drakulić sets off with her fiancé on a cargo ship headed to Hawaii. She wants to scatter her friend Tony’s ashes into the Pacific Ocean. She spent the last winter by his side while he was dying, and now she wants to remember him with a long and overdue trip, which she captures in this filmed travelogue. From the light glistening on the waves, to the infinite span of the horizon stretching out in open waters, Tamara records every event (or rather the lack of developments) in the space delimitated by ship. After crossing the Atlantic Ocean, ancient limit to what was once the known world, the ship reaches the Caribbean Island of Guadalupe. “It’s strange when you meet someone like that, to help him die.” 162 SOMMARIO ONDE Tamara Drakulić (Serbia) studied at Academy of fine arts in Belgrade. Presently she is doing master studies in visual anthropology at faculty of philosophy in Belgrade. Her debut in direction was in 2012 with Swing. Ocean is her second movie. She was the author, music editor, and the voice behind independent radio show Ljuljaska, at Novi Radio Beograd. filmografia/filmography Swing (2012), Okean (doc., 2014). ONDE nariman turebayev PRIKLYUCHENIE Kazakistan/Kazakhstan, 2014, HD, 78’, col. Nariman Turebayev (Kazakistan, 1970) ha studiato presso la Kazakh National Academy of Arts, dove ha diretto i suoi primi cortometraggi. Ha lavorato come sceneggiatore e assistente alla regia in 1977 di Ardak Amirkulov e in The Road di Darezhan Omirbayev. Come regista ha diretto i cortometraggi Romantika (2000) e soprattutto Antiromantika (2001), presentato a Cannes, e i lungometraggi Little Man (2004) e Sunny Days (2011), entrambi in competizione per il Pardo d’oro al Festival di Locarno. ADVENTURE regia, sceneggiatura/ director, screenplay Nariman Turebayev soggetto/story dal romanzo breve Le notti bianche/from the short novel White Nights di/by Fëdor Dostoevskij fotografia/cinematography Kazbek Amerzhanov montaggio/film editing Aybol Kasymzhanov musica/music Irena Scalerika suono/sound Frédéric Théry interpreti e personaggi/ cast and characters Aynur Niyazova (Mariyam), Azamat Nigmanov (Marat) produttori/producers Anna Katchko, Guillaume de Seille produzione/production Kazakhfilm, Arizona Productions ** contatti/contacts Pascale Ramonda Tel: +33 06 620 132 41 pascale@pascaleramonda.com www.pascaleramonda.com Non si può dire che la vita di Marat sia emozionante: è single, vive da solo e lavora come guardia giurata notturna. Le giornate e, soprattutto, le notti trascorrono tutte uguali, prevedibili e noiose. Poi, improvvisamente, qualcosa d’inatteso: una ragazza mai vista prima, ferma sul bordo della strada di fronte allo stabilimento in cui lavora. Chi sarà? Perché è lì? È solo di passaggio o tornerà? Il giorno dopo questa figura sconosciuta riappare. Si chiama Mariyam e, quando il suo cammino incrocia quello di Marat, le notti di quest’ultimo scopriranno un nuovo elemento, prima sconosciuto: l’avventura. «Dostoevskij è uno scrittore davvero moderno, il suo stile è adatto a qualsiasi epoca e latitudine. Almaty è la città più grande città del Kazakistan, come San Pietroburgo in Russia, il luogo in cui si svolge Le notti bianche. E quando si parla d’amore i confini non contano. Dostoevskij ha vissuto cinque anni in Kazakistan. Si è sposato con una donna kazaka. Quindi possiamo dire che c’è una connessione molto stretta fra lui e il mio Paese». ** You can’t say that Marat lives an exciting life: he’s single, lives alone and works as a night watchman. His days and, above all, his nights are all the same, predictable and boring. Then, something unexpected suddenly happens: a girl he has never seen before, standing on the side of the road in front of the building where he works. Who is she? Why is she there? Is she only passing by or will she return? The next day, this mysterious person reappears. Her name is Mariyam and, when her path crosses Marat’s, his nights will discover a new, heretofore unknown element: adventure. “Dostoyevsky is a very modern writer; his style is suitable for all times and all cities. And Almaty is the biggest city in Kazakhstan, like Saint-Petersburg in Russia, the place of White Nights. And when you write about love, there’s no border. Dostoyevsky spent five years in Kazakhstan. He was married in Kazakhstan. So there is a very close connection between Dostoyevsky and Kazakhstan.” 163 SOMMARIO ONDE Nariman Turebayev (Kazakhstan, 1970) studied at the Kazakh National Academy of Arts, where he directed his first shorts. He worked as screenwriter and director’s assistant on 1977 by Ardak Amirkulov and The Road by Darezhan Omirbayev. He has directed the shorts Romantika (2000) and, above all, Antiromantika (2001), presented at Cannes, and the featurelength Little Man (2004) and Sunny Days (2011), both of which competed for the Golden Leopard at the Locarno Film Festival. filmografia/filmography Romantika (cm, 2000), Antiromantika (cm, 2001), Melenkie lyudi (Little Man, 2004), Solnechnye dni (Sunny Days, 2011), Priklyuchenie (Adventure, 2014). ONDE clément cogitore SANS TITRE Francia/France, 2014, HD, 25’, col. UNTITLED regia, produttore/ director, producer Clément Cogitore fotografia/cinematography Sylvain Verdet suono/sound Aline Huber ** contatti/contacts Clément Cogitore clement.cogitore@yahoo.fr www.clementcogitore.com Nei boschi del Lazio, fra grotte e rovine barocche, torri di controllo e catacombe romane, un gruppo di scienziati filma e registra il comportamento di un animale. La natura prosegue il suo cammino, l’uomo impone la sua tecnica, in uno scambio reciproco che supera il tempo e lo spazio. «Da qualche parte tra fantasia e rito iniziatico, il film fonde affreschi paleocristiani e tablet, schermi digitali e il canto delle sibille greche. Mettendo a confronto il mondo sotterraneo con il regno dell’aria, dell’aviazione, l’arcaico con le nuove tecnologie, Sans titre si interroga sull’immutabilità del significato delle immagini e della storia, alla luce dell’evoluzione del sapere». ** In the woods of the Lazio region, through caves and baroque ruins, among watchtowers and Roman catacombs, a group of scientists is studying and filming the behavior of an animal. Nature continues along its way, man leaves its mark with its techniques, and so on in a mutual exchange that goes on beyond time and space. “Somewhere between fantasy and initiatory ritual, this video blends paleo-Christian frescoes with tablet computers, and control screens with the song of the Greek Sibyls. By confronting the underworld with the realm of aviation, the archaic with new technologies, Sans titre questions the immutability of the meaning of story and image in light of the evolution of beliefs.” Clément Cogitore (Colmar, Francia, 1983) vive e lavora tra Parigi e Roma, dove nel 2012 ha vinto una residenza di un anno all’Accademia di Francia a Villa Medici. È rappresentato dalla galleria parigina Whiteprojects. Dopo aver studiato a l’École supérieure des arts décoratifs di Strasburgo e a Le Fresnoy, ha cominciato a lavorare come regista e videoartista. I suoi film sono stati presentati alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, a Locarno, Lisbona, Montreal, ottenendo diversi riconoscimenti. Il suo lavoro è stato proiettato in vari centri espositivi e musei, come il Palais di Tokyo, il Centre Pompidou di Parigi, il Museo di belle arti di Boston e il Mamcs di Strasburgo. Clément Cogitore (Colmar, France, 1983) lives and works between Paris and Rome where he’s a resident of the French Academy in Rome - Villa Medici for the year 2012. He is represented by Gallery Whiteprojects, Paris. After studying at the École supérieure des arts décoratifs of Strasbourg, and at the Fresnoy-National Studio of Contemporary Arts, he developed an artistic practice halfway between cinema and contemporary art. His films have been selected for numerous international festivals (Cannes Director’s Fortnight, Locarno, Lisbon, Montreal) and won several awards. His work has also been screened or presented in various art centres and museums (Palais de Tokyo Paris, Centre Georges Pompidou Paris, Museum of fine arts of Boston and MAMCS in Strasbourg. filmografia/filmography Chroniques (cm, 2006), Visités (cm, 2007), Parmi nous (mm, 2010), Bielutine - Dans le jardin du temps (doc., 2011), Sans titre (cm, 2014), Elegies (cm, 2014). 164 SOMMARIO ONDE ONDE eugène green LA SAPIENZA Francia-Italia/France-Italy, 2014, HD, 104’, col. LA SAPIENZA regia, soggetto, sceneggiatura/director, story, screenplay Eugène Green fotografia/cinematography Raphael O’Byrne montaggio/film editing Valérie Loiseleux scenografia/ production design Giorgio Barullo costumi/costume design Agnès Noden suono/sound Mirko Guerra, Sonia Portoghese interpreti e personaggi/ cast and characters Fabrizio Rongione (Alexandre), Christelle Prot Landman (Aliénor), Ludovico Succio (Goffredo), Arianna Nastro (Lavinia), Eugène Green produttori/producers Martine De Clermont-Tonnerre, Alessandro Borrelli produzione/production Mact Productions, La Sarraz Pictures ** contatti/contacts La Sarraz Pictures Alessandro Borrelli Tel: +39 011 55 34 260 lasarrazdistribuzione@gmail.com www.lasarraz.com All’apice della sua carriera d’architetto, Alexandre parte per l’Italia per completare la stesura di un libro sul Borromini, progetto abbandonato anni prima. Insieme a lui c’è la moglie Aliénor, che durante il viaggio prende sempre più coscienza di come il loro rapporto si sia raffreddato, così come la passione del marito per il proprio lavoro. Sarà l’incontro con due giovani fratelli e con il paesaggio e l’architettura italiani a svelare alla coppia vuoti esistenziali fino a quel momento inespressi. «Due sono state le mie fonti d’ispirazione: il desiderio di illustrare con un film la vita e l’opera dell’architetto barocco Borromini e l’interesse per l’architettura e l’urbanistica contemporanee. La prima ispirazione suggeriva che optassi per una biografia, mentre entrambe si prestavano bene a uno stile narrativo documentaristico. Non credo però che si possa ricostruire una vita in un film e, nonostante tutto il mio rispetto per il documentario come forma di espressione, ho sempre avuto l’istintiva convinzione – marginale oggi in Europa – che nella finzione risieda la verità più grande». ** At the height of his architect career, Alexandre leaves everything and goes to Italy to write a book on Borromini, a project that he had abandoned years ago. His wife Aliénor travels with him, but along the way, she starts realizing how much their relationship has cooled off, just like her husband’s passion for his job. The unexpressed existential void felt by the couple is finally revealed when they meet a couple of young brothers, immersing themselves in the landscape, surrounded by Italian architecture. “This film has two sources of inspiration. On the one hand the desire to illustrate through film the works and life of the Baroque architect Borromini. On the other the interest for contemporary architecture and urban planning. The first inspiration would suggest a biography, while both would be very suited to a documentary style narrative. I don’t however believe that one may reconstruct a life through film, despite having all due respect for the documentary as a form of expression, I have always had the instinctive belief – that tends to be sidelined in today’s Europe – that the greater truth can be found in fiction.” 165 SOMMARIO ONDE Eugène Green (New York, Usa, 1947) si è trasferito nel 1969 a Parigi, dove nel 1977 ha fondato il Théâtre de la Sapience, con cui ha messo in scena diverse pièce barocche e moderne, e nel 1995 ha creato il festival Le mai baroque. Ha esordito come regista con Toutes les nuits grazie a cui ha ottenuto il Prix Delluc per la miglior opera prima nel 2001. Ha quindi diretto Le nom du feu, presentato a Locarno nel 2002 e distribuito in sala insieme a Le monde vivant, che ha partecipato nello stesso anno alla Quinzaine des réalisateurs. Con Correspondances si è aggiudicato nel 2007, insieme a Harun Farocki e Pedro Costa, il premio speciale della giuria a Locarno, dove è tornato in concorso due anni dopo con A Religiosa Portuguesa e quest’anno con La sapienza. Nel 2011 il Torino Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva completa. Eugène Green (New York, NY, USA, 1947) moved to Paris in 1969, where he founded in 1977 the Théâtre de la Sapience, which has staged numerous Baroque and modern plays. In 1995, he created Le mai baroque festival. He debuted as a filmmaker with Toutes les nuits, which received the 2001 Prix Delluc for best first film. He next made Le nom du feu, a short film which was presented at Locarno in 2002 and was released along with Le monde vivant, which participated that same year at the Quinzaine des réalisateurs. For Correspondances he shared the special jury prize with Harun Farocki and Pedro Costa at the 2007 Locarno Film Festival, where he returned two years later with his feature film A Religiosa Portuguesa and this year with La sapienza. In 2011 the Torino Film Festival dedicate a complete retrospective to his works. filmografia/filmography Toutes les nuits (2001), Le nom du feu (cm, 2002), Le monde vivant (2003), Le pont des arts (2004), Les signes (mm, 2006), Digital Sam in Sam Saek 2007: Memories (ep. Corrispondences, mm, 2007), A Religiosa Portuguesa (2009), La sapienza (2014). ONDE giacomo abbruzzese THIS IS THE WAY Francia/France, 2014, HD, 27’, col. THIS IS THE WAY regia, sceneggiatura, fotografia, suono/ director, screenplay, cinematography, sound Giacomo Abbruzzese montaggio/film editing Marco Rizzo musica/music Vitalic, Hapsburg Braganza, Francesco Giannico interpreti/cast Floor Oskam, Coen Van Den Bogaard, Mo Tiel, Frederieke Ubels, Rosa Vrij, Annabel Meulenveld, Sanne Jonkers, Timo Ayo Délé Busit Bakrin, Hanna «Bibi» Koppenaal, Sophie «Joy» Tiel produttore/producer Sébastien Hussenot produzione/production La Luna Productions ** contatti/contacts La Luna Productions Florencia Gil festival@lunaprod.fr www.lunaproductions.com Nijmegen, Olanda, 2013. Joy ha due madri lesbiche e due padri gay. Ha un ragazzo, Timo, di origini nigeriane, e una ragazza, Bibi, di origini portoghesi. È nata diciotto anni fa da un’inseminazione passata per un barattolo di burro di arachidi. «Mentre si dibatte sulla questione del matrimonio omosessuale, del diritto dei gay all’adozione o alla procreazione, Joy, con la sua carica di desiderio e di vita, è già qui tra noi. La ragazza che viene dal futuro vive nel presente. Nella ricerca del migliore approccio cinematografico e con il desiderio di fare un film senza le sfiancanti attese legate ai finanziamenti, ho deciso di partire da solo, con un telefono cellulare, uno smartphone. Girare con un oggetto che potesse fare parte di lei, che potesse appartenerle, con il quale lei stessa girerebbe un film sui suoi diciott’anni. Anche This Is the Way è un film che viene dal futuro». ** Nijmegen, Holland, 2013. Joy has two lesbian mothers and two gay fathers. She has a boyfriend of Nigerian origins, Timo, and a Portuguese girlfriend, Bibi. She is eighteen and she was born through an insemination passed in a jar of peanut butter. “While contemporary societies are caught in discussions about same-sex marriage, adoption and procreation rights, Joy is already there, fluttering about. The young girl from the future lives in the present. Looking for the best cinema approach, with the desire to film without the long-lasting financing phases, I chose to go on my own, carrying only a smart phone. A device that could be part of Joy and her world, which could belong to her. Something she might use herself to shoot a film about her eighteen years. This Is the Way, too, is coming from the future.” 166 SOMMARIO ONDE Giacomo Abbruzzese (Grottaglie, Taranto, 1983), dopo essersi laureato in scienze della comunicazione presso l’Università di Siena, nel 2008 si è specializzato in cinema, televisione e produzione multimediale al Dams di Bologna e ha poi frequentato Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, dove si è diplomato nel 2011. I suoi lavori sono stati selezionati in numerosi festival internazionali tra cui quelli di Oberhausen, Montreal, Belo Horizonte e Torino, dove nel 2010 con Archipel ha vinto il premio come miglior cortometraggio. Nel 2012 è stato artista residente presso la Cité internationale des arts di Parigi e l’anno successivo è stato selezionato dalla Cinéfondation di Cannes per sviluppare il progetto del suo primo lungometraggio. Giacomo Abbruzzese (Grottaglie, Taranto, Italy, 1983), after graduating in communications from the University of Siena, in 2008 specialized in film, television and multimedia production at the DAMS in Bologna and then he was one of the young artists produced by Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains for the two-year period 2010-2011. His short films have been selected for numerous international festivals, including Oberhausen, Montreal, Belo Horizonte and the Torino Film Festival, where Archipel won best short film in 2010. In 2012 he was artist in residence at the Cité internationale des arts in Paris. In 2013 he has been selected by the Cannes Film Festival at the the Cinéfondation Residence for his project of first feature film. filmografia/filmography Romeo sotto Giulietta (cm, 2003), Esprit maternel (cm, 2004), Women, Fire and Other Dangerous Things (cm, 2005), Droga Party (cm, 2006), Passing (cm, 2007), Archipel (cm, 2010), Fireworks (cm, 2011), This Is the Way (cm, 2014), Stella Maris (cm, 2014). ONDE eduardo williams TÔI QUÊN RÔI! Francia/France, 2014, HD, 26’, col. I FORGOT ! regia, sceneggiatura/ director, screenplay Eduardo Williams montaggio/film editing Florence Bresson suono/sound Arnaud Soulier, Arthur Beja, Hoang Tung interpreti/cast Pham Viet Trung, Cao Bá Canh, Anh Phong Le, Nguyen Duc Anh, Nguyen Thanh Quang, Tuan Minsk produttore/producer Amaury Ovise produzione/production Kazak Productions ** contatti/contacts Kazak Productions Lucie Sauvagnat festival@kazakproductions.fr Un gruppo di ragazzi vietnamiti passa le sue giornate a saltare da un palazzo all’altro, lanciandosi nel vuoto tra gli edifici. I pericoli non li preoccupano. Sotto di loro i tetti, sopra di loro il cielo. «Questo film è nato come un’opportunità per me di collocarmi nel luogo ipotetico che preferisco quando dirigo o guardo un film, ovvero lontano da ogni certezza. Cerco sempre di perdermi dentro queste esperienze, così da generare il vuoto che mi dà la possibilità di superare i miei limiti. Il confine incerto tra ciò che viene dal gruppo e ciò che viene dal singolo è molto importante in questo film. La personalità viene rappresentata come la somma di tutti gli elementi delle immagini e non come qualcosa di strettamente legato a un individuo. In questo modo, la continuità tra esseri umani e spazio è resa possibile dalle immagini. Ogni volta che rifletto con calma su qualcosa, di qualsiasi cosa si tratti, mi accorgo che tutto nasce allo stesso modo, da concetti apparentemente opposti, al contempo uniti e separati dalle differenze». ** A group of Vietnamese kids spends its days jumping from one building to another, vaulting over the void between the houses. Danger doesn’t scare them. There are only rooftops below them and the sky above. “This film was generated as an opportunity to situate myself where I like to be when I make or watch films, far from any certainties. I try to lose myself through these experiences and thereby generate a vacuum that provides an opportunity to go beyond my limits. The blurring between what comes from the group and what comes from the individual is very important in this film. Personality is represented as the sum of all the elements of the image and not as something peculiar to one person. In this way I find that an idea of continuity between people and spaces is established by the image. Whenever I think calmly about something, whatever it might be, I find that everything is made up in the same way, of seemingly opposing concepts which are both united and separated by their own tension.” 167 SOMMARIO ONDE Eduardo Williams (Buenos Aires, Argentina, 1987) ha studiato presso la Universidad del cine di Buenos Aires. Durante il corso di studi ha diretto il suo primo corto, Arrepentirse (2006), per poi proseguire il percorso accademico presso Le Fresnoy, a Parigi. Il suo corto Tan atentos (2010) è stato premiato al Bafici e gli altri suoi cortometraggi lo hanno imposto come uno dei giovani autori più promettenti del panorama internazionale: Pude ver un puma (2011) è stato presentato alla Cinéfondation di Cannes e al Torino Film Festival, El ruido de las estrellas me aturde (2012) al Roma Film Festival, Que je tombe tout le temps? (2013) alla Quinzaine des réalisateurs, sempre a Cannes, mentre I Forgot! ha partecipato in concorso al Fid Marseille. Eduardo Williams (Buenos Aires, Argentina, 1987) studied at the Universidad del cine in Buenos Aires, where he directed his first short film, Arrepentirse (2006). He then continued his studies at Le Fresnoy, in Paris. His short film Tan Atentos (2010) received an award at the Buenos Aires International Independent Film Festival (BAFICI); his other shorts launched him as one of the most promising young filmmakers in the international circuit: Pude ver un puma (2011) was presented at the Cinéfondation in Cannes and at the Torino Film Festival; El ruido de las estrellas me aturde (2012) participated at the Rome Film Festival; Que je tombe tout le temps? (2013) was at Cannes’ Quinzaine des réalisateurs; and I Forgot! was in competition at FID Marseille. filmografia/filmography Arrepentirse (cm, 2006), Alguien los vio (cm, 2010), Tan Atentos (cm, 2010), Pude ver un puma (cm, 2011), El ruido de las estrellas me aturde (cm, 2012), Que je tombe tout le temps? (2013), Tôi quên rôi! (I Forgot!, cm, 2014). ONDE konstantina kotzamani WASHINGTONIA Grecia/Greece, 2014, HD, 24’, col. Kostantina Kotzamani (Komotini, Grecia, 1983) ha studiato prima farmacia e poi cinema presso l’Università Aristotele di Salonicco, nel dipartimento di belle arti. Ha partecipato ai talent campus della Berlinale e del Festival di Sarajevo e in seguito ha cominciato a realizzare cortometraggi, presentati con successo nei festival di tutto il mondo. WASHINGTONIA regia, sceneggiatura/ director, screenplay Konstantina Kotzamani fotografia/cinematography Giorgos Karvelas, Giannis Kanakis montaggio/film editing Leonidas Papafotiou scenografia/ production design Nefeli Livieratou costumi/costume design Kika Karampela musica/music Drog_A_Tek, Panou suono/sound Persefoni Miliou interpreti/cast Mamadou Diallo, Eutychia Stefanidou, Katerina Iliadi, Nikos Christofidis, Iraklis Nousas, Spyros Spyrou, Sally «black out» produttori/producers Artemis Pattakou, Giorgos Zois produzione/production Squared Square coproduzione/coproduction Greek Film Center ** contatti/contacts Konstantina Kotzamani Tel: +30 69 76 430 983 kkotzamani@yahoo.com www.washingtoniafilm.com La giraffa è l’animale con il cuore più grande, il cui battito è in grado di dominare il mondo circostante. Ma in estate, quando il caldo è più forte, gli altri animali non riescono più a percepirlo e allora si diffonde il caos. E la ricerca di questo suono fondamentale apre la porta all’inusuale, all’insolito, anche tra gli uomini, creature solitarie che si muovono nella giungla urbana di Atene, dando vita a incontri inattesi. «Ho voluto dare ad Atene un nome nuovo e strano: Washingtonia è un non luogo, una città tropicale in cui le persone vivono in mezzo agli animali. Una volta iniziate le ricerche delle location, mi è capitato di fare un sogno impressionante. Ho sognato una giraffa che cercava di entrare dalle finestre di casa mia con il suo lungo collo. Il giorno dopo sono andata allo zoo di Atene […]. Lì ho letto che la giraffa è l’animale con il cuore più grande. Allora ho capito che il mio film parlava proprio di quello, di cuori più grandi e cuori più piccoli. Perché è un film sull’amore». ** The giraffe is the animal with the biggest heart; its heartbeat is able to dominate the surrounding world. But in the summertime, when the temperature is at its hottest, the other animals are no longer able to hear it, and chaos ensues. The search for this fundamental sound opens the door to the unusual, the unfamiliar. Even for humans, solitary creatures moving in the urban jungle of Athens, and this sparks unexpected encounters. “I gave this strange new name to Athens. I called Athens Washingtonia as a no-land tropical city where people are mixed with animals. Once we started searching for the locations I had a very strong dream. I dreamt of a giraffe trying to enter my house windows with her long neck. The next day I went to the zoo of Athens […]. There I read that the giraffe is the animal with the biggest heart. Then I realized that my film is actually about that. About the big and the small hearts. It is actually about love.” 168 SOMMARIO ONDE Kostantina Kotzamani (Komotini, Greece, 1983) first studied pharmacy and later film at the Fine Arts faculty of the Aristotle University of Thessaloniki. She participated at the talent campuses of the Berlinale and the Sarajevo Film Festival, and later began making shorts, which have been presented with success at festivals throughout the world. filmografia/filmography Pigs (cm, 2011), Zodiac (cm, 2012), Arundel (cm, 2012), Morning Prayers (cm, 2013), Washingtonia (cm, 2014). ONDE abhijit mazumdar YETI India, 2014, HD, 62’, col. YETI regia, sceneggiatura/ director, screenplay Abhijit Mazumdar fotografia/cinematography Dipankar Sikder montaggio/film editing Krishnendu Sarkar musica/music Kanishka Sarkar suono/sound Amala Popuri interpreti/cast Manoj Sharma, Anurag Mishra, Atmaja Pandey, Pratik Rathod, Yashashvi Mishra produzione/production Film & Television Institute of India, Rough Work Films ** contatti/contacts Rough Work Films Amala Popuri amala.popuri@gmail.com Frammenti di vita sul set di un film che si sta girando a Mumbai. Per i membri della troupe, la relazione fra la finzione della storia e la realtà del set si fa sempre più incerta e inquietante. «Yeti è nato come progetto per l’Istituto di cinema e televisione di Pune, in India. Ogni anno i registi, quasi tutti allievi, sono invitati a lavorare con il gruppo di laureandi in recitazione per realizzare film che mettano alla prova la loro abilità. Io stesso sono stato invitato a lavorare con un gruppo di cinque attori studenti e i nostri lunghi workshop e il tempo passato insieme hanno dato forma a un film, che è una sorta di discorso sul mezzo in sé. Yeti segue i percorsi frammentari di un gruppo di giovani a Mumbai e intende rispecchiare i temi della violenza e dell’alienazione tra le vite di questi ragazzi e il mondo di finzione cinematografica in cui stanno lavorando». ** Fragments of life on the set of a film that is being shot in Mumbai. The line between fiction and reality becomes increasingly blurry and disturbing for the people working on the set. “Yeti was made as a project film for Film & Television Institute of India, Pune. Every year the Institute invites film directors, mostly alumni, to work with the graduating batch of acting students and make films showcasing their talent. I was invited to work with a group of five acting students. Our long interactive workshops and sessions shaped up into a film, which is a kind of discourse about the medium itself. Yeti follows fragmented journeys of a group of young people in the city of Mumbai. It aims to mirror-image the themes of violence and alienation between the personal lives of these young people and the fiction world of a film they are working on.” 169 SOMMARIO ONDE Abhijit Mazumdar (India) ha diretto cortometraggi, documentari e spot pubblicitari. Il suo cortometraggio Chlorophyll ha concorso al The Way We Live Film Festival, al Karlovy Vary Fresh Film Fest e al Probelauf XI. The Art of Living (2008) ha vinto il premio di miglior film nella sezione Personal Story allo Uicc International Film Festival di Ginevra. Recentemente il suo cortometraggio Vanishing Point è stato selezionato in diversi festival internazionali, tra cui il Glasgow Short Film Festival. La sua sceneggiatura di Delirium è stata selezionata nel 2013 per il Mumbai Mantra-Sundance Screenwriting Lab. Abhijit Mazumdar (India) has directed short films, documentaries and commercials. His short, Chlorophyll, was a part of competition section of The Way We Live Film Festival, of the Karlovy Vary Fresh Film Fest and was in the official selection of Probelauf XI. The Art of Living won the best film in Personal Story Section in UICC International Film Festival, Geneva 2008. A recent short, Vanishing Point, was an official selection in Glasgow Short Film Festival. His feature script Delirium was selected for Mumbai MantraSundance Screenwriting Lab, 2013. filmografia/filmography Chlorophyll (cm, 2005), The Art of Living (mm, 2008), Vanishing Point (cm, 2012), Yeti (2014). ONDE andrew t. betzer YOUNG BODIES HEAL QUICKLY Usa, 2014, 16mm, 102’, col. YOUNG BODIES HEAL QUICKLY regia, sceneggiatura, montaggio/director, screenplay, film editing Andrew T. Betzer fotografia/cinematography Sean Price Williams suono/sound Sarah Spencer interpreti e personaggi/ cast and characters Hale Lytle (Younger), Gabriel Croft (Older), Julie Sokolowski (la cameriera/maid), Sandy Hale (la madre/mom), Alexandre Marouani (il cuoco/chef), Daniel P. Jones (il padre/dad), Kate Lyn Sheil (la sorella/sister), Josephine Decker (la ragazza vietnamita/ Vietnamese girl) produttori/producers Andrew T. Betzer, Eric Nyari ** contatti/contacts Andrew T. Betzer betzerhere@gmail.com I due fratelli Older and Younger causano accidentalmente la morte di una ragazza. Anziché consegnarli alla polizia per chiarire i fatti, la madre li aiuta a fuggire e così i due si mettono in viaggio senza una meta precisa. Lungo la strada fanno una serie di incontri bizzarri per arrivare infine all’abitazione del padre, un appassionato di militaria che li costringe a partecipare a un raduno in una foresta, dove si inscena la guerra del Vietnam. «Concepito come un road movie dalla sensibilità picaresca, il film ha preso le mosse dall’idea di due fratelli con una certa differenza di età ma livelli di maturità ribaltati. Il maggiore, infatti, si comporta come un preadolescente, mentre il più piccolo si carica di oneri propri di una persona adulta. Tutti i personaggi del film sono stati ispirati da persone che ho conosciuto o incontrato nella mia vita, in particolar modo i due fratelli. […] Nel loro viaggio, i due protagonisti e le persone che incontrano si nutrono a vicenda delle rispettive patologie, sprofondando sempre di più in un luogo dal quale non saranno in grado di riemergere». ** Two brothers, Older and Younger, accidentally cause the death of a young woman. Instead of turning themselves in to the police, their mother helps them escape and the two brothers hit the road without a specific destination in mind. They run into a series of bizarre encounters along the way, until they reach their estranged father, a military enthusiast who forces them to participate to a Vietnam War reenactment in the woods. “Envisioned as a road movie with a picaresque sensibility, the movie started with the idea of two brothers with a considerable age difference and a flip-flopped level of maturity. The older brother acts more like a pre-teen while the younger brother carries the onus of a person far beyond his age. All the characters in the film were sketched from people that I have known or met throughout my life, especially the brothers. […] Throughout their journey, the brothers and the people they encounter feed off of each other’s pathologies and keep getting themselves deeper and deeper into a place they may never be able to emerge from.” 170 SOMMARIO ONDE Andrew T. Betzer (Washington, DC, Usa, 1974), dopo aver realizzato nel 1999 il suo primo cortometraggio, Diet Pink Lemonade, si è laureato nel 2000 presso la University of Maryland. Ha girato poi nel 2004 Ivan Runs Some Errands, Runs Amok, presentato al Festival di Belfort, e due anni dopo Sans supervision, selezionato a Rotterdam. Nel 2008 ha scritto e diretto Small Apartment, che ha vinto il gran premio della giuria per il miglior cortometraggio di finzione al South by Southwest, mentre nello stesso anno John Wayne Hated Horses è stato selezionato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes e poi presentato al Torino Film Festival. Recentemente l’Anthology Film Archives di New York gli ha dedicato una retrospettiva. Young Bodies Heal Quickly è il suo primo lungometraggio. Andrew T. Betzer (Washington, DC, USA, 1974) graduated from the University of Maryland in 2000. In 1999 he realized his first short film, Diet Pink Lemonade, followed by Ivan Runs Some Errands, Runs Amok in 2004 (screened at the Belfort International Film Festival) and, two years later, by Sans supervision, which premiered at the Rotterdam Film Festival. In 2008, he wrote and directed Small Apartment, winning the grand jury award for best narrative short at the South by Southwest Film Festival. In the same year John Wayne Hated Horses was selected in the 2009 Cannes Directors’ Fortnight and presented at the Torino Film Festival. Recently, a retrospective of his short films was shown at New York’s Anthology Film Archives. Young Bodies Heal Quickly is his first feature film. filmografia/filmography Diet Pink Lemonade (cm, 1999), Ivan Runs Some Errands, Runs Amok (cm, 2004), Sans supervision (cm, 2006), Small Apartment (cm, 2008), John Wayne Hated Horses (cm, 2008), Young Bodies Heal Quickly (2014). ONDE ivan salatić ZAKLONI Montenegro, 2014, HD, 24’, col. Ivan Salatić (Dubrovnik, Croazia, 1982) è cresciuto a Herceg Novi, in Montenegro. Regista, videoartista e fotografo, ha studiato belle arti e arti applicate a Belgrado e arti drammatiche a Cetinje, dove si è laureato. Fino a ora, oltre a Shelters, ha diretto i cortometraggi Intro (2013) e Daljine (2014). SHELTERS regia, sceneggiatura/ director, screenplay Ivan Salatić fotografia/cinematography Ivan Marković montaggio/film editing Jelena Maksimović suono/sound Jakov Munižaba interpreti/cast Luka Petrone, Jana Radan, Branka Knezevic, Jelena Dokic, Milos Kascelan, Petar Pejakovic ** contatti/contacts Ivan Salatić ivan.salatic@gmail.com Luka si è appena trasferito in una piccola città costiera per vivere con la zia in attesa che si compia il divorzio tra i suoi genitori. Attorno a lui si muove un mondo sonnolento e quieto, ravvivato però dalla presenza di Jana, ragazza che ama stare stesa al sole per ore. La fine dell’estate si sta avvicinando e Luka, insieme con i ragazzi del posto, passa le giornate tra tuffi e immersioni. Forse non lo sa, ma anche la fine dell’infanzia è vicina. «Le immagini e i suoni della mia infanzia, impresse a fondo nella memoria, sono il materiale di base della sceneggiatura. Sono andato nei luoghi dei miei ricordi e lì ho incontrato alcuni ragazzini. Tra loro c’era Luka, che è poi diventato il modello per il film: Shelters è così un miscuglio di ricordi miei e di vita reale sua, combinati in modo da creare un tessuto narrativo fittizio, ma accurato come un documentario». ** Luka has moved to a small town on the coast to live with his aunt while his parents’ divorce comes through. All around him is a sleepy, quiet life, enlivened by the presence of Jana, a girl who loves to lie out in the sun for hours on end. The summer is drawing to a close and Luka, along with the local kids, spends his days diving and snorkeling. He might not be aware of it, but his childhood will soon be ending. “Images and sounds from my childhood, that were deeply imprinted in my memory, became material for the screenplay. I went to the actual locations where I found today’s kids. Among them, there was fourteen-year-old Luka who became the model for this film. Shelters is a mixture of my memories and real life of Luka, combined in a way that it makes a tissue for the film that is fictional but documentary truthful.” 171 SOMMARIO ONDE Ivan Salatić (Dubrovnik, Croatia, 1982) grew up in Herceg Novi, in Montenegro. A director, video artist and photographer, he studied fine arts and applied arts in Belgrade, and drama in Cetinje, where he graduated. To date, besides Shelters, he has directed the shorts Intro (2013) and Daljine (2014). filmografia/filmography Intro (cm, 2013), Zakloni (Shelters, cm, 2014), Daljine (cm, 2014). ONDE - JOSEPHINE DECKER Josephine Decker - Pulsione e relazione DI MASSIMO CAUSO Thou Wast Mild & Lovely (2014) C’è una vitalità irrefrenabile nel cinema di Josephine Decker, qualcosa che si traduce in un lavoro sul rapporto tra la persona in sé e la realtà nel suo insieme. Una questione che è via via di individuo e di coppia, di persone e di gruppi, di collettività e di società. Ma ancor prima una questione di istinto e relazione, di sensi e sensualità, di passione e sesso, di pensiero e azione, in un gioco di scavalcamenti tra la parte pulsionale (arcaica) e la parte razionale (sociale) dei rapporti, privati o pubblici che essi siano. È qualcosa che, del resto, si radica in generale nell’intera attività artistica di Josephine Decker: quella che è stata indicata come una delle registe da tenere d’occhio della scena indipendente americana, è in realtà una figura artisticamente sfaccettata, che per certi versi fa pensare alla prima Kathryn Bigelow, a iniziare dalla rivendicata origine «provinciale». Londinese di nascita, texana di crescita e newyorchese d’elezione, a soli trentatré anni Josephine Decker si è imposta come artista, performer, musicista, videomaker, attrice. 172 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER L’innocenza è il modo in cui mira a scuotere dalle fondamenta il rapporto di soggiacenza dell’individuo all’habitus in cui si muove per cultura e predisposizione acquisita. Non è certo un caso che il corpo, in tutta la sua complessità pulsionale e relazionale, abbia una collocazione centrale nella sua attività artistica: come performer invade il ponte di Brooklyn con la diaspora in slow motion di una famiglia di pesci in fuga dai cambiamenti climatici (Evacuation); come artista privata sente la necessità di mettersi letteralmente a nudo davanti a Marina Abramović, rompendo la frontalità della sua performance e facendosi cacciare dal MoMA; come persona è fermamente impegnata nel sociale, in particolare sui temi dell’ambiente e del capitalismo finanziario. Sodale di Joe Swanberg (nei cui mumblecores appare come attrice e che a sua volta sarà il corpo del desiderio in Thou Wast Mild & Lovely), Josephine Decker elabora sempre una femminilità giocata sino in fondo come questione di corpo fisico e sociale. Il suo stile è pregno di una ingenuità che lascia emergere sempre la parte pulsionale della relazione tra set, attori, drammaturgia, macchina da presa. Un film come Butter on the Latch è una specie di performance, in cui tutti gli elementi filmici si liberano in una sorta di sabba: prima prova di un processo magico e istintivo del mettere in scena e filmare, che troverà in Thou Wast Mild & Lovely la sua piena realizzazione. Due film «di genere», questi, non solo perché fanno riferimento a tracce cinematografiche ben precise (la femminilità del Romero della Stagione della strega per il primo e del Polanski sino a Tess per il secondo), ma anche perché sul genere (sessuale) riflettono acutamente, collocandosi sul crinale tra maschio e femmina, laddove il desiderio diviene relazione e dunque funzione sociale più o meno accettata. Ma oltre questi twin films, ci sono dei cortometraggi in bilico tra la fiaba d’infanzia (Me the Terrible), il videoclip (Where Are You Going, Elena?, Going Wild), il documentario (Balkan Camp, Walter and Kayla), il mockumentary (Naked Princeton) e il mumblecore estremizzato (Madonna Mia Violenta). Tutte opere in transito sulla norma del vivere sociale, tra pulsioni e relazioni. ONDE - JOSEPHINE DECKER Josephine Decker - Compulsion and relationship BY MASSIMO CAUSO Butter on the Latch (2013) There is an irrepressible vitality in the cinema of Josephine Decker, and it translates into movies about the relationship between an individual per se and reality as a whole. A question that can involve a person and a couple, people and groups, collectivity and society. But before all this, it is a question of instinct and relations, of senses and sensuality, of passion and sex, of thought and action, in a game of leapfrog between the (archaic) compulsive part and the (social) rational part of relationships, be they private or public. In fact, this is rooted in Josephine Decker’s entire artistic activity: even though she has been designated as one of America’s independent filmmakers to keep an eye on, she is actually a multifaceted artist, who to a certain extent recalls the early Kathryn Bigelow, starting with her declared “provincial” origins… A Londoner by birth, a Texan by upbringing, a New Yorker by choice. At only thirty-three years of age, Josephine Decker has made a name for herself as an artist, performer, musician, video maker and actress. 173 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER Innocence is her method for profoundly shaking the relationship of submission of individuals to the habitus they move in, through culture and acquired predisposition. It is no coincidence that the body, in all its compulsive and relational complexity, has a central position in her artistic activity. As a performer, she invades the Brooklyn bridge with the slow-motion diaspora of a family of fish fleeing climate change (Evacuation). As a private artist, she feels the need to literally bare herself in front of Marina Abramović, breaking the frontality of her performance and getting herself evicted from MoMA. As a person, she is firmly involved in social issues, in particular regarding the environment and financial capitalism. A companion of Joe Swanberg (in whose mumblecore she appears as an actress and who, in turn, is the body of desire in Thou Wast Mild & Lovely), Josephine Decker always elaborates a femininity that is exhaustively played like a question of physical and social bodies. Her style is full of a naiveté that constantly brings out the compulsive part of the relationship between set, actors, dramaturgy and movie camera. A movie like Butter on the Latch is a type of performance in which all the film elements free themselves in a sort of witches’ Sabbath: the first step in a magical and instinctive process of staging and filming, which comes to full fruition in Thou Wast Mild & Lovely. These are two “genre” movies, not only because they have very precise cinematographic references (the femininity of Romero in Hungry Wives in the first case, and of Polanski all the way to Tess in the second), but also because they perceptively reflect on the (sexual) genre, straddling the ridge between male and female, where desire becomes relationship and, thus, more or less accepted social function. But besides these twin films, there are also shorts that veer between childhood fairytale (Me the Terrible), video clip (Where Are You Going, Elena?, Going Wild), documentary (Balkan Camp, Walter and Kayla), mockumentary (Naked Princeton), and mumblecore carried to the extreme (Madonna Mia Violenta). All works transiting on the norms of social interaction, between compulsions and relationships. ONDE - JOSEPHINE DECKER Josephine Decker (Londra, Regno Unito, 1981), dopo essersi laureata all’Università di Princeton, ha proseguito i suoi studi a Buenos Aires, in Argentina. Dal 2003 ha cominciato a dirigere cortometraggi e a lavorare come artista. Nominata dal «Filmmaker Magazine» tra i venticinque cineasti più promettenti del cinema indipendente, celebrata dalla rivista «New Yorker», ha fatto il suo ingresso nel circuito festivaliero internazionale al Forum della Berlinale 2014, presentando il dittico formato da Butter on the Latch e Thou Wast Mild & Lovely, entrambi rivelatori di un universo creativo che mescola horror, mélo, thriller, erotismo e femminismo. Regista, sceneggiatrice e montatrice di tutti i suoi lavori, Josephine Decker ha realizzato documentari come Bi the Way, codiretto con Brittany Blockman e presentato al Sxsw e al Silverdocs, e diversi cortometraggi e videoclip proiettati al MoMA, ai festival del Maryland, di Austin e al Sxsw. Ha inoltre collaborato con la performer Sarah Small e recitato in diversi film indipendenti, fra cui Uncle Kent (2011) e Art History (2011) di Joe Swanberg, celebre regista indie nonché protagonista maschile di Thou Wast Mild & Lovely. Josephine Decker ha inoltre al suo attivo diverse performance, fra cui l’installazione Evacuation (2011), riflessione sull’inquinamento globale premiata dallo Human Impacts Institute’s Climate Challenge. Al momento sta lavorando a due lungometraggi: uno nato dalla collaborazione con la Pig Iron Theatre Company e l’artista Isolde Chae-Lawrence, l’altro dedicato all’orchestra di sole donne Main Squeeze Accordion Orchestra, della quale la stessa Decker fa parte. 174 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER Josephine Decker (London, UK, 1981), after graduating at Princeton University, continued her studies in Buenos Aires, Argentina. In 2003 she started making short films and working as an artist. She was nominated by “Filmmaker Magazine” as one of the twenty-five most promising independent filmmakers, and was celebrated in the prestigious magazine “New Yorker.” She made her entrance in the international film festival scene at the 2014 Berlinale in the Forum Section, presenting her two feature films Butter on the Latch and Thou Wast Mild & Lovely: both pieces of this diptych open a creative universe that combines horror, drama, thriller, eroticism, and feminism. Josephine Decker writes, directs, and edits all her projects. She made several documentaries, such as Bi the Way (codirected with Brittany Blockman and presented at SXSW and at Silverdocs), and numerous short films and video clips screened at the MoMA and at film festivals in Maryland, Austin, and at SXSW. She has also collaborated with the performer Sarah Small, and has acted in many independent films, including Uncle Kent (2011) and Art History (2011) by Joe Swanberg, famous indie director and male lead in Thou Wast Mild & Lovely. Josephine Decker is also known for her installations, just like Evacuation (2011): a reflection on pollution worldwide which received an award from The Human Impacts Institute’s Climate Change Challenge. She is currently working on two feature films: the first one springs from her collaboration with the Pig Iron Theatre Company and the artist Isolde Chae-Lawrence, while the second one is dedicated to the all-female Main Squeeze Accordion Orchestra, in which she also plays. filmografia/filmography Naked Princeton (coregia/codirector Brittany Blockman, cm 2005), Bi the Way (coregia/ codirector, Brittany Blockman, cm, 2008), Naked Woods (cm, 2009), Astrograss (videoclip, cm, 2009), Jerry and Gail (web series, 2009), Where Are You Going, Elena? (videoclip, cm, 2009), My Eyes, Your Eyes (videoclip, cm, 2010), Balkan Camp (cm, doc., 2010), Fakelore (perf. 2010), Walter and Kayla (cm, 2010), The Library of Audrey (cm, 2011), Evacuation (inst., cm, 2011), Madonna Mia Violenta (coregia/codirector Zefrey Throwell, cm 2011), Me the Terrible (cm, 2012), Front Lines of Occupy Wall Street (2012), Butter on the Latch (2013), Thou Wast Mild & Lovely (2014), Gone Wild (videoclip, cm, 2014), Zhenish Me Mamo (videoclip, cm, 2014). ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker BUTTER ON THE LATCH Usa, 2013, HD, 72’, col. BUTTER ON THE LATCH regia, sceneggiatura, montaggio/director, screenplay, film editing Josephine Decker fotografia/cinematography Ashley Connor suono/sound Michael Parker Kozak, Mike Frank interpreti e personaggi/ cast and characters Sarah Small (Sarah), Isolde Chae-Lawrence (Isolde), Charlie Hewson (Steph) produttori/producers Josephine Decker, Laura Heberton produzione/production Third Room Productions ** contatti/contacts Josephine Decker www.josephinedecker.squarespace.com Nella foresta di Mendocino, nel Nord della California, si sta svolgendo un festival folk balcanico. Tra le partecipanti Isolde e Sarah, che prendono parte con grande trasporto alle attività della manifestazione, lasciandosi trascinare dall’atmosfera fuori dal tempo che vi regna. L’incontro di Sarah con un ragazzo, dal quale si sente attratta e che decide di sedurre, romperà gli equilibri, facendole scoprire sentimenti nuovi e sconosciuti, che la precipiteranno in una realtà onirica. «M’interessava creare quest’opera insieme a Sarah Small, una persona molto radicata nella comunità e appassionata al folklore di cui avrebbe parlato il film, e che è inoltre un’artista con cui condivido l’interesse per l’improvvisazione, l’umano più profondo, ciò che è folle e sgradevole, il trascendente. Da un punto di vista cinematografico, Ashley Connor ha proposto uno stile visivo senza precedenti, che ha permesso al film di toccare un’ampia gamma di emozioni, in senso narrativo ma anche sensoriale. La sua arte ha reso possibile l’aura particolare del film e, per questo, le sono molto debitrice». ** A Balkan folk festival is taking place in the woods of Mendocino, in Northern California. Isolde and Sarah enthusiastically take part in the festivities, getting carried away by its timeless atmosphere. When Sarah meets a guy she finds attractive, she decides to seduce him, breaking the equilibrium. She will discover new, unknown feelings that will plunge her into a dreamlike reality. “I wanted to create this work with Sarah Small, a person deeply ingrained in the community and the folklore the movie would be about as well as an artist with a likeminded interest in improvisation, the deeply human, the unhinged and the unpleasant, the transcendent. Cinematically, Ashley Connor came in with an unprecedented visual style – which allowed the film to range through many emotions not simply narratively but through all of the senses. Her art made the strange aura of the film possible, and to her, I am deeply in debt.” 175 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker THOU WAST MILD & LOVELY Usa, 2014, HD, 79’, col. THOU WAST MILD & LOVELY regia/director Josephine Decker soggetto/story dal romanzo La valle dell’Eden/from the novel East of Heaven di/by John Steinbeck sceneggiatura/screenplay Josephine Decker, David Barker fotografia/cinematography Ashley Connor montaggio/film editing Josephine Decker, David Barker, Steven Schadt scenografia/ production design Sarah O’Brien, Maegan Billman costumi/costume design Wilberth Gonzalez musica/music Molly Herron suono/sound Martín Hernández interpreti e personaggi/ cast and characters Joe Swanberg (Akin), Sophie Traub (Sarah), Robert Longstreet (Jeremiah), Kristin Slaysman (Drew), Geoff Marslett (Richard) produttori/producers Laura Klein, Laura Heberton, Russell Sheaffer produzione/production Third Room Productions ** contatti/contacts New Europe Film Sales Tel: +48 886 449 365 festivals@neweuropefilmsales.com In una delle fattorie che punteggiano gli sconfinati campi del Kentucky giunge Akin: ha lasciato a casa moglie e figlio, si è tolto la fede dal dito ed è alla ricerca di un lavoro per l’estate. Lo accolgono Jeremiah, pater familias dal temperamento dominante, e la figlia Sarah, ragazza sensuale e perversa. Tra i tre s’instaura un meccanismo di reciproco studio, di osservazione, fatto di sguardi furtivi e domande a cui spesso non viene data risposta. Quando esplode l’attrazione tra Akin e Sarah un inspiegabile senso di minaccia si abbatte sui due amanti. L’arrivo della moglie dell’uomo trasformerà un gioco fino a quel momento innocente in un incubo dai contorni inattesi. «Con questo film ho cercato di avvicinarmi a tentoni a una verità, ovvero il fatto che si possa essere buoni, cattivi o entrambe le cose contemporaneamente. E basandomi su questo aspetto ho cercato di costruire un’esperienza cinematografica dai toni altamente erotici e dolcemente gioiosi in grado di mescolare fantasia e realtà». ** Akin shows up at one of the farms that dot the endless fields of Kentucky. Leaving behind his wife and son, he has taken off his wedding ring and is in search of a summer job. He is taken in by Jeremiah, a pater familias with a domineering temperament, and his daughter Sarah, a sensual and perverse woman. A mechanism of reciprocal observation develops between the three, made of furtive glances and questions that often aren’t answered. When the attraction between Akin and Sarah ignites, the two lovers are struck by an inexplicable feeling of menace. The man’s wife shows up, transforming what until then had been an innocent game into a nightmare with unexpected contours. “With this film, I have been groping at a truth – about how we can be bad, or we can be good, or we can both at the exact same time. And with that truth, I tried to build a cinematic experience that melded fantasy and reality in an erotically-charged, meekly joyous experience.” www.neweuropefilmsales.com 176 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER ONDE - JOSEPHINE DECKER brittany blockman, josephine decker NAKED PRINCETON Usa, 2005, HD, 28’, col. regia, montaggio, produttori/directors, film editing, producers Brittany Blockman, Josephine Decker fotografia/cinematography Frankie Ng interpreti e personaggi/ cast and characters Charlie Hewson (Melvin), Yan Zhang (Mike Yhang), Will Macnamara (Pat), Sam Hall (Witt), Charlie Halden (Henry Grendimeer), Kadi Hughes (Veronica Popovich), Emma Worth (Aurora-Skye Hart), Hollis Witherspoon (Kimberly Sparkle) produzione/production Gnome Productions When two bigoted students at prestigious Princeton University reveal that a group of fellow students has founded a nudist colony, university opinion is divided: some support the organization and others would like to eliminate it, considering it scandalous and unacceptable. Kimberly Sparkle, in particular, finds herself in a difficult position: which should she choose, her passion for nudism or the possibility of being elected student body president? NAKED PRINCETON Quando due studenti bigotti della prestigiosa Università di Princeton rivelano l’esistenza di un gruppo nudista composto da loro compagni di studi, la popolazione universitaria si divide: c’è chi sostiene l’organizzazione e chi, invece, la vorrebbe eliminare, considerandola scandalosa e inammissibile. Kimberly Sparkle, in particolare, si trova in una posizione scomoda: cosa scegliere tra la passione per il nudismo e la possibilità di farsi eleggere come presidentessa del corpo studentesco? josephine decker WHERE ARE YOU GOING, ELENA? SOMMARIO Usa, 2010, HD, 5’, col. regia/director Josephine Decker fotografia/cinematography Lindsay Mann costumi/costume design Heather Sehrt musica/music Charlie Hewson interpreti e personaggi/ cast and characters Elena (Gita Reddy), Charlie Hewson (l’uomo che canta/man singing), Isabel Fagalde (il piatto/plate), Chris Joslin (la saliera/salt shaker), Luke Matheny (la spatola/spatula), Matthew Fricke (il chitarrista/lead guitarist), Jose Lara (il cuoco/chef), Maggie Marion (la cuoca/chef), Dale Smith (il cuoco/chef) produzione/production Third Room 177 Elena, who is no longer young, works as a waitress at a Park Slope restaurant in Brooklyn. As she moves around the tables wearing her yellow uniform, a client notices her and dedicates a song to her. The situation takes a surreal turn when the woman, who is fed up with her job, decides to run away from the restaurant. And it really is an escape, because a plate, a spatula and a salt shaker start chasing after her. A video clip of the singer Charlie Hewson. WHERE ARE YOU GOING, ELENA? Elena è una cameriera non più giovane di un ristorante di Park Slope, a Brooklyn. Mentre si muove tra i tavoli con la divisa gialla d’ordinanza, viene notata da un cliente che, colpito, pensa bene di dedicarle una canzone. La situazione prende una piega surreale quando la donna, stanca del suo lavoro, decide di scappare dal locale: e si tratterà di una vera e propria fuga, dato che si metteranno al suo inseguimento un piatto, una spatola e una saliera. Videoclip del cantante Charlie Hewson. ONDE - JOSEPHINE DECKER ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker BALKAN CAMP Usa, 2011, HD, 15’, col. The annual Balkan music and folklore festival which is held in the forest around Mendocino, northern California. A heterogeneous group of people spends a few days together, with concerts, singing, evening dancing, morning gatherings, readings, and lunches and dinners inspired by Balkan culture. Around them, pristine nature, with pine trees and sequoias blocking the sky. This camp experience led to the feature-length Butter on the Latch, named after a disquieting eastern European ballad. regia/director Josephine Decker BALKAN CAMP L’annuale festival di musica e folklore balcanico che si tiene nella foresta di Mendocino, nella California settentrionale. Un eterogeneo gruppo di persone che decide di passare alcuni giorni insieme, tra concerti, canti, balli serali, raduni mattutini, letture, pranzi e cene ispirati alla cultura dei Balcani. Intorno a loro una natura incontaminata, fatta di pini e sequoie che oscurano il cielo. Dall’esperienza nel campo nascerà il lungometraggio Butter on the Latch, il cui titolo deriva da un’inquietante ballata dell’Europa orientale. josephine decker WALTER AND KAYLA Usa, 2010, HD, 12’, col. Walter Kühr is a German accordion player who lives in New York, where he directs an orchestra composed of women who play his same instrument. Here we see him at lunch, having a discussion with Kayla Fuhst, who shares his passion for the accordion. Later, in his office with a girl he recently met, he is attacked by a mysterious fish-headed woman. A strange documentary which slowly turns into a surreal and hyperbolic work. regia, fotografia, montaggio/director, cinematography, film editing Josephine Decker interpreti/cast Walter Kühr, Kayla Fuhst, Melissa Elledge, The Main Squeeze Orchestra WALTER AND KAYLA Walter Kühr è un fisarmonicista tedesco che vive a New York, dove dirige un’orchestra di sole donne che suonano il suo stesso strumento. Qui lo vediamo a pranzo, impegnato in una discussione con Kayla Fuhst, con cui condivide la passione per la fisarmonica. Successivamente, mentre è nel suo studio con una ragazzina da poco conosciuta, viene aggredito da una misteriosa donna con la testa di pesce. Strano documentario che si trasforma un poco alla volta in un’opera surreale e iperbolica. 178 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker THE LIBRARY OF AUDREY Usa, 2011, HD, 5’, col. Fixed images of the relationship between a grandfather and his teenage granddaughter Audrey. The girl, interviewed by a relative’s voice, is grieving for the loss of her grandpa, who was also her best friend and her point of reference. Through this small portrait of domestic intimacy, emotional and minimal, Josephine Decker proves she can portray a woman’s soul with extraordinary sensitivity, without the irony and grimaces that characterize her feature films. regia, montaggio, interprete/director, film editing, cast Josephine Decker THE LIBRARY OF AUDREY Immagini fisse del rapporto d’affetto fra un nonno e la nipote adolescente, Audrey. Intervistata dalla voce di un parente, la ragazza piange la recente scomparsa dell’uomo, il suo migliore amico, la sua figura di riferimento. Un piccolo ritratto d’intimità domestica, toccante e minimale, nel quale Josephine Decker dimostra di saper ritrarre l’animo femminile con straordinaria sensibilità, senza ancora l’ironia e il gusto dello sberleffo dei suoi lungometraggi. josephine decker EVACUATION Usa, 2011, HD, 3’, col. A performance that took place on the Brooklyn bridge on September 22 and October 16 , 2011 under Decker’s direction: a group of people in 1940s-style clothing, wearing fish masks and makeup, moves slowly through the crowds, suitcase in hand. Like refugees from WWII. They are accompanied by nostalgic Irish music. The message is simple but effective: the seas are becoming an inhospitable place for fish populations due to increasing pollution. regia/director Josephine Decker ND TH EVACUATION Una performance svoltasi sul ponte di Brooklyn il 22 settembre e il 16 ottobre 2011 sotto la guida di Josephine Decker: un gruppo di persone in abiti anni Quaranta, con maschere e trucco da pesce, si muove lentamente tra la folla, valigie in mano. Come profughi della Seconda guerra mondiale. Ad accompagnarli, una nostalgica musica irlandese. Il messaggio è semplice ma efficace: i mari stanno diventando un luogo inospitale per la popolazione ittica a causa dell’inquinamento crescente. 179 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker, zefrey throwell MADONNA MIA VIOLENTA Usa, 2011, HD, 13’, col. An inside look at the shared life of the video artists Zefrey Throwell and Josephine Decker, from their most intimate moments to the most mundane actions: sex, taking part in environmentalist marches and sit-ins in Washington, a taxi ride and a trip on the metro. What is private becomes public, within everyone’s reach. That which is shared with others assumes a dimension that is twice as subjective. regia, interpreti/ directors, cast Josephine Decker, Zefrey Throwell fotografia/cinematography Ashley Connor montaggio/film editing Zefrey Throwell musica/music Joey Haege suono/sound Young Fruit MADONNA MIA VIOLENTA Uno sguardo interno alla vita di coppia dei videoartisti Zefrey Throwell e Josephine Decker, dai momenti più intimi ai gesti più quotidiani: il sesso, la partecipazione a cortei e sit-in ambientalisti a Washington, un giro in taxi e uno in metropolitana. Ciò che è privato diviene pubblico, alla portata di tutti. Ciò che è stato condiviso con altri assume una dimensione doppiamente soggettiva. josephine decker ME THE TERRIBLE SOMMARIO Usa, 2012, HD, 11’, col. regia, sceneggiatura/ director, screenplay Josephine Decker fotografia/cinematography Ashley Connor montaggio/film editing Josephine Decker, Ray Tintori scenografia/ production design Danielle Brustman, Abby Walsh costumi/costume design Rebekah Allen, Felix Ciprian suono/sound Ray Tintori, Nathan Leigh, Josephine Decker, Matt Lewkowicz interprete e personaggio/ cast and character Lisa Diaz (la bambina/ the little girl) produttori/producers Katrina Lencek-Inagaki, Stefanie Walmsley, Josephine Decker produzione/production Third Room 180 ME THE TERRIBLE Avventura piratesca di una bimba che sbarca a New York con il suo orsetto di peluche e conquista Wall Street e l’Empire State Building. Impossessatasi anche di Central Park, viene assalita da una banda di teppistelli in bici che le portano via l’orsetto. Lei si lancia all’inseguimento, ma inutilmente. Finisce in lacrime sui resti della sua barca, disposti in forma di orsetto. La Grande Mela, vista dagli occhi di una bambina: un set colorato, fatto di cartone e carta stagnola, in cui gli adulti appaiono minacciosi e distanti. ONDE - JOSEPHINE DECKER The pirate adventure of a girl who disembarks in New York with her teddy bear and first conquers Wall Street and then the Empire State Building. After taking over Central Park, she is attacked by a band of bicycle-riding hoodlums who take away her stuffed animal. She runs after them, but in vain. She ends up in tears, sitting on the remains of her boat, which have been laid out in the shape of a bear. The Big Apple, as seen through the eyes of a girl: a colorful set, made of cardboard and tinfoil, in which adults seem threatening and distant. ONDE - JOSEPHINE DECKER josephine decker GONE WILD Usa, 2014, HD, 3’, col. A woman is distractedly doing housework. Her companion leaves to go to work and says goodbye listlessly. She seems lost in what should be a very familiar place to her. Suddenly, a group of naked girls appears in the forest in front of her house: amazed, she decides to follow them. Seeing them dance, abandoned to themselves, makes her realize that maybe what she wants out of life is very different from what she actually has… A video clip of the band HIPS. regia, interprete/ director, cast Josephine Decker fotografia/cinematography Charlotte Hornsby musica/music HIPS produttore/producer Drew Denny GONE WILD Una donna è impegnata nelle faccende di casa, che svolge in modo distratto. Il suo compagno è uscito per andare a lavorare e l’ha salutata svogliatamente. Lei sembra smarrita in quello che dovrebbe essere un luogo a lei ben noto. Improvvisamente un gruppo di ragazze nude fa la sua comparsa nel bosco di fronte alla sua casa: stupita, decide di seguirle. Vederle ballare, abbandonate a loro stesse, le fa capire che forse quello che vuole dalla vita è ben altro rispetto a quello che ha già… Videoclip della band HIPS. 181 SOMMARIO ONDE - JOSEPHINE DECKER SPAZIO TORINO TOMMASO DONATI IL FIUME DELL’ORCO DU CINÉMA | GUILLAUME LAFOND, GIANLUCA MATARRESE MON BAISER | CARLO CAGNASSO LA NOTTE IN SOGNO | GIUSEPPE SANSONNA ULTIMO GIRO EVENTO SPECIALE FRANCESCO GABRIELLI, GIULIANO GIRELLI, MARZIA MIGLIORA UN MILIONE DI ALBERI SACRI E NESSUN DIO SOMMARIO SPAZIO TORINO tommaso donati IL FIUME DELL’ORCO Italia/Italy, 2014, HD, 9’, col. regia, montaggio, produttore/director, film editing, producer Tommaso Donati fotografia/cinematography Valentina Provini suono/sound Andrea Viali coproduzione/coproduction Associazione Immagina OGRE RIVER Orco (which means “ogre” in Italian) is a stream in Piedmont that pours into the Po river. On its path, it crosses towns and cities, industrial areas and pristine nature. But a mystery seems to be hiding in its waters. ** contatti/contacts Associazione Immagina Giuseppe Selva immagina@immagina.net www.immagina.net L’Orco è un torrente del Piemonte, affluente del Po, che attraversa villaggi e città, aree industriali e luoghi incontaminati. Un mistero sembra nascondersi nelle sue acque. Tommaso Donati (Lugano, Svizzera, 1988) vive a Parigi. Nel 2013 si è diplomato alla Scuola internazionale di cinema Eicar. Dopo aver realizzato cortometraggi di finzione, si è specializzato nel documentario di creazione. Un suo tema ricorrente è la relazione tra uomo, animali e ambiente. Tommaso Donati (Lugano, Switzerland, 1988) lives in Paris. He graduated from EICAR, the International Film & Television School in Paris in 2013. After making a few fictional shorts, he specialized in creative docs. His recurring theme is the relationship between mankind, animals, and the environment. filmografia/filmography Près de l’eau (cm, 2013), Casa di legna (cm, doc., 2013), Bestie di famiglia (cm, doc., 2014), Os santos de Madeira (cm, doc., 2014), Il fiume dell’orco (cm, doc., 2014). guillaume lafond, gianluca matarrese MON BAISER DE CINÉMA SOMMARIO Francia/France, 2014, HD, 16’, col. regia, sceneggiatura/ directors, screenplay Guillaume Lafond, Gianluca Matarrese fotografia/cinematography Kevin Brunet montaggio/film editing Olivier Batailler interpreti e personaggi/ cast and characters Angelo Cont (Angelo), Raffaella Gardon (Raffaella), Constance Rabaud (Constance), Nicolas Kuszla (Nicolas), Otaro Ishida (Otaro), Mina Lécuyer (Mina), Alice Tardy (Alice), Pénélope Darchin (Penelope), Clara Chelzen (Clara), Ibtissem Methenni (Ibtissem) produzione/production Onirim ** Gianluca Matarrese, Guillaume Lafond filmflaubert@gmail.com 183 MON BAISER DE CINÉMA Angelo is a thirteen-year-old film enthusiast. His greatest dream is to have one day a breathtaking kiss like the ones on the silver screen. His friends Otaro and Nicolas come to his rescue: why not organize a party? Angelo ha tredici anni ed è un cinefilo provetto. Il suo più grande sogno è quello di abbandonarsi a un bacio mozzafiato, da grande schermo. In suo soccorso vengono Otaro e Nicolas: perché non organizzare una festa? Guillaume Lafond (Francia, 1972) si occupa di regia, produzione cinematografica, sceneggiatura e fotografia. Gianluca Matarrese ha studiato all’Università di Torino e a Paris 8 e teatro all’École internationale de théâtre Jacques Lecoq di Parigi. SPAZIO TORINO Guillaume Lafond (France, 1972) works as a director, film producer, screenwriter and photographer. Gianluca Matarrese studied film at the University of Turin and at Paris 8, and he studied theatre at the Jacques Lecoq International Theatre School in Paris. filmografia/filmography Guillaume Lafond, Gianluca Matarrese: Dé-cision (cm, 2014), Mon baiser de cinéma (cm, 2014). SPAZIO TORINO carlo cagnasso LA NOTTE IN SOGNO Italia/Italy, 2014, HD, 15’, bn/bw THE NIGHT IN DREAMS regia, montaggio/ director, film editing Carlo Cagnasso fotografia/cinematography Danilo Monte musica/music Rob Easychord interpreti/cast Federico Biasin, Alice Conti, Giorgio Cugno, Luigi Valentini A man and a woman cross the city and find themselves in a dark room with the walls covered with old mountain views and faded wallpaper. Carlo Cagnasso graduated in film history. He is one of the founding members of Il Piccolo Cinema, a mutual aid society for film, along with Gianluca and Massimiliano De Serio and Beppe Leonetti. ** contatti/contacts Carlo Cagnasso cagnasso@gmail.com Un uomo e una donna attraversano la città per ritrovarsi in una camera buia, tappezzata da vecchie vedute di montagna e da una carta da parati stinta. Carlo Cagnasso è laureato in storia del cinema. Ha fondato a Torino, insieme a Gianluca e Massimiliano De Serio e Beppe Leonetti, Il Piccolo Cinema, società di mutuo soccorso cinematografico. filmografia/filmography Madamina, il catalogo è questo (cm, 2001), Idro (cm, 2002), Manifesto (cm, 2002), Linee (cm, 2003), Magritte (cm, 2003), Alone (cm, 2004), Dark Tango (cm, 2004), Untitled #6 (cm, 2004), Fratres (cm, 2005), Maria, detta Vigia (cm, 2005), Cantus (cm, 2005), Ritratto di famiglia (cm, 2006), Il mare di Beppe (cm, 2012), La notte in sogno (cm, 2014). giuseppe sansonna ULTIMO GIRO SOMMARIO Italia/Italy, 2014, HD, 20’, bn/bw regia, sceneggiatura/ director, screenplay Giuseppe Sansonna fotografia/cinematography Gughi Fassino montaggio/film editing Enrico Falcone, Piero Persello interpreti/cast Giorgio Colangeli, Toni Mazzara, Marco Aimone, Lorena Tuveri produttori/producers Daniele Segre, Daniele De Cicco produzione/production Redibis Film distribuzione/distribution IFilmGood ** contatti/contacts Redibis Film Daniele Segre, Daniele De Cicco info@redibisfilm.it www.redibisfilm.it 184 LAST ROUND Bruno is a master of the three cards trick. In the 1970s he would make a ball disappear from one of his three brass bells on the table, and then make it reappear from another one. Then he changed role: now he is a fake bystander who lures victims and convinces them to bet more money on the game. In doing so, he makes enough of a living for himself and for his group of companions. Maestro nel gioco delle tre carte, negli anni Settanta Bruno faceva sparire e riapparire la sua pallina sotto tre campanelle d’ottone. Ora invece è il finto passante che convince la vittima di turno a tirar fuori altri soldi, garantendo così la sopravvivenza di una compagnia di giro che comprende varie comparse. Giuseppe Sansonna (Asti, 1977), autore e regista per la Rai, ha realizzato cortometraggi e documentari, fra cui il celebre Zemanlandia (2009). SPAZIO TORINO Giuseppe Sansonna (Asti, Italy, 1977) is a writer and director for RAI. He has made many short films and documentaries, including the famous Zemanlandia (2009). filmografia essenziale/ essential filmography Zemanlandia (doc., 2009), Lo sceicco di Castellaneta (doc., 2010), Ultimo giro (cm, 2014). SPAZIO TORINO - EVENTO SPECIALE francesco gabrielli, giuliano girelli, marzia migliora UN MILIONE DI ALBERI SACRI E NESSUN DIO Italia/Italy, 2014, HD, 11’, col. regia/directors Francesco Gabrielli, Giuliano Girelli, Marzia Migliora sceneggiatura/screenplay Francesco Gabrielli, Marzia Migliora fotografia, montaggio, suono/ cinematography, film editing, sound Giuliano Girelli produzione/production Stupinigi fertile ** contatti/contacts Eco e Narciso, Rebecca De Marchi A MILLION OF HOLY TREES AND NO GODS “A million trees” is the contemporary version of farmers’ culture, the connection between humans, the earth, and nature’s uncontrollable essence. Una rilettura in chiave contemporanea della cultura contadina, del legame tra l’uomo, la terra e l’ingovernabilità della natura. rebecca.de_marchi@provincia.torino.it Francesco Gabrielli (Perugia, 1972) è attore, ballerino e regista teatrale. Giuliano Girelli (Torino, 1967) realizza documentari dal 2001. È il fondatore del progetto di distribuzione Documè. Marzia Migliora (Alessandria, 1972) si occupa di fotografia, video, suono, performance, installazioni e disegno. 185 SOMMARIO SPAZIO TORINO - EVENTO SPECIALE Francesco Gabrielli (Perugia, Italy, 1972) is an actor, a dancer, and a stage director. Giuliano Girelli (Turin, Italy, 1967) has been making documentaries since 2001. He is the founder of the distribution project Documè. Marzia Migliora (Alessandria, Italy, 1972) works with photography, video, sound, performance, installations, and drawings. filmografia/filmography Francesco Gabrielli, Giuliano Girelli, Marzia Migliora: Un milione di alberi sacri e nessun dio (cm, 2014). TORINOFILMLAB | SIMON JAQUEMET CHRIEG | BENJAMÍN NAISHTAT HISTORIA DEL MIEDO | | MARCO VAN GEFFEN IN JOUW NAAM - IN YOUR NAME | AKSELI TUOMIVAARA KORSO | LIEW SENG TAT LELAKI HARAPAN DUNIA - MEN WHO SAVE THE WORLD | ÁLVARO BRECHNER MR KAPLAN | SAVINA DELLICOUR TOUS LES CHATS SONT GRIS DUANE HOPKINS BYPASS OSCAR RUIZ NAVIA LOS HONGOS SOMMARIO TORINOFILMLAB duane hopkins BYPASS Regno Unito/UK, 2014, HD, 103’, col. BYPASS regia, sceneggiatura/ director, screenplay Duane Hopkins fotografia/cinematography David Procter montaggio/film editing Chris Barwell scenografia/ production design Stéphane Collonge musica/music Saunder Jurriaans, Danny Bensi, Christoffer Berg suono/sound Joakim Sundström interpreti e personaggi/ cast and characters George MacKay (Tim), Charlotte Spencer (Lilly), Benjamin Dilloway (Greg), Donald Sumpter (il nonno/grandfather), Matt Cross (Lester), Lara Peake (Helen), Arabella Arnott (la madre/mother) produttore/producer Samm Haillay coproduttori/coproducers Erik Hemmendorff, Kate Crowther, Jessica Ask, Andrew McVicar ** contatti/contacts The Match Factory Sergi Steegmann Tel: +49 221 539 709-0 sergi.steegmann@matchfactory.de www.the-match-factory.com Tim è un giovane ricettatore che si prende cura dei suoi cari dopo la morte della madre: la sorella minore Helen, che di nascosto da lui salta la scuola, il nonno, ospite di una casa di riposo, e il fratello maggiore Greg che, uscito di prigione, lavora come uomo delle pulizie ma non resiste alle proposte di Lester, il boss locale. Intorno a lui povertà e disperazione, al suo fianco Lilly, amore e rifugio della sua vita. Quando il suo fornitore di merce rubata viene brutalmente aggredito, Tim si trova a fronteggiare la minaccia di criminali pericolosi e spietati. Anche la salute sembra vacillare. Come fare a sopravvivere? «Abbiamo dovuto rimanere aderenti alla vita reale e tenere i piedi ben piantati per terra, ma Bypass mette in scena una realtà profondamente drammatica. Queste persone dispongono di pochissimo denaro. E la povertà nel ventunesimo secolo è diversa rispetto a cinquant’anni fa; oggi è anche una povertà di ambizioni, di potenzialità, quello che i sociologi chiamano “l’orizzonte di possibilità” di un individuo, il modo in cui qualcuno in difficoltà vede se stesso». ** Tim is a young fence for stolen goods who takes care of his family after their mother dies: his younger sister Helen, who skips school on the sly; his grandfather, who lives in a rest home; and his older brother Greg who, after being released from prison, works as a janitor but can’t resist the temptations of Lester, the local boss. He is surrounded by poverty and desperation, but on his side he has Lilly, the love and refuge of his life. When the man who supplies him with the stolen goods is brutally attacked, Tim must deal with the threat of dangerous and merciless criminals. Even his health seems to be weakening. How will he manage to survive? “It was necessary to stay close to life, to be rooted, but Bypass shows a dramatic reality. These people have very little money. But poverty in the 21 century looks different now to the poverty of fifty years ago. Now it is also the poverty of ambition, of potential, what social theorists refer to as an individual’s ‘horizon of possibility,’ how they view themselves.” ST 187 SOMMARIO TORINOFILMLAB Duane Hopkins (Cheltenham, Regno Unito, 1973) ha esordito nel lungometraggio nel 2008 con Better Things, presentato alla Semaine de la critique di Cannes. In precedenza aveva diretto i cortometraggi Field (2001), Love Me or Leave Me Alone (2003) e Cigarette at Night (2011). Videoartista oltre che regista cinematografico, con la serie di installazioni multimediali Sunday ha partecipato a mostre ed esposizioni presso importanti musei e gallerie quali il MoCA di Toronto e il Bank Art Studio di Yokohama. Bypass è stato presentato nella sezione Orizzonti all’ultima Mostra di Venezia. Duane Hopkins (Cheltenham, UK, 1973) debuted in feature films in 2008 with Better Things, presented at the Semaine de la critique in Cannes. He had previously directed the shorts Field (2001), Love Me or Leave Me Alone (2003) and Cigarette at Night (2011). A video artist as well as a filmmaker, his series of multimedia installations Sunday has participated in personal exhibits, at important museums and galleries including Toronto’s MoCA and the Bank Art Studio in Yokohama. Bypass was presented in the Orizzonti section at the last Venice Film Festival. filmografia/filmography Field (cm, 2001), Love Me or Leave Me Alone (cm, 2003), Better Things (2008), Cigarette at Night (cm, 2011), Bypass (2014). TORINOFILMLAB simon jaquemet CHRIEG Svizzera/Switzerland, 2014, HD, 100, col. Simon Jaquemet (Zurigo, Svizzera, 1978) ha studiato regia cinematografica all’Accademia di belle arti di Zurigo. Per i suoi cortometraggi e video musicali ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il primo premio alla maratona Talent Screen Movie di Zurigo nel 2006. Chrieg segna il suo esordio nel lungometraggio ed è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di San Sebastián. WAR regia, sceneggiatura/ director, screenplay Simon Jaquemet fotografia/cinematography Lorenz Merz montaggio/film editing Christof Schertenleib interpreti/cast Benjamin Lutzke, «Ste», Ella Rumpf, Sascha Gisler, John Leuppi, Livia S. Reinhard produttori/producers Christian Davi, Christof Neracher, Thomas Thümena produzione/production Hugofilm ** contatti/contacts Picture Tree International Tel: +49 030 420 82 48 pti@picturetree-international.com www.picturetree-international.com Come molti adolescenti, Matteo si sente solo contro il mondo, rifiutato e maltrattato. Dopo l’ennesimo scontro con il padre, viene mandato a lavorare in una fattoria sperduta tra le montagne. Al suo arrivo scopre una comunità violenta e brutale, dove i ragazzi hanno preso il controllo sotto il comando dei tre leader, Anton, Dion e Aline. Rinchiuso in un capanno, Matteo deve dimostrare di essere all’altezza della ferocia del gruppo e condividerne la battaglia nel nome dell’odio verso tutto e tutti. «Da ragazzino, per quanto fossi molto timido, avevo improvvisi attacchi d’ira che mi portavano ad aggredire con una furia cieca persino gli amici. Da adulto, ho provato la stessa cosa solo una volta, quando sono finito in mezzo a una rissa. Nessuno è stato ferito seriamente, ma mi ha colpito la naturalezza e il piacere di trovarsi in una battaglia. Volevo esplorare e visualizzare la seduzione della violenza, il brivido che crea dipendenza, l’agire fuori dai limiti; volevo investigare le dinamiche di gruppo e le ricadute sul protagonista, risucchiato in questo mondo». ** Like many adolescents, Matteo feels like it’s him against the world, rejected and mistreated. After yet another clash with his father, he is sent to work in an isolated factory up in the mountains. When he arrives, he discovers a violent and brutal community, in which the young people have taken control under the command of three leaders, Anton, Dion and Aline. Matteo is locked up in a shack and has to prove he can measure up to the ferocity of the group and share their battle in the name of their hate of everything and everyone. “When I was a kid although being very shy I sometimes had sudden anger attacks which led me to attacking even friends in blind rage. I experienced this only once in my adult life when I got into a fight. Nobody got seriously injured but I was struck on how natural it felt, how seductive it is to be in fighting-mode. I want to explore and visualize the seduction of violence. The addictive thrill of operating outside of all limits. Investigate the dynamics inside the group doing it and the consequences upon my main character who is sucked into this world.” 188 SOMMARIO TORINOFILMLAB Simon Jaquemet (Zurich, Switzerland, 1978) studied film directing at the Zurich Academy of arts. He has won several young director’s awards for his short films and music videos, including first prize for the Zurich Talent Screen Movie Marathon in 2006. War is his debut feature film, and had its world premier in San Sebastián. filmografia/filmography Die burg (cm, 2005), Block (cm, 2007), Lauras Party (cm, 2010), Chrieg (War, 2014). TORINOFILMLAB benjamín naishtat HISTORIA DEL MIEDO Argentina-Francia-Germania-Uruguay/ Argentina-France-Germany-Uruguay, 2014, HD, 79’, col. Benjamín Naishtat (Buenos Aires, Argentina, 1986) ha studiato presso la Universidad del cine di Buenos Aires e ha poi terminato gli studi a Le Fresnoy. Ha diretto cortometraggi narrativi come il video El Juego, presentato a Cannes, e lavori più sperimentali come Historia del mal, proiettato a Rotterdam e in diverse mostre internazionali. Historia del miedo, presentato in competizione all’ultima Berlinale, è il suo primo lungometraggio. HISTORY OF FEAR regia, sceneggiatura/ director, screenplay Benjamín Naishtat fotografia/cinematography Soledad Rodríguez montaggio/film editing Andrés Quaranta, Fernando Epstein scenografia/ production design Marina Raggio suono/sound Fernando Ribero interpreti e personaggi/ cast and characters Jonathan Da Rosa (Pola), Tatiana Giménez (Tati), Mirella Pascual (Teresa), Claudia Cantero (Edith), Francisco Lumerman (Camilo) produttori/producers Benjamin Domenech, Santiago Gallelli produzione/production Rei Cine Srl coproduttori/coproducers Fernando Epstein, Agustina Chiarino, Emmanuel Chaumet, Leif Magne Tangen, Sarah Mirjam Schipschack ** contatti/contacts Visit Films Aida LiPera Tel: +1 71 831 282 10 al@visitfilms.com www.visitfilms.com 189 SOMMARIO Quando un’improvvisa quanto impalcabile ondata di calore colpisce la ricca periferia di una città, i continui black-out e le oscure nuvole di polveri sottili rendono l’aria irrespirabile e in breve conducono al collasso dell’ordine sociale. Di fronte allo sgretolamento di ogni struttura comunitaria, quello che rimane è l’uomo come individuo solo, costretto ad affrontare le proprie fragilità e paure e a trovare in sé le motivazioni per sopravvivere. «Historia del miedo è un film sulle persone spaventate. Sullo sfondo di un’estate caotica, in periferia, l’ordine sociale si dimostra fragile e sul punto di cedere. Tutti i personaggi sembrano avere un motivo per lasciarsi condurre dall’istinto. Il pubblico li deve accompagnare nel loro andare alla deriva, deve camminare insieme a loro nell’oscurità e prevedere quello che c’è all’essenza stessa della paura». ** A sudden and relentless heat wave strikes the wealthy suburbs of a city. The ensuing constant blackouts, the dark clouds of particulates that make the air unbreathable, and soon social order is on the brink of collapsing. As every community structure crumbles, all that is left is man: an individual alone, forced to face its frailty and fears, who must find the motivation to survive within himself. “Historia del miedo is a film about scared people. In the context of the chaotic summer in the suburbs, the social order reveals itself to be fragile and about to give in. All the characters appear to have a motive that lets instinct drive their decisions. The audience must join the characters in their uncertain drift, walk into the dark with them, and project that which lies in the core of fear itself.” TORINOFILMLAB Benjamín Naishtat (Buenos Aires, Argentina, 1986) studied at the Universidad del cine in Buenos Aires and completed his studies at Le Fresnoy. He has directed works of fiction such as his short film El Juego, which premiered at Cannes, as well as more experimental work such as his video Historia del mal, which premiered in Rotterdam and was shown in several exhibitions abroad. Historia del miedo, selected in competition at the last Berlin Film Festival, is his first feature film. filmografia/filmography El Juego (cm, 2010), Historia del mal (cm, video, 2011), Historia del miedo (2014). TORINOFILMLAB oscar ruiz navia LOS HONGOS Colombia-Francia-Germania/ Colombia-France-Germany, 2014, HD, 103’, col. LOS HONGOS regia/director Oscar Ruiz Navia sceneggiatura/screenplay Oscar Ruiz Navia, César Augusto Acevedo fotografia/cinematography Sofia Oggioni Hatty montaggio/film editing Felipe Guerrero scenografia/ production design Daniela Shneider, Alejandro Franco musica/music La Llegada del Dios Rata, Zalama Crew, Sebastián Escofet suono/sound Leandro de Loredo, César Salazar, Frédéric Thery interpreti e personaggi/ cast and characters Jovan Alexis Marquinez Angulo (Ras), Calvin Buenaventura Tascón (Calvin), Gustavo Ruiz Montoya (Gustavo), Atala Estrada (la ñaña), María Elvira Solís (María), Dominique Tonnelier (Dominique), Ángela García (Angelito) produttori/producers Diana Bustamente, Gerylee Polanco Uribe, Oscar Ruiz Navia produzione/production Contravia Films, Burning Blue coproduttori/coproducers Guillaume de Seille, Nicolás Avruj, Titus Kreyenberg coproduzione/coproduction Arizona Productions, Campo Cine, Unafilm ** contatti/contacts FiGa Films Sandro Fiorin Tel: +1 323 258 52 41 sandro@figafilms.com www.figafilms.com 190 SOMMARIO Artista di strada la notte, di giorno Ras è un operaio di Cali, in Colombia, che con il suo lavoro aiuta la madre María, emigrata dalla giungla del Pacifico. Quando viene licenziato per aver rubato alcune latte di vernice, non volendo tornare a casa, vagabonda per le strade in cerca di Calvin, un altro writer che sta vivendo un momento difficile per via del divorzio dei genitori e la malattia della nonna. I due si muovono per la città senza meta, con una libertà che contamina tutto ciò che incontrano. «Questo film ha a che fare con la mia vita a Cali, una città del Sud-Ovest colombiano dove sono nato e cresciuto, ho studiato e mi sono innamorato del cinema. Per un certo periodo ho vissuto lontano, ma dopo la morte di mia nonna sono tornato. Volevo fare un film che mescolasse i ricordi e le mie nuove esperienze, i luoghi familiari e quelli sconosciuti, le persone che mi hanno sempre accompagnato e quelle conosciute grazie a questa esperienza. Trovo che sia affascinante lavorare nel limbo tra qualcosa che posso controllare e qualcos’altro che esula dal mio controllo, seppur con le difficoltà che implica». ** A street artist by night, during the day Ras is a worker in Cali, Colombia, who helps support his mother María, who emigrated from the Pacific jungle. When he is fired for having stolen a few cans of paint, he doesn’t want to return home and instead roams the streets in search of Calvin, another writer who is going through a rough period because of his parents’ divorce and his grandmother’s illness. The two wander aimlessly through the city, with a freedom that contaminates everything around them. “Los hongos is linked to my life in Cali, the city in southwestern Colombia where I was born, grew up, studied and fell in love with film. I spent some time away, but following the death of my grandmother, I decided to return. I tried to make a film that mixes my memories with new experiences, places I’m familiar with and those unknown to me, people who always have been with me and those I met for the first time during this experience. Working in that limbo between what I can control and something I have no control over, with all the difficulty this implies, all of which I find deeply fascinating.” TORINOFILMLAB Oscar Ruiz Navia (Cali, Colombia, 1982), laureatosi in comunicazione sociale all’Università del Valle, nel 2006 ha fondato la Contravia Films, piattaforma per sviluppare e produrre cinema indipendente. Il suo lungometraggio d’esordio El vuelco del cangrejo ha ottenuto nel 2010 il premio Fipresci nella sezione Forum della Berlinale ed è stato presentato in oltre settanta festival internazionali. Nel 2013 ha poi diretto il cortometraggio Solecito, selezionato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, seguito da Los hongos, presentato nella sezione Cineasti del presente al Festival di Locarno. Oscar Ruiz Navia (Cali, Colombia, 1982) graduated in social communications from Universidad del Valle. In 2006 he founded Contravia Films, a platform to develop and produce art house films. With his debut feature film El vuelco del cangrejo he won the International Critics Award FIPRESCI at Berlinale (Forum) 2010 and was selected in more than seventy festivals around the world. In 2013 he directed the short film Solecito selected in Director’s Fortnight at Cannes Film Festival. His second feature film Los hongos was presented in the Cineasti del presente section at Locarno Film Festival. filmografia/filmography El vuelco del cangrejo (2010), Solecito (cm, 2013), Los hongos (2014). TORINOFILMLAB marco van geffen IN JOUW NAAM Olanda-Belgio-Francia/ The Netherlands-Belgium-France, 2014, HD, 90’, col. IN YOUR NAME regia/director Marco van Geffen soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Jolein Laarman, Marco van Geffen fotografia/cinematography Tom Peters montaggio/film editing Peter Alderliesten scenografia/ production design Minka Mooren costumi/costume design Monica Petit musica/music Amatorski suono/sound Dirk Bombey, Michel Schöpping interpreti e personaggi/ cast and characters Barry Atsma (Ton), Lotte Verbeek (Els) produttori/producers Leontine Petit, Derk-Jan Warrink, Joost de Vries produzione/production Lemming Film coproduzione/coproduction A Private View, KinoElektron ** contatti/contacts Lemming Film Sarieke Hoeksma Tel: +31 020 661 04 24 sarieke@lemmingfilm.com www.lemmingfilm.com Ton e Els sono una coppia che vede nella nascita della loro bambina il coronamento della felicità. Ma purtroppo non fanno in tempo a trovarle un nome che questa muore per una malattia rara. A soffrire maggiormente della perdita è Ton, che, nonostante il supporto emotivo di Els, non riesce a riprendersi. Inizia anzi a vedere nella forza della compagna un segno di tradimento. Poi Els rimane di nuovo incinta, accidentalmente: per lei è l’inizio di una nuova vita, tanto da negare persino la breve esistenza della bambina morta. Ton, invece, si sente sempre più solo e abbandonato. «In Your Name vuole entrare nella pelle di chi compie un gesto abominevole e imprevedibile e seguire il suo modo di ragionare. Posso spingermi fino a capire come un uomo, più o meno come me, possa uccidere la propria moglie? Capirlo veramente, invece di dire solo che è colpevole? Senza dubbio Ton è colpevole, ma voglio prendere il pubblico per mano e mostrargli che Ton è anche una vittima. In questo modo potremmo capire come prevenire questi gesti, piuttosto che condannare i colpevoli e poi passare oltre». ** Ton and Els are a young couple that sees its dreams come true when their baby girl is born. Unfortunately they don’t even have the time to give her a name: she dies suddenly from a rare disease. Ton takes it particularly hard and, despite Els’s emotional support, he cannot get over his grief. Instead, he starts perceiving her strength as a sign of betrayal. When Els accidentally gets pregnant again, she sees it as the start of a new life. She is so intent on moving on that she even denies the brief existence of their firstborn. Ton, instead, feels increasingly alone and abandoned. “In Your Name intends to get under the skin of someone who commits an abominal, erratic act, and follow his reasoning. Can I get so far as to understand how a man, more or less like myself, could kill his wife? Really understanding him, instead of simply saying he is guilty? Ton is guilty, of course, but I want to take the audience by the hand, and show that Ton himself too is a victim. In this way we might find ways to prevent such acts, rather than merely condemn him and walk away.” 191 SOMMARIO TORINOFILMLAB Marco van Geffen (1959) ha studiato presso la Scuola d’arte di Arnhem, nei Paesi Bassi, lavorando inizialmente come sceneggiatore per il cinema e la televisione. Nel 2006 ha esordito come regista con il cortometraggio Dylan, a cui sono seguiti, sempre lo stesso anno Holi e My Syster, in concorso per la Palma d’oro al Festival di Cannes l’anno successivo. Quindi, è stata la volta delle serie televisive Moodboard Schnitzel e Schnitzel - The Series, realizzate tra il 2007 e il 2008. Nel 2009 ha dato il via alla cosiddetta Vinex Trilogy, iniziata con il suo lungometraggio di debutto, Among Us, presentato nei festival di Locarno e Toronto, e proseguita con In Your Name (2013). Marco van Geffen (1959) went to art school in Arnhem (The Netherlands) and started working as a writer for cinema and television. He made his debut as a director in 2006 with three short films, Dylan, Holi and My Sister, which was nominated for the Golden Palm at the 2007 Cannes Film Festival. He then worked on the TV series Moodboard Schnitzel and Schnitzel The Series from 2007 to 2008. In 2009 he started working on the so-called Vinex Trilogy: starting with his debut feature film Among Us (presented at the Locarno and the Toronto Film Festival), and continuing with In Your Name (2013). filmografia/filmography Dylan (cm, 2006), Holi (cm, 2006), Het zusje (My Sister, cm, 2006), Moodboard Schnitzel (serie tv/tv series, 2007), Schnitzel - The Series (serie tv/tv series, 2007-2008), Onder ons (Among Us, 2011), In Jouw Naam (In Your Name, 2014). TORINOFILMLAB akseli tuomivaara KORSO Finlandia/Finland, 2014, HD, 83’, col. Akseli Tuomivaara (Finlandia, 1979), regista dei cortometraggi Wakizashi e Pure Life, ha diretto inoltre video musicali che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Negli ultimi anni, ha girato soprattutto video promozionali. Korso è il suo primo lungometraggio, ed è anche il suo film di laurea al termine del corso di cinema, televisione e scenografia dell’Università di arte e design di Helsinki. KORSO regia/director Akseli Tuomivaara sceneggiatura/screenplay Kirsikka Saari, Jenni Toivoniemi fotografia/cinematography Juice Huhtala montaggio/film editing Jussi Rautaniemi scenografia/ production design Antti Nikkinen costumi/costume design Jouni Mervas musica/music Matti Pentikäinen suono/sound Karri Niinivaara interpreti e personaggi/ cast and characters Mikko Neuvonen (Markus), Iiro Panula (Hartikainen), Niko Vakkuri (Vänä), Richmond Ghansah (Jojo), Iida Lampela (Heta), Petri Manninen (Murikka) produttori/producers Misha Jaari, Mark Lwoff, Elli Toivoniemi produzione/production Bufo, Tuffi Films ** contatti/contacts Tuffi Films Elli Toivoniemi elli@tuffifilms.com www.tuffifilms.com A vent’anni Markus vorrebbe diventare una stella dello streetball, ma per il momento le sue ambizioni sembrano fermarsi alle strade di Korso, la cittadina finlandese dove è nato e passa le giornate con gli amici. La cosa non sembra preoccuparlo più di tanto, finché la sorella non gli presenta il nuovo fidanzato, Jojo, un ragazzo particolarmente sicuro di sé, con cui Markus entra subito in competizione. L’unico modo per riscattarsi agli occhi degli altri e di se stesso sarà dimostrare che il suo sogno non è irrealizzabile. «Per me il tema centrale del film è l’inseguimento di un sogno che sembra quasi impossibile. Volevo che il pubblico osservasse da vicino il percorso di Markus, perché dal suo punto di vista l’impossibile sembra l’unica scelta sensata. Ma più che la realizzazione del sogno, la cosa interessante è vedere ciò che accade a Markus mentre è intento a inseguirlo: a poco a poco si apre al mondo e si accorge di essere circondato non tanto da minacce quanto da possibilità. Ma più di tutto, Korso è una storia sulla sconfitta delle proprie paure». ** Markus is a twenty-year-old who dreams of becoming a street ball star. For the time being, his ambitions stop as far as the streets of Korso: the Finnish town where he was born and where he spends the days hanging out with his friends. He doesn’t really seem too concerned about it until, one day, his sister introduces him to her new boyfriend, Jojo, a particularly self-assured man. Markus immediately feels in competition with him. The only way to redeem himself, will be prove to everyone (himself included) that his dream is not impossible. “For me, the central theme of this film is the pursuit of a dream that seems almost impossible. I want to give the audience a close look at Markus’s journey, since, through his eyes, the impossible seems like the only sensible choice. What’s even more interesting than achieving his dream is what happens to Markus as he chases it. Little by little, he opens up and starts to see that he is surrounded by possibilities rather than threats. But more than anything, Korso is a story about conquering one’s fears.” 192 SOMMARIO TORINOFILMLAB Akseli Tuomivaara (Finland, 1979) has directed short films Wakizashi, Pure Life as well as several awardwinning music videos. During recent years he has directed promotional films as his main work. Korso is his first feature film and also his diploma work for the School of Motion Picture, Television and Production Design at the University of Art and Design of Helsinki. filmografia/filmography Wakizashi (cm, 2002), Pure Life (cm, 2004), Korso (2014). TORINOFILMLAB liew seng tat LELAKI HARAPAN DUNIA Malesia-Olanda-Germania-Francia/ Malaysia-The Netherlands-Germany-France, 2014, HD, 93’, col. MEN WHO SAVE THE WORLD regia, sceneggiatura/ director, screenplay Liew Seng Tat fotografia/cinematography Teoh Gay Hian montaggio/film editing Patrick Minks, Liew Seng Tat scenografia/ production design Tunku Tommy Mansur musica/music Luka Kuncevic interpreti e personaggi/ cast and characters Wan Hanafi Su (Pak Awang), Soffi Jikan (Wan), Harun Salim Bachik (Megat), Jalil Hamid (Tok Bilal), Azhan Rani (Cina), Azman Hassan (Khamis), Roslan Salleh (Penghulu), Khalid Mboyelwa Hussein (Solomon) produttore/producer Sharon Gan produzione/production Everything Films, Volya Films, Flying Moon Filmproduktion, Mandra Films coproduttori/coproducers Denis Vaslin, Roshanak Behesht Nedjad, Eric Mabillon ** contatti/contacts Sharon Gan skfgan@googlemail.com Pak Awang vuole regalare una casa abbandonata nella giungla alla figlia in procinto di sposarsi. Vinta la resistenza degli abitanti del villaggio, convinti che l’abitazione sia stregata, iniziano i lavori per spostarla a braccia. Nel frattempo, però, l’immigrato africano Solomon si è nascosto nella casa per sfuggire ad alcuni malavitosi: nessuno lo vede tranne lo sballato Wan, che si convince si tratti del demonio risvegliato dallo spostamento. Nel villaggio si scatena il panico: ogni banale incidente è ricondotto al maligno e la paura genera sospetti che a poco a poco convergono su Pak Awang, l’unico a non credere alla visione di Wan. «L’impulso che ci costringe a lavorare insieme – il villaggio, la tribù, la nazione – ci aiuta a fare grandi cose: cantare in armonia, muovere case, aiutare chi si trova in difficoltà. Ma è anche all’origine di cose terribili, ci porta a temere chi è diverso da noi, a odiare ciò che non capiamo, ci permette di trattare i nostri simili come bestie. Le cose che ci uniscono ci dividono: siamo tutti bestie, così come siamo tutti uomini. Dipende dalla parte in cui ti trovi e da quanto conosci te stesso». ** Pak Awang wants to give an abandoned house in the jungle to his daughter, who is soon to get married. Overcoming the resistance of the inhabitants of the village, who are convinced the house is haunted, he begins work to relocate the house by hand. But in the meantime, the African immigrant Solomon has hidden in the house to escape some criminals: nobody sees him except for crazy Wan, who is convinced it’s the devil, who has been awoken by the relocation. Panic breaks out in the village: every trifling incident is blamed on devil and fear generates suspicions which, slowly but surely, converge on Pak Awang, the only person who doesn’t believe in Wan’s visions. “The instinct that compels us to work together – the village, the tribe, the nation – it helps us do great things: sing in harmony, move houses, help those in need. It is also the root of terrible things: it makes us fear those who are not like us, hate which we cannot understand; it allows us to mistake our fellow man for beasts. The thing that unites us divides us. We are all beasts, and we are all men. It all depends on which side you are standing, and how well you know yourself.” 193 SOMMARIO TORINOFILMLAB Liew Seng Tat (Malesia) si è laureato presso la Multimedia University della Malesia, specializzandosi in animazione 3D. Nel 2007 ha esordito nel lungometraggio con Flower in the Pocket, che ha ricevuto riconoscimenti nei festival di Busan, Rotterdam, Friburgo, Deauville e Pesaro. Nel 2008 è stato selezionato per una residenza presso la Cinéfondation di Cannes; due anni più tardi ha partecipato al Torino Film Lab e nel 2011 al laboratorio di sceneggiatura del Sundance per la stesura dello script di Men Who Save the World, suo secondo lungometraggio. Nel 2010 ha inoltre fondato la casa di produzione Everything Films. Liew Seng Tat (Malaysia) graduated from the Multimedia University Malaysia, where he majored in 3D animation. His 2007 debut feature Flower in the Pocket swept multiple awards and prizes in numerous international film festivals including Busan, Rotterdam, Fribourg, Deauville and Pesaro. In 2008, he was selected to participate at the Cannes Film Festival Director’s Residence - Cinéfondation. He also participated in the 2010 Torino Film Lab and the 2011 Sundance Screenwriters Lab with his second feature film Men Who Save the World. He founded the production company Everything Films in 2010. filmografia/filmography Strawberry Jam (cm, 2003), Not Cool (cm, 2004), Flower (cm, 2005), Man in Love (cm, 2006), Daughters (cm, 2006), Flower in the Pocket (2007), Chasing Cats and Cars (cm, 2009), HALAL (cm, 2010), Welcome to Kampong Radioaktif (cm, 2011), Lelaki harapan dunia (Men Who Save the World, 2014). TORINOFILMLAB alvaro brechner MR KAPLAN Uruguay-Spagna-Germania/ Uruguay-Spain-Germany, 2014, HD, 98’, col. MR KAPLAN regia, sceneggiatura/ director, screenplay Alvaro Brechner fotografia/cinematography Alvaro Gutierrez montaggio/film editing Nacho Ruiz Capillas scenografia/ production design Gustavo Ramirez costumi/costume design Alejandra Rosasco musica/music Mikel Salas suono/sound Fabian Oliver, Nacho Roho-Vilanova interpreti e personaggi/ cast and characters Hector Noguera (Jacob Kaplan), Nestor Guzzini (Wilson Contreras), Rolf Becker (il tedesco/ German man), Nidia Telles (Rebecca), Nuria Flo (Lottie), Leonor Syarcas (Estrellas) produttori/producers Alvaro Brechner, Mariana Secco produzione/production Baobab Films, Salado, Razor Film Produktion coproduttori/coproducers Roman Paul, Gerhard Meixner distribuzione/distribution Memento Films International ** contatti/contacts Memento Films International Sata Cissokho sata@memento-films.com 194 SOMMARIO Jacob Kaplan vive in Uruguay, dove si è rifugiato per scappare dalla Seconda guerra mondiale. Ormai settantaseienne, è sempre più infastidito e deluso dallo scarso interesse che i suoi familiari dimostrano per le loro origini ebraiche. Quando incontra un anziano tedesco, in lui nasce immediatamente un sospetto: e se si trattasse di un nazista in incognito? Smascherarlo permetterebbe alla sua famiglia di riguadagnare rispetto agli occhi della comunità. Non gli rimane che dare il via a improbabili indagini al fianco dell’ex poliziotto Contreras, cuore enorme ma modi poco puliti. «Una delle sfide più grandi di Mr Kaplan è stata quella di scegliere il tono generale. Per me la vita è un miscuglio di commedia e dramma, due lati della stessa medaglia. Anche nei momenti e nelle circostanze più tristi, affidarci allo humour ci dà la forza per andare avanti e trovare una via di uscita. Probabilmente è per questo che sono sempre stato attratto da personaggi caratterizzati da una mentalità donchisciottesca, il cui desiderio di compiere imprese epiche si scontra duramente con l’assurdità del reale». ** Jacob Kaplan lives in Uruguay, a refugee who escaped from WWII. He is now seventy-six years old and is increasingly bothered and disappointed by the scarce interest his relatives show in their Jewish origins. When he meets an elderly German man, a suspicion immediately takes root: could this man be an incognito Nazi? To reveal the man’s identity would let his family regain their community’s respect. He begins an improbable investigation with the help of the former policeman Contreras, a man with a big heart but rather murky methods. “One of the main challenges of Mr Kaplan was its tone. I see life as a mix of comedy and drama, two sides of the same coin. Even in the saddest background and circumstances, the use of humour gives us the strength to persevere and get enlightened. Maybe that’s why I’ve always felt attracted toward characters that possess a quixotic mentality, whose longing for epic adventure strongly opposes the absurd circumstances of reality.” TORINOFILMLAB Alvaro Brechner (Uruguay) ha studiato documentario presso la Universidad autónoma de Barcelona e si è poi trasferito nel 2000 a Madrid, dove ha diretto numerosi documentari per emittenti televisive come History Channel, Odissey e Tve. Ha esordito nel cinema nel 2003 con il cortometraggio The Nine Mile Walk, a cui sono seguiti Sofía (2005) e Segundo aniversario (2007), con i quali ha vinto diversi premi in festival di tutto il mondo. Un successo ripetuto dal suo primo lungometraggio, Mal día para pescar (2009), presentato alla Semaine de la critique di Cannes. Alvaro Brechner (Uruguay) studied documentary filmmaking at the Universidad autónoma de Barcelona and then moved to Madrid in 2002, where he directed numerous documentaries for TV channels such as the History Channel, Odissey and TVE. He debuted in film in 2003 with the short The Nine Mile Walk, which was followed by Sofía (2005) and Segundo aniversario (2007), which won awards at festivals throughout the world. This success was repeated by his first feature film, Mal día para pescar (2009), presented at the Semaine de la critique in Cannes. filmografia/filmography The Nine Mile Walk (cm, 2003), Sofía (cm, 2005), Segundo aniversario (cm, 2007), Mal día para pescar (2009), Mr Kaplan (2014). TORINOFILMLAB savina dellicour TOUS LES CHATS SONT GRIS Belgio/Belgium, 2014, HD, 88’, col. ALL CATS ARE GREY regia/director Savina Dellicour sceneggiatura/screenplay Savina Dellicour, Matthieu de Braconier fotografia/cinematography Thomas Buelens montaggio/film editing Ewin Ryckaert scenografia/ production design Paul Rouschop costumi/costume design Sabine Zappitelli suono/sound Olivier Struye interpreti e personaggi/ cast and characters Bouli Lanners (Paul), Anne Coesens (Christine), Manon Capelle (Dorothy), Aisleen Mc Lafferty (Claire), Benoît Verhaert (Ralph), Vincent Lecuyer (Jan), Astrid Whettnall (Eléonore), Serge Demoulin (Bernard) produttori/producers Joseph Rouschop, Valérie Bournonville produzione/production Tarantula ** contatti/contacts Be For Films Pamela Leu Tel: + 33 6 143 437 55 pamela@beforfilms.com www.beforfilms.com Paul ha una quarantina d’anni, fa il detective e vive per scelta ai margini della borghesia benpensante di Bruxelles, dove invece è cresciuta sua figlia Dorothy con la nuova famiglia. Paul non ha mai incontrato la figlia, fatta eccezione per i momenti in cui la osserva da lontano, senza mai osare avvicinarsi. Lei non sa nulla di lui e la cosa potrebbe andare avanti per sempre: ma un giorno Dorothy decide di scoprire chi è il suo vero padre e per condurre le ricerche si rivolge proprio a Paul. «Sono cresciuta nel sobborgo residenziale di Bruxelles dove ho ambientato il film, Uccle. Quando mi capita di passarci, provo ancora emozioni contrastanti, un misto di ricordi confortanti e un senso di ansia crescente. Nel mondo ristretto dell’alta borghesia in cui sono nata, di certe cose semplicemente non si parlava. [...] Spesso le persone pensano che per allontanare qualcosa basti seppellirlo nel silenzio, ma non si aiuta chi si ama proteggendolo dalle domande di cui ha paura». ** Paul is in his forties; he is a detective and by choice lives on the margins of Brussels’ conformist bourgeoisie, where instead his daughter Dorothy has been brought up by her new family. Paul has never met his daughter, except for the moments when he watches her from a distance, without ever daring to approach her. She doesn’t know anything about him and this state of affairs could go on forever. But one day Dorothy decides to discover who her real father is, and she turns to Paul to conduct the investigation. “I grew up in Uccle, the residential neighborhood in Brussels where the film takes place. When I happen to pass through there, I still have contradictory feelings about it… Comforting memories mixed with a sense of rising anxiety. In the small upper middle class world I grew up in, some things were simply not talked about. [...] It’s often as if people believe that by burying something in silence they will make it go away. We don’t help our loved ones by protecting them from the questions they fear.” 195 SOMMARIO TORINOFILMLAB Savina Dellicour (Bruxelles, Belgio), dopo aver studiato cinema in Belgio e lavorato in televisione come assistente alla regia, si è trasferita in Inghilterra per conseguire il master in regia della Scuola nazionale di cinema e televisione diretta da Stephen Frears. Il suo film di diploma, Ready, è stato nominato per gli Oscar studenteschi a Los Angeles. Dopo aver diretto dieci episodi della serie di Channel4 Hollyoaks, è tornata al cinema con Strange Little Girls, che ha partecipato a oltre trenta festival internazionali, ricevendo numerosi premi. Ha fatto poi ritorno in Belgio per lavorare a Tous les chats sont gris, suo primo lungometraggio, la cui sceneggiatura è stata sviluppata durante vari workshop, tra cui l’Angers Premiers Plans Film Festival workshop condotto da Jeanne Moreau. Savina Dellicour (Brussels, Belgium) studied cinema in Belgium. After working as an assistant director in television, she went to England where she earned a master’s degree in directing from the National Film and Television School mentored by Stephen Frears. Her graduation film, Ready, was nominated for a student Oscar in Los Angeles. Then she directed ten episodes of Hollyoaks, a television series broadcast on prime time on Channel4. She returned to films with Strange Little Girls, that was selected for over thirty international festivals and won prizes. She returned to Belgium for her first feature film project, All Cats Are Grey. The screenplay was developed through various development workshops, among them the Angers Premiers Plans Film Festival workshop run by Jeanne Moreau. filmografia/filmography Ready (cm, 2002), Hollyoaks (ep., tv, 2008), Strange Little Girls (cm, 2004), Tous les chats sont gris (2014). N E W H O L LY W O O D | ABRAHAM POLONSKY TELL THEM WILLIE BOY IS HERE | | ARTHUR PENN LITTLE BIG MAN | STUART ROSENBERG WUSA | MIKE NICHOLS CARNAL KNOWLEDGE | STEVEN SPIELBERG DUEL | ALAN J. PAKULA KLUTE | JERRY SCHATZBERG THE PANIC IN NEEDLE PARK | MILOŠ FORMAN TAKING OFF | MIKE NICHOLS THE GRADUATE SAM PECKINPAH THE BALLAD OF CABLE HOGUE ULU GROSBARD WHO IS HARRY KELLERMAN AND WHY IS HE SAYING THOSE TERRIBLE THINGS | DICK RICHARDS THE CULPEPPER CATTLE CO. | JOHN FLYNN THE OUTFIT | JOHN | FRANCIS FORD COPPOLA THE CONVERSATION | PAUL MAZURSKY HARRY AND TONTO | BRIAN DE PALMA PHANTOM OF THE PARADISE | SAUL BASS PHASE IV | STEVEN SPIELBERG THE SUGARLAND EXPRESS | JAWS | SYDNEY POLLACK THREE DAYS OF THE CONDOR | ALAN RUDOLPH WELCOME TO L.A. | ROBERT BENTON THE LATE SHOW | JOHN FLYNN ROLLING THUNDER | JEREMY PAUL KAGAN THE BIG FIX | TED POST GO TELL THE SPARTANS | MARTIN SCORSESE THE LAST WALTZ | KAREL REISZ WHO’LL STOP THE RAIN | MICHAEL MANN THE JERICHO MILE | JOHN SAYLES RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN | JONATHAN DEMME MELVIN AND HOWARD | DAVID CARRADINE AMERICANA | LAWRENCE KASDAN THE BIG CHILL ABOUT ME? G. AVILDSEN SAVE THE TIGER SOMMARIO N E W H O L LY W O O D Suicide Is Painless: il nuovo cinema americano 1967-1976 - Seconda parte DI EMANUELA MARTINI Jaws (1975) Si conclude la retrospettiva che il Torino Film Festival ha dedicato per due anni alla New Hollywood, cioè al grande ribaltamento che investì il cinema americano nel suo complesso dalla seconda metà degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta, prolungando i propri influssi sullo stile, i temi, lo Star System, le innovazioni della produzione hollywoodiana successiva. Conseguenza della profonda crisi che aveva colpito dalla metà degli anni Cinquanta l’industria cinematografica americana, generata dalla concorrenza della televisione e dall’incapacità degli Studios di tenere il passo con il terremoto culturale che stava scuotendo gli Stati Uniti, quella che fu poi definita «New Hollywood» fu la risposta spontanea di una generazione di nuovi cineasti alle richieste, le tensioni, le sollecitazioni di un pubblico che era radicalmente cambiato. Dalla fine degli anni Quaranta, la scolarizzazione di massa e l’innalzarsi dell’età scolare creano una vasta fascia di «consumatori» (e perciò di pubblico 197 SOMMARIO N E W H O L LY W O O D cinematografico) con gusti, stili di vita e desideri diversi da quelli dei loro genitori. In pratica, inventano i «giovani», una vera e propria «classe intermedia», fatta di persone in età compresa tra i quindici e i venticinque anni, che studiano, vivono nei campus universitari, hanno la loro musica, i loro libri, il loro slang, il loro abbigliamento, le loro idee sul mondo e sulla politica. Un fenomeno che si manifesta prima negli Stati Uniti (con fenomeni musicali come il rock’n’roll, o letterari come i romanzi di Salinger e di Kerouac) e poi dilaga in tutto il mondo occidentale, e che assume una precisa valenza filosofica e politica all’inizio degli anni Sessanta, con il movimento hippie, le manifestazioni degli studenti all’Università di Berkeley, la partecipazione dei giovani bianchi alle dimostrazioni per i diritti civili dei neri negli stati del Sud. Assassinii politici come quelli dei Kennedy, di Malcolm X e di Martin Luther King e la guerra del Vietnam fanno il resto: l’American dream e il proverbiale American way of life, l’idea del Paese che concede a tutti le N E W H O L LY W O O D The Panic in Needle Park (1971) medesime opportunità sono messi in discussione fin dalle radici. I vecchi miti hollywoodiani non hanno più alcun fascino; e la Mecca del cinema scopre gli antidoti alla crisi tra le frange del cinema marginale indipendente. Fin dall’inizio del decennio emergono nuovi modelli narrativi espressi da compagnie indipendenti come la Corman Factory, nuove interpretazioni della realtà e della Storia, nuovi volti e comportamenti che parlano al pubblico giovane. Nel 1967, due film di studio, Gangster Story di Arthur Penn e Il laureato di Mike Nichols, ribaltano rispettivamente il gangster film e la commedia romantica. Nel 1969, esce Easy Rider, realizzato a basso costo da Dennis Hopper e Peter Fonda, che fa esplodere sullo schermo nuovi ritmi, temi, antieroi e, con il suo enorme successo (nel 1972 aveva incassato più di sessanta milioni di dollari), indica la nuova strada che Hollywood percorrerà, dando lavoro ai giovani registi, sceneggiatori, attori, produttori, e ad autori più maturi, come Altman e Peckinpah, che fino a quel momento erano stati tenuti ai margini perché troppo anticonvenzionali. Storia, stile, facce, tutto cambia nella narrazione di sé che l’America traccia attraverso il cinema; scompaiono ottimismo, perfezione, eroismo, sostituiti da dubbio, voglia di fuga, disadattamento e, con il procedere degli anni Settanta, angoscia, paura, sconfitta. 198 SOMMARIO N E W H O L LY W O O D In questa edizione, oltre ad alcuni esemplari di revisione dei generi, come per l’appunto Il laureato, i western La ballata di Cable Hogue (1970) di Sam Peckinpah, Ucciderò Willie Kid (1969) di Abraham Polonsky, Piccolo grande uomo (1970) di Arthur Penn, Fango sudore e polvere da sparo (1972) di Dick Richards, i noir del misconosciuto John Flynn, Organizzazione crimini (1973) e Rolling Thunder (1977), il war movie a basso costo Vittorie perdute (1978) di Ted Post, il musical horror Il fantasma del palcoscenico (1974) di Brian De Palma o il fantascientifico Fase IV: distruzione Terra (1974) di Saul Bass, l’accento è puntato soprattutto sugli anni Settanta, quando l’interminabile prolungarsi della guerra del Vietnam e lo scandalo Watergate gettano il Paese e il suo cinema in un clima di paranoia e insicurezza crescenti: tutti spiano tutti, come in Una squillo per l’ispettore Klute (1971) di Alan J. Pakula, Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me? (1971) di Ulu Grosbard, La conversazione (1974) di Francis Ford Coppola, I tre giorni del Condor di Sydney Pollack (1975); i giovani sono inariditi, come in Conoscenza carnale (1971) di Mike Nichols, disastrati, come in Panico a Needle Park (1971) di Jerry Schatzberg, sradicati, come in Welcome to L.A. (1976) di Alan Rudolph, arrabbiati, come in La corsa di Jericho (1979) di Michael Mann; i loro genitori fuori di testa, come nella commedia Taking Off (1971) di Miloš Forman; gli anziani a pezzi, come Jack Lemmon in Salvate la tigre (1973) di John G. Avildsen, o imprevedibili come Art Carney in Harry e Tonto (1974) di Paul Mazursky e in L’occhio privato (1977) di Robert Benton, o pazzi eccentrici, come Jason Robards in Una volta ho incontrato un miliardario (1980) di Jonathan Demme. Tra reduci di Berkeley (Richard Dreyfuss in Moses Wine Detective, 1978, di Jeremy Paul Kagan) o di altre università (come i sette amici di Return of the Secaucus Seven, 1979, di John Sayles, o del Grande freddo, 1983, di Lawrence Kasdan) e reduci della «sporca guerra» (come Nick Nolte in Guerrieri dell’inferno, 1978, di Karel Reisz, e David Carradine nel suo film Americana, 1981), l’incubo cresce e matura nei primi film di Steven Spielberg (Duel, 1971, Sugarland Express, 1974, Lo squalo, 1975). E Martin Scorsese sigla malinconicamente la fine di un’era con L’ultimo valzer (1978), l’ultimo concerto di The Band, cui parteciparono tutte le rock star dell’epoca. N E W H O L LY W O O D Suicide Is Painless: new American cinema 1967-1976 - Part two BY EMANUELA MARTINI Carnal Knowledge (1971) This is the conclusion of the two-year retrospective the Torino Film Festival is dedicating to the New Hollywood, the great upheaval that struck American cinema in its entirety and, from the second half of the 1970s to the early 1980s, extended its influence on the style, topics, Star System, and innovations of the subsequent Hollywood productions. A consequence of the deep crisis which had hit the American film industry starting in the 1950s, generated by competition from TV and the Studios’ inability to keep pace with the cultural earthquake shaking the United States, the “New Hollywood,” as it was later dubbed, was the spontaneous response of a generation of new filmmakers to the demands, tensions, and solicitations of a radically changed public. Starting in the late 1940s, mass education and the increase in the mandatory school age created a vast category of “consumers” (and thus, of movie-goers) whose tastes, lifestyles and desires were different from those of their parents. Basically, they invented “young people,” a true “intermediate class,” made of people between fifteen and twenty-five years of age, who studied, lived on university campuses, 199 SOMMARIO N E W H O L LY W O O D and had their own music, their own books, their own slang, their own way of dressing, and their own ideas about the world and politics. It manifested itself first in the United States (with musical phenomena like rock’n’roll, and literary phenomena like the novels by Salinger and Kerouac) and then spread throughout the western world. It took on a precise philosophical and political value in the early 1970s, with the hippie movement, the student protests at Berkley, and the participation of young white people at demonstrations for the civil rights of blacks in the South. Political assassinations like those of the Kennedy brothers, Malcolm X and Martin Luther King, and the Vietnam war did the rest: the proverbial American way of life – the idea of a country in which everybody has the same opportunities – was challenged to its depth. The old Hollywood legends no longer had any appeal; and the Mecca of cinema discovered the antidotes to the crisis among the fringes of marginal independent cinema. Right from the beginning of the decade, new narrative models emerged, expressed by independent companies like the Corman Factory, new interpretations of reality N E W H O L LY W O O D The Big Chill (1983) and history, new faces and behavior that addressed the young public. In 1967, two Studio movies, Bonnie & Clyde by Arthur Penn and The Graduate by Mike Nichols, overturned gangster movies and romantic comedies, respectively. In 1969, Easy Rider was released; a low-budget movie by Dennis Hopper and Peter Fonda, it brought new rhythms, topics and anti-heroes to the screen and, thanks to its enormous success (it took in over sixty million dollars in box office receipts in 1972), it showed the new path Hollywood was to follow, giving work to young directors, screenwriters, actors, producers, and to more mature filmmakers like Altman and Peckinpah, who until that moment had been marginalized because they were considered too unconventional. Stories, styles, faces, everything changed in America’s way of narrating itself in film: optimism, perfection and heroism disappeared and were substituted by doubt, a desire to flee, maladjustment and, as the 1970s progressed, anxiety, fear and defeat. This year, besides a number of examples of the revamping of genres, like The Graduate; westerns like The Ballad of Cable Hogue (1970) by Sam Peckinpah, Tell Them Willie Boy Is Here (1969) by Abraham Polonsky, Little Big Man (1970) by Arthur Penn, and The Culpepper Cattle Co. (1972) by Dick Richards; the films noirs by 200 SOMMARIO N E W H O L LY W O O D the misunderstood John Flynn, The Outfit (1973) and Rolling Thunder (1977); the low-cost war movie Go Tell the Spartans (1978) by Ted Post; the horror musical Phantom of the Paradise (1974) by Brian De Palma; and the sci-fi Phase IV (1974) by Saul Bass, the accent is above all on the 1970s, when the Vietnam war seemed like it would never end and the Watergate scandal was enveloping the country and its cinema in a climate of paranoia and growing insecurity. Everybody is spying on everybody else, like in Klute (1971) by Alan J. Pakula; Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me? (1971) by Ulu Grosbard; The Conversation (1974) by Francis Ford Coppola; Three Days of the Condor (1975) by Sydney Pollack. Young people are arid, like in Carnal Knowledge (1971) by Mike Nichols; devastated, like in The Panic in Needle Park (1971) by Jerry Schatzberg; uprooted, like in Welcome to L.A. (1976) by Alan Rudolph; angry, like in The Jericho Mile (1979) by Michael Mann. Their parents are off their rocker, like in the comedy Taking Off (1971) by Miloš Forman; old people are shattered, like Jack Lemmon in Save the Tiger (1973) by John G. Avildsen; or unpredictable, like Art Carney in Harry and Tonto (1974) by Paul Mazursky, and in The Late Show (1977) by Robert Benton; or crazy eccentrics, like Jason Robards in Melvin and Howard (1980) by Jonathan Demme. Amid veterans of Berkeley (Richard Dreyfuss in The Big Fix, 1978, by Jeremy Paul Kagan) or of other universities (like the seven friends in Return of the Secaucus Seven, 1979, by John Sayles, or of The Big Chill, 1983, by Lawrence Kasdan), and veterans of the “dirty war” (like Nick Nolte in Who’ll Stop the Rain, 1978, by Karel Reisz, and David Carradine in his film Americana, 1981), the nightmare grows and matures in Steven Spielberg’s early movies (Duel, 1971; The Sugarland Express, 1974; Jaws, 1975). And Martin Scorsese gloomily marks the end of an era with The Last Waltz (1978), the final concert of The Band, with the participation of all the rock stars of the time. N E W H O L LY W O O D mike nichols THE GRADUATE SOMMARIO Usa, 1967, 35mm, 106’, col. regia/director Mike Nichols soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Charles Webb sceneggiatura/screenplay Calder Williams, Buck Henry fotografia/cinematography Robert Surtees montaggio/film editing Sam O’Steen scenografia/ production design Richard Sylbert musica/music Dave Grusin (canzoni di/songs by Simon & Garfunkel) interpreti e personaggi/ cast and characters Anne Bancroft (Mrs Robinson), Dustin Hoffman (Ben Braddock), Katharine Ross (Elaine Robinson), William Daniels (Mr Braddock), Elizabeth Wilson (Mrs Braddock) produzione/production Lawrence Turman IL LAUREATO Benjamin si è laureato, Benjiamin è disorientato, Benjamin non sa che fare del suo futuro: esordio fulminante di Dustin Hoffman, perplesso e nervoso nella parte del piccolo antieroe middle-class che detesta la vita lustra dei suoi genitori, viene sedotto dalla matura Mrs Robinson e s’innamora della figlia di lei. Regia tutta ellissi, salti e attrazioni di Mike Nichols. Musica «narrante» di Simon & Garfunkel, con le leggendarie The Sound of Silence e Mrs Robinson. Benjamin has graduated from college, Benjamin is confused, Benjamin doesn’t know what to do with his future. The spectacular debut of Dustin Hoffman, bewildered and nervous as the small, middle-class anti-hero who hates his parents’ ostentatious life, is seduced by Mrs Robinson and falls in love with her daughter. Mike Nichols’s direction is all ellipses, leaps and attractions. A “narrative” soundtrack by Simon & Garfunkel, with the timeless The Sound of Silence and Mrs Robinson. filmografia essenziale/ essential filmography Who’s Afraid of Virginia Woolf ? (Chi ha paura di Virginia Woolf ?, 1966), Catch-22 (Comma 22, 1970), The Day of the Dolphin (Il giorno del delfino, 1973), The Fortune (Due uomini e una dote, 1975), Silkwood (id., 1983), Heartburn (Heartburn - Affari di cuore, 1986), Biloxi Blues (Frenesie militari, 1988), Working Girl (Una donna in carriera, 1989), Postcards from the Edge (Cartoline dall’inferno, 1990), Regarding Henry (A proposito di Henry, 1991), Wolf (Wolf - La belva è fuori, 1994), Angels in America (Angeli in America, tv, 2003), Closer (id., 2004), Charlie Wilson’s War (La guerra di Charlie Wilson, 2007). abraham polonsky TELL THEM WILLIE BOY IS HERE Usa, 1969, 35mm, 98’, col. regia/director Abraham Polonsky sceneggiatura/screenplay Abraham Polonsky, dal libro/from the book Willie Boy: A Desert Manhunt di/by Harry W. Lawton fotografia/cinematography Conrad L. Hall montaggio/film editing Melvin Shapiro scenografia/ production design Henry Bumstead, Alexander Golitzen costumi/costume design Edith Head musica/music Dave Grusin interpreti e personaggi/ cast and characters Robert Redford (il vicesceriffo/deputy sheriff Christopher «Coop» Cooper), Katharine Ross (Lola), Robert Blake (Willie Boy), Barry Sullivan (Ray Calvert), John Vernon (George Hacker) produzione/production Universal Pictures 201 Willie Boy, a young “Americanized” Indian, returns to his Paiute tribe to marry Lola. Forced to kill the girl’s father in legitimate defense, he escapes with her into the mountains. The recalcitrant vice-sheriff Cooper, Robert Redford, the face of liberal America, sets off to bring him back. This is the beginning of a manhunt which indirectly calls to mind the McCarthy witch hunts. It is no coincidence that the director is Abraham Polonsky, in his return to film after twenty-one years of political exile. UCCIDERÒ WILLIE KID Willie Boy, giovane pellerossa «americanizzato», torna tra i Paiute per sposare Lola. Costretto per legittima difesa a uccidere il padre della ragazza, fugge con lei sulle montagne. Il recalcitrante vicesceriffo Cooper, Robert Redford, la faccia dell’America liberal, parte per riacciuffarlo. Inizia una caccia che, tra le righe, rimanda alla caccia alle streghe maccartista: non a caso, dirige Abraham Polonsky, tornato al cinema dopo ventun anni di esilio politico. N E W H O L LY W O O D filmografia/filmography Force of Evil (Le forze del male, 1948), Oedipus Rex (id., 1957), Seaway (Seaway: acque difficili, 1965), Tell Them Willie Boy Is Here (Ucciderò Willie Kid, 1969), Romansa konjokradice (Il romanzo di un ladro di cavalli, 1971). N E W H O L LY W O O D sam peckinpah THE BALLAD OF CABLE HOGUE SOMMARIO regia, produttore/ director, producer Sam Peckinpah sceneggiatura/screenplay John Crawford, Edmund Penney, Gordon T. Dawson [non accr./uncr.] fotografia/cinematography Lucien Ballard montaggio/film editing Lou Lombardo, Frank Santillo scenografia/ production design Leroy Coleman musica/music Jerry Goldsmith interpreti e personaggi/ cast and characters Jason Robards (Cable Hogue), Stella Stevens (Hildy), David Warner (Joshua), Strother Martin (Bowen), Slim Pickens (Ben Fairchild), L.Q. Jones (Taggart) produzione/production Warner Bros. Usa, 1970, 35mm, 121’, col. Cable Hogue is a tough man and when his companions abandon him in the desert without any water, ha manages to survive: he finds a water spring and builds a way station. He makes lots of money and falls in love with the prostitute Hildy, but he never forgets his revenge. After the success of The Wild Bunch, Peckinpah weaves melancholy and humor together in an ode to the pioneer spirit, which was tamed by the advent of industrialization. The love story is very tender. LA BALLATA DI CABLE HOGUE filmografia/filmography The Deadly Companions (La morte cavalca a Rio Bravo, 1961), Ride the High Country (Sfida nell’alta Sierra, 1962), Major Dundee (Sierra Charriba, 1965), The Wild Bunch (Il mucchio selvaggio, 1969), The Ballad of Cable Hogue (La ballata di Cable Hogue, 1970), Straw Dogs (Cane di paglia, 1971), Junior Bonner (L’ultimo buscadero, 1972), The Getaway (Getaway!, 1972), Pat Garrett & Billy the Kid (Pat Garrett e Billy the Kid, 1973), Bring Me the Head of Alfredo Garcia (Voglio la testa di Garcia, 1974), The Killer Elite (Killer Elite, 1975), Gross of Iron (La croce di ferro, 1977), Convoy (Convoy Trincea d’asfalto, 1978), The Osterman Weekend (Osterman Weekend, 1983). Cable Hogue ha la pelle dura e, quando viene abbandonato dai suoi compari senz’acqua nel deserto, riesce a sopravvivere: trova una sorgente e intorno a questa costruisce una stazione di posta. Fa affari d’oro, s’innamora della prostituta Hildy, non dimentica la vendetta. Dopo il furore del Mucchio selvaggio, Peckinpah tesse con malinconia e humor un’ode all’autentico spirito del pioniere, domato dall’arrivo dell’industrializzazione. Tenerissima la storia d’amore. arthur penn LITTLE BIG MAN Usa, 1970, 35mm, 139’, col. regia/director Arthur Penn soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Thomas Berger sceneggiatura/screenplay Calder Willingham fotografia/cinematography Harry Stradling Jr. montaggio/film editing Dede Allen musica/music John Paul Hammond interpreti e personaggi/ cast and characters Dustin Hoffman (Jack Crabb), Faye Dunaway (Mrs Pendrake), Chief Dan George (Old Lodge Skins), Martin Balsam (Mr Merriweather), Richard Mulligan (gen. George Armstrong Custer), Jeff Corey (Wild Bill Hickcok) produzione/production Cinema Center Films, Stockbridge-Hiller Productions 202 PICCOLO GRANDE UOMO Jack Crabb ha compiuto cent’anni. Ha attraversato tutta l’epopea del West e racconta a un giornalista la sua storia, da quando fu adottato bambino dal capo di una tribù Comanche a quando ritornò tra i bianchi, si arruolò nell’esercito, servì sotto il sanguinario generale Custer e fu testimone della battaglia di Little Big Horn. Trascinante saga dai molti toni e colori (dalla commedia al dramma epico), diretta da Penn con foga e sdegno e dominata da Dustin Hoffman. N E W H O L LY W O O D Jack Crabb has turned one hundred. He has witnessed the entire epic of the West and he tells a journalist the story of his life, from his adoption by the chief of a Comanche tribe to his return among his own people, when he enlisted in the army, served under bloodthirsty General Custer and was present at the battle of Little Big Horn. An enthralling saga with many moods and colors (from comedy to epic drama), directed by Penn with passion and indignation, and dominated by Dustin Hoffman. filmografia essenziale/ essential filmography Billy the Kid (Furia selvaggia, 1958), The Miracle Worker (Anna dei miracoli, 1962), Mickey One (id., 1965), The Chase (La caccia, 1966), Bonnie & Clyde (Gangster Story, 1967), Alice’s Restaurant (id., 1969), Little Big Man (Piccolo grande uomo, 1970), Visions of Eight (Ciò che l’occhio non vede, ep., doc., 1973), Night Moves (Bersaglio di notte, 1975), The Missouri Breaks (Missouri, 1976), Four Friends (Gli amici di Georgia, 1981), Target (Target - Scuola omicidi, 1985), Dead of Winter (Omicidio allo specchio, 1987), Penn & Teller Get Killed (Con la morte non si scherza, 1989), Lumière et compagnie (ep., 1995). N E W H O L LY W O O D stuart rosenberg WUSA SOMMARIO Usa, 1970, 35mm, 115’, col. regia/director Stuart Rosenberg soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Robert Stone, dal suo romanzo/from his novel A Hall of Mirrors fotografia/cinematography Richard Moore montaggio/film editing Bob Wyman scenografia/ production design Philip M. Jefferies musica/music Lalo Schifrin interpreti e personaggi/ cast and characters Paul Newman (Rheinhardt), Joanne Woodward (Geraldine), Anthony Perkins (Rainey), Laurence Harvey (Farley), Pat Hingle (Bingamon), Cloris Leachman (Philomene) produttori/producers John Foreman, Paul Newman produzione/production Paramount Pictures UN UOMO OGGI Un anchorman cinico e disilluso arriva a New Orleans, trova lavoro in una radio ultraconservatrice, la W.U.S.A., e si presta alla politica reazionaria del suo sponsor. Poi, insieme alla prostituta con la quale vive e a un vicino attivista progressista, si rende conto del marcio che collega istituzioni e media. Anticipo di paranoia nell’onesto dramma politico di Rosenberg, fortemente voluto da Paul Newman (interprete e produttore), che lo considerava uno dei suoi film migliori. mike nichols CARNAL KNOWLEDGE regia, produttore/ director, producer Mike Nichols sceneggiatura/screenplay Jules Feiffer fotografia/cinematography Giuseppe Rotunno montaggio/film editing Sam O’Steen scenografia/ production design Richard Sylbert costumi/costume design Anthea Sylbert interpreti e personaggi/ cast and characters Jack Nicholson (Jonathan), Ann-Margret (Bobbie), Art Garfunkel (Sandy), Candice Bergen (Susan), Rita Moreno (Louise), Cynthia O’Neal (Cindy), Carol Kane (Jennifer) produzione/production AVCO Embassy Pictures 203 A hard-boiled anchorman arrives in New Orleans, finds work in an ultraconservative radio station, W.U.S.A., and goes along with the reactionary politics of his sponsor. Then, along with the prostitute he is living with and a progressive activist next-door neighbor, he becomes aware of the corruption that the institutions and the media share. A preview of paranoia in Rosenberg’s honest political drama, with the strong support of Paul Newman (also producer), who considered it one of his best movies. filmografia essenziale/ essential filmography Cool Hand Luke (Nick Mano Fredda, 1967), The April Fools (Sento che mi sta succedendo qualcosa, 1969), Move (Dai... muoviti, 1970), WUSA (Un uomo oggi, 1970), Pocket Money (Per una manciata di soldi, 1972), The Laughing Policeman (L’ispettore Martin ha teso la trappola, 1973), The Drowning Pool (Detective Harper: acqua alla gola, 1975), Voyage of the Damned (La nave dei dannati, 1976), The Amityville Horror (Amityville Horror, 1979), Love and Bullets (Tiro incrociato, 1979), Brubaker (id., 1980), Let’s Get Harry (Eroi per un amico, 1986), My Heroes Have Always Been Cowboys (1991). Usa, 1971, 35mm, 98’, col. Jonathan and Sandy share everything: a dorm room, future projects, their first awkward sentimental overtures, even girls. As adults, they continue to exchange stories and confidences, in a depressing existential vacuum. The sentimental and sexual education of the American male, narrated by Feiffer with poisonous humor and directed with icy brutality by Nichols. A disturbing movie (which anticipates Closer, by Nichols), with a chilling finale and a lost beauty spinning on her skates. CONOSCENZA CARNALE filmografia essenziale/ essential filmography Who’s Afraid of Virginia Woolf ? (Chi ha paura di Virginia Woolf ?, 1966), Catch-22 (Comma 22, 1970), The Day of the Dolphin (Il giorno del delfino, 1973), The Fortune (Due uomini e una dote, 1975), Silkwood (id., 1983), Heartburn (Heartburn - Affari di cuore, 1986), Biloxi Blues (Frenesie militari, 1988), Working Girl (Una donna in carriera, 1989), Postcards from the Edge (Cartoline dall’inferno, 1990), Regarding Henry (A proposito di Henry, 1991), Wolf (Wolf - La belva è fuori, 1994), Angels in America (Angeli in America, tv, 2003), Closer (id., 2004), Charlie Wilson’s War (La guerra di Charlie Wilson, 2007). Jonathan e Sandy dividono tutto: la stanza all’università, i progetti futuri, i primi, imbarazzati approcci sentimentali, persino le ragazze. Crescendo, continuano a scambiarsi storie e confidenze, in uno sconsolante vuoto esistenziale. L’educazione sentimentale e sessuale del maschio americano, narrata da Jules Feiffer con humor velenoso e messa in scena con gelida ferocia da Mike Nichols. Un film sconvolgente (che anticipa Closer, sempre di Nichols), con finale da brivido e un’immagine di bellezza perduta che volteggia sui pattini. N E W H O L LY W O O D N E W H O L LY W O O D steven spielberg DUEL SOMMARIO Usa, 1971, 35mm, 90’ (tv: 74’), col. regia/director Steven Spielberg soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Richard Matheson fotografia/cinematography Jack A. Marta montaggio/film editing Frank Morris scenografia/ production design Robert S. Smith musica/music Billy Goldenberg interpreti e personaggi/ cast and characters Dennis Weaver (David Mann), Jacqueline Scott (Mrs Mann), Eddie Firestone (il proprietario del caffè/café owner), Lou Frizzell (l’autista d’autobus/bus driver), Shawn Steinman (la ragazzina sullo scuolabus/ girl on school bus) produttore/producer George Eckstein produzione/production Universal TV DUEL David Mann, un rappresentante, una mattina esce di casa e parte sulla sua Plymouth Valiant per andare a incontrare un cliente. Ma la strada americana può nascondere minacce e quando David supera un’autocisterna comincia il suo incubo. Girato in tredici giorni a basso costo per la tv (solo più tardi uscì al cinema), l’esordio del venticinquenne Steven Spielberg: un mostro meccanico (dell’autista non vediamo mai la faccia) a caccia di un uomo qualunque. Scritto da Richard Matheson, genio della SF distopica. alan j. pakula KLUTE regia, produttore/ director, producer Alan J. Pakula sceneggiatura/screenplay Andy Lewis, David E. Lewis fotografia/cinematography Gordon Willis montaggio/film editing Carl Lerner scenografia/ production design George Jenkins musica/music Michael Small interpreti e personaggi/ cast and characters Jane Fonda (Bree Daniels), Donald Sutherland (John Klute), Charles Cioffi (Peter Cable), Roy Scheider (Frank Ligourin), Dorothy Tristan (Arlyn Page) produzione/production Gus Productions/ Warner Bros. 204 One morning David Mann, a salesman, leaves his home and drives off in his Plymouth Valiant to meet a client. But American roads can hide threats and when David passes a tanker, his nightmare begins. A made-for-TV movie shot on a low budget in thirteen days (only later was it distributed in cinemas), it marks the debut of twentyfive-year-old Steven Spielberg: a mechanical monster (we never see the truck driver’s face) hunting down a regular guy. Written by Richard Matheson, a genius of dystopian SF. filmografia essenziale/ essential filmography Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977), 1941 (1941 - Allarme a Hollywood, 1979), Raiders of the Lost Ark (I predatori dell’arca perduta, 1981), E.T. the Extra-Terrestrial (E.T. - L’extra-terrestre, 1982), Empire of the Sun (L’impero del sole, 1987), Indiana Jones and the Last Crusade (Indiana Jones e l’ultima crociata, 1989), Always (Always - Per sempre, 1989), Jurassic Park (id., 1993), Schindler’s List (id., 1993), Saving Private Ryan (Salvate il soldato Ryan, 1998), Minority Report (id., 2002), Catch Me If You Can (Prova a prendermi, 2002), The Terminal (id., 2004), War Horse (id., 2011), Lincoln (id., 2012). Usa, 1971, 35mm, 114’, col. Klute, a small-town detective, is investigating the disappearance of a Pennsylvania businessman. A letter leads him to Bree, a beautiful New York prostitute who is stubbornly trying to keep control over her own life. A masterpiece of 1970s-style paranoia, in which a disoriented and idealistic Donald Sutherland and a tough-as-nails Jane Fonda (who won an Oscar) wander through the hostile night and among the cold city lights. And are trailed by a serial killer. UNA SQUILLO PER L’ISPETTORE KLUTE filmografia essenziale/ essential filmography The Sterile Cuckoo (Pookie, 1969), Love and Pain and the Whole Damn Thing (Amore e dolore e tutto quel dannato pasticcio, 1973), The Parallax View (Perché un assassinio, 1974), All the President’s Men (Tutti gli uomini del presidente, 1976), Comes a Horseman (Arriva un cavaliere libero e selvaggio, 1978), Starting Over (E ora punto e a capo, 1979), Rollover (Il volto dei potenti, 1981), Sophie’s Choice (La scelta di Sophie, 1982), Dream Lover (id., 1986), Orphans (Un ostaggio di riguardo, 1987), Presumed Innocent (Presunto innocente, 1990), The Pelican Brief (Il rapporto Pelican, 1993), The Devil’s Own (L’ombra del diavolo, 1997). Klute, un detective di provincia, indaga sulla scomparsa di un dirigente della Pennsylvania. Una lettera lo porta a Bree, bellissima prostituta di New York, che cerca con determinazione di mantenere il controllo della propria vita. Capolavoro della deriva paranoica anni Settanta, dove un Donald Sutherland disorientato e idealista e una Jane Fonda durissima (premio Oscar) si aggirano nella notte ostile e tra le luci fredde della città. Sulle loro tracce, un serial killer. N E W H O L LY W O O D N E W H O L LY W O O D jerry schatzberg THE PANIC IN NEEDLE PARK SOMMARIO regia/director Jerry Schatzberg soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by James Mills sceneggiatura/screenplay Joan Didion, John Gregory Dunne fotografia/cinematography Adam Holender montaggio/film editing Evan A. Lottman scenografia/ production design Murray P. Stern interpreti e personaggi/ cast and characters Al Pacino (Bobby), Kitty Winn (Helen), Alan Vint (Hotch), Paul Sorvino (Samuels) produttore/producer Dominick Dunne produzione/production Gadd Productions Corp., Didion-Dunne Usa, 1971, 35mm, 110’, col. Needle Park is the New York refuge of the most desperate drug addicts; it is the hopeless and futureless world of Bobby, a drug user and small-time dealer, his brother, who is a thief, and their friends. It also becomes the world of Helen, who arrives from the boondocks, falls in love with Bobby and begins to prostitute herself for him. A desolate portrait of a marginalized world, depicted with lucid passion by Schatzberg and marking the film debut of Al Pacino. PANICO A NEEDLE PARK filmografia/filmography Puzzle of a Downfall Child (Mannequin - Frammenti di una donna, 1970), The Panic in Needle Park (Panico a Needle Park, 1971), Scarecrow (Lo spaventapasseri, 1973), Sweet Revenge (1976), The Seduction of Joe Tynan (La seduzione del potere, 1979), Honeysuckle Rose (Accordi sul palcoscenico, 1980), Misunderstood (Incompreso - L’ultimo sole d’estate, 1984), No Small Affair (Una cotta importante, 1984), Street Smart (Street Smart - Per le strade di New York, 1987), Clinton and Nadine (La contropartita, tv, 1988), Reunion (L’amico ritrovato, 1989), Lumière et compagnie (ep., 1995), The Day the Ponies Come Back (2000). Needle Park è il parco degli aghi, rifugio newyorkese dei tossici più disperati, il mondo senza scampo e senza domani di Bobby, drogato e piccolo spacciatore, di suo fratello, ladro, dei loro amici. E diventa il mondo di Helen, che arriva dalla provincia, s’innamora di Bobby e per lui comincia a prostituirsi. Ritratto desolato di un mondo di diseredati, tracciato con lucida passione da Schatzberg e interpretato dall’esordiente Al Pacino. miloš forman TAKING OFF Usa, 1971, 35mm, 93’, col. regia/director Miloš Forman sceneggiatura/screenplay Miloš Forman, John Guare, Jean-Claude Carrière, John Klein fotografia/cinematography Miroslav Ondricek montaggio/film editing John Carter scenografia/ production design Robert Wightman musica/music Mike Heron interpreti e personaggi/ cast and characters Lynn Carlin (Lynn Tyne), Buck Henry (Larry Tyne), Georgia Engel (Margot), Tony Harvey (Tony), Vincent Schiavelli (Mr Schiavelli), Ike e/and Tina Turner (loro stessi/themselves), Linnea Heacock (Jeannie Tyne), Allen Garfield (Norman) produzione/production Crown-Hausman/ Forman Production 205 TAKING OFF Lynn e Larry Tyne, una coppia middle-class, si preoccupano per l’assenza della figlia Jeannie, che scompare di casa per giorni, chiedono aiuto alla Società genitori figli in fuga. Consiglio: usare la marijuana per capire meglio gli adolescenti. E i Tyne decidono di dare una festicciola con un gruppo di amici. Prima regia americana di uno dei campioni del nuovo cinema cecoslovacco, emigrato in Usa dopo la repressione della primavera di Praga, una commedia ilare sulle trappole della modernità e sui rapporti tra generazioni. N E W H O L LY W O O D Lynn and Larry Tyne, a middle-class couple, are worried about the frequent disappearances of their daughter Jeannie, and ask help from the Society of Parents of Fleeing Children. The advice they are given: smoke marijuana to understand adolescents better. The Tynes obey and throw a small party with some friends. The first American movie by one of the champions of Czechoslovakian New Wave, who emigrated to the U.S. after the Prague spring was repressed. A cheerful comedy about modernity traps and inter-generational relationships. filmografia essenziale/ essential filmography Laterna magika II (doc., 1960), Konkurs (doc., 1963), Cerny Petr (L’asso di picche, 1964), Lásky jedné plavovlásky (Gli amori di una bionda, 1965), Dobre placená procházka (tv, 1966), Horí, má panenko (Al fuoco, pompieri!, 1967), I Miss Sonia Henie (cm, 1971), Visions of Eight (Ciò che l’occhio non vede, ep., doc., 1973), One Flew Over the Cuckoo’s Nest (Qualcuno volò sul nido del cuculo, 1975), Hair (id., 1979), Ragtime (id., 1981), Amadeus (id., 1984), Valmont (id., 1989), The People vs Larry Flynt (Larry Flynt - Oltre lo scandalo, 1996), Man on the Moon (id., 1999), Goya’s Ghosts (L’ultimo inquisitore, 2006). N E W H O L LY W O O D ulu grosbard WHO IS HARRY KELLERMAN AND WHY IS HE SAYING THOSE TERRIBLE THINGS ABOUT ME? SOMMARIO Usa, 1971, 35mm, 108’, col. regia/director Ulu Grosbard soggetto, sceneggiatura/ story, screenplay Herb Gardner, dal suo racconto omonimo/from his short story of the same title fotografia/cinematography Victor J. Kemper montaggio/film editing Barry Malkin scenografia/ production design Harry Horner musica/music Shel Silverstein interpreti e personaggi/ cast and characters Dustin Hoffman (Georgie Soloway), Barbara Harris (Allison Densmore), Jack Warden (Dr Solomon F. Moses), Dom DeLuise (Irwin Marcy) produttori/producers Herb Gardner, Ulu Grosbard produzione/production Cinema Center Films Harry Kellerman is a voice on the telephone, a gossipy and threatening voice that torments the rock composer Georgie Soloway, telling his past and present girlfriends unpleasant things about him. Georgie is rich and famous, but he has become insomniac and has suicidal thoughts. A neurotic thriller that alternates dreams and fantasies with reality until it becomes elusive. Starring Dustin Hoffman (in a remarkable role) and an equally freaked-out Barbara Harris (who played Albuquerque in Nashville). CHI È HARRY KELLERMAN E PERCHÉ PARLA MALE DI ME? Harry Kellerman è una voce al telefono, una voce pettegola e minacciosa che tormenta il compositore rock Georgie Soloway, raccontando alle sue donne passate e presenti delle cose sgradevoli sul suo conto. Georgie è ricco e affermato, ma ormai non dorme più e ha fantasie suicide. Thriller nevrotico, che alterna sogni e fantasie alla realtà fino a farla diventare inafferrabile, e regala a Dustin Hoffman una grande parte. Al suo fianco, altrettanto schizzata, Barbara Harris (la Albuquerque di Nashville). dick richards THE CULPEPPER CATTLE CO. Usa, 1972, 35mm, 92’, col. regia, soggetto/ director, story Dick Richards sceneggiatura/screenplay Gregory Prentiss, Eric Bercovici fotografia/cinematography Ralph Woolsey, Lawrence Edward Williams montaggio/film editing John F. Burnett, Desmond Marquette scenografia/ production design Carl Anderson, Jack Martin Smith musica/music Tom Scott, Jerry Goldsmith interpreti e personaggi/ cast and characters Gary Grimes (Ben Mockridge), Billy Green Bush (Frank Culpepper), Luke Askew (Luke), Bo Hopkins (Dixie Brick), Geoffrey Lewis (Russ) produttore/producer Paul A. Helmick produzione/production 20 Century Fox Film Corporation TH 206 FANGO SUDORE E POLVERE DA SPARO Ben ha sedici anni e vuole diventare un cowboy. Si compra una pistola e parte come aiuto-cuoco con Frank Culpepper e i suoi mandriani, che devono portare il bestiame a Fort Lewis. Durante il viaggio, il West rivela la sua faccia più feroce e sanguinosa, in un susseguirsi di agguati, prepotenze, massacri. Sulle tracce di Peckinpah, esordio di Dick Richards che lavora sull’anti-mito, sulla fatica quotidiana e la spietata violenza. Superbo impianto visivo, che rimanda ai quadri di Remington. N E W H O L LY W O O D filmografia/filmography The Subject Was Roses (La signora amava le rose, 1964), Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me? (Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me?, 1971), Straight Time (Vigilato speciale, 1978), True Confessions (L’assoluzione, 1981), Falling in Love (Innamorarsi, 1984), Georgia (id., 1985), The Deep End of the Ocean (In fondo al cuore, 1999). Sixteen-year-old Ben wants to become a cowboy. He buys a pistol and sets off as assistant cook with Frank Culpepper and his cowhands herding cattle to Fort Lewis. As the journey progresses, the West reveals its most ferocious and bloodthirsty face, in a succession of ambushes, arrogance and massacres. Following in the footsteps of Peckinpah, Dick Richards’ debut film concentrates on the anti-hero, daily struggle and merciless violence. Superb visuals that call to mind paintings by Remington. filmografia/filmography The Culpepper Cattle Co. (Fango sudore e polvere da sparo, 1972), Rafferty and the Gold Dust Twins (1975), Farewell, My Lovely (Marlowe, il poliziotto privato, 1975), March or Die (La bandera Marcia o muori, 1977), Death Valley (Death Valley - Una vacanza nell’estremo terrore, 1982), Man, Woman and Child (Un uomo, una donna e un bambino, 1983), Black Jack (1986). N E W H O L LY W O O D john flynn THE OUTFIT SOMMARIO Usa, 1973, 35mm, 103’, col. regia, sceneggiatura/ director, screenplay John Flynn soggetto/story dal romanzo Liquidate quel Parker! di/from the novel of the same title by Richard Stark [Donald E. Westlake] fotografia/cinematography Bruce Surtees montaggio/film editing Ralph E. Waters scenografia/ production design Tambi Larsen musica/music Jerry Fielding interpreti e personaggi/ cast and characters Robert Duvall (Earl Macklin), Karen Black (Bett Harrow), Joe Don Baker (Jack Cody), Robert Ryan (Mailer), Timothy Carey (Jake Menner) produttore/producer Carter DeHaven produzione/production Metro-Goldwyn-Mayer ORGANIZZAZIONE CRIMINE Earl Macklin, piccolo malvivente «battitore libero», esce di prigione e scopre che suo fratello è stato assassinato dalla Outfit, l’organizzazione criminale di Chicago, e la sua ragazza, Bett, torturata. Earl decide di vendicarsi derubando la Outfit. Da un romanzo di Westlake, un noir cattivo e disincantato diretto da John Flynn, che era stato aiuto di Robert Wise. Con Robert Duvall e Karen Black, un raffinato cast di attori che rimandano alla storia del genere. john g. avildsen SAVE THE TIGER regia/director John G. Avildsen sceneggiatura/screenplay Steve Shagan fotografia/cinematography James Crabe montaggio/film editing David Bretherton scenografia/ production design Jack T. Collis musica/music Marvin Hamlisch interpreti e personaggi/ cast and characters Jack Lemmon (Harry Stoner), Jack Gilford (Phil Greene), Laurie Heineman (Myra), Norman Burton (Fred Mirrell), Patricia Smith (Janet Stoner) produttori/producers Martin Ransohoff, Steve Shagan produzione/production Filmways Pictures, Cirandinha Productions, Jalem Productions 207 Earl Macklin, a small-time “free agent,” gets out of prison and discovers that his brother has been murdered by the Outfit, a Chicago criminal organization, and that his girlfriend Bett has been tortured. Earl decides to get revenge by stealing from the Outfit. Based on a novel by Westlake, a mean and disenchanted noir directed by John Flynn, a former assistant of Robert Wise. Along with Robert Duvall and Karen Black, a sophisticated cast of actors who fit in with the genre. filmografia/filmography The Sergeant (Il sergente, 1968), The Jerusalem File (1972), The Outfit (Organizzazione crimine, 1973), Rolling Thunder (id., 1977), Defiance (I violenti di Borrow Street, 1980), Marilyn: The Untold Story (Marilyn - Una vita, una storia, tv, 1980), Lone Star (tv, 1980), Touched (1983), Best Seller (Bestseller, 1987), Lock Up (Sorvegliato speciale, 1989), Out for Justice (Giustizia a tutti i costi, 1991), Nails (Nails: un poliziotto scomodo, tv, 1992), Scam (Trappola per due, 1993), Brainscan (Brainscan Il gioco della morte, 1994), Absence of the Good (tv, 1999), Protection (2001). Usa, 1973, 35mm, 100’, col. Harry Stoner is a good guy, but his apparently successful women’s wear company has serious financial problems and he is tormented by memories of the past. So, the good Mr Average American decides to do what everyone else is doing and rip off an insurance company. Full of nostalgia and regret, the painful and scathing portrait of a widespread crisis of ideals, in which the Dream shatters on the normal face of a phenomenal Jack Lemmon (who won an Oscar). SALVATE LA TIGRE filmografia essenziale/ essential filmography Joe (La guerra privata del cittadino Joe, 1970), Guess What We Learned in School Today? (Ore 10 lezione di sesso, 1971), Cry Uncle! (Il PornOcchio, 1971), W.W. and the Dixie Dancekings (Un uomo da buttare, 1975), Rocky (id., 1976), Slow Dancing in the Big City (Ballando lo slow nella grande città, 1978), The Formula (La formula, 1980), Neighbors (I vicini di casa, 1981), A Night in Heaven (Nudi in paradiso, 1983), The Karate Kid (Per vincere domani - The Karate Kid, 1984), The Karate Kid, Part II (Karate Kid II La storia continua..., 1986), Lean on Me (Conta su di me, 1989), The Karate Kid, Part III (Karate Kid III - La sfida finale, 1989), Rocky V (id., 1990). Harry Stoner è una brava persona, ma la sua ditta di confezioni femminili, che pare florida, ha seri problemi finanziari e il ricordo del passato lo tormenta. Così, il bravo americano medio decide di fare come tutti gli altri e truffare le assicurazioni. Impregnato di nostalgia e rimpianto, il ritratto dolente e graffiante di una crisi ideale ormai diffusa, dove il Sogno va in frantumi sulla faccia normale di un gigantesco Jack Lemmon (premio Oscar). N E W H O L LY W O O D N E W H O L LY W O O D francis ford coppola THE CONVERSATION SOMMARIO regia, sceneggiatura, produttore/director, screenplay, producer Francis Ford Coppola fotografia/cinematography Bill Butler, Haskell Wexler montaggio/film editing Richard Chew scenografia/ production design Dean Tavoularis musica/music David Shire interpreti e personaggi/ cast and characters Gene Hackman (Harry Caul), John Cazale (Stan), Allen Garfield (Bernie Moran), Frederic Forrest (Mark), Cindy Williams (Ann), Teri Garr (Amy), Harrison Ford (Martin Stett), Robert Duvall (il direttore/director) produzione/production The Coppola Company, American Zoetrope, Paramount Pictures Usa, 1974, 35mm, 113’, col. Harry Caul is the best surveillance expert on the West Coast; he’s not interested in what he records, he only wants the recording to be clear. Until one day he hears something that involves him. It has become legendary: Gene Hackman in his clear plastic raincoat, playing the sax in his depressing apartment. An image of disorientation, of spies being spied upon, of the insecurity that grips everyone. After The Godfather, Coppola returns to rarefied atmospheres and makes a perfect, gloomy film. LA CONVERSAZIONE filmografia essenziale/ essential filmography Dementia 13 (Terrore alla tredicesima ora, 1963), You’re a Big Boy Now (Buttati Bernardo!, 1966), The Rain People (Non torno a casa stasera, 1969), The Godfather (Il Padrino, 1972), The Godfather - Part II (Il Padrino - Parte II, 1974), Apocalypse Now (id., 1979), Rumble Fish (Rusty il selvaggio, 1983), The Cotton Club (Cotton Club, 1984), Gardens of Stone (Giardini di pietra, 1987), The Godfather - Part III (Il padrino - Parte III, 1990), Bram Stoker’s Dracula (Dracula di Bram Stoker, 1992), The Rainmaker (L’uomo della pioggia, 1997), Youth Without Youth (Un’altra giovinezza, 2007), Tetro (Segreti di famiglia, 2009), Twixt (2011). Harry Caul è il miglior intercettatore della costa occidentale, non gli interessa quello che registra, ma solo che la registrazione sia chiara. Finché un giorno ascolta qualcosa che lo coinvolge. È entrato nella leggenda: Gene Hackman con l’impermeabile di plastica trasparente, mentre suona il sax sepolto nel suo appartamento desolato. L’immagine del disorientamento totale, delle spie spiate, dell’insicurezza che attanaglia tutti. Dopo il successo del Padrino, Coppola torna ad atmosfere rarefatte e firma un film nero e perfetto. paul mazursky HARRY AND TONTO Usa, 1974, 35mm, 115’, col. regia, produttore/ director, producer Paul Mazursky sceneggiatura/screenplay Paul Mazursky, Josh Greenfeld fotografia/cinematography Michael C. Butler montaggio/film editing Richard Halsey scenografia/ production design Ted Haworth musica/music Bill Conti interpreti e personaggi/ cast and characters Art Carney (Harry Coombes), Ellen Burstyn (Shirley Mallard), Geraldine Fitzgerald (Jessie Stone), Larry Hagman (Eddie Coombes), Chief Dan George (Sam Two Feathers), Tonto (Tonto) produzione/production 20 Century Fox Film Corporation TH 208 HARRY E TONTO Sfrattato dal suo appartamento dell’Upper West Side di New York, Harry, un settantenne vedovo, invece di andare a vivere nei sobborghi con il figlio, compra un’auto usata e parte per un viaggio coast to coast in compagnia di Tonto, il suo gatto rosso. Incontri, bizzarrie e paradossi di un on the road anomalo, venato di malinconia e riscaldato dall’ostinato sense of humor di Mazursky (forse nella sua regia migliore) e di Art Carney, attore teatrale e televisivo che nei Settanta ottenne fama cinematografica (e un Oscar). N E W H O L LY W O O D After being kicked out of his Upper West Side apartment in New York, Harry, a seventy-year-old widower, doesn’t go live in the suburbs at his son’s house; instead, he buys a used car and heads off on a coast to coast journey with Tonto, his red cat. Encounters, eccentricities and paradoxes in an unusual on-the-road movie, veined with melancholy and warmed by the stubborn sense of humor of Mazursky (perhaps the best film he directed) and of Art Carney, a stage and tv actor who gained silver screen fame (and an Oscar) in the 1970s. filmografia essenziale/ essential filmography Bob & Carol & Ted & Alice (id., 1969), Alex in Wonderland (Il mondo di Alex, 1970), Blume in Love (Una pazza storia d’amore, 1973), Next Stop: Greenwich Village (Stop a Greenwich Village, 1976), An Unmarried Woman (Una donna tutta sola, 1977), Willie and Phil (Io, Willy e Phil, 1980), Tempest (Tempesta, 1982), Moscow on the Hudson (Mosca a New York, 1984), Down and Out in Beverly Hills (Su e giù per Beverly Hills, 1986), Moon over Parador (Il dittatore del Parador in arte Jack, 1988), Enemies, a Love Story (Nemici - Una storia d’amore, 1989), Scenes from a Mall (Storie di amori e infedeltà, 1991), The Pickle (Buona fortuna Mr Stone, 1993). N E W H O L LY W O O D brian de palma PHANTOM OF THE PARADISE SOMMARIO regia, sceneggiatura/ director, screenplay Brian De Palma soggetto/story Brian De Palma, dal romanzo Il fantasma dell’Opera di/from the novel The Phantom of the Opera by Gaston Leroux fotografia/cinematography Larry Pizer montaggio/film editing Paul Hirsch scenografia/ production design Jack Fisk costumi/costume design Rosanna Norton musica/music Paul Williams interpreti e personaggi/ cast and characters William Finley (Winslow, il Fantasma/the Phantom), Paul Williams (Swan), Jessica Harper (Phoenix), Rod Serling (il narratore/narrator) produttore/producer Edward R. Pressman produzione/production Harbor Productions Usa, 1974, 35mm, 92’, col. A powerful and diabolical record company owner, a shy and creative musician, a beautiful singer. The setting is the Paradise, a magnificent theatre that hides the disfigured Phantom in its depths. Twelve years before Webber’s musical, De Palma sets his horror-musical in the world of rock, crossing The Phantom of the Opera by Leroux, Faust by Goethe and The Portrait of Dorian Gray by Wilde. Baroque, ironic, visionary, with songs by Paul Williams (the bad guy, Swan). IL FANTASMA DEL PALCOSCENICO filmografia essenziale/ essential filmography Hi, Mom! (id., 1970), Get to Know Your Rabbit (Conosci il tuo coniglio, 1972), Sisters (Le due sorelle, 1973), Obsession (Complesso di colpa, 1976), Carrie (Carrie, lo sguardo di Satana, 1977), The Fury (Fury, 1978), Home Movies (Home Movies - Vizietti familiari, 1979), Dressed to Kill (Vestito per uccidere, 1980), Blow Out (id., 1981), Scarface (id., 1983), Body Double (Omicidio a luci rosse, 1984), Wise Guys (Cadaveri e compari, 1986), The Untouchables (Gli intoccabili, 1987), Raising Cain (Doppia personalità, 1992), Carlito’s Way (id., 1993), Mission Impossible (id., 1996), Snake Eyes (Omicidio in diretta, 1998), Femme Fatale (id., 2002). Un impresario discografico potente e diabolico, un musicista schivo e geniale, una bella cantante. Intorno a loro il Paradise, magnifico teatro che nasconde nei suoi anfratti lo sfigurato Phantom. Dodici anni prima del musical di Webber, De Palma ambienta nel mondo del rock il suo horror-musical, che incrocia Il fantasma dell’Opera di Leroux, Faust di Goethe e Il ritratto di Dorian Gray di Wilde. Barocco, ironico, visionario, con canzoni di Paul Williams (il cattivo Swan). saul bass PHASE IV Usa, 1974, 35mm, 84’, col. regia/director Saul Bass soggetto/story da un romanzo di/from a novel by Barry N. Malzberg sceneggiatura/screenplay Mayo Simon fotografia/cinematography Dick Bush montaggio/film editing Willy Kemplen scenografia/ production design John Barry musica/music Brian Gascoigne interpreti e personaggi/ cast and characters Michael Murphy (James R. Lesko), Nigel Davenport (Dr Ernest D. Hubbs), Lynne Frederick (Kendra Eldridge), Alan Gifford (Mr Eldridge), Helen Horton (Mildred Eldridge) produttore/producer Paul B. Radin produzione/production Alced Productions, Paramount Pictures 209 Something strange is going on in Arizona: ants of different species no longer fight each other but rather seem to have become allies to invade and destroy. A remarkable example of paranoidhumanistic science fiction, set in the desert and a scientific laboratory, it is the only feature-film directed by Saul Bass, who designed many opening credits for Hitchcock and Preminger. No gigantism, played in a “low” key and increasing the tension with a masterly use of documentary shots by the wildlife photographer Ken Middleton. FASE IV: DISTRUZIONE TERRA In Arizona sta succedendo qualcosa di strano: le formiche di specie diverse non combattono più tra loro, ma paiono essersi alleate per invadere e distruggere. Notevole esemplare di science fiction paranoico-umanistica, ambientato tra il deserto e una stazione scientifica, è l’unico lungo diretto da Saul Bass, autore di tanti titoli di testa per Hitchcock e Preminger. Senza gigantismi, gioca su una chiave spettacolare «bassa» e fa crescere la tensione con un abile uso delle riprese documentarie del wildlife photographer Ken Middleton. N E W H O L LY W O O D filmografia/filmography The Searching Eye (cm, 1964), From Here to There (cm, 1964), Why Man Creates (cm, doc., 1968), Phase IV (Fase IV: distruzione Terra, 1974), Notes on the Popular Arts (cm, 1978), The Solar Film (cm, 1980), Quest (cm, 1984). N E W H O L LY W O O D steven spielberg THE SUGARLAND EXPRESS SOMMARIO regia/director Steven Spielberg soggetto/story Steven Spielberg, Hal Barwood, Matthew Robbins sceneggiatura/screenplay Hal Barwood, Matthew Robbins fotografia/cinematography Vilmos Zsigmond montaggio/film editing Edward M. Abroms, Verna Fields musica/music John Williams interpreti e personaggi/ cast and characters Goldie Hawn (Lou Jean Poplin), Ben Johnson (cap./capt. Harlin Tanner), Michael Sacks (Maxwell Slide), William Atherton (Clovis Michael Poplin), Louise Latham (Mrs Looby) produttori/producers Richard D. Zanuck, David Brown produzione/production Zanuck-Brown Productions, Universal Pictures Usa, 1974, 35mm, 110’, col. Lou Jean is a strange girl, but she loves her son: too bad he has been taken away from her and entrusted to a couple in Sugarland, on the Mexico border. Lou Jean convinces her husband to steal a police car, take the driver hostage and cross Texas to go get her child back. Spielberg’s second film, with a wild Goldie Hawn, one hundred police cars and the road lined with crowds cheering her on. A bitter comedy, a forerunner of the wacky Blues Brothers. SUGARLAND EXPRESS filmografia essenziale/ essential filmography Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977), 1941 (1941 - Allarme a Hollywood, 1979), Raiders of the Lost Ark (I predatori dell’arca perduta, 1981), E.T. the Extra-Terrestrial (E.T. - L’extra-terrestre, 1982), Empire of the Sun (L’impero del sole, 1987), Indiana Jones and the Last Crusade (Indiana Jones e l’ultima crociata, 1989), Always (Always - Per sempre, 1989), Jurassic Park (id., 1993), Schindler’s List (id., 1993), Saving Private Ryan (Salvate il soldato Ryan, 1998), Minority Report (id., 2002), Catch Me If You Can (Prova a prendermi, 2002), The Terminal (id., 2004), War Horse (id., 2011), Lincoln (id., 2012). Lou Jean è una ragazza stramba, ma vuole molto bene al suo bambino: peccato che gliel’abbiano tolto, per affidarlo a una coppia di Sugarland, al confine con il Messico. Così Lou Jean convince il marito a rubare un’auto della polizia, prendere in ostaggio il conducente e attraversare il Texas per andare a riprenderselo. Secondo film di Spielberg, on the road con la scatenata Goldie Hawn, un centinaio di auto della polizia al seguito e ali di folla a fare il tifo per lei lungo la strada. Commedia amara, anticipa i demenziali Blues Brothers. steven spielberg JAWS Usa, 1975, 35mm, 124’, col. regia/director Steven Spielberg soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Peter Benchley sceneggiatura/screenplay Peter Benchley, Carlo Gottlieb fotografia/cinematography Bill Butler montaggio/film editing Verna Fields musica/music John Williams interpreti e personaggi/ cast and characters Roy Scheider (lo sceriffo/sheriff Martin Brody), Robert Shaw (Quint), Richard Dreyfuss (Matt Hooper), Lorraine Gary (Ellen Brody), Steven Spielberg (l’impiegato dell’Amity Point Lifestation/Amity Point Lifestation worker) produzione/production Zanuck-Brown Productions, Universal Pictures 210 The 4 of July at Amity, a lovely East Coast beach which makes money hand over fist in that period. But a great white shark is lurking in ambush. The catastrophic masterpiece by Spielberg, who combines Melville’s theme (Moby Dick and the battle against an implacable entity) with the spreading anguish and lack of confidence in the honesty of politicians and the institutions. Roy Scheider is endearing, Richard Dreyfuss is petulant, and Robert Shaw is blasphemous as the three hunt down the monster. Highly strung tension, with the inspired two-note motif by John Williams. TH LO SQUALO Tempo di festa del 4 luglio ad Amity, bella spiaggia della costa Est, dove in quei giorni si fanno affari d’oro. Ma il grande squalo bianco è in agguato. Capolavoro catastrofico di Spielberg, che fonde il tema melvilliano (Moby Dick e la lotta contro un’entità implacabile) con l’angoscia dilagante e la sfiducia nell’onestà di politici e istituzioni. Roy Scheider disarmante, Richard Dreyfuss petulante e Robert Shaw blasfemo danno la caccia al mostro. Tensione a fior di pelle e a pelo d’acqua, con le due note geniali di John Williams. N E W H O L LY W O O D N E W H O L LY W O O D sydney pollack THREE DAYS OF THE CONDOR SOMMARIO Usa, 1975, 35mm, 117’, col. regia/director Sydney Pollack soggetto/story dal romanzo I sei giorni del Condor di/from the novel Six Days of the Condor by James Grady sceneggiatura/screenplay Lorenzo Semple Jr., David Rayfield fotografia/cinematography Owen Roizman montaggio/film editing Don Giudice musica/music Dave Grusin interpreti e personaggi/ cast and characters Robert Redford (Joseph Turner), Faye Dunaway (Kathy Jale), Cliff Robertson (Higgins), Max von Sydow (Joubert), John Houseman (Mr Wabash) produttori/producers Sydney Pollack, Stanley Schneider produzione/production Paramount Pictures I TRE GIORNI DEL CONDOR Joe, nome in codice «Condor», lavora in un ufficio distaccato della Cia, dove si leggono libri e giornali di tutto il mondo per individuare codici e operazioni segrete. Un giorno esce a comprare la colazione e, quando torna, trova tutti gli amici e colleghi assassinati. Condor chiede aiuto, ma ha risposte vaghe, e capisce che può solo nascondersi. Thriller crepuscolare e angosciante, segnato dalla malinconia degli incontri spezzati (l’abbozzo di storia d’amore tra Robert Redford e Faye Dunaway), uno dei più bei film di Pollack. alan rudolph WELCOME TO L.A. regia, sceneggiatura/ director, screenplay Alan Rudolph fotografia/cinematography David Myers montaggio/film editing William A. Sawyer, Tom Walls scenografia/ production design Dennis J. Parrisht musica/music Richard Baskin interpreti e personaggi/ cast and characters Keith Carradine (Carroll Barber), Sally Kellerman (Ann Goode), Geraldine Chaplin (Karen Hood), Harvey Keitel (Ken Hood), Lauren Hutton (Nona Bruce), Viveca Lindfors (Susan Moore), Sissy Spacek (Linda Murray), Denver Pyle (Carl Barber), John Considine (Jack Goode) produttore/producer Robert Altman produzione/production Lion’s Gate Films 211 Joe, code name “Condor,” works in a CIA field office, where books and newspapers from all over the world are read to identify codes and secret operations. One day, he goes out to buy lunch and, when he returns, he discovers that all his friends and colleagues have been assassinated. Condor asks for help, gets vague replies, and realizes that he has to hide. A crepuscular and distressing thriller, marked by the melancholy of interrupted encounters (the beginning of a love story between Robert Redford and Faye Dunaway), one of Pollack’s best movies. filmografia essenziale/ essential filmography This Property Is Condemned (Questa ragazza è di tutti, 1966), The Scalphunters (Joe Bass l’implacabile, 1967), They Shoot Horses, Don’t They? (Non si uccidono così anche i cavalli?, 1969), Jeremiah Johnson (Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, 1972), The Way We Were (Come eravamo, 1973), The Yakuza (Yakuza, 1975), The Electric Horseman (Il cavaliere elettrico, 1979), Tootsie (id., 1982), Out of Africa (La mia Africa, 1985), Havana (id., 1990), The Firm (Il socio, 1993), The Interpreter (id., 2005), Sketches of Frank Gehry (Frank Gehry - Creatore di sogni, doc., 2005). Usa, 1976, 35mm, 106’, col. Carroll Barber, a singer-songwriter who moved to England after fighting with his wealthy father, returns to Los Angeles to record an LP. Carroll is also a die-hard seducer and, at loose ends, he gets into old and new relationships. A mosaic movie, which owes a lot to Altman (Rudolph was his assistant director), imbued with solitude and starring Keith Carradine, it paints a desolate portrait of L.A., a city lacking a center and any possibility for relationships and roots. WELCOME TO LOS ANGELES filmografia essenziale/ essential filmography Premonition (1972), Nightmare Circus (1974), Remember My Name (Ricorda il mio nome, 1978), Roadie (Roadie La via del rock, 1980), Endangered Species (L’esperimento, 1982), Return Engagement (1983), Songwriter (Songwriter - Successo alle stelle, 1984), Choose Me (Choose Me - Prendimi, 1984), Trouble in Mind (Stati di alterazione progressiva, 1985), The Moderns (Moderns, 1988), Mortal Thoughts (L’ombra del testimone, 1991), Equinox (id., 1992), Mrs Parker and the Vicious Circle (Mrs Parker e il circolo vizioso, 1994), Afterglow (id., 1997), Breakfast of Champions (La colazione dei campioni, 1999), Trixie (2000), The Secret Lives of Dentists (2002). Carroll Barber, un cantautore che si è trasferito in Inghilterra per disaccordi con il ricco padre, torna a Los Angeles per la registrazione di un disco. Carroll è anche un seduttore inguaribile e, annoiato, aggancia vecchie e nuove relazioni. Film mosaico che deve molto ad Altman (Rudolph è stato suo aiuto regista), impregnato di solitudine incolmabile, interpretato da Keith Carradine, traccia un ritratto desolato di L.A., una città senza centro e senza possibilità di legami e radici. N E W H O L LY W O O D N E W H O L LY W O O D robert benton THE LATE SHOW SOMMARIO Usa, 1977, 35mm, 93’, col. regia, soggetto, sceneggiatura/director, story, screenplay Robert Benton fotografia/cinematography Chuck Roscher montaggio/film editing Lou Lombardo, Peter Appleton scenografia/ production design Robert Gould, Dennis J. Parrish [non accr./uncr.] musica/music Ken Wannberg interpreti e personaggi/ cast and characters Art Carney (Ira Wells), Lily Tomlin (Margo), Bill Macy (Charlie Hatter), Eugene Roche (Ron Birdwell), Joanna Cassidy (Laura Birdwell), Howard Duff (Harry Regan) produttore/producer Robert Altman produzione/production Lion’s Gate Films, Warner Bros. L’OCCHIO PRIVATO Un anziano, malconcio detective privato di Los Angeles indaga sull’assassinio del suo socio e, contemporaneamente, accetta da un’eccentrica cliente «alternativa» l’incarico di ritrovare il suo gatto. In piena revisione dei generi, la strana coppia Art Carney e Lily Tomlin al centro di un noir con spunti di commedia prodotto da Altman e scritto e diretto dallo sceneggiatore di Gangster Story e Ma papà ti manda sola?, che nel 1979 farà un en plein di Oscar con Kramer contro Kramer. john flynn ROLLING THUNDER Usa, 1977, 35mm, 95’, col. regia/director John Flynn soggetto/story Paul Schrader sceneggiatura/screenplay Heywood Gould, Paul Schrader fotografia/cinematography Jordan Cronenweth montaggio/film editing Frank P. Keller scenografia/ production design Stephen Myles Berger musica/music Barry De Vorzon interpreti e personaggi/ cast and characters William Devane (magg./maj. Charles Rane), Tommy Lee Jones (Johnny Vohden), Linda Haynes (Linda Forchet), Dabney Coleman (Maxwell), Lisa Blake Richards (Janet) produttore/producer Norman T. Herman produzione/production American International Pictures 212 ROLLING THUNDER Il maggiore Rane torna a San Antonio, con l’amico caporale Johnny, dopo anni trascorsi in Vietnam. In famiglia le cose non vanno bene, ma la città celebra l’eroe e gli regala 2.555 dollari d’argento, che fanno gola a un gruppo di criminali assassini. Quattro anni dopo The Outfit, un altro revenge movie di Flynn, violento e lucido, scritto da Paul Schrader. Perfetto, il gelido protagonista William Devane, affiancato da Tommy Lee Jones. Cult di Quentin Tarantino, che chiamò Rolling Thunder la sua casa di distribuzione. N E W H O L LY W O O D An elderly Los Angeles private eye who is down on his luck investigates the murder of his partner and, at the same time, accepts the job offered him by an eccentric “alternative” client to find her cat. At the zenith of the revision of genres, the odd couple Art Carney and Lily Tomlin star in a noir with touches of comedy, produced by Altman and directed by the screenwriter of Bonnie & Clyde and What’s Up, Doc?, who won a bundle of Oscars in 1979 with Kramer vs Kramer. filmografia/filmography Bad Company (Cattive compagnie, 1972), The Late Show (L’occhio privato, 1977), Kramer vs Kramer (Kramer contro Kramer, 1979), Still of the Night (Una lama nel buio, 1982), Places in the Heart (Le stagioni del cuore, 1984), Nadine (Nadine, un amore a prova di proiettile, 1987), Billy Bathgate (Billy Bathgate - A scuola di gangster, 1991), Nobody’s Fool (La vita a modo mio, 1994), Twilight (id., 1998), The Human Stain (La macchia umana, 2003), Feast of Love (2007). After years in Vietnam, Major Rane returns to San Antonio with his friend, Corporal Johnny. Things aren’t going too well at home, but the city celebrates its hero and gives him 2,555 silver dollars, which tempt a group of murderous criminals. Four years after The Outfit, another revenge movie by Flynn, violent and lucid, written by Paul Schrader. An icy performance by the protagonist William Devane, backed up by Tommy Lee Jones. A cult movie of Tarantino, who named his distributing company Rolling Thunder Pictures. filmografia/filmography The Sergeant (Il sergente, 1968), The Jerusalem File (1972), The Outfit (Organizzazione crimine, 1973), Rolling Thunder (id., 1977), Defiance (I violenti di Borrow Street, 1980), Marilyn: The Untold Story (Marilyn - Una vita, una storia, tv, 1980), Lone Star (tv, 1980), Touched (1983), Best Seller (Bestseller, 1987), Lock Up (Sorvegliato speciale, 1989), Out for Justice (Giustizia a tutti i costi, 1991), Nails (Nails: un poliziotto scomodo, tv, 1992), Scam (Trappola per due, 1993), Brainscan (Brainscan Il gioco della morte, 1994), Absence of the Good (tv, 1999), Protection (2001). N E W H O L LY W O O D jeremy paul kagan THE BIG FIX SOMMARIO Usa, 1978, 35mm, 108’, col. regia/director Jeremy Paul Kagan soggetto/story dall’omonimo romanzo di/from the novel of the same title by Roger L. Simon sceneggiatura/screenplay Roger L. Simon fotografia/cinematography Frank Stanley montaggio/film editing Patrick Kennedy musica/music Bill Conti interpreti e personaggi/ cast and characters Richard Dreyfuss (Moses Wine), Susan Anspach (Lila), Bonnie Bedelia (Suzanne), John Lithgow (Sam Sebastian), Ofelia Medina (Alora), Fritz Weaver (Oscar Procary), F. Murray Abraham (Eppis) produttori/producers Carl Borack, Richard Dreyfuss produzione/production Universal Pictures MOSES WINE DETECTIVE Contestatore negli anni di Berkeley, Moses Wine, per campare e per pagare gli alimenti alla ex moglie, fa il detective privato. Ingaggiato per un’indagine da una vecchia fiamma che lavora per un politico californiano, si trova a confrontarsi con fantasmi del passato. Richard Dreyfuss si aggira spaesato in un thriller che inizia come una commedia nostalgica e prosegue come un incubo. Un rendiconto maturo della «grande sbornia» appena passata, con un finale da groppo in gola. ted post GO TELL THE SPARTANS Usa, 1978, 35mm, 114’, col. regia/director Ted Post soggetto/story dal romanzo/from the novel Incident at Muc Wa di/by Daniel Ford sceneggiatura/screenplay Wendell Mayes fotografia/cinematography Harry Stradling Jr. montaggio/film editing Millie Moore musica/music Dick Halligan interpreti e personaggi/ cast and characters Burt Lancaster (magg./maj. Asa Barker), Craig Wasson (cm./cpl. Stephen Courcey), Jonathan Goldsmith (serg./sgt. Oleonowski), Marc Singer (cap./capt. Alfred Olivetti), Joe Unger (ten./lt. Raymond Hamilton), Evan C. Kim (Cowboy) produzione/production Spartan Productions, Mar Vista Productions 213 VITTORIE PERDUTE In Vietnam, nel 1964, il maggiore Barker manda un reparto composto di militari americani e sudvietnamiti a occupare una vecchia base. Al primo attacco, la tattica dei Vietcong trova tutti impreparati. Girato a basso costo in California (anche il protagonista Burt Lancaster investì 150.000 dollari per completarlo), uno dei primi, lucidi esemplari che trattano della «sporca guerra», compromessa fin dall’inizio. Magnifico il titolo originale, che rimanda ai trecento Spartani delle Termopili. N E W H O L LY W O O D A protester during his Berkeley years, Moses Wine works as a private eye to make ends meet and pay alimony to his ex-wife. When an old girlfriend who works for a California politician hires him to conduct an investigation, he find himself confronted with the ghosts of his past. A bewildered Richard Dreyfuss, in a thriller that begins like a nostalgic comedy and turns into a nightmare. A mature account of the “big binge” that had just ended, with an affecting finale. filmografia essenziale/ essential filmography The Love Song of Charles Farberman (1972), Katherine (tv, 1975), Heroes (Gli eroi, 1977), Scott Joplin (tv, 1977), The Chosen (Gli eletti, 1981), The Sting II (La stangata 2, 1983), The Journey of Natty Gann (Il viaggio di Natty Gann, 1985), Courage (Madre coraggio, tv, 1986), Big Man on Campus (Ragazze, il mostro è innamorato, 1989), Descending Angel (Discesa pericolosa, tv, 1990), By the Sword (1991), Heart of Saturday Night (1995), Ally McBeal (id., ep. Forbidden Fruits, tv, 1998). Vietnam, 1964. Major Barker sends a unit composed of American and South Vietnamese soldiers to occupy an old military base. During the initial attack, the Vietcong tactics find everyone unprepared. Shot on a low budget in California (the protagonist, Burt Lancaster, invested 150,000 dollars to complete it), it is one of the first, lucid films that deal with the “dirty war,” compromised right from the start. The English title is magnificent, calling to mind the three hundred Spartans at Thermopile. filmografia essenziale/ essential filmography Hang ’Em High (Impiccalo più in alto, 1968), Beneath the Planet of the Apes (L’altra faccia del pianeta delle scimmie, 1970), The Bravos (tv, 1972), Sandcastles (tv, 1972), Baby (1973), The Harrad Experiment (1973), Magnum Force (Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan, 1973), Whiffs (Whiffs La guerra esilarante del soldato Frapper, 1975), The Girls in the Office (tv, 1979), Diary of a Teenage Hitchhiker (tv, 1979), Nightkill (1980), Stagecoach (tv, 1986), The Human Shield (Lo scudo umano, 1991), 4 Faces (1999). N E W H O L LY W O O D martin scorsese THE LAST WALTZ SOMMARIO Usa, 1978, 35mm, 117’, col. regia/director Martin Scorsese sceneggiatura/screenplay Mardik Martin fotografia/cinematography Michael Chapman montaggio/film editing Jan Roblee, Yeu-Bun Yee scenografia/ production design Boris Leven interpreti/cast The Band (Rick Danko, Robbie Robertson, Richard Manuel, Levon Helm, Garth Hudson), Eric Clapton, Neil Diamond, Bob Dylan, Joni Mitchell, Neil Young, Emmylou Harris, Ringo Starr, Paul Butterfield, Dr John, Van Morrison, Ronnie Hawkins, The Staple Singers, Muddy Waters, Ron Wood, Lawrence Ferlinghetti, Jim Gordon, Martin Scorsese produzione/production Last Waltz Inc., FM Productions L’ULTIMO VALZER Il 25 novembre del 1976, The Band dà il suo concerto di addio a San Francisco. A filmarlo è Martin Scorsese, con sette cineprese a 35mm, dietro le quali stanno campioni della fotografia quali Michael Chapman, Vilmos Zsigmond e László Kovács. Inframmezzate a interviste nei camerini che ricostruiscono la storia del gruppo, sul palco salgono tutte le rock star con cui The Band ha suonato. Mitica apparizione di Dylan con cappello bianco, malinconia dilagante, forse il più bel film concerto di tutti i tempi, l’addio a un’epoca. karel reisz WHO’LL STOP THE RAIN Usa, 1978, 35mm, 126’, col. regia/director Karel Reisz soggetto/story dal romanzo I guerrieri dell’inferno di/ from the novel Dog Soldiers by Robert Stone sceneggiatura/screenplay Judith Rascoe, Robert Stone fotografia/cinematography Richard H. Kline montaggio/film editing John Bloom scenografia/ production design Dale Hennessy musica/music Laurence Rosenthal interpreti e personaggi/ cast and characters Nick Nolte (Ray Hicks), Tuesday Weld (Marge Converse), Michael Moriarty (John Converse), Anthony Zerbe (Antheil) produttori/producers Gabriel Katzka, Herb Jaffe produzione/production Katzka-Jaffe 214 GUERRIERI DELL’INFERNO Mentre è a Saigon, il reporter di guerra Ray Hicks accetta di rubare e riportare a San Francisco un carico di eroina. Ma in America scopre di essere stato intrappolato in un gioco pericoloso. E la sua fuga comincia. La guerra del Vietnam sullo sfondo getta una pesante ombra di disillusione su un thriller crepuscolare, fatto di anime perse e sogni spezzati. Grande chimica tra Nick Nolte e Tuesday Weld, regia secca e meditata di Karel Reisz, esule del Free Cinema. Titolo originale: dalla canzone dei Creedence Clearwater Revival. N E W H O L LY W O O D On November 25 , 1976, The Band held its farewell concert in San Francisco. Martin Scorsese filmed it with seven 35mm movie cameras manned by icons of photography such as Michael Chapman, Vilmos Zsigmond and László Kovács. Interspersed with interviews that reconstruct the history of the band, all the rock stars The Band played with get up onstage. A legendary appearance by Dylan wearing a white hat, this might be the best concert movie ever made, an adieu to an era. TH filmografia essenziale/ essential filmography Who’s That Knocking at My Door? (Chi sta bussando alla mia porta?, 1967), Mean Streets (Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, 1973), Alice Doesn’t Live Here Anymore (Alice non abita più qui, 1974), Taxi Driver (id., 1976), New York, New York (id., 1977), Raging Bull (Toro scatenato, 1980), After Hours (Fuori orario, 1985), The Last Temptation of Christ (L’ultima tentazione di Cristo, 1988), Goodfellas (Quei bravi ragazzi, 1990), Cape Fear (Cape Fear - Il promontorio della paura, 1991), The Age of Innocence (L’età dell’innocenza, 1993), Casino (Casinò, 1995), Gangs of New York (id., 2002), Wolf of Wall Street (id., 2013). In Saigon, a war reporter agrees to steal a cache of heroin and take it back to San Francisco. But once he gets to the States, he discovers he has become ensnared in a dangerous game. And he begins to run. The Vietnam war in the background throws a heavy shadow of disillusion onto a thriller made of lost souls and shattered dreams. Great chemistry between Nick Nolte and Tuesday Weld, and straightforward directing by Karel Reisz, an exile from Free Cinema. The original title is taken from a Creedence Clearwater Revival song. filmografia essenziale/ essential filmography We Are the Lambeth Boys (Siamo i ragazzi di Lambeth, doc., 1958), March to Aldermaston (cm, doc., 1959), Saturday Night and Sunday Morning (Sabato sera, domenica mattina, 1960), Night Must Fall (La doppia vita di Dan Craig, 1964), Morgan! (Morgan matto da legare, 1966), Isadora (id., 1968), The Gambler (40.000 dollari per non morire, 1974), Who’ll Stop the Rain (Guerrieri dell’inferno, 1978), The French Lieutenant’s Woman (La donna del tenente francese, 1981), Sweet Dreams (id., 1985), Everybody Wins (Alla ricerca dell’assassino, 1990). N E W H O L LY W O O D michael mann THE JERICHO MILE SOMMARIO Usa, 1979, 35mm, 97’, col. regia/director Michael Mann soggetto/story Patrick J. Nolan sceneggiatura/screenplay Patrick J. Nolan, Michael Mann fotografia/cinematography Rexford Metz montaggio/film editing Arthur Schmidt scenografia/ production design Stephen Myles Berger musica/music Jimmie Haskell interpreti e personaggi/ cast and characters Peter Strauss (Larry «Rain» Murphy), Richard Lawson (R.C. Stiles), Roger E. Mosley (Cotton Crown), Brian Dennehy (Dr «D»), Geoffrey Lewis (Dr Bill Janowski) produttore/producer Tim Zinnemann produzione/production ABC Circle Films LA CORSA DI JERICHO Nel penitenziario di Folsom, in California, un giovane ergastolano parricida si esercita nella corsa. I dirigenti si accorgono che è veloce, molto veloce, e che potrebbe piazzarsi per le selezioni olimpiche della gara dei 1500 metri. L’allenamento comincia, tra scontri tra gang, violenze, prevaricazioni. Girato tra i veri detenuti di Folsom, il film per la tv (vincitore di tre Emmy, compresa la migliore interpretazione per Peter Strauss) con cui esordisce un grande dei decenni successivi: Michael Mann. Una botta di adrenalina disperata. john sayles RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN Usa, 1979, 35mm, 104’, col. regia, sceneggiatura, montaggio/director, screenplay, film editing John Sayles fotografia/cinematography Austin De Besche musica/music Mason Daring, Timothy Jackson, Bill Staines, Guy Van Duser interpreti e personaggi/ cast and characters Bruce MacDonald (Mike Donnelly), Maggie Renzi (Katie Sipriano), Adam LeFevre (J.T.), Maggie Cousineau (Frances Carlson), Gordon Clapp (Chip Hollister), Karen Trott (Maura Tolliver), Jean Passanante (Irene Rosenblue) produttori/producers William Aydelott, Jeffrey Nelson produzione/production Salsipuedes Productions 215 RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN Sette amici che sono stati insieme al college negli anni della contestazione si ritrovano per un week-end nel New Hampshire. Chiacchiere, rimpianti, crisi di coppia, vecchie ruggini, in un ritratto a tutto tondo della disillusione dei baby boomers. Esordio di John Sayles, uno dei maggiori indipendenti degli anni Ottanta e Novanta. Un piccolo film seminale, girato in pochi giorni, tra amici, con 30.000 dollari che Sayles aveva guadagnato scrivendo sceneggiature horror per Corman. N E W H O L LY W O O D In Folsom prison, in California, a young man serving a life sentence for having killed his father is running sprints. The prison directors notice that he is very fast and think he might have a chance at the tryouts for the Olympic team in the 1,500 meter race. Training begins, with clashes between gangs, violence, prevarications. Shot at Folsom prison with real inmates, the TV movie (three Emmy awards, including Peter Strauss for best actor) marked the debut of one of the great directors of the following decades: Michael Mann. A shot of desperate adrenaline. filmografia essenziale/ essential filmography The Jericho Mile (La corsa di Jericho, tv, 1979), Thief (Strade violente, 1981), The Keep (La fortezza, 1983), Manhunter (Manhunter - Frammenti di un omicidio, 1986), Crime Story (ep. Top of the World, tv, 1987), L.A. Takedown (Sei solo, agente Vincent, tv, 1989), The Last of the Mohicans (L’ultimo dei Mohicani, 1992), Heat (Heat - La sfida, 1995), The Insider (Insider - Dietro la verità, 1999), Ali (id., 2001), Collateral (id., 2004), Miami Vice (id., 2006), Public Enemies (Nemico pubblico - Public Enemies, 2009), Luck (ep. #1.1, tv, 2011), Blackhat (2015). Seven friends who went to college together during the protest years meet up for a weekend reunion in New Hampshire. Talk, regrets, couples in crisis, old sore points, in an all-around portrait of the disillusion of the baby boomers. The debut movie by John Sayles, one of the great independent filmmakers of the 1980s and 1990s. A small, seminal movie, shot in just a few days, among friends, using 30,000 dollars which Sayles had earned by writing horror movie scripts for Corman. filmografia/filmography Return of the Secaucus Seven (1979), Lianna (Lianna - Un amore diverso, 1982), Baby It’s You (Promesse promesse, 1983), The Brother from Another Planet (Fratello da un altro pianeta, 1984), Matewan (id., 1986), Eight Men Out (Otto uomini fuori, 1987), City of Hope (La città della speranza, 1990), Passion Fish (Amori e amicizie, 1992), The Secret of Roan Inish (Il segreto dell’isola di Roan, 1993), Lone Star (Lone Star Stella solitaria, 1996), Men with Guns (Angeli armati, 1997), Limbo (id., 1999), Sunshine State (La costa del sole, 2002), Casa de los babys (2003), Silver City (id., 2004), Honeydripper (2007), Amigo (2010), Go for Sisters (2013). N E W H O L LY W O O D jonathan demme MELVIN AND HOWARD SOMMARIO Usa, 1980, 35mm, 95’, col. regia/director Jonathan Demme sceneggiatura/screenplay Bo Goldman fotografia/cinematography Tak Fujimoto montaggio/film editing Craig McKay musica/music Bruce Langhorne interpreti e personaggi/ cast and characters Jason Robards (Howard Hughes), Paul Le Mat (Melvin Dummar), Mary Steenburger (Lynda Dummar), Pamela Reed (Bonnie Dummar), Gloria Grahame (Mrs Sisk), Charles Napier (Ventura), Charlene Holt (Mrs Worth), Melvin E. Dummar (l’impiegato del deposito dei bus/bus depot counterman) produttori/producers Art Linson, Don Phillips produzione/production Universal Pictures UNA VOLTA HO INCONTRATO UN MILIARDARIO Un vecchio con i capelli al vento ha un incidente in moto nel deserto del Nevada. Soccorso da Melvin, rifiuta di andare all’ospedale e vuole essere portato al Desert Inn di Las Vegas, dove scende, dicendo di essere il miliardario Howard Hughes. La vita di Melvin prosegue tra sogni e delusioni. Dopo la gavetta con Corman, Jonathan Demme firma la sua sesta regia, una piccola ode al proletariato americano. Commedia amara e tenera, dominata dal folle Jason Robards e dalla svagata Mary Steenburger (premio Oscar, come alla sceneggiatura). An old man with flowing hair has a motorcycle accident in the Nevada desert. Picked up by Melvin, he refuses to go the hospital and instead wants to be taken to the Desert Inn in Las Vegas, where he gets out saying he is the billionaire Howard Hughes. Melvin’s life goes on, between dreams and disappointments. After cutting his teeth with Corman, Demme shot his sixth movie, a small ode to the American proletarian. A bitter and tender comedy, dominated by crazy Jason Robards and absent-minded Mary Steenburger, who won an Oscar (the other one was for best screenplay). filmografia essenziale/ essential filmography Caged Heat (Femmine in gabbia, 1974), Handle with Care (1977), Last Embrace (Il segno degli Hannah, 1979), Stop Making Sense (id., doc., 1984), Something Wild (Qualcosa di travolgente, 1986), Married to the Mob (Una vedova allegra… ma non troppo, 1988), The Silence of the Lambs (Il silenzio degli innocenti, 1991), Philadelphia (id., 1993), Beloved (Beloved - L’ombra del passato, 1998), The Agronomist (id., doc., 2003), The Manchurian Candidate (id., 2004), Rachel Getting Married (Rachel sta per sposarsi, 2008), A Master Builder (2013). david carradine AMERICANA Usa, 1981, 35mm, 91’, col. regia/director David Carradine soggetto/story dal romanzo/from the novel The Perfect Round di/by Henry Morton Robinson sceneggiatura/screenplay Richard Carr fotografia/cinematography Robert E. Collins, R. Michael Stringer montaggio/film editing David Carradine, David Kern musica/music Craig Huntley [Craig Huxley] interpreti e personaggi/ cast and characters David Carradine (il soldato americano/American soldier), Barbara Hershey (la figlia di Jess/Jess’s daughter), Michael Greene (Mike), John Blyth Barrymore (John/Jack) produttori/producers David Carradine, Skip Sherwood 216 A captain who is a Vietnam veteran settles down in a small town in Kansas and begins to restore an old abandoned merry-go-round. A few locals help him, others get in his way. A wild girl watches him from afar. Based on a story a friend had told him, the first and most important movie directed by David Carradine, who produced the movie with the money he made from the Kung Fu series, uses relatives and friends and stars him and his companion Barbara Hershey. An allegorical ballad of emptiness and melancholy. AMERICANA Un capitano reduce dal Vietnam si stabilisce in una cittadina del Kansas e comincia a restaurare una vecchia giostra abbandonata. Alcuni degli abitanti lo aiutano, altri lo ostacolano. Una ragazza selvatica lo guarda da lontano. Nata da una storia raccontata da un amico, la prima e maggiore regia di David Carradine, che produsse il film con i guadagni della serie Kung Fu, scritturò parenti e amici e lo interpretò, con la sua compagna Barbara Hershey. Una ballata allegorica fatta di spazi e di malinconia. N E W H O L LY W O O D filmografia/filmography Kung Fu (ep. The Demon God; Besieged: Cannon at the Gates; Besieged: Death on Cold Mountain, tv, 1974), You and Me (1975), Americana (1981), Lizzie McGuire (tv, 2001). N E W H O L LY W O O D lawrence kasdan THE BIG CHILL Usa, 1983, 35mm, 105’, col. regia/director Lawrence Kasdan sceneggiatura/screenplay Lawrence Kasdan, Barbara Benedek fotografia/cinematography John Bailey montaggio/film editing Carol Littleton scenografia/ production design Ida Random interpreti e personaggi/ cast and characters Tom Berenger (Sam Weber), Glenn Close (Sarah Cooper), Jeff Goldblum (Michael Gold), William Hurt (Nick Carlton), Kevin Kline (Harold Cooper), Mary Kay Place (Meg Jones), Meg Tilly (Chloe), JoBeth Williams (Karen Bowens), Don Galloway (Richard Bowens), Kevin Costner (Alex) produttore/producer Michael Shamberg produzione/production Carson Productions 217 SOMMARIO IL GRANDE FREDDO Un gruppo di ex compagni di college degli anni Sessanta si ritrova in una casa del South Carolina per il funerale di un amico che si è suicidato. Durante il week-end, s’intrecciano ricordi, illusioni, delusioni, ritorni di fiamma. Secondo film di Lawrence Kasdan, la versione glamour dei Secaucus Seven di Sayles (che Kasdan non conosceva), afferra l’aria del tempo, fatta di rimpianti e di allegria amara. Cast di star (Close, Kline, Goldblum, Hurt), compreso l’amico morto (tagliato in montaggio) Kevin Costner, e colonna sonora da sballo. N E W H O L LY W O O D A group of friends who had gone to college together in the 1960s gets together in South Carolina for the funeral of a friend who committed suicide. During the weekend, they share memories, hopes and disappointments, and old flames rekindle. The second movie by Kasdan, a glam version of Sayles’ Secaucus Seven (which Kasdan was unacquainted with), takes the pulse of the time, the regrets, the bitter cheerfulness. A stellar cast (Close, Kline, Goldblum, Hurt), including the dead friend (who was cut in the editing) Kevin Costner, and a knockout soundtrack. filmografia/filmography Body Heat (Brivido caldo, 1981), The Big Chill (Il grande freddo, 1983), Silverado (id., 1985), The Accidental Tourist (Turista per caso, 1988), I Love You to Death (Ti amerò... fino ad ammazzarti, 1990), Grand Canyon (id., 1991), Wyatt Earp (id., 1994), French Kiss (id., 1995), Mumford (id., 1999), Dreamcatcher (L’acchiappasogni, 2003), Darling Companion (2012). INDICI/INDICES SOMMARIO Indice dei film/ Index to films 219 Indice dei registi/ Index to directors 222 Indice dei film per nazione/ Index to films by countries 225 Indice dei film/ Index to films 20,000 Days on Earth, 58 24 heures sur place, 120 ’71, 26 A Abacuc, 153 Actress, 110 Allegro non troppo, 67 Al-Rakib Al-Khaled - The Immortal Sergeant, 111 Americana, 216 Angriff auf die Demokratie - Eine Intervention, 129 Anuncian sismos, 2 Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112 Approaching the Elephant, 130 Arcana, 105 As You Were, 3 B Baal, 64 The Babadook, 4 Balkan Camp, 178 The Ballad of Cable Hogue, 202 Le beau danger, 113 The Better Angels, 27 The Big Chill, 217 The Big Fix, 213 Big Significant Things, 5 Branco Sai Preto Fica, 114 Butter on the Latch, 175 By Giulio Questi, 106 Bypass, 187 C Das Cabinet des Dr Caligari, 65 The Canal, 82 Carnal Knowledge, 203 CasaOz, 139 La chambre bleue, 28 En chance til - A Second Chance, 29 Chrieg, 188 Coda, 141 Cold in July, 98 The Conversation, 208 Corpo familiare, 142 Le cose da lontano, 143 La creazione di significato, 121 The Culpepper Cattle Co., 206 219 SOMMARIO INDICI/ INDICES D Deposizione in due atti, 144 Diaries: 1971-1976, 138 Diplomatie, 66 The Disappearance of Eleanor Rigby: Her, 30 The Disappearance of Eleanor Rigby: Him, 31 The Drop, 32 The Duke of Burgundy, 6 Duel, 204 E Eau argentée, Syrie autoportrait, 134 Eau Zoo, 33 The Editor, 83 L’enlèvement de Michel Houellebecq, 84 Europa&Italia, 69 Evacuation, 179 F Félix et Meira, 7 The Filth and the Fury, 20 Il fiume dell’orco, 183 Frastuono, 8 Fumo, 145 G Gemma Bovery, 34 Gentlemen, 9 Go Tell the Spartans, 213 Gone Wild, 181 Gone with the Wind, 35 The Graduate, 201 The Guest, 85 H Habitat - Note personali, 122 Hacked Circuit, 154 Harry and Tonto, 208 Historia del miedo, 189 Hit 2 Pass, 115 The Homesman, 36 Los Hongos, 190 La huella en la niebla, 155 I Infinitely Polar Bear, 37 In guerra, 86 In jouw naam - In Your Name, 191 Inupiluk, 38 Iranien, 131 The Iron Ministry, 116 It Follows, 87 J Jack Strong, 39 Jauja, 40 Jaws, 210 The Jericho Mile, 215 Jour et nuit - Delle donne e degli uomini perduti, 156 K Kami no tsuki - Pale Moon, 41 Klute, 204 Korso, 192 L The Last Waltz, 214 The Late Show, 212 Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save the World, 193 Let’s Go, 74 The Library of Audrey, 179 Life After Beth, 88 Life May Be, 117 Little Big Man, 202 Luoghi comuni, 123 M Madonna Mia Violenta, 180 Magic in the Moonlight, 42 Mange tes morts, 10 Il mare, 146 Mat Troi Den - Black Sun, 157 The Measures, 158 Mecanica nostalgică a întîmplărilor - The Nostalgic Mechanics of Randomness, 43 Melvin and Howard, 216 Memorie - In viaggio verso Auschwitz, 124 The Mend, 44 Mercuriales, 11 Me the Terrible, 180 Mga Anak Ng Unos, Unang Aklat - Storm Children, Book 1, 135 Un milione di alberi sacri e nessun dio, 185 A Million Miles Away, 159 Mirafiori Lunapark, 45 Mister Tao, 68 220 SOMMARIO INDICI/ INDICES Mon baiser du cinéma, 183 La morte ha fatto l’uovo, 104 Motu Maeva, 160 M.O.Zh. - The Man in the Orange Jacket, 89 Mr Kaplan, 194 Mulberry St., 95 N Naked Princeton, 177 N-capace, 12 Nessuno siamo perfetti, 59 Una nobile rivoluzione, 125 La notte in sogno, 184 Nova Dubai, 161 O Ogni maledetto Natale, 46 Okean - Ocean, 162 One Cut, One Life, 137 The Outfit, 207 P The Panic in Needle Park, 205 Panorama, 147 Il passo, 102 Per tutta la vita, 75 Phantom of the Paradise, 209 Phase IV, 209 Poder e impotencia, un drama en 3 actos, 126 Priklyuchenie - Adventure, 163 Prima di andar via, 48 Profondo rosso, 49 P’tit Quinquin, 47 Q Qualcosa di noi, 76 Qui, 132 R Rada, 127 Rapsodeus, 69 Return of the Secaucus Seven, 215 Rolling Thunder, 212 The Rover, 50 S Sans titre, 164 La sapienza, 165 Save the Tiger, 207 La scuola d’estate, 60 Il segreto del serpente, 148 Senza Lucio, 61 Se sei vivo spara, 103 Sinai - Un altro passo sulla terra, 149 Snakeskin, 118 So Long at the Fair, 70 Srok - The Term, 133 Stake Land, 96 Stella cadente, 90 Stray Dog, 51 The Sugarland Express, 210 T Taking Off, 205 Tell Them Willie Boy Is Here, 201 The Theory of Everything, 52 This Is the Way, 166 Thou Wast Mild & Lovely, 176 Three Days of the Condor, 211 Togliatti(Grad), 53 Tôi Quên Rôi! - I Forgot!, 167 Tokyo Tribe, 91 Tous les chats sont gris, 195 Triangle, 77 Turist - Force majeure, 54 U Ultimo giro, 184 V Van valami furcsa és megmagyarázhatatlan - For Some Inexplicable Reason, 13 Il viaggio di Carlo, 62 Il viaggio di Marco Cavallo, 78 Violet, 14 Una vita in scatola, 68 W Waiting for August, 119 Walking with Red Rhino - A spasso con Alberto Signetto, 63 Walter and Kayla, 178 Washingtonia, 168 We Are What We Are, 97 Welcome to L.A., 211 What We Do in the Shadows, 15 Where Are You Going, Elena?, 177 Whiplash, 55 Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me?, 206 221 SOMMARIO INDICI/ INDICES Who’ll Stop the Rain, 214 Wild, 56 Wir waren Könige, 16 WUSA, 203 Y Yeti, 169 Young Bodies Heal Quickly, 170 Z Zakloni - Shelters, 171 Indice dei registi/ Index to directors A Alessandro Abba Legnazzi, 127 Gianluca Abbate, 147 Giacomo Abbruzzese, 166 Mania Akbari, 117 Woody Allen, 42 Lisandro Alonso, 40 Mathieu Amalric, 28 Dario Argento, 49 Alessandro Avataneo, 139 John G. Avildsen, 207 Jonathan Demme, 216 Bas Devos, 14 Gabriele Di Munzio, 142 Stefano Di Polito, 45 Lav Diaz, 135 Tommaso Donati, 152 Tamara Drakulić, 162 Bruno Dumont, 47 B Jeff Baena, 88 Saul Bass, 209 Wiam Simav Bedirxan, 139 Ila Bêka, 120 Ned Benson, 30-31 Robert Benton, 213 Sébastien Betbeder, 38 Andrew T. Betzer, 170 Susanne Bier, 29 Bruno Bozzetto, 67-69 Álvaro Brechner, 194 Brittany Blockman, 177 Adam Brooks, 83 F Maureen Fazendeiro, 160 Luca Ferri, 153 Terence Fisher, 70 Victor Fleming, 35 John Flynn, 207, 212 Anne Fontaine, 34 Maya Forbes, 37 Miloš Forman, 205 Iain Forsyth, 58 René Frölke, 113 Luis Fulvio, 141 C Carlo Cagnasso, 184 Rocío Caliri, 2 Simone Cangelosi, 125 David Carradine, 216 Damien Chazelle, 55 Truong Que Chi, 157 Giacomo Ciarrapico, 46 Jemaine Clement, 15 Clément Cogitore, 164 Francis Ford Coppola, 208 Mark Cousins, 117 D Eleonora Danco, 12 Emiliano Dante, 122 Antony Darnborough, 70 Tonino De Bernardi, 156 Antonietta De Lillo, 74 Brian De Palma, 209 Josephine Decker, 175-181 Savina Dellicour, 195 Yann Demange, 26 222 SOMMARIO INDICI/ INDICES E A.J. Edwards, 27 G Francesco Gabrielli, 185 Daniele Gaglianone, 132 Alberto Gemmi, 141 Giuliano Girelli, 185 Maxime Giroux, 7 Mario Gomes, 123 Jacqueline Goss, 158 Debra Granik, 51 Eugène Green, 165 Robert Greene, 110 Emiliano Grieco, 155 Ulu Grosbard, 206 H Duane Hopkins, 187 Jean-Charles Hue, 10 Daniel Hui, 118 J Simon Jaquemet, 188 K Jeremy Paul Kagan, 213 Ziad Kalthoum, 111 Aik Karapetian, 89 Romuald Karmakar, 129 Lawrence Kasdan, 217 Ivan Kavanagh, 82 Matthew Kennedy, 83 Jennifer Kent, 4 Harutyun Khachatryan, 112 Pavel Kostomarov, 133 Konstantina Kotzamani, 168 L Wilma Labate, 76 Guillaume Lafond, 183 Tommy Lee Jones, 36 Philipp Leinemann, 16 Louise Lemoine, 120 Jiekai Liao, 3 M John Magary, 44 Davide Maldi, 8 Michael Mann, 215 Mikael Marcimain, 9 Melina Marcow, 2 James Marsh, 52 Enrico Masi, 149 Gianluca Matarrese, 183 Abhijit Mazumdar, 169 Paul Mazursky, 208 David Michôd, 50 Jim Mickle, 95-98 Marzia Migliora, 185 Teodora Ana Mihai, 119 Lluis Miñarro, 90 Anna Recalde Miranda, 126 David Robert Mitchell, 87 Orso Miyakawa, 145 Ossama Mohammed, 134 Danilo Monte, 124 Marilena Moretti, 63 Benjamín Naishtat, 189 N Susanna Nicchiarelli, 175 Mike Nichols, 201, 203 Guillaume Nicloux, 84 Guido Nicolás Zingari, 146 O Ruben Östlund, 54 223 SOMMARIO INDICI/ INDICES P Alan J. Pakula, 204 Gian Piero Palombini, 53 Wladyslaw Pasikowski, 39 Sam Peckinpah, 202 Arthur Penn, 202 Jenny Perlin, 158 Ed Pincus, 137-138 Aleksei Pivovarov, 133 Michele Placido, 48 Sydney Pollack, 211 Jane Pollard, 58 Abraham Polonsky, 201 Constantin Popescu, 43 Ted Post, 213 Q Jacopo Quadri, 60 Costanza Quatriglio, 77 Adirley Queirós, 114 Giulio Questi, 102-106 R Simone Rapisarda Casanova, 121 Aleksandr Rastorguev, 133 Jennifer Reeder, 159 Bryan Reisberg, 5 Gábor Reisz, 13 Karel Reisz, 214 Dick Richards, 206 Stuart Rosenberg, 203 Michaël R. Roskam, 32 Erika Rossi, 62 Alan Rudolph, 211 Oscar Ruiz Navia, 190 S Ivan Salatić, 171 Giuseppe Sansonna, 184 John Sayles, 215 Jerry Schatzberg, 205 Federico Schiavi, 53 Carlo Michele Schirinzi, 144 Volker Schlöndorff, 64, 66 Martin Scorsese, 214 Daniele Segre, 62 Liew Seng Tat, 193 Mario Sesti, 61 Davide Sibaldi, 86 Lucia Small, 137 J.P. Sniadecki, 116 Giancarlo Soldi, 59 Sion Sono, 91 Steven Spielberg, 204, 210 Deborah Stratman, 154 Peter Strickland, 6 T Mehran Tamadon, 131 Giuseppe Tedeschi, 78 Julien Temple, 20 Zefrey Throwell, 180 Mattia Torre, 46 Akseli Tuomivaara, 192 Nariman Turebaev, 163 U Marco Ugolini, 123 V Jean-Marc Vallée, 56 Marco van Geffen, 191 Luca Vendruscolo, 46 Emilie Verhamme, 33 Virgil Vernier, 11 Lucia Veronesi, 143 Gustavo Vinagre, 161 Mathieu Volpe, 148 W Taika Waititi, 15 Kurt Walker, 115 Robert Wiene, 65 Amanda Rose Wilder, 130 Eduardo Williams, 167 Adam Wingard, 83 Y Daihachi Yoshida, 41 224 SOMMARIO INDICI/ INDICES Indice dei film per nazione/ Index to films by countries Argentina Anuncian sismos, 2 Jauja, 40 La huella en la niebla, 155 Historia del miedo, 189 Armenia Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112 Australia The Babadook, 4 The Rover, 50 Belgio/Belgium Eau Zoo, 33 In jouw naam - In Your Name, 191 Il segreto del serpente, 148 Tous les chats sont gris, 195 Violet, 14 Waiting for August, 119 Brasile/Brazil Branco Sai Preto Fica, 114 Nova Dubai, 161 Canada La creazione di significato, 121 The Editor, 83 Félix et Meira, 7 Hit 2 Pass, 115 Cina/China The Iron Ministry, 116 Colombia Los Hongos, 190 Croazia/Croatia Sinai - Un altro passo sulla terra, 149 225 SOMMARIO INDICI/ INDICES Danimarca/Denmark En chance til - A Second Chance, 29 Jauja, 40 Turist - Force majeure, 54 Estonia M.O.Zh. - The Man in the Orange Jacket, 89 Filippine/Philippines Mga Anak Ng Unos, Unang Aklat - Storm Children, Book 1, 135 Finlandia/Finland Korso, 192 Francia/France 24 heures sur place, 120 La chambre bleue, 28 Corpo familiare, 142 Diplomatie, 66 Eau argentée, Syrie autoportrait, 134 L’enlèvement de Michel Houellebecq, 84 Gemma Bovery, 34 Historia del miedo, 189 The Homesman, 36 Los Hongos, 190 In jouw naam - In Your Name, 191 Inupiluk, 38 Iranien, 131 Jauja, 40 Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save the World, 193 Mange tes morts, 10 The Measures, 158 Mercuriales, 11 Mon baiser du cinéma, 183 Motu Maeva, 160 P’tit Quinquin, 47 Poder e impotencia, un drama en 3 actos, 126 Sans titre, 164 La sapienza, 165 This Is the Way, 166 Tôi Quên Rôi! - I Forgot!, 167 Turist - Force majeure, 54 Germania/Germany Angriff auf die Demokratie - Eine Intervention, 129 Le beau danger, 113 Das Cabinet des Dr Caligari, 65 Diplomatie, 66 Historia del miedo, 189 Los Hongos, 190 Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save the World, 193 Luoghi comuni, 123 Wir waren Könige, 16 Giappone/Japan Kami no tsuki - Pale Moon, 41 Tokyo Tribe, 91 Kazakistan/Kazakhstan Priklyuchenie - Adventure, 163 Grecia/Greece Washingtonia, 168 Lettonia/Latvia M.O.Zh. - The Man in the Orange Jacket, 89 India Yeti, 169 Iran Life May Be, 117 Italia/Italy Abacuc, 153 Coda, 141 Deposizione in due atti, 144 Europa&Italia, 69 Il fiume dell’orco, 183 Frastuono, 8 Fumo, 145 Habitat - Note personali, 122 Jour et nuit - Delle donne e degli uomini perduti, 156 Il mare, 146 La notte in sogno, 184 La sapienza, 165 La scuola d’estate, 60 Luoghi comuni, 123 Memorie - In viaggio verso Auschwitz, 124 Un milione di alberi sacri e nessun dio, 185 226 SOMMARIO Mirafiori Lunapark, 45 Mister Tao, 68 N-capace, 12 Nessuno siamo perfetti, 59 Una nobile rivoluzione, 125 Ogni maledetto Natale, 46 Poder e impotencia, un drama en 3 actos, 126 Profondo rosso, 49 Qui, 132 Rada, 127 Rapsodeus, 69 Senza Lucio, 61 Sinai - Un altro passo sulla terra, 149 Ultimo giro, 184 Il viaggio di Carlo, 62 Il viaggio di Marco Cavallo, 78 Una vita in scatola, 68 Walking with Red Rhino - A spasso con Alberto Signetto, 63 INDICI/ INDICES Malesia/Malaysia Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save the World, 193 Messico/Mexico Jauja, 40 Montenegro Zakloni - Shelters, 171 Norvegia/Norway Turist - Force majeure, 54 Nuova Zelanda/New Zealand What We Do in the Shadows, 15 Olanda/The Netherlands Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz - Endless Escape, Eternal Return, 112 In jouw naam - In Your Name, 191 Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save the World, 193 Violet, 14 Paraguay Poder e impotencia, un drama en 3 actos, 126 Polonia/Poland Jack Strong, 39 Portogallo/Portugal Snakeskin, 118 Regno Unito/UK 20,000 Days on Earth, 58 ’71, 26 Bypass, 187 The Canal, 82 The Duke of Burgundy, 6 The Filth and the Fury, 20 Life May Be, 117 So Long at the Fair, 70 The Theory of Everything, 52 Romania Mecanica nostalgică a întîmplărilor - The Nostalgic Mechanics of Randomness, 43 Waiting for August, 119 Russia Srok - The Term, 133 Serbia Okean - Ocean, 162 Singapore As You Were, 3 Snakeskin, 118 Siria/Syria Al-Rakib Al-Khaled - The Immortal Sergeant, 111 Eau argentée, Syrie autoportrait, 134 Spagna/Spain Se sei vivo spara, 103 Stella cadente, 90 Svezia/Sweden Gentlemen, 9 Turist - Force majeure, 54 Svizzera/Switzerland Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112 Chrieg, 188 Iranien, 131 227 SOMMARIO INDICI/ INDICES Ungheria/Hungary Van valami furcsa és megmagyarázhatatlan - For Some Inexplicable Reason, 13 Uruguay Mr Kaplan, 194 Historia del miedo, 189 Usa Actress, 110 Americana, 216 Approaching the Elephant, 130 Balkan Camp, 178 The Ballad of Cable Hogue, 202 The Better Angels, 27 The Big Chill, 217 The Big Fix, 213 Butter on the Latch, 175 Carnal Knowledge, 203 Cold in July, 98 The Conversation, 208 The Culpepper Cattle Co., 206 Diaries: 1971-1976, 138 The Disappearance of Eleanor Rigby: Her, 30 The Disappearance of Eleanor Rigby: Him, 31 The Drop, 32 Duel, 204 Evacuation, 179 The Filth and the Fury, 20 Go Tell the Spartans, 213 Gone Wild, 181 Gone with the Wind, 35 The Graduate, 201 The Guest, 85 Infinitely Polar Bear, 37 The Iron Ministry, 116 Hacked Circuit, 154 Harry and Tonto, 208 The Homesman, 36 Jauja, 40 Jaws, 210 The Jericho Mile, 215 Klute, 204 The Last Waltz, 214 The Late Show, 212 The Library of Audrey, 179 Little Big Man, 202 Madonna Mia Violenta, 180 Magic in the Moonlight, 42 The Measures, 158 Melvin and Howard, 216 SOMMARIO The Mend, 44 A Million Miles Away, 159 Mulberry St., 95 Naked Princeton, 177 One Cut, One Life, 137 The Outfit, 207 The Panic in Needle Park, 205 Phantom of the Paradise, 209 Phase IV, 209 Return of the Secaucus Seven, 215 Rolling Thunder, 212 The Rover, 50 Save the Tiger, 207 Stake Land, 96 Stray Dog, 51 The Sugarland Express, 210 Taking Off, 205 Tell Them Willie Boy Is Here, 201 The Theory of Everything, 52 Thou Wast Mild & Lovely, 176 Three Days of the Condor, 211 Walter and Kayla, 178 We Are What We Are, 97 Welcome to L.A., 211 Where Are You Going, Elena?, 177 Whiplash, 55 Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me?, 206 Who’ll Stop the Rain, 214 Wild, 56 WUSA, 203 Young Bodies Heal Quickly, 170 Vietnam Mat Troi Den - Black Sun, 157 228 INDICI/ INDICES
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